Peep Arrow Entertainment e Il Sistina
presentano
Vittoria Belvedere e Luca Ward
in
My Fair Lady
Un musical di Friederick Loewe e Alan J. Lerner da “Pigmalione” di George B. Shaw
con Enrico Baroni nel ruolo di Col Pikering
e con Giulio Farnese nel ruolo di Alfred Dolittle
Scene Aldo di Lorenzo, luci Umile Vainieri, suono Luca Finotti, coreografie Roberto Croce,
Direzione musicale Emanuele Friello
Uno spettacolo firmato Massimo Romeo Piparo
COMUNICATO STAMPA
Dopo il tutto esaurito della scorsa stagione torna a grande richiesta al Teatro
Sistina di Roma My Fair Lady, uno dei classici più amati della storia del
Musical, firmato Massimo Romeo Piparo e interpretato dalla splendida Vittoria
Belvedere nei panni della fair lady Eliza Doolittle e da Luca Ward nel ruolo del
Pigmalione Prof. Higgins. Lo spettacolo, una co-produzione Peep Arrow
Entertainment e Il Sistina, sarà in scena nella Capitale da martedì 22 ottobre al
10 novembre e ancora in tournèe in diverse città italiane fino al debutto milanese
(Milano, Teatro Nuovo dal 10 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014).
Dall’opera di George Bernard Shaw “Pygmalion”, un musical elegante e
romantico: la favola di un’umile e rozza fioraia trasformata in principessa da un
ostinato e burbero professore di fonetica. La cultura, la conoscenza della propria
lingua, gli strumenti per un'elevazione sociale, sono il fulcro narrativo di questo
spettacolo.
Massimo Romeo Piparo (Sette spose per sette fratelli, The Full Monty, Il Vizietto,
Rinaldo in Campo, Jesus Christ Superstar, Smetti di Piangere Penelope, HairSpray,
Evita, Tommy, My Fair Lady, La Febbre del Sabato Sera, Lady Day, Alta Società)
porta in scena un cast d’eccezione: oltre a Vittoria Belvedere e Luca Ward, anche
attori del calibro di Enrico Baroni nelle vesti del Colonnello Pickering e di Giulio
Farnese nel ruolo del cinico e spietato Alfred Doolittle. La direzione musicale è
affidata a Emanuele Friello. Le coreografie sono di Roberto Croce, le scenografie
di Aldo Di Lorenzo.
NOTE DI REGIA
“Non capita a tutti i “classici” del Teatro musicale di poter essere sempre “giovani”.
La fortuna di un musical spesso sta nel palmares del film o della piece da cui è
tratto.
Il musical My Fair Lady deve la propria “immortalità” a se stesso.
A ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla
universalità del suo linguaggio musicale.
...Cosa c’è di più sublime che colmare il dislivello che separa classe da classe,
anima da anima... così recita il Prof. Higgins, il “pigmalione” che affida al modo di
parlare il passepartout per il riscatto sociale di una rozza fioraia.
Già, il modo di parlare...anche questo è un tema che di giorno in giorno si fa sempre
più attuale. La perdita delle proprie radici culturali, l’omologazione e la
globalizzazione della società contemporanea hanno fatto svanire il rapporto tra
l’essere umano e la propria cultura.
Ecco allora che My Fair Lady” si impone come il sogno che non vuole svanire, come
la favola “possibile”, rappresenta il lieto perdersi in una tempesta di sentimenti.
La “fair lady” Eliza Doolittle è un po’ Cenerentola, un po’ Pretty Woman, Mary
Poppins, un po’ Bella e un po’ Bestia, insomma è l’archetipo del riscatto, della
rivincita, dell’affermazione, della trasformazione e così incarna il desiderio e il
sogno di tutto l’universo femminile che simpaticamente partecipa sin dal primo
momento alla sua avventura.
Ma alla fine, e qui si impone in tutta la sua statura George Bernard Shaw ispiratore
col suo “Pigmalione” della versione musicale, anche la chiave maschile della
vicenda cede alla forza delle emozioni e dei sentimenti: soli non si è completi e
anche un apparente “misogino e scapolo convinto” come il Prof. Higgins o il collega
di “sventura” Colonnello Pickering, o il cinico e spietato padre di Eliza, Alfred
Doolittle, si trovano costretti a svestire la maschera della durezza e coprirsi con
un velo di dolcezza.
In un momento in cui sembra che il corto circuito dei rapporti umani abbia
interrotto il passaggio di energia tra le persone, My Fair Lady si impone come un
“generatore di corrente elettrica” che concede una bella “scossa” alla nostra
anima.
E adesso...lasciatevi travolgere anche voi dalla tempesta dei sentimenti...”.
Massimo Romeo Piparo
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