Una musica leggera per una società leggera

Scuola Secondaria di 1° grado “G. Garibaldi”
Trinitapoli (Bt)
ATTIVITA’ PROGETTUALI DEL P.O.F.
“Le Dipendenze”
Le Dipendenze
Nell’ambito delle iniziative assunte dalla nostra Scuola relativamente alla Educazione alla
Salute e all’Educazione Stradale, si è voluto realizzare un progetto specifico, in relazione
allo studio del sistema nervoso e ad alcune sue possibili patologie.
I docenti di scienze e lettere hanno ritenuto opportuno approfondire ed analizzare gli
effetti di alcune dipendenze sull’uomo.
Destinatari di questo progetto sono stati gli alunni delle classi terze delle sezioni A-G-D-F.
SCHEDA DEL PROGETTO
Scuola Secondaria di 1° grado “G. Garibaldi” - Trinitapoli (Bt)
ATTIVITA’ PROGETTUALI DEL P.O.F.
SCHEDA PER LA DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’
TIPOLOGIA: (in riferimento alle attività progettuali del P.O.F.) : EDUCAZIONE alla SALUTE – EDUCAZIONE STRADALE
TITOLO DEL PROGETTO: LE DIPENDENZE NEL MONDO GIOVANILE
PERIODO DI REALIZZAZIONE: 1° QUADRIMESTRE
DESTINATARI: CLASSI TERZE : 3ª A – 3ª G – 3ª D - 3ª F
DOCENTE REFERENTE: Prof.ssa Facchino Maria Rosaria
DOCENTI COINVOLTI: Prof.ssa Facchino Maria Rosaria (matematica/scienze); Prof.ssa Miccoli Angela (lettere); Prof.ssa
Ricco Angelarosa (sostegno); Prof.ssa Sarcina Maria Luigia (lettere).
COLLABORAZIONI ESTERNE: Incontro didattico con esperto esterno prof.re BENEDETTO CONTE
INCONTRI: 02 dicembre 2010 presso l’Aula Magna di codesto Istituto.
MATERIALE OCCORRENTE: Videoproiettore completo di cavo da collegare al PC, impianto audio per ascolto clips.
OBIETTIVI FORMATIVI
APPRENDIMENTI UNITARI DA PROMUOVERE
- L’alunno conosce le varie sostanza stupefacenti e come
- Attraverso l’incontro con esperti esterni, l’alunno analizza i
esse agiscono sul sistema nervoso e su tutti gli organi del
comportamenti scorretti che portano alle dipendenze,
corpo umano
soprattutto in età giovanile
- L’alunno conosce il concetto di dipendenza e assuefazione
- L’alunno adotta i comportamenti più adeguati per migliorare
i propri stili di vita
- L’alunno conosce le varie dipendenze non legate a
sostanze specifiche ma a stili di vita scorretti
MODALITA’ OPERATIVE:
Lezioni frontali (realizzate dai vari docenti)
Test e/o questionari
Conferenze
MEZZI E STRUMENTI: Testi, riviste, libri audiovisivi, siti web, ascolto di clips
FORME DI CERTIFICAZIONE FINALE: Cartelloni, elaborati di vario genere.
Il sistema nevoso è un sistema complesso e delicato e può essere alterato in modo
irreversibile da molte sostanze, da particolari stili di vita e da scelte comportamentali.
Sicuramente vi è capitato di leggere o di sentire notizie relative al drammatico diffondersi
di “nuove dipendenze”, soprattutto tra i giovani.
Ma, prima di inoltrarci in una tematica così complessa, è bene specificare cosa si vuole
indicare con il concetto di dipendenza.
La parola dipendenza viene normalmente usata per indicare una alterazione del
comportamento che, da semplice e comune abitudine, diventa una ricerca esagerata e
patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella
condizione patologica. La persona dipendente perde ogni possibilità di controllo
sull'abitudine.
Dal punto di vista degli effetti è utile suddividere la dipendenza in:
 dipendenza fisica (alterato stato biologico)
 dipendenza psichica (alterato stato psichico e comportamentale).
Dal punto di vista delle cause si può dipendere patologicamente da:
 sostanze stupefacenti (tossicodipendenza), in cui rientrano l'alcolismo e il fumo,
 da cibo (bulimia, dipendenza da zuccheri, binge eater disorder),
 da sesso (dipendenza sessuale, ecc…) ,
 da lavoro (work-a-holic),
 da comportamenti come il gioco (gioco d'azzardo patologico),
 lo shopping (shopping compulsivo),
 la televisione, internet (internet dipendenza), i videogame.
Con questo progetto, si è voluto porre l’attenzione su una nuova dipendenza, poco
conosciuta, e molto diffusa tra i giovani e gli adolescenti: la dipendenza dalla musica.
Il progetto, prendendo spunto dalla lettura del saggio del musicologo, prof. re Benedetto
Conte, ha voluto porre l’attenzione dei ragazzi sul fenomeno delle “stragi del sabato sera”
ed è culminato con l’incontro con lo stesso autore, seguito da un dibattito che ha portato a
ampie riflessioni.
Gli alunni si sono preparati all’incontro con l’autore attraverso la lettura di alcuni capitoli
tratti dalla sua pubblicazione “Una musica leggera per una società leggera – le stragi
del sabato sera: solo droga e alcool o anche altro?”.
La lettura, svolta in classe e a casa, è risultata interessante per i temi che propone di
grande attualità e particolarmente coinvolgenti per i giovani lettori.
Gli alunni, inoltre sono stati sottoposti ad un breve questionario anonimo, qui di seguito
riportato, per analizzare stili di vita e preferenze musicali di ognuno di essi. I risultati di
tale questionario sono stati oggetto di discussione nell’incontro con l’autore.
Il fenomeno delle cosiddette “stragi del sabato sera” è la prima causa di morte dei giovani
nel nostro Paese, negli ultimi dieci anni hanno perso la vita, nei week-end, circa 8˙000
giovani tra i 18 e i 30 anni e decine di migliaia hanno subito lesioni permanenti, più di quanti
soldati americani sono morti nella guerra in Iraq.
L’autore si è posto la domanda: << Il fatto che molti giovani non raggiungeranno mai più le
proprie case è attribuibile all’abuso di alcool e di sostanze di cui si fa ampio uso nelle
discoteche oppure c’è altro? Quanto incide l’ascolto di un determinato tipo di musica in
questo fenomeno?>>.
Il problema non riguarda soltanto il rischio rappresentato nel rientro alle proprie abitazioni
dopo una notte trascorsa in discoteca, ma riguarda anche, e non potrebbe essere
altrimenti, soprattutto ciò che accade dentro le discoteche. I gravi incidenti all’uscite delle
discoteche sono legati sicuramente all’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool ma
avvengono tutti dopo una lunga esposizione ad un tipo di musica che risponde a determinate
caratteristiche ed ascoltata in determinate condizioni; ne deriva che tali incidenti stradali,
in realtà, sono legati alla musica più di quanto non si creda, tanto che essa non è un più
elemento secondario in questo fenomeno ma diventa elemento fondamentale.
Tutto ciò ci porta a riflettere sul perché gli adolescenti ascoltano e spesso suonano
determinati generi musicali.
La protesta giovanile, ha visto nella musica, da sempre, un mezzo per esprimere il proprio
disagio sociale; infatti l’aspetto veramente allarmante della nostra società è il disagio
riscontrabile ed evidente oltre che sempre più crescente dei giovani.
L’attuale comunità giovanile esprime e comunica il proprio disagio in un “non luogo”,
Internet, che ha segnato la nascita “dell’era della solitudine”, così come la definisce
l’autore.
La comunità giovanile, dice l’autore, ha bisogno di “esorcizzare” e combattere la solitudine
in nuovi luoghi di “culto”, le piste delle discoteche o i rave parties, dove nuovi “sciamani”
del XXI secolo, i Dj, hanno il compito di celebrare il nuovo “rito di socializzazione” per
fronteggiare la disperata esigenza di aggregazione.
In realtà il giovane d’oggi ha bisogno di seguire un leader, per identificarsi in un gruppo,
deve conformarsi ad esso, avere comportamenti rituali, e, nulla meglio della musica è segno
di appartenenza. Ascoltare la stessa musica, amare lo stesso gruppo musicale o Dj è un
modo come un altro per far parte della stessa comunità, è uno dei tanti modi per farsi
“accettare nel gruppo”.
Le grandi case discografiche mondiali hanno percepito questo disagio dei giovani e lo hanno
strumentalizzato favorendo la propagazione di una musica che viene recepita da loro come
vero e proprio dispositivo rituale attraverso cui ci si può nascondere, e trovare un proprio
spazio in cui scaricare il proprio disagio sempre crescente.
In realtà, i giovani si illudono di scegliere loro la musica da ascoltare ma, la loro scelta è
condizionata inconsciamente dalle grandi aziende di produzione discografica che analizzano
e orientano gli adolescenti e i giovani verso determinati miti e generi musicali tanto da
influenzarne anche i modi di socializzazione collettiva e proponendo modelli di
comportamento secondo cui la vita va vissuta e consumata in fretta.
Questo giovane popolo della notte, ogni week-end, abbandona e fugge la vita quotidiana,
fatta di regole e responsabilità, fatta di giovani che durante la settimana studiano o
lavorano, per rifugiarsi, dal venerdì sera alle prime ore del lunedì, nel “mondo della notte”
dove tutto è concesso sia alla propria mente che al proprio corpo, vivendo come mossi da
una doppia personalità. È nelle discoteche e nei rave party che, sotto la guida del Dj di
turno, si aggregano centinaia di giovani per ballare fino allo sfinimento, e come dice la
parola inglese rave, che significa letteralmente “delirio”, fino all’esperienza della “trance”.
I giovani, in realtà, cercano un “luogo” che in senso più ampio sta ad indicare il desiderio
comune di sottrarsi a regole e convenzioni sociali, la ricerca di una libertà totale sia fisica
che mentale, che si esprime attraverso la danza e anche attraverso il consumo di droghe ed
alcool. Questi, in realtà sono luoghi dove vige sovrano il principio di totale assenza di
rispetto di qualunque regola e convenzione sociale.
Ed è qui che entra in campo la musica come elemento fondamentale e funzionale che si
trasforma in un flusso sonoro unificante e fortemente identificante di un gruppo che ha
come obiettivo comune lo stato alterato di coscienza, come punto di valico verso una zona
franca, verso un territorio privo di regole sociali in cui tutti gli stimoli sensoriali e i
rapporti sociali sono posseduti e governati dal flusso sonoro.
L’esperienza di trance indotta dalla musica è da collocarsi in una dimensione spaziotemporale diversa da quella reale ossia in stati non ordinari di coscienza cioè un alterato
stato di coscienza favorita dall’ascolto di un certo tipo di musica a determinate condizioni
ambientali e per un certo tempo.
Ma se la musica, è da intendersi come un mezzo per provocare profonde emozioni interiori,
solo un tipo particolare di genere musicale, la musica elettronica (trance music, techno,
l’hardcore, hardstyle, schranz, minimal), ascoltata con i sound sistem (casse sonore che
hanno 10.000 watt di potenza) è in grado di alterare lo stato di coscienza.
Questo tipo di musica è prodotta dai Dj grazie alla pratica di “”mixare” un brano, ossia
manipolare un brano già esistente giustapponendo un “groove” di batteria elettronica
creando, così una musica esclusivamente rumoristica e indifferenziata, ottenendo un flusso
sonoro continuo erogato ad un numero di decibel generalmente fuori legge. A questo
importante elemento bisogna, poi, associare ritmi eccessivi con luci stroboscopiche, a colori
e laser, e il policonsumo di droghe e alcool.
Uno studio scientifico ha dimostrato che l’esposizione di alcuni soggetti al suono dello
stesso genere di musica proposto nelle discoteche a una frequenza di 90 decibel
(generalmente nelle discoteche si superano i 100 decibel) provoca danni all’apparato uditivo
umano. Tale studio ha voluto dimostrare che l’esposizione per lunghi periodi a flussi sonori
compresi tra i 60-120 di dBA possono provocare alterazioni fisiche al sistema uditivo quali
annoyance o fastidio, disturbo e/o danno all’organo stesso. Ci sono poi gli effetti extrauditivi che possono essere molto gravi e importanti da compromettere la salute. I principali
effetti negativi sono: l’interferenza con la fase REM del sonno, insonnia, affaticamento,
diminuzione della vigilanza e della risposta psicomotoria, ipertensione, ipercloridia gastrica,
fenomeni neuroendrocrini, effetti psico-somatici, vari disturbi della visione.
I risultati ottenuti da tale studio, anche se parziali, mettono in evidenza come stimoli
musicali continui ad elevato numero di decibel, provochino un’alterazione del sistema
acustico e vestibolare (deputato al senso dell’equilibrio), con conseguente squilibrio
fisiologico-ambientale dei soggetti.
Se si pensa che tanti adolescenti e giovani che frequentano le discoteche si mettono alla
guida dopo estenuanti ore di danza e di esposizione del loro organismo a un numero
eccessivo e continuato di decibel, ad un flusso sonoro continuo, senza pause di riposo per
ristabilire un equilibrio fisiologico e vascolare dell’organismo, un organismo i cui apparati
sensoriali, soprattutto udito e vista, sono quasi certamente danneggiati, almeno
temporaneamente, dall’esposizione ad un flusso sonoro devastante, che tutto questo si
accompagna un uso smodato di alcool e di altri tipi di droghe, allora si può ben capire che le
“stragi del sabato sera” sono sicuramente influenzate dal tipo di musica che viene ascoltato
nelle discoteche.
Dalla lettura del saggio sono emerse domande, chiarimenti e riflessioni che i ragazzi hanno
posto all’autore durante l’incontro (vengono riportate le domande più significative tra tutte
quelle individuate dai ragazzi):
 Perché la musica ha effetto sui giovani?
Di Leo Benedetto III D
 Perché la musica che i giovani ascoltano è come una droga?
Zippone Ruggiero III D
 Perché la musica che dovrebbe rappresentare il “Bello” adesso rappresenta il peggio?
Ivone Gabriele III D
 Quale tipo di musica consiglia ai giovani d’oggi e lei personalmente che tipo di musica
ascolta?
Conversano Raffaella III D
 Nella prima parte del libro lei ha parlato di “ instupidimento progressivo” indotto
dall’ascolto di certi generi musicali. Ci può chiarire meglio questo concetto?
Olivieri Daniele III D
 Vorrei che ci spiegasse meglio in cosa consiste la “solitudine” dell’uomo d’oggi, di cui le
parla nel suo libro.
Zaccaro Giacinta III D
 La musica sta diventando uno strumento di manipolazione delle menti dei più giovani che
ormai sono sempre più distanti dalla “bellezza ideale”. Per bloccare questo processo
incalzante, senza eliminare però dalla nostra cultura la musica e lasciando all’individuo la
libera scelta di ascoltare ciò che vuole, è possibile rimettere sulla “retta via” ogni
tendenza? E’ possibile educare gli ascoltatori? In che modo?
Lastella Valentina III D
 Io penso, come Benedetto Conte, che la nostra società stia cambiando, purtroppo in
peggio. La musica si è trasformata con l’uomo e lo induce a perdere di vista i valori con un
risultato di certo cattivo. La musica Rock porta l’uomo alla solitudine, la tecnologia
addormenta la mente dei giovani, così si ha una società che Conte definisce “leggera".
Di Biase Concetta III D
 “La musica sceglie il suo ascoltatore e non viceversa” dice Benedetto Conte. I media
propongono una musica più facile da ascoltare. La musica Rock negli anni ’70 favorì il
propagarsi dell’uso di stupefacenti, del fascino per la morte e il suicidio come unica
soluzione alla vita. L’uomo smarriva il senso religioso per inseguire obiettivi distruttivi. La
musica in genere manda messaggi che il cervello percepisce velocemente, ma a volte porta
con sé messaggi che distruggono chi li ascolta, non solo materialmente ,ma anche
moralmente. I ragazzi di oggi scelgono luoghi dove poter relazionare, per esempio su
Facebook o su Messenger , dove però le amicizie risultano fittizie; questo significa che ,in
genere, oggi l’uomo ama chiudersi in sé stesso. Come possiamo evitare di essere attirati da
tutte queste tendenze?
Grisorio Agnese III D
 Solo poche persone sono a conoscenza del vero motivo per cui tanti giovani muoiono sulle
nostre strade. A questo punto diventa spontaneo chiedervi, i genitori dei ragazzi coinvolti
sanno dell’esistenza di questo enorme problema e non ne parlano, per non creare altri disagi
in famiglia, oppure realmente non si dedicano assiduamente ai loro figli e quindi non ne sono
a conoscenza?
Cirillo Palma III A
 Perché nei programmi pomeridiani, in televisione, interi pomeriggi sono dedicati a
problemi banali, e problemi come questo, non vengono trattati?
Parente Michele III A
 Come avete scritto nel vostro libro, esistono vari tipi di musica. Ma le forze dell’ordine
sanno dell’esistenza di questa musica che, ascoltata per ore e ore, provoca danni
irreversibili? Se sì, perché non mettono un divieto di ascolto e di vendita, come per la
droga e l’alcool, almeno per i minorenni?
Curci Sabino III A
 Perché un certo tipo di musica ha un impatto negativo nei confronti dei giovani?
Carano Elisabetta III G
 Secondo Lei qual è la musica adatta a noi giovani?
Minervino Valeria III G
 Che ruolo hanno le case discografiche nella società odierna e che tipo di condizionamento
realizzano? Come possiamo evitare tutto ciò?
Russo Pasquale Antonio III G
Dopo l’incontro con l’autore, i docenti hanno sottoposto ai propri alunni un questionario di
verifica:
 Quale parte della relazione di Conte ti ha maggiormente interessato ? Perché?
 Pensi che questa esperienza sia stata utile alla tua formazione? Che cosa hai imparato?
 L’autore è riuscito, secondo te, a rispondere in maniera esauriente ed efficace alle
vostre domande e curiosità?
 Cosa ti aspettavi, in realtà, da questa esperienza?
 Ci sono aspetti che avresti migliorato?
 Hai dei suggerimenti ?
Dal questionario sopra riportato è emerso che:
I ragazzi si aspettavano di vedere più immagini o video relativi ai rave parties ; tutti sono
rimasti molto impressionati dall’immagine del volto della ragazza, deturpato dai numerosi
interventi chirurgici che ha dovuto subire in seguito a un incidente stradale;
Una proposta interessante, in risposta alla domanda “Cosa avresti migliorato nella
organizzazione dell’incontro?” è quella di invitare i genitori e allargare l’esperienza ad altri
ragazzi.
In particolare Alessia de Benedittis della III F afferma:
-
<< La parte che mi ha maggiormente interessato è stata la visione delle immagini perché
penso che per quanto le parole possano essere chiare, le immagini di ciò che accade nei rave
parties e l’ascolto diretto di brani di musica Techno ci facciano comprendere meglio
l’argomento trattato >>.
-
<< Penso che questa esperienza sia stata molto utile per me perché ho capito quali sono i
rischi a cui vanno incontro i giovani frequentando determinati luoghi >>.
-
<<Avrei voluto vedere altri filmati che illustrassero i problemi di cui abbiamo parlato, perché
penso che a noi ragazzi le immagini restino più impresse delle parole; se si ascoltano solo le
parole dell’autore si rischia di non capire tutto il suo pensiero >>.
Serena Rutigliano della III F riferisce:
-
<< Mi ha molto interessato il video in cui le immagini delle discoteche si alternavano alle
immagini degli incidenti stradali e mi ha colpito tantissimo l’immagine di quella ragazza
bellissima, ridotta ad un mostro dopo l’incidente >>.
-
<< Questa esperienza mi ha aiutato a capire che frequentare le discoteche per ore ed ore è
molto pericoloso, non solo perché spesso si fa uso di alcool e droga, ma anche perché la
musica ascoltata ad alto volume ti trascina in uno stato di ipnosi, ti stordisce e, una volta
fuori, non hai più la capacità di percepire le distanze reali e la velocità; ciò ti espone a
incidenti che possono essere disastrosi >>.
Colasanto Carmela della III A commenta:
-
<< Ai ragazzi che partecipano ai rave parties oppure vanno in discoteche e si ubriacano,
volevo dire: se avete intenzione di affogare i vostri problemi nell’alcool, tenete presente che
alcuni problemi sanno “nuotare” benissimo! >>.
D’Amato Cristina della III A commenta:
-
<< Ai ragazzi che partecipano ai rave parties oppure vanno in discoteche e fanno uso di
droghe, volevo dire: comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico,
ma il prezzo di questo biglietto è la vita! >>.
D’Addario Alba Maria III G afferma:
- << L’intera problematica, a mio avviso, non può essere risolta solo istituzionalmente ma è
necessario fare in modo che i ragazzi sin da tenera età siano educati dalle famiglie e dalle diverse
istituzioni educative, ad effettuare scelte libere e consapevoli in ogni ambito, anche in quello del
puro divertimento che attualmente è solo in apparenza un mondo libero, incontaminato e
spensierato >>.
Vengono di seguito allegati una parte dei lavori svolti da alcuni alunni, si tratta di mappe
concettuali e relazioni finali a cui hanno fatto seguito la realizzazione di cartelloni in
classe.
Lavoro di equipe
Classi III A- D – F – G
Docenti:
Prof.ssa Maria Rosaria Facchino
……………………………………………………………
Prof.ssa Angela Miccoli
…………………………………………………………..
Prof.ssa Angelarosa Ricco
…………………………………………………………….
Prof.ssa Maria Luigia Sarcina
……………………………………………………………
RELAZIONE FINALE
‘’UNA MUSICA LEGGERA PER UNA SOCIETA’ LEGGERA’’
dal saggio di Benedetto Conte
Una ‘’Musica leggera per una società leggera’’ è il titolo del libro di
Benedetto Conte, docente di chitarra moderna presso la Scuola Civica
Musicale di San Giovanni Teatino, libro attraverso cui ha cercato di analizzare
uno dei fenomeni più preoccupanti degli ultimi anni, quello delle cosiddette
‘’Stragi del sabato sera.’’
La necessità di affrontare questo argomento viene data all’autore dal fatto
che le istituzioni e il mondo politico, pur interrogandosi su come sia possibile
arginare tale drammatico fenomeno, si soffermano quasi esclusivamente
sull’uso, o meglio sull’abuso da parte dei giovani, di alcool e sostanze
stupefacenti, senza tener conto di ciò che accade all’interno delle discoteche,
soprattutto per quanto attiene alle modalità di fruizione della musica da parte
dei giovani frequentatori.
In una mozione presentata alla Camera dei Deputati nel 2007 da alcuni
Onorevoli parlamentari, si evidenzia che nel decennio 1997-2007, risultano
ben 8.000 i giovani, compresi tra i 18 e 30 anni, morti per incidenti stradali il
venerdì e il sabato notte, e si invocano sanzioni più severe per chi supera i
limiti di velocità, per chi fa uso di cellulari durante la guida, per chi inverte il
senso di marcia, per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di
sostanze stupefacenti; si chiede addirittura il blocco del traffico privato
durante le ore notturne, ma non sì fa alcun accenno al modo in cui oggi viene
‘’consumata’’ la musica, tra l’abuso nella consumazione di droghe e alcool e
l’eccessiva esposizione all’ascolto ad alto volume di un certo tipo di musica.
La somma di questi fattori di rischio, danno origine, secondo l’autore, ad un
cocktail micidiale che favorisce appunto il verificarsi dei gravi incidenti sulle
strade che riconducono i giovani a casa, dopo aver trascorso una notte in
discoteca.
Per arrivare a questa conclusione, lo scrittore fa un’analisi approfondita di
quello che la musica ha rappresentato per l’uomo e la società in genere,
partendo dalle considerazioni fatte dal filosofo greco Platone, il quale intuì il
carattere etico della musica, considerata disciplina ‘’altamente formativa’’,
capace di entrare in relazione con la psiche dell’uomo e influire sui costumi e
l’ordine morale, sia individuale che collettivo.
Ricerche condotte prima da pensatori e i filosofi e, in tempi più recenti, da
antropologi, sociologi e musicologi, dimostrano come la musica faccia parte
della fondazione socio-culturale di una società.
Benedetto Conte, nel suo studio, mette in evidenza come oggi, a differenza
del passato, i maggiori fruitori di musica sono i giovani. I ragazzi di 12 anni
che alcuni anni fa guardavano i cartoons giapponesi (Mazinga,Goldrake,ecc.)
oggi guardano soprattutto i videoclips musicali.
Lo scrittore fa un’ analisi storica e prende in considerazione il periodo che
comprende gli anni 60/70 del secolo scorso, durante i quali si sviluppa a livello
musicale il cosiddetto genere ‘’pop’’. Molti artisti assumono posizioni
contrapposte a quella di personaggi politici che governano le grandi Nazioni
come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Il loro dissenso lo esprimono
naturalmente attraverso la musica e le canzoni da loro composte. Nello stesso
periodo le comunità giovanili esprimevano il proprio disagio manifestando in
piazza. Acquistare un 33 giri in quel periodo e fare una scelta a favore di un
determinato artista, significa schierarsi con i pensieri politici dello stesso
artista.
Al genere pop (Popular Music), considerato politicamente impegnato, si
contrapponeva un altro genere, più leggero, la cosiddetta’’canzonetta’’.
Questo genere musicale riesce ad influire sul tessuto sociale fino alla fine
degli anni 70, quindi, dopo un vuoto assoluto,si affacciano alla ribalta nuovi
generi musicali come il rap, l’hip-pop, la techno-music, che negli anni 80, 90,
2000, danno una nuova linfa a giovani che vogliono esprimere il proprio
dissenso e la protesta nei confronti della società.
La denuncia dell’autore riguarda soprattutto gli ultimi generi musicali che sono
anche il ‘’sottofondo’’ assordante dei rave parties.
Si tratta di una musica assolutamente priva di melodia e comporta da ‘’suoni’’
ripetitivi che ‘’sparati’’ ad un certo volume inducono uno stato di ‘’trans’’.
Questo, associato agli effetti di alcool e droga, è il vero responsabile delle
stragi del sabato sera.
Gianfranco de Benedittis
Classe III D
RELAZIONE FINALE
‘’UNA MUSICA LEGGERA PER UNA SOCIETA’ LEGGERA’’
dal saggio di Benedetto Conte
A volte la parola dipendenza viene usata per indicare una condizione
psicologica, come il bisogno di appoggiarsi sempre ad altre persone: il
contrario dell’indipendenza.
Altre volte sembra indicare un legame costrittivo, obbligatorio con qualcosa
da cui non ci si può liberare: per cui non è più questione di consapevolezza o
scelta.
Il tipo di dipendenza di cui oggi parleremo è la dipendenza inconsapevole di
alcune sostanze o comportamenti.
Le dipendenze più conosciute nella società sono le sostanze stupefacenti
(tossicodipendenza), in cui rientrano l’alcolismo e il fumo, il cibo (indipendenza
da zuccheri), il sesso (dipendenza sessuale), il lavoro, i comportamenti come il
gioco ( gioco d’azzardo), lo shopping, la televisione, internet, i videogame.
L’uomo sin dall’antichità, considerava la musica un mezzo capace di provare
profonde emozioni interiori; infatti, il famoso filosofo Platone sottolineò
l’importanza della musica come una disciplina altamente istruttiva per la
psiche dell’uomo. Ancora oggi, la musica continua a far provare forti emozioni.
Nell’antichità come oggi, i maggiori fruitori di musica sono i giovani.
Quando un ragazzo sceglie di ascoltare un brano, lo fa illudendosi che la sua
scelta è libera, ma non è così! Infatti, la sua scelta è condizionata
inconsciamente da potenti dispositivi commerciali, il cui compito è quello di
studiare scientificamente i modi più efficaci per orientare le scelte e dunque
gli acquisti. E’ così che le grandi aziende di produzione, preconfezionano anche
determinati miti che in quanto tali finiscono per influenzare non solo i singoli
soggetti, ma anche i modi di socializzazione collettiva degli adolescenti.
Da queste piccole riflessioni di carattere sociale, arriviamo alla cronaca che ci
racconta quotidianamente, anche attraverso immagini molto crude e riflessive,
quanti decessi del “sabato sera” colpiscono il mondo giovanile senza che si
riesca ad affrontare seriamente il fenomeno. Queste stragi avvengono perché
i giovani, passano intere ore della notte, in discoteca. Qui ci sono delle casse,
di elevata potenza, che riproducono musica techno. Questa se ascoltata più di
mezz’ora, provoca la perdita momentanea dell’udito, se invece il tempo è
maggiore, si può perdere definitivamente l’udito. Con questo processo,
associato all’alcool, a sostanze stupefacenti e stress fisico, il giovane arriva a
sballarsi.
Lo “sballo” non permette una buona concentrazione della realtà e quindi,
inconsciamente la maggior parte dei giovani muoiono in incidenti stradali. Il
processo di sballo, purtroppo, non avviene solo nelle discoteche, ma anche nei
rave party. Quest’ultimi sono nati nella fine degli anni ’80 e sono feste illegali
con musica elettronica (trance music, techno, l’hardcore, hardstyle, schranz,
minimal) caratterizzate dal ritmo incalzante di musica dance e giochi di luce.
I rave party sono organizzati dai ragazzi stessi che si mettono d’accordo su
internet, mettono i sound sistem (casse sonore che hanno 10.000 watt di
potenza) in piccoli posti abbandonati e ballano per vari giorni; questi, dalla
legge, sono considerati illegali.
D’Amato Cristina e Colasanto Carmela
Classe III A
RELAZIONE FINALE
‘’UNA MUSICA LEGGERA PER UNA SOCIETA’ LEGGERA’’
dal saggio di Benedetto Conte
Benedetto Conte musicologo, nel suo libro si è posto una domanda di tale
importanza: “Perché tanti giovani muoiono il sabato notte sulle nostre strade?”
La risposta che il mondo politico ha dato è troppo superficiale: “perché nelle
discoteche i giovani fanno uso di sostanze stupefacenti e alcool”.
In realtà il problema è molto più insinuante. Pertanto lo studio del rapporto
fra la musica e il mondo dei giovani risulta punto di partenza e al contempo
obiettivo del lavoro di ricerca del musicologo Benedetto Croce.
Studi scientifici hanno dimostrato che un certo tipo di musica martellante
ascoltata per diverse ore provoca danni irreversibili al corpo e alla psiche.
Chiaramente ci si riferisce non alla musica in sé, che contrariamente non
provoca alcun danno alla salute dell’uomo, ma ad una certa tipologia di musica.
Ci si sta riferendo alla musica TRANCE, alla musica TECHNO, alla musica
HARDCORE, all’HARDSTYLE, alla SCHRANZ e alla MINIMAL.
Ascoltando, o meglio sottoponendosi a questo tipo di musica si rischia di
perdere la percezione della realtà.
Infatti la TRANCE-MUSIC se ascoltata pedissequamente consente a chi la
recepisce di collocarsi in una dimensione spazio-temporale diversa da quella
reale. Se poi tale ascolto lo si associa all’utilizzo di sostanze stupefacenti
allora ci si trova dinanzi una situazione che oserei definire “catastrofica””, in
quanto il detentore di tale situazione interiore si pone nei confronti di se
stesso e degli altri come una vera e propria “bomba” che potrebbe esplodere
da un momento all’altro, mettendo a repentaglio non solo la propria vita ma
anche quella degli altri, specialmente se si pone al volante della propria
automobile.
Ciò costituisce una conseguenza devastante in sé e in tal modo si persegue un
obiettivo opposto a quello prefissato da chi fa musica. La musica dovrebbe
essere vita, dovrebbe trasmettere emozione, gioia, sentimento, dovrebbe
indurre a gioire nel vivere comune.
Ed è questo il mondo della vera buona e pura musica, non quello a cui da vita il
rumore cadenzato ed incondizionato di un certo tipo di musica protagonista
indiscussa dei RAVE PARTY dove gruppi di giovani “solitari” si riuniscono per
cercare una dimensione ideale in cui anime tristi ed erranti tendono a
mescolarsi unitamente al flusso della musica martellante e cadenzata,
associata ad uso di alcool e sostanze stupefacenti.
L’intera problematica, oggetto di studio del musicologo Conte, come anche
oggetto di riflessione di molti politici è una situazione che a mio avviso non può
essere risolta solo istituzionalmente ma è necessario fare in modo che i
ragazzi sin da tenera età siano educati dalle famiglie e dalle diverse
istituzioni educative, ad effettuare scelte libere e consapevoli in ogni ambito,
anche in quello del puro divertimento che attualmente è solo in apparenza un
mondo libero, incontaminato e spensierato .
D’Addario Alba Maria
Classe III G
Lavoro di gruppo
Classe III G