CORSI DI FORMAZIONE TATUAGGIO E PIERCING: ASPETTI DI SICUREZZA Modena 29 giugno 2009 CENNI DI EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONE DELLE PRINCIPALI INFEZIONI TRASMISSIBILI PER VIA PARENTERALE Epatite B Epatite C AIDS Dipartimento di Sanità Pubblica Servizio Igiene Pubblica – Controllo Rischi Biologici dr.ssa Laura Gardenghi TRASMISSIONE PARENTERALE PER VIA EMATICA PER VIA SESSUALE PER VIA MATERNO-FETALE MALATTIE A TRASMISSIONE PARENTERALE IL CONTAGIO IN PRATICA SI PUO’ VERIFICARE NELLE SEGUENTI SITUAZIONI • • • • • Trasfusioni di sangue o emoderivati infetti Utilizzo di aghi o strumenti acuminati contaminati (scambio di siringhe tra Td, scambio di oggetti come rasoi, forbicine, spazzolino, punture accidentali con aghi infetti, utilizzo di strumentazione non monouso non adeguatamente sterilizzata nelle pratiche estetiche, tatuaggi ecc.) Contaminazione accidentale con sangue o liquidi biologici di cute lesa e delle mucose Rapporti sessuali Materno-fetale MALATTIE A TRASMISSIONE PARENTERALE • • • • • il contagio NON si verifica NELLA NORMALE CONDIVISIONE DEGLI AMBIENTI DI VITA QUOTIDIANI NON SI VERIFICA PER : uso in comune di servizi igienici, piscine, telefoni, trasporti pubblici strette di mano, abbracci attraverso,l’acqua, gli alimenti, le stoviglie con la tosse o sternuti non sono trasmesse attraverso punture di insetti L’IMPORTANZA DI CONOSCERE QUESTE MALATTIE PER ESEGUIRE IN SICUREZZA TATUAGGIO E PIERCING DEFINIZIONE EPATITI VIRALI Malattie infettive virali che colpiscono il fegato Ad oggi sono note almeno 5 forme di epatite virale Le varie forme di epatite causano sintomi abbastanza simili ma sono diverse come modalità di trasmissione da una persona all’altra e come conseguenze a distanza di tempo Trasmissione oro-fecale Trasmissione parenterale Epatite A Epatite E Epatite B Epatite Delta Epatite C CLINICA EPATITE VIRALE 1 SINTOMI DI EPATITE ACUTA • PERIODO PREITTERICO (dura circa 7 giorni) stanchezza intensa, inappetenza, nausea, dolori addominali, febbre • PERIODO ITTERICO subittero (colorazione gialle delle sclere), ittero (progressiva colorazione giallastra su tutto il corpo), urine color marsala • CONVALESCENZA E GUARIGIONE • Possibile l’epatite acuta fulminante • Possibili le forme asintomatiche CLINICA EPATITE VIRALE 2 COME DISTINGUERLE? RICERCA MARKERS (indicatori) di epatite virale Esame del sangue con cui si cercano nel sangue piccoli frammenti del virus (antigeni) e/o gli anticorpi che la persona infettata ha sviluppato contro il virus CLINICA EPATITE VIRALE 3 LE EPATITI A TRASMISSIONE PARENTERALE POSSONO CRONICIZZARE Si rimane contagiosi Si crea un danno a livello epatico • EPATITE CRONICA PERSISTENTE: malattia con danno epatico NON progressivo • EPATITE CRONICA ATTIVA: malattia con danno epatico PROGRESSIVO, a rischio per CIRROSI EPATICA e EPATOCARCINOMA Contagio Periodo di incubazione Infezione acuta silente Guarigione Cirrosi Forma fulminante!! Epatite acuta Infezione cronica Epatite Cronica Attiva terapia trapianto Epatocarcinoma Epatite Cronica Persistente Epatite B • L’ agente causale è un virus (HBV) caratterizzato da notevole resistenza agli agenti fisici e chimici (resta attivo fino a 6 mesi a temperatura ambiente) Epatite B La fonte di infezione sono: • i malati in fase acuta (1-2 mesi prima e dopo l’inizio dei sintomi) • i portatori cronici HBV è presente in tutti i liquidi e materiali biologici (sangue,sperma, muco vaginale, essudato delle ferite, saliva) La trasmissione avviene per via parenterale Epatite B • HBV penetra per via parenterale • dal sangue raggiunge il fegato • periodo di incubazione variabile tra 45 e 180 giorni si manifesta l’infezione acuta • circa nel 10% dei casi l’infezione diventa cronica EPIDEMIOLOGIA EPATITE B • L’infezione è diffusa in tutto il mondo, specie nelle zone tropicali e subtropicali (in correlazione con condizioni o abitudini di rischio) EPIDEMIOLOGIA EPATITE B Fonte: Rapporto ISTISAN dicembre 2006 • 2 MILIARDI AL MONDO sono stati infettati dal virus dell’epatite B • 300 /400 MILIONI hanno infezione cronica • 4 MILIONI nuovi casi di infezione ogni anno • 1 MILIONE morti ogni anno per sequele HBV correlate EPIDEMIOLOGIA EPATITE B In Italia • bassa endemia, prevalenza di portatori cronici pari circa all’1,5%, le forme acute sono poche frequenti, quasi completamente assenti i casi nei bambini LA CIRCOLAZIONE DEL VIRUS AVVIENE PREVALENTEMENTE PER VIA SESSUALE, IN MISURA MINORE ATTRAVERSO L’USO DI DROGHE PER VIA ENDOVENOSA NUOVI RISCHI DI CONTAGIO HANNO PRESO FORZA NEGLI ULTIMI ANNI TRA CUI LA MODA DEL PIERCING E TATUAGGIO • IL FUTURO: ? Rischio di circolazione di virus resistenti ai farmaci antivirali disponibili PREVENZIONE • VACCINAZIONE • CORRETTI COMPORTAMENTI • PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE VACCINO PRODOTTO BIOLOGICO IN GRADO DI INDURRE UNA RISPOSTA IMMUNITARIA NEI CONFRONTI DI UNA MALATTIA INFETTIVA CON LA VACCINAZIONE VENGONO SOMMINISTRATI ANTIGENI CHE STIMOLANO IL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO A PRODURRE ANTICORPI senza determinare l’insorgenza dei sintomi della malattia I VACCINI PROTEGGONO PER LUNGO TEMPO Efficace mezzo di prevenzione VACCINAZIONE EPATITE B 1 • Rappresenta la migliore misura di prevenzione • Offerta a partire dalla fine degli anni ’80 a individui a rischio di contrarre l'infezione • Dal 1991 fino al 2003 è stata attuata la prevenzione dell'infezione su scala nazionale mediante programma di vaccinoprofilassi obbligatoria dei nuovi nati e dei dodicenni • Dal 2003 vengono vaccinati solo i nuovi nati • Il programma di vaccinazione anti HBV opera in oltre 150 Paesi VACCINAZIONE EPATITE B 2 • Il principio attivo è costituito dall’antigene di superficie ricombinante prodotto tramite procedure di ingegneria genetica su cellule di lievito (Saccaromyces Cerevisiae). prodotto da un lievito nel quale è stato inserito il gene che codifica il gene che codifica la sintesi dell’HBsAg • Esiste tre formulazioni diverse: una per i bambini e gli adolescenti fino a 16 anni; una per gli adulti e una per gli adulti immunodepressi • Si somministra per via intramuscolare • Sede: muscolo deltoide negli adulti e nei bambini, faccia anterolaterale della coscia nei bambini più piccoli VACCINAZIONE EPATITE B 3 • Non sono di norma necessari esami prima di eseguire la vaccinazione VACCINAZIONE EPATITE B 4 • Calendario vaccinale classico: 3 dosi ai tempi la prima dose al tempo c.d. 0 la seconda dopo 1 mese dalla prima la terza dose dopo 5 mesi dalla seconda calendario 0,1,6 • Calendario vaccinale accelerato: 3 dosi ai tempi 0, 1, 2 con richiamo 12 mesi dopo la prima dose • Non sono necessari richiami nei soggetti immunocompetenti VACCINAZIONE EPATITE B 5 • E’ possibile verificare l’efficacia della vaccinazione mediante dosaggio quantitativo degli anticorpi anti-Hbs • Livello minimo proteggente=10mUI/ml nei bambini, adolescenti e giovani adulti sieroconversione in oltre il 96% dei vaccinati • Le % di sieroconversioni si riducono con l’avanzare dell’età e nei soggetti con immunodepressione o con malattie(diabete, insufficienza renale cronica ecc.) VACCINAZIONE EPATITE B • • • • • 6 Controindicazioni Ipersensibilità a qualsiasi componente del vaccino Gravi reazioni a precedenti somministrazioni dello stesso vaccino Infezioni febbrili gravi in atto Effetti indesiderati Comuni (1/10–1/100): reazioni locali,malessere, febbre Molto rari (< 1/10000): anafilassi, parestesie, artralgia, disturbi neurologici ecc. IMMUNOGLOBULINE • ANTICORPI PRODOTTI DA ALTRE PERSONE (donatori) • PROTEGGONO PER UN BREVE PERIODO DI TEMPO • RAPPRESENTANO UN TRATTAMENTO DI EMERGENZA IMMUNOGLOBULINE SPECIFICHE anti epatite B • Vengono utilizzate solo in situazioni definite - neonati di madri infette (entro 12 ore dalla nascita) - esposizione accidentale (entro 48 ore e non più di 7 giorni dopo) a HBV di un soggetto suscettibile CONTEMPORANEAMENTE A PRIMA DOSE DI VACCINO PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE CORRETTI COMPORTAMENTI di carattere personale • Utilizzo del profilattico nei rapporti sessuali occasionali • Utilizzo di oggetti personali (rasoio, forbicine, spazzolino da denti ecc.) • Ecc. • • • • nella professione Utilizzo di guanti a perdere nelle operazioni che comportano la possibilità di contatto con sangue o liquidi biologic Utilizzo di aghi o altri strumenti acuminati monouso o adeguatamente sterilizzati Smaltimento corretto dei materiali utilizzati Ecc, EPATITE DELTA • • L’agente causale è un virus difettivo denominato HDV che ha bisogno del virus HBV per replicarsi Il virus HDV tuttavia è altamente patogeno • L’infezione da HDV può essere: contemporanea a quella da HBV (COINFEZIONE) successiva al contagio HBV (SOVRAINFEZIONE): in questo caso si ha un’epatite acuta fulminante oppure una ECA ad evoluzione sfavorevole • Stessa modalità di trasmissione e prevenzione dell’epatite B EPATITE C • L’agente causale è un virus denominato HCV che ha un notevole grado di variabilità strutturale e, probabilmente, in questo modo “sfugge” alla risposta immunitaria dell’ospite • Sopravvive sulle superfici circa 3 giorni • La maggioranza dei soggetti contagiati sviluppa un’infezione primaria asintomatica, SOLO IL 5% DEI PAZIENTI E’ SINTOMATICO • La malattia ha spiccata tendenza alla cronicizzazione con evoluzione in cirrosi ed epatocarcinoma Epatite C La fonte di infezione sono: • i malati in fase acuta (da 1-2 settimane prima dell’inizio dei sintomi) • i portatori cronici HCV si trasmette per via parenterale Poco frequente la trasmissione sessuale Prevale la via parenterale “inapparente” Epatite C • HBV penetra per via parenterale • dal sangue raggiunge il fegato • periodo di incubazione variabile tra 15 e 180 giorni si manifesta l’infezione acuta • infezione acuta sintomatica solo nel 5% dei pazienti • circa nel 70% dei casi l’infezione diventa cronica EPIDEMIOLOGIA EPATITE C • • • La malattia è diffusa in tutto il mondo 200 milioni di persone infette nel mondo In Italia quasi 2 milioni di infetti PREVENZIONE EPATITE C Non esistono al momento interventi di prevenzione specifica nei confronti dell’infezione da HCV Non è infatti attualmente disponibile un vaccino anti-HCV SOLO NORME COMPORTAMENTALI “COMPORTAMENTO A RISCHIO” Possiamo considerare comportamento a rischio quello che porta ad un contatto delle proprie mucose (genitali, orali, congiuntiva ecc,) o della cute lesa con sangue o liquidi biologici infetti AIDS • • • SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA Stadio clinico avanzato dell’infezione da HIV Prima descrizione in letteratura nel 1981 HIV • • • VIRUS DELL’IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) infetta le cellule del sistema immunitario umano, distruggendole o rendendole inabili alle proprie funzioni Con il progredire dell'infezione il sistema immunitario diventa sempre più debole rendendo il soggetto infetto più suscettibile alle infezioni opportunistiche HIV/AIDS • • 1 La persona venuta a contatto con il virus HIV può produrre anticorpi specifici dosabili nel sangue La sieropositività per HIV implica che l’infezione è in atto e che è dunque possibile trasmettere il virus ad altre persone HIV/AIDS 2 Il tempo che intercorre tra il momento del contagio e la comparsa nel sangue degli anticorpi contro l’HIV è detto “periodo finestra” e dura mediamente 4-6 settimane, ma può estendersi fino a 6 mesi HIV/AIDS 3 Un soggetto sieropositivo può vivere per anni senza alcun sintomo (latenza clinica) e accorgersi del contagio quando la malattia diventa clinicamente conclamata con comparsa di una o più infezioni “opportunistiche” o di tumori correlati all’HIV HIV/AIDS • • • 4 La fonte di infezione è il soggetto sieropositivo La trasmissione è parenterale Attualmente è prevalente la trasmissione per via sessuale HIV/AIDS EPIDEMIOLOGIA HIV/AIDS • In Italia circa 130.000 sieropositivi circa 1.200 nuovi casi • In Emilia-Romagna il numero di sieropositivi è stimato pari a 7-10.000 TERAPIA attualmente è a disposizione la Haart (Highly Activ Anti-retroviral Therapy) composta da più farmaci che permettono di ridurre la carica virale e migliorare la situazione immunitaria le attuali strategie terapeutiche non consentono la guarigione dell’infezione ma permettono di tenerla sotto controllo PREVENZIONE • CORRETTI COMPORTAMENTI • PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE 1 •Consiste nell’assunzione di farmaci antivirus HIV da assumere il più presto possibile dopo essere stati esposti all’HIV in modo che l’esposizione non porti all’infezione •La prima somministrazione del farmaco dovrebbe avvenire entro le prime 4 ore dall’incidente, non oltre le 72 ore dall’incidente PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE 2 •La valutazione sull’opportunità di raccomandare la terapia dal medico si basa sull’entità del rischio •Deve trattarsi di un effettivo rischio •La terapia va proseguita per almeno 28 giorni •Necessari controlli ematici di: emocromo, funzionalità renale e funzionalità epatica Grazie per l’attenzione