PARALIMPIADI, IL PRIMO CASO DI DOPING A

PARALIMPIADI, IL PRIMO CASO DI DOPING A SOCHI È ITALIANO: IGOR STELLA SOSPESO
Il giocatore della nazionale di ice sledge hochey trovato positivo ad un cortisonico dopo un
controllo a sorpresa: ha ammesso di aver usato una crema per il trattamento delle ferite da
decubito. Sospeso in via cautelare, sarà giudicato dalla commissione medica internazionale
entro 48 ore
SOCHI - Le Paralimpiadi di Sochi, prima ancora del loro inizio, registrano il loro primo caso di positività ai
controlli antidoping, e il diretto interessato è un atleta italiano: si tratta di Igor Stella, uno dei 17
giocatori della nazionale di ice sledge hockey, trovato positivo ad un controllo a sorpresa effettuato lo
scorso 4 marzo, subito dopo l'arrivo in Russia. Stella, che è stato ascoltato dalla commissione medica del
Comitato paralimpico internazionale, ha ammesso di aver usato una crema per il trattamento delle piaghe
da decubito contenente un cortisonico ad azione anabolizzante: è stato in via cautelativa sospeso dal
Comitato italiano paralimpico in attesa che venga giudicato entro 48 ore dall'organismo internazionale,
che dovrà valutare la sua buona fede e decidere l'entità della sanzione. Nel frattempo, resta a Sochi: non
sfilerà con i compagni durante la cerimonia di apertura di questa sera, ma potrà comunque assistervi. La
vicenda, inevitabilmente, turba il buon umore della rappresentativa italiana, e in particolare della squadra
di ice sledge hockey, attesa fra meno di 24 da un difficilissimo impegno: il debutto nel torneo contro gli
Stati Uniti campioni paralimpici in carica.
LA VICENDA - Stella, ventitreenne di Varese, attaccante dell'Armata Brancaleone, la squadra della sua
città, è alla sua seconda Paralimpiade, dopo quella di Vancouver: nato con spina bifida, è in nazionale dal
2008 e con gli azzurri ha vinto il campionato europeo di Solleftea (Svezia) nel 2011. Mercoledì scorso è
stato sottoposto ad un prelievo di sangue e urine nell'ambito dei controlli antidoping a sorpresa durante
la permanenza degli atleti nel villaggio. Dai campioni prelevati sono emerse tracce di clobetasol, un
cortisonico ad azione anabolizzante, contenuto nella crema "Trefodermin", che l'atleta ha dichiarato di
aver usato per il trattamento delle ferite da decubito. Un utilizzo che non aveva denunciato in quanto il
suo uso è - secondo quanto affermato dall'atleta - avvenuto più di 30 giorni fa.
IL CAPO MISSIONE - "Ho ascoltato - è la dichiarazione del capo delegazione italiano, Marco Giunio De
Sanctis - l'atleta Igor Stella, che ha dichiarato di aver assunto, davanti alla Commissione Medica dell'Ipc,
una crema per piaghe da decubito, il Trofodermin, un cortisonico ad azione anabolizzante, senza averlo
dichiarato nei tempi previsti dalla normativa antidoping. Proprio per questo, abbiamo deciso di
sospendere il nostro atleta in maniera cautelare". "Entro le prossime 48 ore - continua il segretario
generale del Cip - verrà sottoposto a un procedimento da parte dell'organismo internazionale, nel corso
del quale sarà chiamato a dimostrare le proprie ragioni e la propria buonafede nell'intera vicenda, aspetto
che potrebbe attenuare la sanzione a suo carico. Non potrà partecipare alla cerimonia di apertura, ma
potrà assistervi".
IL PRESIDENTE DEL CIP - "In attesa della conclusione del procedimento - afferma invece Luca Pancalli,
presidente del Cip - ho la certezza di una negligenza da parte del ragazzo, che aveva una piaga da
decubito per la quale si è rivolto ad un ospedale milanese dove gli hanno prescritto una pomata. Pensava
- riferisce Pancalli - che il tempo intercorso tra la somministrazione del farmaco e le Paralimpiadi avrebbe
annullato l'effetto, cosa che non è stata. Penso sicuramente che questo potrà attutire la sanzione. Con
grande franchezza e onestà si è presentato alla Commissione antidoping IPC, portando il tubetto di crema
dove tra l'altro c'è indicato a caratteri cubitali che è pomata dopante. Ecco, questo - conclude Pancalli - ci
fa pensare che ha commesso una sciocchezza, ma del resto i nostri ragazzi devono sapere e capire che la
Paralimpiade è una cosa seria. Igor avrebbe dovuto comunicare la cosa in anticipo".
IL MEDICO DELLA SQUADRA - "L'unico criterio è il buon senso, l'atleta deve sempre informare il medico
dei medicinali che assume attraverso un modulo che la federazione richiede di compilare agli atleti. E non
ci sono termini di tempo che esentano dal farlo". E' chiaro Luigi Gatta, medico della squadra italiana a
Sochi: Stella ha violato la severa normativa antidoping. "Nel modulo che firma prima di venire ai Giochi,
l'atleta deve dichiarare cosa prende: Igor, purtroppo, che ha detto di aver usato la crema un mese fa,
non l'ha dichiarato". "Credo - continua Gatta - che le tracce della sostanza siano state trovate nelle urine,
e poi confermate anche dal controllo ematico, un test che si è aggiunto per evitare gli ostacoli frapposti
all'individuazione delle sostanze vietate soltanto nelle urine". Il controllo ematico, introdotto nelle
procedure di contrasto al doping, è stato introdotto pochi anni fa, e fa parte del sistema di monitoraggio a
360° della presenza di sostanze nell'organismo degli atleti. Ciò che non si rileva esaminando le urine,
emerge chiaramente dal controllo del sangue".
(7 marzo 2014)
(Fonte: www.superabile.it)