UNIVERSITÁ DEL SALENTO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE BIOLOGICHE TESI DI LAUREA SPERIMENTALE IN IGIENE AMBIENTALE VALUTAZIONE DEL RISCHIO SANITARIO PER ESPOSIZIONE A SUOLI CONTAMINATI DA BERILLIO NELL’AREA DI CERANO (BRINDISI) Relatori: Chiar.mo Prof. Antonella De Donno Dott. Francesco Bagordo Correlatore: Dott.ssa Maria Ilaria Leopizzi Laureanda: Valentina Chirilli ANNO ACCADEMICO 2008 – 2009 1 Ai miei genitori e a Cristian, per avermi sostenuta ed incoraggiata con pazienza e amore. 2 INDICE INTRODUZIONE 1. CENTRALE TERMOELETTRICA FEDERICO II 1 1.1 Impianto produttivo 1 2. ASPETTI AMBIENTALI 2 3. RISCHIO SANITARIO DOVUTO AI METALLI PESANTI 4 3.1 Identificazione del rischio 4 3.2 Relazione dose-risposta 5 3.3 Tossicità acuta 6 3.4 Tossicità cronica 6 3.5 Cancerogenicità 7 4. PATOLOGIE CAUSATE DALL’INALAZIONE DI BERILLIO 8 OBIETTIVI 11 METODOLOGIE 12 1. RACCOLTA DATI E VALUTAZIONE PRELIMINARE 13 2. VALUTAZIONE DELLA TOSSICITÁ 13 3. VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE 14 3.1 Potenziali vie di esposizione 14 3.2 Acquisizione dei dati relativi alle concentrazioni di esposizione 15 3.2.1 Suolo 15 3.2.2 Elaborazione statistica dei dati 16 Stima dell’esposizione 16 3.3.1 Contatto dermico 17 3.3.2 Inalazione di polvere outdoor 18 3.3.3 Ingestione di suolo 20 Caratterizzazione del rischio 20 3.4.1 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico 21 3.4.2 Stima quantitativa del rischio inerente 22 3.3 3.4 l’effetto cancerogeno 3.4.3 Criteri di tollerabilità del rischio 22 3 3.5 Calcolo della concentrazione soglia di rischio 23 RISULTATI 1. 2. 3. 4. 5. 6. RACCOLTA DATI E VALUTAZIONE PRELIMINARE 24 1.1 Descrizione dell’area oggetto di studio 24 1.2 Uso del suolo 25 1.3 Sostanze chimiche presenti nel sito pericolose e/o rilevanti 26 VALUTAZIONE DELLA TOSSICITÁ 26 2.1 26 Relazione dose-risposta VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE 26 3.1 Suolo: monitoraggio 26 3.2 Outliers 31 3.3 Summary statistics 3.4 UCL 31 STIMA DELL’ESPOSIZIONE (ADD/LADD) 32 4.1 Assorbimento dermico suolo 32 4.2 Inalazioni polveri outdoor 32 4.3 Ingestione suolo 32 CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO 32 5.1 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico (HQ) 32 5.2 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto cancerogeno (R) 33 CALCOLCOLO DELLA CONCENTRAZIONE 34 SOGLIA DI RISCHIO 6.1 Concentrazione soglia di rischio tossico non cancerogeno (ppm) 34 6.2 Concentrazione soglia di rischio cancerogeno (ppm) 34 6.3 Concentrazione soglia di rischio assoluto (ppm) 34 6.4 Superamento delle CSR 35 CONCLUSIONE 40 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 42 4 RIASSUNTO Il berillio viene classificato come metallo pesante; i metalli pesanti si accumulano nell’organismo determinando effetti nocivi a breve e lungo termine, possono causare danni ai reni, al sistema nervoso e al sistema immunitario, e in certi casi avere effetti cancerogeni. L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha stabilito che il berillio è una sostanza cancerogena; l'agenzia americana EPA ha stimato che un'esposizione a vita a concentrazioni maggiori di 0,04 μg/m³ di berillio può sviluppare il cancro ai polmoni. L’inalazione di fumi e polveri di berillio metallico e dei diversi suoi composti può provocare la comparsa di due quadri patologici ben distinti, uno acuto (reazioni infiammatorie a carico delle vie respiratorie) ed uno cronico (berilliosi). Nessun caso di effetti dovuti all'ingestione di berillio è stato segnalato sugli esseri umani, poiché lo stomaco e l'intestino ne assorbono pochissimo. Il contatto del berillio con delle lesioni sulla pelle può provocare eruzioni o ulcerazioni. Nel presente lavoro di tesi è stato valutato il rischio sanitario cronico non cancerogeno e quello cancerogeno associato all’esposizione professionale a suoli contaminati da berillio, localizzati in prossimità della centrale termoelettrica di Cerano. Il rischio sanitario risulta rilevante poiché i lavoratori potrebbero essere esposti al berillio per inalazione di polveri o vapori (SOx, NOx, CO emessi dai camini), contatto dermico ed ingestione di suolo. Si fa riferimento alla procedura RBCA, un approccio basato su tre livelli di valutazione; in particolare, in particolare è stata effettuata una valutazione del rischio di secondo livello che si riferisce a condizioni sito-specifiche. L’approccio tossicologico prevede che per ogni sostanza presa in considerazione venga calcolato, sulla base dei dati di esposizione e sulla base delle conoscenze relative alla tipologia di popolazione esposta e alla durata presumibile dell’esposizione, l’esposizione media giornaliera. In seguito alla determinazione dell’esposizione possono essere determinati il rischio di tossicità cronica e il rischio di cancerogenicità. In base al tempo di risposta, la tossicità può essere acuta o cronica. Gli effetti cronici possono essere non cancerogeni o cancerogeni. Nel primo caso può essere individuata una dose “soglia” al di sotto della quale non viene registrato nessun effetto anche per esposizioni di lunga durata. Per determinare la tossicità cronica si fa riferimento alle RfD (dose massima ammissibile) relative all’ingestione e all’inalazione del berillio. Per le sostanze cancerogene, a differenza di quelle semplicemente tossiche, si ritiene che non 5 esista un valore di soglia (concentrazione) al di sotto del quale non vi siano effetti. Per determinare il rischio di cancerogenicità, invece, si fa riferimento ai valori di SF per il berillio (il coefficiente di correlazione tra l’effetto incrementale di comparsa di nuovi casi di tumore ed esposizione), sia relativi all’ingestione che all’inalazione. La procedura di analisi assoluta di rischio può avere un duplice obiettivo finale: stimare quantitativamente il rischio per la salute umana connesso ad uno specifico sito (in termini di valutazione delle conseguenze legate alla sua situazione di inquinamento); individuare dei valori di concentrazione accettabili nelle matrici ambientali vincolati alle condizioni specifiche del singolo sito che costituiscono gli obiettivi di bonifica sito specifici (Concentrazioni Soglia di Rischio, CSR). La definizione del potenziale pericolo legato alla presenza di contaminanti nella matrice ambientale suolo/sottosuolo nell’area oggetto di studio è avvenuta prendendo in considerazione i dati analitici relativi ai campioni di terreno. Le indagini hanno riguardato la ricerca del berillio e si è rilevato che 242 campioni su 688 risultano contaminati dal suddetto metallo pesante. L’analisi dei dati disponibili permette di evidenziare un rischio tossico non cancerogeno inferiore alla soglia di rischio per tutti gli scenari di esposizione presi in considerazioni. La stima quantitativa del rischio inerente l’effetto cancerogeno, invece, permette di rilevare il superamento dei valori di accettabilità per inalazione di polveri ed ingestione di suolo. Dall’analisi dei dati emerge che il berillio supera il valore della concentrazione soglia di rischio. Su 242 siti contaminati da berillio 195 presentano valori superiori alle CSR (80,7% dei campioni esaminati). I risultati supportano le misure restrittive prese dal Sindaco di Brindisi, che ha emesso un’ordinanza per la sospensione cautelativa delle coltivazioni nell’area indagata. 6 INTRODUZIONE 1. CENTRALE TERMOELETTRICA FEDERICO II La centrale termoelettrica è ubicata sul territorio del comune di Brindisi, a circa 12 km dalla città in prossimità della costa, fra la Masseria Cerano ed il confine sud dello stesso Comune. Sorge su un’area avente una superficie di circa 270 ha e la zona in questione si caratterizza per la facilità logistica di movimentazione dei combustibili e dell’approvvigionamento idrico. La centrale termoelettrica è collegata alla zona industriale ed alla banchina di Costa Morena da un asse attrezzato lungo 13 km e da un oleodotto per il trasporto del combustibile. Figura 1 - Area centrale elettrica Brindisi Sud e asse attrezzato (tratto terminale). 1.1 Impianto produttivo La centrale termoelettrica di Cerano è stata costruita negli anni ’80 e risulta destinata alla produzione massima di circa 2 GWh; utilizza olio combustibile denso per un quantitativo di 140 t/h, carbone per 232 t/h; orimulsion per 210 t/h; metano per 160.000 Nm³/h. La centrale si compone di quattro sezioni termoelettriche policombustibili della potenza di 660 MW ciascuna, entrate in servizio alle seguenti date: 1° sezione 10 Ottobre 1991, 2° sezione 26 Maggio 1992, 3° sezione 10 Dicembre 1992, 4° sezione 30 Novembre1993. Elettricamente è collegata, mediante quattro elettrodi a 380 kV, alla stazione elettrica ubicata nel comune di Tuturano, da cui partono le linee collegate alla rete nazionale. 7 La costruzione della centrale è stata autorizzata dal MICA, con Decreto 24.06.1982 emesso in seguito alla delibera della Regione Puglia del 7.09.1981. 2. ASPETTI AMBIENTALI In una centrale termoelettrica l'energia termica, generata dalla combustione di una massa di combustibile (carbone, nafta, orimulsion o metano), viene trasformata in energia meccanica; quest’ultima viene poi convertita in energia elettrica. Il combustibile viene bruciato all’interno di una caldaia; dalla combustione ad alta temperatura vengono liberati NOX, in parte proveniente dall’aria comburente e in parte dal combustibile. In particolare, l’impiego di orimulsion desta qualche preoccupazione, non essendo del tutto accertata la composizione chimica; questo combustibile presenta un contenuto di metalli pesanti quali vanadio, nichel e mercurio oltre ad un elevato contenuto di zolfo, caratteristiche che lo rendono pericoloso da un punto vista ambientale e sotto l’aspetto della sicurezza. I rischi derivano anche dal suo trasporto: in caso di dispersione in mare, gli effetti sulla fauna non sono noti ed un suo recupero è reso estremamente difficile a causa della densità, poiché spesso si deposita nei bassi fondali. In base a quanto disposto da DM 12/07/1990 e dal DPCM 02/10/1995, l’esercente di grandi impianti di combustione è tenuto a misurare di continuo le concentrazioni di SOx, NOx, CO, O2 e polveri, emesse dai camini, garantendo i relativi limiti di legge definiti dal Decreto MICA del 18/05/1990, dal DPR 203/1988 e dal DM 12/07/1990. Inoltre deve garantire il rispetto dei limiti alle emissioni massicce, ai sensi dell’Accordo del 25/07/1996 tra Enel S.p.a. e Ministri dell’Industria e dell’Ambiente e del Decreto autorizzativo del Ministro dell’industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 111/2000. Il Decreto 21/12/1995 dispone inoltre che l’esercente garantisca la qualità dei dati ed il buon funzionamento delle apparecchiature di misura; è fondamentale l’adozione di procedure che documentino le modalità e l’avvenuta esecuzione degli interventi manutentivi programmati e delle operazioni di calibrazione/taratura. La centrale di Cerano si è dotata di apposita strumentazione per il monitoraggio in continuo delle emissioni derivanti dall’attività produttiva. Ogni unità termoelettrica è dotata di un sistema analizzatore di SO2, NOx, CO, e O2 (nei fumi) e di polveri. La postazione meteo acquisisce ulteriori dati riguardanti la temperatura ambientale, l’umidità relativa, la pressione atmosferica. 8 La centrale, certificata iso 14001, sta realizzando interventi di miglioramento delle prestazioni ambientali al fine di ottenere la registrazione EMAS. L’obiettivo di salvaguardia della qualità ambientale viene realizzato attraverso quattro linee di intervento. 1. Limitazioni alle emissioni tramite l’impiego di sistemi di combustione di tipo avanzato a bassa emissione di NOx e adozione di bruciatori adatti allo scopo, sistema di denitrificazione catalitica dei fumi per l’abbattimento degli ossidi di azoto, precipitatori elettrostatici ad alta efficienza e affidabilità per l’abbattimento delle polveri trascinate dai fumi di combustione, impianti di desolforazione dei fumi per l’abbattimento degli SOx. 2. Ottimizzazione dei sistemi di dispersione nell’atmosfera dei prodotti di combustione per mezzo di un camino multiflusso. 3. Registrazione in continuo delle immissioni dal camino nel rispetto del D.M. 12.07.90 che stabilisce i valori massimi di SOx, NOx e polveri. Parametro Limiti sulle Concentrazioni SO2 400 mg/Nm³ NOX 200 mg/Nm³ Polveri 50 mg/Nm³ CO (media mensile riferita alle ore di 250 mg/Nm³ effettivo funzionamento) Tabella 1 - Concentrazioni e limiti di legge delle emissioni atmosferiche; Fonte D.P.R. 203/88-D.M. 12/07/90 All.3, Decreto MICA 4. Registrazione in continuo del livello delle immissioni al suolo nelle vicinanze della Centrale. A tale scopo è stata installata nelle zone circostanti la Centrale, una rete di rilevamento chimico e meteorologico con apparecchi di misura continua delle concentrazioni degli inquinanti con trasmissione immediata dei dati a due terminali, uno installato presso la Centrale l’altro presso il Presidio Multifunzionale del Comune di Brindisi. Per il dimensionamento del sistema di abbattimento delle polveri per il carbone si considerano le caratteristiche riportate nella seguente tabella: 9 Prodotto Quantità Ceneri volanti 12,7% Zolfo 0,8 % Resistività 1500 Ohm/cm Tabella 2 – Caratteristiche medie del particolato prodotto a seguito della combustione di carbone. 3. RISCHIO SANITARIO DOVUTO AI METALLI PESANTI Non esiste una definizione ufficiale di metallo leggero o pesante da parte della IUPAC, l'autorità internazionale che fissa e aggiorna la nomenclatura e la terminologia degli elementi e composti chimici. Spesso all'aggettivo pesante è associato il concetto di tossicità anche se di per sé la densità di un metallo non ha un legame diretto con effetti sul corpo umano. La tossicità di una qualunque sostanza dipende dalla sua natura e dalla sua quantità. I metalli pesanti si accumulano nell’organismo determinando effetti nocivi a breve e lungo termine, diversi a seconda del metallo. Possono causare danni ai reni, al sistema nervoso e al sistema immunitario, e in certi casi avere effetti cancerogeni. Per “tossicità” si intende l’effetto negativo determinato da una sostanza tossica (o da una miscela di tossici), che si manifesta, per un dato sistema biologico, mediante la compromissione di una o più funzioni (sopravvivenza, motilità, fotosintesi, crescita, ecc..) danneggiate in seguito all’esposizione ad un tossico (Marchetti, 1999). Gli effetti della tossicità si misurano attraverso l’osservazione della risposta degli organismi esposti all’azione della sostanza tossica. In base al tempo di risposta, la tossicità si può dividere in: acuta quando le risposte degli organismi esposti si manifestano in tempi brevi; cronica quando le risposte sono evidenti dopo settimane o mesi. La valutazione della tossicità delle sostanze considerate è stata scomposta in due fasi: l’identificazione del rischio in termini di potenziale tossicità (pericolo intrinseco) delle sostanze considerate; lo studio della relazione dose-risposta. 3.1 Identificazione del rischio Il rischio cronico non cancerogeno e il rischio cancerogeno per il berillio sono stati desunti attraverso la consultazione dei dati presenti nella Banca Dati IRIS (Integrated Risk Information System) dell’Environmental Protection Agency (EPA). 10 In particolare per il rischio cancerogeno si è fatto riferimento alla classificazione EPA. Tale classificazione si sviluppa in tre fasi: 1. valutazione del grado di evidenza di cancerogenicità risultante da studi sull’uomo e sugli animali da esperimento; 2. analisi dei dati di supporto costituiti essenzialmente da studi di mutagenesi e da studi di relazioni struttura-attività; 3. valutazione dei dati combinati e allocazioni in una delle categorie previste. Gruppo A cancerogeno per l’uomo, vi è sufficiente evidenza di cancerogenicità negli studi epidemiologici. Gruppo B Gruppo B1 il gruppo B si divide in due parti: probabile cancerogeno per l’uomo con evidenza limitata di cancerogenicità in studi epidemiologici ed evidenza sufficiente in studi su animali. Gruppo B2 probabile cancerogeno per l’uomo con evidenza sufficiente di cancerogenicità in studi su animali ed evidenza inadeguata o assenza di dati in studi sull’uomo. Gruppo C sospetto cancerogeno per l’uomo con evidenza limitata di cancerogenicità in studi su animali in assenza di dati sull’uomo. Gruppo D sospetto cancerogeno per l’uomo con evidenza limitata di cancerogenicità in studi su animali in assenza di dati sull’uomo. Gruppo E nessuna evidenza di cancerogenicità nell’uomo, in assenza di evidenza di cancerogenicità sia negli animali da esperimento che in studi sull’uomo. Tabella 3: Classificazione delle sostanze cancerogene secondo EPA 3.2 Relazione dose-risposta La tossicità di una sostanza non può essere definita senza riferirsi alla quantità di sostanza somministrata o assorbita (dose), alla via con la quale questa quantità è somministrata (inalazione, ingestione, iniezione, contatto) e distribuita nel tempo (dose somministrata singolarmente o dosi distribuite nel tempo), il tipo e la severità del danno, il tempo necessario a produrre il danno stesso. 11 3.3 Tossicità acuta La tossicità acuta si riferisce agli effetti che si manifestano in seguito ad una esposizione di breve durata (da 24 ore a 14 giorni) e da una somministrazione di dosi ad alta concentrazione. 3.4 Tossicità cronica La tossicità cronica si riferisce agli effetti che si manifestano a lungo termine in seguito ad una esposizione di lunga durata (> 7 anni) e da una somministrazione di dosi a bassa concentrazione. Gli effetti cronici possono essere non cancerogeni o cancerogeni. Nel primo caso può essere individuata una dose “soglia” al di sotto della quale non viene registrato nessun effetto anche per esposizioni di lunga durata. Si fa riferimento alla RfD (Reference dose o dose massima ammissibile) ossia la dose (concentrazione) di sostanza tossica per la quale, in letteratura, non vengono riportati effetti avversi per l’uomo esposto alla sostanza stessa. Il concetto di RfD cronico è volto soprattutto a proteggere l’uomo dall’esposizioni a lungo termine (da 7 a 70 anni) nei confronti di una sostanza tossica. Per ottenere un valore cautelativo per l’uomo, per il calcolo del RfD si divide il NO OBSERVED ADVERSE EFFECT LEVEL (NOAEL) per un fattore di sicurezza FS e precisamente: RfD = NOAEL / FS dove FS = UF x MF UF è il grado d’incertezza delle conoscenze dei dati per l’estrapolazione dagli animali all’uomo; MF è il secondo fattore correttivo (modifying factor) che tiene conto del livello di qualità dei dati tossicologici utilizzati (compreso tra il valore 0 – 10); in assenza di un giudizio esperto sull’affidabilità della banca dati o dello studio a cui si fa riferimento, si assume MF uguale ad 1. Secondo i criteri di utilizzo del valore di incertezza proposti dall’USEPA si avrà: un Fattore di Sicurezza 10 – se l’estrapolazione dei valori è stata fatta sulla base di sperimentazioni affidabili relative ad esposizioni prolungate alla vita media 12 umana. Il valore attribuito al FS tiene conto della variabilità di risposta nella popolazione umana, a seguito della diversa sensibilità dei soggetti esposti; un Fattore di Sicurezza 100 – se l’estrapolazione dei valori è stata fatta sulla base di sperimentazioni affidabili sugli animali, non essendo disponibili o inadeguati i dati relativi all’uomo. Il valore attribuito al FS tiene conto dell’estrapolazione dei risultati dagli animali all’uomo; un Fattore di Sicurezza 1000 – se l’estrapolazione dei valori di esposizione subcronica (cioè soltanto per una breve parte, generalmente il 10% del ciclo vitale) è stata fatta sulla base di sperimentazioni sugli animali, non essendo disponibili o inadeguati i dati relativi all’uomo. Il valore attribuito al FS tiene conto delle incertezze nel procedimento di estrapolazione dei dati dall’esposizione subcronica (10% ciclo vitale) a quella cronica (intero ciclo vitale). 3.5 Cancerogenicità Per le sostanze cancerogene, a differenza di quelle semplicemente tossiche, si ritiene che non esista un valore di soglia (concentrazione) al di sotto del quale non vi sia una probabilità, anche se minima, di generare una risposta cancerogena. In pratica non esiste una dose senza rischi. Tale concetto, è peraltro, affermato anche dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il valore di tossicità viene fornito sulla base della correlazione lineare dose-risposta mediante il potenziale cancerogeno o rischio per unità di dose: SF (Cancer Slope Factor). Per le sostanze cancerogene quindi lo SF (Slope factor) è il coefficiente angolare del tratto rettilineo della relazione dose-risposta e può essere definito come il coefficiente di correlazione tra l’effetto incrementale di comparsa di nuovi casi di tumore ed esposizione (dose). Figura 2: SF (rischio per unità di dose) 13 4. PATOLOGIE CAUSATE DALL’ INALAZIONE DI BERILLIO Nella presente tesi si farà riferimento ai rischi legati alla contaminazione da berillio nella zona sud-orientale del territorio comunale di Brindisi. Il berillio e i suoi sali sono sostanze tossiche e cancerogene (A1-ACGIH) riconosciute. Il berillio e i suoi composti devono essere maneggiati con la massima cura e speciali precauzioni devono essere prese durante lo svolgimento di attività che possono produrre il rilascio di polvere di berillio (il tumore ai polmoni è un possibile risultato di una prolungata esposizione alla polvere di berillio). L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha stabilito che il berillio è una sostanza cancerogena. L'agenzia americana EPA ha stimato che un'esposizione a vita a concentrazioni maggiori di 0,04 μg/m³ di berillio può sviluppare il cancro con una possibilità su mille. L’inalazione di fumi e polveri di berillio metallico e di diversi suoi composti può provocare la comparsa di due quadri patologici ben distinti, uno acuto ed uno cronico. L’esposizione acuta, cioè l’inalazione di elevate concentrazioni di polveri o fumi, può provocare un’importante reazione infiammatoria a carico delle vie respiratorie. Nei casi più gravi si può determinare un quadro di edema polmonare chimico. La forma acuta, nei casi in cui non risulta fatale, è in genere seguita da una guarigione completa. In rari casi può fare seguito lo sviluppo della forma cronica. Alcune persone (1-15%) sviluppano una sensibilità al berillio. Questi individui possono sviluppare una reazione infiammatoria alle vie respiratorie, condizione chiamata berilliosi cronica (malattia polmonare granulomatosa causata dall'esposizione al berillio) e può manifestarsi molti anni dopo l'esposizione a livelli di berillio superiori alla norma (maggiori di 0,2 μg/m³). (Müller-Quernheim J., Gaede K.I., Fireman E. and Zissel G., settembre 2005) La berilliosi fa sentire deboli e stanchi, e può causare difficoltà nella respirazione. Può anche provocare anoressia, perdita di peso e portare, in casi avanzati, a problemi cardiaci. Alcune delle persone sensibili al berillio possono non manifestare sintomi. In generale la popolazione non rischia di contrarre la berilliosi acuta o cronica, in quanto i livelli di berillio nell'aria normalmente sono molto bassi (0,00003-0,0002 μg/m³). La berilliosi si manifesta con una continua produzione di granulomi a cellule giganti e a cellule epiteliodi, sia nel parenchima polmonare sia in numerosi altri organi. La malattia polmonare è la forma più frequente di manifestazione della patologia cronica da berillio. I sintomi si sviluppano dopo diversi mesi o vari anni dall’inizio dell’esposizione, in genere 14 entro 5 anni ma in alcuni casi anche dopo 10 anni. Le manifestazioni cliniche sono rappresentate da dispnea da sforzo ingravescente e tosse secca. (Crofton & Douglas. McGraw-Hills Italia, 1991) Screening periodici condotti su lavoratori esposti a berillio consentono di rilevare alterazioni all’Rx del torace anche in soggetti senza sintomi respiratori. Tali alterazioni radiologiche sono molto simili a quelle rilevabili nella Sarcoidosi (una malattia idiopatica multisistemica). Opacità rotondeggianti diffuse, mal definite, localizzate principalmente ai campi superiori e medi, possono essere associate ad adenopatia ilare bilaterale (ingrossamento delle linfoghiandole). Lo studio della funzionalità polmonare evidenzia: un deficit ventilatorio restrittivo (polmoni con ridotta capacità di espansione, o riduzione della superficie ventilatoria polmonare); una riduzione della DLCO (capacità di diffusione nel polmone per il monossido di carbonio, permette di misurare il passaggio dell’ossigeno dagli alveoli polmonari al sangue). (Hardy H.L., Tabershaw I.R., Ind Hyg Toxicol 1946) Contrariamente alla sarcoidosi, in caso di berilliosi non si ha adenopatia ilare in assenza dell’evidenza radiologica di interessamento polmonare ed è rara la risoluzione spontanea delle opacità polmonari. Sarcoidosi e berilliosi, invece, presentano opacità lineari, corrispondenti a tralci fibrotici, che si irradiano dall’ilo e può aversi una riduzione del volume dei campi polmonari superiori. Le alterazioni polmonari possono rimanere stabili per diversi anni ma tendono comunque a progredire. (Sprince N.L., Kazemi H., Hardy H.L., Ann NY Acad Sci 1975) Figura 3: Alterazioni polmonari causate da berilliosi acuta e cronica. 15 Il berillio può essere misurato nelle urine e nel sangue. Il livello riscontrato non è indicativo di quanto recente sia stata l'esposizione. I livelli di berillio possono essere misurati anche in campioni di pelle e polmoni. Vi è scarsa correlazione tra quantità di berillio ritrovato nelle urine o nei polmoni e gravità della berilliosi. Berillio può non essere ritrovato nelle urine di soggetti ammalati ed è distribuito irregolarmente nel tessuto polmonare e può non essere ritrovato in prelievi bioptici di tessuto polmonare. Un altro test sanguigno, il test di proliferazione dei linfociti da berillio, individua la sensibilità al berillio ed è un valore predittivo della berilliosi cronica. (Yoshida T., Shima S., Nagaoka K., Kurita H., Ootani N., Asada Y., Taniwaki H., Morita K., Agosto 1996). La malattia cronica da berillio è una patologia granulomatosa da reazione dei linfociti T1 helper al berillio inalato. I linfociti, ottenuti dal sangue o dal BAL (un'indagine endoscopica dell'albero tracheobronchiale con prelievo di campione liquido broncoalveolare) di soggetti sensibilizzati, vanno incontro a proliferazione se incubati con berillio (liymphocyte transformation test - LTT). Il test di trasformazione dei linfociti specifico per il berillio (Be LTT) è entrato nella routine diagnostica. La diagnosi differenziale tra berilliosi e sarcoidosi può essere posta solo con il Be LTT perché dotato di elevata specificità e sensibilità. (Markham T.N., Int Arch Occup Environ Health 1996) Non è ancora chiaro se i soggetti trovati sensibilizzati al berillio (Be LTT positivi) senza patologia in atto, siano a maggior rischio di sviluppare la malattia cronica da berillio. Criteri proposti per la diagnosi di berilliosi: 1. Anamnesi professionale positiva per un’esposizione significativa a berillio; 2. Positività del test Be LTT su linfociti prelevati da sangue o BAL; 3. Biopsia polmonare compatibile (granulomatosi non caseosica); 4. Diagnosi Clinica (dispnea da sforzo ingravescente, tosse secca, opacità reticolonodulari all’Rx e alla T.C. torace); 5. Deficit ventilatorio restrittivo e/o diminuzione della DLCO. Nessun caso di effetti dovuti all'ingestione di berillio è stato segnalato sugli esseri umani, poiché lo stomaco e l'intestino ne assorbono pochissimo. Il contatto del berillio con delle lesioni sulla pelle può provocare eruzioni o ulcerazioni. Non esistono studi degli effetti dell'esposizione al berillio sulla salute dei bambini. È probabile che questi siano simili a quelli riscontrati negli adulti ma non si sa se i bambini abbiano una sensibilità differente. Non si sa inoltre se l'esposizione al berillio possa provocare difetti alla nascita o in altre fasi dello sviluppo. 16 OBIETTIVI Il berillio viene classificato come metallo pesante; i metalli pesanti si accumulano nell’organismo determinando effetti nocivi a breve e lungo termine, possono causare danni ai reni, al sistema nervoso e al sistema immunitario, e in certi casi avere effetti cancerogeni. L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha stabilito che il berillio è una sostanza cancerogena; l'agenzia americana EPA ha stimato che un'esposizione a vita a concentrazioni maggiori di 0,04 μg/m³ di berillio può sviluppare il cancro ai polmoni. L’inalazione di fumi e polveri di berillio metallico e dei diversi suoi composti può provocare la comparsa di due quadri patologici ben distinti, uno acuto (reazioni infiammatorie a carico delle vie respiratorie) ed uno cronico (berilliosi). Nessun caso di effetti dovuti all'ingestione di berillio è stato segnalato sugli esseri umani, poiché lo stomaco e l'intestino ne assorbono pochissimo. Il contatto del berillio con delle lesioni sulla pelle può provocare eruzioni o ulcerazioni. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare il rischio sanitario associato all’esposizione professionale a suoli contaminati da berillio, localizzati in prossimità della centrale termoelettrica di Cerano. In particolare è stato valutato il rischio cronico non cancerogeno e quello cancerogeno. Il rischio sanitario risulta rilevante poiché i lavoratori potrebbero essere esposti al berillio per inalazione di polveri o vapori (SOx, NOx, CO emessi dai camini), contatto dermico ed ingestione di suolo. 17 METODOLOGIE Il presente lavoro di tesi fa riferimento alla procedura RBCA (Risk-Based Corrective Action). Tale procedura è di derivazione ASTM (American Society for Testing and Materials) ed è stata pubblicata nel 1995 con il riferimento E1739-95 per guidare gli interventi di risanamento sui siti contaminati da idrocarburi. La procedura RBCA fa riferimento ad un approccio basato su tre livelli di valutazione. In particolare, in questo studio è stata effettuata una valutazione del rischio di secondo livello. Tale livello di analisi fa riferimento a condizioni sito-specifiche ed è quindi una valutazione di maggiore dettaglio. Prevede l’utilizzo di modelli analitici per la stima della concentrazione al punto di esposizione considerando un mezzo omogeneo e isotropo. Applicando tale livello di analisi (“tier 2”) si derivano i Site Specific Target Levels (SSTL), valori di concentrazione nelle matrici ambientali suolo insaturo e saturo che possono essere considerati quali obiettivi di bonifica. La posizione del punto di esposizione è quella effettiva o potenziale (bersagli “on site” e “off site”). Secondo tale approccio, la caratterizzazione finale del rischio igienico-sanitario derivante da fonti di inquinamento ambientale ha come presupposti principali: l’avvenuta definizione del livello di contaminazione delle matrici ambientali destinate a venire a contatto con le persone, determinato attraverso opportune misurazioni o stime; la conoscenza della relazione esposizione o dose – risposta per gli inquinanti considerati; la disponibilità di informazioni adeguate relative all’utilizzo del territorio nei punti di presenza della contaminazione delle matrici ambientali di cui sopra. L’approccio tossicologico prevede che per ogni sostanza presa in considerazione venga calcolata, sulla base dei dati di esposizione e sulla base delle conoscenze relative alla tipologia di popolazione esposta e alla durata presumibile dell’esposizione, l’esposizione media giornaliera. In seguito alla determinazione dell’esposizione possono essere determinati il rischio di tossicità cronica e il rischio di cancerogenicità. Il processo per la valutazione del rischio igienico sanitario per i suoli agricoli adiacenti alla centrale elettrica di Cerano è stato suddiviso in 4 fasi: 1. raccolta dei dati inerenti al sito e valutazione preliminare di pericolosità (hazard identification); 18 2. valutazione della tossicità delle sostanze chimiche significativamente rilevanti presenti nell’area e studio della relazione dose-risposta; 3. valutazione dell’esposizione della popolazione bersaglio; 4. caratterizzazione del rischio e degli obiettivi di bonifica sito-specifici. 1. RACCOLTA DATI E VALUTAZIONE PRELIMINARE Sono stati raccolti e analizzati tutti i dati sul sito necessari alla valutazione della salute umana; in particolare, sono state raccolte informazioni relative a: descrizione dell’area di studio (Carta geologica d’Italia F 204 “Lecce”) uso del suolo (Carta geologica d’Italia F 204 “Lecce”) produzione agricola (Sviluppo Italia) contaminanti (Sviluppo Italia) 2. VALUTAZIONE DELLA TOSSICITÁ Gli effetti della tossicità si misurano attraverso l’osservazione della risposta degli organismi esposti all’azione della sostanza tossica. In base al tempo di risposta, la tossicità si può dividere in: acuta quando le risposte degli organismi esposti si manifestano in tempi brevi; cronica quando le risposte sono evidenti dopo settimane o mesi. Gli effetti cronici possono essere non cancerogeni o cancerogeni. Nel primo caso può essere individuata una dose “soglia” al di sotto della quale non viene registrato nessun effetto anche per esposizioni di lunga durata. Per determinare la tossicità cronica si fa riferimento alle RfD relative all’ingestione e all’inalazione del berillio, che sono state desunte dalla Banca dati ISS/ISPESL “proprietà tossicologiche dei contaminanti”. (http://www.iss.it/binary/suol/cont/banca_dati__agg18ott07-PT.1205409026.pdf) Per le sostanze cancerogene, a differenza di quelle semplicemente tossiche, si ritiene che non esista un valore di soglia (concentrazione) al di sotto del quale non vi siano effetti. Si ritiene, cioè, che non esista un livello di esposizione alla sostanza che non ponga una probabilità anche se minima, di generare una risposta cancerogena. In pratica non esiste una dose senza rischi. Tale concetto, è peraltro, affermato anche dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per determinare il rischio di cancerogenicità, invece, si fa riferimento ai valori di SF per il berillio, sia relativi all’ingestione che all’inalazione, 19 acquisiti dalla Banca dati ISS/ISPESL “proprietà tossicologiche dei contaminanti”. (http://www.iss.it/binary/suol/cont/banca_dati__agg18ott07-PT.1205409026.pdf) 3. VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE È stata condotta allo scopo di stimare: la rilevanza dell’esposizione corrente e/o potenziale della popolazione ai contaminanti chimici identificati; l’entità di tale esposizione; le modalità attraverso le quali le persone sono potenzialmente esposte. Tali valutazioni permettono di determinare se esista una minaccia per la salute in base alle condizioni di esposizione esistenti nel sito. Per valutare l’esposizione è necessario: identificare le potenziali vie di esposizione; stimare le concentrazioni di esposizione per le diverse vie di esposizione; stimare l’assunzione del contaminante per le diverse vie di esposizione. 3.1 Potenziali vie di esposizione L’area studiata è da tempo oggetto di interesse da parte di cittadini, consumatori, associazioni e autorità amministrative e di controllo per il potenziale pericolo tossico legato principalmente alla produzione di prodotti alimentari di origine vegetale. I contaminanti tossici eventualmente presenti nel suolo, qualora fossero biodisponibili per le piante, potrebbero essere assorbiti dall’apparato radicale e subire fenomeni di concentrazione lungo la catena alimentare con evidente rischio per la salute dei consumatori. Per tale motivo nell’area oggetto di studio il Sindaco di Brindisi, con un ordinanza emessa in data 28 Giugno 2007 (Comune di Brindisi, 2007), ha fatto assoluto divieto, in via cautelativa, a tutti i conduttori di aree agricole situate del sito industriale e, in particolare, nei pressi del nastro trasportatore di carbone, di coltivare l’area detenuta in possesso a qualsiasi titolo e ha ordinato di provvedere alla distruzione delle colture erbacee e delle produzioni di impianti arborei. L’analisi dei rischi attesta la possibilità di coltivazione nell’area di colture no-food, cioè coltivazioni energetiche e piantumazione di alberi (ad esempio Eucaliptus) che in parte potranno essere venduti come piante ornamentali. L’esposizione a contaminati tossici è legata, pertanto, principalmente all’attività professionale di produzione di colture e di eventuale messa in sicurezza dei siti contaminati. Possono essere ipotizzate le seguenti vie di esposizione: 1. contatto dermico con il suolo; 20 2. inalazione di particelle di terreno risospese (polveri) outdoor; 3. ingestione accidentale di suolo. 3.2 Acquisizione dei dati relativi alle concentrazioni di esposizione L’applicazione di un livello 2 di analisi di rischio richiede l’individuazione di un unico valore di concentrazione rappresentativa in relazione ad ogni sorgente secondaria di contaminazione (suolo superficiale, suolo profondo e falda). Tale valore rappresenta un input primario per l’analisi di rischio, e va determinato sulla base di criteri legati ad assunzioni che variano più o meno sensibilmente a seconda del grado di approssimazione richiesto, del numero e del tipo di rilevamenti disponibili, della loro rappresentatività. Il punto di criticità principale in questo tipo di analisi riguarda la scelta dei campioni e l’utilizzazione di algoritmi tali da arrivare a valori che risultino rappresentativi e scientificamente attendibili. Per quanto attiene questa fase, si è fatto riferimento non solo ai risultati delle caratterizzazioni, ma anche all’interpretazione critica del loro significato: infatti, l’identificazione del rischio è finalizzata a determinare la possibilità, per un determinato elemento oggetto della valutazione, di causare un effetto avverso. Non è pertanto sufficiente determinare la presenza di una sostanza chimica, ma è necessario quantificare la dose e definire concretamente la possibilità che entri in contatto con l’essere umano, che sia assorbita e sia in grado di esplicare la sua azione sui tessuti biologici. Sono state identificate preliminarmente (hazard identification) le sostanze chimiche presenti nel sito pericolose e/o rilevanti per la valutazione di impatto sanitario attraverso i dati riguardanti le operazioni di caratterizzazione delle aree agricole; le risultanze sono state sottoposte ad una valutazione critica e considerazioni circa la significatività dei risultati nel contesto specifico. 3.2.1 Suolo Per quanto riguarda il suolo sono stati presi in considerazione i dati relativi al “Piano di caratterizzazione ambientale delle aree pubbliche della zona agricola del sito Nazionale di Brindisi – I stralcio: area ad alto rischio di contaminazione potenziale”. La caratterizzazione della matrice suolo/sottosuolo è avvenuta attraverso la realizzazione di n. 243 sondaggi a carotaggio continuo, disposti secondo una maglia 100 x 100 m. Si è fatto riferimento ai risultati delle indagini chimiche effettuate sui campioni “top soil” (0-0,4 m) oppure, in mancanza di questi, ai campioni relativi alla I frazione di terreno (0-1 m) raccolti tra ottobre 2005 e gennaio 2006. 21 3.2.2 Elaborazione statistica dei dati Per la determinazione della concentrazione rappresentativa alla sorgente (CRS) sulla base di quanto indicato in “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati” (APAT; 2008) sono stati adottati i seguenti criteri statistici: 1. per data-set con un numero di dati a disposizione inferiore a 10, non essendo possibile effettuare alcuna stima statistica attendibile e in accordo con il principio di massima conservatività, si è posto la concentrazione rappresentativa alla sorgente coincidente con il valore di concentrazione massimo analiticamente determinato (CRS = CMAX); 2. identificazione ed eliminazione degli outliers (veri outliers) dal dataset attraverso l’applicazione del test più opportuno mediante il programma ProUCL ver. 4.00.02 secondo i seguenti criteri: < 25 campioni: Extreme value test; < 50 campioni: discordance test; > 25 campioni: Rosner’s test; 3. seguendo il principio di cautela, i Non-Detected sono stati posti pari al corrispondente Detection Limit (ND = DL); 4. individuazione della distribuzione di probabilità che approssimi meglio l’insieme dei dati disponibili mediante il software ProUCL ver. 4.00.02; 5. dopo aver individuato il criterio di calcolo più appropriato in relazione al tipo di distribuzione selezionata come maggiormente rappresentativa del dataset in esame è stato determinato il valore di Upper Confidence Limit (UCL) (mediante il software ProUCL ver. 4.00.02) che rappresenta il valore che, con un maggior grado di attendibilità, permette di stimare la concentrazione rappresentativa alla sorgente: CRS = UCL. 3.3 Stima dell’esposizione L’ “Intake” rappresenta la stima quantitativa dell’esposizione espressa in termini di massa di contaminante in contatto con l’organismo per unità di peso corporeo e per giorno (mg/Kg-giorno). Ciò implica il passaggio del contaminante attraverso la barriera corporea; 22 tale passaggio può avvenire attraverso diversi percorsi di esposizione: per contatto dermico, per inalazione di aria contaminata o per ingestione di alimenti contaminati. L’esposizione E [mg (kg d)¯¹] è data dal prodotto tra la concentrazione del contaminante in una matrice ambientale (suolo superficiale, aria outdoor, ecc.), calcolata in corrispondenza del punto di esposizione Cpoe e la portata effettiva di esposizione EM definita come la quantità giornaliera di matrice contaminata, alla quale il recettore risulta esposto, per unita di peso corporeo: E = Cpoe x EM L’equazione generica per il calcolo della portata effettiva di esposizione EM [mg/kg/giorno] è la seguente: Dove: CR è il tasso di contatto con il mezzo contaminato; con il simbolo AT si indica il tempo medio di esposizione di un individuo ad una data sostanza. Per le sostanze cancerogene l’esposizione è calcolata sulla durata media della vita (AT = 70 anni), mentre per quelle non cancerogene è mediata sull’effettivo periodo di esposizione (AT = ED). Ne consegue che il rischio per sostanze cancerogene è relativo a tutto l’arco della vita. Nel seguito si riportano le espressioni utilizzate per il calcolo della portata effettiva di esposizione EM in corrispondenza ad ogni modalità di esposizione considerata. Per la valutazione dell’effetto tossico la dose giornaliera assunta (E) viene definita Average Daily Dose (ADD), mentre per la valutazione degli effetti cancerogeni viene definita Lifetime Average Daily Dose (LADD). 3.3.1 Contatto dermico 23 Così come riportato nel documento “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati” (Rev.2, marzo 2008), redatti da APAT, ARPA, ISS, ISPESL, relativamente all’esposizione per contatto dermico si è considerato un lavoratore avente una superficie di pelle esposta pari a 3300 cm2, un peso corporeo di 70 Kg, una frequenza di 250 giorni/anno, una durata di esposizione di 25 anni, una vita media di 70 anni. Si è posto inoltre il fattore di aderenza dermica del suolo pari a 0,2 mg/(cm 2 giorno) ed il fattore di assorbimento dermico è stato desunto per ogni sostanza dalla Banca dati ISS/ISPESL “proprietà tossicologiche dei contaminanti”. Al fine di valutare l’effetto tossico non cancerogeno e l’effetto cancerogeno per questa via di esposizione sono stati determinati rispettivamente i valori di ADD e LADD: SA x ABS x AF x EF x ED x 10-6Kg/mg ADD/LADD = Cpoe x BW x AT x 365 giorni/anno Dove: Cpoe = concentrazione del contaminante nel suolo corrispondente alla CSR (mg/Kg) SA = superficie di pelle esposta (3300 cm2) ABS = fattore di assorbimento dermico (adim) AF = fattore di aderenza dermica del suolo [0,2 mg/(cm2 giorno)] EF = frequenza di esposizione (250 giorno/anno) ED = durata di esposizione (25 anni) BW = peso corporeo (70 Kg) AT = tempo medio di esposizione (25 anni per il calcolo di ADD; 70 anni per il calcolo di LADD). 3.3.2 Inalazione di polvere outdoor Come sopra detto è stata effettuata anche la valutazione del rischio per inalazione outdoor di metalli pesanti attraverso le particelle di terreno risospese. Anche in questo caso si è fatto riferimento al documento “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati” (Rev.2, marzo 2008), redatti da APAT, ARPA, ISS, ISPESL. Si è considerato, pertanto, un lavoratore avente un peso corporeo di 70 Kg, una frequenza di 250 giorni/anno, una durata di esposizione di 25 anni, una vita media di 70 anni. 24 L’inalazione outdoor è stato posto pari a 2.5 m3/ora mentre la frequenza giornaliera di esposizione outdoor è di 8 ore/giorno e la frazione di particelle di suolo nella polvere è 1. Anche in questo caso, al fine di valutare l’effetto tossico non cancerogeno e l’effetto cancerogeno per questa via di esposizione sono stati determinati rispettivamente i valori di ADD e LADD: Bo x EFgo x EF x ED x 10-6Kg/mg ADD/LADD = Cpoe x BW x AT x 365 giorni/anno Dove: Cpoe = concentrazione del contaminante nell’aria (mg/m3) Bo = inalazione outdoor (2,5 m3/ora) EFgo = frequenza giornaliera di esposizione outdoor (8 ore/giorno) EF = frequenza di esposizione (250 giorni/anno) ED = durata di esposizione (25 anni) BW = peso corporeo (70 Kg) AT = tempo medio di esposizione (25 anni per il calcolo di ADD; 70 anni per il calcolo di LADD) La concentrazione di input utilizzata di ciascun contaminante (Cpoe) è stata ricavata considerando la concentrazione nel suolo e il fattore di emissione di particolato secondo la formula: Cpoe = Css x PEF dove Css = concentrazione di contaminante nel suolo (mg/kg) PEF = fattore di emissione di particolato outdoor. Per il calcolo del fattore PEF, ai sensi dei “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati” (APAT, 2008), si deve fare riferimento a studi sito-specifici. Uno dei criteri di calcolo (documento Concawe n. 2/97) fa riferimento alla determinazione di PM10 nel sito di riferimento secondo la formula: PEF = PM10 x 10-6 Dove PM10 = livello totale di polveri respirabili (mg/m3). In questo caso si è fatto riferimento ad uno studio condotto nel periodo novembredicembre 2003 da Perrone et al. nell’area oggetto di studio. Seguendo il principio della 25 precauzione, il valore di PM10 da applicare al calcolo del rischio è stato quello massimo ottenuto da 5 misurazioni condotte nell’arco di un mese, pari a 0,042 mg/m3. 3.3.3 Ingestione di suolo IR x FI x EF x ED x 10-6Kg/mg ADD/LADD = Cpoe x BW x AT x 365 giorni/anno Cpoe = valore di concentrazione di metallo pesante nel suolo (mg/g) IR = tasso di ingestione di suolo (50 mg/giorno) FI = frazione di suolo ingerita (1) EF = frequenza di esposizione (250 giorno/anno) ED = durata di esposizione (25 anni) BW = peso corporeo (Kg) AT = tempo medio di esposizione (25 anni per il calcolo di ADD; 70 anni per il calcolo di LADD) 3.4 CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO La procedura di analisi assoluta di rischio può avere un duplice obiettivo finale: stimare quantitativamente il rischio per la salute umana connesso ad uno specifico sito (in termini di valutazione delle conseguenze legate alla sua situazione di inquinamento); individuare dei valori di concentrazione accettabili nelle matrici ambientali vincolati alle condizioni specifiche del singolo sito che costituiscono gli obiettivi di bonifica sito specifici (Concentrazioni Soglia di Rischio, CSR). I due risultati derivano dalla applicazione della procedura secondo due distinte modalità. 1. La modalità diretta (forward mode) permette il calcolo del rischio associato al recettore esposto, derivante da una sorgente di contaminazione di concentrazione nota. In particolare, nota la concentrazione rappresentativa della sorgente, si stima l’esposizione da parte del recettore, tenendo conto dell’attenuazione dovuta ai fattori di trasporto; si considera la tossicità delle sostanze mediante i parametri RfD (Reference Dose) e SF (Slope Factor); infine si calcola il rischio. 2. La modalità inversa (backward mode) permette il calcolo della massima concentrazione ammissibile in sorgente compatibile con il livello di rischio ritenuto accettabile per il recettore esposto. Tale concentrazione rappresenta, nel Livello 2 26 di applicazione dell’analisi di rischio, l’obiettivo di bonifica specifico per il sito in esame. In particolare, stabilita la soglia di rischio tollerabile e utilizzando le formule inverse della procedura diretta, si ottiene una concentrazione accettabile nel punto di esposizione ed infine, per mezzo dei fattori di trasporto, si arriva a stimare la concentrazione accettabile in sorgente. Sono stati, pertanto, riassunti e combinati gli esiti della valutazione dell’esposizione e la valutazione della tossicità per definire il rischio potenziale, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. In questa fase della valutazione del rischio sanitario il fattore “esposizione” è stato correlato con i dati tossicologici al fine di stimare quantitativamente il rischio stesso, secondo una procedura standardizzata a livello nazionale e internazionale. Il rischio è stato espresso, quindi, come: R=ExT E = esposizione al berillio per ingestione di alimenti di origine vegetale T = tossicità del berillio. 3.4.1 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico La stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico non cancerogeno è stata effettuata come segue: HQ = ADD/ RfD Dove: HQ = Hazard Quotient è un indice di pericolo che esprime di quanto l’esposizione (ADD) supera la dose di riferimento (RfD). ADD = dose media giornaliera assunta calcolata per la valutazione dell’effetto tossico (non cancerogeno), mediata sull’effettivo periodo di esposizione. RfD = Reference Dose, stima dell’esposizione media giornaliera che non produce effetti avversi apprezzabili sull’organismo umano durante il corso della vita. Il valore utilizzato per la RfD del berillio corrisponde a quello riportato nella Banca Dati ISS/ISPESL – ottobre 2007. 3.4.2 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto cancerogeno La stima quantitativa del rischio cancerogeno è stata effettuata come segue: R = LADD x SF Dove: 27 R = rischio cancerogeno, definito come la probabilità di casi incrementali di tumore nel corso della vita causati dall’esposizione al berillio rispetto alle condizioni di vita usuali. LADD = dose media giornaliera assunta calcolata per la valutazione del rischio cancerogeno mediata sulla vita media (70 anni). SF = Slope Factor, parametro di tossicità che indica la probabilità di casi incrementali di tumore nella vita per unità di dose. Il valore utilizzato per lo SF del berillio corrisponde a quello riportato nella Banca Dati ISS/ISPESL – ottobre 2007. 3.4.3 Criteri di tollerabilità del rischio Riguardo gli effetti cancerogeni sulla salute umana, nell’ambito della procedura di analisi assoluta di rischio, e necessario definire un criterio di tollerabilità del rischio, ossia un valore soglia di rischio al di sotto del quale si ritiene tollerabile la probabilità incrementale di effetti cancerogeni sull’uomo. Tale valore di rischio tollerabile: nel caso di applicazione del metodo forward, viene utilizzato, a valle di tutta la procedura, come termine da porre a confronto con il valore di rischio calcolato (R); nel caso di applicazione del metodo backward, viene utilizzato, a monte di tutta la procedura, per derivare da esso i corrispondenti valori degli obiettivi di bonifica sito specifici o Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR). In generale, porre il rischio per la per la salute umana pari a 10-6 significa che il rischio incrementale di contrarre il tumore è per 1 individuo su 1.000.000. Se il rischio per la salute umana è uguale o inferiore alla soglia di 10-6 lo stesso viene considerato “accettabile” (Asante-Duah, 1993). Inoltre è stato posto a 10-5 il valore di rischio cancerogeno incrementale tollerabile per la sommatoria di più sostanze (rischio cumulativo). Per il rischio derivante da sostanze non cancerogene il valore di riferimento è 1. La valutazione degli effetti tossici non cancerogeni sulla saluta umana, nell’ambito della procedura di analisi assoluta di rischio, prevede il calcolo dell’Indice di Pericolo individuale (HQ) e cumulativo (HQTOT) definito come rapporto tra la quantità giornaliera di contaminate effettivamente assunta (per via orale, inalatoria o dermica) dal recettore e una dose di riferimento (RfD – Reference Dose) che rappresenta la dose quotidiana accettabile o tollerabile (ADI o TDI - Acceptable o Tolerable Daily Intake). 28 L’Indice di Pericolo rappresenta quindi un indicatore che esprime di quanto l’esposizione reale alla sostanza supera la dose tollerabile o di riferimento (TDI o RfD). Quindi, il criterio di accettabilità riferito a specie chimiche contaminanti che comportano effetti tossici sulla salute umana, si traduce nell’imporre il non superamento della dose di contaminante effettivamente assunta rispetto alla TDI o RfD, da cui ne consegue che sia nel caso di Indice di Pericolo individuale (HQ) che cumulativo (HQTOT) gli stessi debbono essere inferiori all’unità. 3.5 CALCOLO DELLA CONCENTRAZIONE SOGLIA DI RISCHIO L’applicazione della procedura di analisi assoluta di rischio secondo la modalità inversa (backward mode) permette il calcolo per ogni specie chimica contaminate degli obiettivi di bonifica sito-specifici per ciascuna sorgente di contaminazione, ossia del valore di concentrazione massimo ammissibile, in corrispondenza ad ogni sorgente secondaria di contaminazione (Concentrazione Soglia di Rischio, CSR), compatibile con il livello di rischio ritenuto tollerabile per il recettore esposto. Il calcolo della Concentrazione Soglia di Rischio (CSR) viene svolto mediante l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio in modalità inversa, utilizzando le stesse equazioni applicate per il calcolo del rischio. La CSR viene calcolata in funzione della sorgente di contaminazione e del bersaglio considerato. Per le sostanze cancerogene: Contatto dermico suolo Inalazione polveri outdoor Ingestione suolo Per le sostanze non cancerogene: Contatto dermico suolo Inalazione polveri outdoor 29 Ingestione suolo RISULTATI 1. RACCOLTA DATI E VALUTAZIONE PRELIMINARE 1.1 Descrizione dell’area oggetto di studio L’area oggetto di studio è posizionata nella zona sud orientale del territorio comunale di Brindisi e rientra nella perimetrazione dei siti potenzialmente inquinati, eseguita dal Ministero dell’Ambiente, ai sensi dell’art. 1, comma 4 Legge 426/98, con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 10/01/2000. In particolare, essa si estende complessivamente per 3543 ettari, ricade nel settore meridionale del Sito di interesse Nazionale di Brindisi, nella zona con destinazione d’uso agricola ed è delimitata a Nord dall’area a sviluppo industriale e dal polo petrolchimico, ad ovest ed a sud dal limite del SIN, ad est dalla linea di costa e dall’area delle zone umide del Parco Regionale Fiume Grande-Saline Punta della Contessa. Nel perimetro di tale settore sono state individuate, sulla base dell’analisi delle attività attuali e pregresse, tre aree omogenee per i livelli di contaminazione presunta (Figura 2). Queste tre aree omogenee, contraddistinte come aree ad alto, medio e basso rischio di contaminazione, corrispondono rispettivamente ad una fascia di 500 m circostante la centrale ENEL di Cerano e l’asse attrezzato per la movimentazione delle sostanze combustibili, una fascia di 500 m circostante lateralmente la SS 613, una fascia interna su cui insistono attività agricole o ad essa assimilabili. 30 Figura 4: Descrizione grafica del modello concettuale relativo al Piano di caratterizzazione delle aree agricole. 1.2 Uso del suolo L’area oggetto di studio presenta le caratteristiche di un paesaggio agrario con terreni adibiti ad attività agricole e fabbricati abitativi e rurali legati a tale attività. L’attività agricola predominante all’interno dell’area esaminata è la coltivazione di erbacee annuali (cereali e coltivazioni orticole) e poliannuali (con particolare rilevanza per i carciofeti e in minor misura coltivazioni foraggere), anche se non mancano appezzamenti coltivati con colture arboree (olivo e vite). 31 Figura 5: Carta d’uso del suolo Le indagini relative all’area oggetto di studio hanno rilevato la presenza di metalli pesanti direttamente collegati all’attività della centrale termoelettrica Federico II. Questi contaminanti tossici eventualmente presenti nel suolo, qualora fossero biodisponibili per le piante, potrebbero essere assorbiti dall’apparato radicale e subire fenomeni di concentrazione lungo la catena alimentare con evidente rischio per la salute dei consumatori. 1.3 Sostanze chimiche presenti nel sito pericolose e/o rilevanti La definizione del potenziale pericolo legato alla presenza di contaminanti nella matrice ambientale suolo/sottosuolo nell’area oggetto di studio è avvenuta prendendo in considerazione i dati analitici relativi ai campioni di terreno prelevati e analizzati nel corso del Piano di caratterizzazione e come riferimento i valori di concentrazione limite accettabile per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale riportati nella colonna A della Tabella 1 del D. M. 471/99. Le indagini hanno riguardato la ricerca del berillio e si è rilevato che 242 campioni su 688 risultano contaminati dal suddetto metallo pesante. 2. VALUTAZIONE DELLA TOSSICITÁ 2.1 Relazione dose – risposta Principali parametri applicati per il calcolo del rischio: 32 Be RfD ing RfD inal Fattore di assorb. Slope factor ing. Slope factor inal. 2,00 x 10-3 5,70 x 10-6 0,01 4,30 8,40 [Banca dati “proprietà tossicologiche dei contaminanti” (ISS/ISPESL, 2007)] 3. VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE 3.1 Suolo: monitoraggio Nella tabella successiva sono elencati i dati relativi al Berillio (Be) riportati nel “Piano di caratterizzazione delle aree pubbliche della zona agricola del Sito Nazionale di Brindisi” (Sviluppo Italia, 2006) e relativi alla strato superficiale del sondaggio (top-soil – t.s., o 0-1 m). ID sondaggio Profondità sondaggio Be (ppm) s01 s02 s03 s04 s05 s06 s07 s08 s09 s10 s11 s12 s13 ARPA s14 s15 s16 s17 s18 s19 s20 s21 s22 s23 s24 ARPA s25 s26 s27 s28 s29 s30 s31 s32 s33 ARPA s34 s35 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 2,890 2,690 1,510 1,690 0,324 1,550 1,480 0,540 1,530 0,500 0,733 1,040 0,409 2,880 0,900 1,780 1,630 0,915 1,950 2,380 0,449 1,750 0,955 2,530 1,950 2,790 2,390 0,800 0,331 0,984 1,450 2,910 2,960 1,820 1,580 33 ID sondaggio Profondità sondaggio Be (ppm) s36 s37 s38 s39 s40 s41 s42 s43 s44 s45 s46 s47 s48 s49 s50 ARPA s51 s52 s53 s54 ARPA s55 s56 s57 s58 s59 s60 ARPA s61 s62 s63 s64 ARPA s65 s66 s67 s68 s69 s70 s71 ARPA s72 s73 s74 s75 s76 s77 s78 s79 s80 s81 ARPA s82 s83 s84 s85 s86 s87 s88 s89 s90 s91 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 1,420 2,180 2,580 2,690 3,200 1,980 1,590 1,070 4,710 3,050 3,120 3,600 2,770 2,640 1,840 2,530 3,150 3,110 3,050 2,630 2,140 2,070 1,890 2,290 3,590 2,550 2,350 3,090 2,450 3,390 3,150 3,890 3,280 3,010 3,630 3,300 2,870 3,040 3,280 3,020 3,760 3,480 4,500 4,330 3,020 7,110 1,660 2,340 3,180 3,120 3,510 3,470 3,420 4,180 3,020 3,030 34 ID sondaggio Profondità sondaggio Be (ppm) s92 s93 s94 s95 s96 s97 s98 ARPA s99 s100 s101 s102 s103 s104 s105 s106 s107 s108 s109 s110 s111 s112 s113 s114 s115 s116 s117 s118 s119 s120 s121 s122 s123 s124 s125 s126 s127 s128 s129 s130 s131 s132 s133 s134 s135 s136 s137 s138 s139 s140 s141 s142 s143 s144 s145 s146 s147 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 3,190 2,430 1,950 2,090 1,870 1,790 1,730 2,520 3,150 3,870 2,440 2,790 2,500 2,810 1,360 1,040 0,964 1,930 1,920 1,460 2,260 2,510 3,090 2,610 2,040 0,812 2,360 4,130 3,760 2,470 2,070 3,650 2,560 3,100 1,220 2,980 2,100 3,390 1,330 0,375 1,400 2,500 3,270 4,140 3,430 0,955 1,370 0,970 3,520 2,470 1,830 2,160 1,800 2,380 3,020 2,780 35 ID sondaggio Profondità sondaggio Be (ppm) s148 s149 s150 s151 s152 s153 s154 s155 s156 s157 s158 s159 s160 s161 s162 s163 s164 s165 s166 s167 s168 s169 s170 s171 s172 s173 s174 s175 s176 s177 s178 s179 s180 s181 s182 s183 s184 s185 s186 s187 s188 s189 s190 s191 s192 s193 s194 s195 s196 s197 s198 s199 s200 s201 s202 s203 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. t.s. 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 0-1 t.s. 0-1 0-1 2,130 2,100 1,900 3,310 2,680 2,680 2,460 5,680 2,160 1,550 4,320 2,270 3,410 1,380 2,400 1,420 1,080 0,859 3,110 1,450 3,590 3,120 1,910 1,720 1,020 2,420 2,660 0,663 1,890 3,270 0,846 1,140 1,420 3,900 0,985 0,410 0,981 4,400 1,320 3,580 2,420 1,690 6,010 3,380 2,240 3,130 1,130 3,670 1,770 2,370 2,520 1,880 4,320 0,562 2,050 2,150 36 ID sondaggio Profondità sondaggio Be (ppm) s204 0-1 2,680 s205 0-1 2,040 s206 0-1 1,290 s207 t.s. 1,890 s208 0-1 3,050 s209 t.s. 0,631 s210 0-1 1,560 s211 t.s. 2,570 s212 0-1 0,559 s213 0-1 2,200 s214 0-1 1,920 s215 0-1 2,070 s216 0-1 2,000 s217 0-1 1,370 s218 0-1 2,270 s219 0-1 1,540 s220 0-1 1,110 s221 0-1 2,410 s222 t.s. 0,728 s223 0-1 1,860 s224 0-1 0,424 s225 0-1 0,355 s226 0-1 1,570 s227 0-1 1,970 s228 0-1 1,120 s229 0-1 1,600 s230 0-1 1,700 s231 0-1 0,598 s232 t.s. 1,560 s233 0-1 1,950 s234 0-1 1,660 s235 0-1 0,709 s236 0-1 1,670 s237 0-1 0,904 s238 0-1 0,395 s239 t.s. 1,910 s240 0-1 2,170 s241 0-1 1,430 s242 0-1 1,240 s243 0-1 2,810 Tabella 4: Dati relativi al Berillio (Be) riportati nel “Piano di caratterizzazione delle aree pubbliche della zona agricola del Sito Nazionale di Brindisi” (Sviluppo Italia, 2006) 3.2 Outliers Parametro Punto di campionamento Valore (ppm) Be s81 7,110 [software ProUCL ver. 4.00.02] 3.3 Summary statistics 37 Be 242 0,324 6,01 2,236 2,165 1,07 1,034 0,376 0,222 0,463 N° campioni Minimo (ppm) Massimo (ppm) Media (ppm) Mediana (ppm) Varianza SD Skewness Kurtosis CV [software ProUCL ver. 4.00.02] 3.4 UCL Parametro Distribuzione dei dati (95% S.L.) Metodo di calcolo Valore UCL (ppm) Be Normale 95% Student’s-t UCL 2,346 [software ProUCL ver. 4.00.02] 4. STIMA DELL’ESPOSIZIONE (ADD/LADD) 4.1 Assorbimento dermico suolo Contaminante ADD (mg/kg giorno) LADD (mg/kg giorno) Be 1,52E-07 5,41E-08 Contaminante ADD (mg/kg giorno) LADD (mg/kg giorno) Be 1,93E-08 6,89E-09 4.2 Inalazione polveri outdoor 4.3 Ingestione suolo Contaminante ADD (mg/kg giorno) LADD (mg/kg giorno) Be 1,15E-06 4,10E-07 5. CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO 5.1 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico (HI) La stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico non cancerogeno evidenzia valori in nessun caso superiori al limite di accettabilità pari a 1 [adim]. Be 38 Contatto dermico suolo 0,0001 Inalazione polvere outdoor 0,003 Ingestione suolo 0,004 Tabella 5: Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto tossico non cancerogeno relativo al berillio HI Berillio 4,00E-03 3,50E-03 3,00E-03 2,50E-03 2,00E-03 1,50E-03 1,00E-03 5,00E-04 0,00E+00 Ingestione di suolo contatto dermico Inalazione di polveri outdoor Figura 6: Rappresentazione grafica del rischio inerente l’effetto tossico relativo al berillio 5.2 Stima quantitativa del rischio inerente l’effetto cancerogeno (R) Dall’analisi dei dati emerge che la concentrazione di berillio nel suolo risulta produrre effetti cancerogeni non accettabili per ingestione (cancro all’apparato digerente). Be Contatto dermico suolo 2,33 x 10-7 Inalazione polvere outdoor 2,05 x 10-6 Ingestione suolo 1,76 x 10-6 Tabella 6: Dati relativi alla concentrazione di berillio nel suolo 39 R Berillio 3,00E-06 2,50E-06 2,00E-06 1,50E-06 1,00E-06 5,00E-07 0,00E+00 Ingestione di suolo contatto dermico Inalazione di polveri outdoor Figura 7: Rappresentazione grafica del rischio inerente l’effetto cancerogeno relativo al berillio 6. CALCOLO DELLA CONCENTRAZIONE SOGLIA DI RISCHIO (CSR) 6.1 Concentrazione soglia di rischio tossico non cancerogeno (ppm) Be (ppm) Ingestione suolo 408,8 Inalazione polvere outdoor 69,35 Contatto dermico 3097 6.2 Concentrazione soglia di rischio cancerogeno (ppm) Be (ppm) Ingestione suolo 1,331 Inalazione polvere outdoor 40,56 Contatto dermico 10,08 6.3 Concentrazione soglia di rischio assoluto (ppm) CSR (ppm) Berillio 1,331 6.4 Superamento delle CSR 40 Dall’analisi dei dati emerge che il berillio supera il valore della concentrazione soglia di rischio. Su 242 siti contaminati da berillio 195 presentano valori superiori alle CSR (80,7% dei campioni esaminati). E’ da sottolineare che nei siti S44, S64ARPA ed S129 si è avuto il superamento delle CSR per il Berillio. Be Totale determinazioni (n) 243 Superamento della CSR (n) 196 Superamento della CSR (%) 80,7 Tabella 7: superamento delle CSR nel suolo ID sondaggio Be (ppm) s01 s02 s03 s04 s05 s06 s07 s08 s09 s10 s11 s12 s13 ARPA s14 s15 s16 s17 s18 s19 s20 s21 s22 s23 s24 ARPA s25 s26 s27 s28 s29 s30 s31 s32 s33 ARPA 2,890 2,690 1,510 1,690 0,324 1,550 1,480 0,540 1,530 0,500 0,733 1,040 0,409 2,880 0,900 1,780 1,630 0,915 1,950 2,380 0,449 1,750 0,955 2,530 1,950 2,790 2,390 0,800 0,331 0,984 1,450 2,910 2,960 41 ID sondaggio Be (ppm) s34 s35 s36 s37 s38 s39 s40 s41 s42 s43 s44 s45 s46 s47 s48 s49 s50 ARPA s51 s52 s53 s54 ARPA s55 s56 s57 s58 s59 s60 ARPA s61 s62 s63 s64 ARPA s65 s66 s67 s68 s69 s70 s71 ARPA s72 s73 s74 s75 s76 s77 s78 s79 s80 s81 ARPA s82 s83 1,820 1,580 1,420 2,180 2,580 2,690 3,200 1,980 1,590 1,070 4,710 3,050 3,120 3,600 2,770 2,640 1,840 2,530 3,150 3,110 3,050 2,630 2,140 2,070 1,890 2,290 3,590 2,550 2,350 3,090 2,450 3,390 3,150 3,890 3,280 3,010 3,630 3,300 2,870 3,040 3,280 3,020 3,760 3,480 4,500 4,330 3,020 7,110 1,660 2,340 42 ID sondaggio Be (ppm) s84 s85 s86 s87 s88 s89 s90 s91 s92 s93 s94 s95 s96 s97 s98 ARPA s99 s100 s101 s102 s103 s104 s105 s106 s107 s108 s109 s110 s111 s112 s113 s114 s115 s116 s117 s118 s119 s120 s121 s122 s123 s124 s125 s126 s127 s128 s129 s130 s131 s132 s133 3,180 3,120 3,510 3,470 3,420 4,180 3,020 3,030 3,190 2,430 1,950 2,090 1,870 1,790 1,730 2,520 3,150 3,870 2,440 2,790 2,500 2,810 1,360 1,040 0,964 1,930 1,920 1,460 2,260 2,510 3,090 2,610 2,040 0,812 2,360 4,130 3,760 2,470 2,070 3,650 2,560 3,100 1,220 2,980 2,100 3,390 1,330 0,375 1,400 2,500 43 ID sondaggio Be (ppm) s134 s135 s136 s137 s138 s139 s140 s141 s142 s143 s144 s145 s146 s147 s148 s149 s150 s151 s152 s153 s154 s155 s156 s157 s158 s159 s160 s161 s162 s163 s164 s165 s166 s167 s168 s169 s170 s171 s172 s173 s174 s175 s176 s177 s178 s179 s180 s181 s182 s183 3,270 4,140 3,430 0,955 1,370 0,970 3,520 2,470 1,830 2,160 1,800 2,380 3,020 2,780 2,130 2,100 1,900 3,310 2,680 2,680 2,460 5,680 2,160 1,550 4,320 2,270 3,410 1,380 2,400 1,420 1,080 0,859 3,110 1,450 3,590 3,120 1,910 1,720 1,020 2,420 2,660 0,663 1,890 3,270 0,846 1,140 1,420 3,900 0,985 0,410 44 ID sondaggio Be (ppm) s184 s185 s186 s187 s188 s189 s190 s191 s192 s193 s194 s195 s196 s197 s198 s199 s200 s201 s202 s203 s204 s205 s206 s207 s208 s209 s210 s211 s212 s213 s214 s215 s216 s217 s218 s219 s220 s221 s222 s223 s224 s225 s226 s227 s228 s229 s230 s231 s232 s233 0,981 4,400 1,320 3,580 2,420 1,690 6,010 3,380 2,240 3,130 1,130 3,670 1,770 2,370 2,520 1,880 4,320 0,562 2,050 2,150 2,680 2,040 1,290 1,890 3,050 0,631 1,560 2,570 0,559 2,200 1,920 2,070 2,000 1,370 2,270 1,540 1,110 2,410 0,728 1,860 0,424 0,355 1,570 1,970 1,120 1,600 1,700 0,598 1,560 1,950 45 ID sondaggio s234 s235 s236 s237 s238 s239 s240 s241 s242 s243 Tabella 8: siti con valori superiori alle CSR (celle grigie) per il berillio Be (ppm) 1,660 0,709 1,670 0,904 0,395 1,910 2,170 1,430 1,240 2,810 CONCLUSIONE L’analisi dei dati disponibili permette di evidenziare un rischio tossico non cancerogeno inferiore alla soglia di rischio per tutti gli scenari di esposizione presi in considerazione. La stima quantitativa del rischio inerente l’effetto cancerogeno, invece, permette di rilevare il superamento dei valori di accettabilità per inalazione di polveri ed ingestione di suolo. In particolare, tale superamento è riscontrabile nell’80,7% dei siti monitorati. L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha stabilito che il berillio è una sostanza cancerogena. L'agenzia americana EPA ha stimato che un'esposizione a vita a concentrazioni maggiori di 0,04 μg/m³ di berillio può sviluppare il cancro con una possibilità su mille. Per questo devono essere prese speciali precauzioni durante lo svolgimento di attività che possono produrre il rilascio di polvere di berillio con conseguente aumento dei casi di tumore ai polmoni, in seguito ad una prolungata esposizione. Tuttavia occorre osservare che le stime effettuate sono estremamente conservative, in quanto assumono che i lavoratori svolgono le loro attività prevalentemente sui siti oggetto di studio e per tutta la durata della vita professionale. Si fa riferimento ai lavoratori esposti all’attività agricola ed anche a quelli impiegati nelle attività industriali della centrale Federico II, soggetti all’inalazione di fumi come SOX, NOX e CO2, generati dalla combustione di carbone, nafta, metano e orimulsion (di provenienza venezuelana e di 46 indubbia composizione, spesso utilizzato al posto del carbone perché più economico) all’ingestione accidentale di polveri (soprattutto ceneri volanti e zolfo) e al contatto con il suolo contaminato. I risultati supportano le misure prese dal Sindaco di Brindisi che, al fine di prevenire danni alla salute derivanti dal consumo di prodotti vegetali presenti nell’area indagata, ha emesso un’ordinanza per la sospensione cautelativa delle coltivazioni a scopo alimentare. Suggeriscono la necessità di ulteriori accertamenti per approfondire le conseguenze che si possono verificare sulle coltivazioni e sulla salute dei soggetti esposti. Se i risultati possono destare preoccupazione nei lavoratori agricoli ed in quelli strettamente coinvolti nell’attività industriale, infatti, genera sicuramente sconcerto il fatto di non essere a conoscenza degli effetti dell'esposizione al berillio sulla salute di altre categorie di cittadini come, ad esempio, nelle zone limitrofe la centrale ed il nastro trasportatore, tra cui i bambini. Occorrerebbe, inoltre, estendere la restrizione produttiva all’attività agricola in genere, in virtù del rischio per i lavoratori evidenziato in questo lavoro. 47 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. APAT (2008). Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati. Revisione 2, Marzo 2008. 2. Archivio Autorità Portuale, Piazza Vittorio Emanuele II, 7 Brindisi 3. Archivio S.I.S.R.I. Viale Arno, Zona Industriale, Brindisi 4. Asante-Duah D.K. (1993). Hazardous Waste Risk Assesment. Lewis Publisher. 5. ASTM (1995). Standard Guide for Risk Based Corrective Actions Applied at Petroleum Release Sites. Report E-1739-95. 6. Barna B.P., Deodhar S.D., Chiang T., Gautam S., Edinger M. Experimental beryllium-induced lung disease. I Differences in immunologic responses to beryllium compounds in strain 2 and 13 guinea pigs. Int Arch Allerg Appl Immun 1984; 73: 42-48. 7. 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