Avvio allo studio della lingua latina
Appendice e materiali
L’uso del vocabolario
La consultazione del vocabolario richiede alcune conoscenze preliminari che
ripassiamo insieme!
 Le voci della lingua latina sono disposte in rigoroso ordine alfabetico, come
quelle della lingua italiana.
 Il vocabolo è segnato in neretto e l’unità in cui sono raccolte le informazioni si
chiama voce.
 Il vocabolo viene detto lemma.
 La voce contiene varie informazioni: la categoria grammaticale (verbo,
sostantivo, avverbio, aggettivo..ecc); se si tratta di sostantivo vengono indicati
l’uscita del genitivo sing., e il genere; se si tratta di verbo viene indicata la
coniugazione e il paradigma; la voce contiene esempi tratti dall’uso della parola
in svariati contesti e citazioni di autori e testi della lingua latina, la cosiddetta
fraseologia.
 Alcune voci offrono informazioni puramente linguistiche , altre informazioni
aggiuntive di carattere enciclopedico che inseriscono la parola in contesti più
ampi che vanno dalla mitologia, alla geografia, all’onomastica.

Ogni dizionario/vocabolario adotta una propria impostazione e precise abbreviazioni.
Queste sono state create dai lessicografi, ovvero gli esperti che compilano i vocabolari
dopo essersi documentati sul lessico attraverso la lettura dei testi latini (greci).
Come si trovano il lemmi sul vocabolario della Lingua latina
 I sostantivi sono riportati al caso nominativo (nom. plurale se il nome è pluralia
tantum es. copiae), seguito dalla desinenza del genitivo singolare; nel caso dei
sostantivi della terza declinazione oltre alla des. -is a volte viene data la parte
del tema che varia rispetto al nom. es. flos, -r-is, a volte la ricerca presuppone
la conoscenza e la deduzione della regola di formazione a partire dall’analisi
della forma). Viene indicato il genere attraverso m. f., n.
Plaga, ae f.
Dux, -cis, m.
 I verbi sono riportati alla prima persona singolare dell’indicativo presente ,
seguita dal paradigma, dal numero della coniugazione e dalle indicazioni
grammaticali.
I
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Laudo, as, avi, atum, are 1 tr.
Cado, is, cecidi, part.fut.casurus, cadere, 3 intr.
 Gli aggettivi sono riportati al nominativo singolare del genere maschile. Quelli
della prima classe appaiono in “-us, -a, -um” o in –er.
Bonus, a, um agg. piger, gra, -um
Quelli della seconda classe a volte sono indicati per esteso nella forma maschile,
femminile e neutra: es. acer, acris, acre (a tre uscite).
Similis, -e
(a due uscite)
audax-cis ( ad una uscita per m., f., e n.)
 Gli avverbi e le congiunzioni e le preposizioni sono riportate rispettivamente con
le abbreviazioni avv., prep., congiunz.
 Le abbreviazioni usate in ogni vocabolario sono esplicitate in una tavola apposita
del volume.
I significati delle parole
Molte parole non hanno un solo significato, spesso ne hanno almeno due.
I parlanti di una lingua, infatti, usano un ristretto numero di vocaboli per
comunicare e vi aggiungono vari e nuovi significati.
Il significato di base di una parola viene chiamati denotativo, o significato
proprio.
Il significato connotativo è invece il significato aggiunto a quello di base e viene
chiamato anche significato figurato.
I modi in cui il significato letterale diventa figurato, ovvero le forme del
linguaggio figurato, si chiamano figure retoriche. Le più note sono la metafora,
la similitudini, la metonimia, la sineddoche, la sinestesia ecc.
Una parola che ha più di un significato viene detta polisemica. Per esempio la
parola “pianta” è polisemica. Al significato di base viene aggiunto attraverso la
metafora “idea dello stare attaccato al suolo” quello di “base” per cui si forma il
fig. “pianta del piede” .
La parola “piano” è polisemica in italiano :
può essere un sostantivo (sinonimo “progetto”), un aggettivo (sinonimo
”facile”), un avverbio (sinonimo” adagio”).
II
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La parola latina transitus è polisemica: da trans-eo “andare al di là” può
significare “transito, passaggio” oppure “valico, varco” e in senso
metaforico “sfumatura (di colore)” oppure “diserzione”.
Il verbo facio “ fare”, ma significa anche “eleggere”, oppure al significato
intransitivo “agire”; unito ad altre parole da origine ad una ampia
fraseologia: iter facere ” marciare”, medicinam facere ”fare il medico”
parvi facere ”stimare poco” modum facere ” moderare”.
Esempio di voce:
Analisi:
 In neretto viene indicato il………………………….;
 A quale declinazione appartiene la parola?.................................
 Qual è il significato denotativo?...........................................................
 Sottolinea una citazione di autore e un uso particolare.
III