SCARICHE PARZIALI IN CORRENTE CONTINUA A. Imburgia, A. Madonia, P. Romano, G. Schettino, F. Viola DEIM - Dipartimento di Energia, Ingegneria dell’Informazione e modelli Matematici, Università degli Studi di Palermo Viale delle Scienze, Edificio 9, 90128 Palermo, [email protected] Parole chiave: Partial discharge, DC stress, HVDC. Il fenomeno delle scariche parziali definito dalla norma IEC 60270 come “scariche elettriche locali che interessano solo una parte del dielettrico esistente tra due conduttori” è stato oggetto di studio da parte di molti ricercatori in tutto il mondo. Considerando che i sistemi in alta tensione, sono principalmente eserciti in corrente alternata (AC), il suddetto fenomeno è stato ben investigato con questo tipo di sollecitazione. Oggi si assiste ad una trasformazione delle reti e molti dei sistemi di trasmissione dell’energia elettrica vengono realizzati in corrente continua (DC) in virtù dei vantaggi che questa comporta, per determinate applicazioni, rispetto alla corrente alternata [1]. Il fenomeno delle scariche parziali è iniziato quindi ad essere studiato anche con sollecitazioni aventi forme d’onda costanti nel tempo, ma i risultati non sono ancora oggi abbastanza soddisfacenti. Lo studio del fenomeno delle scariche parziali in DC è stato affrontato a partire dalla conoscenza del fenomeno in AC. Le scariche parziali, per entrambe le tipologie di alimentazione, si innescano quando il gradiente di campo elettrico in corrispondenza del difetto supera il valore di rigidità dielettrica del gas inglobato e in seguito al manifestarsi della disponibilità degli elettroni alla scarica. La differenza tra il fenomeno di scarica in AC e in DC è dovuta essenzialmente alla forma della tensione. In DC, essendo il campo elettrico costante con linee di forza sempre nella stessa direzione, gli elettroni si spostano sempre nello stesso verso. Ciò comporta che, in seguito ad una scarica parziale, gli elettroni si portano sulla superficie anodica del difetto dando origine ad una distribuzione di carica tale da ridurre il campo elettrico locale e quindi a far cessare l’attività di scarica. Affinché si manifesti una successiva scarica parziale è necessario che sulla superficie catodica del difetto si accumuli una certa quantità di carica tale da far innalzare nuovamente il campo elettrico a valori superiori a quelli della rigidità dielettrica dell’aria. Per tale motivo, nel caso DC, trascorrerà un tempo elevato tra una scarica e la successiva. In AC invece, il processo di scarica è molto più intenso in quanto all’interno del difetto, nell’istante successivo alla scarica parziale, il campo elettrico riprende a crescere seguendo la tensione di alimentazione. In tal modo, rispetto alla DC, viene maggiormente soddisfatta la condizione di superamento della rigidità dielettrica da parte del campo elettrico locale, ma anche la condizione di disponibilità degli elettroni, in quanto, non appena si ha l’inversione di polarità della tensione applicata, le cariche intrappolate saranno subito disponibili per l’emissione nel senso opposto, dando luogo ad una successiva scarica parziale. La parte preliminare dello studio si è focalizzata sulla modellazione del fenomeno in AC attraverso un modello realizzato in Simulink. Il modello descrive il comportamento delle scariche parziali nel caso in cui una bolla d’aria sia presente all’interno di un dielettrico solido. È stata implementata sia la condizione deterministica, ovvero, superamento della rigidità dielettrica da parte del campo elettrico locale, che probabilistica la quale tiene anche conto della disponibilità degli elettroni alla scarica [2, 3]. Il passo successivo è stato quello di modificare il modello sopradescritto al fine di simulare il fenomeno delle scariche parziali in DC. Per tale scopo le modifiche sostanziali sono state effettuate nella parte riguardante il sistema di alimentazione. Si è ritenuto opportuno passare in maniera graduale dal caso di sollecitazione AC a quello DC alimentando il sistema inizialmente con un raddrizzatore a singola semionda e successivamente con uno a doppia semionda. È stato inoltre inserito un filtro capacitivo, a valle del raddrizzatore a singola semionda, al fine di avere una tensione di alimentazione del sistema molto vicina al caso reale di una alimentazione in DC. I risultati delle simulazioni, effettuate con una tensione di alimentazione pari a 25 kV, non si discostano molto da quelli attesi, infatti, la quantità di scariche parziali si riduce nel passaggio da alimentazione con raddrizzatore a doppia semionda (figura 1a) a quella con raddrizzatore a singola semionda (figura 1b). Fig. 1: Andamento della tensione applicata (in vede) e della tensione ai capi della cavità (in rosso); a) alimentazione con raddrizzatore a doppia semionda, b) alimentazione con raddrizzatore a singola semionda. Inserendo un filtro capacitivo a valle della sorgente di alimentazione, in modo tale da rendere maggiormente costante la tensione applicata al provino in esame, è possibile notare, rispetto ai casi precedenti, un ulteriore riduzione delle scariche parziali, figura 2. Fig. 2: Andamento della tensione applicata (in vede) e della tensione ai capi della cavità (in rosso) mediante alimentazione con filtro capacitivo Gli andamenti delle tensioni di scarica confermano, come descritto precedentemente, che il tasso di ripetitività delle scariche parziali con sollecitazione prossima al caso in DC risulta nettamente inferiore rispetto a quello in AC. BIBLIOGRAFIA 1. 2. 3. Salah Khalil, M; “International Research and Development Trends and Problems of HVDC Cables with Polymeric Insulation”, IEEE Electrical Insulation Magazine, Vol. 13, N. 6, pp. 35-47, 1997. Di Silvestre, M. L.; Miceli, R; Romano P; Viola, F; "Simplified hybrid PD model in voids: Pattern validation," Power Engineering, Energy and Electrical Drives (POWERENG), 2013 Fourth International Conference on, Istanbul, 2013, pp. 1807-1813. Ala, G; Candela, R; Romano, P; Viola, F; "Simplified hybrid PD model in voids," Diagnostics for Electric Machines, Power Electronics & Drives (SDEMPED), 2011 IEEE International Symposium on, Bologna, 2011, pp. 451-455.