Informazioni al consumatore Il colesterolo Il colesterolo è un lipide (grasso) steroideo, presente nel sangue, in gran parte prodotto dall’organismo e in minima parte introdotto con la dieta, che svolge diverse funzioni importanti: è coinvolto nel processo di digestione, grazie alla formazione della bile è un componente delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità è il precursore della Vitamina D, utile per la salute delle ossa consente la formazione di ormoni, come il testosterone e gli estrogeni favorisce la costruzione delle pareti delle cellule, in particolare del sistema nervoso Nonostante questo ruolo biologico di primo piano, quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma si trasforma in un rischio per la nostra salute. Il colesterolo, essendo un lipide, è scarsamente solubile in acqua e per essere trasportato nel torrente circolatorio necessita, pertanto, di legarsi a specifiche lipoproteine: o LDL (lipoproteine a bassa densità; per circa il 70%); è il cosiddetto “colesterolo cattivo” poiché si deposita nelle pareti delle arterie, aumentando il fattore di rischio di arteriosclerosi e di malattie cardiovascolari. Le LDL trasportano il colesterolo dal fegato alla periferia, promuovendo, così, il suo deposito sulle pareti dei principali vasi arteriosi o HDL (lipoproteine ad alta densità); è il cosiddetto “colesterolo buono”, che non provoca danni alle arterie ma, anzi, rimuovendo il colesterolo dalle pareti dei vasi per trasportarlo al fegato, è garanzia di protezione, se presente in buona quantità (agisce come una sorta di spazzino) L’intestino assorbe il colesterolo proveniente dalla digestione dei cibi di origine animale ed il fegato sintetizza importanti quantità di colesterolo a partire dall'aceti-CoenzimaA, derivato dal metabolismo dei vari nutrienti (carboidrati, proteine e grassi); circa l'85% del colesterolo totale viene prodotto dal fegato, e in piccola parte dal surrene e dalle ghiandole sessuali. Il resto viene introdotto con la dieta; gli alimenti ad alto contenuto di colesterolo sono quelli di origine animale, generalmente ricchi di grassi saturi come uova, burro, carni, salumi, formaggi ed alcuni crostacei. Nella figura sottostante si può notare, in breve, il metabolismo del colesterolo: colesterolo biliare produzione di colesterolo da parte del fegato sali biliari introduzione di colesterolo con la dieta stomaco fegato intestino afflusso di colesterolo al fegato tramite circolazione sanguigna escrezione del colesterolo non assorbito La colesterolemia è la quantità di colesterolo presente nel sangue e viene misurata tramite analisi del sangue a digiuno da almeno 10-12 ore. La colesterolemia è influenzata dal ritmo con cui l'organismo, soprattutto a livello epatico, produce colesterolo, ed in misura minore dalla dieta. In un organismo sano, di circa 70 Kg, la colesterolemia si attesta tra i 150 ed i 200 mg/dl (con valore LDL< 130 mg/dl); si parla di ipercolesterolemia lieve quando i livelli si aggirano tra i 200 e i 250 mg/dl, di moderata quando si è tra i 250 e e i 300 mg/dl e di ipercolesterolemia grave quando si superano i 300 mg/dl. I livelli di colesterolo nel sangue sono influenzati da diversi fattori, ad esempio: • l’alimentazione, spesso ricca di grassi • gli squilibri ormonali • le alterazioni della tiroide • il diabete • l’obesità • la componente genetica Berberis (Berberis aristata DC) E’ una pianta erbacea originaria dell’Himalaya e dell’India; ha un fusto eretto, che può raggiungere i 3 metri di altezza. Le foglie sono ovali e i frutti sono delle bacche. La droga è costituita dalla corteccia del fusto, contente la berberina, alcaloide isochinolinico dal sapore amaro e dal colore giallo intenso: berberina La berberina è un alcaloide vegetale particolarmente attivo nella riduzione della colesterolemia. Il meccanismo con cui questa sostanza riduce i livelli plasmatici di colesterolo si distingue da quello esercitato dalle statine. Mentre queste ultime diminuiscono la sintesi del colesterolo endogeno (inibizione dell’idrossi-metil-glutaril CoenzimaA reduttasi), la berberina aumenta l'attività ed il numero dei recettori epatici per le LDL, facilitando l'allontanamento del "colesterolo cattivo" dal sangue (l’associazione tra statine e berberina può comunque produrre un effetto favorevole). La berberina ha mostrato, inoltre, grande efficacia nella prevenzione dell'insorgenza della placca aterosclerotica grazie alla sua azione antiossidante e antinfiammatoria sulle cellule muscolari lisce vasali. Recenti studi hanno messo in luce l'efficacia ipoglicemica della berberina: anche in tal senso la sostanza sembra agire principalmente a livello recettoriale, aumentando l'espressione dei recettori per l'insulina, con aumentata sensibilità a questo ormone e riduzione dell'insulinoresistenza. Secondo altri studi, la berberina si sta anche rivelando utile nel ridurre il grasso presente nel fegato, prevenendo soprattutto la proliferazione di cellule stellate che sono le cause principali dell’insorgenza di fibrosi del fegato. Cardo mariano (Silybum marianum (L.) Gaertn.) E’ una pianta erbacea bienne, con foglie tipicamente venate di bianco lungo le nervature e con margini dentati provvisti di spine gialle. I fiori sono tubulosi, grandi e color porpora. E’ una pianta ruderale diffusa in Europa meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale. La droga è costituita dai frutti (cipsele), che contengono: lipidi (25% circa), tra cui acido linoleico, oleico e palmitico proteine zuccheri e mucillagini flavonoidi, tra cui quercetina e apigenina steroli, principalmente β-sitosterolo Le molecole responsabili dell’attività biologica sono una miscela di flavanolignani (2% circa), noti come silimarina. La silimarina è costituita da tre sostanze: la silibina, la silicristina e la silidianina; viene assorbita per via orale ed escreta attraverso la bile, con un'emivita di circa 6 ore. La silimarina (soprattutto la silibina) è un potente antiossidante, che reagisce con i radicali liberi, trasformandoli in composti più stabili, meno reattivi e incapaci di danneggiare i tessuti. Studi eseguiti con diversi modelli sperimentali di infiammazione, documentano una significativa attività antinfiammatoria per la silimarina, grazie all’ inibizione della sintesi dei mediatori dell’infiammazione, quali prostaglandine (inibizione della ciclossigenasi di tipo 2), leucotrieni ed interleuchine. Il fegato svolge un ruolo importante nella regolazione del metabolismo delle lipoproteine plasmatiche e della sintesi endogena del colesterolo, pertanto un danno epatico si riflette spesso in condizioni di dislipoproteinemie, che possono condurre allo sviluppo di aterosclerosi, particolarmente quando siano associate a ipercolesterolemia. Sono stati dimostrati effetti della silimarina, e in misura minore della silibina, sul metabolismo del colesterolo sia in test in vivo che in vitro. La somministrazione di silimarina riduce in maniera dosedipendente la concentrazione del colesterolo nel fegato e i livelli di LDL e VLDL nel siero; produce, inoltre, un aumento delle HDL e previene la riduzione del glutatione indotta dalla dieta. Studi eseguiti su modelli sperimentali di danno epatico indotto da paracetamolo nei ratti, hanno evidenziato come la silimarina aumenti anche i siti di legame per le LDL negli epatociti, fattore molto importante per la regolazione delle lipoproteine nel plasma. L’attività epatoprotettrice della silimarina può essere ricondotta alle seguenti proprietà: • azione di inibizione della perossidazione lipidica come risultato dell’attività di scavenger (=“spazzino”) dei radicali liberi e della capacità di aumentare il contenuto cellulare di glutatione; • capacità di regolare la permeabilità della membrana cellulare e di aumentarne la stabilità in presenza di danno da xenobiotico (=farmaco); • capacità di regolare l’espressione nucleare agendo come effettore steroideo • azione antifibrotica. In sintesi, quindi, l’attività epatoprotettiva del Cardo mariano è dovuta principalmente all’inibizione, da parte della silimarina, dei fattori responsabili del danno epatico insieme alla capacità di stimolare la sintesi proteica nel fegato. Guggul (Commiphora mukul Hook) Si tratta di una piccola pianta spinosa, originaria di India e Pakistan, con una corteccia che si distacca in sottili rotoli; possiede fiori di colore bruno-rossastro e drupe rosse a maturità. La droga è costituita dalla gommo-resina, che viene raccolta nelle settimane successive all’incisione della corteccia; essa si presenta in frammenti traslucidi, di colore giallo-arancio, di odore balsamico e sapore amaro. La droga è costituita da 3 frazioni: • gommosa (55%), rappresentata da polisaccaridi polimeri del D-galattosio, L-arabinosio e acido D-glucuronico • volatile (0.5% circa), composta da monoterpeni (soprattutto mircene) • resinosa, costituita da lignani, steroidi, esteri dell’acido ferulico e diterpeni. La parte farmacologicamente attiva è costituita dal guggulipide, a sua volta costituito da composti steroidei chiamati guggulsteroni (guggulsterone E e Z) guggulsterone Molti studi hanno dimostrato che il guggulipide ed i guggulsteroni riducono significativamente il colesterolo totale e i trigliceridi, determinando anche un effetto preventivo nei confronti delle lesioni ateromatose indotte da eccesso di colesterolo. Studi sperimentali sono stati confermati da studi clinici effettuati in pazienti iperlipidemici. I meccanismi d’azione proposti sono diversi: riduzione dell’incorporazione dell’acetato e quindi inibizione della sintesi epatica del colesterolo aumento della degradazione del colesterolo ed eliminazione fecale sotto forma di acidi biliari incremento dell’attività della dopamina β-idrossilasi e quindi aumento della sintesi delle catecolammine; l’aumento della biodisponibilità delle catecolammine periferiche spiegherebbe l’azione lipolitica della droga aumento della sintesi epatica dei recettori per le LDL (che sono così rimosse dal circolo e degradate a livello epatico) Il Guggul si è dimostrato utile, inoltre, nell’inibire l’aggregazione piastrinica e nel ridurre la viscosità del sangue: queste proprietà sono sfruttate per prevenire la formazione di placche ateromatose. Il guggulipide e i guggulsteroni hanno evidenziato un’azione antiossidante e un’attività scavenger (= spazzino) sui radicali liberi; ciò contribuisce ai ai benefici effetti cardiovascolari della droga, dato il ruolo dei processi ossidativi nell’aterosclerosi. Riso rosso fermentato Il riso rosso fermentato è ottenuto dalla fermentazione del riso (Oryza sativa L.), ad opera di un particolare lievito, chiamato Monascus purpureus, che gli conferisce il caratteristico colore. Durante la fermentazione, questo lievito si arricchisce di un gruppo di molecole biologicamente attive, chiamate monacoline, tra cui spicca la monacolina K (che possiede una struttura molecolare simile alla lovastatina, facente capo all’intera classe di farmaci chiamati statine, per il trattamento del colesterolo e delle dislipidemie). monacolina K Il Riso rosso fermentato possiede azione ipocolesterolemizzante, poiché la monacolina K è in grado di inibire la HMG-CoA reduttasi, che rappresenta un enzima chiave nella biosintesi del colesterolo: acetil- CoA acetoacetil- CoA Idrossi- metilglutaril- CoA Riso rosso fermentato mevalonato squalene lanosterolo colesterolo Dato che i suoi livelli plasmatici dipendono soprattutto da questa via biosintetica (e solo in misura minore dalla dieta), l'integrazione con riso rosso fermentato si è rivelata efficace per normalizzare i livelli di colesterolo totale e di trigliceridi, per diminuire il colesterolo LDL e per aumentare quello HDL. Il Riso rosso fermentato, inoltre, sembra ridurre il rischio cardiovascolare grazie ad azioni antiaterosclerotiche di diverso tipo: effetto antinfiammatorio, vasodilatante e riduttivo sui livelli di lipoproteina A. Curcuma (Curcuma longa L.) La Curcuma è una specie perenne, originaria di India e Pakistan, che può raggiungere fino ad 1 m di altezza; possiede grandi foglie con picciolo allungato e i fiori gialli, riuniti in una spiga munita di brattee, sono accolti nelle tasche formate da queste ultime. La droga è costituita dal rizoma, cilindrico e ramificato, raccolto dopo che la parte aerea si è disseccata; questo viene privato dalle radici, cotto nell’acqua e posto in appositi essiccatoi. Il rizoma contiene circa il 50% di amido, un olio essenziale (costituito soprattutto da sesquiterpeni, tra cui turmeroni, e in minor parte da monoterpeni) e dei curcuminoidi (sostanze coloranti), in particolare curcumina, il principio attivo della droga, dimetossicurcumina e bisdimetossicurcumina. curcumina Fin dai primi studi scientifici, fu notata la scarsa biodisponibilità della curcuma; infatti, dopo la sua somministrazione orale, la concentrazione di curcumina nel sangue è estremamente bassa. La curcumina assorbita nell’intestino viene rapidamente metabolizzata, prevalentemente ad opera del fegato (99% come curcumina glucuronide e 1% come solfato). I prodotti derivati da tale processo vengono per la massima parte eliminati con la bile e solo in piccola percentuale immessi nel circolo ematico attraverso il quale raggiungono i tessuti. Per migliorare l’efficacia della curcuma sono state proposte varie strategie. Sia in modelli animali sia nell’uomo, l’associazione con piccole quantità di piperina si è dimostrata in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della curcumina. L’effetto è imputabile alla riduzione, da parte della piperina, della metabolizzazione epatica della curcumina. Ma è soprattutto la formulazione tra curcuma e complessi fosfolipidici (con lecitina di soia), che ha dimostrato di incrementare notevolmente l’assorbimento e le concentrazioni plasmatiche dei componenti polifenolici e degli acidi triterpenoidi. Per tale motivo la “curcumina fosfolipide” viene oggi ritenuto uno dei modi più efficaci di somministrare la curcuma. Nel grafico sottostante possiamo notare la differenza tra la concentrazione nel sangue dei metaboliti della curcuma in polvere e della curcuma fitosomiale: curcumina glucuronide nel plasma (ng/mL) Metabolizzazione curcumina 1600 1400 1200 1000 curcuma fitosoma 800 curcuma polvere 600 400 200 0 0 15' 30' 60' 80' 120' La curcumina, così complessata, viene incorporata in una matrice lipidica, e i fluidi extracellulari possono trasportarla attraverso le membrane biologiche, incrementandone la captazione cellulare. Questa particolare forma di curcuma con lecitina di soia ha dimostrato incrementare l’assorbimento orale di curcuminoidi fino a 30 volte; tutto ciò permette di ottenere una risposta funzionale a dosaggi significativamente più bassi rispetto alla curcumina non complessata. Fitosoma curcumina (all’interno delle teste dei fosfolipidi azzurri e viola) Membrana cellulare Gli estratti di curcuma presentano attività antinfiammatoria, antiossidante ed immunostimolante. I meccanismi d'azione responsabili di queste proprietà sono stati accertati e comprendono l'inibizione della ciclossigenasi di tipo 2 e della lipossigenasi, i due mediatori principali dell’infiammazione. fosfolipidi di membrana → fosfolipasi A2→ acido arachidonico 5- lipossigenasi leucotrieni ciclossigenasi-2 ciclossigenasi-1 (COX-2) (COX-1) prostaglandine trombossani INFIAMMAZIONE Le indicazioni comuni all'impiego di estratti di curcuma sono rappresentate da dispepsia funzionale, calcolosi della colecisti, dispepsia biliare, epatopatie croniche (inibizione della deposizione di collagene nel fegato) e malattie infiammatorie. Studi hanno rivelato che la curcumina è in grado di abbassare il colesterolo LDL del 30% circa. La curcumina gioca un ruolo importante anche nella protezione vascolare (valutato in uno studio su donne in post-menopausa): è stato visto un miglioramento sulla reattività vascolare, misurata mediante vasodilatazione flusso-mediata. Trattamenti con curcumina hanno dimostrato di ridurre il tempo di sanguinamento delle ferite, incrementando la deposizione di collagene e quindi la densità vascolare. La curcumina può esercitare un’azione scavenger diretta sui radicali liberi, non solo a livello epatico, ma anche a livello intestinale. La curcumina si è rivelata particolarmente utile per la sua attività antinfiammatoria, sovrapponibile a quella di farmaci come il cortisone nella fase acuta dei processi flogistici. Ad alte dosi la curcumina sembra stimolare i surreni a secernere più cortisone, esplicando quindi anche una potente azione antinfiammatoria indiretta. A differenza dei FANS (= farmaci antinfiammatori non steroidei, come l'aspirina e l'ibuprofene), la curcumina non causa effetti collaterali significativi: per esempio non è considerata gastrolesiva, anzi, in alcuni studi clinici la curcuma ha dimostrato di migliorare la sintomatologia associata ad ulcera gastrica. Anche la sindrome del colon irritabile può trovare giovamento dalla somministrazione di curcuma. In uno studio è stata esaminata l’azione della curcumina sulle metalloproteinasi di matrice, che giocano un ruolo importante nell’infiammazione; si è visto che la curcumina inibiva significativamente la produzione di queste ultime. Coenzima Q10 Il Coenzima Q10 o ubichinone è un elemento fondamentale per il corretto funzionamento dei mitocondri, che rappresentano le centrali energetiche del nostro organismo (sono gli organelli addetti alla respirazione cellulare). Negli organismi partecipa alle reazioni di ossido-riduzione e, a seconda dello stato di ossidazione, può essere presente in tre forme: una ossidata, un intermedio semi-chinonico, ed una forma ridotta. Favorendo la produzione di ATP (adenosin-tri-fosfato) in presenza di ossigeno, il Coenzima Q10 è essenziale per mantenere una buona efficienza fisica. Le principali fonti alimentari di Coenzima Q10 sono i pesci grassi (come salmone e tonno), le carni di organi (il fegato) e i cereali integrali. forma ossidata del Coenzima Q10 Il Coenzima Q10 si trova in ogni parte del corpo, ma è particolarmente concentrato a livello cardiaco, dove si consumano principalmente grassi a scopo energetico e sono per questo necessari molti mitocondri. E’ di grande importanza poiché aiuta a produrre energia ed è disponibile come trattamento coadiuvante per diversi disturbi, comprese anche malattie cardiache, ipertensione e colesterolo alto. Molte sono le ricerche che sono state condotte sul Coenzima Q10 e hanno dimostrato la sua utilità in caso di: • ipercolesterolemia; le persone con alti livelli di colesterolo nel sangue tendono ad avere concentrazioni di coenzima Q10 più basse rispetto alla media, quindi un integrazione potrebbe rivelarsi molto utile. In aggiunta, alcuni farmaci (es. le statine) utilizzati nel controllo del colesterolo alto, possono abbassare i livelli di Coenzima Q10 nell’organismo • ipertensione; pazienti con pressione alta hanno nel loro organismo meno Coenzima Q10 del normale e l’assunzione di questa molecola potrebbe aiutarli a normalizzare i valori pressori • diabete; alcuni studi hanno dimostrato che il Coenzima Q10 aiuti a migliorare i livelli di glucosio nel sangue Il Coenzima Q10, inoltre, protegge le cellule dai radicali liberi, grazie alle proprietà antiossidanti. Acido folico (Vitamina B9) L’acido folico (folato) o Vitamina B9 non viene prodotto dall’organismo, ma deve essere assunto con il cibo e attraverso la flora batterica intestinale. Più che di acido folico sarebbe corretto parlare di folati, dal momento che esiste un'intera famiglia di sostanze con struttura ed attività biologica analoga a quella della classica vitamina B9 (folati → assorbimento intestinale → acido folico). E’ una vitamina idrosolubile presente in vari cibi: nei cereali, nel lievito di birra, nei legumi, nel fegato, nel tuorlo d’uovo e nelle verdure a foglia verde (lattuga, asparagi, carciofi, broccoli, barbabietole rosse, spinaci). Dopo essere stato assorbito a livello intestinale, l'acido folico viene attivato dal fegato, che lo trasforma in acido folinico, lo distribuisce ai vari tessuti o eventualmente lo deposita come riserva. La biodisponibilità dei folati naturali dei cibi è minore di quella dell'acido folico sintetico di circa il 50%; lo scarso assorbimento è dovuto a variazioni di pH dell’intestino e compromesso da alcuni fattori alimentari. acido folico L’acido folico e i suoi derivati: • intervengono nella sintesi degli acidi nucleici e quindi sono molto importanti per la crescita e la riproduzione delle cellule • partecipano alla sintesi di emoglobina e di alcuni amminoacidi, come la metionina e acido glutammico • intervengono in moltissime reazioni biochimiche, quindi sono molto importanti per la crescita, per la riproduzione e per il buon funzionamento del sistema nervoso Tra le molte patologie causate da carenza di acido folico (anemia, spina bifida nel neonato, infertilità, depressione, problemi nella crescita,…) ricordiamo in questa sezione l’aumentato rischio cardiovascolare, causato da un incremento dei livelli di omocisteina circolante, che a sua volta aumenta le possibilità di subire patologie cardiovascolari. L'omocisteina è un amminoacido contenente zolfo, che si forma in seguito alla trasformazione enzimatica della metionina, un altro aminoacido solforato presente negli alimenti proteici; se presente in eccesso l'omocisteina può causare danni anche superiori rispetto al colesterolo (aterosclerosi, ictus, …). L'organismo si difende dall'eccesso di omocisteina grazie alla vitamina B9, la quale ha la capacità di neutralizzarne gli effetti negativi. L'associazione con vitamina B12 riduce ulteriormente i valori di omocisteina circolante. Supplementi di tali Vitamine sono particolarmente indicati in quei soggetti che presentano un rischio cardiovascolare elevato a causa di: colesterolo alto ipertensione obesità tabagismo diabete Cianocobalammina (Vitamina B12) Il nostro organismo non è in grado di produrre la Vitamina B12, che è cosiddetta essenziale; è una vitamina idrosolubile e si trova in molti cibi, come pesce (anche crostacei), uova, carne (soprattutto fegato) e prodotti caseari. La carenza può derivare non dalla mancanza, ma dall’incapacità dell’organismo di utilizzare la vitamina B12. La vitamina B12 è legata alle proteine del cibo e l’acido cloridrico presente nello stomaco ne permette la separazione durante la digestione; una volta rilasciata la Vitamina si combina con una sostanza detta fattore intrinseco (IF, secreto dalle cellule parietali dello stomaco) prima di essere assorbita. Il legame fa sì che la Vitamina venga riconosciuta da uno specifico recettore e introdotta all’interno della cellula. Vitamina B12 La Vitamina B12 aiuta a trasformare i grassi e le proteine provenienti dai cibi in energia e collabora con l’acido folico per produrre globuli rossi normali. Un’altra importante funzione è quella di agire sul metabolismo dell’omocisteina; alti livelli di quest’ultima possono causare problemi all’interno dei vasi, rendendo facile la deposizione di colesterolo nelle arterie ed aumentare, quindi, il rischio cardiovascolare. L’omocisteina alta (iperomocisteinemia) rappresenta, infatti, un fattore di rischio per aterosclerosi, trombosi venosa, infarto del miocardio e ictus; supplementazioni di acido folico e di Vitamina B12 possono ridurre i livelli di omocisteina e quindi il rischio di patologie cardiovascolari. Alcuni studi suggeriscono che la Vitamina B12 può essere usata per ridurre il colesterolo totale e i trigliceridi. CONSIGLI UTILI: per cominciare sarebbe opportuno seguire un’alimentazione adeguata, privilegiando verdure, legumi, cereali integrali, frutta e pesce (tranne molluschi e crostacei); la fibra vegetale, difatti, riduce l’assorbimento intestinale del colesterolo. La carne magra andrebbe mangiata non tutti i giorni e la rossa 1-2 volte la settimana (preferibilmente senza grasso). Bisognerebbe limitare il consumo di latte, latticini, insaccati ed uova. Si consiglia di condire con olio extravergine d’oliva (giuste dosi) e di evitare il burro. Andrebbero eliminati gli alcolici e limitato il consumo di caffeina. Cercare di non fumare. Si suggerisce di effettuare delle camminate a passo veloce, se non della vera e propria attività fisica. L'assunzione del prodotto è consigliata dopo cena poiché la produzione di colesterolo segue il nostro orologio biologico e avviene prevalentemente durante la notte e nelle prime ore del mattino. PRECAUZIONI D’USO: per l’uso del prodotto si consiglia di sentire il parere del medico. Non assumere in caso di terapia anticoagulante, di concomitante terapia ipolipidemizzante (es. statine o fibrati) e di disturbi cronici a carico dell’apparato gastro-intestinale. Non assumere in gravidanza e in allattamento. AVVERTENZE: per l’uso del prodotto si consiglia di sentire il parere del medico. Non usare in gravidanza, durante l’allattamento e in caso di terapia con farmaci ipolipidemizzanti. Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni. Non superare la dose giornaliera consigliata. Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e di un sano stile di vita. Conservare in luogo fresco ed asciutto, al riparo dalla luce e da fonti di calore. BIBLIOGRAFIA: • Maugini E, Maleci Bini L, Mariotti Lippi M. Manuale di Botanica Farmaceutica. 2006 • www.my-personaltrainer.it • Campanini E. Dizionario di Fitoterapia e piante medicinali. 2012 • Potdar D, Hirwani RR, Dhulap S. Phyto-chemical and pharmacological applications of Berberis aristata. Fitoterapia. 2012 Jul;83(5):817-30 • Rathi B, Sahu J, Koul S, Kosha RL. Detailed pharmacognostical studies on Berberis aristata DC plant. Anc Sci Life. 2013 Apr;32(4):234-40 • Derosa G, Bonaventura A, Bianchi L, Romano D, D’Angelo A, Fogari E, Maffioli P. Effects of Berberis aristata/Silybum marianum association on metabolic parameters and adipocytokines in overweight dyslipidemic patients. J Biol Regul Homeost Agents. 2013 Jul-Sep; 27(3):717-28 • Derosa G, Romano D, D'Angelo A, Maffioli P. 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