2015 Diagnostic Update Herpesvirus equino 1 e 4 (EHV-1/EHV-4) L‘EHV-1 e l‘EHV-4 sono virus ubiquitari con DNA a doppio filamento, appartenenti alla famiglia degli Alfaherpesvirinae. La caratteristica di questi virus è la capacità di provocare un‘infezione che permane per tutta la vita (stato di portatore sano). Nei cavalli con infezione latente il virus si può riattivare e diffondere nell’organismo, provocando o no conseguente sintomatologia clinica. Entrambi i tipi di Herpesvirus causano tre manifestazioni cliniche principali: rinopolmonite, aborto tardivo/ morte neonatale e mieloencefalopatia. L‘EHV-4 è responsabile principalmente di patologie delle prime vie respiratorie nei cavalli giovani, mentre l‘EHV-1 causa prevalentemente rinopolmonite, aborto e mieloencefalopatia. del trigemino che dura tutta la vita del cavallo. I cavalli con infezione latente svolgono un ruolo importante nell‘epidemiologia delle infezioni da EHV-1 e EHV-4. Nelle situazioni stressanti, come il trasporto, le malattie e lo svezzamento, questi animali possono andare incontro a una riattivazione del virus, che si diffonde nell‘ambiente causando l’insorgenza della sintomatologia clinica senza alcuna introduzione di nuovi cavalli nel gruppo. È importante notare che il virus può essere diffuso sia da cavalli che manifestano segni clinici della malattia sia da cavalli asintomatici. Il virus si diffonde per un periodo fino a 2-3 settimane dopo l‘infezione o la riattivazione. Nei casi di malattia neurologica da EHV-1 la disseminazione del virus può avvenire per un periodo ancora più lungo. Si stima che la sopravvivenza del virus nell‘ambiente sia di circa 14 giorni. Il virus è stato isolato anche nel seme di stalloni clinicamente sani; sebbene la trasmissione attraverso il seme non sia stata documentata, gli stalloni infetti in fase attiva possono avere edema scrotale, seme di scarsa qualità e assenza di libido. In seguito all‘infezione, l‘immunità è di breve durata (3-5 mesi). In questo periodo i cavalli non disseminano il virus e non compare viremia in seguito a un nuovo contatto con il virus. Sintomatologia respiratoria Patogenesi L‘infezione si sviluppa mediante inalazione delle particelle virali o per contatto con tessuti contaminati (ad es, materiale abortivo), saliva, scolo nasale e oculare e probabilmente feci derivanti da animali portatori del virus e da cavalli con infezione subclinica attiva o con sintomi clinici evidenti. L‘infezione può diffondersi tramite le mani e gli oggetti contaminati (acqua, secchi per l‘alimentazione). In seguito all‘inalazione, il virus si replica nelle cellule epiteliali delle prime vie respiratorie, causandone la morte e quindi l‘erosione dell‘epitelio. Il virus si diffonde da una cellula all‘altra e raggiunge i linfonodi associati al tratto respiratorio entro 24-48 ore dal contagio. Una volta infettati i leucociti, si sviluppa una viremia per via leucocitaria che è responsabile della diffusione sistemica del virus fino al sistema nervoso centrale (SNC), all‘utero gravido e ad altri tessuti. La viremia persiste per almeno una settimana e a causa del suo elevato tropismo per i linfociti il virus può provocare anche immunosoppressione. La patogenesi della mieloencefalopatia e dell‘aborto causati dall‘EHV è probabilmente correlata alla viremia associata alle cellule e alla conseguente infezione dell‘endotelio. A sua volta questo conduce a vasculite e trombosi reattiva, che causano un peggioramento generale del microcircolo, ipossia locale e conseguente morte dei neuroni e distacco parziale o completo della placenta. La prima infezione avviene frequentemente entro le primissime settimane o i primi mesi di vita. Probabilmente, in quasi tutti i casi si stabilisce una latenza all‘interno del sistema linforeticolare e dei gangli I sintomi clinici compaiono 2-10 giorni dopo l‘infezione o dopo un episodio di riacutizzazione nei portatori sani. Nella maggior parte dei casi l‘infezione è autolimitante e i cavalli mostrano segni clinici lievi (i cavalli asintomatici possono comunque disseminare il virus nell‘ambiente). I segni clinici più comuni includono febbre, depressione, tosse e scolo nasale sieroso o mucoso (mucopurulento nei casi di infezione batterica secondaria); possono essere presenti faringite e tracheite. Alcuni cavalli manifestano la cosiddetta “sindrome da scarso rendimento”dopo l‘infezione con EHV-1/EHV-4, che è presumibilmente causata da un‘ipersensibilità bronchiale aspecifica. I puledri presentano segni clinici più evidenti rispetto ai cavalli adulti e sviluppano ipertermia bifasica per 8-10 giorni, scolo nasale, congiuntivite, scolo oculare sieroso e linfoadenopatia progressiva. Nei casi più gravi i puledri possono soffrire di insufficienza respiratoria e anche morire. Durante le infezioni perinatali i puledri possono mostrare debolezza e difficoltà respiratorie e l‘infezione può talvolta essere fatale. Aborto Le cavalle gravide possono avere un‘infezione clinica o subclinica. La viremia è la condizione più importante che porta a infezione dell‘utero e al distacco della placenta. Infatti, oltre a una nuova infezione virale o una reinfezione, anche un episodio di riattivazione del virus nelle cavalle con infezione latente può potenzialmente portare ad aborto. La viremia può sviluppare un‘infezione delle cellule endoteliali che porta a vasculite, compromissione del microcircolo placentare e diffusione del virus attraverso la placenta. L‘infezione fetale avviene tramite il passaggio del virus attraverso la barriera utero-placentare, tramite il sangue nella circolazione ombelicale o tramite inalazione del liquido amniotico infetto. I feti abortiti sono generalmente positivi al virus. I Diagnostic Update nella popolazione equina mondiale con una prevalenza estremamente elevata. Gli episodi epidemici possono presentare un‘elevata morbilità e, in alcune circostanze, un‘elevata mortalità. Le misure di controllo generali hanno 3 obiettivi principali: 1) Prevenire l‘ingresso della malattia nelle scuderie, allevamenti e ippodromi (difficile). 2) Limitare la diffusione dell‘infezione e la gravità dei sintomi clinici in seguito all‘insorgenza dell‘infezione attiva. 3) Limitare la diffusione del virus in altre scuderie, allevamenti, ippodromi. Tuttavia, buone pratiche di gestione insieme a misure igieniche rigorose sono interventi indispensabili per il controllo della malattia. Il materiale abortivo è un serbatoio di virus contagioso e deve essere raccolto, gestito e smaltito nel modo appropriato. Riduzione della propriocezione in un caso di mieloencefalopatia da EHV-1 Per gentile concessione dell‘Ospedale per equini di Kottenforst, Germania Mucolitici Gli agenti mucolitici possono essere usati nei casi di rinopolmonite. Antiossidanti Gli effetti positivi della vitamina E nei processi infiammatori possono essere vantaggiosi in qualsiasi fase della malattia. Tuttavia, la concentrazione efficace all‘interno del tessuto del SNC può essere raggiunta solo dopo diversi giorni di somministrazione. L-lisina La L-arginina è un aminoacido necessario per la replicazione dell‘herpesvirus, mentre la L-lisina inibisce l‘assorbimento intestinale della L-arginina. La L-lisina è un componente di diversi additivi alimentari e sembra avere un notevole effetto terapeutico nelle prime fasi dell‘infezione. Nei casi di malattie neurologiche la L-lisina ha un‘efficacia limitata. Farmaci antivirali Gli analoghi dei nucleotidi di seconda generazione, come aciclovir, valaciclovir o ganciclovir, non hanno alcun effetto nelle infezioni latenti a causa della mancanza del materiale di replicazione genetica virale. Le diverse caratteristiche associate a questi farmaci, quali la loro efficacia durante un‘infezione attiva, la dose, i potenziali effetti collaterali e lo sviluppo di resistenza, richiedono ulteriori studi prima di poter proporre un‘indicazione per l‘uso. I cavalli malati devono essere mantenuti in isolamento. È necessario usare attrezzature e persone diverse con i cavalli sani e con quelli malati. Si raccomanda l‘impiego di un programma vaccinale periodico e costante su tutti i cavalli all‘interno di un allevamento, incluse le cavalle gravide, al fine di ottenere un elevato livello di immunità generale. La vaccinazione non previene le infezioni cliniche in tutti i casi né impedisce la comparsa della viremia e delle infezioni latenti (portatori), ma i cavalli vaccinati sembrano diffondere il virus per un periodo di tempo più breve dopo l‘infezione. La vaccinazione durante un episodio epidemico di EHV-1 è controversa e molti autori non raccomandano questa pratica. È possibile somministrare degli immunostimolanti ai cavalli sani in situazioni stressogene o durante episodi epidemici della malattia. Profili IDEXX RealPCR™ per equini Profilo respiratorio cavallo Influenza virale equina (RNA) - PCR arterite equina (RNA) - PCR EHV- 1, EHV-4 (DNA) – PCR Preparazione dei campioni: tampone nasale. Profilo respiratorio puledro Profilo respiratorio equino (puledro) Influenza virale equina (RNA) - PCR Arterite equina (RNA) - PCR EHV-1, EHV-4 (DNA) - PCR Rhodococcus equi (DNA) - PCR Preparazione dei campioni: tampone nasale + liquido prelevato da lavaggio tracheale/BAL. Esame singolo Prevenzione e controllo A causa delle caratteristiche della trasmissione virale e della patogenesi, la prevenzione e il controllo dell‘infezione e dei focolai di malattia sono difficlmente gestibili. Gli herpesvirus equini 1 e 4 sono enzootici IDEXX Laboratories Italia S.r.l. Via Guglielmo Silva, 36 20149 MILANO www.idexx.it EHV-1 e EHV-4 Test di virus-neutralizzazione anticorpale EHV-1 e EHV-4 - PCR Assistenza clienti: lunedì – venerdì 9.00 –18.00; sabato 10.00 –14.00 Numero Verde 800-917940 opz 1 Fax Verde 800-906945 E-mail [email protected] terno del SNC sembra provocare vasculite, microtrombosi e migrazione delle cellule mononucleate con infiltrazione perivascolare ed emorragia locale. Questo a sua volta porta a necrosi ischemica disseminata del midollo spinale, con degenerazione e necrosi della sostanza bianca e, in misura minore, della sostanza grigia; il midollo allungato solitamente non è interessato. I segni clinici sono causati da lesioni ischemiche del tessuto del SNC e non sono dovuti direttamente all‘infezione virale. Il termine corretto per questa condizione è pertanto mieloencefalopatia e non encefalomielite. La percentuale di morbilità neurologica negli episodi di EHV-1 varia notevolmente, ma solitamente è circa del 10%. Scolo nasale in un caso di rinopolmonite da EHV-1 Per gentile concessione dell‘Ospedale per equini di Kottenforst, Germania feti possono essere negativi al virus quando la necrosi placentare si verifica prima dell‘infezione transplacentare del feto. L‘aborto da EHV-1 può verificarsi in tutte le fasi della gravidanza. Tuttavia, la vasculite indotta da virus sembra essere più evidente tra il 5º e il 9º mese e il 95% degli aborti causati da EHV-1 avviene nell‘ultimo trimestre di gravidanza. Questo è probabilmente dovuto all’azione ormone-indotta delle molecole adesive del virus nell‘endotelio e nei leucociti dell‘utero gravido. Solitamente il feto abortito è intatto, mentre in alcuni casi possono essere presenti lievi segni di autolisi. Frequentemente si osserva un ittero pronunciato e alcuni puledri possono mostrare petecchie sulla mucosa orale e sulle narici. La placenta è in genere normale, ma può mostrare un lieve edema. Nel feto può essere presente un aumento del liquido all‘interno delle cavità pericardica, toracica e addominale, oltre a un‘emorragia delle mucose degli organi interni; Il fegato e la milza risultano frequentemente ingrossati e di colore marrone o rosso scuro. I feti abortiti, le membrane fetali e i relativi tessuti sono un notevole serbatoio di particelle virali. Le infezioni contratte dalla fattrice a termine della gravidanza possono portare a morte acuta del puledro dopo pochi giorni dal parto, a causa di una polmonite virale fulminante, di un‘epatite (ittero) e della distruzione del midollo osseo. L‘aborto può avvenire subito dopo l‘infezione o anche mesi ¬dopo e le fattrici in genere non mostrano segni clinici premonitori. Gli aborti sono in genere casi singoli in allevamento, ma a volte si possono verificare epidemie di aborto. È importante notare che l‘aborto può avvenire anche nelle fattrici regolarmente vaccinate. Il virus rimane all‘interno dell‘apparato genitale per un breve periodo dopo l‘aborto e, nella maggioranza dei casi, la fertilità della cavalla rimane integra. Mieloencefalopatia La mieloencefalopatia indotta da EHV-1 è una manifestazione poco comune e può essere osservata nei cavalli di età diverse, sia maschi che femmine di qualsiasi razza, oltre che nelle fattrici sia a riposo che gravide. Tuttavia, alcuni fattori associati all‘ospite come età, sesso, stato della gravidanza, immunocompetenza e precedente contatto con il virus, oltre che fattori ambientali e virali, come durata della viremia, carica virale e variazione genetica del virus influenzano probabilmente la manifestazione clinica. La presentazione epidemiologica della malattia può essere sporadica o epidemica e nella maggior parte dei casi compare alla fine dell‘inverno, in primavera e all‘inizio dell‘estate. Non è stato ancora chiarito perché e quando questa viremia associata alle cellule causi la mieloencefalopatia. Un particolare ceppo genetico di EHV-1 è stato identificato più frequentemente nei casi di mieloencefalopatia rispetto ai casi che presentano altre manifestazioni cliniche. Sarà presto possibile effettuare la differenziazione tra i ceppi di EHV-1 neuropatogeni e non neuropatogeni grazie al nostro test IDEXX RealPCR™. L‘infezione delle cellule endoteliali all‘in- I segni clinici compaiono 6-10 giorni dopo l‘infezione o la riattivazione dell‘infezione nei portatori sani, ma possono manifestarsi anche successivamente durante il decorso della malattia. I segni clinici possono essere presenti senza febbre o sintomi respiratori premonitori. Può comparire febbre, ma generalmente non viene notata a meno che i cavalli non vengono controllati periodicamente; quasi tutti i cavalli sono normotermici e alcuni possono essere perfino ipotermici. La gravità dei segni clinici neurologici dipende dal numero, dalla dimensione e dalla sede delle lesioni neurologiche. Generalmente viene osservata l‘insorgenza improvvisa di atassia bilaterale simmetrica o asimmetrica di grado variabile, insieme a debolezza degli arti anteriori o posteriori, ipotonia della coda e dell‘ano e assenza di sensibilità perineale. In generale gli arti posteriori sono interessati prima e più gravemente rispetto agli arti anteriori. Nei casi lievi, sono presenti insufficienza propriocettiva che porta a circonduzione di uno o più arti, difficoltà a deambulare, passo incerto, trascinamento dei piedi e tendenza all’immobilità. Può essere presente anche atonia vescicale con incontinenza e difficoltà a urinare. Nei casi più gravi i cavalli possono manifestare una profonda debolezza degli arti e persino una paresi totale (con posizione a cane seduto), tetraparesi e decubito. I concomitanti sintomi clinici possono comprendere scolo nasale, edema degli arti,coliche e anoressia. Lo scolo nasale e la tosse possono comparire diversi giorni o anche settimane prima della presentazione dei tipici segni neurologici. Sono state descritte altre alterazioni come midriasi, ipopion, uveite e neurite ottica. I segni associati a disfunzione dei nervi craniali, quali convulsioni, cecità, segni vestibolari, paresi linguale, mandibolare e faringea (disfagia) sono rari. La depressione è nella maggioranza dei casi secondaria alle complicanze associate al processo infettivo generale e non è dovuta all‘interessamento cerebrale. I segni di danno cerebrale, quali comportamento anomalo e abbattimento del sensorio, sono molto rari. La mieloencefalopatia da EHV-1 deve sempre essere considerata una potenziale diagnosi quando si osservano numerosi casi di cavalli affetti da debolezza, atassia, febbre, sintomi respiratori o aborto in un breve periodo di tempo. È importante notare che i sintomi clinici possono essere notevolmente variabili. I cavalli con segni neurologici lievi tendono a stabilizzarsi entro poche ore o giorni e di solito guariscono completamente; iI cavalli in decubito possono sviluppare complicanze secondarie (miopatia, polmonite, coliche, rottura della vescica, ecc.) con una prognosi sfavorevole. Diagnosi La diagnosi delle infezioni da EHV-1/EHV-4 deve basarsi su un’anamnesi completa, sulle caratteristiche epidemiologiche di ogni caso, sull‘esame clinico e sugli esami di laboratorio. La scelta dei test più idonei eseguiti nella fase più adatta della malattia è estremamente importante per ottenere una diagnosi accurata. Esami di laboratorio non specifici Emogramma Durante un‘infezione virale attiva si verificano alterazioni prevalentemente aspecifiche: leucopenia transitoria (linfopenia) nei primi giorni dell‘infezione che con la progressione dell‘infezione diventa leucocitosi (linfocitosi). Liquido cefalorachidiano (LCR) Durante un‘infezione da EHV-1, le proteine totali nell‘LCR possono risultare aumentate con o senza un contemporaneo aumento della concentrazione totale di cellule nucleate. Inoltre, può essere presente xantocromia conseguente a un‘alterazione delle proprietà dell‘endotelio. Esami di laboratorio specifici PCR L‘identificazione tramite PCR del DNA virale in tamponi nasali o nasofaringei, sangue in EDTA (buffy coat), liquido prelevato da lavaggio tracheale o broncoalveolare (BAL), LCR, tamponi congiuntivali o materiale abortivo offre uno strumento diagnostico affidabile, sensibile e rapido. Un risultato positivo in un cavallo con sintomi clinici tipici della malattia è probabilmente associato a un‘infezione attiva. Tampone nasale In caso di sintomi respiratori, aborto o mieloencefalopatia il virus si diffonde per circa 10 giorni (raramente per un periodo fino a 3 settimane) dopo l‘infezione o la riattivazione del virus nei portatori sani. Il campione deve essere prelevato nelle fasi iniziali della malattia. Un risultato negativo non esclude un‘infezione da EHV. La maggiore diffusione del virus dalla mucosa nasale generalmente si verifica durante primo picco febbrile. Materiale: tampone nasale di entrambe le narici/cavità nasali. Usare tamponi di materiale sintetico (ad es., rylon, Dacron). Non usare cotton fioc. I campioni devono essere inviati senza terreno di trasporto. Sangue con EDTA Un risultato positivo all‘EHV di un campione di sangue in EDTA (buffy coat) è indicativo di una viremia da EHV. Il campione deve essere prelevato durante un episodio febbrile (viremia) o appena dopo. In un paziente con sintomi clinici, un risultato positivo è indicativo di infezione virale. Tuttavia, è possibile anche ottenere un risultato positivo della PCR non quantitativa in un portatore di virus latente senza una viremia in corso. Solitamente la viremia compare nel secondo picco febbrile durante l‘infezione. Materiale: 1 ml di sangue intero con EDTA. Le provette per il sangue con eparina non sono idonee a questo test. Si raccomanda di inviare un campione di sangue intero in EDTA e un tampone nasale. Materiale abortivo In caso di aborto, è necessario inviare i tessuti fetali e placentari. Materiale: tessuti fetali (polmoni, fegato, milza) + placenta. In alcuni casi non è sempre possibile identificare il DNA virale nei tamponi nasali o nel sangue al momento della comparsa dei segni clinici (ad es, nei casi di aborto o mieloencefalopatia), perchè compaiono giorni o settimane dopo il contatto con il virus. Sierologia La determinazione quantitativa degli anticorpi mediante virus neutralizzazione rappresenta un ottimo strumento diagnostico indiretto. È necessario inviare una coppia di campioni di siero prelevati a 2-3 settimane di distanza; il primo campione deve essere ottenuto nelle fasi iniziali della malattia. Si può sospettare un recente contatto con il virus in presenza di sieroconversione o se si rileva un aumento di almeno quattro volte del titolo anticorpale. Un titolo positivo in un singolo campione indica semplicemente una precedente esposizione al virus e/o che quel cavallo è stato vaccinato. Il titolo anticorpale non corrisponde nè al grado di protezione contro l‘infezione né al grado di viremia. In caso di aborto o mieloencefalopatia, l‘infezione virale può essere avvenuta diverse settimane o anche mesi prima dell‘insorgenza dei segni clinici. In questi casi nelle coppie di campioni di siero non viene osservato alcun aumento significativo di anticorpi, poiché il siero viene ottenuto al momento della presentazione dei segni clinici. Materiale: 1 ml di siero per ogni campione. In teoria entrambi i campioni dovrebbero essere analizzati contemporaneamente. Il primo campione di siero va conservato congelato e inviato insieme al secondo campione da analizzare. Ricordarsi di etichettare entrambi i campioni segnalando anche la data del prelievo. Diagnosi differenziale Tutte le altre malattie che causano sintomatologia respiratoria, incluse le infezioni virali (ad es., virus dell‘influenza, virus dell‘arterite) e batteriche sono potenziali diagnosi differenziali. Lo stesso vale per le altre cause di malattie neurologiche, come l‘instabilità delle vertebre cervicali, la mielopatia stenosica, il trauma delle vertebre cervicali o del SNC, la polineurite equina, la migrazione di parassiti, la mielopatia degenerativa, le intossicazioni, il botulismo, ecc. In caso di aborto è necessario considerare anche le altre cause infettive, come la leptospirosi, l‘arterite virale e altre malattie. Nei puledri le diagnosi differenziali comprendono la setticemia neonatale, l‘arterite virale, la sindrome da maladattamento neonatale e la sindrome miodegenerativa nutrizionale neonatale. Trattamento Non esistono trattamenti specifici per l‘infezione da EHV-1/EHV-4 ma solo terapie sintomatiche di supporto. Le malattie respiratorie sono spesso autolimitanti e richiedono principalmente terapie di supporto generiche. È importante ricordare che i cavalli interessati sono una fonte di infezione e pertanto devono essere mantenuti e gestiti in isolamento. Sfortunatamente nei casi di mieloencefalopatia le opzioni terapeutiche sono piuttosto limitate. I pazienti in decubito devono avere a disposizione una lettiera sufficiente a ridurre al minimo il rischio di ulcere da decubito e compressioni, possibilmente in un‘area tranquilla. Possono essere necessarie la sedazione, la fluidoterapia per via endovenosa e la nutrizione parenterale. È importante evitare le coliche da costipazione. Può essere necessario eseguire l‘evacuazione periodica della vescica e del retto. Nei casi di compromissione della funzione vescicale occorre talvolta inserire un catetere permanente di Foley e mantenere il catetere in condizioni asettiche per evitare le infezioni secondarie. Applicare pomate protettive sulla cute (ad es., vaselina) dell‘area perineale per evitare le irritazioni da urina. Nella fase di convalescenza i cavalli devono rimanere a riposo per circa 3 settimane dopo la scomparsa dei segni clinici. Di seguito sono riportati i principali farmaci per il trattamento sintomatico delle infezioni da EHV che possono essere usati in base ai segni clinici e allo stadio della malattia. Corticosteroidi I corticosteroidi hanno potenti effetti antinfiammatori e antiossidanti. Nei casi di mieloencefalopatia i corticosteroidi possono essere utili, perchè limitano la gravità delle lesioni tromboischemiche causate dall‘infezione delle cellule endoteliali. Il rischio di una riattivazione virale (viremia) dovuta alla somministrazione di corticosteroidi sembra essere basso, devono però essere prescritti con cautela, perchè la somministrazione per più di 5 giorni può interferire con il processo di rigenerazione tissutale. Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) I FANS hanno un ruolo importante come agenti antipiretici e di blocco delle prostaglandine. Inoltre, sono in grado di ridurre l‘aggregazione trombocitica durante la vasculite a livello del SNC. L‘acido acetilsalicilico non deve essere somministrato nei casi di mieloencefalopatia a causa dell‘elevato rischio di emorragia associato al suo uso. Antibiotici A causa dell‘immunosoppressione gli antibiotici possono essere somministrati nei casi di infezione batterica secondaria delle prime vie respiratorie, quando viene inserito un catetere urinario nella vescica per un periodo di tempo prolungato, nei casi di ulcere da decubito, ecc. Tuttavia, gli antibiotici non sono necessari in tutti i casi. Dimetilsulfossido (DMSO) Il DMSO è un eliminatore di radicali liberi e può inibire l‘aggregazione trombocitica. È stato descritto un trattamento con un‘infusione endovenosa di DMSO nei casi di sintomatologia neurologica. A causa del suo potenziale effetto teratogeno il DMSO non deve essere usato nelle cavalle gravide. Simpaticomimetici I farmaci simpaticomimetici, come il clenbuterolo, possono aumentare la clearance mucociliare e ridurre la contaminazione delle vie respiratorie.