La meteorologia del III modulo
Istruttori Derive
Andrea Boscolo
Responsabile Area Sport&Performance
MeteoSport – Unità Operativa Psicologia dello Sport
Centro di Ricerca in Scienze Motorie
S.U.I.S.M – Università di Torino
[email protected]
www.meteosport.org
“Weather Meeting”
OBIETTIVI DEL MODULO 3…
1 - Effetti del vento sulla superficie terrestre (convergenza, divergenza, attrito);
2 - Azione del vento sull’acqua: le onde, il fetch, i frangenti;
3 - Le correnti: di marea, di gradiente, di deriva;
4 - Formazione delle nubi, tipologia e fenomenologia;
5 - I fronti;
6 - Lettura delle carte sinottiche. Raccolta ed interpretazione dei dati;
7 - Fenomeni atmosferici al passaggio dei fronti;
8 - Relazione tra barometro, termometro e igrometro;
9 - Strumenti per il reperimento delle informazioni meteo;
10 -Laboratorio pratico.
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La meteo del modulo III- Istrutori Derive
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Attrito… convergenza… divergenza…
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Convergenza e divergenza
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Differenza di attrito tra terra e mare
H
H
1020 hpa
1020 hpa
20°
1016 hpa
30°-40°
L
1016 hpa
1012 hpa
L
1012 hpa
Debole attrito sulla superficie del mare:
Attrito più forte sulla superficie terrestre:
il vento è quasi parallelo alle isobare
il vento viene deviato verso le basse
pressioni
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Vento quasi parallelo alla costa
Scostamento non superiore ai 20°
Costa a sinistra del vento (faccia al vento)
Convergenza costiera e incremento del vento
da 5 a 8 kts. Rotazione a sinistra del flusso
vicino alla costa.
da 1 a 3 miglia
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Vento quasi parallelo alla costa
Scostamento non superiore ai 20°
Costa a destra del vento (faccia al vento)
2miglio
da 1 a 3 miglia
Divergenza costiera vicino al
litorale, troveremo meno vento
sottocosta.
Costa bassa a destra del vento
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1miglio
Divergenza costiera vicino al
litorale, troveremo meno vento
sottocosta e accelerazione per
canalizzazione poco distante dal
litorale.
Costa poco elevata o elevata a
destra del vento
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Le onde…
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La meteo del modulo III- Istrutori Derive
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Le onde
Le onde marine sono generate dal vento che durante lo scorrimento sulla
superficie del mare crea delle piccole increspature e con il persistere della
causa , si amplifica sempre di più finche non si raggiunge lo stadio di equilibrio
tra l’energia ricevuta e quella dissipata nel movimento delle particelle che
compongono l’onda. Quando si raggiunge tale condizione il mare si dice che è
completamente sviluppato.
Le onde possono appartenere ad un mare lungo o ad un mare vivo.
Le onde del mare lungo sono quelle onde che si propagano lontano da dove si
sono generate (lontano dalla causa) mentre le onde del mare vivo sono quelle
presenti dove la causa le sta generando.
Le caratteristiche delle onde marine sono:
- altezza,
- ampiezza,
- lunghezza d’onda;
- velocità di propagazione;
- periodo.
La velocità del vento, la sua durata, il FETCH, l’instabilità dell’aria e le correnti
marinesono i fattori responsabili
sviluppo
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La meteo dello
del modulo
III- Istrutoridel
Derivemare.
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Beaufort - Douglas
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Le correnti…
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Le correnti marine
Le correnti marine sono movimenti orizzontali di acqua i cui elementi
caratteristici sono la direzione e la velocità.
Le correnti possono avere origine diversa: possono essere dovute all'azione
combinata dei venti e delle differenze di pressione atmosferica oppure essere
innescate dalle maree oppure ancora dipendere dalle differenze di densità
dell'acqua del mare, causate, per esempio, dal diverso riscaldamento delle
varie parti degli oceani e da diversi valori di salinità.
Le cause primarie della circolazione superficiale delle acque sono i venti, che
trascinano nel loro movimento le masse d'acqua alla superficie degli oceani, e
l'energia del Sole, che riscalda maggiormente le zone comprese fra i tropici; le
acque vengono messe in movimento dall'energia che il vento, per attrito, cede
allo strato superficiale delle acque stesse. Le correnti superficiali sono limitate
ai primi 200 m di profondità.
L'andamento delle correnti superficiali è influenzato dalla forza di Coriolis: le
correnti oceaniche sono deviate verso destra, rispetto alla loro direzione ideale
di movimento, nell'emisfero settentrionale e verso sinistra nell'emisfero
meridionale; il percorso delle correnti può essere influenzato anche dalla
presenza di ostacoli, come dorsali oceaniche e continenti.
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Le correnti marine
Le correnti di marea (tidal currents): hanno origine dall'escursione di marea.
Il fenomeno è presente in bacini marini e oceanici e in bacini lacustri di grande
estensione (come ad esempio i grandi laghi). In tali contesti, su coste basse e
debolmente inclinate, le correnti di marea possono raggiungere velocità e forza
notevole (fino ad alcuni metri al secondo).
Le correnti di marea, nella zona compresa tra i livello di bassa e di alta marea,
possono essere molto pericolose, sia nel periodo di flusso (marea montante) sia
nel periodo di riflusso (marea calante), ma soprattutto in quest'ultimo caso, con
il rischio per le persone eventualmente sorprese dal fenomeno di essere
travolte e trasportate fino ad annegarvi. Il rischio è maggiore nelle piane di
marea sulle coste oceaniche e comunque dove l'escursione di marea è più
elevata, ma non deve essere sottovalutato in alcun caso, neppure sulle spiagge
mediterranee.
Le correnti di deriva: sono correnti dovute all'azione di trascinamento creato
dall'attrito esistente tra massa d'aria in movimento e la massa di acqua
superficiale del mare.
Ad esempio, nell’Adriatico settentrionale le correnti di deriva sono determinate
dai venti di bora e di scirocco e possono percorrere al massimo distanze di
qualche decina di chilometri.
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Le correnti marine
Le correnti di gradiente: sono dovute alla irregolare distribuzione della
pressione sulla superficie del mare, ed alla differenza di densità di masse
d'acqua adiacenti.
Queste correnti si generano quando la superficie dell'acqua assume una certa
inclinazione, dovuta al vento o alla presenza di masse d'acqua contigue di
diversa temperatura e salinità.
Le correnti di gradiente impostano, ad esempio,tutta la circolazione
dell'Adriatico.
Nell'alto Adriatico l'acqua è poco salata e poco densa, per le peculiari condizioni
climatiche, per la piovosità, e per i massicci apporti di acqua dolce da parte dei
fiumi, che determinano anche una differenza di densità tra coste italiane e
coste jugoslave.
Quest'acqua richiama l’ingresso di acque più dense e salate dal Mediterraneo
orientale, attraverso il Canale d’Otranto.
L'acqua dell’Adriatico settentrionale è fortemente soggetta a variazione di
densità, sia per la temperatura (che può scendere a 5°- 7° C), sia per gli apporti
fluviali, assai variabili. Si determinano così anche variazioni di densità tra estate
ed inverno nelle varie parti del mare, cui conseguono variazioni anche vistose
del regime delle correnti.
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RIPASSIAMO ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI…
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CAMBIAMENTO DI STATO
CAUSA DEI CAMBIAMENTO DI STATO SONO LE VARIAZIONI DI PRESSIONE E TEMPERATURA!
DURANTE IL PASSAGGIO DA LIQUIDO A VAPORE,
L’ACQUA ASSORBE DALL’AMBIENTE
CIRCOSTANTE UNA GRANDE QUANTITA’ DI
CALORE, IL COSIDETTO CALORE LATENTE DI
VAPORIZZAZIONE. QUESTA ENERGIA
CALORIFICA, IMAGANIZZATA DAL VAPORE
DURANTE IL CAMBIO DI STATO, VIENE
TOTALMENTE RESTITUITA ALL’AMBIENTE
DURANTE IL PROCESSO INVERSO, CIOE’
DURANTE LA CONDENSAZIONE.
(assorbimento di calore=raffredamento della massa d’aria)
EVAPORAZIONE
STATO LIQUIDO
(acqua)
STATO GASSOSO
(vapore)
CONDENSAZIONE
(liberazione di energia=massa d’aria si riscalda)
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LA TEMPERATURA
L’andamento verticale della
temperatura (gradiente termico
verticale), in atmosfera
standard, decrese di 0.65°C ogni
100 metri di quota fino al limite
della tropopausa.
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UMIDITA’
QUANTITA’ DI VAPOR ACQUEO
PRESENTE NELLA MASSA D’ARIA
UMIDITA’ RELATIVA
RAPPORTO TRA LA QUANTITA’ DI VAPOR
ACQUEO PRESENTE IN UNA MASSA D’ARIA E LA
QUANTITA’ MASSIMA CHE LA MASSA D’ARIA PUO’
CONTENERE ALLA STESSA TEMPERATURA.
TEMPERATURA DI RUGIADA
E’ LA TEMPERATURA ALLA QUALE UNA
MASSA D’ARIA, MANTENENDO COSTANTE
LA SUA PRESSIONE E LA SUA QUANTITA’ DI
VAPORE, SI DEVE RAFFREDDARE PERCHE’
RAGGIUNGA LA SATURAZIONE.
PER FAR RAGGIUNGERE LA SATURAZIONE AD
UNA MASSA D’ARIA SI PUO:
- AGGIUNGERE NUOVO VAPORE NELLA MASSA
D’ARIA;
- RAFFREDDARE LA MASSA D’ARIA LASCIANDO
INVARIATA LA QUANTITA’ DI VAPORE ESISTENTE.
Con l’UMIDITÀ varia la densità dell’aria
(l’acqua ha una massa molecolare
minore dell’ossigeno e dell’azoto):
l’aria umida pesa meno di quella secca
(PRESSIONE MINORE )
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LA PRESSIONE ATMOSFERICA
La pressione dell’aria dipende dall’altezza della
colonna d’aria sovrastante.
La pressione in un luogo dato
rappresenta il peso della colonna d’aria
in questo luogo. La colonna d’aria è
Il barometro a mercurio
densa negli strati bassi, più rarefatta
negli strati superiori.
Il valore medio
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meteo del modulo III- Istrutori Derive
della pressione al suolo è diLa1013hPa.
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FATTORI CHE INFLUENZANO LA PRESSIONE
ATMOSFERICA
La pressione atmosferica dipende da più fattori: altitudine,
temperatura e umidità dell’aria
Con l’ALTITUDINE
diminuisce lo spessore
e la densità dell’aria
sovrastante
Con la TEMPERATURA varia la densità
dell’aria (i gas si espandono):
l’aria calda pesa meno di quella fredda
Con l’UMIDITÀ varia la densità dell’aria
(l’acqua ha una massa molecolare
minore dell’ossigeno e dell’azoto):
l’aria umida pesa meno di quella secca
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MOTI VERTICALI DELL’ARIA
Le cause che sono all'origine dei moti verticali dell'atmosfera sono due:
- Il surriscaldamento di una determinata massa d'aria che diventa perciò meno densa, e quindi
più leggera di quella circostante (convezione libera).
- L'azione meccanica esercitata dall'incontro di una massa d'aria dotata di moto orizzontale con
un rilievo del terreno o con un'altra massa d'aria di densità diversa, come nel caso dello Stau e
del Föhn o come nelle situazioni frontali. In questo caso si dirà che c’è una convezione forzata.
Una volta che un moto verticale è stato innescato, ciò che conta ai fini del suo proseguimento, e
quindi dello sviluppo dei fenomeni meteorologici conseguenti, è lo stato di equilibrio
dell'atmosfera:
- se è stabile, il moto verticale si esaurisce non appena cessa la causa che l'ha generato;
- se l'atmosfera è instabile, il moto verticale si autoalimenta e continua con intensità via via
crescente.
I fenomeni meteorologici più intensi e potenzialmente pericolosi, come ad esempio i temporali, si
verificano perciò in questo secondo caso.
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NUVOLE E TEMPORALI
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Conosciamo le nuvole
Le nubi sono di solito la caratteristica più evidente del cielo. Esse riflettono il patterns
meteorologico e rivestono un ruolo importante su ciò che il tempo farà.
I dettagli riportati qui sotto vi daranno diverse informazioni sulle nubi.
Altezza delle nuvole
- Nubi basse: si trovano sotto i 2.000 metri.
Le nubi basse sono di solito composte di goccioline di acqua liquide.
Nembostrati, Stratocumuli e Strati, il loro prefisso è “strato …“
- Nubi medie: generalmente comprese tra 2.000 e i 6.000 metri.
La maggior parte delle nubi medie sono composta di goccioline di acqua liquide miste ad
una miscela di cristalli di ghiaccio-acqua, in modo particolare nel periodo invernale.
Altocumuli, Altostrati, il loro prefisso è “alto…“
- Nubi alte: generalmente si trovano sopra i 6.000 metri.
Le nuvole alte sono composte da cristalli di ghiaccio e tendono ad essere molto sottili.
Cirri, Cirrostrati e Cirrocumuli , il loro prefisso è “cirr…“
- Nubi verticali: a sviluppo verticale.
E’ le nube che può produrre lampi, tuoni, piogge molto intense, grandine, venti forti, e
trombe d'aria. Sono le più alte di tutte le nubi, con una base prossima ai 2.000 metri
possono in alcuni casi arrivare fini alla Tropopausa, come in alcuni temporali estivi.
Cumuli e i Cumulonembi.
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LE NUVOLE – forma, dimensione e altezza
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Nubi alte: Cirri (Ci)
- Cirri (Ci) - dal latino cirrus significa "ricciolo":
Si presentano a forma di ricciolo, di virgola o di
piuma; il loro colore è generalmente bianco e la
colorazione può essere più o meno brillante;
sono nubi fini, a strisce o filamentose, che
lasciano passare la luce.
Sono costituite da cristalli di ghiaccio trasportati
dai venti e rilevano la presenza di umidità ad
altezze elevate.
E' necessario distinguere i cirri di bel tempo da
quelli che preludono il cattivo tempo sia per il
diverso aspetto, sia per la velocità di
spostamento.
I cirri di "bel tempo" sono alti nel cielo e si
spostano lentamente; la loro forma è irregolare
e l'estensione limitata. I cirri di "cattivo tempo"
sono disposti parallelamente e coprono tutto il
cielo.
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Nubi alte: Cirrostrati (Cs)
- Cirrostrati (Cs):
Sono nubi trasparenti costituiti da cristalli di
ghiaccio e tendono a conferire al cielo un aspetto
lattiginoso, i loro cristalli di ghiaccio diffondono
luce e creano un alone o un velo sottile attorno
al Sole o alla Luna.
Possono presentarsi avendo già invaso tutto il
cielo, o come un alone sull'orizzonte che tende a
crescere.
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Nubi alte: Cirrocumuli (Cc)
- Cirrocumuli (Cc):
Si presentano in banchi di piccoli fiocchi bianchi
senza ombre. Si riconoscono facilmente dalla
classica conformazione "a pecorelle".
Possono però essere raggruppati a strisce, a
banchi e con forme differenziate, lamelle,
granuli, crespe, ecc..
I loro colori sono brillanti poiché costituiti
interamente da cristalli di ghiaccio.
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Nubi medie: Altocumuli (Ac)
- Altocumuli (Ac):
Sono costituiti da nubi distinte molto vicine tra
loro a costituire strati di aspetto solitamente
ondulato e fibroso che assumono forme bizzarre
di colore bianco o grigio.
Sono formati da estese file di cumuli, collocati a
quote medie e con la parte inferiore più scura.
Se non sono associate ad altri generi di nubi, essi
non provocano alcun fenomeno; se unite a nubi
basse, possono provocare piogge.
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Nubi medie: Altostrati (As)
-Altostrati (As):
Si presentano come una distesa nuvolosa più o
meno densa di colore grigio o blu, liscia
inferiormente.
Poiché velano il Sole e la Luna, possono
sembrare macchie luminose, ma, diversamente
dai cirrostrati, non creano aloni.
Queste nubi producono neve leggera o pioggia
fine e fitta, ma di solito sono così alte che le loro
precipitazioni evaporano prima di raggiungere il
terreno.
Sono nuvole che possono accompagnare tanto il
tempo bello, quanto quello brutto. Nel primo
caso saranno di colore più bianco, alte nel cielo e
con la base ben definita; nel secondo saranno
più scure, con la base indefinita
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Nubi basse: Nembostrati (Ns)
- Nembostrati (Ns) - prefisso “nembo-” dal latino
“nimbus” = pioggia:
Sono nubi stratificate basse, generalmente grigio
scure dalla base spesso non ben definita.
Il cielo si presenta buio e tetro e spesso per la
loro presenza si devono accendere le luci
Lo spessore può variare notevolmente da caso a
caso.
Sono nuvole di cattivo tempo e, in relazione alla
temperatura presente in zona, possono generare
piogge o neve.
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Nubi basse: Stratocumuli (Sc)
Stratocumuli (Sc) :
Il nome deriva dall’ aspetto simile all’ insieme d
strati e di cumuli.
Si presentano come una distesa continua di
masse cumuliformi (rotondeggianti) oscure,
generalmente allungate, il cui aspetto somiglia a
rotoli senza una forma precisa, connessi tra loro
mediante nubi sottili, attraverso le quali è
talvolta possibile scorgere l'azzurro del cielo.
Si potrebbe scambiarli, avendo una forma
abbastanza similare, con gli altocumuli.
Possono avere aspetto minaccioso, anche se in
genere non accompagnano precipitazioni.
Si comportano come gli altocumuli: da soli non
provocano alcun fenomeno, se associati a nubi
medie possono generare piogge.
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Nubi basse: Strati (St)
Strati (St):
Nubi basse, spesse e grigie, che si formano ad
altitudini di 600 m circa si possono vedere quindi
a pochi metri dall'orizzonte con la basa estesa ed
uniforme.
Si possono presentare a banchi o coprire
totalmente il cielo.
Spesso derivano dalla nebbia formatasi al suolo.
Dato il loro limitato spessore, di norma non
danno luogo ad alcun fenomeno, se non ad una
riduzione di visibilità quando la loro base è
molto bassa. Possono portare leggere piogge o
neve.
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Nubi verticali: Cumuli (Cu)
I cumuli, almeno nella fase iniziale della loro formazione, non riescono a
coprire completamente il cielo, ma lasciano ampi squarci fra l'uno e
l'altro
Lo spazio di cielo libero è occupato dalle correnti discendenti che vanno
a chiudere il ciclo dei moti convettivi.
Si distinguono in tre tipi:
il cumulus humilis è una nube poco spessa ed arrotondata, legata alla
variazione diurna della temperatura, appare al mattino e scompare la
sera;
il cumulus mediocris simile al precedente;
il cumulus congestus o castellato: con grande instabilità (rapida
riduzione della temperatura con la quota) la termica che origina l’
humilis può, dopo aver raggiunto il punto di rugiada, proseguire nella
salita (secondo la adiabatica satura) prima di raggiungere aria a pari
temperatura. La nube assume una notevole estensione verticale (1000 o
più metri) e può apparire anche scura inferiormente, in genere ha la
superficie inferiore appiattita mentre superiormente assume un aspetto
definito "a cavolfiore". Se il cielo è azzurro intenso e i cumuli sono bassi
e piccoli a forma di batuffoli bianchi alla sommità e grigi alla base si ha
tempo buono, se invece la loro estensione verticale determina grosse
dimensioni recano forti precipitazioni a carattere temporalesco,
soprattutto se si presentano grigi e neri.
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La meteo del modulo III- Istrutori Derive
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Nubi verticali: Cumulonembi (Cb)
Cumulonembi (Cb):
Nubi temporalesche, la cui sommità raggiunge
spesso la tropopausa (9000 – 10000 metri).
L'enorme massa d'aria ascendente incontra, a
quella quota, una zona di inversione termica che
la frena, generando una tipica forma piatta, ad
incudine.
Sono nubi che accompagnano manifestazioni
temporalesche, portano forti piogge, grandine o
neve, oltre a fulmini ed, in alcune circostanze,
tornado. Sicuramente le più pericolose per la
navigazione.
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La meteo del modulo III- Istrutori Derive
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I Temporali
I temporali nascono quando una nube a sviluppo verticale (cumulo) riesce a
maturare divenendo un cumulonembo. I cumulonembi sono le nubi
temporalesche, la cui sommità raggiunge la tropopausa. Quando il moto
ascensionale che genera il cumulonembo non viene fermato da un inversione
termica, esso raggiunge la tropopausa ancora dotato di alta velocità, e quindi di
forte inerzia. In questo caso la nube temporalesca può penetrare la tropopausa
anche per alcune centinaia di metri.
Quanto più alta è la nube tanto maggiore è la violenza del temporale.
Durante la loro evoluzione, i temporali passano attraverso tre stadi successivi:
- lo stadio della formazione del cumulo
- lo stadio di maturazione (o di maturità)
- lo stadio di dissolvimento.
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Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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I Temporali
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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I Temporali
In prossimità dei fronti attivi
Serate calde e umide
Fronte di raffiche nella parte frontale (transizione tra aria fredda espulsa e aria aspirata)
Direzione di spostamento: circa 20° più a destra della direzione del vento di gradiente in
superficie. Questa regola non è sempre attendibile!
CUMULI-CUMULONEMBI e GROPPI MODIFICANO IL CAMPO DEL VENTO AL SUOLO
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Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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Cumulo non piovoso
Zone con vento debole: davanti e al centro della nuvola
Zone con più vento: dietro e sui bordi della nuvola
GRADIENTE
GRADIENTE
GRADIENTE
NO
PIOGGIA
NO
PIOGGIA
NO
PIOGGIA
A SECONDA DEL GRADIENTE:
DIR/VEL VARIABILI
DIR/VEL VARIABILI SOTTO LA NUVOLA
DIMINUZIONE IN INTENSITA’
NELLA DIREZIONE NUVOLABARCA
ACCELERAZIONE SUI BORDI
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Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
RITORNO ALLA DIREZIONE
DEL GRADIENTE ED
AUMENTO IN INTENSITA’
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Cumulo piovoso
Zone con vento debole: dietro e al centro della nuvola
Zone con più vento: davanti e sui bordi della nuvola
GRA DIENTE
GRA DIENTE
Pioggia
GRA DIENTE
Pioggia
AUMENTO VEL E SA LTO
NELLA DIREZIONE NUVOLA BARCA
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DIR/ VEL VA RIABILI SOTTO LA
NUVOLA
ACCELERAZIONE SUI BORDI
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
DA VANTI: RITORNO ALLA
DIREZIONE DI GRA DIENTE
Pioggia
DIETRO: DIREZ. NUVOLA BARCA E MINORE INTENSITA’
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Alcuni esempi…
CONVERGENZA
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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Alcuni esempi…
CUMULO QUASI PIOVOSO
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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Alcuni esempi…
CUMULI DI BREZZA
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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Alcuni esempi…
ALTOSTRATI - STABILITA’
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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Alcuni esempi…
NEBBIA
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
44
Alcuni esempi…
CUMULI - INSTABILITA’
20/10/2016
Modulo 2 - Saper leggere il tempo...
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MASSE D’ARIA E CARTA SINOTTICA… I FRONTI…
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La meteo del modulo III- Istrutori Derive
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MASSE D’ARIA E FRONTI
• Provenienza dei tipi di massa d’aria
• Tipi di fronti
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MASSE D’ARIA
Le masse d'aria sono porzioni dell'atmosfera che ricoprono superfici vastissime del pianeta, con dimensioni
dell'ordine di migliaia di chilometri, in seno alle quali sussistono condizioni di temperatura umidità e pressione che
si mantengono pressoché invariate per un certo periodo di tempo, anche durante gli spostamenti da una regione
della Terra all'altra. Le masse d'aria si generano perciò stazionando su vaste regioni di natura omogenea, dette
“regioni di origine”, per un tempo sufficientemente lungo da consentire all'aria di fare proprie le caratteristiche
fisiche della superficie terrestre. Regioni di origine tipiche sono quelle occupate dagli anticicloni oceanici quasi
stazionari, le vaste regioni continentali desertiche o coperte di neve, e le calotte polari. Le masse di aria lasciano le
loro regioni di origine in conseguenza della diversa distribuzione della pressione atmosferica e della rotazione
terrestre e, spostandosi, vengono a contatto l’ una dell’ altra.
Dal punto di vista termodinamico, le masse d'aria vengono classificate in:
- fredde (K)
- calde (W)
Dal punto di vista geografico ed idrometrico (umidità contenuta) le masse di aria si distinguono in tre tipi
fondamentali:
- l' aria artica nell'emisfero nord, o antartica nell'emisfero sud - A
- l' aria polare - P
- l' aria tropicale - T
Se la massa d'aria passa sopra un oceano viene definita aria marittima (m), se passa sopra un continente è detta
aria continentale (c).
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MASSE D’ARIA
Masse di aria che interessano l'Europa centro - occidentale ed il Mar Mediterraneo
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MASSE D’ARIA
Masse di aria che interessano l'Europa centro - occidentale ed il Mar Mediterraneo
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MASSE D’ARIA
Masse di aria che interessano l'Europa centro - occidentale ed il Mar Mediterraneo
 L'aria artica marittima (mAK) giunge nel bacino del Mediterraneo come un vento da Nord Ovest quando
un'area di alta pressione si forma sull'Atlantico settentrionale mentre una depressione si scava sulla Francia.
 L'aria artica continentale (cAK) arriva in Italia attraverso la "Porta della Bora" e trae la sua origine nel Mar di
Barents e nelle zone della Siberia prossime alla calotta polare. Viene convogliata verso le nostre regioni
dall'anticiclone Russo che nella stagione invernale si estende fino alle coste dalmate.
 L' aria polare fredda marittima (mPK) proviene dall'Atlantico settentrionale ed è convogliata verso le coste
europee e la penisola italiana dall'azione congiunta di un anticiclone posizionato sull'Atlantico settentrionale e
di una profonda depressione estesa fra le isole britanniche, la Francia ed il Mediterraneo occidentale.
 L' aria polare fredda continentale (cPK) è originaria delle zone occupate dall'anticiclone russo e giunge in
Italia quando il bordo occidentale dell'anticiclone si estende fino all'Europa centrale ed ai Balcani.
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MASSE D’ARIA
Masse di aria che interessano l'Europa centro - occidentale ed il Mar Mediterraneo
 L'aria polare calda marittima (mPW) è tipica della stagione invernale e giunge sul Mediterraneo occidentale
passando attraverso la penisola iberica o la Francia.
 L'aria polare calda continentale (cPW) è tipica della stagione estiva e ci giunge dalla Russia meridionale.
 L' aria tropicale calda marittima (mTW) proviene dall'Anticiclone delle Azzorre e giunge sull'Italia attraverso
la penisola Iberica o il Marocco e si manifesta con venti sud occidentali (libeccio) talvolta molto forti,
richiamati da centri di bassa pressione posizionati fra le Baleari ed il Golfo del Leone che si sono formati a
seguito di precedenti afflussi di aria artica marittima o polare marittima.
 L' aria tropicale calda continentale (cTW) trae origine fra l'Africa settentrionale e l'Asia minore. Giunge sulle
regioni italiane con forti venti da sud est (scirocco).
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Fronti e masse d’aria
• Un fronte è una zona di transizione tra due masse d’aria di diversa densità e
temperatura
• Tipologie di Fronti:
– FRONTE FREDDO
• Zona dove aria più fredda sostituisce aria più calda
– FRONTE CALDO
• Zona dove aria più calda sostituisce aria più fredda
– Fronte stazionario
• Zona di poco movimento
– Occlusione
• Quando il fronte freddo raggiunge il fronte caldo
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I FRONTI
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Carta sinottica
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FENOMENI ATMOSFERICI AL PASSAGGIO DEI FRONTI
Struttura dei fronti in 3-D
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Struttura del fronte stazionario
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Struttura di un fronte caldo
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Sequenza tipica meteorologica al passaggio di un fronte caldo
Vento
Nuvole
All’approccio del fronte
Al suo passaggio
Nel settore caldo
Rinforza&rotazione a sx
Rotazione a dx
Direzione stabile
Ns
St, Sc
Sequenza di Ci, Cs, As, Ns, St
Pioggia Diventa intensa&più continua Si ferma o pioviggina
Visibilità
Degrada lentamente
Pressione Si abbassa velocemente
Umidità
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Piccolo cambiamento
Degrada
Stop abbassamento
Aumenta
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Pioggia leggera
Moderata o scarsa
si abbassa se la
depressione si
approfondisce,
altrimenti stabile
Piccolo cambiamento
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Struttura di un fronte freddo
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Sequenza tipica meteorologica al passaggio di un fronte freddo
All’approccio del fronte
Al suo passaggio
In aria fredda, dietro al
fronte
Vento Rotazione a sx&aumenta Improvvisa rotazione a
vicino al fronte
dx spesso con raffiche
Nuvole
St&Sc spessi Ns
Cb
Pioggia
Pioggia intensa in
prossimità del fronte
Intense piogge probabili
temporali con grandine
Probabilmente ruota
un po’ a sx poi stabile;
burrascoso &forte
Spesso totalmente sereno, Cu
Di solito buono per
1/2 ore poi piovaschi
Visibilità Da moderata a scarsa
Scarsa nella pioggia
Molto buona
Pressione In diminuzione vicino
al fronte
In salita rapida
(impennata)
Sale gradualmente fino
al massimo previsto
Caduta improvvisa
Piccole variazioni
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Umidità
Piccole variazioni
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Fronte occluso a freddo
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Fronte occluso a caldo
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ESERCITAZIONE
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Un’esercitazione pratica…
1- identificare sulla carta di Bracknell la nostra zona di navigazione;
2 - identificare da che tipo di centro d’azione potrebbe essere interessata
la nostra area di navigazione;
3 - identificare da che tipo di fronte potrà essere interessata la nostra area
di navigazione;
4 - tipologia di aria a cui sarò interessato (stabile, instabile);
5 - previsione della direzione del vento e della sua intensità.
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L’esercitazione…
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Verifichiamo
l’esercitazione…
Un caso pratico
23 Febbraio 2016
at 0700A
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REFERENZE INTERNET
http://www.wetterzentrale.de/fax.aspx
http://www.lamma.rete.toscana.it/meteo/modelli
http://it.sat24.com/it
http://www.meteoam.it/meteoalarm
http://www.meteoam.it/meteomar/view
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La meteorologia del III modulo
Istruttori Derive
Andrea Boscolo
Responsabile Area Sport&Performance
MeteoSport – Unità Operativa Psicologia dello Sport
Centro di Ricerca in Scienze Motorie
S.U.I.S.M – Università di Torino
[email protected]
www.meteosport.org
“Weather Meeting”