Copyright © by Tommaso Ciccarone Firmato digitalmente da Tommaso Ciccarone ND: CN=Tommaso Ciccarone, C=IT, [email protected] Motivo: Sono l'autore del documento Posizione: Data: 22/09/2015 15:38:20 LE ORIGINI DEL PENSIERO OCCIDENTALE 1 – Dal Mythos al Logos Sin dagli albori del pensiero antico non esiste una vera e propria identità filosofica, ma piuttosto ci sono tante eterogenee concezioni sul mondo. Lo stesso termine “Filosofia”, nel senso della riflessione sulla propria identità epistemica, fa la sua comparsa solo nel IV sec. A.C. (anche se già Pitagora aveva per primo introdotto il vocabolo). Il “Filosofare” inoltre non nasce come “puro” raziocinio, ma come esigenza di chiarificazione del mondo circostante osservato: nasce dalla meraviglia (tàumazein). La speculazione filosofica nasce in Occidente, nonostante le indubbie commistioni con il mondo Orientale nel bacino del Mediterraneo. Come mai proprio in Grecia? Bisogna, infatti, considerare la congiuntura socio – economica favorevole alla nascita e sviluppo del pensiero libero, e lo stesso decentramento geografico – politico delle colonie dell’Italia Meridionale – la Magna Grecia, la cui colonizzazione risale all’VIII sec. A.C. – rispetto alla madrepatria. Tale congiuntura fu resa possibile dalla tendenziale trasformazione della Polis, da monarchico – assolutistica (civilta micenea / XI – IX sec. A.C.) a democratica (età classica / VII – IV sec. A.C.). Questo passaggio fu meno traumatico nelle colonie della Magna Grecia, più aperte a nuove e diverse esperienze intellettuali, di quanto non lo fosse la madrepatria, più ancorata alla tradizione religioso – accentratrice. 1 Copyright © by Tommaso Ciccarone Soltanto a partire dal V sec. la Filosofia, come sinonimo di libera ricerca intellettuale, attecchisce in Atene, grazie alla politica illuminata di Pericle, precursore dell’Età classica. Le prime “produzioni” (poiesis) intellettuali – culturali che stanno alla base del sapere (Sophia) filosofico o protofilosofico, hanno la forma della Poesia. La Sophìa coincide con la Poiesis: dimensione SACRALE della Verità! Il Sapere ha una natura di derivazione Divina, piuttosto che umano – soggettiva. A tal riguardo è indicativo il dialogo platonico Jone, per cui il poeta pro – duce la verità, inquanto “ispirato” in un momento di Manìa – divina follia. Il poeta è, in questo senso stretto, Pro – feta / tramite – messaggero degli Dei. (Cfr. E. Dodds, I Greci e l’Irrazionale). Gli esempi istituzionalizzati di cultura poetica nella Grecia arcaica sono rappresentati dall’Epica omerica attraverso l’ILIADE e l’ODISSEA. I pilastri della cultura orale sono OMERO ed ESIODO, che riflettono la normatività etico – sociale della loro epoca (pur successiva a quella micenea del IX sec. Di cui riferiscono l’Iliade e l’Odissea). I tramiti della cultura non potevano essere i filosofi (non esistevano ancora), bensì i “poeti” (gli Aedi – che producevano e declamavano componimenti – e i Rapsodi – che recitavano i componimenti istituzionali per scopi etici ed educativi). L’Iliade e l’Odissea costituiscono affreschi sociologici di epoche diverse, da cui si deduce non solo la loro non – coincidenza temporale, ma soprattutto il dubbio che l’autore fosse unico (v. la “Questione Omerica”). ILIADE: riflette la società aristocratica dell’eroe - àner greco (Achille), che incarna l’Aretè divina e/o superumana; il coraggio. ODISSEA: riflette l’emancipazione democratica e antropocentrica di una società commerciale ed affaristica, in ogni caso sganciata, come in un rito di passaggio, dalla Securitas della tradizione teocratico – monarchica. (l’ingegno e la furbizia; la curiosità e la ricerca avventuriera di Ulisse, antesignano della prometeicità filo-sofica). 2 Copyright © by Tommaso Ciccarone ESIODO appartiene all’VIII sec. A.C. e ad un Universo differente da quello epico e nobile di Omero. Egli rispecchia l’etica del dovere e del sacrificio propri del mondo rurale/agreste: si tratta di una visione “dal basso”. Ciò che contraddistingue la letteratura epica di Omero e quella di Esiodo è la ricerca della Coerenza e dell’Ordine attraverso quadri realistici e di Causa/effetto delle vicende legate ai personaggi delle loro opere in relazione all’impianto etico – didascalico. Questo è un elemento proto – filosofico di razionalizzazione e problematizzazione, aperto evidentemente ad un pubblico che s’interroga sull’articolazione della realtà e del comportamento umano. ESIODO introduce, accanto all’epica omerica, la “lirica”, nel senso non di una “romantica” introspezione psicologica, bensì di un intervento personale nella riflessione e com-prensione oggettiva (pubblica) della realtà, andando al di là della dimensione pro-fetica e/o sacrale della poesia. Così la forma poetica è esigenza di ordinare e comprendere la realtà (“intelligere” la realtà) dal punto di vista etico e politico-civile (v. l’esempio di SOLONE, poeta e legislatore ateniese). Accanto alla poesia, alle Teogonie e Cosmogonie, tra il VI e V sec. Nasce la ricerca e la tendenza a razionalizzare i fenomeni umani attraverso le categorie di SPAZIO e TEMPO: nasce la Storiografia. Da un punto di vista culturale la Filosofia, come espressione del proliferare di diverse e libere concezioni/punti di vista sulla realtà, fu resa possibile dall’assenza di un univoco nucleo religioso. Le colonizzazioni e i traffici commerciali avevano introdotto un’eterogeneità di credenze, tali da non costituire un paradigma dominante ed incommensurabile con altre forme di credenze e di pensiero. 3 Copyright © by Tommaso Ciccarone RELIGIONE GRECA: 1. OLIMPICA o “aerea”: rispecchia e proietta la mondanità e le passioni umane, sublimate dal senso della caducità terrena. – PESSIMISMO SULLA MORTALITA’ UMANA SVELATA IN NEGATIVO DAL MONDO OLIMPICO – 2. MISTERICA o “ctonia” (da Ktòn = terra): Essa è legata alla salvezza attraverso la rigenerazione e sacrificio rituale. La Ritualità è il presupposto normativo di queste religioni, come p.es. nei misteri eleusini di Demetra – per la terra – o quelli delfici di Dionisio – per la vegetaione e le viti – OTTIMISMO PER LA SALVEZZA ATTRAVERSO LA RIGENERAZIONE CICLICA. I misteri Orfici, di derivazione orientale (da Orfeo, mitico cantore della Tracia), sono quelli che più di tutti hanno influenzato il retaggio classico della filosofia platonica, attraverso la concezione della metempsicosi, ma soprattutto della Dualità dell’uomo – anima/corpo – la cui limitatezza e negatività possono essere riscattate con l’allontanamento dalla mondanità (la mitica “caverna” buia della natura umana). PESSIMISMO SULLA LIMITATEZZA UMANA: CONCEZIONE DEL CORPO COME “Carcere dell’anima” – Dunque l’Orfismo presuppone ed impone una forte normatività etica, che va al di là della mera ritualità; si contavano, infatti, vere e proprie Sètte e/o congregazioni segrete, con propri codici deontologici interni. La Filosofia propriamente detta, si distingue dalla modalità poetica del Mito, imponendosi come Logos, in altre parole una modalità specifica ed oggettiva di spiegare la realtà. Il MITO si articola poeticamente attraverso una modalità immediata e, in quanto tale a-critica. (G.B. Vico parlerebbe di linguaggio primordiale, creativo, “muto” e meta-forico). Il LOGOS si articola all’interno di un percorso di ricerca di verifica oggettiva sui fenomeni della realtà. L’articolazione e l’esigenza di mantenere una coerenza interna dei dati della ricerca, è espressa dall’etimo di Logos, che deriva da Legein = raccogliere, tenere insieme, custodire, tenere sotto controllo. 4 Copyright © by Tommaso Ciccarone Dunque il Mito esprime la manipolazione del Reale da parte non tanto del soggetto poetante, quanto piuttosto della Collettività sociale – la mentalità culturale e religiosa. Il Logos, strumento metodologico del Filosofare, esprime l’esigenza della Chiarezza Oggettiva (= Epi – steme). Episteme = “Ciò che sta sopra”; “Ciò che s’impone da sè”; “Ciò che si manifesta alla luce”. Luce = Phaòs; tema comune a “Sophia”. La “manifestazione” dell’oggettività è la Verità filosofica, ovvero “scientifica” (i Latini traducevano Episteme con Scientia); Essa è detta in greco con il sostantivo che indica il dis-velamento, la s-coperta: aletheia Il Mito privilegia l’immediatezza passiva dell’Ascolto della “parola”; la Filosofia, con il Logos, privilegia la Visione e/o l’Occhio dell’Intelletto (Orào in greco significa “Contemplare” ed è un verbo che si riferisce al “vedere”; da qui deriva il termine “theoria”), giusta l’affermazione con cui Aristotele apre la Metafisica: “ (...) Più di ogni altro senso, ci fa conquistare (la vista) conoscenza e ci presenta con più immediatezza una molteplicità di differenze” La Filosofia comincia come discorso scientifico sulla Natura (Physis) e i suoi Fondamenti (Archai) intrinseci. Il luogo più idoneo, storicamente, alla nascita di un tale atteggiamento è costituito dalle colonie orientali dell’Asia Minore. Esse, infatti, erano a contatto diretto con civiltà – come la Persiana e l’Egizia – più evolute rispetto a quelle dell’Italia Meridionale. Per questo motivo si suole far cominciare la Filosofia “Occidentale”, con gli esponenti della Scuola di MILETO (Talete, Anassimandro e Anassimene), a partire dal VII sec. A.C. 5 Copyright © by Tommaso Ciccarone 2 – La Scuola di Mileto: la ricerca “scientifica” dell’Archè La ricerca di una spiegazione univoca della realtà in cui l’uomo è inserito, nasce dall’esigenza di giustificare e chiarire rigorosamente la molteplicità problematica dei fenomeni osservati. L’oggetto di tale ricerca è la Totalità dei fenomeni reali, che i greci chiamavano Physis e che potremmo tradurre ulteriormente con “natura naturans”. La Natura in questione non è semplicemente il complesso e/o la somma dei fenomeni naturali, ma la Totalità di essi (Princìpio e Fine, secondo una visione di coerenza e completezza “teorica”). Dunque la Physis è il CHE COSA e il CIO’ DA CUI E PER CUI dei fenomeni: in questo senso Physis e Archè coincidono. Il principio – fondamento essenziale ed ultimo della realtà – non è Meta-fisico, ma fisico, vale a dire intrinseco alla realtà stessa. La scientificità filosofica del metodo dei Filosofi della Natura, consiste nell’IMMANENZA del principio intelligibile, al di là da mitologici ricorsi a “Deus ex machina”. La ricerca di una risposta razionale è la ricerca di una causa realistica – verosimile dei fenomeni indagati: diversamente non ci sarebbe l’avanzamento dal Mito! La causa dei fenomeni non riposa nell’Arbitrio divino e/o in un’insondabile Moira, ma nell’immanente articolazione di cause ed effetti. Con i milesi, insomma, nasce la visione filosofica della REDUCTIO AD UNUM del disordine fenomenico. (Unum = Totalità = Universalità). Il metodo filosofico – scientifico che s’inaugura con i milesi e con i Presocratici, in generale, è quello dell’INDUZIONE. 6