I.T.I.S. "Antonio Meucci" di Roma Amplificatori a retroazione negativa a cura del Prof. Mauro Perotti Anno Scolastico 2011-2012 Amplificatori a retroazione negativa Sommario 1. Schemi a blocchi....................................................................................................3 1.1. Caratteristiche degli schemi a blocchi ........................................................... 3 1.2 Sistemi ad anello aperto ............................................................................... 4 1.3 Sistemi ad anello chiuso e retroazione........................................................... 4 1.31. La retroazione negativa..................................................................................4 1.4 Vantaggi della retroazione negativa .............................................................. 5 2. Amplificatori a retroazione negativa ....................................................................5 2.1 2.2 2.3 2.4 Effetti della retroazione negativa................................................................... 5 Effetti sul guadagno..................................................................................... 5 Effetti della retroazione sui disturbi ............................................................... 6 Altri effetti della retroazione ......................................................................... 8 pag. 2 Amplificatori a retroazione negativa 1. Schemi a blocchi La rappresentazione dei sistemi fisici tramite schemi a blocchi è molto diffusa: la sua utilità è quella di consentire di semplificare la struttura di un sistema complesso. 1.1. Caratteristiche degli schemi a blocchi Il singolo blocco, che viene rappresentato con un rettangolo come in figura 1a, è caratterizzato dalla variabile di ingresso (l'eccitazione) i(t) e da quella in uscita (la risposta) o(t). Un sistema complesso viene rappresentato tramite più blocchi tra loro opportunamente collegati. Quando l'uscita di un blocco è collegata all'ingresso del successivo, come in figura 1b, questi si dicono in cascata. Per rappresentare la somma algebrica di più variabili si usa il nodo sommatore (vedi figura 1c). Per rappresentare una variabile comune a più ingressi e/o uscite si ricorre al punto di diramazione (rappresentato in figura 1d). Nello studio dei sistemi tramite gli schemi a blocchi si fa l'ipotesi che il comportamento del singolo blocco, descritto dal suo legame ingresso-uscita, non cambi quando questo viene collegato ad altri blocchi (nel caso dell'amplificatore di tensione, per esempio, questo equivale a considerare infinita la resistenza in ingresso e nulla quella di uscita). pag. 3 Amplificatori a retroazione negativa 1.2 Sistemi ad anello aperto Uno o più blocchi in cascata costituiscono un sistema ad anello aperto (open loop). In un sistema ad anello aperto qualsiasi variazione di qualche parametro interno al singolo blocco si ripercuote sull'uscita alterandone la risposta rispetto a quanto previsto; è quindi evidente che un sistema di questo genere deve essere formato da singoli blocchi di elevata qualità, al fine di rendere minime le variazioni indesiderate dei parametri. In altri termini, poiché l'uscita è data dall'ingresso amplificato prima dal guadagno del primo blocco poi da quello del secondo e via dicendo, solo se questi guadagni sono molto stabili (nel senso che non cambiano mai valore) è costante l'amplificazione complessiva, e questo non è facile da ottenersi. 1.3 Sistemi ad anello chiuso e retroazione Per tali ragioni si ricorre a circuiti detti ad anello chiuso (closed loop) o a retroazione (feedback). Si tratta di sistemi che sono capaci di autocompensarsi. La figura 2 riporta lo schema a blocchi di un sistema di questo tipo. Il blocco G viene detto di andata, il blocco H di ritorno: la variabile in uscita o(t) viene rinviata, attraverso H, in ingresso e controllata tramite il suo confronto con quella in ingresso i(t), anche detta di riferimento; la differenza e(t), che rappresenta l'errore introdotto dal sistema, agisce come variabile in ingresso al blocco di andata in modo da riportare in uscita il valore corretto. 1.31. La retroazione negativa Quando il confronto avviene per differenza, siamo in presenza della retroazione negativa (usata negli amplificatori), quando avviene per somma, della retroazione positiva (usata negli oscillatori). Per comprendere il meccanismo dell'autocompensazione, proviamo a fare un esempio. Si supponga che la figura 2 si riferisca ad un amplificatore di tensione. Supponiamo che in ingresso vi sia una tensione costante, i(t), e che in uscita vi sia la tensione amplificata, o(t). Supponiamo che il valore di G (che nell'esempio rappresenta il guadagno di tensione) subisca una variazione in aumento (per esempio, a causa di una variazione di temperatura): conseguentemente aumenterà anche la o(t) e, con essa, anche f(t). Essendo il confronto eseguito per differenza si avrà una diminuzione della e(t) determinando, così, una riduzione dell'uscita; riduzione che compenserà il precedente aumento. Un ragionamento analogo può essere condotto, in modo inverso, se si ha una diminuzione di G. pag. 4 Amplificatori a retroazione negativa 1.4 Vantaggi della retroazione negativa Se la correzione viene apportata dal sistema in modo sufficientemente veloce, le eventuali variazioni di G non si ripercuoteranno sull'uscita che, essendo costante l'ingresso, rimane anch'essa costante. E se il segnale di ingresso varia nel tempo? Se le variazioni del segnale di ingresso non sono così veloci, si può dire che il sistema a retroazione negativa tende ad apportare le correzioni necessarie a far sì che il segnale di uscita sia la replica fedele (e amplificata) di quello di ingresso. Il ragionamento che è stato sin qui condotto è valido solo se il blocco H non subisce variazioni; nella realtà ciò è quasi sempre vero, o approssimabile a tale, in quanto tale blocco è normalmente fatto solo da componenti passivi che hanno generalmente una stabilità maggiore di quelli attivi. 2. Amplificatori a retroazione negativa Le prestazioni degli amplificatori a retroazione negativa sono mediamente migliori rispetto a quelle possedute dai sistemi ad anello aperto. 2.1 Effetti della retroazione negativa Gli effetti apportati dalla retroazione negativa sugli amplificatori sono: a. b. c. d. e. maggiore stabilità del guadagno; minore distorsione; variazioni della resistenza in ingresso e in uscita; riduzione degli effetti dei disturbi; ampliamento della banda passante. 2.2 Effetti sul guadagno Facciamo riferimento alla figura 2 ed ai simboli in essa riportati. Il guadagno dell'amplificatore retroazionato è: 1) il segnale di errore, all'uscita del nodo sommatore, vale: 2) e l'uscita può essere scritta come: 3) sostituendo la 2) nella 3) si ottiene: 4) che possiamo in definitiva riscrivere, tenendo anche conto della 1): 5) pag. 5 Amplificatori a retroazione negativa Questa relazione esprime il guadagno di un amplificatore retroazionato. Il termine che compare al denominatore, 1 + GH, è anche indicato come fattore di retroazione (feedback factor). II prodotto GH viene invece chiamato guadagno di anello (loop gain). Quando si verifica la condizione: 6) fattore di retroazione e guadagno di anello tendono a coincidere e la 5) può essere riscritta come: 7) In queste condizioni il guadagno dell'amplificatore dipende solo dal guadagno del blocco di ritorno. Quest'ultimo blocco, come già anticipato, è formato solo da elementi passivi e pertanto presenta caratteristiche di buona affidabilità e precisione e quindi le più evidenti variazioni dei parametri dei componenti attivi, presenti nel blocco di andata, non influenzano il guadagno dell'amplificatore (o, più correttamente, lo influenzano meno di quanto non farebbero in un sistema ad anello aperto). In ultima analisi, la retroazione negativa permette un miglioramento della stabilità del guadagno. Tale maggiore stabilità avviene a scapito di un guadagno più ridotto. Infatti, se la retroazione è negativa, risulta: e quindi: 2.3 Effetti della retroazione sui disturbi Un disturbo (noise) può essere interpretato come un segnale indesiderato che, tramite un nodo sommatore, si sovrappone al segnale presente in un circuito. Consideriamo i due casi estremi: 1. il disturbo viene introdotto in ingresso all'amplificatore; 2. il disturbo viene introdotto in uscita all'amplificatore. La figura 3a considera il caso di un sistema ad anello aperto in cui il disturbo è applicato all'ingresso. La figura 3b, invece, considera il caso di un sistema ad anello aperto in cui il disturbo è applicato in uscita. Nelle figure 3c e 3d, rispettivamente, sono invece illustrati i casi di un sistema ad anello chiuso con disturbo agente in ingresso e in uscita. pag. 6 Amplificatori a retroazione negativa Intuitivamente possiamo fare alcune considerazioni. a. I sistemi ad anello aperto non hanno alcuna possibilità di introdurre effetti correttivi e quindi l'unica possibilità di ridurre l'effetto di un disturbo è quella di aumentare il segnale utile, qualora questo sia possibile senza aumentare contemporaneamente il disturbo. b. In un sistema ad anello aperto, a pari entità, è meglio che il disturbo sia presente in uscita in quanto andrà a sommarsi ad un segnale di maggiore ampiezza, dovuto all' amplificazione. c. In un sistema ad anello chiuso la retroazione può ridurre gli effetti del disturbo, se questo si introduce in uscita; infatti, dal confronto tra segnale di uscita e segnale di riferimento nasce l'errore che, applicato in ingresso al blocco di andata, produce la correzione. Al contrario, un disturbo presente in ingresso non permette questo confronto (il disturbo è sovrapposto al segnale e l'amplificatore non può distinguerli) e quindi non avviene alcuna correzione. Nel caso di un anello aperto con disturbo in ingresso, se indichiamo con n(t) il disturbo agente in ingresso, abbiamo (vedi figura 3a): 8) come si può agevolmente osservare, il rapporto tra segnale e disturbo in uscita, coincide con il medesimo rapporto calcolato con le grandezze agenti all'ingresso. Infatti: 9) Come già affermato, l'unica possibilità per migliorare il rapporto segnale-disturbo è quella di aumentare il segnale utile di ingresso; ciò a patto che il segnale ed il disturbo provengano da due sorgenti effettivamente distinte. A parità di segnale utile richiesto in uscita si procederà ovviamente a una conseguente riduzione dell'amplificazione. Nel caso, invece, di un anello aperto con disturbo in uscita, avremo (vedi figura 3b): 10) Evidenziamo, ora, il rapporto segnale rumore all'uscita: 11) ovvero, a parità di altre condizioni, la 11) ci dice che il rapporto segnale-disturbo è A volte maggiore di quello espresso dalla 9). pag. 7 Amplificatori a retroazione negativa Analizziamo ora il caso di un anello chiuso con disturbo in ingresso; avremo (vedi figura 3c): 12) Il rapporto segnale-disturbo risulta: ovvero, come avevamo già anticipato, il rapporto in uscita coincide con quello in ingresso (il sistema, se il disturbo è applicato in ingresso, non riesce a distinguerlo dal segnale). Nel caso di un anello chiuso con disturbo in uscita, infine (vedi figura 3d), abbiamo: ma, sappiamo, il segnale di errore vale: se ora sostituiamo quest'ultima espressione nella precedente, otteniamo: ovvero il segnale in uscita è somma di due termini: il segnale in ingresso, amplificato del guadagno dell'amplificatore retroazionato, ed il rumore in uscita diviso per il fattore di retroazione 1 + GH. Se ora eseguiamo il rapporto tra il segnale utile in uscita e il disturbo, sempre in uscita, otteniamo: 2.4 Altri effetti della retroazione Degli altri effetti della retroazione negativa, cui si è fatto cenno a inizio paragrafo, non è al momento possibile parlare, tuttavia è possibile osservare che, relativamente alla banda passante, la sua eventuale limitatezza comporta la deformazione di tutti quei segnali che presentano componenti armoniche al di fuori dell'intervallo dove il guadagno è costante indipendentemente dalla frequenza. Siccome la retroazione tende a compensare questa deformazione, il tutto non può che comportare un allargamento della banda passante (naturalmente, per evidenti limiti fisici dei sistemi reali, questa non potrà comunque mai essere infinita). pag. 8