Assistenza Tumori Alto Adige Associazione Valle Isarco L’autoaiuto in caso di tumore – attingere coraggio e fiducia “I medici sanno meglio di noi qual´è il trattamento terapeutico migliore per la nostra malattia; noi, al contrario, sappiamo meglio di loro qual´è il trattamento migliore sotto l´aspetto umano” ( Ursula Schmid, fondatrice dell´associazione autoaiuto per le donne dopo il tumore- Germania) Nonostante gli enormi progressi nel campo della medicina, psichiatria e tecnica, nel 1935 in America un gruppo di persone colpite hanno fondato i primi gruppi di autoaiuto, gli alcolisti anonimi per significare che non solo dagli esperti ci si deve aspettare aiuto e guarigione. Cosa significa autoaiuto? Cosa significa effettivamente “autoaiuto”? Ti aiuto? Aiutarsi? Aiuto a se stessi? Forse di tutto questo un po´. L´autoaiuto ha avuto sempre origine lá, dove persone hanno voluto superare con le proprie forze le situazioni di emergenza.L´autoaiuto organizzato ha avuto negli anni 80 e 90 del ventesimo secolo un vero boom .Autoaiuto significa prima di tutto prendere in mano i propri problemi e la loro soluzione e attivarsi nell´ambito delle proprie possibilitá. L´autoaiuto è basato sulla responsabilitá della persona per se stessa. Molte persone hanno difficoltá ad agire attivamente, specialmente quando – nel caso di una malattia come il tumore – si è dipendenti da medicine e cure mediche. Medici e scienziati si dan molto da fare nel combattere le malattie tumorali e nei rapporti con i pazienti. Con i possibili problemi psichici e le conseguenze sociali come impotenza, paura ed isolamento, molti pazienti sono soli con se stessi; proprio in questa spesso disperata situazione, associazioni come l´Assistenza Tumori Alto Adige possono indicare una via d´uscita individuale. Si cerca di aiutare i pazienti colpiti da tumore a riguadagnare gioia nella vita e ad assumersi le proprie responsabilitá. Il gruppo di autoaiuto La forma piú conosciuta dell´autoaiuto è quella del gruppo di autoaiuto. Questi sono delle spontanee associazioni di persone su base locale/regionale, le cui attivitá si prefiggono di riuscire a superare le malattie e/o le problematiche psichiche proprie o di loro familiari. Il loro scopo è quello di riuscire a cambiare la loro personale situazione di vita. Nel regolare lavoro di gruppo, spesso settimanale, si mettono in rilievo, sullo stesso piano, dialogo comune e aiuto reciproco.Gli obiettivi sono rivolti soprattutto ai soci. Si distinguono 3 forme classiche: • il gruppo autonomo autoregolato di persone colpite che si ritrovano senza un accompagnamento professionale e continuativo. In questo gruppo, in primo piano viene lo scambio di informazioni e colloqui personali; • il gruppo guidato, normalmente da un terapeuta, psicologo o medico. Nel caso del nostro gruppo di autoaiuto, è diretto da una psicologa; • forma mista: secondo il bisogno e la gravitá vengono offerti: colloqui singoli, gruppi guidati, manifestazioni, conferenze, terapia pittorica, terapia di ballo ecc. Vantaggi dei gruppi guidati L´esperienza ci ha dimostrato che gruppi guidati sono particolarmente d´effetto, poiché: • i programmi e gli ordini del giorno vengono chiaramente strutturati; • Le varie terapie possono essere applicate specificatamente; • La professionalitá crea maggiore distacco e, pertanto, i conflitti personali dei partecipanti vengono definiti e risolti prima; • Il terapeuta usa il suo sapere e la sua esperienza che supera quella individuale delle persone colpite; • Nei gruppi guidati vige continuitá; questo è molto importante per i malati perché essi hanno bisogno per un periodo piú lungo – specie nelle ricadute – di un interlocutore di fiducia. Pregiudizi nei confronti dei gruppi di autoaiuto I pregiudizi nei confronti dei gruppi di autoaiuto sono molto conosciuti: i gruppi stessi sono spesso considerati come “riunioni di signore al caffè e quattro chiacchere”, quindi non possono essere nulla di sensato; in aggiunta le pazienti devono ascoltare solo raccapriccianti aneddoti sulle malattie e sui medici, che rendono ancora piú incerti. Molte pazienti si chiedono:” perché devo farmi carico dei destini altrui? Sono contenta di essermi lasciata tutto alle spalle, voglio semplicemente dimenticare la mia malattia, voglio occuparmi solo del lato bello della vita, viaggiare, praticare sport, dipingere, voglio semplicemente vivere come prima.” Caratteristiche dei gruppi Simili pensieri li esternano anche molte persone malate di cancro, quando sentono per la prima volta parlare di un gruppo di autoaiuto, specie pazienti uomini. E´noto che la maggior parte dei gruppi sono composti solo da donne, tanto che è quasi impossibile costituire un gruppo di autoaiuto per uomini. Essi si interessano ai dettagli tecnico-sanitari della malattia, appena peró si tratta di superare un problema, scappano. Nelle donne colpite è diverso: non appena arrivano a conoscere un gruppo di autoaiuto si meravigliano della franchezza e sinceritá che vi trovano. Tutte hanno provato sulla loro pelle come la diagnosi “cancro” puó far sprofondare la persona in una profonda crisi e far provare sentimenti come la paura,il panico, il dolore, rabbia, impotenza ecc. Prendiamo ad es.donne che si sono dovute sottoporre ad una mastectomia; esse avranno difficoltá a chiedere al medico come si potrá adesso vivere con un seno od una protesi. Le donne colpite possono invece da “donna a donna” informarsi, rispondere personalmente alle domande e portare sempre la propria esperienza, mentre un dottore parlerá in termini puramente “medici”. In questo modo alle neo-colpite verrá dato coraggio ed avranno molto meno paura. Esse apprendono cosa significhi prendersi le responsabilitá del proprio processo di risanamento, a mettere in atto le proprie forze di guarigione per aiutare cosí le terapie mediche programmate. I limiti dell´autoaiuto I gruppi di autoaiuto hanno peró anche i loro limiti, non sono passive istituzioni di prestazioni di servizio da usare a piacimento. Si pretende dai partecipanti una attiva collaborazione e dev´essere chiaramente ribadito che i gruppi non possono sostituire un trattamento medico o terapeutico, bensí lo possono completare. Se i gruppi di autoaiuto si assumono funzioni di assistenza o compiti terapeutici, sussiste il pericolo di eccessiva aspettativa. Possono i gruppi di autoaiuto agire sul prolungamento della vita? Nel 2005, 5 studentesse del corso di laurea della facoltá di Scienze della Formazione di Bressanone, hanno prodotto una ricerca sugli effetti positivi e negativi dei gruppi di autoaiuto nelle malattie tumorali. Nel corso della ricerca hanno intervistato la sig.ra E. la quale nel 2003 si è ammalata di carcinoma allo stomaco ed è socia del gruppo di autoaiuto della nostra associazione. Alla domanda”possono i gruppi di autoaiuto agire sul prolungamento della vita?” la sig.ra E: ha dato la seguente inaspettata risposta: “ Secondo la mia opinione non si puó prolungare la vita, ma eventualmente abbreviarla. Un gruppo di autoaiuto puó dare piú senso e forza e migliorare la qualitá della vita. Io stessa ho imparato a pensare un po´piú a me stessa e a non avere piú la coscienza sporca. Prima, in prima linea veniva la mia famiglia e spesso mi dimenticavo di me stessa, ora invece mi prendo piú tempo solo per me. La vita familiare la vivo molto piú intensamente e le amicizie non sono piú ovvie; se piove è bello e cosí anche quando splende il sole, vivo la vita piú consapevolmente e lo stress quotidiano non mi tocca piú. Io stessa e tutto intorno a me si è positivamente mutato con la mia malattia. Questa fase l´ho superata, dunque quello che verrá in futuro lo porteró a termine; logicamente esiste sempre la paura di una ricaduta, ma se potessi scegliere, deciderei per la malattia, le sono riconoscente, mi ha piú dato che tolto” I gruppi di autoaiuto non hanno nulla di spettacolare in sé Il superamento della malattia in un gruppo guidato è da intendere non solo come eliminazione dei sintomi della malattia stessa, bensí – assieme ad altre persone – come ricerca di risposte alle proprie domande sulla qualitá, sul senso e sulla prospettiva di vita. Ognuno di noi sa, quanto fa bene parlare con qualcuno in situazioni particolarmente difficili della vita. Cosa manca all´autoaiuto oggi? In prima linea manca molto spesso la cooperazione con i medici curanti; questo vuol dire che a molti pazienti non viene data alcuna informazione sull´esistenza dei gruppi di autoaiuto, per di piú manca il riconoscimento quale importante colonna nel sistema di cura della salute., come pure il sostegno da parte degli organi pubblici. Per gruppi che non sono integrati in una associazione questo puó costituire un ostacolo. Relatrice: Renate DAPORTA JÖCHLER Presidente dell´Assistenza Tumori Alto Adige