2015
Diagnostic
Update
Herpesvirus equino 1 e 4 (EHV-1/EHV-4)
L‘EHV-1 e l‘EHV-4 sono virus ubiquitari con DNA a doppio filamento, appartenenti alla famiglia degli Alfaherpesvirinae. La
caratteristica di questi virus è la capacità di provocare un‘infezione che permane per tutta la vita (stato di portatore sano).
Nei cavalli con infezione latente il virus si può riattivare e diffondere nell’organismo, provocando o no conseguente sintomatologia clinica. Entrambi i tipi di Herpesvirus causano tre manifestazioni cliniche principali: rinopolmonite, aborto tardivo/
morte neonatale e mieloencefalopatia. L‘EHV-4 è responsabile principalmente di patologie delle prime vie respiratorie nei
cavalli giovani, mentre l‘EHV-1 causa prevalentemente rinopolmonite, aborto e mieloencefalopatia.
del trigemino che dura tutta la vita del cavallo. I cavalli con infezione
latente svolgono un ruolo importante nell‘epidemiologia delle infezioni
da EHV-1 e EHV-4. Nelle situazioni stressanti, come il trasporto, le malattie e lo svezzamento, questi animali possono andare incontro a una
riattivazione del virus, che si diffonde nell‘ambiente causando l’insorgenza della sintomatologia clinica senza alcuna introduzione di nuovi
cavalli nel gruppo. È importante notare che il virus può essere diffuso
sia da cavalli che manifestano segni clinici della malattia sia da cavalli
asintomatici. Il virus si diffonde per un periodo fino a 2-3 settimane
dopo l‘infezione o la riattivazione. Nei casi di malattia neurologica da
EHV-1 la disseminazione del virus può avvenire per un periodo ancora
più lungo. Si stima che la sopravvivenza del virus nell‘ambiente sia di
circa 14 giorni. Il virus è stato isolato anche nel seme di stalloni clinicamente sani; sebbene la trasmissione attraverso il seme non sia stata
documentata, gli stalloni infetti in fase attiva possono avere edema
scrotale, seme di scarsa qualità e assenza di libido. In seguito all‘infezione, l‘immunità è di breve durata (3-5 mesi). In questo periodo i
cavalli non disseminano il virus e non compare viremia in seguito a un
nuovo contatto con il virus.
Sintomatologia respiratoria
Patogenesi
L‘infezione si sviluppa mediante inalazione delle particelle virali o per
contatto con tessuti contaminati (ad es, materiale abortivo), saliva,
scolo nasale e oculare e probabilmente feci derivanti da animali portatori del virus e da cavalli con infezione subclinica attiva o con sintomi
clinici evidenti. L‘infezione può diffondersi tramite le mani e gli oggetti
contaminati (acqua, secchi per l‘alimentazione). In seguito all‘inalazione, il virus si replica nelle cellule epiteliali delle prime vie respiratorie, causandone la morte e quindi l‘erosione dell‘epitelio. Il virus si diffonde da una cellula all‘altra e raggiunge i linfonodi associati al tratto
respiratorio entro 24-48 ore dal contagio. Una volta infettati i leucociti,
si sviluppa una viremia per via leucocitaria che è responsabile della
diffusione sistemica del virus fino al sistema nervoso centrale (SNC),
all‘utero gravido e ad altri tessuti. La viremia persiste per almeno una
settimana e a causa del suo elevato tropismo per i linfociti il virus può
provocare anche immunosoppressione. La patogenesi della mieloencefalopatia e dell‘aborto causati dall‘EHV è probabilmente correlata
alla viremia associata alle cellule e alla conseguente infezione dell‘endotelio. A sua volta questo conduce a vasculite e trombosi reattiva,
che causano un peggioramento generale del microcircolo, ipossia locale e conseguente morte dei neuroni e distacco parziale o completo
della placenta.
La prima infezione avviene frequentemente entro le primissime settimane o i primi mesi di vita. Probabilmente, in quasi tutti i casi si stabilisce una latenza all‘interno del sistema linforeticolare e dei gangli
I sintomi clinici compaiono 2-10 giorni dopo l‘infezione o dopo un episodio di riacutizzazione nei portatori sani. Nella maggior parte dei casi
l‘infezione è autolimitante e i cavalli mostrano segni clinici lievi (i cavalli
asintomatici possono comunque disseminare il virus nell‘ambiente). I
segni clinici più comuni includono febbre, depressione, tosse e scolo
nasale sieroso o mucoso (mucopurulento nei casi di infezione batterica secondaria); possono essere presenti faringite e tracheite. Alcuni
cavalli manifestano la cosiddetta “sindrome da scarso rendimento”dopo l‘infezione con EHV-1/EHV-4, che è presumibilmente causata
da un‘ipersensibilità bronchiale aspecifica. I puledri presentano segni
clinici più evidenti rispetto ai cavalli adulti e sviluppano ipertermia bifasica per 8-10 giorni, scolo nasale, congiuntivite, scolo oculare sieroso
e linfoadenopatia progressiva. Nei casi più gravi i puledri possono
soffrire di insufficienza respiratoria e anche morire. Durante le infezioni
perinatali i puledri possono mostrare debolezza e difficoltà respiratorie e l‘infezione può talvolta essere fatale.
Aborto
Le cavalle gravide possono avere un‘infezione clinica o subclinica. La
viremia è la condizione più importante che porta a infezione dell‘utero
e al distacco della placenta. Infatti, oltre a una nuova infezione virale o
una reinfezione, anche un episodio di riattivazione del virus nelle cavalle con infezione latente può potenzialmente portare ad aborto. La
viremia può sviluppare un‘infezione delle cellule endoteliali che porta
a vasculite, compromissione del microcircolo placentare e diffusione
del virus attraverso la placenta. L‘infezione fetale avviene tramite il
passaggio del virus attraverso la barriera utero-placentare, tramite il
sangue nella circolazione ombelicale o tramite inalazione del liquido
amniotico infetto. I feti abortiti sono generalmente positivi al virus. I
Diagnostic
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nella popolazione equina mondiale con una prevalenza estremamente
elevata. Gli episodi epidemici possono presentare un‘elevata morbilità e,
in alcune circostanze, un‘elevata mortalità. Le misure di controllo generali
hanno 3 obiettivi principali:
1) Prevenire l‘ingresso della malattia nelle scuderie, allevamenti e ippodromi (difficile).
2) Limitare la diffusione dell‘infezione e la gravità dei sintomi clinici in
seguito all‘insorgenza dell‘infezione attiva.
3) Limitare la diffusione del virus in altre scuderie, allevamenti, ippodromi.
Tuttavia, buone pratiche di gestione insieme a misure igieniche rigorose
sono interventi indispensabili per il controllo della malattia. Il materiale
abortivo è un serbatoio di virus contagioso e deve essere raccolto, gestito e smaltito nel modo appropriato.
Riduzione della propriocezione in un caso di mieloencefalopatia da EHV-1
Per gentile concessione dell‘Ospedale per equini di Kottenforst, Germania
Mucolitici
Gli agenti mucolitici possono essere usati nei casi di rinopolmonite.
Antiossidanti
Gli effetti positivi della vitamina E nei processi infiammatori possono
essere vantaggiosi in qualsiasi fase della malattia. Tuttavia, la concentrazione efficace all‘interno del tessuto del SNC può essere raggiunta
solo dopo diversi giorni di somministrazione.
L-lisina
La L-arginina è un aminoacido necessario per la replicazione dell‘herpesvirus, mentre la L-lisina inibisce l‘assorbimento intestinale della
L-arginina. La L-lisina è un componente di diversi additivi alimentari e
sembra avere un notevole effetto terapeutico nelle prime fasi dell‘infezione. Nei casi di malattie neurologiche la L-lisina ha un‘efficacia
limitata.
Farmaci antivirali
Gli analoghi dei nucleotidi di seconda generazione, come aciclovir, valaciclovir o ganciclovir, non hanno alcun effetto nelle infezioni latenti a
causa della mancanza del materiale di replicazione genetica virale. Le
diverse caratteristiche associate a questi farmaci, quali la loro efficacia
durante un‘infezione attiva, la dose, i potenziali effetti collaterali e lo
sviluppo di resistenza, richiedono ulteriori studi prima di poter proporre
un‘indicazione per l‘uso.
I cavalli malati devono essere mantenuti in isolamento. È necessario usare attrezzature e persone diverse con i cavalli sani e con quelli malati. Si
raccomanda l‘impiego di un programma vaccinale periodico e costante
su tutti i cavalli all‘interno di un allevamento, incluse le cavalle gravide, al
fine di ottenere un elevato livello di immunità generale. La vaccinazione
non previene le infezioni cliniche in tutti i casi né impedisce la comparsa della viremia e delle infezioni latenti (portatori), ma i cavalli vaccinati
sembrano diffondere il virus per un periodo di tempo più breve dopo
l‘infezione. La vaccinazione durante un episodio epidemico di EHV-1 è
controversa e molti autori non raccomandano questa pratica. È possibile
somministrare degli immunostimolanti ai cavalli sani in situazioni stressogene o durante episodi epidemici della malattia.
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Profilo respiratorio cavallo
Influenza virale equina (RNA) - PCR arterite equina
(RNA) - PCR EHV- 1, EHV-4 (DNA) – PCR
Preparazione dei campioni: tampone nasale.
Profilo respiratorio puledro
Profilo respiratorio equino (puledro)
Influenza virale equina (RNA) - PCR
Arterite equina (RNA) - PCR
EHV-1, EHV-4 (DNA) - PCR
Rhodococcus equi (DNA) - PCR
Preparazione dei campioni:
tampone nasale + liquido prelevato da lavaggio tracheale/BAL.
Esame singolo
Prevenzione e controllo
A causa delle caratteristiche della trasmissione virale e della patogenesi, la prevenzione e il controllo dell‘infezione e dei focolai di malattia
sono difficlmente gestibili. Gli herpesvirus equini 1 e 4 sono enzootici
IDEXX Laboratories Italia S.r.l.
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virus-neutralizzazione anticorpale
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terno del SNC sembra provocare vasculite, microtrombosi e migrazione
delle cellule mononucleate con infiltrazione perivascolare ed emorragia
locale. Questo a sua volta porta a necrosi ischemica disseminata del
midollo spinale, con degenerazione e necrosi della sostanza bianca e,
in misura minore, della sostanza grigia; il midollo allungato solitamente
non è interessato. I segni clinici sono causati da lesioni ischemiche del
tessuto del SNC e non sono dovuti direttamente all‘infezione virale. Il termine corretto per questa condizione è pertanto mieloencefalopatia e non
encefalomielite. La percentuale di morbilità neurologica negli episodi di
EHV-1 varia notevolmente, ma solitamente è circa del 10%.
Scolo nasale in un caso di rinopolmonite da EHV-1
Per gentile concessione dell‘Ospedale per equini di Kottenforst, Germania
feti possono essere negativi al virus quando la necrosi placentare si
verifica prima dell‘infezione transplacentare del feto.
L‘aborto da EHV-1 può verificarsi in tutte le fasi della gravidanza. Tuttavia, la vasculite indotta da virus sembra essere più evidente tra il 5º
e il 9º mese e il 95% degli aborti causati da EHV-1 avviene nell‘ultimo
trimestre di gravidanza. Questo è probabilmente dovuto all’azione ormone-indotta delle molecole adesive del virus nell‘endotelio e nei leucociti dell‘utero gravido. Solitamente il feto abortito è intatto, mentre
in alcuni casi possono essere presenti lievi segni di autolisi. Frequentemente si osserva un ittero pronunciato e alcuni puledri possono
mostrare petecchie sulla mucosa orale e sulle narici. La placenta è in
genere normale, ma può mostrare un lieve edema. Nel feto può essere presente un aumento del liquido all‘interno delle cavità pericardica, toracica e addominale, oltre a un‘emorragia delle mucose degli
organi interni; Il fegato e la milza risultano frequentemente ingrossati
e di colore marrone o rosso scuro. I feti abortiti, le membrane fetali e i
relativi tessuti sono un notevole serbatoio di particelle virali.
Le infezioni contratte dalla fattrice a termine della gravidanza possono portare a morte acuta del puledro dopo pochi giorni dal parto, a
causa di una polmonite virale fulminante, di un‘epatite (ittero) e della
distruzione del midollo osseo.
L‘aborto può avvenire subito dopo l‘infezione o anche mesi ¬dopo e
le fattrici in genere non mostrano segni clinici premonitori. Gli aborti
sono in genere casi singoli in allevamento, ma a volte si possono
verificare epidemie di aborto. È importante notare che l‘aborto può
avvenire anche nelle fattrici regolarmente vaccinate. Il virus rimane
all‘interno dell‘apparato genitale per un breve periodo dopo l‘aborto
e, nella maggioranza dei casi, la fertilità della cavalla rimane integra.
Mieloencefalopatia
La mieloencefalopatia indotta da EHV-1 è una manifestazione poco
comune e può essere osservata nei cavalli di età diverse, sia maschi
che femmine di qualsiasi razza, oltre che nelle fattrici sia a riposo che
gravide. Tuttavia, alcuni fattori associati all‘ospite come età, sesso,
stato della gravidanza, immunocompetenza e precedente contatto
con il virus, oltre che fattori ambientali e virali, come durata della viremia, carica virale e variazione genetica del virus influenzano probabilmente la manifestazione clinica. La presentazione epidemiologica
della malattia può essere sporadica o epidemica e nella maggior
parte dei casi compare alla fine dell‘inverno, in primavera e all‘inizio
dell‘estate. Non è stato ancora chiarito perché e quando questa viremia associata alle cellule causi la mieloencefalopatia. Un particolare
ceppo genetico di EHV-1 è stato identificato più frequentemente nei
casi di mieloencefalopatia rispetto ai casi che presentano altre manifestazioni cliniche. Sarà presto possibile effettuare la differenziazione
tra i ceppi di EHV-1 neuropatogeni e non neuropatogeni grazie al nostro test IDEXX RealPCR™. L‘infezione delle cellule endoteliali all‘in-
I segni clinici compaiono 6-10 giorni dopo l‘infezione o la riattivazione
dell‘infezione nei portatori sani, ma possono manifestarsi anche successivamente durante il decorso della malattia. I segni clinici possono essere presenti senza febbre o sintomi respiratori premonitori. Può comparire
febbre, ma generalmente non viene notata a meno che i cavalli non vengono controllati periodicamente; quasi tutti i cavalli sono normotermici e
alcuni possono essere perfino ipotermici. La gravità dei segni clinici neurologici dipende dal numero, dalla dimensione e dalla sede delle lesioni
neurologiche. Generalmente viene osservata l‘insorgenza improvvisa di
atassia bilaterale simmetrica o asimmetrica di grado variabile, insieme a
debolezza degli arti anteriori o posteriori, ipotonia della coda e dell‘ano
e assenza di sensibilità perineale. In generale gli arti posteriori sono interessati prima e più gravemente rispetto agli arti anteriori. Nei casi lievi,
sono presenti insufficienza propriocettiva che porta a circonduzione di
uno o più arti, difficoltà a deambulare, passo incerto, trascinamento dei
piedi e tendenza all’immobilità. Può essere presente anche atonia vescicale con incontinenza e difficoltà a urinare. Nei casi più gravi i cavalli
possono manifestare una profonda debolezza degli arti e persino una
paresi totale (con posizione a cane seduto), tetraparesi e decubito.
I concomitanti sintomi clinici possono comprendere scolo nasale, edema degli arti,coliche e anoressia. Lo scolo nasale e la tosse possono
comparire diversi giorni o anche settimane prima della presentazione dei
tipici segni neurologici. Sono state descritte altre alterazioni come midriasi, ipopion, uveite e neurite ottica. I segni associati a disfunzione dei
nervi craniali, quali convulsioni, cecità, segni vestibolari, paresi linguale,
mandibolare e faringea (disfagia) sono rari. La depressione è nella maggioranza dei casi secondaria alle complicanze associate al processo
infettivo generale e non è dovuta all‘interessamento cerebrale. I segni
di danno cerebrale, quali comportamento anomalo e abbattimento del
sensorio, sono molto rari.
La mieloencefalopatia da EHV-1 deve sempre essere considerata una
potenziale diagnosi quando si osservano numerosi casi di cavalli affetti
da debolezza, atassia, febbre, sintomi respiratori o aborto in un breve periodo di tempo. È importante notare che i sintomi clinici possono essere
notevolmente variabili. I cavalli con segni neurologici lievi tendono a stabilizzarsi entro poche ore o giorni e di solito guariscono completamente;
iI cavalli in decubito possono sviluppare complicanze secondarie (miopatia, polmonite, coliche, rottura della vescica, ecc.) con una prognosi
sfavorevole.
Diagnosi
La diagnosi delle infezioni da EHV-1/EHV-4 deve basarsi su un’anamnesi
completa, sulle caratteristiche epidemiologiche di ogni caso, sull‘esame
clinico e sugli esami di laboratorio. La scelta dei test più idonei eseguiti
nella fase più adatta della malattia è estremamente importante per ottenere una diagnosi accurata.
Esami di laboratorio non specifici
Emogramma
Durante un‘infezione virale attiva si verificano alterazioni prevalentemente
aspecifiche: leucopenia transitoria (linfopenia) nei primi giorni dell‘infezione che con la progressione dell‘infezione diventa leucocitosi (linfocitosi).
Liquido cefalorachidiano (LCR)
Durante un‘infezione da EHV-1, le proteine totali nell‘LCR possono risultare aumentate con o senza un contemporaneo aumento della concentrazione totale di cellule nucleate. Inoltre, può essere presente xantocromia conseguente a un‘alterazione delle proprietà dell‘endotelio.
Esami di laboratorio specifici
PCR
L‘identificazione tramite PCR del DNA virale in tamponi nasali o nasofaringei, sangue in EDTA (buffy coat), liquido prelevato da lavaggio tracheale
o broncoalveolare (BAL), LCR, tamponi congiuntivali o materiale abortivo
offre uno strumento diagnostico affidabile, sensibile e rapido. Un risultato
positivo in un cavallo con sintomi clinici tipici della malattia è probabilmente associato a un‘infezione attiva.
Tampone nasale
In caso di sintomi respiratori, aborto o mieloencefalopatia il virus si diffonde per circa 10 giorni (raramente per un periodo fino a 3 settimane) dopo
l‘infezione o la riattivazione del virus nei portatori sani. Il campione deve
essere prelevato nelle fasi iniziali della malattia. Un risultato negativo non
esclude un‘infezione da EHV. La maggiore diffusione del virus dalla mucosa nasale generalmente si verifica durante primo picco febbrile.
Materiale: tampone nasale di entrambe le narici/cavità nasali.
Usare tamponi di materiale sintetico (ad es., rylon, Dacron). Non usare
cotton fioc. I campioni devono essere inviati senza terreno di trasporto.
Sangue con EDTA
Un risultato positivo all‘EHV di un campione di sangue in EDTA (buffy coat)
è indicativo di una viremia da EHV. Il campione deve essere prelevato
durante un episodio febbrile (viremia) o appena dopo. In un paziente con
sintomi clinici, un risultato positivo è indicativo di infezione virale. Tuttavia,
è possibile anche ottenere un risultato positivo della PCR non quantitativa
in un portatore di virus latente senza una viremia in corso. Solitamente la
viremia compare nel secondo picco febbrile durante l‘infezione.
Materiale: 1 ml di sangue intero con EDTA.
Le provette per il sangue con eparina non sono idonee a questo test. Si
raccomanda di inviare un campione di sangue intero in EDTA e un tampone nasale.
Materiale abortivo
In caso di aborto, è necessario inviare i tessuti fetali e placentari. Materiale: tessuti fetali (polmoni, fegato, milza) + placenta.
In alcuni casi non è sempre possibile identificare il DNA virale nei
tamponi nasali o nel sangue al momento della comparsa dei segni
clinici (ad es, nei casi di aborto o mieloencefalopatia), perchè compaiono giorni o settimane dopo il contatto con il virus.
Sierologia
La determinazione quantitativa degli anticorpi mediante virus neutralizzazione rappresenta un ottimo strumento diagnostico indiretto. È necessario inviare una coppia di campioni di siero prelevati a 2-3 settimane di
distanza; il primo campione deve essere ottenuto nelle fasi iniziali della
malattia. Si può sospettare un recente contatto con il virus in presenza
di sieroconversione o se si rileva un aumento di almeno quattro volte del
titolo anticorpale. Un titolo positivo in un singolo campione indica semplicemente una precedente esposizione al virus e/o che quel cavallo è stato
vaccinato. Il titolo anticorpale non corrisponde nè al grado di protezione
contro l‘infezione né al grado di viremia.
In caso di aborto o mieloencefalopatia, l‘infezione virale può essere avvenuta diverse settimane o anche mesi prima dell‘insorgenza dei segni
clinici. In questi casi nelle coppie di campioni di siero non viene osservato
alcun aumento significativo di anticorpi, poiché il siero viene ottenuto al
momento della presentazione dei segni clinici.
Materiale: 1 ml di siero per ogni campione.
In teoria entrambi i campioni dovrebbero essere analizzati contemporaneamente. Il primo campione di siero va conservato congelato e inviato
insieme al secondo campione da analizzare. Ricordarsi di etichettare entrambi i campioni segnalando anche la data del prelievo.
Diagnosi differenziale
Tutte le altre malattie che causano sintomatologia respiratoria, incluse le
infezioni virali (ad es., virus dell‘influenza, virus dell‘arterite) e batteriche
sono potenziali diagnosi differenziali. Lo stesso vale per le altre cause di
malattie neurologiche, come l‘instabilità delle vertebre cervicali, la mielopatia stenosica, il trauma delle vertebre cervicali o del SNC, la polineurite equina, la migrazione di parassiti, la mielopatia degenerativa,
le intossicazioni, il botulismo, ecc. In caso di aborto è necessario considerare anche le altre cause infettive, come la leptospirosi, l‘arterite
virale e altre malattie. Nei puledri le diagnosi differenziali comprendono
la setticemia neonatale, l‘arterite virale, la sindrome da maladattamento neonatale e la sindrome miodegenerativa nutrizionale neonatale.
Trattamento
Non esistono trattamenti specifici per l‘infezione da EHV-1/EHV-4 ma
solo terapie sintomatiche di supporto. Le malattie respiratorie sono
spesso autolimitanti e richiedono principalmente terapie di supporto
generiche. È importante ricordare che i cavalli interessati sono una
fonte di infezione e pertanto devono essere mantenuti e gestiti in isolamento.
Sfortunatamente nei casi di mieloencefalopatia le opzioni terapeutiche
sono piuttosto limitate. I pazienti in decubito devono avere a disposizione una lettiera sufficiente a ridurre al minimo il rischio di ulcere da
decubito e compressioni, possibilmente in un‘area tranquilla. Possono
essere necessarie la sedazione, la fluidoterapia per via endovenosa e
la nutrizione parenterale. È importante evitare le coliche da costipazione. Può essere necessario eseguire l‘evacuazione periodica della vescica e del retto. Nei casi di compromissione della funzione vescicale
occorre talvolta inserire un catetere permanente di Foley e mantenere
il catetere in condizioni asettiche per evitare le infezioni secondarie.
Applicare pomate protettive sulla cute (ad es., vaselina) dell‘area perineale per evitare le irritazioni da urina.
Nella fase di convalescenza i cavalli devono rimanere a riposo per
circa 3 settimane dopo la scomparsa dei segni clinici.
Di seguito sono riportati i principali farmaci per il trattamento sintomatico delle infezioni da EHV che possono essere usati in base ai segni
clinici e allo stadio della malattia.
Corticosteroidi
I corticosteroidi hanno potenti effetti antinfiammatori e antiossidanti.
Nei casi di mieloencefalopatia i corticosteroidi possono essere utili, perchè limitano la gravità delle lesioni tromboischemiche causate
dall‘infezione delle cellule endoteliali. Il rischio di una riattivazione virale (viremia) dovuta alla somministrazione di corticosteroidi sembra
essere basso, devono però essere prescritti con cautela, perchè la
somministrazione per più di 5 giorni può interferire con il processo di
rigenerazione tissutale.
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
I FANS hanno un ruolo importante come agenti antipiretici e di blocco
delle prostaglandine. Inoltre, sono in grado di ridurre l‘aggregazione
trombocitica durante la vasculite a livello del SNC. L‘acido acetilsalicilico non deve essere somministrato nei casi di mieloencefalopatia a
causa dell‘elevato rischio di emorragia associato al suo uso.
Antibiotici
A causa dell‘immunosoppressione gli antibiotici possono essere somministrati nei casi di infezione batterica secondaria delle prime vie respiratorie, quando viene inserito un catetere urinario nella vescica per
un periodo di tempo prolungato, nei casi di ulcere da decubito, ecc.
Tuttavia, gli antibiotici non sono necessari in tutti i casi.
Dimetilsulfossido (DMSO)
Il DMSO è un eliminatore di radicali liberi e può inibire l‘aggregazione
trombocitica. È stato descritto un trattamento con un‘infusione endovenosa di DMSO nei casi di sintomatologia neurologica. A causa del
suo potenziale effetto teratogeno il DMSO non deve essere usato nelle
cavalle gravide.
Simpaticomimetici
I farmaci simpaticomimetici, come il clenbuterolo, possono aumentare la
clearance mucociliare e ridurre la contaminazione delle vie respiratorie.