Anno scolastico 2011-/2012 Secondo semestre Corso di Filosofia della Religione Lezione introduttiva Necessità di una filosofia della religione 1) Quale necessità ci induce a coniugare i termini filosofia e religione 2) Forme diverse di indebolimento della ragione Lettura: “Fidarsi della ragione” - René Girard, Gianni Vattimo, Verità o fede debole?, Massa, Transeuropa, 2006, p. 98. 3) Oltre i soli fatti, oltre le sole interpretazioni Lettura filosofica del fenomeno religioso 4) Diverse definizioni di religione 5) Essenza della religione ed elementi costitutivi - Battista Mondin, Il problema di Dio, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1999, pp. 31-67. 6) Presentazione delle diverse tipologie religiose - Adriano Alessi, Sui sentieri del sacro, Roma, Las,1998, pp. 47-87. Appendice/ Letture lezione introduttiva Religione e rivelazione Agostino /Lettera 102, 11-12 “Noi affermiamo dunque che il Cristo è il vero Dio, dal quale è stata creata ogni cosa; egli è il Figlio di Dio, perché suo Verbo (…). Perciò fin dai primordi del genere umano tutti coloro i quali hanno creduto in Lui e in qualche modo lo hanno conosciuto e hanno menato una vita pia e giusta conforme ai suoi precetti, in qualsiasi tempo e luogo siano vissuti, senza dubbio si sono salvati per mezzo di Lui. Sì; come noi crediamo in Lui non solo vivente col Padre ma anche incarnato, così gli antichi credevano in Lui e vivente col Padre e che sarebbe venuto nel mondo. E se, conforme alla diversità dei tempi, viene annunciato adesso come già avvenuto quel che un tempo era preannunciato da avvenire, ciò non significa che la fede sia cambiata o sia diversa l’unica e identica salvezza. E allo stesso modo, se una stessa e identica realtà viene annunziata e predetta con cerimonie e simboli diversi in tempi diversi, non per questo dobbiamo credere che siano realtà diverse e siano diversi i mezzi della salvezza. Lasciamo quindi a Dio la disposizione a tempo opportuno degli avvenimenti riguardanti la stessa ed identica salvezza delle anime pie e fedeli; quanto a noi conserviamo la docilità del suo volere. Concludendo è sempre l’unica e identica religione ch’è stata manifestata e osservata in tempi remoti con denominazione e simboli diversi da quelli di oggi”. Religione e legge Scheler/ L’eterno dell’uomo, p. 330 “Il postulare un legislatore X, che pone la legge morale, e un ordinatore morale del mondo che sia quell’X che soddisfa l’esigenza di rimunerazione, non fa che battere l’aria a vuoto se in luogo di tale X non è già data l’idea positiva di Dio, con un suo positivo contenuto religioso, e la realtà di un oggetto che corrisponda a tale idea”. Religione e suo fondamento James/ Le varie forme dell’esperienza religiosa, p. 392 – p.376 “Il divino è realmente presente dice la religione, e sussistono effettivamente fra esso e enoi rapporti di dare e avere. Se definite percezioni reali di fatto come queste possono reggersi sui loro piedi, non sarà di certo il ragionamento astratto che potrà conferire loro questo sostegno di cui hanno bisogno. I processi concettuali possono chiarire i fatti, definirli, interpretarli, ma non possono produrli, né riprodurne l’individualità. Vi è sempre un plus, un dato immediato, di cui soltanto il sentimento può rispondere. In questa sfera la filosofia ha soltanto una funzione secondaria, incapace di garantire la veracità della fede”(…) “Io credo in realtà che la ragione logica dell’uomo operi esattamente in questo campo della teologia come ha sempre operato nell’amore, nel patriottismo, in politica, in qualunque dei maggiori interessi della vita e in cui le nostre passioni o le nostre intuizioni mistiche fissino preventivamente le nostre credenze. Essa trova argomenti per la nostra convinzione, perché per verità è obbligata a farlo. Essa amplifica e definisce la nostra fede, la rende più dignitosa e le dà voce e plausibilità. Raramente la produce, ed ora non può garantirla”. Bergson/ Le due fonti della morale e della religione, p. 245. “Il misticismo deve fornire il mezzo per affrontare in qualche modo sperimentalmente il problema della natura e dell’esistenza di Dio”. Dumery/ fenomenologia e religione, p. 6. “Per studiare un’istituzione religiosa sono necessarie tre cose: una visione dell’Assoluto, cioè una mistica vissuta; una teoria simbolica espressiva, e ancora, in senso tecnico, una mitica: una forma di regolazione sociale, una organizzazione che renda questa mistica visibile e questa mitica comunicabile”. Diverse definizioni di religione Cicerone/ De natura deorum. “Tratta con diligenza e premura ciò che appartiene al culto degli dei, e si dice religioso appunto perché ri-legge (ex relegando)”. Tommaso/ Contra impugnates Dei cultum et religionem. “Ora ogni creatura esiste prima in Di che in se stessa; poi, precedendo da Dio incomincia in un certo senso a trovarsi lontana da lui, nel momento della creazione. Pertanto la creatura ragionevole si deve ricollegare (religari) con Dio, al quale era unita prima di esistere, affinché tutti i fiumi ritornino alla sorgente dalla quale sono sgorgati”. Spinoza / Tractatus theologicus- politicus. “La religione universale o cattolica abbraccia solo quei dogmi che sono assolutamente indispensabili ad assicurare l’obbedienza a Dio”. Kant/ La religione entro i limiti della ragione. “La religione non consiste in dogmi e osservanze, ma in una disposizione del cuore ad osservare tutti i doveri umani come fossero comandi divini” Rosmini / Antropologia soprannaturale. “Non si posso no scompagnare e dividere gli elementi che compongono la religione. Essa non esiste se non allorquando esistono le azioni interiori di culto e perciò queste sono la sua base e, se si vuole così, la sua essenza; ma esse azioni sono legate necessariamente: 1) ai sentimenti, 2) alle idee, e accidentalmente ai riti esteriori”. Schleiermacher/ Die Christliche Glauben. “L’essenza, l’identità della fede stessa, è che noi siamo coscienti di noi stessi come radicalmente dipendenti”. Luckmann/ La religione invisibile, 1969. “L’esistenza individuale trae il proprio significato da una concezione del mondo trascendente, la cui stabilità rende possibile all’individuo di vedere, in una sequenza di situazioni originariamente disgiunte tra di loro, un tutto biografico significante. La concezione del mondo in quanto matrice storica di significato (Sinnzusammenhang) scandisce la vita dell’individuo e delle generazioni”. Scheler/ L’eterno nell’uomo, 1972. “L’uomo deve ricevere in qualche modo la verità, che intende, la salvezza e la felicità che cerca, e deve riceverla attraverso quell’essere che egli cerca. In questo senso, già nella sua prima intenzione egli è rivolto e orientato verso questa possibilità di ricevere, anche se il raggiungimento dello stadio in cui subentra il ricevere è condizionato da un’attività spontanea molteplice, sia interiore che esteriore. Se l’anima non tocca Dio, e non lo tocca nel senso che essa non si sa e non si sente toccata da Dio, non vi è un comportamento religioso e nemmeno una religione naturale”. Guardini/ Fenomenologia e teoria della religione, 1964. “Il sentimento che vi risponde si distingue da tutti gli altri sentimenti di corrispondenza, come il suo oggetto si distingue da tutti gli altri oggetti del mondo immediato… è quella pienezza che noi designamo con la parola salvezza (Heil). Si distingue da ogni altra pienezza: da quella che dà il cibo o la ricchezza o il prestigio sociale o l’amore o la conoscenza o la bellezza artistica. È la sola pienezza valida e definitiva; quella che decide dell’intimo significato dell’essere, reperibile soltanto nel valore religioso”. Ramsey/ Il linguaggio religioso, 1970. “Situazione di apertura del tutto particolare” Mancini/ Filosofia della religione, 1979, “ Essere afferrato dal totalmente altro”. Diverse tipologie religiose 1) Religioni primitive - Denominazione non assiologica, né cronologica (oltre ogni accezione peggiorativa o tesi nostalgica) Senso è etnologico (religione dei popoli arcaici*/ naturali*, privi di scrittura/illetterati). Larghissima diffusione, origine in epoche remote, presente sotto altre forme nella religiosità popolare. È un fenomeno religioso, con un’autentica visione metafisica e religiosa delle cose, non è religiosità “dei selvaggi”. Presenza di un essere supremo difficilmente collocabile nelle nostre categorie religiose, non perfetto monoteismo, deismo vago, fugge lo schema personale/impersonale della divinità; è dotato di dignità morale, trascendente, “ozioso”, infinità di presenze mediate. Divinità trascendente relegata in un empireo etereo. 2) Religioni politeiste (divino personale trascendente plurale) - Storicamente recenti e legate alle grandi culture, di larghissima diffusione (vedi shintoismo e confucianesimo). - Dimensione personale del sacro, con nomi e prerogative ben individuate e capacità di dialogo con il credente, spesso assume fattezze umane; spesso convivono con divinità antitetiche (vedi moira, fatum, legge sacra universale). - Divinità gerarchicamente ordinate che vanno a comporre un vero e proprio pantheon sacro, all’interno del quale vi possono essere legami di dipendenza affettiva o generativa. Il pantheon non si presenta come statico ma in continuo movimento. - Divinità possono avere carattere: cosmomorfico, zoomorfico, antropomorfico. Attenuazione della trascendenza/ Esigenza di una vicinanza che sottende una richiesta salvifica. 3) Religioni dualiste (duplice principio divino della vita dell’uomo e dell’universo) - Concezione antitetica non al monismo (divino- creaturale) ma al monoteismo. In senso stretto si presenta con due principi originali e originanti, in senso ampio come polarità divine complementari di un’unica divinità onniglobante. Diffusione ampia (zoorastrismo, gnosticismo, manicheismo, catarismo), spesso trasversale all’interno delle grandi religioni. Caratteri: colto/ primitivo, culto per la divinità “buona” o per tutte e due le divinità. Il divino è visto come duplice principio antitetico positivo/ negativo. Forme e rapporto tra le divinità le più diverse. 4) Religioni moniste (distinto monoteismo filosofico -laicista e panteista- e religioso) - Monoteismo religioso è forma d’esperienza e relazione con una divinità non solo teoria. Realtà sacra vertice e fondamento di tutta la realtà. La salvezza si raggiunge nell’unione con il tutto/Dio. Diversissime modalità storiche (induismo, taoismo). 5) Religioni del silenzio di Dio - Constatabile una triplice possibile afasia: di Dio, (la divinità non si rivela, non comunica, non parla) Su Dio (l’uomo non può affermare nulla sulla divinità che è l’indicibile per antonomasia) Con Dio (non vi è possibilità di alcun rapporto con Dio). Esperienza più significativa il buddismo. 6) Religioni monoteiste (fede in un unico Dio) - Dimensione teista della divinità intesa come essere eminentemente personale, è un Tu supremo con cui il credente dialoga. Il carattere della divinità è esclusivista, unico e irrepetibile, non vi è un Dio al posto di più dei, un Dio supremo ma una differenza qualitativa, il trascendente esclude la possibilità stessa di duplicati. Enoteismo / monoteismo stretto. Grandi “religioni del libro”.