PARTE CLINICA Tecniche di imaging nel glaucoma Massimo Cesareo · Annalisa Anastasio · Carlo Nucci Introduzione Il formidabile progresso scientifico degli ultimi 25 anni è stato reso possibile dalla continua evoluzione delle tecnologie neurobiologiche, dalla rivoluzione in biologia molecolare e dalla disponibilità di nuove tecnologie che consentono l’analisi genetica di fattori molecolari e delle interazioni cellulari sottostanti lo sviluppo delle vie ottiche, che hanno permesso la visualizzazione di singoli neuroni o popolazioni cellulari e del loro ciclo vitale, della espressione di fattori di trascrizione e della regolazione dei geni a valle, della migrazione nei loro strati specifici e della differenziazione delle loro caratteristiche morfologiche, della individuazione di una traiettoria assonale verso le strutture visive centrali, della rifinitura delle loro connessioni sinaptiche e della loro morte cellulare programmata1. Parallelamente, lo sviluppo tecnologico ha consentito l’utilizzo di metodiche di imaging progressivamente più accurate e precise delle vie ottiche, sia a livello delle porzioni iniziali, intraoculari, sia a livello cerebrale. L’utilizzo di tali tecniche, quali la Tomografia confocale a scansione laser (CSLT), la 180 PARTE CLINICA polarimetria a scansione laser (SLP), la tomografia a coerenza ottica (OCT), per citare le più diffuse, sono state estensivamente impiegate nella pratica clinica oftalmologica e valutate dal punto di vista dell’evidenza scientifica. Lo strato interno della retina è formato dallo strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) e dalla membrana limitante interna. È costituito da assoni non mielinici di cellule ganglionari (da 700.000 a 1.200.000 circa per ogni occhio), astrociti e vasi sanguigni. Da ogni singola cellula ganglionare retinica (RGC) parte un assone che, unito a tanti altri assoni forma, lo strato delle fibre nervose retiniche (RNFL), dove tutti gli assoni sono raggruppati in canali individuali formati da processi allungati di astrociti specializzati – le cellule di Muller. Gli assoni delle cellule ganglionari convergono nella papilla ottica da cui partono tali fasci di fibre assonali. Essi, escono dall’occhio attraverso il canale sclerale formando il nervo ottico, che conduce l’informazione visiva dalla retina fino ai centri superiori, dapprima al corpo genicolato laterale e da qui alle aree corticali. Tra le patologie più importanti che possono indurre, con differenti eziologie, modificazioni patologiche delle vie ottiche si annoverano il Diabete, il Glaucoma, la Sclerosi Multipla, le Patologie Vascolari Cerebrali, la Malattia di Alzheimer, le Patologie Neoplastiche Cerebrali o Ipofisarie, le patologie infettive, vascolari o tossiche che possono interessare il nervo ottico (Neuropatie Ottiche) o le altre strutture delle vie ottiche. Il Glaucoma è una neuropatia ottica caratterizzata dalla morte delle cellule ganglionari retiniche, a cui corrisponde una diminuzione dello strato delle fibre retiniche. Per quanto riguarda la diagnosi del Glaucoma, ruolo fondamentale riveste lo studio della papilla ottica. La papilla ottica è delimitata dall’anello peripapillare di Elschnig. Il tessuto tra i margini della papilla e dell’escavazione è chiamato bordo neuro retinico (NRR). Il bordo è principalmente composto da assoni delle cellule ganglionari retiniche (RGC). Dal momento che il danno glaucomatoso è correlato alla perdita delle RGC, l’area del bordo (Rim Area) dovrebbe costituire un buon indicatore del livello del danno2. Il danno delle fibre nervose si ripercuote sia sull’aspetto che su area e volume del bordo. Gli occhi con una papilla di forma normale mostrano un modello coerente, che segue la regola cosiddetta “ISNT”. Lo spessore del RNFL è normalmente maggiore nel settore inferiore (I), poi nel settore superiore (S), nasale (N) e temporale (T). Questa regola è molto utile nella pratica clinica poiché ogni variazione dalla norma è indicativa di danno glaucomatoso. L’assottigliamento del bordo viene naturalmente accompagnato da un aumento dell’escavazione. Si può avere un allargamento concentrico dell’escavazione (frequentemente associato ad una pressione intraoculare alta nei giovani), un allargamento lungo l’asse verticale della papilla, con una escavazione verticale, tipica del glaucoma, un allargamento temporale dell’escavazione, o una escavazione focale (con aspetto di assottigliamento localizzato che crea un’incisura a colpo d’unghia, “notch”, nel bordo neurale)3. Le modificazioni dello spessore del bordo neuroretinico si possono valutare clinicamente determinando il rapporto escavazione/disco ottico (Cup/Disc, C/D). Nell’esame oftalmoscopico della papilla ottica nel glaucoma è di relativamente frequente riscontro la presenza di atrofia peripapillare. Da un punto di vista clinico ed istopatologico si può dividere l’atrofia peripapillare in una zona beta centrale ed una alfa periferica. La zona alfa è caratterizzata da iperpigmentazione ed ipopigmentazione alternata; in modo irregolare, dell’epitelio pigmentato retinico (RPE) e da assottigliamento del tessuto corioretinico. La zona beta è caratterizzata da una perdita completa di RPE ed una spiccata atrofia dello strato dei fotorecettori e della coriocapillare, con visibilità dei grossi vasi della coroide e della sclera. Questa zona è delimitata sul lato periferico dalla zona alfa adiacente. Nel glaucoma monolaterale l’atrofia peripapillare è decisamente maggiore, e la zona beta appare molto più ampia nell’occhio malato che in quello adelfo4,5. L’atrofia peripapillare non è diffusa in modo omogeneo nei vari tipi di glaucoma ad angolo aperto. La zona beta è significativamente più ampia negli occhi miopi con glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) che negli occhi con glaucoma Tecniche di imaging “senile sclerotico”4. In diversi studi longitudinali, l’allargamento dell’atrofia peripapillare è stato associato alla conversione dell’ipertensione oculare in glaucoma ad angolo aperto con perdita del campo visivo e progressione del danno glaucomatoso6,7. Tuttavia, data la grande variabilità interindividuale, la valutazione dell’atrofia peripapillare risulta uno strumento diagnostico di secondo piano nella diagnostica e nel follow-up del glaucoma8. La valutazione oftalmoscopica della papilla ottica è ovviamente soggettiva e operatore dipendente. L’utilizzo di strumenti computerizzati può, almeno in linea teorica, rendere più accurata e ripetibile la misurazione dei parametri papillari e consentire un confronto con valori normali di riferimento. Le tecniche di imaging e glaucoma Viene comunemente riportato in Letteratura che nel glaucoma le modificazioni strutturali si verificano prima delle alterazioni funzionali9,10. Sarebbe più corretto affermare che, allo stato attuale, si è in grado di individuare più precocemente le alterazioni morfologiche rispetto a quelle funzionali, dati gli strumenti diagnostici validati nella diagnosi della malattia. La valutazione dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) costituisce in ogni caso un esame fondamentale per misurare le modificazioni strutturali nel glaucoma. Allo stadio iniziale, il danno delle fibre può essere diffuso o focale11,12. I difetti focali appaiono come scanalature scure, più ampie dei vasi retinici che si allargano verso la periferia, e vengono chiamati difetti “a cuneo”. Questo tipo di difetto viene associato spesso ad un danno localizzato della funzione visiva. Con il progredire del danno, i difetti focali appaiono più ampi e profondi (più scuri). Le alterazioni del RNFL nel glaucoma “iniziale” possono presentarsi come un assottigliamento dello strato delle fibre nervose retiniche localizzato o generalizzato, o come una combinazione dei due. Il danno strutturale del glaucoma è associato a specifiche alterazioni del campo visivo e della funzione visiva che può evolvere fino alla cecità. Quigley ed altri hanno dimostrato che un’elevata percentuale di gangliari e di fibre nervose retiniche può essere persa prima che si possa individuare un’alterazione del CV con la metodica “gold standard”13. Recentemente, in uno studio sul trattamento dell’ipertensione oculare, in più della metà di coloro che hanno sviluppato glaucoma, la diagnosi precoce è stata fatta sulla base delle modificazioni della papilla ottica14. Tradizionalmente la immagini fotografiche della papilla ottica sono risultate di essenziale importanza nella gestione di questa malattia. L’analisi delle stereofoto è considerata tuttora il gold standard per valutare e rilevare la progressione strutturale del danno del nervo ottico15,16. Tuttavia, negli ultimi anni, l’imaging della testa del nervo ottico (ONH) e dello spessore delle fibre nervose retiniche (RNFL) ha avuto notevole diffusione clinica per la diagnosi ed il follow-up di pazienti con ed a rischio di glaucoma. La Tomografia a scansione laser confocale La Tomografia a scansione laser confocale (CSLT) è probabilmente la metodica che ha avuto maggiore utilizzo nello studio della patologia glaucomatosa. L’HRT (Heidelberg Retina Tomograph) è un sistema laser confocale concepito per acquisire ed analizzare immagini tridimensionali del fondo dell’occhio17,18, il cui principale campo di applicazione risiede nello studio della papilla nel glaucoma. Appositi moduli consentono di effettuare anche l’analisi dello spessore retinico maculare ed una microscopia confocale della cornea. In un oftalmoscopio confocale a scansione laser la luce viene fatta convergere dalle lenti dell’obbiettivo in un punto estremamente piccolo del campione osservato. Il punto stesso, attraverso un sistema di specchi oscillanti, viene spostato attraverso tutto il campo visivo dell’obbiettivo così da effettuare una scansione completa di tutto il piano focale. Le caratteristiche della luce laser (estrema coerenza, alta intensità e lunghezza d’onda unica) consentono di evitare fenomeni di aberrazioni e diffrazioni tipiche invece della luce prodotta da tradizionali lampade a incandescenza. Inoltre, le lenti dell’obbiettivo fanno sì che l’intensità della 181 182 PARTE CLINICA luce laser sia sufficiente a eccitare i fluorocromi soltanto nel punto di massima concentrazione del raggio, corrispondente al piano di messa a fuoco dell’obbiettivo. In questo modo le aree superiori ed inferiori al piano di fuoco, non venendo eccitate, non contribuiscono alla formazione dell’immagine, limitando la formazione di aloni e riducendo il ‘’rumore di fondo’’. Muovendo il piano di messa a fuoco, si possono acquisire sezioni ottiche sequenziali a profondità diverse, in modo tale da costituire una immagine tridimensionale stratificata: tale processo di acquisizione di immagini viene chiamato tomografia confocale a scansione laser (CSLT). La versione attuale della CSLT è denominata HRT III e rappresenta l’evoluzione delle versioni precedenti. Il sistema HRT è in grado di acquisire fino a 64 sezioni ottiche mentre viene spostato il piano di scansione in profondità (asse z). Per l’esame della papilla vengono acquisite tre serie di immagini. Durante il processo di acquisizione il software regola automaticamente la profondità della scansione e la luminosità dell’immagine. In seguito vengono elaborate tre immagini topografiche ed una immagine media finale che contempla una deviazione media standard dell’altezza dei pixel (MPHSD). Per definire la struttura tridimensionale della papilla deve essere posizionata dall’operatore (tramite mouse) una linea di contorno del bordo papillare (contour line), in modo tale che il software possa calcolare una serie di parametri stereometrici descrittivi delle caratteristiche tridimensionali della papilla stessa. Per calcolare tali parametri il software adotta un “piano di riferimento”, ovvero un piano immaginario al di sotto del piano retinico, parallelo ad esso. Lo spazio al di sopra di tale piano viene definito “bordo neuroretinico”, lo spazio al di sotto “escavazione”. Quindi la valutazione dei valori dei parametri stereometrici quali il volume del bordo neurale (Rim volume) e la sua area (Rim area), dipendono dal posizionamento del piano di riferimento: un piano collocato più in profondità dà come risultato una escavazione maggiore ed un bordo minore; al contrario, un piano posizionato più in superficie dà un’escavazione maggiore ed un bordo minore. Instrument type: Confocal scanning laser ophthalmoscope Field of View: 15° x 15° (transverse) Scan Depth: 1.0 to 4.0 mm (automatic) Optical Resolution: 10 µm /pixel (transverse) Repeatability: 20 µm Digital Image Size: 2-D image: 384 x 384 pixels 3-D image: up to 384 x 384 x 64 pixels Image file size: 30 MB uncompressed, 5 MB compressed (typical) Scan Time: 2-D image: 24 milliseconds 3-D image: 1 second typical (2mm scan depth) Focus Range: -12 to +12 diopters spherical -6 to +6 diopters cylindrical Minimum Pupil Diameter: ≥ 1 mm Light Source: 670 nm diode laser Image alignment/ artifact rejection: TruTrack™ proprietary software Display modes: Single frame, Multi-frame (movie), 2-D mapping, 3-D mapping Software analysis: Glaucoma, retina, cornea Operating systems: Heidelberg Eye Explorer and Windows XP Glaucoma Module: Moorfields Regression Analysis (MRA) RNFL analysis C/D ratio Cup shape analysis Glaucoma Probability Score (GPS) Ethinc-specific databases OU symmetry analysi 9-point quality check Optic disc size adjusted parameters On-line operator feedback Topographic Change Analysis (progression) Retina Module: Edema index Retinal thickness 3-D retinal thickness display ETDRS moveable grid Trend analysis Cornea Module: 400x400 micron field of view 2 micron intervals, up to 80 sections acquired automatically 1 micron resolution Semi-automatic cell counting Section scan, sequence scans, volume scans Figura 1 HRT 3 Heidelberg Engineering Tecniche di imaging Il Piano di Riferimento Standard è collocato 50 micron sotto il margine temporale della linea di contorno della testa del nervo ottico (tra -10° e 4°). Tale locus è stato scelto sia perché coincide col fascio papillo-maculare sia perché risulta essere l’angolo medio di inclinazione superficiale dell’ONH. In passato, si supponeva che il fascio papillo-maculare avrebbe mantenuto un’altezza stabile durante il processo glaucomatoso dato che, almeno negli stadi avanzati, l’acutezza visiva veniva preservata. Ma tale teoria, più di recente, è stata smentita dalle misurazioni dello spessore della macula effettuate con OCT, che evidenziano una diminuzione dell’altezza del fascio papillo-maculare nei soggetti glaucomatosi anche quando sia conservata una buona acutezza visiva19. Nel corso dell’evoluzione della malattia non si possono verificare pertanto escludere variazioni dell’altezza del piano di riferimento. I parametri che risultano indipendenti dal piano di riferimento sono: l’“Height Variation Contour” (differenza tra il punto più alto ed il punto più declive delle fibre nervose retiniche) ed il “Cup Shape Disc Measure” (misura della forma dell’escavazione). L’accuratezza delle misurazioni dell’HRT è stata dimostrata in esperimenti in vivo20. I parametri stereometrici dell’HRT sono stati confrontati con il numero di fibre nervose contate tramite esame istologico negli occhi dei primati. Si è trovata una significativa correlazione con la maggior parte dei parametri, soprattutto quelli che descrivono il bordo e l’escavazione21. I parametri stereometrici risultati più importanti in Letteratura per individuare un danno come glaucomatoso e la sua progressione sono la Rim area (l’area del bordo neurale), il Rim Volume (volume del bordo neurale), il Cup shape measure (misura della forma dell’escavazione), la Mean Height Variation Contour (differenza tra il punto più alto e più basso della superficie retinica intorno alla papilla), ed infine lo spessore dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL thickness). La Moorfields Regression Analysis (MRA) calcola i limiti della normalità dell’area del bordo neuro retinico, struttura danneggiata dal processo glaucomatoso. L’analisi tiene conto di note relazioni fisiologiche quali la dipendenza dell’area del bordo neuroretinico dalla dimensione dell’ONH e dall’età del paziente22,19. Durante l’evoluzione della malattia, sebbene si sostenga che l’assottigliamento avvenga preferenzialmente ai poli dell’ONH, secondo altri Autori può presentarsi in qualsiasi area; pertanto l’algoritmo di classificazione si basa sull’analisi di tutti i settori predefiniti nel software. La papilla ottica esaminata viene classificata “normale”, “borderline” o “patologica” con una classificazione puramente statistica e non descrittiva dello stato patologico. L’area del bordo neuroretinico è correlata fisiologicamente alla dimensione della testa del nervo ottico. Per normalizzare la distribuzione si effettua una calcolo logaritmico ed i limiti normali vengono ricavati dagli intervalli di previsione di un’analisi regressiva di dati (espressi in Log) dell’area del bordo retinico in rapporto all’area della papilla ed all’età. Ci sono tre intervalli di previsione: 95,0%, 99,0%, 99,9%. Questi intervalli sono calcolati per tutta la papilla e per ognuno dei sei settori predefiniti. Una papilla è classificata “entro i limiti della norma” se le aree del bordo neuroretinico globale e settoriali sono tutte superiori all’intervallo di previsione del 95%, “borderline” se l’area del bordo di uno dei settori si colloca tra gli intervalli 95% e 99,9%, “patologica” se l’area del bordo di uno dei settori si colloca al di sotto dell’intervallo 99,9%. La Moorfields Regression Analysis e le formule discriminanti hanno ricevuto nel tempo un’Importante validazione clinica nell’individuare alterazioni della papilla ottica compatibili con il glaucoma23,24. In particolare le formule discriminanti sfruttano l’associazione di alcuni parametri stereometrici, differenti nelle varie funzioni lineari elaborate dai diversi Autori22,25. È importante sottolineare che le classificazioni della MRA hanno valore per il range di dimensioni papillari specificate nel database normativo. In conclusione, la MRA fornisce una classificazione topografica della papilla ottica in rapporto al database normativo, ma i risultati vanno sempre valutati nel contesto dell’esame clinico e dei test della funzione visiva. Con HRT è possibile anche individuare cambiamenti strutturali significativi della papilla ottica nel corso del tempo, in particolare con la 183 184 PARTE CLINICA Figura 2 TCA overview in paziente con glaucoma. In alto: area e volume delle variazioni nel tempo; in basso: le aree in rosso indicano significativa riduzione di altezza, le aree in verde un incremento Tecniche di imaging Topographic Change Analysis, di cui Chauhan ha dimostrato una performance almeno uguale a quella di esperti di glaucoma nell’individuare la progressione del danno strutturale sulla base di stereofoto26,27 e con l’analisi della variazione dei parametri stereometrici28. Data la grande varietà delle definizioni di glaucoma in Letteratura oftalmologica, non è possibile reperire valori universalmente accettati di sensibilità e specificità della CSLT. Mentre alcuni studi definiscono “glaucoma preperimetrico” i cambiamenti strutturali della papilla e dello strato delle fibre nervose retiniche in assenza di difetti del CV, secondo altri, perché si possa parlare di glaucoma, è necessaria la contemporanea presenza di alterazioni campimetriche, nonostante sia stata dimostrata una perdita di cellule ganglionari retiniche anche del 40% prima che siano rilevabili difetti del CV con la SAP29,19,30. Mardin et al. hanno confrontato con HRT le papille di 102 pazienti con glaucoma preperimetrico (definito da difetti di ONH e RNFL, ma CV normale) con quelle di 50 controlli. In tal caso, per una specificità predeterminata del 95%, si è avuta una sensibilità del parametro “rim area” pari al 24,8% e del 25,5% per il “rim volume”. Tale scarso potere diagnostico nel differenziare occhi normali da occhi con glaucoma preperimetrico è stata attribuita dagli Autori alla elevata variabilità biologica interindividuale dei parametri della papilla ottica19. Quando invece per la definizione di glaucoma si richiede la presenza di difetti del CV, la sensibilità della CSLT (HRT) aumenta. Wollstein et al. hanno riscontrato una sensibilità dell’84,3% ed una specificità del 96,3% per la “rim area”31. In altri studi il parametro stereometrico con migliore capacità discriminante è stato il “Cup Shape Measure”, CSM31. Mikelberg et al. hanno riportato una sensibilità dell’87% ed una specificità dell’84% per il CSM22. Le funzioni discriminanti (LDF Linear Discriminant Functions o discriminant functions analysis DFA) rappresentano nel sistema HRT un ulteriore metodo di classificazione della papilla ottica costituito da una combinazione ponderata di variabili. La prima LDF è stata introdotta da Mikelberg et al 22. La LDF di Mikelberg include un numero di parametri stereometrici globali della papilla e l’età del soggetto. Nel tempo altri Autori hanno proposto altre DFA costituite da differenti combinazioni di parametri25,32. È stato dimostrato che anche la classificazione con LDF, analogamente alla Moorfields Analysis è differente per papille di dimensioni piccole (area papillare= DA< 2mmÇ) e papille intermedie e grandi (DA>3mmÇ). La formula di Iester et al., nei sottogruppi con papille di dimensioni intermedie e grandi, ha dato risultati migliori nell’individuare le alterazioni compatibili con il glaucoma33,34. Ford et al. hanno ottenuto risultati leggermente diversi: il tipo di glaucoma, il sesso ed il difetto refrattivo non sono risultati influire in maniera rilevante sull’efficacia dell’analisi35. La versione più recente dell’HRT (HRT3) è dotata di un database normativo più ampio per etnia, età e dimensione del disco ottico. L’HRT3 fornisce all’oftalmologo una ulteriore opzione di analisi della papilla ottica che non richiede il posizionamento della “contour line” da parte dell’operatore, il Glaucoma Probability Score (GPS). Con il GPS la papilla in esame viene confrontata con un modello matematico geometrico tridimensionale di papilla normale9. La modellizzazione della papilla è basata essenzialmente su 3 parametri papillari (ampiezza dell’escavazione, profondità dell’escavazione, pendenza della rima) e 2 parametri del RNFL (curvatura verticale e curvatura orizzontale del RNFL). La capacità del GPS (operatore indipendente) di identificare alterazioni glaucomatose è stata confrontata con quella della Moorfields Regression Analysis (operatore dipendente: necessità di tracciare la contour-line). Diversi Autori ne hanno accertato sensibilità e specificità che sarebbero risultate analoghe ma leggermente inferiori come specificità alla MRA, mentre il GPS mostrerebbe una maggiore sensibilità. La capacità predittiva di glaucoma del GPS è stata valutata da Alencar et al. in confronto alla valutazione soggettiva delle stereo foto19,36,37. Il software di HRT3 è compatibile con le versione precedenti e consente pertanto di valutare l’eventuale progressione della malattia su un periodo molto lungo. Per l’analisi della progressione non sono contemplati interventi da parte dell’operatore. HRT2 ed HRT3 allineano automatica- 185 186 PARTE CLINICA mente le mappe topografiche38. Inoltre vengono rilevate e quantificate variazioni significative dell’altezza della superficie rispetto all’esame “baseline”. Le modificazioni topografiche rilevate con HRT TCA permettono il monitoraggio del cambiamento di aree e volume dei cluster e dei singoli pixel nel tempo e di valutare la significatività delle variazioni misurate. Polarimetria a scansione laser La Polarimetria a Scansione Laser, (Scanning Laser Polarimetry, SLP) è una metodica che sfrutta l’oftalmoscopia a scansione laser confocale accoppiata ad un compensatore della birifrangenza corneale. Le immagini del fundus si ottengono con la scansione laser con lunghezza d’onda vicino all’infrarosso (780 nm)39,40. La scansione copre un campo di immagine di 40° orizzontali e 20° verticali che comprende sia la regione peripapillare, sia la regione maculare. La progressiva evoluzione della tecnologia GDX può essere schematizzata come segue: NFA I NFA II GDX NFA GDX ACCESS GDX FCC GDX VCC GDX ECC. Nella SLP l’occhio viene trattato come un depolarizzante ed un ritardante. La luce riflessa dall’occhio è di solito polarizzata ellitticamente ed è separata in due canali con analizzatori lineari polarizzati parallelamente e perpendicolarmente al raggio incidente. Il piano di polarizzazione ed i due analizzatori ruotano e producono una serie di immagini che vengono utilizzate per elaborare l’immagine di ritardo. Le variazioni della polarizzazione si ritengono causate dalla birifrangenza Figura 3 Glaucoma Probability Score (GPS) Report degli assoni delle gangliari retiniche ed in particolare dai microtubuli e neurofilamenti delle fibre retiniche40,41. La birifrangenza del segmento anteriore, dovuta in maniera preponderante alla cornea, costituisce un elemento di confusione nella valutazione del RNFL tramite SLP42,43,44. Lo stroma corneale è composto da fibre collagene parallele che gli conferiscono una significativa proprietà polarizzante che deve essere compen- Figura 4 GDx PRO Scanning Laser Polarimeter, Carl Zeiss Meditec Tecniche di imaging sata adeguatamente al fine di ottenere valide misurazioni dello spessore dell’RNFL tramite la SLP (Scanning Laser Polarimetry)45,46. Evidenze scientifiche indicano che la compensazione corneale fissa (FCC) utilizzata nelle prime generazioni di GDX non teneva conto della variabilità interindividuale della birifrangenza corneale46,47. Per tale motivo il GDX è stato successivamente implementato con una nuova metodica di compensazione corneale variabile (VCC) che si è dimostrata utile nel neutralizzare la birifrangenza (polarizzazione) corneale individuale48,49. Le proprietà di polarizzazione del cristallino sono inferiori a quelle della cornea e si ritiene siano anch’esse compensate efficacemente dal VCC. Alcuni tipi di chirurgia refrattiva corneale sono causa di alterazioni della birifrangenza, il che può determinare artefatti di misurazione nella SLP con compensatore fisso (FCC)50. Gli esiti della cheratomileusi con laser ad eccimeri non influenzerebbero la SLP con VCC. La LASIK (cheratectomia intrastromale con laser ad eccimeri) può modificare notevolmente le proprietà polarizzanti della cornea. La LASIK produce un assottigliamento apparente del RNFL, quando è misurato con FCC, ma se effettuate con VCC, le misurazioni del RNFL non risentirebbero della LASIK50. Il GDx VCC confronta le misurazioni dello strato delle fibre nervose retiniche di ciascun paziente con un database normativo multietnico, suddiviso per fasce d’età consentendo così di identificare, in modo precoce, i segni di un danno precoce da glaucoma. Il software fornisce, tra gli altri, l’indice NFI (Nerve Fiber Index) che è risultato il miglior parametro per distinguere occhi sani da quelli con glaucoma 50. Gli occhi glaucomatosi raramente hanno un NFI < 35 mentre gli occhi sani non hanno quasi mai NFI > 44. Valori di NFI tra 35 e 44 si possono definire borderline51. Nella pratica clinica, per lo screening o il followup del glaucoma si tiene conto oltre che del NFI anche dello spessore del RNFL perché numerosi studi hanno evidenziato che uno spessore ridotto dell’RNFL alla baseline in pazienti con glaucoma sospetto è predittivo di danno campimetrico indipendentemente da altri fattori52,53. L’introduzione del VCC ha significativamente mi- gliorato, rispetto al FCC, la correlazione struttura-funzione, garantendo una buona capacità discriminativa tra occhi sani e occhi con glaucoma di grado moderato ed avanzato, riuscendo ad evidenziare quadri subclinici di assottigliamento anche negli occhi adelfi, con perimetria nella norma, di pazienti affetti da glaucoma monolaterale30-36. Medeiros et al. hanno valutato la capacità di GDx VCC di identificare nel tempo la progressione della perdita di fibre nervose retiniche in pazienti con glaucoma. Sono stati analizzati 335 occhi e seguiti per un periodo di circa 4 anni (3.94 anni); la progressione del danno è stata valutata tramite SAP e sterofoto. I risultati ottenuti mostrano che il GDx VCC è in grado di identificare perdite di spessore del RNFL in pazienti con progressione di malattia dimostrata con la SAP e le sterofoto. L’entità della riduzione dello spessore delle fibre nervose è risultata maggiore nei settori inferotemporali e superotemporali, analogamente a quanto dimostrato nel glaucoma in studi condotti con differenti metodiche. In occhi in cui la SAP e/o le stereofoto non mostravano progressione, il GDx VCC ha individuato una riduzione di spessore del RNFL nel tempo. Ciò potrebbe indicare una maggiore sensibilità della SLP con VCC rispetto a SAP e stereofoto, come indicato da alcuni Autori, oppure una misura della progressiva perdita di fibre causata dall’età54. Non esistono studi longitudinali con GDx VCC che abbiano valutato la perdita di fibre retiniche correlata all’età; ci sono tuttavia evidenze tratte da studi trasversali che stimano tale perdita in 0,08 micron per anno55. L’entità della riduzione di spessore del RNFL con GDx VCC è risultata minore nel tempo in pazienti con un ridotto spessore alla baseline. Ciò potrebbe indicare un limite della metodica che sarebbe più capace di individuare perdite negli stadi iniziali della malattia, quando la dotazione di fibre è relativamente intatta, oppure riflettere la storia naturale della malattia glaucomatosa, come alcuni modelli sperimentali di correlazione struttura-funzione sembrano indicare56. Per affermare che il GDX possa essere utilizzato nell’analisi della progressione di malattia sono tuttavia necessari altri studi57. Il software Guided Progression Analysis (GPA) del GDx VCC è finalizzato al monitoraggio della 187 188 PARTE CLINICA progressione del danno glaucomatoso. Il GPA mette a confronto le immagini acquisite durante il follow-up e riporta un’analisi della progressione di malattia in ogni occhio dopo aver automaticamente considerato la variabilità che ci si aspetta dal test- retest58. Il printout del GPA fornisce la valutazione statistica delle variazioni riscontrate nei vari esami nel corso del tempo. Viene utilizzato un codice cromatico (giallo: possibile progressione, rosso: probabile progressione, violetto: possibile aumento di danno). In particolare: Image progression map: la mappa è divisa in 9000 pixel ed il cambiamento viene indicato significativo se almeno 150 pixel adiacenti appaiono modificati; TSNIT progression graph: l’area circolare peripapillare di misura viene suddivisa in 64 segmenti: i cambiamenti devono essere presenti in 4 segmenti adiacenti; Summary parameter charts: rappresenta il grafico di tre parametri: TSNIT Average, Superior Average, Inferior Average. La probabile progressione viene indicata sia graficamente che numericamente in micron/anno. Uno studio condotto da Medeiros in pazienti con glaucoma o glaucoma sospetto ha valutato la capacità del GPA di individuare la progressione del danno del RNFL; è risultato che nei casi di progressione di malattia rilevata con SAP e sterofoto anche il GPA mostrava, con maggiore specificità, un incremento del danno58. Come altre metodiche, Ia SLP presenta limiti che occorre conoscere; diventa un esame difficile e mal interpretabile nelle patologia corneali, nella miopia elevata con atrofia dell’EPR, e di patologia maculare. L’utilizzo del GDx VCC è risultato sfavorevolmente influenzato da cheratoplastiche, opacità dei mezzi diottrici, atrofia dell’EPR e maculopatie 56,59,60. Nonostante il GDx VCC abbia ridotto gli effetti negativi della birifrangenza corneale, in una quota residua variabile dal 20% al 40% dei casi è presente un pattern di birifrangenza anomalo (ABP) ovvero una distribuzione anomala con bande di birifrangenza alta e bassa alternate a raggiera, oppure a disposizione circonferenziale o ancora con chiazze disomogenee di alta birifrangenza nei quadranti nasale e temporale, normalmente a bassa birifrangenza52,53. L’esatta origine dell’ABP resta ancora da chiarire: sembra che il meccanismo sia una bassa reflettività da parte dell’epitelio pigmentato, con riduzione del rapporto segnale-rumore, cui la macchina oppone un aumento di intensità della polarizzazione che crea interferenze con strutture sottoretiniche, soprattutto la sclera. Questa atipica distribuzione della birifrangenza viene valutata dal software mediante un calcolo a supporto vettoriale che fornisce un punteggio di atipicità (da 0 a 100 con valore decrescente al crescere della atipicità) definito Typical Scan Score (TSS)61. La presenza di ABP correlata con l’età: al crescere dell’età diminuisce il valore di TSS e cresce la percentuale di ABP, probabilmente per le alterazioni a carico dell’EPR. L’ABP induce un artefatto di misura con sovrastima dello spessore delle fibre61,62. Recentemente è stato evidenziato che la presenza e le elevate fluttuazioni degli ABP, singolarmente o in associazione, hanno impatto significativo sull’attendibilità delle misurazioni della perdita progressiva di RNFL con GDx VCC, che può risultare in false variazioni di progressione della malattia glaucomatosa o occultare reali modificazioni del RNFL53. Il GDx ECC utilizza una nuova tecnologia per eliminare gli artefatti da pattern di birifrangenza atipici (ABPs) a vantaggio del rapporto segnale/rumore. Confrontato con il GDx VCC, il GDx ECC ha dimostrato una più alta accuratezza diagnostica ed una migliore conclusione tra le misure del RNFL e la funzione visiva e tra elevati livelli di PIO e maggior perdita progressiva di RNFL misurato con ECC durante il follow-up63,64,65. Con GDx ECC, la correlazione è apparsa statisticamente significativa, assumendo un andamento curvilineo quando la sensibilità del campo visivo è espressa in decibel (logaritmica) e lineare quando la sensibilità del campo visivo è stato espressa in antilog. Quando le immagini con birifrangenza atipica (ABPs) venivano rimosse dall’analisi, il rapporto struttura-funzione migliorava e non venivano più rilevate differenze statisticamente significative tra GDx VCC e GDx ECC66. Inoltre con GDx ECC è stata dimostrata una minore Intervisit Standard Deviation (ISD) del NFI, Tecniche di imaging Figura 5 GDX VCC e GDX ECC rispetto a quella del VCC67, oltre ad una minore suscettibilità ad artefatti indotti dalle ametropie elevate, in particolar modo la miopia68. Uno studio di Alencar et al., ha evidenziato che lo spessore medio dello strato delle fibre nervose retiniche misurato con con GDx VCC è meglio correlato alla progressione del glaucoma, rispetto all’area globale della rima neurale dell’HRT369. La conoscenza della relazione esistente fra danno strutturale e funzionale nel glaucoma può essere d’aiuto nella comprensione della patogenesi della malattia e del suo progredire nel tempo. Tale correlazione è stata investigata e misurata sia con test sensoriali che con varie tecniche di imaging18,23. Correlazioni significative sono state descritte fra test perimetrici e parametri del disco ottico, in particolare l’area della rima neuroretinica e/o dello spessore dello strato delle fibre nervose retiniche. Nonostante la natura topograficamente localizzata dell’informazione fornita dalla perimetria automatica standard, l’indice Mean Defect è stato spesso usato in rappresenta- zione dell’intero CV come misura quantitativa di abilità funzionale24,25. Molti studi hanno indagato anche la correlazione tra difetti localizzati del CV e difetti localizzati delle strutture nervose, dal momento che individuare tali corrispondenze può essere maggiormente significativo nella valutazione dello stato della malattia. Per investigare sulle correlazioni tra danni morfologici focali e danni compatibili in aree corrispondenti del CV sono state usate varie metodiche, da quelle fotografiche all’imaging scansione laser8,20,26. Particolare interesse riveste l’associazione topografica tra gli scotomi causati dal glaucoma e le alterazioni localizzate nel decorso dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL)27,28. Lo spessore del RNFL può essere utilmente misurato con la tomografia a coerenza ottica (Optical Coherence Tomography, OCT). Tomografia a coerenza ottica L’OCT (Carl Zeiss Meditec Inc., Dublin, CA) fornisce una sezione trasversale dei tessuti basata 189 190 PARTE CLINICA sul backscattering ottico di un laser a bassa coerenza (850 nm) che attraversa strati di diversa densità ottica. L’OCT ha avuto differenti sviluppi nel corso del tempo: OCT1, OCT2, OCT3 Stratus. Il principio di funzionamento dell’OCT è analogo a quello dell’ecografia, anche se l’OCT, grazie all’utilizzo della luce, ha risoluzione circa 10 volte più alta (OCT 3 ≤ 10 micron) che l’ecografia. Il back-scattering del fascio di luce che passa da uno strato (e.g. strato delle fibre retiniche) ad un altro (strato delle cellule ganglionari) viene amplificato per formare un’immagine bidimensionale dell’area scansionata. I protocolli di scansione dell’OCT 3 consentono di effettuare una scansione standardizzata di tre aree distinte del segmento posteriore: la macula, la papilla ottica e l’area peripapillare. La scansione della macula può essere effettuata con “radial lines” che consiste in una serie di 6-24 scansioni lineari di lunghezza variabile da 3 a 10 mm con asse centrale comune, equidistanti tra loro. Si possono effettuare scansioni con densità di 128, 256, 512 A scan per intervallo assiale. Il protocollo “Fast macular Thickness Map” consente di effettuare 6 scansioni lineari di 6 mm in 1,92 secondi. I protocolli di analisi “Retinal Thickness/ Volume” e “Retinal Thickness/ Volume Tabular” forniscono mappe circolari centrate sulla macula dei valori di spessore retinico settoriale e del volume maculare. I protocolli di scansione designati allo studio della testa del nervo ottico sono Optic Disc e Fast Optic Disc. Il primo consiste in una serie di 6-24 scansioni lineari equidistanti. La versione Fast acquisisce sei linee alla volta con bassa densità in1,92 secondi riducendo così la variabilità dovuta ai movimenti dell’occhio. L’unico protocollo di analisi a disposizione è Optic Nerve Head che, basandosi sulle scansioni effettuate con l’opzione Optic Disc, individua automaticamente il limite dell’EPR che è sfruttato dal software per delimitare il contorno della papilla ottica che tuttavia può (e spesso deve) essere modificato dall’operatore. Tale protocollo fornisce il diametro della papilla ottica, l’area del bordo papillare, il diametro e l’area dell’escavazione, i rapporti tra diametro escavazione e diametro papillare verticale ed orizzontale. La scansione “RNFL Thickness”3,4 effettua tre scansioni circolari ad alta densità (512 A-scan per intervallo assiale) con diametro di 3,4 mm, ed è centrata sulla papilla; il protocollo di analisi RNFL Thickness Average fornisce le misurazioni dello spessore medio del RNFL globale, per quadrante e per le 12 ore (cioè su 12 settori uguali di 30°). Nella versione “Fast RNFL Thickness” la densità è dimezzata (256 A-scan) e le tre scansioni circolari sono acquisite più velocemente. Il confronto con il database di normalità per ogni singola età si può effettuare quando si seleziona questo protocollo con le scansioni di Fast RNFL Thickness 3,4 o con una sola delle scansioni di RNFL Thickness3,4. La sensibilità e la specificità delle misurazioni del protocollo “RNFL Thickness” nel discriminare tra occhi normali e glaucomatosi sono risultate rispettivamente 89% e 92%. Nella valutazione clinica del glaucoma vengono attualmente impiegati diversi protocolli di scansione 70. Le scansioni peripapillari del RNFL mostrano una riduzione di spessore in pazienti con glaucoma o con ipertensione oculare rispetto ai pazienti normali71. Soliman et al. hanno analizzato il rapporto tra perdita del RNFL e danno del campo visivo72. Tale rapporto, secondo alcuni Autori, non sarebbe di tipo lineare e può essere meglio rappresentato da un modello esponenziale. Una notevole riduzione dello spessore delle fibre nervose retiniche sarebbe misurabile prima che si manifesti un danno del campo visivo (CV) con la SAP. Ciò è in accordo con studi precedenti secondo i quali il 50% delle cellule ganglionari retiniche (RGC) può essere perso prima che si possa individuare il danno campimetrico73. Si può pertanto ipotizzare che negli stadi più precoci della malattia glaucomatosa la perdita iniziale del RNFL si manifesti senza corrispondenti alterazioni del CV, ma è invece evidenziabile con OCT74. Molti studi hanno dimostrato la capacità delle misurazioni del RNFL con OCT di discriminare tra occhi normali e con glaucomatosi. Schumann et al. hanno dimostrato che le misurazioni dell’RNFL con OCT presentano uno spessore significativamente minore in occhi con glaucoma rispetto ad occhi sani. Lo spessore del RNFL in pazienti affetti da glaucoma risulta ridotto so- Tecniche di imaging prattutto nel quadrante inferiore 63. Risultati simili sono stati riportati da Bowd et al.75. Lu et al. hanno dimostrato che la combinazione dei parametri spessore globale e inferiore o superiore del RNFL di OCT Stratus (AUROC 0.92) ha mostrato migliore accuratezza diagnostica rispetto ai parametri NFI di GDx ECC e C/D ratio di HRT276. Soliman et al. e Bowd et al. hanno trovato che lo spessore del RNFL nel quadrante inferiore è il parametro OCT con migliore abilità nel distinguere tra occhi normali e occhi con glaucoma iniziale (AUROC= 0,91). Greaney et al., hanno disegnato uno studio per valutare comparativamente la capacità di distinguere tra occhi normali e occhi con difetti del CV da glaucoma iniziale o moderato dalle seguenti metodiche: valutazione qualitativa delle stereofoto della papilla da parte di osservatori esperti, tomografia a scansione laser confocale (CSLT), polarimetria a scansione laser (SLP) e tomografia a coerenza ottica (OCT); i risultati in termini di sensibilità e specificità delle metodiche di imaging sono sovrapponibili all’ ”assessment” qualitativo di osservatori esperti. Peraltro, una combinazione delle metodiche d’imaging ha fornito la migliore capacità discriminante77. In uno studio condotto da Medeiros et al. è stata valutata la capacità di identificare con OCT la progressione del danno strutturale nel glaucoma sia con i protocolli di analisi del RNFL sia con quelli della testa del nervo ottico e dello spessore maculare. Sono stati analizzati 253 occhi di cui 31 mostravano una progressione nel tempo con le stereofoto e/o con SAP. Il protocollo di analisi RNFL Thickness, in particolare nel settore inferiore (AUROC= 0.84), è risultato in tale studio maggiormente capace di discriminare tra pazienti con progressione di malattia e quelli stabili rispetto all’analisi maculare e della papilla ottica78. Schuman et al. in uno studio clinico comparativo, trasversale, riportano che le analisi della papilla ottica con OCT e CSLO sono altamente correlate e mostrano associazione simile con il grado di glaucoma79,80. Studi recenti hanno investigato la possibilità di utilizzare le misurazioni effettuate con OCT in area maculare e papillare per individuare alte- razioni da glaucoma. Greenfield et al. hanno trovato una notevole correlazione tra spessore maculare ed indici globali del CV,81. Guedes et al. hanno riscontrato una significativa riduzione dello spessore maculare nei pazienti affetti da glaucoma rispetto ai normali82. Lederer et al. hanno trovato un volume maculare significativamente minore negli occhi affetti da glaucoma in confronto a quelli normali 83,84. Il “macular volume” è risultato più ridotto nei pazienti con glaucoma in stadio avanzato che in quelli con glaucoma iniziale, glaucoma sospetto o nei controlli83. Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione significativa tra le misurazioni del RNFL con OCT e gli indici di CV. Leung et al. hanno dimostrato una correlazione significativa (r=0,75) tra spessore medio dello strato delle fibre nervose retiniche e Mean Deviation70. Analoga correlazione è stata trovata tra la misurazioni del RNFL con OCT e CV con perimetria SWAP85. El Beltagi et al. hanno dimostrato che, in pazienti con glaucoma, riduzioni di spessore localizzate del RNFL misurate con OCT sono topograficamente correlate con riduzioni localizzate della SLD rilevate con SAP. In particolare, la correlazione più significativa era tra difetti localizzati nei settori peripapillari inferotemporali e le regioni superiori e nasali del CV72. Questo risultato conferma il frequente riscontro di un danno assonale localizzato al fascio arcuato inferiore delle fibre nervose nel glaucoma iniziale86. Altre evidenze che i difetti del CV nel glaucoma sono rilevabili inizialmente nell’emicampo superiore implicano che le relazioni topografiche siano prevedibili87,88. Diversi studi hanno dimostrato che le misurazioni dello spessore del RNFL rilevate con OCT nell’emiretina inferiore o temporale inferiore (che corrispondono alle posizioni ore 6-8) sono quelle che consentono di discriminare meglio tra occhi sani ed occhi affetti da glaucoma iniziale o moderato89,90. OCT Spectral Domain La tomografia a coerenza ottica Spectral Domain (o Fourier Domain), OCT-SD, sfrutta l’analisi delle frequenze della luce in uscita dall’occhio del paziente confrontata con quella della sorgen- 191 192 PARTE CLINICA Tabella 1 System (Company) Advanced Features1 Axial Resolution μm) (μ A-Scans per Second Cirrus HD-OCT (Carl Zeiss Meditec) 5 27 000 Fixation-independent scan adjustment; multilayer en face C-scan visualization; high-resolution anterior segment imaging Spectralis (Heidelberg Engineering) 7 40 000 Point-to-point registration with eye tracking: Up to 6 diagnostic methods in 1 platform; digital resolution to 3.5 μm; improved choroidal visualization RTVue-100 (Optovue) 5 26 000 12-mm long macular scans can be overlapped; Point-to-point registration with eye tracking; drusen analysis and Doppler blood flow characterization; high-resolution anterior segment imaging 3D-OCT 1000 3D-OCT 20002 (Topcon) 6 18 000 Nonmydriatic camera provides color fundus photographs. Capable of exportation to common multimedia devices; able to import time-domain Stratus OCT images Spectral OCT/SLO (OPCO/OTI) 5 27 000 Point-to-point registration with eye tracking: microperimetric macular analysis; high-resolution anterior segment imaging SOCT Copernicus 6 25 000 Point-to-point registration with eye tracking: high-resolution anterior segment imaging; can separate and view all retinal layers; software allows intraretinal cyst volumetric analysis SOCT Copernicus HR2 (Canon/Optopol, Inc) 3 50 000 Highest resolution and fastest speed of available devices; multilingual interface; Doppler retinal blood flow analysis SDOCT (Bioptigen) 4 20 000 Handheld head for pediatric patients or animal research; portability facilitates use in an operating room; Doppler retinal blood flow analysis Retinascan RS-30002 7 53 000 Segmentation analysis of 6 distinct retinal layers OCT = optical coherence tomography 1. Based on a review of available data at the time this manuscript was prepared 2. Not yet approved by the Food and Drug Administration te. La luce emessa da un diodo superluminescente (λ 620-670 nm) viene divisa in 2 percorsi: uno esterno all’occhio e l’altro focalizzato sulla retina. Entrambi i percorsi sono canalizzati da un sistema di specchi ad uno spettrometro; viene effettuata una trasformata di Fourier, ovvero una scomposizione di un’onda nella sommatoria delle armoniche che concorrono a formarla. Come per qualunque OCT, la luce viene selettivamente assorbita a livello tissutale in base alla densità ottica, all’orientamento delle microstrutture, all’eventuale presenza di pigmenti. La tecnologia Spectral Domain permette di acquisire fino a 53000 A-scan/sec; non essendo di proprietà di una o dell’altra casa costruttrice, sono state messe in commercio differenti strumentazioni alcune delle cui caratteristiche sono riportate nella tabella 1. L’acquisizione di immagini ad alta velocità per- mette di ottenere un numero di misurazioni puntuali molto più elevato nell’unità di tempo; ciò consente, almeno teoricamente, una maggiore accuratezza, garantita anche dalla minore presenza di artefatti da movimento (in particolare microsaccadi di fissazione), la cui presenza è stata ben dimostrata per la tecnologia Time Domain91,78,92. I sistemi OCT-SD disponibili in commercio forniscono immagini con risoluzione assiale intratissutale di 5-7 micron rispetto ai 1015 micron della tecnologia ODT-TD. Alcuni prototipi di OCT-SD fornirebbero fino a 2 micron di risoluzione. La tecnologia OCT SD/FD acquisisce immagini “ultrahigh resolution” a velocità video, riuscendo a evidenziare anche i piccoli vasi della retina74,89. Può essere inoltre valutata la dinamica dei fluidi della retina in modo analogo agli ultrasuoni Doppler. L’acquisizione di immagini della Tecniche di imaging Figura 6 RTVue-100 Optovue Figura 7 Cirrus HD-OCT Carl Zeiss Meditec dinamica dei fluidi a velocità video può avere un ruolo molto importante nella diagnosi e nella terapia di patologie legate all’invecchiamento come la degenerazione maculare, l’occlusione artero/venosa centrale, retinopatia diabetica. Con l’OCT-SD, nella malattia diabetica, negli stadi in cui non è ancora presente un edema clinicamente significativo sono state rilevate mi- cropseudocisti intraretiniche, lesioni non individuabili in precedenza, verosimilmente causate da una rottura della membrana emato-retinica interna oppure da un alterato funzionamento delle cellule di Muller “cellule spazzino” non più in grado di riassorbire il materiale fuoriuscito dai vasi. L’introduzione della Tecnologia Spectral Domain ha aperto nuove prospettive anche nella valutazione diagnostica e nel follow-up dei pazienti con glaucoma. La riproducibilità dei protocolli di misura dello spessore del RNFL, della papilla ottica e dell’area maculare delle più diffuse strumentazioni OCT SD (RTVUE-100 Optovue, Spectralis Heidelberg Engineering, Cirrus HD-OCT Carl Zeiss Meditec) è stata dimostrata sia nei normali che in pazienti con glaucoma93,94,95. Analogamente, ne è stata valutata la concordanza con le misure dell’OCT TD, metodica di riferimento già validata da numerosi studi96. Sebbene sia stata dimostrata una sostanziale concordanza dei risultati delle misurazioni di tali nuove strumentazioni con quelle della metodica considerata finora di riferimento (OCT TD), occorre precisare che, a causa delle intrinseche differenze degli algoritmi di segmentazione e di misura dello spessore retinico delle differenti Figura 8 OCT-SD Spectralis Heidelberg Engineering 193 194 PARTE CLINICA strumentazioni, i valori da esse forniti sono necessariamente differenti e non possono e non devono essere usati scambievolmente96,97. L’abilità dei differenti protocolli di misura e/o di singoli parametri papillari e/o del RNFL di discriminare tra pazienti con glaucoma e normali è stata dimostrata da diversi Autori98,99. Analogamente a quanto dimostrato con OCT TD, la misura dello spessore del RNFL è risultato il parametro con la migliore capacità di discriminare tra occhi con difetti del CV da glaucoma e occhi normali. Tuttavia, con la nuova tecnologia OCT SD, la misura dello spessore in area maculare (Inner macular retinal thickness) mostra analoga capacità. Verosimilmente ciò è da imputare alla migliore risoluzione che consente, unitamente alla riproducibilità, di individuare con precisione riduzioni anche minime dello spessore del cosiddetto ganglion cell complex (Nerve fiber layer + ganglion cell layer + internal plexiform layer)100,101. Tale capacità di discriminazione è stata dimostrata anche in pazienti con glaucoma a tensione normale102. La sensibilità e specificità delle misure di spessore del RNFL nell’individuare alterazioni associate a difetti del CV da glaucoma iniziale o moderato con tecnologia SD sono state giudicate almeno pari a quelle dell’OCT TD da Chang et al.103. Altri Autori hanno sottolineato una maggiore sensibilità dell’OCT SD rispetto all’ OCT Stratus nell’individuare difetti localizzati del RNFL nel glaucoma preperimetrico ma a costo di una minore specificità104,105. Lee et al hanno trovato una migliore correlazione struttura- funzione della metodica SD rispetto all’OCT Stratus in pazienti con glaucoma da lieve a moderato; tale correlazione riguardava la sensibilità media dell’emicampo inferiore e lo spessore del RNFL peripapillare superiore106. Con la tecnologia OCT SD si è anche indagato sulla topografia delle alterazioni dello strato delle fibre peripapillari in occhi con glaucoma da moderato a avanzato classificato secondo Hodapp- Parrish- Anderson. La distribuzione topografica dei difetti nel glaucoma moderato ricalca quella degli stadi più avanzati, in cui i difetti appaiono più ampi e più profondi ma sempre nei settori inferotemporali e supero temporali107. È stata anche valutata la “concordanza diagnostica” della misura dello spessore del RNFL con tecnologia SD nei confronti della CSLT. Gli Autori riportano, per un uguale livello di specificità una maggiore sensibilità delle misure peripapillari rispetto a quelle della papilla ottenute con HRT 108. È stata anche dimostrata da Horn et al. una maggiore capacità dello “Spectralis” (Heidelberg Engineering) di individuare difetti del CV rilevati con perimetria Octopus con programma G1 rispetto alla polarimetria a scansione laser VCC60. Nonostante le differenze nei protocolli di acquisizione, algoritmi di misura dello spessore e di determinazione del difetto glaucomatoso insite nelle tre più diffuse strumentazioni OCT-SD (RTVue, Cirrus, Spectralis), esse si sono rivelate tutte capaci di identificare difetti del RNFL dimostrati in stereofoto; in qualche caso anzi è stato possibile individuare un danno focale del RNFL non evidenziato dalle steorofotografie100,101,102. La tecnologia SD-OCT può aiutare il clinico nell’identificazione del danno strutturale precoce da glaucoma109. Resta da dimostrare in studi più ampi quanto tale capacità sia affetta da “falsi positivi”. L’asimmetria di spessore del RNFL peripapillare e/o dell’escavazione papillare si è dimostrata un utile marker di glaucoma ed è comunemente utilizzata dai software di analisi del glaucoma da HRT, GDX, OCT TD. Una recente implementazione del software dell’OCT-SD Spectralis è dedicata al glaucoma. L’opzione Posterior Pole consente di effettuare una misurazione volumetrica OCT 30° x 25° con 61 lines nei 20° centrali, con una griglia quadrata suddivisa in 8 unità per lato, ognuna di 3°x 3° di superficie, centrata sulla fovea e posizionata simmetricamente all’asse fovea to-disc, con l’indicazione dello spessore retinico medio. La valutazione dell’asimmetria con la Posterior Pole analysis evidenzia la presenza di eventuali asimmetrie nello spessore del RNFL, sia per quanto riguarda i due occhi tra loro, sia, per ogni occhio, tra emiretina superiore ed inferiore. Occorre tuttavia sottolineare che non esiste indicazione relativa alla significatività statistica di tali asimmetrie; la loro rappresentazione in differen- Tecniche di imaging Figura 9 Spectralis SD- OCT RNFL Thickness in paziente con glaucoma Figura 10 Posterior Pole Analysis dello stesso paziente con glaucoma ti toni di grigio non dovrebbe essere sufficiente, allo stato attuale, ad individuare valori sicuramente fuori dalla norma110. In conclusione si può affermare che l’imaging con OCT, GDX, HRT riveste un ruolo di rilievo nella gestione del paziente con glaucoma, ma solo se correttamente inserito nello scenario cli- nico e soprattutto nella valutazione del singolo paziente ed in relazione ad altri fondamentali parametri (età, pressione oculare, esame biomicroscopico della papilla e del RNFL, CCT, familiarità, stato del CV, severità malattia). La predittività in senso negativo o positivo delle indicazioni fornite dalle metodiche esaminate in as- 195 196 PARTE CLINICA sociazione ad altre metodiche diagnostiche varia molto in dipendenza dal particolare contesto clinico e dalle abilità dell’esaminatore e/o dell’interprete. L’uso appropriato dei dati forniti da tali strumentazioni dà sicuramente informazioni supportate da evidenza scientifica in termini di valutazione quantitativa di papilla e RNFL sicuramente importanti nella gestione del paziente con glaucoma. Dati gli ulteriori miglioramenti ed innovazioni in termini di accuratezza e riproducibilità delle tecniche di imaging considerate, sarebbe verosimilmente necessario valutarne più estensivamente sensibilità e specificità in studi di popolazione. La valutazione dell’efficacia di tali metodiche nel glaucoma è infatti strettamente dipendente dalla perimetria automatica standard (SAP) come gold standard. Se è vero che il glau- coma è stato definito come “malattia del campo visivo”, è necessario anche considerare che la SAP è un test psicofisico, affetto, oltre che da intrinseche fluttuazioni, dalla soggettività della performance del paziente e anche di chi lo interpreta. Inoltre, anche con i criteri diagnostici più moderni, il CV resta un esame poco specifico, rappresentando una risposta generalizzata della via ottica, dalla retina alla corteccia visiva, con un “rumore di fondo” notevole, se si pensa che artefatti da film lacrimale, diametro pupillare, centratura, possono influenzarne in maniera significativa la riuscita.Verosimilmente, le misurazioni progressivamente più accurate della struttura ottenute con tecniche di imaging via via più “performanti” potranno consentire una conoscenza più approfondita della malattia glaucomatosa. BIBLIOGRAFIA 1. REESE BE. Development of the retina and optic pathway. Vision Research (2010), doi:10.1016/j.visres.2010.07.010 10. JONAS JB, DICHTL A. Evaluation of the retinal nerve fiber layer. Surv. Ophthalmol 1996;40:369-378. 2. BRITTON RL, DRANCE SM, SCHULTZER M. The area of the neuroretinal rim in the optic nerve of normal eyes. Am J Ophtalmol 1987; 103:497-504. 11. AIRAKSINEN PJ, TUULONEN A, ALANKO HI. Rate and pattern of neuroretinal rim area decrease in ocular hypertension and glaucoma. Arch Ophthalmol 1992;110:206-210. 3. JONAS JB, GUSEK GC, NAUMANN GO. Optic disc morphometry in Chronic primary open-angle glaucoma. I.Morphometric intrapapillary charateristics. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol. 1998; 226:552-530. 12. TUULONEN A, AIRAKSINEN PJ. Initial glaucomatous optic disc and retinal nerve fiber layer abnormalities and their progression. Am J ophthalmol 1991;111:485-490. 4. JONAS JB, BUDDE WM, PANDA-JONAS S. Ophthalmoscopic evaluation of the optic nerve head. Surv ophthalmol 1999; 43:293-320 5. JONAS JB, NGUYEN XN, GUSEK GC, NAUMANN GOH. Parapapillary chorioretinal atrhophy in normal and glaucoma eye. I. Morphometric data. Invest Ophthalmol Vis Sci 1989; 30:908-918. 6. AIRAKSINEN PJ, JUVALA PA, TUULONEN A ET AL. Change of peripapillary Atrophy in glaucoma. In: Krieglestein GK, editor. Glaucoma update III. Berlin: Springer, 1987; 97-102. 7. BUDDE WM, JONAS JB. Enlargment of parapapillary athrophy in follow-up of chronic open-angle glaucoma. Am J Ophthalmol. 2004 Apr; 137(4):646-54. 8. JONAS JB, BERGUA A, SCHMITZ-VALKENBERG P ET AL. Ranking of optic disc variables for delection of glaucomatous optic nerve damage. Invest Ophthalmol Vis Sci 2000; 41:17641773. 9. JONAS JB, NGUYEN NX, NAUMANN GOH. The retinal nervefiber layer in normal eyes. Ophathalmology 1989;96:627-632 13. QUIGLEY HA, ADDICKS EM, GREEN WR. Optic nerve damage in human glaucoma. III. Quantitative correlation of nerve fiber loss and visual field defect in glaucoma, ischemic neuropathy, papilledema, and toxic neuropathy. Arch Ophthalmol 1982; 100:135–146. 14. KASS MA, HEUER DK, HIGGINBOTHAM EJ, ET AL. The Ocular Hypertension Treatment Study: a randomized trial determines that topical ocular hypotensive medication delays or prevents the onset of primary open-angle glaucoma. Arch Ophthalmol 2002;120:701–13, discussion 829–30. 15. SOMMER A, POLLACK I, MAUMENEE AE. Optic disc parameters and onset of glaucomatous field loss. II. Static screening criteria. Arch Ophthalmol 1979;97:1449 –1954. 16. SOMMER A, POLLACK I, MAUMENEE AE. Optic disc parameters and onset of glaucomatous field loss. I. Methods and progressive changes in disc morphology. Arch Ophthalmol 1979; 97: 1444–8. 17. BATHIJA R, ZANGWILL L, BERRY CC, SAMPLE PA, WEINREB RN,: Detection of early glaucomatous structural damage with confocal laser scanning tomography. J Glaucoma 1998; 7:121-127. Il coinvolgimento cerebrale nel glaucoma 18. CAPRIOLI J, PARK HJ, UGURLU S, HOFFMAN D: Slope of the peripapillary nerve fibre layer surface in glaucoma. Invest Ophthalmol Vis Sci 1998; 39:2321-2328. 33. IESTER M, MIKELBERG FS, SWINDALE NV, DRANCE SM. ROC analysis of Hidelberg Retina Tomograph optic disc shape measures in glaucoma. Can J Ophthalmol 1997; 32:382-388. 19. MARDIN CY, HORN FK, JONAS IB, BUDDE WM. Preperimetric glaucoma diagnosis by confocal scanning laser tomography of the optic disc. Br J Ophthalmol 1999; 83:299-304. 34. HARIZMAN N, ZELEFSKY JR, ILITCHEV E, ET AL. Detection of glaucoma using operator-dependent versus operator-independent classification in the Heidelberg retinal tomograph-III. Br J Ophthalmol. 2006; 90:1390–1392. 20. BARTZ-SCHMIDT KU, WEBER J, HEIMANN K: Validity of twodimwnsional data obtained with the Heidelberg Retina Tomograph as verified by direct measuraments in normal optic nerve heads. Ger J Ophthalmol 1994; 3:400-497. 21. YUCEL YH, GUPTA N, KALICHMAN M, MIZISIN AP, HARE W, DE SOUZA LIMA M, ZANGWILL L, WEINREB RN: Relationship of optic disc topography to optic nerve fiber number in glaucoma. Arch Ophthalmol 1998; 116:493-497. 22. MIKELBERG FS, PARFITT CM. SWINDALE NV, GRAHAM SL, DRANCE SM, GOSINE R; Ability of the Heidelberg Retina Tomograph to detect early glaucomatous visual field loss. J Glaucoma 1995; 4:242-247. 23. WOLLSTEIN G, GARWAY-HEATH DF, HITCHINGS RA: Identification of early glaucoma cases with the scanning laser ophthalmoscope. Ophthalmology 1998;105:1557-1563. 24. KAMAL DS, VISWANATHAN AC, GARWAY-HEATH DF, HITCHINGS RA, POINOOSAWMY D, BUNCE C: Detection of optic disc change with the Heidelberg retina tomography before confirmed visual field change in ocular hypertensives converting to early glaucoma. Br J Ophthalmol 1999; 83:290-294. 25. IESTER M, MIKELBERG FS, GRANCE SM: The effect of the optic disc size on diagnostic precision with the Heidelberg Retina Tomograph. Ophthalmology 1997; 104:545-548. 26. CHAUHAN BC, BLANCHARD JW, HAMILTON DC, LEBLANC RP: Technique for detecting serial topographic changes in the optic disc and peripapillary retina using scanning laser tomography. Invest Ophthalmol Vis Sci 2000; 41:775-782. 27. CHAUHAN BC, MCCORMIK TA, NICOLELA MT, LEBLANC RP: Optic disc and visual fielde change in a prospective longitudinal study of patients with glaucoma. Comparison of scanning laser tomography with conventional perimetry and optic disc photography. Arch Ophthalmol 2001; 119:1492-1499. 28. LESK MR, SPAETH GR, AZUARA-BLANCO A, ARAUJO SV, KATZ LJ, TEREBUH AK, WILSON RP, MOSTER MR, SCHMIDT CM: Reversal of optic disc cupping after glaucoma surgery analyzed with a scanning laser tomograph. Ophthalmology 1999; 106:1013-1018. 29. ZANGWILL LM, JAIN S, RACETTE L, ET AL. The effect of disc size and severity of disease on the diagnostic accuracy of the Heidelberg Retina Tomograph Glaucoma Probability Score. Invest Ophthalmol Vis Sci 2007. 30. TUULONEN A, LEHTOLA J, AIRAKSINEN PJ. Nerve fiber layer defects with normal vision fields. Ophthalmology 1993; 100:587-598. 35. FORD BA, ARTES PH, MCCORMICK TA ET AL. Comparison of data analyses tools for detection of glaucoma with the Heidelberg Retina Tomograph. Ophthalmology 2003; 110:1145-1150. 36. COOPS A, HENSON DB, KWARTZ AJ, ARTES PH. Automated analysis of Heidelberg retina tomograph optic disc images by glaucoma probability score. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2006; 47:5348–5355. 37. ALENCAR L. M., C. BOWD, WEINREB R. N., ZANGWILL L. M., SAMPLE P. A., MEDEIROS F. A. Comparison of HRT-3 Glaucoma Probability Score and Subjective Stereophotograph Assessment for Prediction of Progression in Glaucoma Invest Ophthalmol Vis Sci. 2008 May; 49(5): 1898–1906. 38. STROUTHIDIS NG, WHITE ET, OWEN VM, ET AL. Factors affecting the test-retest variability of Heidelberg retina tomograph and Heidelberg retina tomograph II measurements. Br J Ophthalmol. 2005 Nov; 89(11):1427-32. 39. DREHER AW, REITER K, WEINREB RN. Spatially resolved birefringence of the retinal fiber layer assessed with a retinal laser ellipsometer. Appl Opt 1992; 31:3730-3735. 40. ZHOU Q, REED J, BETTS R, TROST P ET AL. Detection of glaucomatous retinal nerve fiber layer damage by scanning laser polarimetry with variable corneal compensation SPIE Ophthalmic Technologies XIII 2003; 4951:1-10. 41. KNIGHTON RW, HUANG XR. Analytical methods for scanning laser polarimetry. Optics Express 2002; 20:1179-1189. 42. KNIGHTON RW, HUANG XR. Linear birefringence of the central human cornea. Invest ophthalmol Vis Sci 2002; 43:82-86. 43. ZHOU Q, WEINREB RN. Individualized compensation of anterior segment birefringence during scanning laser polarimetry. Invest Ophthalmol Vis Sci 2002; 43:2221-2228. 44. REUS J. N. RNFL ANALYSIS WITH GDX VCC: A Primer and Clinical Guide. Laser Diagnostic Technologies, Inc., San Diego, California, USA, 2004. 45. GREENFIELD DS, KNIGHTON RW, HUANG XR. Effect of corneal polarization axis on assessment of retinal nerve fiber layer thickness by scanning laser polarimetry. Am J Ophthalmol 2000; 129:715-722. 46. WEINREB RN, BOWD C, GREENFIELD DS, ZANGWILL LM. Measurament of the magnitude and axis of corneal polarization with scanning laser polarimetry. Arch Ophthalmol 2002; 120:901-906. 31. WOLLSTEIN G, GARWAY-HEATH DF, HITCHINGS RA. Identification of early glaucoma cases with yhe scanning laser ophthalmoscope. Ophthalmology 1998;105:1557-1563. 47. HOLLO G, NAGY ZZ, VARGHA P SUVEGES I. Influence of postLASIK corneal healing on scanning laser polarimetric measurement of the retinal nerve fiber layer thickness. Br J Ophthalmol 2002; 86:627-631. 32. IESTER M, MARDIN CY, BUDDE WM ET AL. Discriminant analyses formulas of optic nerve head parameters measured by confocal scanning laser tomography. J Glaucoma 2002; 11:97-104. 48. WEINREB RN, BOWD C, ZANGWILL LM. Glaucoma detection using scanning laser polarimetry with variable corneal polarization compensation. Arch Ophthalmol 2003; 121:218-224. 197 198 PARTE CLINICA 49. REUS NJ, COLEN TP, LEMIJ HG. Visualisation of localized retinal nerve fiber layer defects with the GDX with individualized and fixed compensation of anterior segment birefringence. Ophthalmology 2003; 110:1512-1516. 63. CHEN YY, CHEN PP, XU L, ERNST PK, WANG L, MILLS RP. Correlation of peripapillary nerve fiber layer thickness by scanning laser polarimetry with visual field defects in patients with glaucoma. J Glaucoma. 1998; 7(5):312–316. 50. HOLLO G, KATSANOS A, KOTHY P, KEREK A, SUVEGES I. Influence of LASIK on scanning laser polarimetric measuraments of the retinal nerve fiber layer with fixed angle and customized corneal polarization compensation. Br J Ophthalmol 2003; 87:1241-1246. 64. GARWAY-HEATH DF, HOLDER GE, FITZKE FW, HITCHINGS RA. Relationship between electrophysiological, psychophysical, and anatomical measurements in glaucoma. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2002; 43:2213–2220. 51. REUS NJ, LEMIJ HG. Diagnostic accuracy of the GDx VCC for glaucoma. Ophthalmology 2004; 111:1860-1865. 52. KNIGHTON RW.,HUANG XR, GREENFIELD DS. Analytical model of scanning laser polarimetry for retinal nerve fiber layer assessment. Invest Ophthalmol Vis Sci 2002 Feb; 43(2):383-92. 53. MOHAMMADI K, BOWD C, WEINREB RN, MEDEIROS FA, SAMPLE PA, ZANGWILL. Retinal nerve fiber layer thickness measurements with scanning laser polarimetry predict glaucomatous visual field loss. Am J Ophthalmol. 2004 Oct; 138(4):592-601. 54. QUIGLEY HA, KATZ J, DERICK RJ, ET AL. An evaluation of optic disc and nerve fiber layer examinations in monitoring progression of early glaucoma damage. Ophthalmology. 1992; 99(1):19–28. 55. POZZO S, IACONO P, MARCHESAN R, ET AL. The effect of ageing on retinal nerve fibre layer thickness: an evaluation by scanning laser polarimetry with variable corneal compensation. Acta Ophthalmol Scand. 2006; 84(3):375–379. 56. HOOD DC, ANDERSON SC, WALL M, KARDON RH. Structure versus function in glaucoma: an application of a linear model. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2007; 48:3662–3668. 57. MEDEIROS FA, ALENCAR LM, ZANGWILL LM, BOWD C, VIZZERI G., SAMPLE PA ,WEINRED RN. Detection of progressive retinal nerve fiber layer loss in glaucoma using scanning laser polarimetry with variable corneal compensation. Invest Ophthalmol. Vis Sci. 2009 Apr; 50(4):1675-81. 58. ALENCAR LM, ZANGWILL LM, WEINREB RN, BOWD C, VIZZERI G, SAMPLE PA, SUSANNA R JR, Medeiros FA Agreement for detecting glaucoma progression with the GDx guided progression analysis, automated perimetry, and optic disc photography. Ophthalmology. 2010 Mar; 117(3):462-70. 59. GARWAY-HEATH DF, POINOOSAWMY D, FITZKE FW, HITCHINGS RA. Mapping the visual field to the optic disc in normal tension glaucoma eyes. Ophthalmology. 2000; 107:1809–1815. 60. HORN FK, MARDIN CY, LAEMMER R, BALEANU D, JUENEMANN AM, KRUSE FE, TORNOW RP. Correlation between Local Glaucomatous Visual Field Defects and Loss of Nerve Fiber Layer Thickness Measured with Polarimetry and Spectral Domain OCT. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2009 May; 50(5):1971-7. 61. ORLEV A, HORANI A, RAPSON Y, COHEN MJ, BLUMENTHAL EZ Clinical characteristics of eyes demonstrating atypical patterns in scanning laser polarimetry Eye (Lond). 2008 Nov; 22(11):1378-83. Epub 2007 Jul 13. 62. QIU K, LEUNG CK, WEINREB RN, LIU S, CHUENG CY, LI H, ZHANG MZ, PANG CP, LAM DS Predictors of atypical birefringence pattern in scanning laser polarimetry. Br J Ophthalmol. 2009 Sep; 93(9):1191-4. Epub 2009 May 4. 65. BAGGA H, GREENFIELD DS, KNIGHTON RW. Scanning laser polarimetry with variable corneal compensation and optical coherence tomography in normal and glaucomatous eyes. Am J Ophthalmol. 2003; 135:512–529. 66. MAI TA, REUS NJ, LEMIJ HG. Structure-function relationship is stronger with enhanced corneal compensation than with variable corneal compensation in scanning laser polarimetry. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2007 Apr; 48(4):1651-8. 67. WEINREB RN, SHAKIBA S, SAMPLE PA, ET AL. Association between quantitative nerve fiber layer measurement and visual field loss in glaucoma. Am J Ophthalmol. 1995; 120:732–738. 68. JUNEMANN AG, MARTUS P, WISSE M, JONAS J. Quantitative analysis of visual field and optic disc in glaucoma: retinal nerve fiber bundle associated analysis. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol. 2000; 238: 306–314. 69. HOOD DC, KARDON RH. A framework for comparing structural and functional measures of glaucomatous damage (review). Prog Retin Eye Res. 2007; 26:688–710. 70. LEUNG CK, YUNG WH, NG AC ET AL. Evaluation of scanning resolution on retinal nerve fiber layer measuraments using optical coherence tomography in normal and glaucomatous eyes. J. Glaucoma 2004; 13:479-485. 71. HOH ST, GREENFIELD DS, MISTELBERG A ET AL. Optical coherence tomography and scanning laser polarimetry in normal, ocular hypertensive, and glaucomatous eyes. Am J Ophthalmol 2000; 129:129-135. 72. EL BELTAGI TA, BOWD C, BODEN C ET AL. Retinal nerve fiber layer thickness measured with optical coherence tomography is related to visual function in glaucomatous eyes. Ophthalmology 2003; 110:2185-2191. 73. NIESSEN AG, VAN DEN BERG TJ, LANGERHORST CT, GREVE EL. Retinal nerve fiber layer assessment by scanning laser polarimetry and standardized photography. Am J Ophthalmol 1996; 121:484-493. 74. MOK KH, LEE VW, SO KF. Retinal nerve fiber loss pattern in high-tension glaucoma by optical coherence tomography. J Glaucoma 2003; 12:255-259. 75. BOWD C, WEINREB RN, WILLIAM JM, ZANGWILL LM. The retinal nerve fiber layer thickness in ocular hypertensive, normal, and glaucomatous eyes with optical coherence tomography. Arch Ophthalmol 2002; 118:22-26. 76. Lu AT, Wang M, Varma R, Schuman JS, Greenfield DS, Smith SD, Huang D; Advanced Imaging for Glaucoma Study Group. Combining nerve fiber layer parameters to optimize glaucoma diagnosis with optical coherence tomography. Ophthalm. 2008 115 1352-7. 77. GREANEY MJ, HOFFMAN DC, GARWAY-HEATH DF, NAKLA M, COLEMAN AL, CAPRIOLI J. Comparison of Optic Nerve Imaging Tecniche di imaging Methods to Distinguish Normal Eyes from Those with Glaucoma. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2002; 43:140–145. coherence tomography of retinal pathology. Am J Ophthalmol. 2005 Jan; 139(1):18-29. 78. MEDEIROS FA, ZANGWILL LM, ALENCAR LM, BOWD C, SAMPLE PA, SUSANNA R JR, WEINREB RN. Detection of Glaucoma Progression with Stratus OCT Retinal Nerve Fiber Layer, Optic Nerve Head, and Macular Thickness Ophthalmol Vis Sci. 2009; 50:5741–5748. 93. GONZÁLEZ-GARCÍA AO, VIZZERI G, BOWD C, MEDEIROS FA, ZANGWILL LM, WEINREB RN Reproducibility of RTVue Retinal Nerve Fiber Layer Thickness and Optic Disc Measurements and Agreement with Stratus Optical Coherence Tomography Measurements. Am J Ophthalmol 2009; 147:1067–1074. 79. SHUMAN JS, HEE MR, PULIAFITO CA ET AL. Quantification of nerve fiber layer thickness in normal and glaucomatous eyes using optical coherence tomography. Arch Ophthalmol 1995; 113:586-596. 94. MWANZA JC, CHANG RT, BUDENZ DL, DURBIN MK, GENDY MG, SHI W, FEUER WJ Reproducibility of Peripapillary Retinal Nerve Fiber Layer Thickness and Optic Nerve Head Parameters Measured with CirrusTM HD-OCT in Glaucomatous Eyes. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2010 Jun 23. 80. SCHUMAN JS, WOLLSTEIN G, FARRA T ET AL. Comparison of optic nerve head measuraments obtained by optical coherence tomography and confocal scanning laser ophthalmoscopy. Am J Ophthalmol 2003; 135:504-512. 81. GREENFIELD DS, BAGGA H, KNIGHTON RW. Macular thickness changes in glaucomatous optical neuropathy detected using optical coherence tomography. Arch Ophthalmol 2003; 121:41-46. 82. GUEDES V, SCHUMAN JS, HERTZMARK E ET AL. Optical coherence tomography measuraments of macular and nerve fiber layer thickness in normal and glaucomatous human eyes ophthalmology 2003; 110:177-189. 83. LEDERER DE, SCHUMAN JS, HERTZMARK E ET AL. Analysis of macular volume in normal and glaucomatous eyes using optical coherence tomography. Am J Ophthalmol 2003; 135:838-843. 84. SOLIMAN MA,VAN DEN BERG TJ, ISMAEIL AA ET AL. Retinal nerve fiber layer analysis: relationship between optical coherence tomography and red-free photography and red-free photography. Am J Ophthalmol 2002; 133:187-195. 95. LEE SH, KIM SH, KIM TW, PARK KH, KIM DM Reproducibility of Retinal Nerve Fiber Thickness Measurements Using the Test-retest Function of Spectral OCT/SLO in Normal and Glaucomatous Eyes. Journal of Glaucoma Feb 2010. 96. SEIBOLD LK, MANDAVA N, KAHOOK MY Comparison of Retinal Nerve Fiber Layer Thickness in Normal Eyes Using TimeDomain and Spectral-Domain Optical Coherence Tomography. Am J Ophthalmol 2010 Dec; 150(6):807-14. 97. LEITE MT, RAO HL, WEINREB RN, ZANGWILL LM, BOWD C, SAMPLE PA, TAFRESHI A, MEDEIROS FA Agreement Among SpectralDomain Optical Coherence Tomography Instruments for Assessing Retinal Nerve Fiber Layer Thickness AM J OPHTHALMOL. Jan; 151(1):85-92. 98. SHIN CHUL JIN, SUNG KYUNG RIM, UM TAE WOONG, KIM YOON JEON, KANG SUNG YONG, WOO CHO JUNG, PARK SEONG BAE, PARK JOO RI, KOOK MICHAEL S. Comparison of retinal nerve fibre layer thickness measurements calculated by the optic nerve head map (NHM4) and RNFL3.45 modes of spectraldomain optical coherence tomography (RTVue-100) Br J Ophthalmol 2010; 94:763-767. 85. SANCHEZ-GALEANGA CA, BOWD C, ZANGWILL LM ET AL. Shortwave lenght automated-perimetry results are correlated with optical coerence tomography retinal nerve fiber layer thickness measuraments in glaucomatous eyes. Ophthalmology 2004; 111:1866-1872. 99. LI S, WANG X, LI S, WU G, WANG N Evaluation of optic nerve head and retinal nerve fiber layer in early and advanced glaucoma using frequency-domain optical coherence tomography Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol. 2010 Mar; 248(3):429-34. 86. QUIGLEY HA, ADDICKS EM, GREEN WR, MAUMENEE AE. Optic nerve damage in human glaucoma. Arch Ophthalmol 1981; 99:635-649. 100.RAO HL, ZANGWILL LM, WEINREB RN, SAMPLE PA, ALENCAR LM, MEDEIROS FA Comparison of Different Spectral Domain Optical Coherence Tomography Scanning Areas for Glaucoma Diagnosis Ophthalmology. 2010 Sep; 117(9):1692-9, 1699.e1. Epub 2010 May 20. 87. WERNER EB, DRANCE SM. Early visual field disturbances in glaucoma. Arch Ophthalmol 1977; 95:1173-1175. 88. HEIJL A, LANDQVIST L. The frequency distribution of earliest glaucomatous visual field defects documented by automatic perimetry Acta Ophthalmol (Copenh) 1984,62:658-664. 89. BOWD C, ZANGWILL LM, BERRY CC ET AL. Detecting early glaucoma by assessment of retinal nerve fiber layer thickness and visual function. Invest Ophthalmol Vis Sci 2001; 42:1993-2003. 90. GREANEY MJ, HOFFMAN DC, GARWAY- HEATH DF ET AL. Comparison of optic nerve imaging methods to distinguish normal eyes from those with glaucoma. Invest Ophthalmol Vis Aci 2002; 43:140-145. 91. NASSIF N, CENSE B, PARK BH ET AL. In vivo uman retinal imaging by ultrahigh-speed spectral domain optical coherence tomography. Optics Letters 2004; 29:480-482. 92. RAY ET AL. Evaluation of image artifact produced by optical 101.KIM NR, LEE ES, SEONG GJ, KIM JH, AN HG, KIM CY Structure–Function Relationship and Diagnostic Value of Macular Ganglion Cell Complex Measurement Using Fourier-Domain OCT in Glaucoma Invest Ophthalmol Vis Sci. 2010; 51:4646–4651. 102.SEONG M, SUNG KR, CHOI EH, KANG SY, CHO JW, UM TW, KIM YJ, PARK SB, HONG HE, KOOK MS Macular and Peripapillary Retinal Nerve Fiber Layer Measurements by Spectral Domain Optical Coherence Tomography in Normal-Tension Glaucoma Invest Ophthalmol Vis Sci. 2010 Mar; 51(3):1446-52. Epub 2009 Oct 15. 103.CHANG RT, KNIGHT OJ, FEUER WJ, BUDENZ DL Sensitivity and specificity of time-domain versus spectral-domain optical coherence tomography in diagnosing early to moderate glaucoma Ophthalmology. 2009 Dec; 116(12):2294-9. Epub 2009 Oct 2. 199 200 PARTE CLINICA 104.SADDA SR, WU Z, WALSH AC, RICHINE L, DOUGALL J, CORTEZ R, LABREE LD. Errors in retinal thickness measurements obtained by optical coherence tomography. Ophthalmology. 2006 Feb; 113(2):285-93. 105.JEOUNG JIN WOOK, PARK KI HO. Comparison of Cirrus OCT and Stratus OCT on the Ability to Detect Localized Retinal Nerve Fiber Layer Defects in Preperimetric Glaucoma Invest Ophthalmol Vis Sci. 2010; 51:938–945. 106.LEE JR, JEOUNG JW, CHOI J, CHOI JY, PARK KH, KIM YD. Structure–Function Relationships in Normal and Glaucomatous Eyes Determined by Time Domain and Spectral Domain Optical Coherence Tomography Invest Ophthalmol Vis Sci. 2010 Dec; 51(12):6424-30. 107.LEUNG CK, CHOI N, WEINREB RN, LIU S, YE C, LIU L, LAI GW, LAU J, LAM DS. Retinal Nerve Fiber Layer Imaging with Spectral-Domain Optical Coherence Tomography Pattern of RNFL Defects in Glaucoma Ophthalmology. 2010 Dec; 117(12):2337-44. 108.LEUNG CK, YE C, WEINREB RN, CHEUNG CY, QIU Q, LIU S, XU G, LAM DS Retinal Nerve Fiber Layer Imaging with SpectralDomain Optical Coherence Tomography A Study on Diagnostic Agreement with Heidelberg Retinal Tomograp Ophthalmology. 2010 Feb; 117(2):267-74. 109.VIZZERI G, BALASUBRAMANIAN M, BOWD C, WEINREB RN, MEDEIROS FA, ZANGWILL LM. Spectral domain-optical coherence tomography to detect localized retinal nerve fiber layer defects in glaucomatous eyes Opt Express. 2009 Mar 2; 17(5):4004-18. 110.ASRANI S, ROSDAHL JA, ALLINGHAM RR. Novel software strategy for glaucoma diagnosis: asymmetry analysis of retinal thickness. Arch Ophthalmol. 2011 Sep; 129(9):1205-11.