STRATEGIE DI SORVEGLIANZA E METODOLOGIE DI
CONTROLLO/ERADICAZIONE DELLE INFEZIONI NELLA
FAUNA SELVATICA
AFTA EPIZOOTICA: COSA FARE IN CASO DI
SOSPETTO
Gianluca Rugna
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna
Modena, 03 dicembre 2012
Introduzione
AFTA EPIZOOTICA
Malattia vescicolare acuta, con alto tasso di morbilità
Colpisce gli animali dell’ordine Artiodattili
RNA virus
Famiglia Picornaviridae
Genere Aphtovirus
Danni economici:
Diretti
Restrizioni commerciali
SPECIE SUSCETTIBILI
Colpisce principalmente ruminanti e suini, ma sono conosciute circa 70
specie suscettibili.
Bovino, Bufalo, Maiale, Pecora, Capra
COMPLESSE INTERAZIONI NEL QUADRO GENERALE DELL’AFTA
Animali domestici residenti e loro spostamento; fauna selvatica, spostamenti e migrazioni;
commercio internazionale di animali e di prodotti animali
E PERCHE’ LA FAUNA SELVATICA?
Specie selvatiche possono avere sintomatologia clinica. Infezione a due vie: si
infettano dai domestici e posso a loro volta trasmettere il virus ai domestici
Alcune specie selvatiche possono albergare il virus e sono intimamente coinvolte
nell’epidemiologia dell’afta
Per una approfondita conoscenza dei virus dell’afta e della loro evoluzione
abbiamo bisogno di conoscere la situazione nella fauna selvatica
Per accreditare un territorio afta-free è necessario includere la fauna selvatica
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Normativa
D.Lvo 274 del 18 settembre 2006, che recepisce la Direttiva 2003/85/CE
Art. 1
cc) animale selvatico: animale delle specie sensibili che vivono al di fuori delle
aziende di cui alla lettera b) o al di fuori dei fabbricati di cui agli articoli 15 e 16;
dd) caso primario di afta epizootica negli animali selvatici: qualsiasi caso di afta
epizootica rilevato in un animale selvatico in un'area in cui non sono state poste in
essere misure ai sensi dell'articolo 77, commi 3 e 4.
Art. 3 . Obbligo di denuncia
1. Ai sensi e per gli effetti del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio
1954, n. 320, e successive modifiche, il sospetto o l'accertamento dell'afta
epizootica deve essere denunciato immediatamente.
2. Per i fini di cui al comma 1:
b) i veterinari, compresi i veterinari ufficiali, il personale dirigente dei laboratori
veterinari ufficiali o privati e qualsiasi persona la cui attività professionale è
connessa con animali delle specie sensibili o prodotti da essi derivati……
Patogenesi
Studiata principalmente nei domestici
Periodo di incubazione: 2-14 gg, dose dipendente (molto comune 2-5 gg)
Vie di ingresso:
bovino, ovi-caprini
suino
respiratoria (bassa dose infettante)
respiratoria (alta dose infettante) e/o digerente
ma principale generatore di aerosol infetto
Trasmissione:
contatto diretto e indiretto con animali infetti
prodotti animali contaminati
trasmission aerogena
Diffusione del virus nell’animale infetto:
prima replicazione nell’orofaringe (1-3 giorni prima di viremia e sintomi)
diffusione tramite circolo ematico (forse anche linfatico)
replicazione secondaria negli epiteli suqamosi stratificati cheratinizzati (e miocardio)
Escrezione: secreti/escreti (vescicole rotte, secrezioni lacrimali, saliva, feci, urina, latte)
fino a 4-5gg dalla comparsa di vescicole (comparsa Ab), eccetto liquido esofago.laringeo 5
Patogenesi
Persistenza del virus
Il virus può persistere oltre 28 gg (animali portatori) nell’oro-faringe dei
ruminanti
La durata della persistenza è specie dipendente:
Bovino fino a 3,5 anni
Ovino fino a 9 mesi
Capra fino a 4 mesi
Bufalo africano fino a 5 anni
L’escrezione virale è intermittente e il titolo è decrescente
ritrovamento del virus tramite campioni prelevati con probang
Importanza controversa
Trasmissione da portatore ad animale
suscettibile dimostrata solo nel bufalo
africano (Syncerus caffer)
Persistenza del virus nei selvatici
Sable antelope (Hippotragus niger) up to 28 days
Eland (Taurotragus oryx) up to 32 days
Wildebeest (Connochaetes taurinus) up to 45 days
Kudu (Tragelaphus strepsiceros)up to 160 days
Fallow deer (Dama dama) up to 77 days
Sika deer (Cervus nippon) up to 77 days
White-tailed deer (Odocoileus virginianus) up to 77 days
Emilia Romagna
Cervo (Cervus elaphus)
Daino (Dama dama)
Capriolo (Capreolus capreolus)
Cinghiale (Sus scrofa)
Escrezione di virus in quantità
paragonabili a pecora e bovino
(Gibbs et al., 1975)
Dopo le epidemie in Bulgaria (2011) e UK (2001), indagini sierologiche non
hanno evidenziato la persistenza del virus nella fauna selvatica
Sospetto di Afta nella fauna selvatica in ER
Art. 77.
Misure complementari di prevenzione e di controllo dell'afta epizootica
4. Se vi è conferma di un caso primario di afta epizootica negli animali selvatici, il
Ministero della salute, tramite il Centro nazionale di lotta di cui all'articolo 69:
a) dispone l'immediata applicazione delle misure di cui all'allegato XVIII, parte A, al
fine di ridurre la diffusione dell'epidemia ed elabora un piano per l'eradicazione
dell'afta epizootica in conformità delle disposizioni di cui all'allegato XVIII, parte B;
b) effettua un'idonea informazione del pubblico, con particolare attenzione ai
proprietari e detentori di animali di specie sensibili e ai cacciatori in merito alla
conferma del caso.
Prima della conferma parliamo di SOSPETTO
Sintomi clinici nelle specie domestiche
Febbre: spossatezza, depressione, anoressia, stato
generale scadente
Calo della produzione lattea
Scolo nasale (sieroso)
Vescicole:
Bocca (salivazione ± aumentata): ispezionare bene lingua, gengive,
labbra, narici
Piedi (±laminite): ispezionare cercine coronario, spazio interdigitale,
glomo del tallone, punti di pressione dell’arto (suino)
Mammelle
Letalità:
Giovani animali. Miocardite. Aborti
Sintomi clinici nei selvatici
I sintomi clinici nelle specie selvatiche in genere sono simili
La gravità della patologia varia in base ai sierotipi coinvolti e alle specie
coinvolte
da forme subcliniche (Syncerus caffer)
a forme altamente letali (Gazella gazella) (Oryx leucoryx) (Aepyceros
melampus)
Fauna selvatica ER?
Pochi studi sperimentali nel cinghiale e nei cervidi
Sintomi clinici nei selvatici
Feral pigs e suini domestici
Disegno sperimentale: inoculazione del virus e simulazione di infezione per esposizione
ad animali infetti
Risultati
I feral pigs si sono mostrati suscettbili a FMDV per inoculazione e per contatto sia
con maiali feral che con domestici.
Segni clinici tipici sono stati rialzo temporaneo della temperatura, laminite (100%),
e lesioni vescicolari nel cercine coronario, tallone, punta della lingua, margine del
labbro inferiore e grugno.
Le lesioni sul tallone apparivano come are rigonfie, morbide e pallide, difficili a
volte da evidenziare. Vocalizzazione, spesso notata nei maiali domestici nel
momento di carico sull’arto con lesioni, non è stata osservata nel feral pig.
In sintesi i segni clinici appaiono più tardi e sono più difficili da rilevare nel
feral pig rispetto al suino domestico.
Sospetto di Afta nella fauna selvatica in ER
Dove? Come? Chi?
Sintomatologia su animale vivo?
piloerezione (febbre), problemi locomotori (cifosi, zoppia, scarica il peso da
un arto all’altro, isolamento dal branco, riluttanza ad alzarsi, perdita
unghielli)
Cacciatore, personale gestione fauna
Lesioni su animale morto
Cacciatore, personale gestione fauna
Lesioni su animale abbattuto
Cacciatore, veterinario centro di lavorazione della
selvaggina
Diagnosi
Campioni per ricerca virale
(sorveglianza passiva)
Il primo caso di afta nell’epidemia in Bulgaria (2011) era un cinghiale
abbattuto durante la caccia con lesioni podali
Campioni dalle lesioni
È la fonte più ricca di virus, quindi campione di scelta per la diagnosi
Epitelio delle vescicole, liquido delle vescicole, miocardio
Campioni da animali senza lesioni
Con sintomatologia (febbre, laminite, depressione)
Sangue con anticoagulante per la ricerca virale
Probang e/o tamponi oro-nasali
Sorveglianza attiva?
EFSA 2012
Assessment of different monitoring strategies for early detection of FMD
incursion in a free wild boar population area: a simulation modelling approach
L’attività venatoria potrebbe essere utilizzata per la sorveglianza nelle aree di caccia,
specialmente al margine delle foresta e potrebbero essere una possibile opzione per
la sorveglianza
E’ stato sviluppato un modello matematico per valutare le performances, in termini di
rilevazione precoce, di diversi piani di campionamento in caso di incursione del virus
dell’afta in un’area con popolazioni di cinghiali libere da malattia.
Lo studio conclude ritenendo migliore un piano di campionamento statistico
distribuito nel corso dell’anno intero, piuttosto che un campionamento condotto nella
sola stagione venatoria.
Kit 1 AUSL
Kit 2 IZS
Normativa
D.Lvo 274 del 18 settembre 2006, che recepisce la Direttiva 2003/85/CE
Allegato XVIII
Misure in caso di conferma della presenza di afta epizootica negli animali selvatici
Istituzione di un gruppo di esperti a supporto dell’autorità
sanitaria
Istituzione di un’area di sorveglianza
Importanza dell’indagine epidemiologica per
capire l’entrata e l’evoluzione dell’epidemia
Datazione delle lesioni
Tenere presente che:
quando le vescicole si rompono, la guarigione è influenzata da diversi fattori, per cui è
possibile dare una stima dell’età delle lesioni. Tra 0 e 5 giorni è abbastanza accurata, con un
margine di errore di 1 giorno.
Giorno 1. Pallore dell’epitelio seguito dalla formazione vescicole piene di liquido
Giorno 2. Vescicole rotte di recente caratterizzate da fondo rosso, margini netti e
nessun deposito di fibrina
Giorno 3. Le lesioni iniziano a perdere la definizione dei margini ed il colore rosso
brillante. Inizio deposizione fibrina
Giorno 4. Considerevole deposito di fibrina e ricrescita dell’epitelio evidente alla
periferia delle lesioni
Giorno 7 Avvenuta formazione di tessuto cicatriziale e guarigione. Ancora presenti
alcuni depositidi fibrina
Nel suino si osservano le lesioni alle zampe
Lesioni localizzate solo al cercine coronario max 1 settimana
Poi procedono distalmente sull’unghiello di 1 mm a settimana
Datazione delle lesioni
1 giorno
3 giorni
2 giorni
4 giorni
Datazione delle lesioni
10 giorni
2 giorni
1 giorno
3 giorni
Conclusione
Opportunità offerte dalla fauna selvatica nella
sorveglianza dell’afta epizootica
-Informazione ulteriore per analisi del rischio
-Sentinelle per rilevazione precoce circolazione virale
Limiti
Cattura ed immobilizzazione; costi
Difficoltà di rilevazione di infezione in fauna selvatica
Necessità
Formazione
Consapevolezza del ruolo della fauna selvatica
nell’epidemiologia delle malattie infettive
LINKS
CERVES: http://www.izsler.it/izs_bs/s2magazine/index1.jsp?idPagina=231
DEFRA: http://www.defra.gov.uk/animalh/diseases/fmd/pdf/ageing-lesions.pdf
OIE: http://www.oie.int/fileadmin/Home/eng/Health_standards/tahm/2.01.05_FMD.pdf
European Commission: http://ec.europa.eu/food/animal/diseases/controlmeasures/fmd_en.htm