L'ultima legione (film)
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L'ultima legione
Una scena del film
Titolo originale The Last Legion
Lingua
Inglese
originale
Gran Bretagna, Francia,
Paese
Italia, Tunisia
2007
Anno
110 minuti
Durata
Colore
Colore
Sonoro
Audio
2,35 : 1
Rapporto
Azione, avventura, guerra
Genere
Doug Lefler
Regia
Carlo Carlei, Peter Rader,
Soggetto
Valerio Massimo Manfredi
Jez
Butterworth,
Tom
Sceneggiatura
Butterworth
Distribuzione
01 Distribution
(Italia)
Marco Pontecorvo
Fotografia
Simon Cozens
Montaggio
Patrick Doyle
Musiche
Paolo Scalabrino
Costumi
Jana Carboni, Lorella De
Rossi, Anna De Santis,
Trucco
Alessandro
Durante,
Giannetto De Rossi
Interpreti e personaggi
 Colin Firth: Aurelio
 Thomas Sangster: Romolo Augusto
 Ben Kingsley: Ambrosinus/Merlino
 Aishwarya Rai: Mira
 Peter Mullan: Odoacre
 Kevin McKidd: Wulfila
 John Hannah: Nestor
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Rupert Friend: Demetrio
Nonso Anozie: Batiatus
Owen Teale: Vatrenus
Robert Pugh: Kustennin
Iain Glen: Oreste
Harry Van Gorkum: Vortgyn
Beata Ben Ammar: Flavia
Alexander Siddig: Teodoro Andronico
Murray McArthur: Terzio
Doppiatori italiani
 Massimo Rossi: Aurelio
 Gabriele Patriarca: Romolo Augusto
 Franco Zucca: Ambrosino/Merlino
 Domitilla D'Amico: Mira
 Gerolamo Alchieri: Odoacre
 Roberto Certomà: Wulfila
 Gaetano Varcasia: Nestor
 Simone D'Andrea: Demetrio
 Mario Bombardieri: Batiatus
 Saverio Moriones: Kustennin
 Antonio Sanna: Oreste
 Angelo Maggi: Vortgyn
 Elisabetta Spinelli: Flavia
 Massimo Bitossi: Teodoro Andronico
 Alessandro Balicco: Terzio
«E
quelli che verranno dopo di noi ricorderanno che al mondo sono esistiti i soldati romani, le
spade romane... e il cuore romano. Ave Cesare! »
(Aurelio)
L'ultima legione è un film del 2007 diretto da Doug Lefler.
Uscito nelle sale italiane il 14 settembre 2007, è ispirato in parte all'omonimo romanzo di Valerio
Massimo Manfredi, dedicato agli avvenimenti che accompagnarono la fine dell'Impero Romano
d'Occidente e la nascita della leggenda di Re Artù.
Indice
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1 Trama
2 Confronto tra film e romanzo
3 Confronto tra film e vicenda storica
4 Curiosità
5 Accoglienza
6 DVD
7 Note
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8 Collegamenti esterni
Trama [modifica]
Il film viene narrato da Ambrosinus, nativo di Britannia, che conosce la leggenda della spada di
Giulio Cesare, un'arma che passò di mano in mano tra gli imperatori romani fino a Tiberio. Alla
morte di Tiberio l'arma venne nascosta per evitare che uomini malvagi se ne impossessassero. Inizia
poco prima dell'incoronazione di Romolo Augusto come imperatore nel 460.
Avendo viaggiato in quasi tutto il mondo conosciuto in cerca della spada di Cesare, Ambrosinus
diventa il tutore di Romolo. Un druido e facente parte di una fratellanza segreta incaricata di
proteggere la spada, col tempo ha dato impressione di essere un mago, ma la sua "magia" sono solo
trucchi. Il padre di Romolo, Oreste regna a Roma ma non è imperatore.
Il giorno prima dell'incoronazione, Odoacre, comandante dei Goti barbari alleati di Roma, chiede
un terzo dell'Italia a Oreste, ma egli rifiuta. Lo stesso giorno, Romolo incontra il generale della
Legio Nova Invicta, Aureliano Caio Antonio, chiamato "Aurelius".
La notte prima che Romolo venga incoronato, Roma è attaccata dai Goti. Molti degli uomini di
Aurelio, incaricati di proteggere l'imperatore, vengono uccisi, anche se Aurelio è solo svenuto e
dato per morto. Oreste e sua moglie vengono uccisi dal luogotentente di Odoacre, Wulfila, che
cattura Romolo.
Il giorno dopo Odoacre, ora regnante dell'Impero occidentale, pianifica di uccidere Romolo.
Tuttavia, Ambrosinus lo convince a risparmiare il bambino. Romolo, quindi, viene esiliato a Capri
insieme ad Ambrosinus, guardati da Wulfila e i suoi uomini. La sua prigione è la villa costruita più
di quattrocento anni prima dall'imperatore Tiberio.
Con l'aiuto di Ambrosinus, Romolo scopre una stanza segreta all'interno della villa. Scopre una
statua di Cesare impugnante la leggendaria spada, forgiata da un fabbro calibe dopo la sua
campagna militare in Britannia. Sulla lama d'acciaio vi è incisa l'iscrizione CAI • IVL • CAES • ENSIS •
CALIBVRNVS. Scritto ai piedi della statua c'è scritto che la spada è creata per "colui che è destinato a
regnare". Questo viene interpretato come profezia da molti personaggi, e Romulus prende l'arma.
Romolo e Ambrosinius vengono salvati a Capri dal leale Aurelio e tre legionari sopravvissuti,
accompagnati dalla spia dell'Impero romano d'Oriente - una guerriera keralite di nome Mira
(addestrata nell'arte marziale del Kalarippayattu). Quindi i fuggitivi si dirigono verso Fano come
indicato loro dal senatore Nestore, amico di vecchia data di Aurelio, che vuole far imbarcare
l'ultimo imperatore d'Occidente alla volta di Costantinopoli. Ben presto però il piano di Nestore si
rivela una trappola ordita da Odoacre con il benestare dell'imperatore d'Oriente. Ai fuggitivi non
resta che dirigersi verso la Britannia nella speranza di trovare asilo presso l'ultima legione
dell'Impero Romano: la leggendaria Legio IX Draco. Tuttavia giunti presso il vallo di Adriano,
invece che l'invincibile legione, trovano dei vecchi e stanchi contadini. Dopo poco tempo Aurelio e
gli altri vengono raggiunti in Britannia ed aggrediti dagli uomini di Odoacre e dai guerrieri Angli di
Vortgyn loro alleati. Con la promessa di avere la spada per regnare sull'intera Britannia (viene
inoltre rivelato che Ambrosinius e Vortgyn sono vecchi nemici), Wulfila convince Vortgyn a
combattere contro Ambrosinius e gli altri. Aureliano, con la spada e al comando di poche forze,
combatte contro l'esercito di Vortgyn al vallo di Adriano. Mentre la battaglia infuria, i contadini ed i
loro figli, che in realtà sono ciò che resta della Legio IX Draco ritiratasi cinquant'anni prima,
intervengono in soccorso di Romolo e dei suoi guerrieri, dopo aver rispolverato le loro vecchie
armature romane, e ribaltano le sorti della battaglia.
Romolo uccide Wulfila con la spada di Cesare, vendicando i suoi genitori. Nella scena finale della
battaglia, Romolo dice ad Aureliano che ha combattuto "come un drago", e Aureliano gli risponde
che lui ha combattuto "come il figlio di un drago". Il giovane imperatore, finita la battaglia che vede
il suo esercito uscire vincitore, decide di non voler più guerre né sangue, e getta via la spada, che si
va ad incastrare in una solida roccia. Molti anni dopo, Ambrosinus, che ha ripreso il suo vecchio
nome celtico Merlino, porta un giovane ragazzo al vecchio campo di battaglia a descrivergli i
leggendari eventi. Merlino, visibilmente anziano, rivela che Aurelio sposò Mira e adottarono
Romolo che crebbero come loro figlio, e Romolo divenne un saggio regnante che prese il nome di
"figlio del drago", in celtico Pendragon. Il ragazzo, Artù, riconosce Romolo come suo padre. Nella
scena finale, la spada di Giulio Cesare viene mostrata ancora incastonata nella roccia, con del
muschio sulla lama, le cui incrostazioni coprono parte dell'iscrizione originaria: di questa, restano
visibili solo le lettere "E • S • CALIBVR".
Confronto tra film e romanzo [modifica]
La trama del film si distacca in numerosi punti da quella dell'omonimo romanzo.
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Nel film la vicenda si svolge nell'anno 460, mentre nel libro la vicenda ha luogo nel 476,
anno nel quale effettivamente Romolo Augusto fu, per pochi mesi, l'ultimo imperatore
romano d'occidente.
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Nel film la vicenda inizia a Roma, mentre nel romanzo a Ravenna, la città che fu l'ultima
capitale dell'Impero d'Occidente e successivamente capitale del regno di Odoacre.
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Aurelio (il cui nome nel film è Aureliano Caio Antonio, mentre nel romanzo è Aureliano
Ambrosio Ventidio) nel romanzo ha perso la maggior parte dei ricordi relativi al suo
inquietante passato, che riemergono solo verso la fine della vicenda. Nel film Aurelio non ha
perso la memoria e non si fa alcun riferimento alle vicende del suo passato.

Nel film Aurelio è il comandante della Legio Nova Invicta, mentre nel romanzo egli è un
semplice ufficiale subordinato al vecchio comandante Claudiano.

Nel film il personaggio di Mira, bellissima guerriera dell'Impero d'Oriente, è stato introdotto
ex novo; nel libro un ruolo in parte simile è attribuito ad una donna di Aquileia, Livia Prisca,
che è legata alle oscure vicende del passato di Aurelio.

Nel film Ambrosinus parte dalla Britannia per sfuggire alle persecuzioni di Vortgyn e
ritrovare la spada di Cesare per liberare la Britannia. Nel romanzo Ambrosinus parte per
chiedere l'aiuto dell'imperatore per respingere gli invasori Pitti.

Nel film viene introdotto ex novo il personaggio del senatore Nestore, vecchio amico di
Aurelio che in seguito tradirà. Nel libro a ricoprire un simile ruolo è Stefano, un patrizio
amico di Livia.

Demetrio nel film è un soldato della Legio Nova Invicta, nel libro invece viene arruolato
quando Vatreno e Batiato vengono liberati da Aurelio.

Nel film Odoacre viene presentato come comandante dei Goti, mentre nel romanzo viene
presentato come comandante degli Eruli (come storicamente dimostrato).

Nel romanzo compare il tiranno celtico (britannico) Vortigern, che ha preso il potere in
Britannia con il pretesto di difenderla dai Pitti a nord del Vallo di Adriano, il quale viene
ucciso da Wulfila. Nel film Vortigern (il cui nome viene cambiato in Vortgyn) è un tiranno
del popolo invasore degli Angli e viene ucciso da Ambrosinus, suo antico nemico nella
ricerca della spada di Cesare.

Nel romanzo la legione che soccorre i protagonisti in Britannia è la Legio XII Draco, che
sarebbe stata fondata da san Germano su mandato del magister militum Flavio Ezio, mentre
nel film è la Legio IX Draco.

Il film è stato criticato dal punto di vista dei costumi che riprodurrebbero l'aspetto del
legionario romano del I - II secolo piuttosto che del V secolo; In realtà lo stesso romanzo
parla di legionari che indossano attrezzature anacronistiche come la lorica segmentata e
tuttavia nel film, in alcune scene quali quelle dell'incoronazione presso il Senato Romano e
dell'imboscata presso la spiaggia di Fano, compaiono anche soldati con tuniche e
Spangenhelm tardo imperiali.

Nel film la Legio Nova Invicta viene richiamata presso la capitale da Alessandria d'Egitto
(storicamente impossibile dato che la città era sotto l'Impero Romano d'Oriente) ed
incaricata di proteggere l'imperatore, mentre nel romanzo tale unità viene attaccata di
sorpresa ed annientata presso il proprio quartier generale (presso Dertona) dai federati Eruli
di Odoacre.

Nel film Flavia Serena, madre di Romolo Augusto, viene uccisa durante l'assalto di Wulfila
al palazzo imperiale, mentre nel romanzo viene uccisa dopo essere stata fatta prigioniera.

Nel romanzo Wulfila intende uccidere Romolo ed Odoacre intende sostituirlo con un
ragazzo identico a lui nell'aspetto, nel film invece vuole catturarlo vivo su ordine di
Odoacre.

Nel romanzo la spada di Cesare viene rubata da Wulfila circa a metà della storia e viene
recuperata nella battaglia finale da Aurelio. Nel film Wulfila entra in possesso della spada
solo per pochi secondi durante la battaglia finale.

Nel film Romolo uccide Wulfila per salvare Aurelio e per vendicare i suoi genitori, mentre
nel romanzo è Aurelio che uccide Wulfila per salvare Romolo, mantenendo così la promessa
fatta ad Oreste, padre di Romolo, di proteggere suo figlio.

Nel romanzo Romolo trova la spada di Cesare esplorando un criptoportico trovato per caso;
nel film, gli viene suggerito da Ambrosinus che ha una "illuminazione" notando un
pentacolo inciso su una lastra di metallo. Inoltre, Romolo tenta immediatamente di uccidere
Wulfila non appena trovata la spada, nel libro invece la tiene nascosta ai barbari per
numerosi giorni, mostrandola solo al momento della fuga da Capri.

Nel film Ambrosinus si rivela un discreto combattente nonostante la veneranda età,
riuscendo ad uccidere diversi soldati in più occasioni. Nel romanzo invece, proprio a causa
della sua età non è in grado di combattere.

Nel film, Wulfila porta una scodella d'acqua a Romolo, il quale con sdegno la getta addosso
al barbaro che ci aveva sputato dentro. Irritato, Wulfila minaccia di gettare il ragazzo da una
rupe, ma Ambrosinus lo ferma ricordandogli gli ordini di Odoacre. Wulfila allora tortura il
mentore dell'imperatore tramite il tratto di corda per l'arroganza delle sue parole. Nel
romanzo, non avviene niente di tutto questo.

Nel film, Vatreno viene ucciso da una raffica di frecce poco dopo la fuga da Capri, a causa
del tradimento di Nestore; nel romanzo, muore sì a causa delle frecce nemiche, ma nella
battaglia finale alle pendici del Mount Badon.

Nell'opera cinematografica, la spada di Cesare ha un'elsa sferica con sopra inciso un
pentacolo, all'interno del quale vi è una gemma rossa. Nel libro invece la spada ha un'elsa a
forma di testa d'aquila, tipico simbolo romano.
Confronto tra film e vicenda storica [modifica]
Gli eventi narrati dal film e dall'omonimo romanzo sono frutto della fantasia degli autori. Lo stesso
vale per i personaggi che vi prendono parte e per la Legio Nova Invicta (ad eccezione dell'ultimo
imperatore Romolo Augusto, del magister militum Flavio Oreste e del comandante dei foederati
Odoacre). Se da una parte le recenti scoperte circa la storicità di re Artù indicherebbero che questo
personaggio epico sia effettivamente stato un condottiero romano-britannico del V - VI secolo,
dall'altra non è mai stato evidenziato un legame tra la figura di Re Artù e la vicenda di Romolo
Augusto. Segue un elenco dei principali aspetti in cui il film differisce dalla storia.

Nel film la deposizione di Romolo Augusto avviene nel 460, mentre tale evento è
notoriamente avvenuto nel 476.
Regno di Odoacre in Italia e dominio dei Britanni in Inghilterra e Galles.
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Stando alle fonti storiche il regno di Romolo Augusto durò circa un anno (31 ottobre 475 - 4
settembre 476), e non pochi giorni come viene rappresentato nel film.

Nel film la capitale dell'Impero d'Occidente è Roma, mentre nel 476 la capitale era Ravenna.
Infatti già ai tempi dell'imperatore Diocleziano Roma aveva perso il suo primato politico,
sebbene restasse sede del Senato Romano, nonché la sacra culla della civiltà romana
nell'immaginario collettivo.

Nel film Romolo Augusto viene mandato in esilio sull'isola di Capri, mentre secondo le
fonti storiche venne relegato presso Castellum Lucullianum (Castel dell'Ovo) nel Golfo di
Napoli [1].
Castellum Lucullianum (Napoli), luogo di esilio dell'ultimo Imperatore Romano
d'Occidente.

Nell'edizione italiana del film, la Gallia è misteriosamente chiamata nella dizione inglese
"Gaul".

Il Vallo di Adriano è descritto nel film come "Ultima fortezza dell'Impero". In realtà oltre il
Vallo di Adriano vi erano altre fortificazioni quali il Vallo Antonino, che tuttavia era stato
abbandonato nei primi anni del III secolo conseguentemente alla spinta dei Pitti verso
meridione.
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Nel film Romolo Augusto viene presentato come l'ultimo discendente di Giulio Cesare,
mentre in realtà l'ultimo Imperatore d'Occidente non ebbe alcun legame di sangue con il
dictator perpetuus.
Elmo pseudoattico Theilenhofen (II - III secolo d.C.).

Romolo Augusto nel film e nel romanzo viene chiamato Romolo Augusto Cesare.
Effettivamente era tipico degli imperatori romani fino al III secolo assumere il titolo
"Cesare". Stando alle fonti storiche il nome completo di Romolo Augusto era Flavio Romolo
Augusto senza il titolo di "Cesare", che dalla riforma di Diocleziano in poi assunse un
preciso e diverso significato istituzionale. Inoltre egli fu definito "Augustolo" da parte di
coloro che erano vicini all'imperatore d'Oriente in segno di disprezzo per colui che era stato
sostituito a Giulio Nepote, ovvero il favorito dalla corte di Costantinopoli.

L'imperatore Tiberio Claudio Nerone nel film viene citato come ultimo discendente dei
Cesari ad aver governato, mentre proprio come per Romolo Augusto, la sua parentela con
Giulio Cesare è frutto della fantasia degli sceneggiatori. Infatti l'imperatore Tiberio non
aveva legami di sangue con Cesare.
Spangenhelm (V secolo d.C.).

Nel film Odoacre viene presentato come il comandante dei Goti, mentre in realtà fu
comandante degli Eruli e delle truppe federate che nella seconda metà del V secolo erano
stanziate in Italia [2].

Nel film il tiranno celtico Vortigern (chiamato Vortgyn) viene presentato come tiranno del
popolo degli Angli. Nella realtà Vortigern fu capo-clan britannico, che alcuni storici
identificano come colui che strinse alleanze con le tribù barbare giunte dal continente (Angli
e Sassoni) per respingere i Pitti verso nord e colmare il vuoto di potere creatosi dopo la
ritirata delle legioni romane. La sua storia inoltre si interrompe nel 454, quindi non ha alcun
legame con le vicende arturiane.

Il nome del comandante della Legio Nova Invicta è Aureliano Caio Antonio e poiché nella
Roma Antica si scriveva prima il praenomen, poi il nomen e infine il cognomen, dovrebbe
essere chiamato Caio pittosto che Aureliano (abbreviato Aurelio).

Mira afferma di provenire dall'India e di essere stata arruolata nell'esercito romano
d'Oriente. Effettivamente nel IV - V secolo era molto comune l'arruolamento di barbari,
anche se non si ha notizia di soldati indiani nell'esercito romano. L'arte marziale in cui
sarebbe esperta, il Kalarippayattu, nonché lo stato del Kerala da cui dice di provenire non
esistevano ancora nel V secolo e sembrano essere un'allusione alle reali origini Tamil
dell'attrice Aishwarya Rai.

Nel film gli anziani superstiti della Legio IX e la loro discendenza romano-britannica
soccorrono il gruppo di Romolo ed Aurelio durante lo scontro finale. In realtà la storia di
tale unità militare, stanziata presso York, si ferma bruscamente agli inizi del II secolo. Al
contrario è la storia della Legio II Augusta che si intreccia con le vicende arturiane. Infatti
questa unità, che nel 122 aveva lavorato alla costruzione del Vallo di Adriano, rimase in
Britannia almeno fino al V secolo (menzionata nella Notitia Dignitatum come Secunda
Britannica) presso Caerleon in Galles.

Il film è stato criticato dal punto di vista dei costumi che riprodurrebbero l'aspetto del
legionario romano tra il I ed il II secolo piuttosto che del V secolo. In effetti compaiono
attrezzature in uso durante i primi secoli dell'Impero Romano come elmi del tipo Weisenau e
pseudoattico Theilenhofen, nonché lorica segmentata e scutum rettangolare. Tuttavia in
alcune scene del film, quali quelle dell'incoronazione presso il Senato Romano e
dell'imboscata presso la spiaggia di Fano, compaiono anche tuniche e Spangenhelm tardo
imperiali. Se nel complesso il costume indossato da Demetrio è il più attendibile, quello di
Vatreno evidenzia la coesistenza di elementi di epoche differenti con una tunica tipica per
un soldato romano del IV - V secolo ma una lorica ed un cingulum riconducibili ai secoli
precedenti. Inoltre i costumi costituiti da pelli grezze indossati da alcuni guerrieri di Wulfila
rappresentano un luogo comune con il quale si usa rappresentare i barbari: nel IV - V secolo
l'aspetto di un mercenario barbarico e quello di un soldato regolare erano virtualmente
identici.

Aurelio afferma che la Legione del Drago della Britannia contava oltre un milione di
uomini. Ciò è ovviamente un'esagerazione atta ad evidenziare come il mito di tale legione
abbia superato la realtà, poiché ciascuna legio dell'Esercito Romano del IV - V secolo
contava circa 5-6000 uomini.

Nel film la Legio IX esegue una spettacolare testudo durante lo scontro finale contro i
guerrieri di Vortgyn e Wulfila. In realtà le unità militari romane del IV - V secolo avevano
sostituito tale manovra con un'altra (per molti aspetti simile) detta fulcum.

Nel film la Legio Nova Invicta è stata richiamata in Italia dall'Africa, in particolare da
Alessandria, per proteggere l'ultimo Imperatore d'Occidente. In realtà Alessandria d'Egitto
nel V secolo si trovava sotto la giurisdizione dell'Impero Romano d'Oriente e pertanto è
poco verosimile che la sua guarnigione potesse essere gestita dalla corte d'Occidente.

A differenza di quanto accade nel film, l'Imperatore d'Oriente nella realtà non appoggiò in
nessun momento della sua vicenda Romolo Augusto (il disprezzo degli uomini della corte
d'Oriente per il giovane fu tale da dargli il soprannome "Augustolo").

Il personaggio di Wulfila viene rappresentato nel film come un guerriero rozzo, impulsivo e
privo di cultura. Completamente diverso era il personaggio storico da cui sembra derivare il
nome, Ulfila, Vescovo visigoto del IV secolo, cresciuto sotto gli insegnamenti cristianoellenistici.
Curiosità [modifica]
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Valerio Massimo Manfredi, autore dell'omonimo romanzo, ha collaborato alla produzione
del film come consulente.
Aishwarya Rai, l'interprete di Mira nel film, è stata eletta Miss Mondo nel 1994.
Le scene del film ambientate in Britannia, in realtà sono state girate in Slovacchia.
Uno degli slogan con cui è stato presentato il film in lingua inglese è The end of an empire...
the beginning of a legend.
Accoglienza [modifica]
Dopo la prima settimana di programmazione nelle sale cinematografiche italiane si è classificato
terzo tra i film più visti, dietro I Simpson e Shrek Terzo [3]. Nella classifica dei 100 film più visti in
Italia nella stagione 2007/2008 ha raggiunto il novantaquattresimo posto con un incasso finale di
1.669.963 € [4]. Il pubblico ha espresso per questo film un voto di sufficienza (IMDB: 5,4/10;
Mymovies.it: 2,8/5; Movieplayer.it: 6/10) e giudizi spesso contrastanti tra loro: positivi da parte di
chi ne ha apprezzato il carattere romantico-fiabesco a tratti ironico, negativi da parte di chi avrebbe
gradito una maggiore attenzione agli aspetti bellici (magari sulla scia di recenti ed apprezzati film
epici come Il gladiatore e 300).
DVD [modifica]
Il 5 febbraio 2008 è stata immessa sul mercato l'edizione in DVD della pellicola. Tra le
caratteristiche:
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Formato 2:35 16/9
Audio Dolby 5.1 Italiano e Inglese, DTS Italiano
Sottotitoli in Italiano non udenti
Making Of
Photogallery
Interviste
Scene eliminate
Prove di combattimento
Trailer
Note [modifica]
1. ^ Giordane, Getica, 242: «...Orestem interfectum Augustulum filium eius de regno pulsum
in Lucullano Campaniae castello exilii poena damnavit...».
2. ^ Giordane, Getica, 242: «...Odoacer Torcilingorum rex habens secum Sciros, Herulos
diversarumque gentium auxiliarios Italiam occupavit...».
3. ^ Movieplayer.it, Boxoffice Italia del weekend 14 - 16/09/2007