Lorenzo Davide Eterno mat. 865837 Analisi dei meccanismi di scudo magnetico su pianeti terrestri non magnetici: Venere e Marte INTRODUZIONE Esistono nel Sistema Solare, esempi di pianeti il cui nucleo si è spento, sono quindi privi di una magnetosfera che possa proteggere l'atmosfera planetaria. Questa relazione prende in considerazione due tra questi pianeti, Venere e Marte, confrontando le interazioni tra le rispettive atmosfere ed il vento solare. Effetti del campo magnetico planetario sul La Luna, non possedendo nessun tipo di campo moto del vento solare. magnetico, non causa nessuna deviazione nel moto delle particelle, che quindi raggiungono Il vento Solare emesso dalla stella, attraversa lo direttamente la superficie lunare dove quindi spazio del Sistema Solare come un flusso di vengono assorbite. plasma carico. Il flusso carico può essere quindi assorbito da un corpo solido non carico col quale sia venuto in contatto o procedere al di la del sistema solare. Incontrando, invece, un corpo carico sul proprio percorso, il flusso subisce una deflessione prima di continuare il proprio percorso. Lo studio del moto del vento solare una volta incontrato un ostacolo carico ha permesso di giustificare la presenza di elementi che agiscono come scudo magnetico anche a livello di pianeti terrestri non magnetici quali Marte e Venere. La magnetosfera, generata dalla geodinamo terrestre agisce come ostacolo nel moto del vento solare; avvicinandosi alla magnetosfera, a circa 60.000 km dalla superficie planetaria, il flusso solare devia la propria traiettoria, generando una "bow wave", un’onda di particelle che si spostano ad arco attorno al pianeta; tale arco ha come vertice il punto di contatto tra vento solare e magnetosfera. Spreiter nel lavoro del 1970 studia i moti delle particelle trasportate del vento solare in presenza di un ostacolo, nello stesso lavoro l'autore analizza le conseguenze dell’interazione tra vento solare e Luna, Venere e Marte. Speiner et al. Bow waves, dall'alto marte-venere, luna e Terra Nel caso di Venere e Marte, si osserva un fenomeno diverso: il vento solare inizia a deflettere alla distanza di 500 km dalla superficie di Venere ed150 km su Marte, secondo una traiettoria ad arco; L'assenza di campo magnetico avrebbe invece suggerito un modello di interazione simile a quello vento mantenendola in una quota di equilibrio solare - Luna. sufficientemente alta da impedire parte dell’abrasione atmosferica. L'azione di deflessione subita dalle particelle del Tuttavia ne su Marte ne su Venere questo flusso solare suggerisce la presenza di un campo meccanismo riesce ad impedire completamente carico in grado di porsi come ostacolo al vento il fenomeno di abrasione; infatti le ipotesi solare. Tale campo, nel caso di Venere e Marte è formulate inizialmente secondo le quali la costituito dalla ionosfera. ionosfera di venere potesse schermare La ionosfera, carica, induce la deviazione del completamente l'atmosfera del pianeta sono state moto del vento solare in maniera analoga a smente dalle analisi dei dati ricavati durante la quella osservabile nell’interazione tra missione Venus Express (Zhang et al. 2007) , magnetosfera e vento solare. che dimostrano come durante il minimo di La deviazione impedisce l’interazione diretta attività solare la ionosfera riesca comunque a vento solare ed atmosfera del pianeta. caricarsi, ed a deflettere il flusso solare, ma non sia comunque in grado di impedire totalmente l'abrasione atmosferica nonostante il flusso Effetti dell'erosione solare sull'atmosfera di solare fosse meno intenso. Nel caso dell’atmosfera di Marte, la densità Marte e Venere. degli ioni presenti nella ionosfera non consente L’azione della ionosfera tuttavia non ha alla ionopausa di raggiungere altitudini superiori impedito l’erosione di parte dell’atmosfera di ai 150 km, quota insufficiente alla schermatura dell'atmosfera. questi pianeti. La ionosfera interagisce con il plasma trasportato dal vento solare e con le cariche del vento stesso; la ionosfera viene caricata dall’energia fornita dal vento, in maniera proporzionale agli ioni in essa contenuti soprattutto CO+ NO2+, C+, and N +O+, H + e O2 + (Taylor et al, 1980) (McElroy et al. 1977), e quindi divenendo in grado di porsi come ostacolo tra il vento solare e l’atmosfera planetaria sottostante. La possibilità di abradere ioni atmosferici dipende quindi dall’equilibrio tra la carica della Luhann, Conseguenze del prelievo ionico ionosfera e l’intensità del vento solare: a forte intensità il vento carica in maniera importante la ionosfera, e, nello stesso tempo, la comprime in Osservazioni sulla composizione della scia direzione della superficie del pianeta. Tuttavia la Ionosfera, acquisendo cariche dal vento solare, planetaria (planetary tail) dei pianeti e delle diviene in grado di defletterne il flusso e quindi particelle trasportate dal vento solare nel bow limitare lo scendere di quota della Ionopausa shock hanno evidenziato la presenza di acqua , (definito così il punto in cui la ionosfera ioni ossigeno ed idrogeno, (Luhmann et al. determina la deflessione del vento solare), 1991); il vento solare asporta principalmente atomi di ossigeno localizzati nella ionosfera e nella exosfera, mentre il prelievo di ioni idrogeno risulta inferiore, a causa della loro localizzazione in atmosfera durante il periodo diurno (Taylor 1980). -Taylor,1980; triangoli O2, Punti neri O+, Cerchi vuoti H2 L'abrasione giornaliera del' ossigeno risulta relativamente limitata, anche grazie all'azione presenza della ionosfera; tuttavia questi eventi abrasivi anno sicuramente influito pesantemente sull'evoluzione atmosferica dei pianeti non magnetici. Sicuramente le prove e tracce di acqua liquida su Marte (Farmer 1976) dimostrano come un tempo l'atmosfera fosse protetta da un campo magnetico generato in maniera analoga a quello terrestre, tuttavia dopo l'estinzione del core planetario, l'erosione da parte del vento solare ha depauperato quasi completamente l'atmosfera del pianeta di ioni ossigeno ed idrogeno. L'atmosfera di Venere ha subito un processo simile, sebbene la sua atmosfera fosse radicalmente diversa da quella sia di Marte che della Terra, con concentrazioni di azoto molto maggiori e una composizione simile a quella della nebula solare originaria (Cameron 1963). Commento: importanza dell'interazione tra vento e componenti atmosferiche nel contesto di un pianeta abitabile. A fronte di quanto riportato sopra, si può osservare quanto l'interazione tra atmosfera planetaria e energia del flusso solare sia fondamentale per comprendere tutte le fasi evolutive di un pianeta. Comprendere non solo le dinamiche tra scudo magnetico e flusso solare, ma le interazioni tra questo e tutte le zone dell'atmosfera può fornire informazioni importanti anche riguardo al pianeta Terra. É noto infatti che il campo magnetico ha preservato quasi nella sua interezza la composizione atmosferica, tuttavia non si possono ignorare gli effetti, anche infinitesimali che il flusso solare ha avuto sulle concentrazioni ioniche atmosferiche. Le implicazioni dell'esistenza di un effettiva atmosfera anche in pianeti non necessariamente magnetici apre la strada ad ulteriori ricerche nel campo astronomico, probabilmente è possibile ritrovare pianeti con ionosfere terrestri ancor più cariche, o con distanze ed esposizioni dalla stella che consentono un mantenimento più duraturo delle concentrazioni di acqua ed ossigeno, anche dopo lo spegnimento del core planetario, o in presenza di uno scudo magnetico estremamente debole. E' logico che la ricerca sia agli albori, data la massa relativamente minuta di dati che i tre pianeti terrestri analizzati possono fornire in questo senso, tuttavia ulteriori indagini di natura geologica più che atmosferica, sulle superfici di Venere e Marte potrebbero rivelare ancora molto riguardo all'evoluzione di questi pianeti. Bibliografia A. G. W. Cameron: The Origin of the Atmospheres of Venus and the Earth A. G. W. Cameron. Icarus No 2, Pg 249-257, 1963 A. J. Watson et Al.: The Dynamics of a Rapidly Escaping Atmosphere: Applications to the Evolution of Earth and Venus. Icarus, No. 48, Pg. 150-166, 1981 C. B. Farmer: Liquid Water on Mars. Icarus No. 28, Pg 279-289, 1976 D. J. Stevenson: Photochemistry and Evolution of Mars' Atmosphere: A Viking Perspective. Nature, Vol 412, 12 July 2001 H. A. Taylor et Al.: Global Observations of the Composition and Dynamics of the Ionosphere of Venus: Implications for the Solar Wind Interaction. Journal Of Geophysical Research Vol. 85, No. AI3, Pg. 7765-7777, December 30, 1980 M. B. Mcelroy et al.: Photochemistry and Evolution of Mars' Atmosphere: A Viking Perspective. Journal Of Geophysical Research Vol. 82, No. 28 , September 30, 1977 M. H. Acuña et al.: Magnetic Field and Plasma Observations at Mars: Initial Results of the Mars Global Surveyor Mission. Science No.1676 pg. 279, 1998 R. L. Levin: Liquid water on Mars. Instruments, Methods, and Missions for Astrobiology VII, Proceedings of SPIE Vol. 5163 S. I. Rasoo: The Runaway Greenhouse and the Accumulation of CO2 in Venus Atmosphere. Nature Vol. 226 June 13, 1970 T. L. Zhang et Al.: Magnetic field investigation of the Venus plasma environment: Expected new results from Venus Express. Planetary and Space L. H. Brace et Al: The Dynamic Behavior of the Science, No 54, Pg. 1336–1343, 2006 Venus Ionosphere in Response to Solar Wind Interactions. Journal Of Geophysical Research T. L. Zhang et Al.: Little or no solar wind enters Vol. 85, No AI3, Pg. 7663-7678 December 30, Venus’ atmosphere at solar minimum. Nature, 1980 Vol .450, 29 November 2007 J. F. Kasting, J.B. Pollak: Loss of Water from Venus. I. Hydrodynamic Escape of Hydrogen. Icarus No. 53, Pg 479-508, 1983 J. G. Luhmann, J. U. Kozyra: Dayside Pickup Oxygen Ion Precipitation At Venus And Mars; Spatial Distributions, Energy Deposition And Consequences. Journal Of Geophysical Research Vol. 96, No. A4, Pages 5457-5467A, April 1, 1991 J. R. Spreiter et Al.: Solar Wind Flow Past Nonmagnetic Planets-Venus And Mars. Planet. Space Sci, Vol. 18, pg. 1281-1299, 1970