Costellazioni per tutte le stagioni Ing. Claudio Costa [email protected] Carocicosta.it Quanto tempo è che non vedete un cielo così? Qui siamo in uno dei pochi posti bui rimasti in Italia Vicino a Manciano, in Maremma, subito a nord del confine tra Lazio e Toscana La prima osservazione ad occhio nudo sotto un cielo davvero buio è probabilmente un momento indimenticabile Per trovare e riconoscere le stelle più luminose e i primi cinque pianeti del sistema solare nel cielo notturno basta l’occhio nudo Ma per vedere altre stelle più deboli o i particolari dei pianeti, le nebulose gassose, gli ammassi stellari o le galassie bisogna attrezzarsi con un telescopio o, almeno, con un buon binocolo… e, soprattutto, andare lontano dalle città! Non posso farvi vedere il cielo di Manciano, ma ad occhio nudo adesso sarebbe così! Invece, purtroppo, da Roma non vediamo che questo! Torniamo a Manciano… con tutte queste stelle visibili è veramente difficile riconoscerle e distinguere i pianeti! Stellarium ci aiuta mettendo le «etichette» alle stelle … che in cielo ovviamente non ci sono! Può anche raggruppare le stelle collegandole con linee immaginarie che ci aiutano a ricordare la forma delle costellazioni E i loro nomi… Così abbiamo visto che per riconoscere le stelle più luminose e i primi cinque pianeti del sistema solare nel cielo notturno basta l’occhio nudo Ma per vedere le stelle più deboli o i particolari dei pianeti, le nebulose, gli ammassi stellari o le galassie bisogna attrezzarsi con un telescopio o, almeno, con un buon binocolo Ma quale strumento scegliere? Ce ne sono così tanti oggi sul mercato! Ne riparleremo! Per tutti comunque, la prima curiosità è certamente quella di imparare a riconoscere le costellazioni Quindi, un buon atlante stellare è l’acquisto migliore che possiate fare È importante però che scegliate una guida che oltre a mostrarvi dove sono gli oggetti celesti, vi dica anche con quali strumenti potrete vederli! Però, c’è un’altra complicazione: Il cielo visibile di notte non è sempre lo stesso, sia a causa della rotazione della Terra attorno al proprio asse che del suo moto attorno al Sole Ecco perché serve qualcosa che vi fornisca la visibilità degli astri in qualsiasi istante Per questo vi serve un astrolabio (detto anche planisfero celeste) È una versione moderna di questi magnifici strumenti realizzati nel passato per visualizzare posizione e visibilità degli astri In alternativa, oggi esistono ottimi programmi di simulazione del cielo stellato, perfetti per visualizzare il cielo visibile in qualsiasi giorno e orario Quello che vi consiglio è certamente Stellarium, che ho usato prima per farvi vedere il cielo di stasera e che è disponibile per piattaforme Windows, IOS, Linux e Android È scaricabile gratuitamente qui: http://www.stellarium.org/it/ Sugli smartphone e i tablet, sfruttando i sensori inerziali, Stellariun mostra direttamente il cielo nella direzione verso cui è diretto lo schermo! Per riconoscere le costellazioni presenti nella mappa o sullo schermo, partiamo, ovviamente, da quelle più facili da riconoscere: • • • l’Orsa Maggiore, o meglio il Grande Carro, che contiene le sue stelle più luminose Cassiopea l’Orsa minore con la stella Polare Queste costellazioni, in Italia, sono osservabili durante tutto l’anno e ci indicheranno la via per trovare tutte le altre Ma cosa sono le costellazioni e cosa rappresentano? Sono semplicemente delle associazioni immaginarie di stelle che ricordano figure familiari, generalmente mitologiche La loro nascita è infatti da imputare alle antiche civiltà che popolavano la Terra migliaia di anni fa e che cercavano in cielo forme e figure divine per dare una ragione alla loro esistenza e, forse, sentirsi meno soli nell’Universo Qualche consiglio pratico prima di cominciare: Per la vostra prima osservazione lontano dalle luci della città portatevi un amico/a, qualcosa di caldo da bere (NON ALCOLICO!) e un abbigliamento adeguato: non sottovalutate il freddo, anche durante le serate apparentemente più calde Quando si deve stare qualche ora fermi sotto il cielo ed esposti all’umidità della notte, anche una temperatura gradevole può trasformarsi in un freddo fastidioso e pungente, tanto da rovinare la vostra osservazione Bisogna coprire la testa, le mani e i piedi, le parti del corpo più esposte al freddo della notte Meglio, d’inverno, indossare una tuta da sci con sotto di essa maglie e calzini termici e usare scarpe con suole spesse per isolarsi dal terreno Per consultare le mappe o l’astrolabio dovete usare una torcia a luce rossa, fondamentale per non rovinare l’adattamento degli occhi al buio I nostri occhi, infatti, per osservare al meglio gli oggetti deboli hanno bisogno da 15 a 30 minuti di buio assoluto Stellarium prevede una speciale modalità con le stelle rappresentate in rosso su nero Che la Terra, girando su se stessa, determini la rotazione apparente del cielo lo sappiamo quindi tutti, anche se forse non ci facciamo più tanto caso: ma basta una foto a lunga posa con la fotocamera puntata sull’asse di rotazione per farcene rendere conto benissimo E adesso godiamoci lo spettacolo della rotazione del cielo accelerandola un po’ e recandoci in un luogo di osservazione speciale… Specialmente sotto un cielo così, è facile perdersi… La prima stella da riconoscere è senza ombra di dubbio la Polare, perché in questo modo, oltre ad avere un punto di riferimento sempre fisso nel cielo, riusciremo a orientarci secondo il moto della sfera celeste, quindi a prevederne anche i movimenti Il primo passo da effettuare quando sarete sotto il cielo stellato è quindi quello di orientarsi Dobbiamo trovare per prima cosa i punti cardinali Aiutandoci con una bussola tradizionale o, oggi, con quella elettronica di uno smartphone, identifichiamo il Nord e giriamoci in modo da averlo davanti a voi A questo punto il Sud sarà esattamente dietro di noi, l’Est a destra, l’Ovest a sinistra Se proviamo a ripetere l’osservazione in giorni e orari differenti, troveremo la Polare nello stesso identico punto, alta sull’orizzonte Nord di un angolo uguale a quello della nostra latitudine Questo perché il prolungamento dell’asse di rotazione terrestre si trova, casualmente e per la nostra epoca, quasi in corrispondenza della stella Polare Ovviamente, a causa proprio della diversa altezza del Polo sull’orizzonte, la rotazione del cielo avviene in modi diversi a seconda della latitudine Per trovare la stella Polare, vista la luminosità non eccezionale, è meglio orientarsi con la figura del Grande Carro formato invece da sette stelle luminose Il Grande Carro si trova sempre verso nord, con un’orientazione che dipende dalla stagione nella quale si osserva, ovviamente se osserviamo alla stessa ora In primavera sarà capovolto, quasi sopra la nostra testa In estate si troverà verso nordovest, quasi verticale In autunno esso sarà basso verso nord, un po’ debole e disteso Per poi risalire verso nord-est in inverno La stella Polare si identifica prolungando la congiungente tra le ultime due stelle del Grande Carro, fino ad arrivare all’unica stella abbastanza brillante in quella zona Se il vostro cielo è abbastanza scuro, dovreste essere in grado di identificare il Piccolo Carro, di cui la Polare è l’ultima componente del timone E’ facile capire che tutte le stelle che si trovano nelle vicinanze della stella Polare, pur ruotando da est verso ovest, non andranno mai sotto l’orizzonte: per questo sono dette stelle circumpolari come le costellazioni di cui fanno parte Per l’Italia, le costellazioni circumpolari più brillanti sono l’Orsa Minore, l’Orsa Maggiore e Cassiopea, dall’inconfondibile forma a W o M Una volta identificato il Grande Carro e la stella Polare, è facile trovare Cassiopea, esattamente dalla parte opposta, circa alla stessa distanza tra le ultime stelle del carro e la Polare Tutte le altre costellazioni sono visibili in determinati periodi: • • Orione, il Toro, il Cane Maggiore, di cui fa parte Sirio, la stella più brillante del cielo, sono visibili al meglio in inverno e per questo motivo sono dette invernali Al contrario, il Sagittario, il Cigno , attraversate dalla Via Lattea estiva, lo Scorpione sono meglio visibili durante l’estate, risultando inosservabili d’inverno Il cielo invernale L’inverno è una stagione ottima per osservare il cielo spesso cristallino grazie al vento secco di tramontana… ma ricordatevi dei consigli per sopportare il freddo! Le osservazioni possono iniziare già alle 18 e ci si può gustare una notte lunga oltre 12 ore Verso la metà di Gennaio, quando il Sole è tramontato ed il cielo diventa buio, in direzione sud-est notiamo subito una stella molto brillante, la prima ad accendersi dopo le luci del tramonto: si tratta di Sirio, la più brillante di tutto il cielo, eppure 2 volte più debole di Giove e 14 più debole di Venere al massimo splendore! Sirio è comunque evidente ed è la componente principale della costellazione del Cane Maggiore: questa stella è una delle più vicine al Sole, solamente 8,6 anni luce, circa 80 mila miliardi di km, un’enormità per le distanze terrestri, ma ben poca cosa per la scala dell’Universo Da Sirio è facile puntare direttamente sulla costellazione più bella ed appariscente di tutto il cielo, ad una ventina di gradi nord-ovest: Orione, con le tre stelle della cintura disposte in modo inconfondibile La costellazione di Orione è una delle più belle di questo squarcio di cielo invernale, una vera e propria gemma che brilla soprattutto durante le serate spazzate dalla tramontana che ripuliscono il cielo da smog e foschie In Orione possiamo osservare la nostra prima nebulosa: si tratta di M42, meglio nota come Grande Nebulosa di Orione, identificabile come una stella leggermente sfocata nel cuore della spada di Orione, a sud della cintura, identificata da tre stelle di luminosità simile, al centro della costellazione; qui la vedete in una foto da casa mia a Roma Esponendo un po’ di meno alla luce il sensore della macchina fotografica, vengono meglio evidenziate le delicate strutture nebulari presenti nel cuore della nebulosa, laddove si stanno ancora formando nuove stelle a circa 2000 anni luce da noi La stella più interessante della costellazione è senza dubbio Betelgeuse (mag. + 0,58, leggermente variabile), gigante rossa 100 volte più grande del Sole, posta sullo spigolo in alto a sinistra del quadrilatero che identifica la costellazione. Dista circa 500 anni luce Betelgeuse è giunta nelle fasi finali della propria vita, tanto che gli astronomi si aspettato da un momento all’altro (da qui ad un milione di anni) una sua spettacolare esplosione, che per un mese intero la renderà molte volte più brillante della Luna piena Questa è un’immagine reale di Betelgeuse nell'ultravioletto ripresa dal Telescopio spaziale Hubble Il punto luminoso dell'immagine, uno dei cosiddetti punti caldi, sarebbe presumibilmente uno dei poli della stella Le nebulosità che circondano Betelgeuse Le strutture nebulari si originano dal materiale espulso dalla stella nello spazio circostante Nel cerchio, un'immagine di Betelgeuse (la cui superficie visibile è indicata dal cerchio rosso) ricavata a partire dai dati nell'infrarosso vicino e nel visibile Si notano, in un colore bluastro, i pennacchi di materia che si espandono dalla sommità delle celle convettive atmosferiche Sulla diagonale della costellazione rispetto a Betelgeuse, sotto la cintura, troviamo Rigel, leggermente più luminosa, stella azzurra con età e proprietà fisiche molto diverse, la sesta più brillante del cielo, a oltre 800 anni luce da noi Rigel è una stella supergigante che ha cominciato a espandersi dopo aver terminato l’idrogeno al centro: la sua età è stimata tra i 3 e i 10 milioni di anni in futuro si espanderà come Betelgeuse cambiando colore e divenendo anche lei una supergigante rossa Sotto la cintura, accanto alla stella luminosa Alnitak, c’è la nebulosa Testa di Cavallo In realtà nelle foto a lunga posa viene fuori che l’intera costellazione è proiettata su un enorme complesso di nubi scure e luminose: la Nube molecolare di Orione È la regione di formazione stellare più studiata; i suoi fenomeni e le sue dinamiche hanno consentito agli astronomi di tracciare un quadro sempre più preciso di come evolvono le nubi molecolari, come e perché avviene la formazione di nuove stelle, come il loro vento stellare interagisce coi gas circostanti e come agisce l'effetto di questo vento quando le stelle più calde sono raggruppate in associazioni OB Ad una distanza simile tra Sirio e Betelgeuse, ma verso nord-est, troviamo un’altra stella abbastanza luminosa, posta in una zona di cielo un po’ vuota di oggetti brillanti: si tratta di Procione, facente parte della piccola costellazione del Cane minore Tra Orione e il Cane minore c’è la debole costellazione dell’Unicorno, contenente una delle più belle nebulose del cielo invernale, la Rosetta, che circonda un ammasso di stelle giovani a 5000 anni luce da noi A nord di Orione troviamo alcune gemme tipiche di questa stagione: la costellazione del Toro, con la rossa Aldebaran, e il piccolo gruppo formato dalle Pleiadi, denominate anche le sette sorelle Un cielo buio ed un occhio medio individua facilmente 7 componenti, mentre gli occhi più allenati riescono tranquillamente a vederne 9 e forse anche di più a 400 anni luce da noi Per molto tempo si è pensato che la nebulosità fosse il residuo del gas e delle polveri che portarono alla formazione delle stelle blu che osserviamo: oggi invece, nuove misurazioni danno più probabile una sovrapposizione prospettica casuale Ad est della costellazione del Toro troviamo due stelle brillanti: Castore e Polluce nella costellazione zodiacale dei Gemelli Un bel gruppo di stelle è l’ammasso aperto M35 con circa 200 stelle a 2800 anni luce da noi In basso vedete l’ammasso più compatto NGC 2158 a circa 10000 anni luce: abbiamo così un’idea della profondità reale del cosmo Ancora più in alto Capella, stella gialla, distante 42 anni luce, domina la costellazione dell’Auriga, passando quasi esattamente allo zenit (ovvero verticalmente, a 90° sopra l’orizzonte) Il più bello dei numerosi ammassi in Auriga è M37 con circa 150 stelle a 4200 anni luce: quasi «annegato» tra le altre stelle di campo: al telescopio è uno spettacolo indimenticabile Il cielo primaverile Nel periodo primaverile possiamo individuare molte altre costellazioni, partendo sempre dal Grande Carro, che si troverà quasi esattamente sopra la nostra testa Prolungando il timone del carro lungo l’arco formato dalle stelle della coda, ci imbattiamo in una stella arancione piuttosto luminosa: si tratta di Arturo, gigante arancione facente parte della costellazione del Pastore o Bovaro (Bootes in latino), dalla caratteristica forma ad aquilone: Arturo è a 36 anni luce Proseguendo ancora l’arco verso sud, ci imbattiamo in un’altra stella luminosa, sebbene meno di Arturo, dal colore bianco: si tratta di Spica, distante 250 anni luce, nella costellazione della Vergine La costellazione Bootes domina questa immagine, con la brillante stella Arturo in basso, circa 30 volte più grande della nostra stella La figura, a forma di aquilone, si sviluppa verso l’alto A sinistra dell’aquilone si nota la costellazione della Corona Boreale (Corona Borealis) con la stella più luminosa chiamata Alphekka o Gemma Se torniamo verso il grande carro e consideriamo il prolungamento dato dalle stelle d e g , le stesse che ci indicano la Polare, ma andiamo verso sud, ci imbattiamo in una stella brillante: Regolo, della costellazione del Leone, facilmente individuabile data la luminosità delle componenti e l’inconfondibile forma Regolo è a 80 anni luce da noi Nel Leone si trovano alcune delle più belle galassie visibili con piccoli telescopi: ecco il trio M65, M66 e NGC 3628: sono distanti 30 milioni di anni luce Dalla costellazione del Leone, è facile approdare ad una debole ed indistinta macchia luminosa: si tratta dell’ammasso aperto M44, nel cuore della debole costellazione del Cancro Stime sulla distanza di M44 forniscono cifre che variano fra i 520 e i 610 anni luce mentre sull'età, stimata sui 580 milioni di anni, vi è maggiore accordo Contiene almeno un migliaio di stelle legate gravitazionalmente, per una massa totale di circa 500-600 volte quella del Sole L’ammasso è esteso circa 23 anni luce Un ottimo soggetto da osservare col binocolo Il cielo estivo Verso la metà di luglio, quando la luce del tramonto finalmente scompare dopo le 22, possiamo godere dello spettacolo della Via Lattea che solca il cielo da nord a sud, ovvero dalle costellazioni del Cigno a quelle del Sagittario e Scorpione Proprio a sud, poco alta sull’orizzonte, noterete una stella dall’inconfondibile color arancio, piuttosto brillante: si tratta di Antares, nel cuore della costellazione dello Scorpione, tra le figure del cielo più facili e suggestive da riconoscere Antares è una supergigante rossa situata a circa 600 anni luce dal sistema solare; avendo un raggio che è circa 850 volte quello del Sole, essa è una delle stelle più grandi conosciute Come tutte le stelle supergiganti, Antares produce un intensissimo vento stellare, responsabile di una notevole perdita di massa da parte dell'astro I gas emessi da Antares hanno creato un enorme involucro, che si estende circa 280 miliardi di km La regione di Antares e della nebulosità attorno a Rho Ophiuchi vista dal deserto di Atacama. Foto di Alessandro Schillaci e Giulio Ercolani Alla sinistra di Antares, ovvero verso est, si trova il centro della nostra galassia e la costellazione del Sagittario Questa è una zona ricchissima di ammassi stellari e nebulose, alcune, come la nebulosa Laguna (M8) e la nebulosa Trifida (M20), visibili anche ad occhio nudo Sopra la vostra testa noterete una bianca e brillante stella che vi accompagnerà per qualche mese: si tratta di Vega, la stella più luminosa di queste notti estive, appartenente alla costellazione della Lira Vega è una stella di colore bianco perfetto distante 25 anni luce Non molto lontano, in piena Via Lattea, troviamo un’altra stella brillante, sebbene visibilmente meno di Vega: Deneb, della costellazione del Cigno, a 1450 anni luce Più in basso Altair, della costellazione dell’Aquila, chiude il cosiddetto triangolo estivo, formato proprio da queste tre stelle brillanti, facilissime da osservare anche da cieli non perfettamente scuri: Altair dista solo 16 anni luce da noi La Nebulosa Nord America (anche nota con la sigla NGC 7000) è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione del Cigno, vicino a Deneb (la coda del cigno e la sua stella più brillante) La forma della nebulosa disegna il continente nordamericano, soprattutto la costa est, tra il Golfo del Messico e la Florida Essa costituisce assieme alla vicina Nebulosa Pellicano un unico complesso nebuloso, situato a circa 1960 anni luce, in cui è attiva la formazione stellare, come è testimoniato dalla presenza di diversi oggetti stellari giovani Il cielo autunnale Nei mesi di Ottobre e Novembre, attorno alle 22, ad ovest e nord-ovest troverete le costellazioni estive che si accingono al tramonto Ad est Toro, Gemelli e Auriga segnano l’approssimarsi dell’inverno Dopo le 23 anche Orione comincerà a sorgere, seguito, circa un’ora dopo, da Sirio Il cielo autunnale ha una concentrazione minore di stelle, perché stiamo guardando perpendicolarmente al disco della nostra Galassia, verso lo spazio profondo Non è un caso se l’autunno e soprattutto la primavera sono considerate le stagioni delle galassie, proprio perché la minore densità di stelle della Via Lattea consente di osservare la luce di altri universi isola estremamente distanti nel tempo e nello spazio Proprio sopra la nostra testa si può riconoscere la costellazione di Andromeda, nella quale osservare ad occhio nudo la grande Galassia di Andromeda, l’oggetto extragalattico a noi più vicino, nonostante i suoi 2,3 milioni di anni luce La Galassia di Andromeda è la più grande del Gruppo Locale, un gruppo di galassie formato dalla Via Lattea, Andromeda e dalla Galassia del Triangolo, più circa cinquanta altre galassie minori, molte delle quali satelliti delle principali La luce che possiamo osservare ha lasciato le oltre 200 miliardi di stelle che formano questa galassia quando ancora non esisteva traccia alcuna di civiltà e i primi australopitechi (antenati dell’uomo) attraversavano la steppa africana Poco più a sud della costellazione di Andromeda troviamo il grande quadrato della costellazione di Pegaso, a dire la verità non molto somigliante al cavallo alato della mitologia In Pegaso c’è il bellissimo ammasso globulare M15 L'ammasso è uno dei più densi conosciuti: il suo nucleo ha subito una contrazione in passato, forse a causa di un buco nero L'ammasso contiene molte stelle variabili, ben 110, che hanno permesso di stimare una distanza pari a 33.600 anni luce M15 accoglie anche un notevole numero di pulsar e di stelle di neutroni, resti di stelle massive "morte" durante la giovinezza dell'ammasso; inoltre, è uno dei pochi ammassi a contenere una nebulosa planetaria nella sua periferia Esattamente dalla parte opposta rispetto alla Polare, quindi altissima in cielo, si trova la bellissima e inconfondibile W di Cassiopea Nelle vicinanze troverete Perseo, altra stupenda costellazione; entrambe sono immerse nella Via Lattea invernale, meno spettacolare di quella estiva ma sempre interessante, che inesorabilmente nel corso delle settimane successive prenderà il posto delle lontane galassie che ci regala il cielo autunnale In Perseo c’è una bellissima coppia di ammassi aperti: NGC 884 e NGC 869, detti anche h e k Persei o anche il Doppio ammasso di Perseo, bellissimi da vedere in un piccolo telescopio