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Accademia Alfonsiana
Il trapianto di gonadi
Prof. Maurizio Pietro Faggioni
Introduzione
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Le gonadi umane (il testicolo del maschio e l'ovaia della femmina)
hanno una duplice funzione: gametogenetica e ormonogenetica.
GAMETOGENESI: produzione delle cellule specializzate per la
riproduzione dette gameti (spermatozoo nel maschio; ovocita nella
femmina) le quali contengono ciascuno la metà dell'informazione
genetica e che sono destinate a dare origine a nuovi individui.
ORMONOGENESI: nel maschio postpubere è caratterizzata dalla
produzione di testosterone, l’ormone virilizzante, responsabile del
mantenimento dei caratteri somatici e di alcuni tratti psichici propri
del maschio e importante nella maturazione gametica stessa.
Nella donna postpubere in età fertile l'ormonogenesi è caratterizzata dalla produzione ciclica di estradiolo e progesterone, ormoni
indispensabili per la definitiva femminilizzazione del soggetto, per
completare la gametogenesi e per la preparazione degli organi
riproduttori ad accogliere la nuova vita.
Introduzione
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In riferimento alla tecnica di trapianto possiamo distinguere
trapianti di gonadi in toto e trapianti o innesti di tessuto gonadico,
modalità più agevole perché non prevede la realizzazione di
anastomosi vascolari, ma una rivascolarizzazione spontanea.
In riferimento alla finalità dell'intervento possiamo distinguere
trapianti finalizzati a rimpiazzare la sola funzione ormonogenetica
e trapianti finalizzati a ripristinare e sfruttare anche la gametogenesi: queste diverse finalità configurano situazioni alquanto
difformi dal punto di vista etico.
I trapianti finalizzati a ripristinare la ormonogenesi furono molto in
voga dalla fine del XIX secolo sino ai primi decenni del XX,
quando si tentarono nel maschio trapianti di tessuti testicolari o di
testicoli integri, sia animali sia umani, e innesti di ovaia nella
femmina allo scopo di sostituire la produzione endocrina deficitaria
per l'età o per una malattia a carico delle gonadi.
Voronoff
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Voronoff,, ormoni e giovent
gioventù
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I primi tentativi di trapianto di ovaia, tanto negli animali quanto
nella specie umana, risalgono alla fine del XIX con gli esperimenti
dell’americano Morris (1895), dei tedeschi Chroback (1896) e
Knauer (1900), degli italiani Marchese (1898) e Foà (1900).
Nella donna, il primo tentativo seguito da successo dovrebbe
essere quello descritto da R. T. Morris nel 1895 che, in una donna
amenorroica, con annessi rudimentali e il corteo sintomatologico
tipico dell’insufficienza ovarica, innestò per via addominale sul
fondo dell’utero un frammento ovarico proveniente da una
donatrice vivente; dopo due mesi egli descrisse la comparsa di
una prima mestruazione della durata di otto giorni.
Preparati dalle esperienze pionieristiche di J. Hunter (1728-1793)
e A. A. Berthold (1803-1861), i primi trapianti omoplastici di tessuto testicolare coronati da successo pare siano quelli eseguiti negli
Stati Uniti da V. C. Lespinasse nel 1913.
Voronoff
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Voronoff,, ormoni e giovent
gioventù
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L’omotrapianto della ghiandola in toto fu applicato su vasta scala e
senza troppi scrupoli da L. L. Stanley, medico carcerario a San
Quentin (California): nel 1918, egli ebbe l’idea di espiantare i
testicoli dai condannati appena giustiziati e di trapiantarli in
detenuti di diverse età affetti da patologie varie, dall’impotenza
all’asma, al diabete, riportando “notevoli successi terapeutici”.
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Questo genere di interventi è tuttavia indissolubilmente legato al
nome del dottor S. Voronoff (1866-1951): attraverso una lunga
sperimentazione sugli animali, sviluppò una tecnica abbastanza
sicura per innestare nel testicolo di un ricevente frammenti tissutali
asportati da un testicolo di donatore vivente, di solito nel corso di
interventi chirurgici compiuti per altri motivi.
La tecnica operatoria proposta da Voronoff ebbe una brillante
conferma in un caso pubblicato in Italia nel 1923: si trattava di due
ricoverati nel manicomio di Collegno (Torino).
Voronoff
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Voronoff,, ormoni e giovent
gioventù
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Una applicazione di questa organoterapia gonadica (ovarica e
testicolare), salutata dai fautori di Voronoff come una pietra miliare
della medicina, si ebbe in campo gerontologico.
In base a una teoria di fine dell'800, il primum movens dell'invecchiamento consisterebbe in un esaurimento funzionale delle gonadi, per cui l'innesto di tessuto gonadico giovane in organismi
invecchiati dovrebbe rallentare il processo di senescenza.
Voronoff riferì, in numerose conferenze e pubblicazioni, gli effetti
ottenuti dall'innesto gonadico, che avrebbe avuto addirittura il
potere di ripristinare il vigore della giovinezza in anziani acciaccati.
In Italia il diffondersi dei trapianti gonadici provocò nel 1930 una
complessa questione giudiziaria. Un ricco brasiliano pensò di
poter riacquistare la desiderata vis sessuale, avendo trovato uno
studento del Cairo, che si trovava all’Ospedale degli Incurabili di
Napoli, disposto a cedere un suo testicolo per 10.000 lire.
Voronoff
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Voronoff,, ormoni e giovent
gioventù
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Voronoff aveva anche praticato e propagandato sin dagli anni ‘20
gli ancora più conturbanti xenotrapianti di testicoli e ovaie di
scimmia nell’uomo e nella donna. I risultati erano oggettivamente
incerti, forse legati a suggestione, e sempre transitori, perché la
ghiandola trapiantata andava ben presto incontro ad atrofia, ma
queste esperienze misero in subbuglio il mondo medico.
Grandissimo scalpore suscitarono infine i trapianti di gonadi
animali in bambini e bambine di 8-10 anni effettuati allo scopo di
creare una stirpe umana superiore per forze fisiche e intellettuali:
questi interventi, privi di vere basi scientifiche e ispirati al peggior
eugenismo, furono condannati dalla maggior parte del mondo
accademico.
Il clamore dei trapianti di gonadi si è placato quando la disponibilità di ormoni per l'uso terapeutico (seconda metà sec. XX) li ha resi
largamente inutili per ripristinare la funzione ormonale difettosa.
Morale e trapianti ormonoterapici
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I moralisti cattolici inizialmente si pronunciarono contro gli interventi del dott. Voronoff, ma le motivazioni di natura etica addotte
non sembrano oggi molto convincenti.
G. Antonelli, Medicina Pastoralis: dedica ampio spazio al tema
e non solo nega la liceità della donazione di testicolo da un vivente sano (organo non rigenerabile), ma afferma che il trasferimento
in un soggetto di tessuti gonadici asportati per motivi terapeutici
da un altro soggetto appare essere contro natura.
«La natura infatti non ripara mai le parti asportate dei testicoli…
né, se essi vengono asportati, può provvedere in altro modo alle
loro funzioni. Tutta la natura fisica e psichica del maschio molto
dipende e viene conservata integra dal funzionamento normale
dei suoi testicoli: inserire in organi di tanta importanza una parte
del testicolo di un altro uomo non sembra corrispondere al
finalismo e ai dinamismi della natura».
Morale e trapianti ormonoterapici
„
In questo giudizio negativo si intrecciano due ordini di motivazioni:
– Si esprime l’iniziale diffidenza dei moralisti cattolici contro l’espianto
ex vivo di tessuti non rigenerabili, che si configurava ai loro occhi
come una mutilazione irreparabile e ingiustificata.
– Si insinua poi una riflessione più generale intorno tutela dell’integrità
psicofisica del soggetto, ravvisando nel trasferimento di gonade un
vulnus ai dinamismi previsti dalla natura e una sorta di indebita
intromissione dello spazio personale.
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Nel caso particolare dei tessuti gonadici, sul giudizio negativo pesava anche il discutibile scopo generalmente perseguito, cioè il
ringiovanimento e la ripresa di una vita sessuale effervescente.
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Il giudizio dei moralisti cattolici su innesti e trapianti compiuti per
ripristinare la ormonogenesi sessuale, escluse finalità immorali,
tenda col tempo a farsi più benevolo, ma sempre molto cauto.
Morale e trapianti ormonoterapici
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«La liceità morale si fa tanto più sospetta, in quanto viene in primo
piano l’elemento della riattivazione puramente sessuale... Con ciò
non è detto che le operazioni di questa specie debbano essere di
necessità moralmente illecite, in tutti i casi».
NIEDERMEYER A., Compendio di Medicina Pastorale, Torino: Marietti, 1955: 363-364.
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J. Paquin non mette in dubbio la liceità dell’intervento di innesto
ovarico, anche se discute sull’eticità della donazione di tessuto
ovarico da parte di una donna sana ad una con insufficienza
ovarica, in confronto con la donazione certamente lecita di
frammenti tissutali provenienti da un intervento chirurgico di natura
terapeutica (resezione cuneiforme in caso di ovaio policistico).
Il prof. Foà affermava trattarsi di un intervento lecito «se la gonade
trapiantata dall'embrione viene collocata in una posizione
topograficamente tale da escludere qualsiasi possibilità di un suo
intervento nella riproduzione».
Morale e trapianti ormonoterapici
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In linea di principio, non è da considerare intrinsecamente illecito il
trapianto di gonadi compiuto per scopi strettamente terapeutici,
cioè per ripristinare una increzione ormonale venuta meno per
cause fisiologiche o patologiche.
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Questo vale ovviamente solo nel caso che il trapianto o l’innesto
siano stati eseguiti in modo che non si abbia possibilità di sfruttare
la eventuale gametogenesi (es. collocando il tessuto gonadico in
posizione anatomicamente incongrua per la fecondazione, ma
compatibile con l'increzione ormonale).
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Per soddisfare le condizioni di liceità del trapianto sarà sufficiente
che si tratti di un intervento davvero terapeutico, atto cioè a
migliorare l’equilibrio psicofisico del soggetto o a correggere gli
effetti psico-somatici negativi di un deficit ormonale, senza
escludere anche la legittima ricerca di una normale vita sessuale.
Morale e trapianti ormonoterapici
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Nel caso di un espianto ex vivo occorreranno motivi proporzionati
e senza dubbio «la mutilazione per concedere ad altri il
(GEMELLI A.)
ringiovanimento non è mai lecita».
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Ci si dovrà anche chiedere se, dal punto di vista del rapporto
costo/beneficio e quindi in un discorso di oculata amministrazione
delle risorse sanitarie disponibili, il trapianto o l'innesto di gonade
offrano reali vantaggi rispetto alla usuale terapia ormonale sostitutiva, ma la risposta è di natura più clinica che non etica.
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Un problema alquanto delicato è costituito dal reperimento e dalla
tutela del donatore. Spesso si è ricorsi a frammenti tissutali
provenienti da interventi chirurgici eseguiti per altri motivi, ma,
essendo le gonadi organi pari e non indispensabili alla vita e
potendo una di esse vicariare funzionalmente la perdita dell’altra,
si potrebbe ammettere la donazione da donatore vivente e, a
fortiori, l’espianto da cadavere o da organismo fetale abortito.
Morale e trapianti ormonoterapici
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Tutte queste riflessioni sulla liceità del trapianto di gonade sono
valide però, a una condizione, che cioè, dal punto di vista della
produzione ormonale, la gonade funzioni come un semplice
organo esecutore, analogamente al cuore o al rene, e che quindi,
a differenza del trapianto di cervello, il trapianto di gonade non
coinvolga direttamente la personalità del ricevente.
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La circospezione su questo punto è tuttavia d’obbligo: le nostre
ancora frammentarie conoscenze intorno all’influenza degli ormoni
e di altre sostanze analoghe prodotte dalle gonadi sul SNC, sui
sistemi a feed-back, sulla modulazione dei patterns comportamentali e soprattutto sull’aggressività, offrono validi motivi di cautela.
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Quando si parla di gonadi o di strutture anatomiche di grande
rilievo per l'equilibrio ormonale e biopsichico del soggetto (ipofisi o
ipotalamo), bisognerà procedere con molta prudenza e preferire al
trapianto una più maneggevole terapia ormonale sostitutiva.
Morale e trapianti ormonoterapici
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Un’ultima questione riguarda l’eticità degli etero o xenotrapianti,
questione più d’ogni altra storicamente legata al nome di Voronoff.
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Esclusa la possibilità di xenotrapianti fecondi, resta il problema
della liceità di innestare nell’uomo tessuti gonadici o gonadi di
provenienza animale, situazione resa sempre più verosimile dallo
sviluppo di nuovi protocolli immunosoppressivi e dalla prospettiva
di modificare geneticamente i tessuti animali per renderli più
compatibili con l’organismo umano.
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Il professor Foà, pur ritenendo la pratica clinicamente inutile, visti
gli ottimi risultati della terapia ormonale sostitutiva, ne ammetteva
la liceità in linea di principio sia per testicoli sia per ovaie.
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Analogamente il prof. Rizzo nel Dizionario del Palazzini affermava
senza tentennamenti che «l’uso degli innesti eteroplastici è
sempre lecito, purché non abbia uno scopo cattivo».
Morale e trapianti ormonoterapici
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Si deve tuttavia registrare un discorso di Pio XII che sembra
proscrivere gli xenotrapianti di gonadi tout court dove si afferma
che «il trapianto di ghiandole sessuali animali sull'uomo è da
respingere come immorale».
(14 maggio 1956 in AAS 1956, 48: 460).
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Le parole del Pontefice sono state variamente intese.
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Secondo il Paquin «la ragione, non accennata dal Pontefice, è che
tale trapianto non sembra potersi fare senza gravi modificazioni di
ordine fisico e psichico. Ma non ci pare che la condanna pontificia
riguardi l'innesto parziale di ghiandola sessuale animale, se e
nella misura in cui tale innesto non provoca alcuna perturbazione».
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Nello stesso senso B. Häring, che giustifica la proibizione papale
con la possibilità di una interferenza sull’integrità della vita
individuale e sull’identità morale della persona.
Morale e trapianti ormonoterapici
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Di recente padre M. Vidal ha ribadito questa interpretazione
scrivendo che «i trapianti eteroplastici (da un organismo animale
all’organismo umano) sono interamente leciti purché non producano un’alterazione della personalità. A causa di quest’ultimo
motivo Pio XII si pronunciò contro il trapianto di ghiandole sessuali
in un essere umano».
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Più verosimilmente il Papa pensava a un trapianto che comportasse una interferenza con la sfera generativa e che si traducesse
perciò in una «radicale manomissione della sessualità genitale».
CICCONE L., Salute & malattia. Questioni di morale della vita fisica (II), Milano 1986, 221.
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O’Donnell esclude esplicitamente che il Papa si riferisse
all’impianto della ghiandola in quanto produttrice di ormone e
afferma che «la condanna papale parrebbe diretta contro quel tipo
di trapianto che potrebbe, in qualche modo, mirare a un atto di
tentata procreazione».
Morale e trapianti ormonoterapici
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Lo xenotrapianto di gonadi a scopo ormonogenetico non è intrinsecamente immorale, come non lo è l’uso di estratti ormonali di
ghiandole animali in terapia endocrina, anche se le cautele a
motivo dell’interazione tra gonadi e organismo valgono soprattutto
nel caso del trapianto eteroplastico.
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Bisogna infine tener conto delle possibili e frequenti ripercussioni
psicologiche che si riscontrano nei pazienti sottoposti a trapianti,
prevedibili con maggiori intensità nel caso di trapianti di gonadi o
elementi legati alla sessualità, soprattutto se xenotrapianti.
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«Deliri, psicosi, ansietà sono quasi sempre registrabili con
maggiore o minore intensità, tale da richiedere la presenza dello
psichiatra e dello psicologo nelle varie fasi dell’intervento. Il mutamento dell’immagine corporea ha forti conseguenze nell’identità
psicologica della persona».
RUSSO G., Le nuove frontiere della bioetica clinica, Leumann (To) 1996, 31-32.
Trapianto di gonadi e procreazione
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I primi tentativi di trapianto di ovaia per la cura della fertilità furono
compiuti alla fine del XIX, cominciando subito a sperimentare sulla
donna prima che le procedure fossero sufficientemente sperimentate sull’animale.
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Già in questo periodo si ebbero sporadiche segnalazioni di
gravidanze iniziate o addirittura portate a termine a seguito
dell’innesto (soprattutto autoplastico) di tessuto ovarico in donne.
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Gli studi, continuati da allora sino ad oggi, si sono concentrati su
tre problemi:
– il miglioramento delle tecniche chirurgiche;
– l’immunosoppressione senza ledere la gametogenesi;
– la conservazione del tessuto ovarico mantenendo le sue capacità
ovogenetiche (crioconservazione).
Trapianto di gonadi e procreazione
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Riguardo al trapianto di tessuto testicolare, gli studi attuali si
stanno orientando soprattutto al perfezionamento delle tecniche di
trasferimento di cellule germinali maschili immature.
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In modelli animali Brinster e coll. hanno visto che il trapianto di
cellule germinali (spermatogoni) nei tubuli seminiferi conduce ad
una ripresa della attività spermatogenetica: questo è possibile
anche utilizzando cellule staminali crioconservate in azoto liquido
a -196°C e persino innestando spermatogoni di una specie in
un’altra che presenta differente durata del ciclo di maturazione.
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Un nuovo campo di applicazione del trapianto di gonadi si è
aperto infine nell’ambito degli interventi di correzione del sesso,
quando si voglia spingere la ricostruzione delle parvenze del
nuovo sesso ai confini estremi della mimesi: le tecniche
microchirurgiche permettono infatti di ipotizzare il trapianto en bloc
vagino-utero-ovarico o trapianto omoplastico di testicoli o di pene.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
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Fra i trapianti di gonade con mantenimento della fecondità, non
comporta alcun problema morale l’autotrapianto di testicolo
nell’ambito della terapia del criptorchidismo, quando il testicolo
ritenuto occupa una posizione alta (endoaddominale, addominoinguinale) e si rende necessario procedere alla sezione e anastomosi dei vasi spermatici per poter ricondurre il testicolo nella sede
definitiva.
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Non presenta alcun problema morale neppure l’autotrapianto di
ovaia o di testicolo o anche dei soli follicoli primordiali o
spermatogoni, rispettivamente, prelevati prima di procedere a
terapie potenzialmente lesive per la gametogenesi, crioconservati
e poi reimpiantati o reintrodotti nello stesso soggetto al termine
della terapia. Questo potrebbe risultare molto interessante nel
corso di terapie radianti per tumori in sede pelvica o durante cicli
chemioterapici.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
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La questione è molto delicata quando si parla di omotrapianti della
gonade in toto o di innesto in una gonade ricevente di frammenti
gonadici o di follicoli primordiali o di spermatogoni donati.
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Gli Autori cattolici che sono favorevoli al trapianto quale sostitutivo
della ormonogenesi difettosa o assente, mostrano la tendenza ad
accettare anche il trapianto interumano con conservazione della
gametogenesi e possibilità di procreazione.
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L'elemento chiave del loro argomentare è che un organo
trapiantato non deve essere visto in se stesso, ma inserito e
integrato nell'organismo ricevente di cui entra a far parte, per cui
l'acquisto della fertilità mediante questa procedura viene giudicato
in senso positivo, a meno che l'eventuale fecondazione non si
verifichi immediatamente dopo il trapianto, prima cioè che l’ovaio
trapiantato possa essersi integrato del tutto nel nuovo organismo.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
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Tale punto di vista, un po’ strano se giudicato nel contesto delle
conoscenze attuali, era invece possibile in passato, sia per la
lentezza con cui i moralisti di professione aggiornavano le loro
cognizioni biomediche, sia per le oggettive incertezze della
scienza del tempo.
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Lo Scremin riteneva lecito «il trapianto di ovario omoplastico
praticato allo scopo di mettere la donna in condizione di procreare
o comunque eseguito con tecnica che permetta la procreazione
per fecondazione di ovuli dell'ovaio stesso... perché diviene
organo della donna che ha subito l'innesto», distinguendo nettamente la fecondazione eterologa con seme di donatore, sempre
illecita, dalla situazione creata dal trapianto di ovaia di un’altra
donna in cui «non vi può essere dubbio che l'ovaio diventa organo
della donna che sarà poi madre».
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
«I gameti trapiantati, se sono assunti biologicamente dal soggetto
ricevente, restano incorporati nella personalità del medesimo
come propri, similmente a quanto avviene con la trasfusione di
sangue e i trapianti di organi. Sono cosciente degli abusi paurosi
cui potrebbe prestarsi questa terapia germinale, ma questo non
toglie la validità etica di questi delicati interventi... Se è
ragionevole usare organi e tessuti di cadavere per aiutare a vivere
le persone vive, non vedo perché si debba criminalizzare
l’estrazione di gameti suscettibili di essere impiantati o innestati in
BLÁZQUEZ N., Bioética fundamental, Madrid 1996, 415.
persone sterili».
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Anche E. Chiavacci sostiene la liceità del trapianto di testicolo a
fini procreativi spiegando che «la prole eventualmente che ne
nascerebbe avrebbe un patrimonio genetico incerto, ma questo
non sarebbe né un danno per la prole, e neppure un danno per il
CHIAVACCI E., Morale della vita fisica, Bologna 19792, 80-81.
genitore».
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Non ci sentiamo di condividere queste posizioni, che sembrano
non distinguere in modo adeguato quella che è l’integrazione del
funzionamento dell’ovaio nell’insieme del nuovo organismo con la
presa di controllo dell’organo trapiantato da parte del sistema
ipotalamo-ipofisario del ricevente, rispetto al permanere della
gametogenesi propria della donatrice o del donatore e quindi con
la possibilità che i tratti genetici caratteristici di un soggetto siano
trasmessi da un altro.
„
Un soggetto infatti si prolunga e in qualche modo sussiste nei suoi
gameti i quali recano metà dell'informazione necessaria per
definire la base biologica del figlio, per strutturarne cioè il livello
ontologico fondamentale, presupposto di ogni successivo sviluppo
della sua personalità: in questa fondamentale e intangibile
relazione genetica, denominata tradizionalmente consanguineità,
consiste la dimensione somatica della relazione parentale.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
«Chiunque è costretto ad ammettere che il trapianto di testicolo
comporta una situazione gravemente disdicevole (indecentia): è
contro la natura biologica inserire la componente generativa di un
soggetto in organi di tanta importanza di un altro, dal momento
che le gonadi hanno per natura la funzione di mantenere in terra
la discendenza attraverso una relazione obbligata con i propri
genitori e con gli organi generativi propri di ciascuno».
ANTONELLI G., Medicina pastoralis…, 93.
„
Negli anni ’50, il prof. Foà – pur d’accordo con gli innesti e
trapianti a scopo ormonale – si dichiarava contrario al trapianto
con possibilità procreative perché «se il trapianto attecchisce,
conserva integralmente i caratteri genetici dell'individuo dal quale
le gonadi sono state prelevate… produrrà figli della donna dalla
quale l'ovaio proviene, non di quella nella quale esso è stato
trapiantato».
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Forti di una più precisa conoscenza delle leggi della genetica e dei
dinamismi fisiologici della fecondazione e più attenti che in
passato ai complessi significati antropologici del generare, attualmente i bioetici cattolici si esprimono in genere in senso negativo.
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«Non tutti gli organi sono eticamente donabili. Dal trapianto vanno
esclusi l’encefalo e le gonadi, che assicurano l'identità rispettivamente personale e procreativa della persona. Si tratta di organi in
cui prende specificamente corpo l'unicità inconfondibile della
persona, che la medicina è tenuta a tutelare».
Carta degli operatori sanitari, n. 88.
„
S. Privitera afferma che non è, né può mai essere lecito trapiantare organi che interferiscono nella identità unica e irripetibile della
persona, come succede con il trapianto di testicoli, che solleva il
problema della identità genetica del ricevente e dei suoi discenPRIVITERA S., Azione moralmente obbligatoria?, Bioetica e Cultura 1996, 5: 47.
denti.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Mons. E. Sgreccia ritiene che il trapianto di gonadi sia da
considerare «come una minaccia per la identità biologica e
psicologica del soggetto ricevente e dei suoi discendenti. Il divieto
è ancora più chiaro se il trapianto venisse fatto semplicemente per
la cura dell'organo e non dell'individuo e cioè semplicemente per
garantire così la fertilità. In questo caso non si tratterebbe di un
trapianto per salvare la vita del soggetto - come è per il rene, il
cuore, ecc.- ma semplicemente per curare la infertilità, una
ragione che non giustifica un trapianto che comportasse poi il
turbamento nella identità biologica dei discendenti».
„
A nostro avviso il problema di fondo all’accettazione del trapianto
di gonadi quale terapia della fertilità «è costituito dalla presenza
dei caratteri genetici del donatore... che verrebbero così ad essere
innestati in un altro individuo, con una situazione per certi versi
analoga a quella dell'inseminazione eterologa». (LEONE S.)
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Il procreare umano è autenticamente umano proprio perché in
esso sono coinvolte tutte le dimensioni della persona, fisiche,
psichiche e spirituali: si genera con il corpo, ma anche con
l’intelletto e con la volontà, con il desiderio e con l’accoglienza.
„
Generando una nuova vita nel contesto dell'amore coniugale e dei
gesti che lo significano, gli sposi pongono in essere una creatura
libera, inserita, attraverso di loro, in una rete di relazioni
esistenziali che sono indispensabili per uno sviluppo armonioso ed
equilibrato del figlio.
„
Nelle tecniche di tipo eterologo, il delicato articolarsi delle
dimensioni fisiche, psichiche e ultimamente personali, viene
frammentato in una molteplicità di apporti e di rapporti che
oscurano il senso umano del procreare e il suo legame originale
con l'amore incarnato degli sposi, di cui il figlio è frutto e segno.
Donum vitae, II, A, 1-3.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Nel trapianto omoplastico di gonade la scissione tra genitorialità
genetica e genitorialità gestazionale e psicologica, per quanto
attenuata dalla possibilità di uno svolgimento normale del
concepimento e della gravidanza, resta una ferita aperta nella vita
matrimoniale con ripercussioni a livello dei rapporti intrafamiliari.
„
È vero infatti che la trasmissione della vita si attua in connessione
con i gesti propri dell'amore coniugale accompagnati da una gioia
sessuale dalle profonde risonanze personali, ma si tratta soltanto
di un artificio più sottile delle tecniche di procreazione artificiale.
„
Generando attraverso i gameti di una donatrice, la donna cerca di
appagare il legittimo desiderio di maternità con una maternità
virtuale, simulata nelle sue radici, in cui la libertà del procreare si
scolora nell'artefatto e la ricchezza simbolica del generare, come
possibilità di aprirsi al dono di sé nell'altro, si realizza
appropriandosi le forze generative di un'altra.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Analogamente l'uomo che genera attraverso i gameti recanti il
vestigio genetico di un altro, si espone agli effetti destabilizzanti di
una inquietante e illegittima ingerenza nel suo spazio personale e
si illude di ricreare artificiosamente una connessione impossibile
fra il suo desiderio di paternità e la generazione del figlio, intesa
come proiezione concreta e autonoma del sé in qualche modo
garantita e permessa dalla continuità genetica.
„
Nel caso di trapianti di gonadi fetali o nell'impiego di gameti
derivanti da gonadi fetali e fertilizzati in vitro, all'obiezione di fondo
contro l'eterologa si devono aggiungere sia la possibilità che
vengano promossi gli aborti, sia il pericolo non irreale di gravi
ripercussioni psicologiche nei figli, causate dalla scoperta di esser
nati da una creatura che non è mai nata.
„
In alternativa all'uso di ovaie fetali, Machelle M. Seibel ha
recentemente caldeggiato l'uso di ovaie di cadavere.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
«In my opinion, using ovaries from a person who has given her
consent to egg donation before her death would accomplish the
objective of making additional eggs available without stretching
existing boundaries of acceptable and standard medical practice».
SEIBEL M. M., Cadaveric Ovary Donation, in N Engl J Med 1994, 330: 796.
„
Esiste però una differenza sostanziale fra la donazione di organi e
quella di gameti «perché la donazione di gameti implica la messa
a disposizione di un fattore essenziale per dare alla luce un
bambino; non è un salva-vita, ma un dona-vita».
COHEN C. B., Reproductive Technologies: Ethical Issues, in REICH W. T. (ed.),
Encyclopedia of Bioethics, vol. 4, New York: The Free Press, 19952: 2238.
„
Nel valutare la praticabilità etica di tali interventi, sarà quindi
necessario tenere nel debito conto gli interessi della prole futura: e
considerare le conseguenze devastanti derivate dall'apprendere di
esser stati generati con il contributo di una persona che non è più.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
L’uso di gonadi di cadavere per generare bambini, inoltre, contraddice la comune percezione del rispetto dovuto al cadavere e la
concezione della procreazione come realtà radicata nella
relazione interpersonale fra due soggetti viventi.
„
«Children develop their identity and self-understanding, in part,
through their relationships with their biological parents.
Consequently, they might face serious psychological and social
harm if one of their biological parents were a cadaver. Indeed, this
concern amounts to a central social concern as well, in that the
prospect of using gametes derived from the newly dead in order to
create children endangers our perception of the respect due to the
dead human body and our view of procreation as ideally grounded
in an interpersonal relationship between living persons».
COHEN C. B., Reproductive Technologies: Ethical Issues, in REICH W. T. (ed.),
Encyclopedia of Bioethics, vol. 4, New York: The Free Press, 19952: 2238.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
La British Human Fertilisation Authority (HFEA) ha promosso un
esteso dibattito e ha pubblicato nel 1994 un apposito studio,
ispirato ad un equilibrato pragmatismo e coerente con la tollerante
legislazione inglese. In esso si afferma che:
– l’uso di uova prelevate da feti abortiti è scorretto e che tali procedure
devono essere bandite;
– l'espianto di ovociti o di tessuto ovarico da cadavere, è lecita in linea
di principio, ma per il momento non dovrebbe essere consentito;
– l'unica fonte ammessa di gameti e tessuti ovarici è costituita da
donatrici viventi e capaci di dare il loro consenso.
– Il documento permette ricerche su uova o tessuti ovarici senza
distinguere se provengono da donatrici viventi, cadaveri o feti.
BRITISH HUMAN FERTILISATION AUTHORITY, Donated Ovarian Tissue in Embryo Research and
Assisted Conception: Public Consultation Document, London 1994: 4.
Giudizio morale
sui trapianti a scopo procreativo
„
Pur restando apprezzabile il tentativo di disciplinare una materia
tanto fluida, la soluzione proposta sembra compromissoria ed
elude il nodo etico centrale.
„
Il trapianto gonadico a scopo procreativo, comunque praticato e
usando qualsivoglia fonte per gli espianti, si configura sempre –
sin dalle intenzioni – quale negazione del legame inscindibile fra la
relazione interpersonale coniugale e la generazione umana nelle
sue molteplici dimensioni. Il fatto che il donatore sia un vivente o
un feto o un cadavere non muta sostanzialmente il giudizio morale
sull'irruzione di una realtà estranea nel processo generativo, sia
essa veicolata attraverso un gamete maschile o femminile.
„
La connessione tra il dono della vita e l'amore umano incarnato ci
pare talmente evidente da imporsi alla ratio ethica di ciascuno
come un bene irrinunciabile e primario che dovrebbe essere
annoverato tra i valori comuni condivisi e socialmente tutelati.
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