USA In frenata il PIL trimestrale

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ECONOMIA
Corriere del Ticino
SABATO 29 APRILE 2017
USA In frenata il PIL trimestrale
STUDIO CRIF
La crescita statunitense rallenta a +0,7% e delude gli analisti – Pesa il calo dei consumi
Si attende ora un’accelerazione da aprile in avanti – Gli obiettivi della riforma fiscale
L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA
ENRICO MARRO
NOTIZIEFLASH
❚❘❙ Doccia fredda dal primo PIL
dell’era Trump. Nel primo trimestre
2017 l’economia statunitense è cresciuta solo dello 0,7%, il minimo da
inizio 2014 e la metà della performance media osservata in quasi otto
anni di espansione economica. Il
dato è inferiore alle previsioni degli
analisti (+1%), con il PIL che era salito del 2,1% nel quarto trimestre 2016.
La frenata si deve a un sensibile rallentamento della spesa per consumi
personali (ai minimi dal quarto trimestre del 2009), da un calo delle
scorte private e della spesa governativa, il tutto compensato da una ripresa dell’export e un incremento
degli investimenti residenziali e non
residenziali. «Crediamo che l’accelerazione dell’inflazione degli ultimi
mesi, non perfettamente accompagnata da una crescita equivalente
dei salari, abbia ridotto il reddito reale delle famiglie, penalizzandone i
consumi», ha commentato Vincenzo Longo di IG. Il mercato, pronto a
indicazioni non troppo brillanti, ha
reagito in modo composto, anche
perché si tratta di una prima lettura
(quindi di un dato provvisorio). La
crescita dell’occupazione e la fiducia
dei consumatori ai massimi da oltre
un decennio lasciano inoltre ben
sperare per un’accelerazione della
ripresa nel corso del 2017. Siamo
comunque lontani dall’obiettivo di
crescita «di almeno il 3% annuo»
promesso dal segretario al Tesoro
USA, Steven Mnuchin, e legato alla
riforma fiscale annunciata dall’amministrazione Trump. L’intento della
riforma è rilanciare l’economia attraverso quello che Gary Cohn, consigliere economico della Casa Bianca,
ha definito «il maggiore taglio delle
tasse di sempre». Detassazione per
rilanciare l’economia (e quindi il gettito fiscale): anche in questo caso la
politica economica di Trump si ispira a quella di Ronald Reagan e del
suo consigliere economico Arthur
Laffer, che nel 1974 scarabocchiò su
un tovagliolo la sua famosa «curva»
davanti ai repubblicani Dick Cheney
Variazione % del PIL rispetto al trimestre precedente
6%
5%
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3%
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-1%
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2013
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2014
e Donald Rumsfeld per dissuadere
l’allora presidente Gerald Ford da un
aumento della pressione fiscale. Per
ora i dettagli della riforma Trump
scarseggiano: si prevede il taglio al
15% dal 35% dell’aliquota sulle
aziende (la corporate tax) e il passaggio da sette a tre del numero di aliquote per le persone fisiche: la più
alta scenderebbe al 35% dal 39,6%
attuale, comunque al di sopra del
33% annunciato in campagna elettorale; le altre verrebbero fissate al 10%
e al 25%. Nella proposta compaiono
anche l’abolizione della tassa di successione, il raddoppio delle deduzioni familiari, la riduzione dell’imposizione sul capital gain, un prelievo
una tantum per il rimpatrio di migliaia di miliardi di dollari parcheggiati all’estero dalle multinazionali
americane, «la protezione della proprietà abitativa e delle detrazioni di
spese fatte in beneficenza», agevolazioni per l’assistenza all’infanzia.
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TRIMESTRI
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OROLOGI
EUROSTAT
23
Nell’Eurozona
l’inflazione
torna a salire
CVC Capital rileva
l’80% di Breitling
Schneider al 20%
❚❘❙ Torna a salire l’inflazione nell’Eurozona,
raggiungendo l’1,9% ad aprile dall’1,5% di
marzo, dopo il 2% di febbraio. È la stima
flash diffusa da Eurostat. Guardando alle
componenti principali, è l’energia a pesare
di più (7,5% contro 7,4% di un mese fa),
servizi (1,8% da 1%), alimentari, alcol e tabacchi (in calo a 1,5% da 1,8%) e beni industriali non energetici (stabili a 0,3%).
Ieri è stato pure reso noto che il reddito procapite delle famiglie in termini reali è calato dello 0,2% nel quarto trimestre 2016,
dopo essere cresciuto dello 0,2% nel trimestre precedente. I consumi sono invece cresciuti dello 0,1%.
❚❘❙ La società di investimento britannica
CVC Capital acquista l’80% del capitale del
produttore di orologi Breitling, con sede a
Grenchen (SO), mentre il 20% rimarrà nelle
mani della famiglia Schneider. La transazione, per un ammontare non rivelato, dovrebbe essere portata a termine entro il prossimo giugno. Il valore dell’azienda Breitling è
stimato in 870 milioni di dollari.
Voci di una possibile cessione circolavano
da tempo: già nello scorso novembre l’agenzia Bloomberg aveva annunciato che il produttore di orologi, tramite la banca di investimento GCA Altium, era alla ricerca di un
acquirente.
Aziende traslocano
da Zugo e Zurigo
Stabilità in Ticino
❚❘❙ I cantoni di Zugo e Zurigo registrano
un esodo di aziende ed è Argovia ad approfittarne. Per quanto riguarda il canton
Ticino c’è poco movimento. È quanto
evidenzia un’analisi effettuata dalla società Crif che ha studiato i dati del Registro di commercio dal 2008 al 2015.
Ogni anno, circa 25.000 aziende trasferiscono il proprio domicilio. L’86% di questi trasferimenti avviene nell’ambito dello
stesso cantone, mentre circa 3.500 aziende si spostano in un’altra regione, scrive il
Crif in un comunicato.
Zugo registra il più grande esodo, nonostante abbia un basso tasso di imposte
sull’utile. Fra i perdenti figura anche Zurigo, mentre il grande vincitore è Argovia,
che riesce ad attirare nuove aziende con
una ridotta fiscalità. Nei sette anni in esame oltre 900 aziende hanno cambiato il
proprio domicilio dal canton Zurigo al
canton Argovia. Nello stesso periodo preso in considerazione 4.160 ditte hanno
lasciato il canton Zugo.
Il settore finanziario, con un totale di 671
aziende, è quello maggiormente rappresentato. Seguono poi le imprese di consulenza con 441 ditte e il ramo immobiliare
con 313. Forte anche la presenza del
commercio all’ingrosso, con 306 società.
Interessante secondo lo studio reso noto
dal Crif è il caso di Ginevra: nonostante
l’elevata aliquota di imposta sull’utile,
pari al 24,16%, negli ultimi anni il cantone
sul Lemano è riuscito ad attirare aziende
da altri regioni, in particolare da Vaud,
Friburgo e Zugo.
Per quanto concerne il Ticino si rileva
nello studio che la situazione risulta relativamente stabile. Nei sette anni in questione 13.327 aziende si sono spostate
all’interno del cantone, ma sono state
molto poche le ditte che invece hanno
lasciato il territorio del cantone.
La maggior parte di quelle che hanno
abbandonato il Ticino – si tratta di 230
aziende – hanno spostato il proprio domicilio nel canton Grigioni, che presenta
un tasso di imposte più attrattivo rispetto
a quello offerto dal nostro cantone.
Sul fronte inverso, nel periodo preso in
considerazione, sono arrivate aziende da
Zugo e dagli stessi Grigioni: rispettivamente 119 e 120 società hanno trasferito
la propria sede da questi cantoni al Ticino.
AERONAUTICA
ABBIGLIAMENTO
La catena di negozi Yendi
è ufficialmente fallita
Emmi ha acquisito il 40%
della brasiliana Laticínios
Il fatturato della losannese CFT
è diminuito a 213,4 milioni
❚❘❙ Pilatus ha registrato risultati in calo nel
2016, ma migliori di quanto atteso dall’azienda: il costruttore aeronautico con sede a
Stans (NW) ha realizzato un fatturato di 800
milioni di franchi, contro il giro d’affari di
1,1 miliardi dell’anno precedente. L’utile d’esercizio è dal canto suo diminuito da 191 a 89
milioni.
❚❘❙ Il Tribunale della Gruyère ha pronunciato
ieri il fallimento della catena di negozi d’abbigliamento friburghese Yendi, che impiegava circa 500 collaboratori. Tutte le filiali sono
state chiuse oggi alle 14. In Ticino ve ne erano quattro – a Lugano, Balerna, Tenero e
Bellinzona – dove lavoravano in totale 17
persone.
❚❘❙ Emmi, numero uno dei produttori lattieri
in Svizzera, ha acquisito il 40% nella società
brasiliana Laticínios Porto Alegre e rafforza
così la sua presenza nell’America del Sud. Il
Brasile rappresenta il secondo mercato di
Emmi dopo il Cile. L’operazione si inserisce
nella strategia aziendale di espansione sul
piano internazionale.
❚❘❙ Compagnie Financière Tradition (CFT) ha
registrato nel primo trimestre 2017 un fatturato in calo del 2,8% a 213,4 milioni di franchi. A tassi di cambio costanti vi è stata una
progressione dello 0,2%, ha indicato ieri il
gruppo losannese specializzato nell’intermediazione finanziaria, tra i più grandi broker attivi sui mercati OTC.
Pilatus, scende il giro d’affari
ma meno delle previsioni
SETTORE LATTIERO
FINANZA
Svizzera Stipendi reali in rialzo dell’1,1%
L’aumento nominale nel 2016 si è attestato allo 0,7% – I maggiori incrementi nella farmaceutica
❚❘❙ Gli stipendi reali sono aumentati l’anno scorso in media dell’1,1% in Svizzera
rispetto al 2015: il dato calcolato dall’Ufficio federale di statistica (UST) è frutto
della combinazione dell’indice dei salari nominali, aumentato dello 0,7% (a
100,7 punti), con il rincaro annuo negativo pari al –0,4%. Per il quinto anno
consecutivo l’incremento dei compensi
nominali si è situato al disotto della soglia dell’1%, commenta l’UST in un comunicato diffuso ieri. Ma quasi tutti i
rami economici hanno segnato un aumento reale grazie all’inflazione negativa.
Alla fine del 2015, al momento di prendere decisioni sugli adeguamenti salariali per il 2016, la crescita economica
mondiale e quella elvetica erano ancora
poco dinamiche. L’incremento in busta
paga negoziato per i principali contratti
collettivi di lavoro (CCL), cui è assoggettato quasi mezzo milione di dipendenti,
era stato dello 0,4%.
Nel settore industriale gli stipendi nominali sono aumentati dello 0,4%, un tasso
in calo rispetto agli anni precedenti
(+0,5% nel 2015, +0,9% nel 2014, +0,7%
nel 2013 e nel 2012). Il rincaro negativo
ha comportato un aumento medio dei
compensi reali dello 0,9% in tutto il ramo.
Vi sono però grandi disparità tra un segmento e l’altro, da –0,3% a +1,9%. Gli incrementi nominali maggiori sono stati
registrati nel ramo dell’industria chimica e farmaceutica (+1,5%) e in quello
della fabbricazione di macchinari, apparecchiature e mezzi di trasporto
(+0,9%), seguiti da quello della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica e orologeria (+0,7%). Nei
rami metallurgico e alimentare sono
stati invece registrati decrementi rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%. Nel
comparto legno, carta e stampa si è assistito a un passo indietro sia nominale
(–0,7%) che reale (–0,3%).
Il settore terziario ha registrato un aumento dei salari nominali dello 0,8%,
superiore di quello dei due anni precedenti (+0,3% nel 2015 e +0,7% nel 2014).
Le retribuzioni reali sono salite in media
dell’1,2%. Gli incrementi nominali più
marcati sono stati osservati nel ramo del
commercio all’ingrosso (+2,2%) e in
quello dei servizi finanziari e assicurativi
(+2,1%). Il ramo del commercio e riparazione di autoveicoli è stato quello più
svantaggiato, con una perdita nominale
di –0,4% e una stagnazione delle remunerazioni reali.
Per tutti i salariati, dal 2012 al 2016 il ritmo annuo medio della progressione degli stipendi reali è stata dell’1,2% (+1,1%
per gli uomini e +1,3% per le donne).
Nel settore secondario l’evoluzione annua media in questo lasso di tempo è
stata dell’1,1%.
I cosiddetti rami «di media-alta tecnologia», ovvero i grandi rami esportatori
sono quelli che hanno influito maggior-
mente sulla crescita. Si tratta dell’industria chimica e farmaceutica (+1,7%),
della fabbricazione di apparecchi elettrici, elettronici, di precisione e di orologi (+1,4%) e della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici e di mezzi
di trasporto (+1,3%). Gli altri rami industriali hanno presentato tassi di progressione annui medi compresi fra 0,7% a
1,1%.
Dal 2012 al 2016 il settore terziario ha
registrato un incremento annuo medio
dei compensi reali pari all’1,2%. I più
fortunati sono stati i lavoratori dei rami
attività artistiche, di intrattenimento e
divertimento (+1,7%), dei servizi finanziari e assicurativi (+1,6%) e degli alberghi e ristoranti (+1,5%).
Nello stesso periodo gli aumenti reali
medi più contenuti sono invece stati registrati per i comparti trasporto e magazzinaggio (+0,7%) nonché nel comparto della sanità e dell’assistenza sociale (+0,8%).
PREZZI INDICATIVI
OLIO DA RISCALDAMENTO
SOPRACENERI
Fr./100 litri (IVA incl.) Quantitativo
90,40 da litri 1.500 a 2.199
88,30 da litri 2.200 a 2.999
86,50 da litri 3.000 a 5.999
85,20 da litri 6.000 a 8.999
84,30 da litri 9.000 a 13.999
89,40
87,20
85,40
84,10
83,20
SOTTOCENERI
da litri 1.500 a 2.199
da litri 2.200 a 2.999
da litri 3.000 a 5.999
da litri 6.000 a 8.999
da litri 9.000 a 13.999
Per forniture a nord di Maggia, Biasca
e Mesocco, le categorie Sopraceneri
vengono maggiorate di fr. 0,85 per
100 litri. I prezzi indicativi, suscettibili di variazioni giornaliere, sono forniti
dalla SWISSOIL Ticino.
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