ESERCITAZIONE 11 • INTRODURRE IL CONCETTO DI SCARICA IN UN MATERIALE ISOLANTE ELETTRICO. • DESCRIVERE I MECCANISMI DELLA SCARICA NEGLI ISOLAMENTI GASSOSI E LIQUIDI. • TRATTARE I DIVERSI ASPETTI DELLA SCARICA NEI SOLIDI. • DISCUTERE I FATTORI CHE INFLUENZANO LA RIGIDITÀ DIELETTRICA DI UN ISOLAMENTO. • PRESENTARE IL FENOMENO DELLE SCARICHE PARZIALI ED INTRODURRE BREVEMENTE LE RELATIVE TECNICHE DI MISURA. LA SCARICA NEI MATERIALI ISOLANTI SCARICA IN UN MATERIALE ISOLANTE Se si aumenta progressivamente il valore della tensione V e quindi del campo elettrico E applicati al materiale isolante, si ha un progressivo aumento della conduzione. Superato un valore di soglia si produce una scarica disruptiva vale a dire un improvviso annullarsi delle proprietà dielettriche del materiale, che diventa praticamente conduttore. Riferendosi ad una configurazione di campo uniforme e ad uno spessore "d" del dielettrico si ha il campo di scarica: ES = VS/d spesso chiamato rigidità dielettrica del materiale (Fig. 11.1). VS d Figura 11.1 - Scarica in un isolamento elettrico Se terminata la scarica si ha il ripristino delle proprietà isolanti, il materiale si chiama autoripristinante. Il ripristino è possibile nei dielettrici fluidi (in particolare gassosi), anche se spesso con un progressivo peggioramento delle qualità isolanti del materiale. Non è invece possibile nei dielettrici solidi. Possono verificarsi anche scariche parziali, che interessano cioè solo una parte dello spessore dell’isolamento e che non provocano necessariamente scarica totale, pur danneggiando in generale l’isolamento (Fig. 11.2). 108 La tensione di scarica Vs e quindi la rigidità dielettrica Es sono proprietà del materiale il cui valore ha carattere non deterministico. La scarica infatti si verifica per la presenza di difetti (nei solidi) o di particelle conduttrici (nei gas e nei liquidi), ciò porta quindi ad una distribuzione statistica dei valori della tensione di scarica. Es è quindi rappresentato da un insieme di valori. Per la classificazione dei materiali si assume, in generale, il valore medio di tale insieme. Per limitare il rischio di scarica, il dimensionamento degli isolanti si effettua adottando valori di campo elettrico di servizio molto inferiori al minimo di tale insieme. V d Figura 11.2 - Scarica parziale in un isolamento elettrico La tensione di scarica, a parità di distanza elettrodica, diminuisce tanto più quanto più aumenta la disuniformità del campo elettrico. La rigidità dielettrica è definibile in campo uniforme oppure, con altre configurazioni elettrodiche, solo in modo convenzionale. SCARICA NEGLI ISOLANTI GASSOSI PER DESCRIVERE LA SCARICA NEI GAS SONO STATI SVILUPPATI DIVERSI MODELLI APPLICABILI A SECONDA DELLE DIVERSE CONFIGURAZIONI E DISTANZE ELETTRODICHE. RIFERIAMOCI AL MODELLO DI TOWNSEND APPLICABILE CON CAMPO COSTANTE NEL TEMPO, PER d< 10 mm. Considerando la caratteristica V - I possiamo distinguere tre zone: Zona I: la corrente è dovuta a cause esterne, base radioattiva o raggi cosmici che possono produrre cariche elettriche libere. All’aumentare del campo applicato aumenta il numero delle cariche che vengono raccolte dagli elettrodi (zona lineare). I I II III V Figura 11.3 - Caratteristica tensione - corrente per un isolamento gassoso 109 Zona II: in questa zona il campo elettrico è sufficientemente elevato da raccogliere sugli elettrodi tutte le cariche generate da cause esterne, ma troppo basso da generare nel gas ionizzazione per collisione. si ha quindi un tratto della caratteristica praticamente orizzontale. Zona III: è la cosiddetta regione di Townsend, dove gli elettroni vengono sufficientemente accelerati dal campo elettrico da produrre ionizzazione per collisione anelastica e quindi una valanga elettronica a sua volta in grado di generare elettroni e valanghe secondarie che portano ad una scarica totale. CURVA DI PASCHEN In campo uniforme è stata proposta e sperimentalmente verificata una relazione del tipo VS = Kpd con d = distanza fra gli elettrodi p = pressione del gas In realtà si ha l’andamento riportato in fig.11.4, che solo per valori relativamente elevati del prodotto pd può essere considerato lineare. Per qualsiasi tipo di gas la curva di Paschen mostra un minimo. Per pressioni di alcuni bar si possono avere scostamenti dalla legge di Paschen dovuti alla rugosità degli elettrodi. Per un intervallo interelettrodico d, se, partendo da pressione atmosferica, si aumenta la pressione, aumenta la densità, diminuisce il libero cammino medio, aumenta la probabilità di urto, ma diminuisce l'energia conferita dal campo elettrico ad un elettrone. Diminuisce la probabilità di ionizzazione ed aumentaVs. A pressione molto bassa la densità del gas è modesta e benché il libero cammino medio sia elevato e quindi l'energia conferita dal campo elettrico ad un elettrone sia elevata, la probabilità di urto è modesta e la ionizzazione complessiva è molto limitata esVè elevata. In situazioni di pressione e di densità intermedia si avrà` un minimo di s. V Come riferimento, in campo uniforme si ha con p = 1 bar e d = 10 mm: ARIA SF6 ES = 3 kV/mm ES = 9 kV/mm Ogni gas ha una sua diversa curva di Paschen. In campo non uniforme si ha una tensione di innesco Vsi delle scariche parziali che possono condurre alla scarica totale o a fenomeni di effetto corona. VS pd Figura 11.4 - Caratteristica tensione - corrente per un isolamento gassoso 110 SCARICA SU LUNGHE DISTANZE Per d > 10 mm è necessario ammettere che la carica spaziale prodotta dalla valanga elettronica produca distorsioni di campo tali da creare ulteriori valanghe in un processo cumulativo. Inoltre possono crearsi ioni positivi (o negativi) più lenti degli elettroni. Ciò può portare alla formazione di un canale di scaricae quindi alla scarica totale. CAMPO APPLICATO _ ____ + +_ _ _ _ _ + + + + + + + + +_ _ _ _ ++ _ _ + Figura 11.5 - Caratteristica tensione - corrente per un isolamento gassoso SCARICA NEGLI ISOLANTI LIQUIDI Lo studio della scarica nei liquidi è particolarmente complesso. In liquidi molto puri si può adottare un modello tipo quello dei gas. La presenza di fenomeni di elettrofluodinamica (microvortici dovuti al campo elettrico) e la presenza di polarizzazione interfacciale contribuiscono, peraltro, ad aumentare le difficoltà di studio dei fenomeni di scarica negli isolamenti liquidi. Per liquidi di interesse tecnico non è possibile pensare di averli in servizio esenti da impurità, cosa che è invece ragionevole ritenere per componenti blindati in gas. Perciò il principale fattore di influenza su Es, nell'ambito delle applicazioni tecniche, è costituito dalla presenza inevitabile di impurità solide o di bollicine gassose. PRESENZA DI IMPURITÀ Si possono avere gas disciolti nel liquido, bollicine di gas, particelle d'acqua, impurità solide isolanti o conduttrici. La rigidità effettiva di un liquido è quindi un valore limite non raggiungibile non essendo possibile eliminare le impurità, che sotto l'azione del campo elettrico, possono formare ponti tra gli elettrodi, che fungono da vie preferenziali di scarica. CONCENTRAZIONI LOCALI DI CAMPO ELETTRICO La rugosità superficiale degli elettrodi implica la presenza di micropunte. Nelle immediate vicinanze di queste micropunte il campo elettrico può essere fino a 100-200 volte maggiore che nelle regioni normali. Si possono avere allora microscariche, che danno origine a bollicine o particelle solide per decomposizione o vaporizzazione locale del liquido. 111 Le micropunte, inoltre, se viene superato il potere di estrazione degli elettrodi metallici, possono fungere da microiniettori di elettroni. La presenza di barriere solide anche porose può aumentare sensibilmente Vs, mentre la presenza di acqua porta ad una sensibile riduzione della rigidità dielettrica e può produrre invecchiamento accelerato. LA SCARICA NEI SOLIDI • • • • • SCARICA NEGLI ISOLANTI SOLIDI FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALLA SCARICA NEGLI ISOLAMENTI SOLIDI: PROCESSI DI RIMOZIONE E GENERAZIONE DI ELETTRONI. RISCALDAMENTO DOVUTO ALLE CORRENTI DI PRESCARICA ED ALLE PERDITE DIELETTRICHE. AZIONI MECCANICHE PRODOTTE DALLE CARICHE SUL DIELETTRICO. ARBORESCENZA (TREEING) CAUSATA DA: – SCARICHE NELLA ZONA DEGLI ELETTRODI. – SCARICHE IN VACUOLI GASSOSI. – CONCENTRAZIONI DI CAMPO IN PICCOLE INCLUSIONI CONDUTTRICI O IN CORRISPONDENZA DI BORDI TAGLIENTI DEGLI ELETTRODI. REAZIONI ELETTROCHIMICHE CON L’AMBIENTE CIRCOSTANTE. ANCHE SE TUTTI I FENOMENI ELENCATI SONO CONTEMPORANEAMENTE PRESENTI, PARTICOLARI CONDIZIONI DI SERVIZIO POSSONO ESALTARNE ALCUNI A SCAPITO DI ALTRI, PRODUCENDO TIPOLOGIE DI SCARICA DIVERSE FRA LORO E BEN CARATTERIZZATE. SCARICA TERMICA È IL TIPO DI SCARICA PIÙ FREQUENTE NEI CASI PRATICI. SI PUÒ VERIFICARE PER EFFETTO DEL RISCALDAMENTO DELL’ISOLAMENTO PER CONDUZIONE IN CORRENTE CONTINUA. PER LE PERDITE PER POLARIZZAZIONE AGGIUNTE A QUELLE PER CONDUZIONE IN CORRENTE ALTERNATA. P P = kθ E > EC E = EC E < EC P = γE2V θ Figura 11.6 - Scarica per instabilità termica IN CORRENTE ALTERNATA IL RISCALDAMENTO DELL’ISOLAMENTO HA LE SEGUENTI CAUSE PRINCIPALI: 112 • PERDITE PER CONDUZIONE. • PERDITE PER POLARIZZAZIONE, CHE IN GENERALE AUMENTANO CON LA TEMPERATURA. • SCARICHE PARZIALI INTERNE E SUPERFICIALI. AL CRESCERE DEL CAMPO ELETTRICO E AUMENTANO LE PERDITE. AL DISOPRA DI UN VALORE CRITICO Ec, A CUI CORRISPONDE UNA TEMPERATURA CRITICA qc, LE PERDITE CRESCONO PIÙ RAPIDAMENTE DI QUANTO VENGANO SMALTITE, SI HA, IN UNA ZONA LIMITATA DELL’ISOLAMENTO, INSTABILITÀ TERMICA E LA CREAZIONE DI UN CANALE DI SCARICA. All’aumentare dello spessore del dielettrico aumentano le perdite per unità di superficie da smaltire e quindi diminuisce il campo critico. La rigidità dielettrica diminuisce mentre la tensione di scarica aumenta meno che linearmente con lo spessore d. P EC γ EC2Sd = kθC Ec = d θC θ K1 d Figura 11.7 - Influenza dello spessore sulla rigidità dielettrica 80 70 60 50 Ec (kV/mm) 40 Vs (kV) 30 20 10 0 0 2 4 6 Figura 11.8 - Rigidità dielettrica e tensione di scarica per una resina epossidica caricata con quarzo in funzione dello spessore È IMPORTANTE OSSERVARE CHE QUALUNQUE FENOMENO DI SCARICA, IN TUTTI I TIPI DI ISOLAMENTO, È SEMPRE LOCALIZZATO IN UN VOLUME RISTRETTO DEL MATERIALE DOVE SI REALIZZANO LE CONDIZIONI PER LA PERFORAZIONE TEMPORANEA O PERMANENTE DELL’ISOLANTE. 113 RIGIDITÀ DIELETTRICA INTRINSECA PER LO STABILIRSI DELL’INSTABILITÀ TERMICA OCCORRE UN CERTO TEMPO FRA L’APPLICAZIONE DI E E LA SCARICA. IL VALORE TEORICO DI EC, PER TEMPI BREVI (ms) RISULTA MOLTO SUPERIORE AL VALORE MISURATO. ENTRANO CIOÈ IN GIOCO I PROCESSI DI RIMOZIONE E GENERAZIONE DI ELETTRONI (SCARICA ELETTRONICA O INTRINSECA). Ec (kV/mm) 1 VALORE TEORICO 2 VALORE MISURATO 1 2 t (s) Figura 11.8 - Rigidità dielettrica in un solido in funzione del tempo di scarica IL VALORE DELLA RIGIDITÀ DIELETTRICA DI UN MATERIALE ISOLANTE DOVUTO SOLO A RIMOZIONE O GENERAZIONE DI ELETTRONI OTTENUTO PRESCINDENDO DA ALTRI EFFETTI , SI CHIAMA RIGIDITÀ DIELETTRICA INTRINSECA E COSTITUISCE UN VALORE LIMITE DIFFICILMENTE RAGGIUNGIBILE PER VIA SPERIMENTALE. CONSIDERIAMO ORA I FATTORI CHE INFLUENZANO LA TENSIONE DI SCARICA (O LA RIGIDITÀ DIELETTRICA) DI UN MATERIALE ISOLANTE. FORMA DEGLI ELETTRODI • La tensione di scarica dipende dalla configurazione del campo elettrico che si stabilisce nel mezzo isolante. • Tale configurazione è legata alla forma degli elettrodi che costituiscono le superfici equipotenziali ai bordi dell’isolamento. • La rigidità dielettrica è definibile solo in campo uniforme o con configurazioni elettrodiche convenzionali. Figura 11.9 - Configurazioni elettrodiche per prove rigidità dielettrica in un solido 114 TIPO DI TENSIONE APPLICATA • TENSIONE CONTINUA: – PRODUCE SOLLECITAZIONE MECCANICA DI COMPRESSIONE E POSSIBILI FENOMENI ELETTROCHIMICI. – SI HA RISCALDAMENTO PER CONDUZIONE • TENSIONE IMPULSIVA: – IN FUNZIONE DELLA DURATA, MINIMIZZA I FENOMENI DI INVECCHIAMENTO ED IL RISCALDAMENTO DEL DIELETTRICO. V (kV) tf = 1,2 µ s V max tc = 50 µ s tf t c t ( µ s) Figura 11.10 - Impulso di tensione normalizzato V (kV) Vmax tf t c t (µs) Figura 11.11 - Impulso di tensione troncato sul fronte di cresta l TENSIONE ALTERNATIVA SINUSOIDALE: – SI HANNO EFFETTI TERMICI CHE DIPENDONO DAL VALORE DI Tg d (IN PARTICOLARE PER SOLIDI E LIQUIDI). – RENDE MASSIMO L’EFFETTO DELLE SCARICHE PARZIALI E DEL TREEING. – SI HA FATICA ELETTRICA CHE CRESCE, A PARITÀ DI TEMPO DI APPLICAZIONE DELLA TENSIONE, AL CRESCERE DELLA FREQUENZA. VA INOLTRE PUNTUALIZZATO L’EFFETTO DEL FATTORE TEMPO, CHE, SPECIE IN A.C. PUÒ PORTARE A PERFORAZIONE DELL’ISOLAMENTO, ANCHE DOPO MIGLIAIA DI ORE DI APPLICAZIONE DELLA TENSIONE, CON VALORI DI CAMPO ELETTRICO MOLTO INFERIORI RISPETTO AI VALORI CHE PROVOCANO LA SCARICA “ISTANTANEA”. 115 lnE ES lnt Figura 11.12 - Campo di perforazione di un isolamento solido in funzione del tempo TEMPERATURA L’aumento della temperatura ha in generale l’effetto di aumentare le perdite nell’isolamento e abbassare il livello della scarica termica. Fino a 50 - 60 °C può invece aumentare il livello di tensione della scarica di origine elettronica, al disopra la tensione di scarica decresce rapidamente. In generale le caratteristiche del materiale cambiano con la temperatura e ciò influisce sulla rigidità dielettrica. Le precedenti considerazioni portano a concludere che la misura della rigidità dielettrica è una prova convenzionale per la quale bisogna fissare: • Forma e posizione degli elettrodi. • Tipo e modalità di applicazione della tensione di prova. • Condizioni ambientali della prova. • Condizioni dell’isolamento in prova. SCARICHE PARZIALI ED ARBORESCENZA SCARICHE PARZIALI In presenza di inclusioni gassose, di delaminazioni nell’isolamento o di elettrodi con interspazi gassosi possono verificarsi scariche parziali, che interessano cioè solo una parte dello spessore dell’isolamento e che non provocano scarica totale, ma producono invecchiamento del materiale isolante. Il vacuolo o la lamina gassosa costituisce uno strato isolante in serie all’isolamento solido o liquido con costante dielettrica praticamente pari ad 1 cioè inferiore a quella di qualunque isolante non gassoso. Questo fatto unitamente al valore della rigidità dielettrica di solito inferiore per il gas, rispetto ai liquidi ed ai solidi, porta alla scarica nell’interspazio gassoso. 116 V d V V d d Figura 11.13 - Esempi di scariche parziali interne Figura 11.14 - Esempi di scariche parziali superficiali a V b c c V Vc a b Figura 11.15 - Schematizzazione di un isolamento con vacuolo 117 RELAZIONI PRINCIPALI RELATIVE ALLE SCARICHE PARZIALI Cominciamo col determinare le capacità del sistema. La capacità a"," "b" e "c" risultano: S−s D s b=ε D−d a=ε c = ε0 s d in cui S rappresenta la sezione totale, s la seione del vacuolo, D la distanza totale tra gli elettrodi ed infine d l'altezza del vacuolo. Dato che: S 〉〉 s ed anche: D〉〉 d si può scrivere: S a≅ε D s b≅ε D e quindi: a S ≅ ε ⇒ a 〉〉 b b s inoltre: c ε0D ≅ ⇒c 〉 b b εd purchè ε 〉 ε 0 e D 〉〉 d La tensione di scarica ai capi del vacuolo (condensatorec") " è data dal partitore di tensione: Vc = b V a+b e dalle relazioni ottenute, essa risulta: b Vc ≈ V 〈〈 V c si osservi però che il campo nel vacuolo è maggiore che nel materiale dielettrico e sostituendo l'espressione di "b" e "c" nell'equazione: Vc ≈ εd V ε ε ε V ⇒ Ec = c ≈ V= ED= E〈 E ε0D d ε0D ε0 D ε0 dove E rappresenta il campo nel materiale dielettrico. Si è quindi determinato che nel vacuolo esiste un campo maggiore, inoltre occorre osservare che nel vacuolo è presente l'aria che ha generalmente rigidità dielettrica più bassa rispetto al materiale dielettrico. 118 In corrente alternata il numero delle scariche parziali nell’unità di tempo e quindi l’entità del danno prodotto, dipende dalla frequenza di alimentazione. In corrente continua la frequenza di ripetizione degli impulsi prodotti dalle scariche parziali dipende dalla resistività delle pareti del vacuolo attraverso le quali si dissipa la carica trsferita dal singolo impulso v Vc + ∆ Vc - ∆ Vc i Figura 11.16 - Scariche parziali in corrente alternata Fbt Fat campione Cr lato BT lato AT Zm A M Figura 11.17 - Circuito per la rilevazione delle scariche parziali ARBORESCENZA ELETTRICA SE NELL’ISOLAMENTO SI HANNO LOCALIZZAZIONI DI CAMPI ELETTRICI FORTEMENTE DIVERGENTI IN TALI ZONE PUÒ INIZIARE UN CANALE DI SCARICA CHE, AL PERMANERE DELLA TENSIONE APPLICATA O PER SUCCESSIVE APPLICAZIONI DI IMPULSI DI TENSIONE PUÒ SVILUPPARSI FINO ALLA SCARICA. I MECCANISMI DI GENERAZIONE E SVILUPPO DELL’ARBORESCENZA ELETTRICA E DELLA CONFIGURAZIONE DEI CANALI DI SCARICA VARIANO A SECONDA DEL MATERIALE CHE PUÒ ESSERE LIQUIDO O SOLIDO, ED IN QUEST’ULTIMO CASO TERMOPLASTICO, ELASTOMERICO O TERMOINDURENTE. 119