IGIENE ED EDUCAZIONE SANITARIA – LEZIONE 10 – ERRATI STILI DI VITA QUADRI DI ERRATO STILE DI VITA • Fumo • Alcool • Disordini del comportamento alimentare Conseguenze gravi: • Cardiopatia ischemica • Diabete • Ipertensione • Tumori FUMO DI TABACCO Il tabacco è stato importato in Europa ne XV secolo. Da metà XVIII secolo si diffuse il consumo di sigarette. Il fumo di sigaretta è una miscela composta da: • Parte gassosa (gas e vapori). • Parte solida (particelle microscopiche). SOSTANZE DANNOSE NEL FUMO • TOSSICHE: nicotina (alcaloide psicoattivo) che fa rientrare il tabacco fra le droghe, e monossido di carbonio, che riduce il trasporto di ossigeno nel sangue. • IRRITANTI: ossidi di azoto, formaldeide ecc., che danneggiano le vie respiratorie terminali. • CANCEROGENI: oltre 50 tipi, agenti causali certi per il polmone e aumentano il rischio per cavo orale, laringe, esofago, rene e vescica. Il craving è il desiderio irrefrenabile di fumare, dovuto alla dipendenza psichica da nicotina che si instaura nel fumatore (dal 1996 l’OMS classifica il tabagismo come ‘malattia da dipendenza’). La dipendenza da tabacco è però anche fisica: oltre al craving si ha la sindrome da astinenza (ansia, irritabilità, incapacità di concentrarsi). DIPENDENZA E’ un processo che si svolge in tre fasi: • AVVICINAMENTO: si prova un’esperienza in grado di soddisfare bisogni rilevanti. • CONTATTO: gli effetti sperimentati sono giudicati. • STABILIZZAZIONE: l’uso, se il contatto è giudicato positivo, diviene un’abitudine stabile, secondo lo stile di consumo preferito. EPIDEMIOLOGIA DEL TABACCO Secondo l’OMS 1/3 della popolazione mondiale fuma. Paesi non sviluppati: 48% M, 7% F. Paesi industrializzati: 42% M, 24% F. In Italia: per età > 14 anni si ha 32% M, 17% F, con una tendenza al calo dei valori assoluti di fumatori negli ultimi decenni. FUMO PASSIVO Il fumo di tabacco danneggia anche chi non ne fa uso diretto. Danni da fumo passivo: • Basso peso alla nascita. • Morte ‘in culla’ (SIDS). • Malattie respiratorie nei bambini. • Tumori e cardiopatie negli adulti. ALCOOL ETILICO E’ considerato una delle droghe più diffuse a livello mondiale. Si tende a sottovalutarne la diffusione per il fatto che assunto con moderazione ha effetti positivi. La molecola viene assorbita senza digestione e quindi metabolizzata per il 90% a livello epatico. Le sostanze derivanti la sua metabolizzazione hanno effetto epatotossico. DANNI DA ALCOOL ETILICO • MORTALITA’: per cirrosi, tumori (fegato, bocca, laringe, esofago), suicidio, incidenti stradali e infortuni sul lavoro • MORBOSITA’: malattia da intossicazione, disturbi neurologici, deficit nutrizionali, epatiti croniche, tumori gastrointestinali, ipertensione, anemia, cardiopatia ischemica. ALCOLISMO E’ la manifestazione della dipendenza: • Fase pre-tossicomanica: aumenta la tolleranza (si assume una dose crescente). • Fase prodromica: amnesie da alcool. • Fase cruciale: perdita del controllo sul bere e sull’adattabilità sociale. • Fase cronica: riduzione della tolleranza e comparsa delle complicanze mediche. QUADRI CLINICI DA ALCOOL • SINDROME DA ASTINENZA: compare in soggetti con alcolismo non avanzato, con tremori, nausea, vomito, insonnia. • DELIRIUM TREMENS: segue l’astinenza in soggetti con alcolismo avanzato, con confusione, allucinazioni, aritmie cardiache. • SINDROME DI KORSAKOFF: stadio avanzato, si manifesta con confusione grave e delirio, seguiti da una fase di amnesia e apatia. EPIDEMIOLOGIA DELL’ALCOOL A livello mondiale il consumo di alcool è in costante crescita. In Italia il fenomeno in termini assoluti è costante, ma si registra un preoccupante aumento del consumo giovanile, con casi di alcolismo già fra i 10 e i 15 anni. Negli adolescenti il consumo di alcool supera quello di ogni altra droga. COMPORTAMENTO ALIMENTARE Il passaggio allo stile di vita urbano ha modificato il comportamento alimentare in tutti i paesi industrializzati. L’alimentazione si è arricchita di cibi molto nutrienti e con ampia scelta: questo ha fatto migliorare la salute in generale ma ha anche prodotto la diffusione di malattie ‘da abbondanza’ che prima non esistevano. OBESITA’ e BMI Si parla di OBESITA’ tutte le volte che l’Indice di Massa Corporea è > 30. Il BMI è il rapporto tra peso in Kg e il quadrato dell’altezza in metri. Es. peso 100 kg, altezza 1,70 cm: 100/2,89 = 34.6 (obesità I grado) Valori BMI: 30,0 - 34,9 = obesità di I grado 35,0 - 39,9 = obesità di II grado > 40 = obesità estrema. PESO RAGIONEVOLE Il peso corporeo è un’entità che non si può modificare a piacere ma, come la statura, il colore dei capelli e degli occhi, è fortemente influenzato da fattori genetici oltre che ambientali e psicologici. E’ variabile da individuo a individuo e per questo si definisce ‘ragionevole’ quel peso al di sotto del quale la perdita avviene con grande difficoltà. Il peso ragionevole è quel peso che può essere ragionevolmente raggiunto e mantenuto e che permette buone condizioni di salute (fisiche, psicologiche, sociali).