Scuola Secondaria di 1° grado “G. Garibaldi” Trinitapoli (Bt) ATTIVITA’ PROGETTUALI DEL P.O.F. “Le Dipendenze” Le Dipendenze Nell’ambito delle iniziative assunte dalla nostra Scuola relativamente alla Educazione alla Salute e all’Educazione Stradale, si è voluto realizzare un progetto specifico, in relazione allo studio del sistema nervoso e ad alcune sue possibili patologie. I docenti di scienze e lettere hanno ritenuto opportuno approfondire ed analizzare gli effetti di alcune dipendenze sull’uomo. Destinatari di questo progetto sono stati gli alunni delle classi terze delle sezioni A-G-D-F. SCHEDA DEL PROGETTO Scuola Secondaria di 1° grado “G. Garibaldi” - Trinitapoli (Bt) ATTIVITA’ PROGETTUALI DEL P.O.F. SCHEDA PER LA DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ TIPOLOGIA: (in riferimento alle attività progettuali del P.O.F.) : EDUCAZIONE alla SALUTE – EDUCAZIONE STRADALE TITOLO DEL PROGETTO: LE DIPENDENZE NEL MONDO GIOVANILE PERIODO DI REALIZZAZIONE: 1° QUADRIMESTRE DESTINATARI: CLASSI TERZE : 3ª A – 3ª G – 3ª D - 3ª F DOCENTE REFERENTE: Prof.ssa Facchino Maria Rosaria DOCENTI COINVOLTI: Prof.ssa Facchino Maria Rosaria (matematica/scienze); Prof.ssa Miccoli Angela (lettere); Prof.ssa Ricco Angelarosa (sostegno); Prof.ssa Sarcina Maria Luigia (lettere). COLLABORAZIONI ESTERNE: Incontro didattico con esperto esterno prof.re BENEDETTO CONTE INCONTRI: 02 dicembre 2010 presso l’Aula Magna di codesto Istituto. MATERIALE OCCORRENTE: Videoproiettore completo di cavo da collegare al PC, impianto audio per ascolto clips. OBIETTIVI FORMATIVI APPRENDIMENTI UNITARI DA PROMUOVERE - L’alunno conosce le varie sostanza stupefacenti e come - Attraverso l’incontro con esperti esterni, l’alunno analizza i esse agiscono sul sistema nervoso e su tutti gli organi del comportamenti scorretti che portano alle dipendenze, corpo umano soprattutto in età giovanile - L’alunno conosce il concetto di dipendenza e assuefazione - L’alunno adotta i comportamenti più adeguati per migliorare i propri stili di vita - L’alunno conosce le varie dipendenze non legate a sostanze specifiche ma a stili di vita scorretti MODALITA’ OPERATIVE: Lezioni frontali (realizzate dai vari docenti) Test e/o questionari Conferenze MEZZI E STRUMENTI: Testi, riviste, libri audiovisivi, siti web, ascolto di clips FORME DI CERTIFICAZIONE FINALE: Cartelloni, elaborati di vario genere. Il sistema nevoso è un sistema complesso e delicato e può essere alterato in modo irreversibile da molte sostanze, da particolari stili di vita e da scelte comportamentali. Sicuramente vi è capitato di leggere o di sentire notizie relative al drammatico diffondersi di “nuove dipendenze”, soprattutto tra i giovani. Ma, prima di inoltrarci in una tematica così complessa, è bene specificare cosa si vuole indicare con il concetto di dipendenza. La parola dipendenza viene normalmente usata per indicare una alterazione del comportamento che, da semplice e comune abitudine, diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. La persona dipendente perde ogni possibilità di controllo sull'abitudine. Dal punto di vista degli effetti è utile suddividere la dipendenza in: dipendenza fisica (alterato stato biologico) dipendenza psichica (alterato stato psichico e comportamentale). Dal punto di vista delle cause si può dipendere patologicamente da: sostanze stupefacenti (tossicodipendenza), in cui rientrano l'alcolismo e il fumo, da cibo (bulimia, dipendenza da zuccheri, binge eater disorder), da sesso (dipendenza sessuale, ecc…) , da lavoro (work-a-holic), da comportamenti come il gioco (gioco d'azzardo patologico), lo shopping (shopping compulsivo), la televisione, internet (internet dipendenza), i videogame. Con questo progetto, si è voluto porre l’attenzione su una nuova dipendenza, poco conosciuta, e molto diffusa tra i giovani e gli adolescenti: la dipendenza dalla musica. Il progetto, prendendo spunto dalla lettura del saggio del musicologo, prof. re Benedetto Conte, ha voluto porre l’attenzione dei ragazzi sul fenomeno delle “stragi del sabato sera” ed è culminato con l’incontro con lo stesso autore, seguito da un dibattito che ha portato a ampie riflessioni. Gli alunni si sono preparati all’incontro con l’autore attraverso la lettura di alcuni capitoli tratti dalla sua pubblicazione “Una musica leggera per una società leggera – le stragi del sabato sera: solo droga e alcool o anche altro?”. La lettura, svolta in classe e a casa, è risultata interessante per i temi che propone di grande attualità e particolarmente coinvolgenti per i giovani lettori. Gli alunni, inoltre sono stati sottoposti ad un breve questionario anonimo, qui di seguito riportato, per analizzare stili di vita e preferenze musicali di ognuno di essi. I risultati di tale questionario sono stati oggetto di discussione nell’incontro con l’autore. Il fenomeno delle cosiddette “stragi del sabato sera” è la prima causa di morte dei giovani nel nostro Paese, negli ultimi dieci anni hanno perso la vita, nei week-end, circa 8˙000 giovani tra i 18 e i 30 anni e decine di migliaia hanno subito lesioni permanenti, più di quanti soldati americani sono morti nella guerra in Iraq. L’autore si è posto la domanda: << Il fatto che molti giovani non raggiungeranno mai più le proprie case è attribuibile all’abuso di alcool e di sostanze di cui si fa ampio uso nelle discoteche oppure c’è altro? Quanto incide l’ascolto di un determinato tipo di musica in questo fenomeno?>>. Il problema non riguarda soltanto il rischio rappresentato nel rientro alle proprie abitazioni dopo una notte trascorsa in discoteca, ma riguarda anche, e non potrebbe essere altrimenti, soprattutto ciò che accade dentro le discoteche. I gravi incidenti all’uscite delle discoteche sono legati sicuramente all’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool ma avvengono tutti dopo una lunga esposizione ad un tipo di musica che risponde a determinate caratteristiche ed ascoltata in determinate condizioni; ne deriva che tali incidenti stradali, in realtà, sono legati alla musica più di quanto non si creda, tanto che essa non è un più elemento secondario in questo fenomeno ma diventa elemento fondamentale. Tutto ciò ci porta a riflettere sul perché gli adolescenti ascoltano e spesso suonano determinati generi musicali. La protesta giovanile, ha visto nella musica, da sempre, un mezzo per esprimere il proprio disagio sociale; infatti l’aspetto veramente allarmante della nostra società è il disagio riscontrabile ed evidente oltre che sempre più crescente dei giovani. L’attuale comunità giovanile esprime e comunica il proprio disagio in un “non luogo”, Internet, che ha segnato la nascita “dell’era della solitudine”, così come la definisce l’autore. La comunità giovanile, dice l’autore, ha bisogno di “esorcizzare” e combattere la solitudine in nuovi luoghi di “culto”, le piste delle discoteche o i rave parties, dove nuovi “sciamani” del XXI secolo, i Dj, hanno il compito di celebrare il nuovo “rito di socializzazione” per fronteggiare la disperata esigenza di aggregazione. In realtà il giovane d’oggi ha bisogno di seguire un leader, per identificarsi in un gruppo, deve conformarsi ad esso, avere comportamenti rituali, e, nulla meglio della musica è segno di appartenenza. Ascoltare la stessa musica, amare lo stesso gruppo musicale o Dj è un modo come un altro per far parte della stessa comunità, è uno dei tanti modi per farsi “accettare nel gruppo”. Le grandi case discografiche mondiali hanno percepito questo disagio dei giovani e lo hanno strumentalizzato favorendo la propagazione di una musica che viene recepita da loro come vero e proprio dispositivo rituale attraverso cui ci si può nascondere, e trovare un proprio spazio in cui scaricare il proprio disagio sempre crescente. In realtà, i giovani si illudono di scegliere loro la musica da ascoltare ma, la loro scelta è condizionata inconsciamente dalle grandi aziende di produzione discografica che analizzano e orientano gli adolescenti e i giovani verso determinati miti e generi musicali tanto da influenzarne anche i modi di socializzazione collettiva e proponendo modelli di comportamento secondo cui la vita va vissuta e consumata in fretta. Questo giovane popolo della notte, ogni week-end, abbandona e fugge la vita quotidiana, fatta di regole e responsabilità, fatta di giovani che durante la settimana studiano o lavorano, per rifugiarsi, dal venerdì sera alle prime ore del lunedì, nel “mondo della notte” dove tutto è concesso sia alla propria mente che al proprio corpo, vivendo come mossi da una doppia personalità. È nelle discoteche e nei rave party che, sotto la guida del Dj di turno, si aggregano centinaia di giovani per ballare fino allo sfinimento, e come dice la parola inglese rave, che significa letteralmente “delirio”, fino all’esperienza della “trance”. I giovani, in realtà, cercano un “luogo” che in senso più ampio sta ad indicare il desiderio comune di sottrarsi a regole e convenzioni sociali, la ricerca di una libertà totale sia fisica che mentale, che si esprime attraverso la danza e anche attraverso il consumo di droghe ed alcool. Questi, in realtà sono luoghi dove vige sovrano il principio di totale assenza di rispetto di qualunque regola e convenzione sociale. Ed è qui che entra in campo la musica come elemento fondamentale e funzionale che si trasforma in un flusso sonoro unificante e fortemente identificante di un gruppo che ha come obiettivo comune lo stato alterato di coscienza, come punto di valico verso una zona franca, verso un territorio privo di regole sociali in cui tutti gli stimoli sensoriali e i rapporti sociali sono posseduti e governati dal flusso sonoro. L’esperienza di trance indotta dalla musica è da collocarsi in una dimensione spaziotemporale diversa da quella reale ossia in stati non ordinari di coscienza cioè un alterato stato di coscienza favorita dall’ascolto di un certo tipo di musica a determinate condizioni ambientali e per un certo tempo. Ma se la musica, è da intendersi come un mezzo per provocare profonde emozioni interiori, solo un tipo particolare di genere musicale, la musica elettronica (trance music, techno, l’hardcore, hardstyle, schranz, minimal), ascoltata con i sound sistem (casse sonore che hanno 10.000 watt di potenza) è in grado di alterare lo stato di coscienza. Questo tipo di musica è prodotta dai Dj grazie alla pratica di “”mixare” un brano, ossia manipolare un brano già esistente giustapponendo un “groove” di batteria elettronica creando, così una musica esclusivamente rumoristica e indifferenziata, ottenendo un flusso sonoro continuo erogato ad un numero di decibel generalmente fuori legge. A questo importante elemento bisogna, poi, associare ritmi eccessivi con luci stroboscopiche, a colori e laser, e il policonsumo di droghe e alcool. Uno studio scientifico ha dimostrato che l’esposizione di alcuni soggetti al suono dello stesso genere di musica proposto nelle discoteche a una frequenza di 90 decibel (generalmente nelle discoteche si superano i 100 decibel) provoca danni all’apparato uditivo umano. Tale studio ha voluto dimostrare che l’esposizione per lunghi periodi a flussi sonori compresi tra i 60-120 di dBA possono provocare alterazioni fisiche al sistema uditivo quali annoyance o fastidio, disturbo e/o danno all’organo stesso. Ci sono poi gli effetti extrauditivi che possono essere molto gravi e importanti da compromettere la salute. I principali effetti negativi sono: l’interferenza con la fase REM del sonno, insonnia, affaticamento, diminuzione della vigilanza e della risposta psicomotoria, ipertensione, ipercloridia gastrica, fenomeni neuroendrocrini, effetti psico-somatici, vari disturbi della visione. I risultati ottenuti da tale studio, anche se parziali, mettono in evidenza come stimoli musicali continui ad elevato numero di decibel, provochino un’alterazione del sistema acustico e vestibolare (deputato al senso dell’equilibrio), con conseguente squilibrio fisiologico-ambientale dei soggetti. Se si pensa che tanti adolescenti e giovani che frequentano le discoteche si mettono alla guida dopo estenuanti ore di danza e di esposizione del loro organismo a un numero eccessivo e continuato di decibel, ad un flusso sonoro continuo, senza pause di riposo per ristabilire un equilibrio fisiologico e vascolare dell’organismo, un organismo i cui apparati sensoriali, soprattutto udito e vista, sono quasi certamente danneggiati, almeno temporaneamente, dall’esposizione ad un flusso sonoro devastante, che tutto questo si accompagna un uso smodato di alcool e di altri tipi di droghe, allora si può ben capire che le “stragi del sabato sera” sono sicuramente influenzate dal tipo di musica che viene ascoltato nelle discoteche. Dalla lettura del saggio sono emerse domande, chiarimenti e riflessioni che i ragazzi hanno posto all’autore durante l’incontro (vengono riportate le domande più significative tra tutte quelle individuate dai ragazzi): Perché la musica ha effetto sui giovani? Di Leo Benedetto III D Perché la musica che i giovani ascoltano è come una droga? Zippone Ruggiero III D Perché la musica che dovrebbe rappresentare il “Bello” adesso rappresenta il peggio? Ivone Gabriele III D Quale tipo di musica consiglia ai giovani d’oggi e lei personalmente che tipo di musica ascolta? Conversano Raffaella III D Nella prima parte del libro lei ha parlato di “ instupidimento progressivo” indotto dall’ascolto di certi generi musicali. Ci può chiarire meglio questo concetto? Olivieri Daniele III D Vorrei che ci spiegasse meglio in cosa consiste la “solitudine” dell’uomo d’oggi, di cui le parla nel suo libro. Zaccaro Giacinta III D La musica sta diventando uno strumento di manipolazione delle menti dei più giovani che ormai sono sempre più distanti dalla “bellezza ideale”. Per bloccare questo processo incalzante, senza eliminare però dalla nostra cultura la musica e lasciando all’individuo la libera scelta di ascoltare ciò che vuole, è possibile rimettere sulla “retta via” ogni tendenza? E’ possibile educare gli ascoltatori? In che modo? Lastella Valentina III D Io penso, come Benedetto Conte, che la nostra società stia cambiando, purtroppo in peggio. La musica si è trasformata con l’uomo e lo induce a perdere di vista i valori con un risultato di certo cattivo. La musica Rock porta l’uomo alla solitudine, la tecnologia addormenta la mente dei giovani, così si ha una società che Conte definisce “leggera". Di Biase Concetta III D “La musica sceglie il suo ascoltatore e non viceversa” dice Benedetto Conte. I media propongono una musica più facile da ascoltare. La musica Rock negli anni ’70 favorì il propagarsi dell’uso di stupefacenti, del fascino per la morte e il suicidio come unica soluzione alla vita. L’uomo smarriva il senso religioso per inseguire obiettivi distruttivi. La musica in genere manda messaggi che il cervello percepisce velocemente, ma a volte porta con sé messaggi che distruggono chi li ascolta, non solo materialmente ,ma anche moralmente. I ragazzi di oggi scelgono luoghi dove poter relazionare, per esempio su Facebook o su Messenger , dove però le amicizie risultano fittizie; questo significa che ,in genere, oggi l’uomo ama chiudersi in sé stesso. Come possiamo evitare di essere attirati da tutte queste tendenze? Grisorio Agnese III D Solo poche persone sono a conoscenza del vero motivo per cui tanti giovani muoiono sulle nostre strade. A questo punto diventa spontaneo chiedervi, i genitori dei ragazzi coinvolti sanno dell’esistenza di questo enorme problema e non ne parlano, per non creare altri disagi in famiglia, oppure realmente non si dedicano assiduamente ai loro figli e quindi non ne sono a conoscenza? Cirillo Palma III A Perché nei programmi pomeridiani, in televisione, interi pomeriggi sono dedicati a problemi banali, e problemi come questo, non vengono trattati? Parente Michele III A Come avete scritto nel vostro libro, esistono vari tipi di musica. Ma le forze dell’ordine sanno dell’esistenza di questa musica che, ascoltata per ore e ore, provoca danni irreversibili? Se sì, perché non mettono un divieto di ascolto e di vendita, come per la droga e l’alcool, almeno per i minorenni? Curci Sabino III A Perché un certo tipo di musica ha un impatto negativo nei confronti dei giovani? Carano Elisabetta III G Secondo Lei qual è la musica adatta a noi giovani? Minervino Valeria III G Che ruolo hanno le case discografiche nella società odierna e che tipo di condizionamento realizzano? Come possiamo evitare tutto ciò? Russo Pasquale Antonio III G Dopo l’incontro con l’autore, i docenti hanno sottoposto ai propri alunni un questionario di verifica: Quale parte della relazione di Conte ti ha maggiormente interessato ? Perché? Pensi che questa esperienza sia stata utile alla tua formazione? Che cosa hai imparato? L’autore è riuscito, secondo te, a rispondere in maniera esauriente ed efficace alle vostre domande e curiosità? Cosa ti aspettavi, in realtà, da questa esperienza? Ci sono aspetti che avresti migliorato? Hai dei suggerimenti ? Dal questionario sopra riportato è emerso che: I ragazzi si aspettavano di vedere più immagini o video relativi ai rave parties ; tutti sono rimasti molto impressionati dall’immagine del volto della ragazza, deturpato dai numerosi interventi chirurgici che ha dovuto subire in seguito a un incidente stradale; Una proposta interessante, in risposta alla domanda “Cosa avresti migliorato nella organizzazione dell’incontro?” è quella di invitare i genitori e allargare l’esperienza ad altri ragazzi. In particolare Alessia de Benedittis della III F afferma: - << La parte che mi ha maggiormente interessato è stata la visione delle immagini perché penso che per quanto le parole possano essere chiare, le immagini di ciò che accade nei rave parties e l’ascolto diretto di brani di musica Techno ci facciano comprendere meglio l’argomento trattato >>. - << Penso che questa esperienza sia stata molto utile per me perché ho capito quali sono i rischi a cui vanno incontro i giovani frequentando determinati luoghi >>. - <<Avrei voluto vedere altri filmati che illustrassero i problemi di cui abbiamo parlato, perché penso che a noi ragazzi le immagini restino più impresse delle parole; se si ascoltano solo le parole dell’autore si rischia di non capire tutto il suo pensiero >>. Serena Rutigliano della III F riferisce: - << Mi ha molto interessato il video in cui le immagini delle discoteche si alternavano alle immagini degli incidenti stradali e mi ha colpito tantissimo l’immagine di quella ragazza bellissima, ridotta ad un mostro dopo l’incidente >>. - << Questa esperienza mi ha aiutato a capire che frequentare le discoteche per ore ed ore è molto pericoloso, non solo perché spesso si fa uso di alcool e droga, ma anche perché la musica ascoltata ad alto volume ti trascina in uno stato di ipnosi, ti stordisce e, una volta fuori, non hai più la capacità di percepire le distanze reali e la velocità; ciò ti espone a incidenti che possono essere disastrosi >>. Colasanto Carmela della III A commenta: - << Ai ragazzi che partecipano ai rave parties oppure vanno in discoteche e si ubriacano, volevo dire: se avete intenzione di affogare i vostri problemi nell’alcool, tenete presente che alcuni problemi sanno “nuotare” benissimo! >>. D’Amato Cristina della III A commenta: - << Ai ragazzi che partecipano ai rave parties oppure vanno in discoteche e fanno uso di droghe, volevo dire: comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita! >>. D’Addario Alba Maria III G afferma: - << L’intera problematica, a mio avviso, non può essere risolta solo istituzionalmente ma è necessario fare in modo che i ragazzi sin da tenera età siano educati dalle famiglie e dalle diverse istituzioni educative, ad effettuare scelte libere e consapevoli in ogni ambito, anche in quello del puro divertimento che attualmente è solo in apparenza un mondo libero, incontaminato e spensierato >>. Vengono di seguito allegati una parte dei lavori svolti da alcuni alunni, si tratta di mappe concettuali e relazioni finali a cui hanno fatto seguito la realizzazione di cartelloni in classe. Lavoro di equipe Classi III A- D – F – G Docenti: Prof.ssa Maria Rosaria Facchino …………………………………………………………… Prof.ssa Angela Miccoli ………………………………………………………….. Prof.ssa Angelarosa Ricco ……………………………………………………………. Prof.ssa Maria Luigia Sarcina …………………………………………………………… RELAZIONE FINALE ‘’UNA MUSICA LEGGERA PER UNA SOCIETA’ LEGGERA’’ dal saggio di Benedetto Conte Una ‘’Musica leggera per una società leggera’’ è il titolo del libro di Benedetto Conte, docente di chitarra moderna presso la Scuola Civica Musicale di San Giovanni Teatino, libro attraverso cui ha cercato di analizzare uno dei fenomeni più preoccupanti degli ultimi anni, quello delle cosiddette ‘’Stragi del sabato sera.’’ La necessità di affrontare questo argomento viene data all’autore dal fatto che le istituzioni e il mondo politico, pur interrogandosi su come sia possibile arginare tale drammatico fenomeno, si soffermano quasi esclusivamente sull’uso, o meglio sull’abuso da parte dei giovani, di alcool e sostanze stupefacenti, senza tener conto di ciò che accade all’interno delle discoteche, soprattutto per quanto attiene alle modalità di fruizione della musica da parte dei giovani frequentatori. In una mozione presentata alla Camera dei Deputati nel 2007 da alcuni Onorevoli parlamentari, si evidenzia che nel decennio 1997-2007, risultano ben 8.000 i giovani, compresi tra i 18 e 30 anni, morti per incidenti stradali il venerdì e il sabato notte, e si invocano sanzioni più severe per chi supera i limiti di velocità, per chi fa uso di cellulari durante la guida, per chi inverte il senso di marcia, per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; si chiede addirittura il blocco del traffico privato durante le ore notturne, ma non sì fa alcun accenno al modo in cui oggi viene ‘’consumata’’ la musica, tra l’abuso nella consumazione di droghe e alcool e l’eccessiva esposizione all’ascolto ad alto volume di un certo tipo di musica. La somma di questi fattori di rischio, danno origine, secondo l’autore, ad un cocktail micidiale che favorisce appunto il verificarsi dei gravi incidenti sulle strade che riconducono i giovani a casa, dopo aver trascorso una notte in discoteca. Per arrivare a questa conclusione, lo scrittore fa un’analisi approfondita di quello che la musica ha rappresentato per l’uomo e la società in genere, partendo dalle considerazioni fatte dal filosofo greco Platone, il quale intuì il carattere etico della musica, considerata disciplina ‘’altamente formativa’’, capace di entrare in relazione con la psiche dell’uomo e influire sui costumi e l’ordine morale, sia individuale che collettivo. Ricerche condotte prima da pensatori e i filosofi e, in tempi più recenti, da antropologi, sociologi e musicologi, dimostrano come la musica faccia parte della fondazione socio-culturale di una società. Benedetto Conte, nel suo studio, mette in evidenza come oggi, a differenza del passato, i maggiori fruitori di musica sono i giovani. I ragazzi di 12 anni che alcuni anni fa guardavano i cartoons giapponesi (Mazinga,Goldrake,ecc.) oggi guardano soprattutto i videoclips musicali. Lo scrittore fa un’ analisi storica e prende in considerazione il periodo che comprende gli anni 60/70 del secolo scorso, durante i quali si sviluppa a livello musicale il cosiddetto genere ‘’pop’’. Molti artisti assumono posizioni contrapposte a quella di personaggi politici che governano le grandi Nazioni come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Il loro dissenso lo esprimono naturalmente attraverso la musica e le canzoni da loro composte. Nello stesso periodo le comunità giovanili esprimevano il proprio disagio manifestando in piazza. Acquistare un 33 giri in quel periodo e fare una scelta a favore di un determinato artista, significa schierarsi con i pensieri politici dello stesso artista. Al genere pop (Popular Music), considerato politicamente impegnato, si contrapponeva un altro genere, più leggero, la cosiddetta’’canzonetta’’. Questo genere musicale riesce ad influire sul tessuto sociale fino alla fine degli anni 70, quindi, dopo un vuoto assoluto,si affacciano alla ribalta nuovi generi musicali come il rap, l’hip-pop, la techno-music, che negli anni 80, 90, 2000, danno una nuova linfa a giovani che vogliono esprimere il proprio dissenso e la protesta nei confronti della società. La denuncia dell’autore riguarda soprattutto gli ultimi generi musicali che sono anche il ‘’sottofondo’’ assordante dei rave parties. Si tratta di una musica assolutamente priva di melodia e comporta da ‘’suoni’’ ripetitivi che ‘’sparati’’ ad un certo volume inducono uno stato di ‘’trans’’. Questo, associato agli effetti di alcool e droga, è il vero responsabile delle stragi del sabato sera. Gianfranco de Benedittis Classe III D RELAZIONE FINALE ‘’UNA MUSICA LEGGERA PER UNA SOCIETA’ LEGGERA’’ dal saggio di Benedetto Conte A volte la parola dipendenza viene usata per indicare una condizione psicologica, come il bisogno di appoggiarsi sempre ad altre persone: il contrario dell’indipendenza. Altre volte sembra indicare un legame costrittivo, obbligatorio con qualcosa da cui non ci si può liberare: per cui non è più questione di consapevolezza o scelta. Il tipo di dipendenza di cui oggi parleremo è la dipendenza inconsapevole di alcune sostanze o comportamenti. Le dipendenze più conosciute nella società sono le sostanze stupefacenti (tossicodipendenza), in cui rientrano l’alcolismo e il fumo, il cibo (indipendenza da zuccheri), il sesso (dipendenza sessuale), il lavoro, i comportamenti come il gioco ( gioco d’azzardo), lo shopping, la televisione, internet, i videogame. L’uomo sin dall’antichità, considerava la musica un mezzo capace di provare profonde emozioni interiori; infatti, il famoso filosofo Platone sottolineò l’importanza della musica come una disciplina altamente istruttiva per la psiche dell’uomo. Ancora oggi, la musica continua a far provare forti emozioni. Nell’antichità come oggi, i maggiori fruitori di musica sono i giovani. Quando un ragazzo sceglie di ascoltare un brano, lo fa illudendosi che la sua scelta è libera, ma non è così! Infatti, la sua scelta è condizionata inconsciamente da potenti dispositivi commerciali, il cui compito è quello di studiare scientificamente i modi più efficaci per orientare le scelte e dunque gli acquisti. E’ così che le grandi aziende di produzione, preconfezionano anche determinati miti che in quanto tali finiscono per influenzare non solo i singoli soggetti, ma anche i modi di socializzazione collettiva degli adolescenti. Da queste piccole riflessioni di carattere sociale, arriviamo alla cronaca che ci racconta quotidianamente, anche attraverso immagini molto crude e riflessive, quanti decessi del “sabato sera” colpiscono il mondo giovanile senza che si riesca ad affrontare seriamente il fenomeno. Queste stragi avvengono perché i giovani, passano intere ore della notte, in discoteca. Qui ci sono delle casse, di elevata potenza, che riproducono musica techno. Questa se ascoltata più di mezz’ora, provoca la perdita momentanea dell’udito, se invece il tempo è maggiore, si può perdere definitivamente l’udito. Con questo processo, associato all’alcool, a sostanze stupefacenti e stress fisico, il giovane arriva a sballarsi. Lo “sballo” non permette una buona concentrazione della realtà e quindi, inconsciamente la maggior parte dei giovani muoiono in incidenti stradali. Il processo di sballo, purtroppo, non avviene solo nelle discoteche, ma anche nei rave party. Quest’ultimi sono nati nella fine degli anni ’80 e sono feste illegali con musica elettronica (trance music, techno, l’hardcore, hardstyle, schranz, minimal) caratterizzate dal ritmo incalzante di musica dance e giochi di luce. I rave party sono organizzati dai ragazzi stessi che si mettono d’accordo su internet, mettono i sound sistem (casse sonore che hanno 10.000 watt di potenza) in piccoli posti abbandonati e ballano per vari giorni; questi, dalla legge, sono considerati illegali. D’Amato Cristina e Colasanto Carmela Classe III A RELAZIONE FINALE ‘’UNA MUSICA LEGGERA PER UNA SOCIETA’ LEGGERA’’ dal saggio di Benedetto Conte Benedetto Conte musicologo, nel suo libro si è posto una domanda di tale importanza: “Perché tanti giovani muoiono il sabato notte sulle nostre strade?” La risposta che il mondo politico ha dato è troppo superficiale: “perché nelle discoteche i giovani fanno uso di sostanze stupefacenti e alcool”. In realtà il problema è molto più insinuante. Pertanto lo studio del rapporto fra la musica e il mondo dei giovani risulta punto di partenza e al contempo obiettivo del lavoro di ricerca del musicologo Benedetto Croce. Studi scientifici hanno dimostrato che un certo tipo di musica martellante ascoltata per diverse ore provoca danni irreversibili al corpo e alla psiche. Chiaramente ci si riferisce non alla musica in sé, che contrariamente non provoca alcun danno alla salute dell’uomo, ma ad una certa tipologia di musica. Ci si sta riferendo alla musica TRANCE, alla musica TECHNO, alla musica HARDCORE, all’HARDSTYLE, alla SCHRANZ e alla MINIMAL. Ascoltando, o meglio sottoponendosi a questo tipo di musica si rischia di perdere la percezione della realtà. Infatti la TRANCE-MUSIC se ascoltata pedissequamente consente a chi la recepisce di collocarsi in una dimensione spazio-temporale diversa da quella reale. Se poi tale ascolto lo si associa all’utilizzo di sostanze stupefacenti allora ci si trova dinanzi una situazione che oserei definire “catastrofica””, in quanto il detentore di tale situazione interiore si pone nei confronti di se stesso e degli altri come una vera e propria “bomba” che potrebbe esplodere da un momento all’altro, mettendo a repentaglio non solo la propria vita ma anche quella degli altri, specialmente se si pone al volante della propria automobile. Ciò costituisce una conseguenza devastante in sé e in tal modo si persegue un obiettivo opposto a quello prefissato da chi fa musica. La musica dovrebbe essere vita, dovrebbe trasmettere emozione, gioia, sentimento, dovrebbe indurre a gioire nel vivere comune. Ed è questo il mondo della vera buona e pura musica, non quello a cui da vita il rumore cadenzato ed incondizionato di un certo tipo di musica protagonista indiscussa dei RAVE PARTY dove gruppi di giovani “solitari” si riuniscono per cercare una dimensione ideale in cui anime tristi ed erranti tendono a mescolarsi unitamente al flusso della musica martellante e cadenzata, associata ad uso di alcool e sostanze stupefacenti. L’intera problematica, oggetto di studio del musicologo Conte, come anche oggetto di riflessione di molti politici è una situazione che a mio avviso non può essere risolta solo istituzionalmente ma è necessario fare in modo che i ragazzi sin da tenera età siano educati dalle famiglie e dalle diverse istituzioni educative, ad effettuare scelte libere e consapevoli in ogni ambito, anche in quello del puro divertimento che attualmente è solo in apparenza un mondo libero, incontaminato e spensierato . D’Addario Alba Maria Classe III G Lavoro di gruppo Classe III G