PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI ELETTRICI DIRETTI E INDIRETTI CORRENTE ELETTRICA E CORPO UMANO 2 CORRENTE ELETTRICA E CORPO UMANO Effetti fisiopatologici della corrente elettrica sul corpo umano CORRENTE ELETTRICA E CORPO UMANO Effetti fisiopatologici della corrente elettrica sul corpo umano Il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano può determinare numerose alterazioni e lesioni, temporanee o permanenti: - azione diretta sui vasi sanguigni, sul sangue sulle cellule nervose (stato di shock); - alterazioni permanenti nel sistema cardiaco (aritmie, lesioni al miocardio); - alterazioni permanenti nell’attività cerebrale (modificazione dell’elettroencefalogramma); - alterazioni permanenti nel sistema nervoso centrale; - danni all’apparato uditivo, e a quello visivo. 3 4 CORRENTE ELETTRICA E CORPO UMANO Effetti fisiopatologici della corrente elettrica sul corpo umano Tetanizzazione • Sotto l’azione dello stimolo elettrico il muscolo si contrae per poi ritornare allo stato di riposo. 1. Tetanizzazione 2. Arresto della respirazione 3. Fibrillazione ventricolare 4. Ustioni • Più stimoli opportunamente intervallati contraggono ripetutamente il muscolo in modo progressivo (contrazione tetanica); se la frequenza va oltre un certo limite, gli effetti si fondono (tetano fuso), il muscolo viene portato alla contrazione completa e vi rimane finché cessati gli stimoli, il muscolo ritorna lentamente allo stato di riposo. 5 6 Tetanizzazione Tetanizzazione • Quando il corpo umano è attraversato da una corrente alternata si hanno gli effetti già descritti, l’infortunato può rimanere attaccato alla parte in tensione e col passare del tempo si possono avere svenimenti, asfissia, collasso e stato di incoscienza. • La capacità di lasciare la presa della parte in tensione (corrente di rilascio), è variabile da persona a persona e fra uomini e donne, in corrente alternata a 50 Hz, vale circa 10 mA per le donne e circa 15 mA per gli uomini • “L’alta tensione respinge, la bassa tensione attrae” (si dice); • Se il valore di corrente non è eccessivo in relazione al tempo per cui fluisce, l’infortunato non subisce gravi conseguenze. • La tetanizzazione è presente in circa il 10% degli infortuni elettrici mortali. 7 8 Arresto della respirazione Una corrente superiore al limite indicato per la corrente di rilascio produce nell’infortunato difficoltà di respirazione e segni di asfissia. Il passaggio di corrente determina una contrazione dei muscoli addetti alla respirazione o una paralisi dei centri nervosi che sovrintendono alla funzione respiratoria. Se la corrente perdura l’infortunato perde conoscenza e muore. Arresto della respirazione Circa il 6% delle morti per folgorazioni è dovuta ad asfissia. E’ evidente quindi l’importanza della respirazione artificiale (respirazione bocca a bocca), della tempestività e della durata per cui è applicata. E’ necessario intervenire entro 3 ÷ 4 minuti al massimo per evitare l’asfissia dell’infortunato e lesioni irreversibili al tessuto cerebrale 9 Fibrillazione ventricolare 10 Fibrillazione ventricolare . • Il muscolo cardiaco (miocardio) si contrae aritmicamente 60 ÷ 100 volte al minuto e sostiene, come una pompa, la circolazione sanguigna nei vasi. • La contrazione delle fibre muscolari è prodotta da impulsi elettrici • Se alle normali correnti elettriche fisiologiche si sovrappone una corrente elettrica di origine esterna, molto più grande (scossa elettrica) si viene a creare una situazione alquanto pericolosa. 11 • Gli impulsi elettrici che trasmessi dai centri nervosi coordinavano tutti i muscoli, in questo modo risultano scoordinati e non svolgono più il loro compito. • Questo succede anche alle fibrille del ventricolo, che ricevono segnali elettrici eccessivi e irregolari, per cui si contraggono in modo disordinato e il cuore non riesce più a svolgere la sua funzione. • E’ il fenomeno della fibrillazione ventricolare responsabile di oltre il 90% delle morti per folgorazione. 12 Fibrillazione ventricolare Fibrillazione ventricolare • Per arrestare la fibrillazione ventricolare è necessario applicare una scarica elettrica violenta opportunamente dosata, tramite un “defibrillatore”. • Solo la presenza tempestiva (entro 3 ÷ 4 minuti) di questo apparecchio e personale specializzato, possono recuperare in molti casi una situazione gravissima per l’infortunato. • Si può tuttavia prolungare l’intervallo di tempo utile con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Percorso Mani – piedi Mano sx – piede sx Mano sx – piede dx Mano sinistra – piedi Mano sx – mano destra Mano sinistra – dorso Mano sinistra – torace Mano dx – piede sinistro Mano dx – piede destro Mano destra – piedi Mano destra – dorso Mano destra – torace Fattore percors 1 1 1 1 0,4 0,7 1,5 0,8 0,8 0,8 0,3 1,3 13 USTIONI 14 MODALITA’ DI CONTATTO • Il passaggio di corrente elettrica su una resistenza è accompagnato da sviluppo di calore per effetto Joule • Le ustioni peggiori si hanno sulla pelle (marchio elettrico), che presenta una resistività maggiore dei tessuti interni; inoltre la densità di corrente è maggiore in corrispondenza dei punti di entrata e di uscita della corrente • Lo sviluppo di calore provoca la distruzione di tessuti superficiali e profondi, la rottura di arterie con conseguenti emorragie, la distruzione di centri nervosi. • Quando le ustioni sono estese la morte sopravviene spesso per insufficienza renale 15 MODALITA’ DI CONTATTO CONTATTO DIRETTO CONTATTO INDIRETTO 16 CONTATTO DIRETTO CONTATTO DIRETTO • Oppure quando si tocca una sola linea e si scarica a terra. • Contatto di persone con parti attive • Ad esempio quando si toccano i fili in tensione 17 O ad esempio contatto con un conduttore, un morsetto, l’attacco di un fusibile o di una lampada, che sono divenuti accessibili. 18 CONTATTO INDIRETTO Contatto di persone con una massa in tensione per un guasto 19 20 (Esempio contatto con la carcassa di un motore, l’involucro di un quadro, di una apparecchiatura o di un componente elettrico) CONTATTO INDIRETTO Massa Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto 21 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Protezione contro i contatti PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Misure di protezione Totali Misure di protezione Parziali Misure di protezione Addizionali 22 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Interruzione automatica del circuito Apparecchi in classe II Sistemi a bassissima tensione 23 • Misure di protezione Totali • Le misure di protezione totali sono destinate alla protezione delle persone profane di elettricità e vengono applicate nei luoghi ordinari. 24 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI MISURE DI PROTEZIONE TOTALI Le misure di protezione totali sono costituite: - dall’isolamento delle parti attive; - dagli involucri o barriere che assicurano un grado di protezione dalle parti attive per l’inaccessibilità al dito di prova (almeno IP XXB). ISOLAMENTO Il materiale isolante deve ricoprire completamente le parti attive e deve essere rimosso solo mediante distruzione. • INVOLUCRI, BARRIERE, GRADI DI PROTEZIONE • L’involucro è un elemento che assicura la protezione in ogni direzione. • La barriera è un elemento che assicura un determinato grado di protezione nella direzione abituale di accesso. 25 26 Grado di protezione PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI 1° colonna: Penetrazio ne alle polveri o solidi 2° colonna penetrazio ne ai liquidi 27 28 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI MISURE DI PROTEZIONE ADDIZIONALE Il contatto indiretto è più insidioso del contatto diretto e la sicurezza dell’operatore dipende unicamente dal sistema di protezione. La protezione si ottiene con: 1. Interruzione automatica del circuito 2. Apparecchi in classe II 3. Sistemi a bassissima tensione In aggiunta e non in sostituzione delle protezioni totali e parziali contro i contatti diretti, è prevista l’installazione della protezione attiva mediante interruttori differenziali con corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA. 29 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 30 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI La misura di protezione più comune è quella di collegare la massa dell’apparecchio a terra tramite il conduttore di protezione. • Protezione con interruzione automatica del circuito • Occorre garantire l’interruzione automatica del circuito in caso di pericolo per le persone in un tempo tanto più breve quanto maggiore è la tensione sulle masse 31 32 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI • La tensione di contatto sulle masse, non può superare i 50 Volts verso terra in condizioni normali e i 25 Volts verso terra in condizioni particolari, il tempo di contatto non deve essere superiore ai 5 secondi. • l’interruzione automatica del circuito in caso di guasto si ottiene con il Differenziale 33 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 34 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Protezione con l’impiego di apparecchi di CLASSE II Il differenziale è caratterizzato da: • corrente differenziale nominale di intervento Idn di taratura dell’interruttore: 0,01Amp. 0,03 Amp. 0,3Amp. 0,5 Amp. 1 Amp. • dalla selettività. (Detti anche con isolamento doppio o rinforzato). La CLASSE II, o il doppio isolamento, è l’insieme dell’isolamento principale e dell’isolamento supplementare. Un apparecchio dotato di doppio isolamento o di isolamento rinforzato, non è provvisto di alcun dispositivo per il collegamento ad un conduttore di protezione. 35 36 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI SOVRACCORRENTI Il sistema di protezione contro i contatti indiretti è intrinseco all’apparecchio stesso e sostanzialmente consiste nella scarsa probabilità che i due isolamenti cedano congiuntamente. Per gli apparecchi di CLASSE II è vietato il collegamento a terra delle masse, in quanto potrebbe essere controproducente per la sicurezza. I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti possono essere scelti tra: •interruttori automatici provvisti di sganciatori di sovracorrente •(interruttori magnetotermici); 37 38 SOVRACCORRENTI SOVRACCORRENTI • interruttori combinati con fusibili • (interruttori di manovra sezionatori con fusibili); •Fusibili Questi dispositivi devono essere in grado di interrompere automaticamente qualsiasi sovracorrente presunta nel punto in cui sono installati. 39 40 IMPIANTI ELETTRICI IMPIANTI ELETTRICI 41 D.L.gs 9 aprile 2008, n. 81 TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Capo III Impianti e apparecchiature elettriche Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale. 42 Articolo 80 Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i materiali, le apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e manutenuti in modo da salvaguardare i lavoratori da tutti i rischi di natura elettrica ed in particolare quelli derivanti da: a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. 44 Articolo 80 Obblighi del datore di lavoro Articolo 81 Requisiti di sicurezza 2. A tale fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi di cui al precedente comma 1, tenendo in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) tutte le condizioni di esercizio prevedibili. 3. A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i dispositivi di protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l’adozione delle misure di cui al comma 1. Questo articolo non è sanzionato e quindi occorre rifarsi all’obbligo di valutazione dei rischi di cui al Titolo I. 1.Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte. 2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto (rif. marcatura CE, ecc) , i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le norme di buona tecnica contenute nell’allegato IX. 3. Le procedure di uso e manutenzione devono essere predisposte tenendo conto delle disposizioni legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d’uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle norme di buona tecnica contenute nell’allegato IX. (Norme “Impianti e sicurezza di esercizio”: es. CEI 64-8 e altre) 45 ALLEGATO IX 46 Articolo 82 Lavori sotto tensione Ai fini del presente Capo, si considerano norme di buona tecnica le specifiche tecniche emanate dai seguenti organismi nazionali e internazionali: • UNI (Ente Nazionale di Unificazione); • CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); • CEN (Comitato Europeo di normalizzazione); • CENELEC (Comitato Europeo per la standardizzazione Elettrotecnica); • IEC (Commissione Internazionale Elettrotecnica); • ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione). L’applicazione delle suddette norme è finalizzata all’individuazione delle misure di cui all’articolo 1 e dovrà tenere conto dei seguenti principi: 1. La scelta di una o più norme di buona tecnica deve essere indirizzata alle norme che trattano i rischi individuati. 2. L’adozione di norme tecniche emesse da organismi diversi, deve garantire la congruità delle misure adottate nel rispetto dei rischi individuati. 47 1. E’ vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica secondo la migliore scienza ed esperienza, nonchè quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni: a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme di buona tecnica. b) per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua: 1) l’esecuzione di lavori su parti in tensione deve essere affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica; 2) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme di buona tecnica. c) per tensioni nominali superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua purché: 1) i lavori su parti in tensione sono effettuati da aziende autorizzate con specifico provvedimento dei competenti uffici del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale ad operare sotto tensione; 2) l’esecuzione di lavori su parti in tensione è affidata a lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attività; 3) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri 48 definiti nelle norme di buona tecnica. Articolo 82 Lavori sotto tensione Articolo 83 Lavori in prossimità di parti attive 2. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, da adottarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono definiti i criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui al comma 1, lettera c, numero 1). 1. Non possono essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell’allegato IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi. 3. Hanno diritto al riconoscimento di cui al comma 2 le aziende già autorizzate ai sensi della legislazione vigente. (CEI 11-27 e altre) 2. Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni contenute nella pertinente normativa di buona tecnica. (CEI 11-27 e altre) 49 ALLEGATO IX Articolo 84 Protezioni dai fulmini Tab. 1 allegato IX – Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non sufficientemente protette. Un (kV) Distanza minima consentita (m) <1 3 10 3,5 15 3,5 132 5 220 7 380 7 50 1. Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini con sistemi di protezione realizzati secondo le norme di buona tecnica. Articolo non sanzionato direttamente, ma L. (richiamo al 1°comma art.80). 51 52 Art. 85 Protezione di edifici, impianti strutture ed attrezzature Articolo 86 Verifiche 1. Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dai pericoli determinati dall’innesco elettrico di atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza o sviluppo di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili, o in caso di fabbricazione, manipolazione o deposito di materiali esplosivi. 2. Le protezioni di cui al comma 1 si realizzano utilizzando le specifiche disposizioni di cui al presente decreto legislativo e le pertinenti norme di buona tecnica di cui all’allegato IX. 1. Ferme restando le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462, il datore di lavoro provvede affinché gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini, siano periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza. 2. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale e del Ministro della salute vengono stabilite, sulla base delle disposizioni vigenti, le modalità ed i criteri per l’effettuazione delle verifiche di cui al comma 1. 53 3. L’esito dei controlli di cui al comma 1 deve essere verbalizzato e tenuto a disposizione dell’autorità di vigilanza. 54 Articolo 87 (Sanzioni a carico del datore di lavoro) Verifiche - CEI 64-8/6 – “Impianti elettrici utilizzatoriLL - Parte 6: Verifiche”. - CEI 64-14 – “Guida alla esecuzione delle verifiche negli impianti elettrici utilizzatori”. Alcuni esempi di periodicità di verifiche periodiche per particolari tipi di impianti elettrici: - Locali ad uso medico di gruppo 1 e 2 (CEI 64-8/7 – Sezione 710) - Impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo e di trattenimento (CEI 64-8/7 – Sezione 752) - Impianti elettrici negli edifici scolastici (CEI 64-52) - Impianti elettrici nei cantieri (CEI 64-17) - Edilizia residenziale (CEI 64-50; UNI 9620) 55 1. Il datore di lavoro è punito con la pena dell’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.000 a 10.000 euro per la violazione: a) dell’articolo 70, comma 1 e dell’articolo 70, comma 2, limitatamente ai punti 3.2.1, 5.6.1, 5.6.6, 5.6.7, 5.9.1, 5.9.2, 5.13.8 e 5.13.9 dell’allegato V, parte II; b) dell’articolo 71, commi 1, 2, 4, 7 ed 8; c) dell’articolo 82, comma 1, 83, comma 1 e 85, comma 1. 2. Il datore di lavoro è punito con la pena dell’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 euro a 4.000 euro per la violazione: a) dell’articolo 70, comma 2, limitatamente ai punti 2.10, 3.1.8, 3.1.11, 3.3.1, 5.1.3, 5.1.4, 5.5.3, 5.5.8, 5.7.1, 5.7.3, 5.12.1, 5.15.2, 5.16.2, 5.16. 4, dell’allegato V, parte II; b) dell’articolo 71, comma 3, limitatamente ai punti 2.6, 2.11, 3.1.3, 3.1.4, 3.1.5, 3.1.6, 3.1.7, 3.2.1 dell’allegato VI. 3. Il datore di lavoro è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 750 a euro 2.500 per la violazione: a) dell’articolo 70, comma 2, limitatamente ai punti diversi da quelli indicati alle lettere a) e b) dell’allegato V, parte II, e dell’allegato VI; b) dell’articolo 71 commi 6 e 9 e 11; c) dell’articolo 72, commi 1 e 2; 56 d) dell’articolo 86, comma 3. PROCEDURE PER LA MESSA IN SERVIZIO Impianto D.P.R. 22/10/2001 n° 462 DENUNCIA DI INSTALLAZIONE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE, DI DISPOSITIVI DI MESSA ATERRA DI IMPIANTI ELETTRICI Ex schede A, B e C Installazione di dispositivi contro le scariche atmosferiche Impianti elettrici di messa a terra Messa in esercizio Della dichiarazione di conformità (art. 9 Legge 46/90) Omologazione Verifica a campione SI (da parte dell’I.S.P.E.S.L.) SI (Dichiarazione di conformità, Art 9 legge 46/90) Installatore Impianti elettrici di messa a terra SI (Dichiarazione di conformità, Art 9 legge 46/90) Installatore Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione SI (Da parte dell’U.S.L. (S.I.A.) Az. U.S.L. Servizio Impiantistico Antinfortunistico Entro 30 gg. Dalla data di messa in esercizio 58 PROCEDURE CONNESSE ALLE VERIFICHE PERIODICHE Soggetto che effettua l’omologazione Installazione di dispositivi contro le scariche atmosferiche Sportello Unico Attività Produttive (S.U.A.P.) Dichiarazione di conformità all’U.S.L. (S.I.A.), tramite lo (S.U.A.P.) 57 Impianto Tempi Dopo Dichiarazione di l’effettuazione conformità della verifica all’ISPESL o dell’installatore ai all’U.S.L. (S.I.A.), fini del rilascio tramite lo Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione PROCEDURE CONNESSE ALL’OMOLOGAZIONE Invio di documentazione SI (da parte dell’I.S.P.E.S.L.) Impianto Tipo Periodicità Verificatore Installazione di dispositivi contro le scariche Ambienti ordinari 5 anni Az. U.S.L. (S.I.A.) od organismo atmosferiche Cantieri Edili Locali medici Ambienti Ma.r.c.i 2 anni individuato dal Ministero per Attività Produttive Impianti elettrici di messa a terra Ambienti ordinari 5 anni Az. U.S.L. (S.I.A.) od organismo Cantieri Edili Locali medici Ambienti Ma.r.c.i 2 anni individuato dal Ministero per Attività Produttive Tutti 2 anni Come sopra NO 59 Imp. elettrici nei luoghi con pericolo esplosione 60 N.B. Per tutti i tipi di impianto (Impianti elettrici di messa a terra, dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e impianti in luoghi con pericolo di esplosione) il datore di lavoro comunica all’Ispesl e al Sia, le variazioni o le modifiche sostanziali I.S.P.E.S.L. Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza Lavoro - Via Boldrini 14 Bologna S.I.A. Servizio Impiantistico Antinfortunistico P.zza Beretta 7 Ferrara S.U.A.P. Sportello Unico Attività Produttive del 61 Comune interessato