www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Chiodi e martello Il piccolo Sherlock Holmes Certo, non è cosí essenziale per navigare quanto lo sono le vele, eppure se si dovesse guastare il livello di comfort e sicurezza della barca crollerebbe verticalmente. L’impianto elettrico è assai poco visibile ma è certamente molto importante: come possiamo rimediare a una sua eventuale panne? di Nicodemo Angì er risolvere efficacemente i problemi occorre prima capire di che si tratta: questa frase sembra banale ma contiene una grande verità. Per fare “l’istruttoria”, nel caso di problemi elettrici, si rivela molto utile il multimetro o tester. Si tratta di un misuratore che si può acquistare - nei negozi specializzati, negli ipermercati ben forniti o nei centri dedicati al bricolage - per pochi euro. P 74 Novembre 2004 Quello digitale delle figure 1 e 2 si può trovare a meno di 20 euro mentre i modelli analogici (ossia dotati della classica lancetta) costano anche meno di 10 euro. Questi strumenti misurano varie grandezze ma quelle che interessano a noi sono la tensione, la corrente e la resistenza elettrica. L’ACQUA E GLI ELETTRONI Può essere utile ricorrere ad una semplice analogia che ci possa far capire meglio come funziona un circuito elettrico. Il pa- rallelo che faremo è con un circuito idraulico. L’intensità di una corrente elettriFIGURA 1 - Per misurare le ca si misura in Ampere (simbolo A) tensioni occorre connettere il tester come indicato in figura a ed è assimilabile alla portata nel sinistra; se si invertissero i caso dei liquidi. Essa ci dice, cioè, puntali dello strumento (i quanti elettroni (i “mattoni” della grossi fili rosso e nero) esso corrente elettrica) passano in un darebbe lo stesso valore secondo in un conduttore; nel capreceduto da un “-” so dell’acqua parleremo di litri al secondo ma il concetto è il medesimo. L’equivalente della tensione è la pressione: entrambe esprimoFIGURA 2 - A destra, per misurare no la “forza” con la quale il flusso una corrente occorrerà inserire il misuratore “dentro” il circuito, (d’acqua, di elettroni) scorre. Se scollegando uno dei fili questa forza è eccessiva può accadere che il tubo scoppi o che scocchi una scintilla: in quest’ultimo caso è il “tubo” isolante che La pinza amperometrica circonda il conduttore a cedere. La tensione si misura in volt (a destra) permette di (simbolo V) e perché la corrente possa scorrere occorre che ci valutare la corrente che scorre senza bisogno di sia una tensione diversa da zero in almeno un punto del circuiaprire il circuito. to; essa agisce verso gli elettroni come la pressione nei conPer misurarla sarà infatti fronti delle molecole d’acqua: li fa muovere. sufficiente aprire la La resistenza elettrica misura la “fatica” che la corrente elettriganascia rossa e richiuderla ca fa nel percorrere un conduttore: essa dipende dalla lunghezintorno al conduttore interessato za, dalla sezione e dal materiale: a parità di materiale più un conduttore sarà lungo e sottile più alta sarà la sua resistenza. Anche per l’acqua, del resto, è molto “impegnativo” percorrere molti metri di un tubo stretto e ruvido. La resistenza, che si misura in ohm (simbolo 1), deve essere piccola per un filo con- cando con i puntali i terminaduttore e grande, il più possibile, per i materiali isolanti. li della resistenza stessa, per Ricordiamo che data una tensione la corrente che circola è in- esempio quella fra il filo rosso versamente proporzionale alla resistenza del circuito. Questo e quello nero delle Foto 1 e 2. spiega la costruzione dei fili elettrici: il conduttore centrale, La prima misura che possiamo perlopiù di rame, offre una piccolissima resistenza al passaggio fare è la tensione della battedella corrente elettrica mentre la guaina esterna ha una resi- ria: basterà selezionare la stenza enorme. Gli elettroni saranno perciò “confinati” all’inter- portata giusta (fondoscala a no del conduttore e le dispersioni di corrente (ovvero elettroni 20/30 volt) e toccare con i che sfuggono attraverso l’isolante) saranno impercettibili. puntali i terminali: a motore spento una batteria carica che non eroga corrente dovrebbe dare circa 13 volt. Se dopo averla caricata la tensione fosse di AL LAVORO, MISURIAMO! Per misurare la tensione non è necessario “aprire” il circuito ma 10 volt o meno è probabile che ci sia un elemento cortocirbasterà toccare con i puntali due conduttori diversi (Fig. 1). Per cuitato e bisognerà sostituirla. Un altro utile controllo è quelmisurare la corrente occorre mettere il tester in serie al circui- lo dell’efficienza del regolatore di tensione dell’alternatore: to, ossia esso deve essere attraversato dalla corrente che vo- dopo aver portato sullo “0” tutti gli interruttori del quadro si gliamo misurare (Fig. 2). La pinza amperometrica della Foto 3 è fa funzionare il motore per un po’ - in modo che la tensione ancora più semplice da usare: basterà circondare con la “gana- della batteria si stabilizzi - e si controlla, a motore acceso e scia” rossa apribile il cavo per conoscere l’intensità della cor- direttamente sulla batteria, la tensione presente. Se il tester rente che vi scorre. Il valore della resistenza viene rilevato toc- segna fra i 14 ed 14,5 V allora va tutto bene mentre se Novembre 2004 75 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Il tester è connesso in modo da misurare la resistenza che c’è fra i due fili. I conduttori non si toccano ed il valore è alto, oltre il fondoscala, come indicato dall’1 e dal puntino visualizzati dal display Nel caso di un cortocircuito la resistenza scende drammaticamente (0,7 ohm) e la corrente potrebbe aumentare fino a livelli pericolosi (vedi testo). La grande manopola al centro del tester seleziona i modi d’uso: in questo caso si è scelto di misurare le resistenze con un fondoscala di 200 ohm. leggeremo più di 14,8/15 o meno di 14 volt il regolatore va tarato o cambiato. Un apparecchio (frigorifero, GPS, pompa dell’acqua) non funziona più? Per trovare il guasto occorrerà procedere per gradi. Si misura, con il tester, la tensione che arriva all’utilizzatore (ovviamente con l’interruttore acceso): se leggiamo 12/13 V al76 Novembre 2004 lora il guasto è nell’apparecchio, sennò potrebbe essere un filo interrotto o l’interruttore del quadro fuori uso. Si farà lo stesso controllo prima e dopo il quadro elettrico, controllando che la tensione arrivi all’interruttore corrispondente e che sia presente a valle di esso. In questo modo potremo capire se il guasto riguarda il quadro elettrico o un filo (fra la batteria ed il quadro, fra il quadro e l’apparecchio e così via). Il tester usato come misuratore di resistenza ci dirà quale cavo è, eventualmente, interrotto: basterà collegarlo al conduttore in questione - aiutandosi con una prolunga - e leggere il valore in ohm. Un cavo in ordine presenterà una resistenza bassa, intorno a 1 ohm, mentre valori elevati indicano che esso è quasi o del tutto interrotto. Se salta qualche interruttore misureremo la resistenza fra i due cavi che partono da esso: resistenze basse indicano che c’è un cortocircuito nei cavi o nell’apparecchio utilizzatore; escludendo quest’ultimo riusciremo a capire se il guasto lo riguarda o compete ai cavi che lo alimentano. Tutte le batterie si scaricano da sole con il tempo (autoscarica) anche se non vengono usate ma una batteria sana inserita in un impianto in ordine non dovrebbe perdere più di un 5% della carica in un mese. Se si scarica in poche settimane è possibile che sia danneggiata o che ci sia qualche dispersione nell’impianto. La verifica non è complicata e per farla occorre spegnere tutti gli interruttori del quadro e staccare il grosso cavo che parte dal morsetto positivo della batteria. Si collega il tester come amperometro fra il polo positivo ed il cavo, partendo dalle portate più grandi e scendendo gradualmente: se la corrente non scorre o è minore di 1 mA (un millesimo di Ampere) è tutto in ordine, se il valore è superiore ad 1 A c’è, probabilmente, qualche utilizzatore ancora inserito mentre valori intermedi potrebbero indicare una perdita e occorrerà controllare i vari circuiti. In alternativa si potrà connettere il tester - usato come misuratore di resistenza - fra il cavo staccato ed il polo negativo della batteria: se tutto è in ordine si leggerà un valore di resistenza molto elevato - superiore ai 2.000 ohm - (l’impianto è “stagno” dal punto di vista elettrico) mentre valori molto bassi indicano che c’è un apparecchio ancora connesso. I valori intermedi fanno scorrere dell’elettricità che può scaricare lentamente la batteria e anche corrodere le parti metalli che con correnti galvaniche.