I testimoni del passato per i protagonisti del futuro

Scuola Media Statale T. Mommsen
Classe III P
I testimoni del passato
per i protagonisti del futuro
A tutti i deportati
vittime del nazi-fascismo, e non solo...
"Ci sono pagine da leggere perché nessuno debba più scriverle"
Primo Levi
Anno scolastico 2008-09
2
I ragazzi della IIIP della "S.M.S. Via T. Mommsen" Roma
Anno scolastico 2008-09
Un particolare ringraziamento
Francesco Angelini
Lorenzo Giglio
Matteo Arella
Giulia Golino
Angelica Attili
Alessandra Imeneo
Lorenzo Bonaiuto
Luca Lamberti
Linda Carbonaro
Riccardo Marinucci
Serena Comucci
Eleonora Marocco
Alessandro Dionisio
Alessandro Mele
Gianluca Domeniconi
Andrea Modeo
Simone Faita
Federico Pace
Flavio Fortunato
Claudia Ricci
Al testimone Franco Varini- Centro Guerzoni a Carpi- Modena
All'ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati), nella persona del dottor Aldo Pavia
Alla comunità ebraica: Sinagoga e Museo Ebraico
Al Comune di Roma, Dipartimento XI - Politiche Educative e Scolastiche – IVU.O. - Progetti
Speciali – Via Capitan Bavastro 94 – dott.ssa Stefania Buccioli – M. Adelaide Uccelli –
Rossella Nepi e Stefania Chiffi
Stefano Fragasso
Giammarco Russo
Al sindaco di Roma Gianni Alemanno
All'Assessore alle Politiche Educative del Comune di Roma dott.ssa Laura Marsilio
Gabriele Gabrieli
Federica Sorgini
Al professor Marcello Pezzetti, studioso ed esperto della materia
Riccardo Galasso
Professoressa Anna Angelici
Alla fondazione "La Casa della Memoria" di Roma
Al Dirigente Scolastico della S.M.S. Via T.Mommsen Prof. ssa Antonietta Sarni
Alla Prof.ssa Anna Angelini della classe III P
E a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto
3
4
Tabella di progettazione
Scuola
Classe
Anno scolastico
Progetto
Via T. Mommsen Plesso Deledda Roma
III P
2008-2009
"Viaggio nella memoria: per non dimenticare la tragedia del `900"
Compito del
progetto
Tempi per
l'attuazione
Fasi
progettuali
Contenuti
Conoscere per
non dimenticare
Da dicembre a
marzo
Scelta e
definizione
della tematica
da approfondire
Le leggi razziali
del 1938-39 in
Italia
Percorso
di ricerca
storica
Libri, saggi e
pubblicazioni
specifiche
Storia
Formazione dei
gruppi e
distribuzione
dei compiti
Gli ebrei di Roma
Contatti
con la
"Casa
della
Memoria"
Lavoro di
gruppo
Film,
cortometraggi
e documentari
Educazione
civica
Stimolare it
recupero di
identity
dell'individuo e
del gruppo
Comprendere
l'importanza
della
documentazione
e delle
testimonianze
per la
ricostruzione di
un percorso
storico
Potenziare la
capacity di
lavorare in
gruppo
Venerdi alla
sesta ora
Ricerca, lettura
ed analisi di
informazioni e
documenti
Mezzi
Documenti
Discipline
o aree
disciplinari
coinvolte
Prefazione
7
Introduzione
8
9
Le tappe della Shoah in Italia
Capitolo 1 - Le leggi razziali del 1938-1939 in Italia
Italiano
Gli ebrei nell'Italia unita
10
L'invenzione delle razze
10
Ideologia e propaganda
10
Il manifesto della razza
11
Dichiarazioni sulla razza
12
Le conseguenze delle leggi razziali
Visione di film,
filmati e
documentari
_
Imparare ad
assumere ruoli e
compiti di
Educare
all'uguaglianza,
al rispetto
dell'altro e alla
pace
Alcuni Campi di
Concentramento
in Italia
Metodi
Indice
Selezione del
materiale
raccolto
I campi di
deportazione e di
sterminio in
Europa
La Shoah:
pensieri e
riflessioni
di ieri e di oggi
Rielaborazione
e stesura del
materiale
raccolto
Lavoro su
compito
reale
Tecniche
di
progettazi
one
Tecniche
di ricerca,
scrittura,
grafiche
Computer e
stampante
Educazione
tecnica
Trasposizione
al computer per
la realizzazione
di fascicoli
Visita del
ghetto e della
sinagoga
prodotto finale
Fascicolo "I testimoni del passato per i protagonisti del futuro"
Cd-rom "Dal ghetto di Roma at Campo di Fossoli"
Mostra at Vittoriano
18
Geografia
Capitolo 2 - Gli ebrei di Roma
Foto
L'antico ghetto di Roma e la sua storia
22
22
La vita nel ghetto
25
Gli ebrei di Roma
27
Roma: "città aperta"
28
16 ottobre 1943:la deportazione degli ebrei di Roma
29
Il destino degli ebrei di Roma
Alcune testimonianze
30
32
Capitolo 3 - Alcuni Campi di concentramento in Italia
tutor di progetto
Pro.ssa Anna Angelini
16
La vita nei campi di concentramento
34
34
La risiera di San Sabba
37
Borgo San Dalmazzo
38
Campo di Fossoli
40
Campo di Grosseto
45
Campo di Bolzano-Gries
47
Testimonianze
49
Capitolo 4 I Campi di deportazione e di sterminio in Europa
Auschwitz
Il fascicolo intende approfondire, attraverso testimonianze, documenti, pubblicazioni e luoghi la
52
tragedia del Novecento che ha visto coinvolti milioni di uomini, donne e bambini, discriminati per
Mathausen
53
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motivi razziali, ideologici e politici. Lo scopo di questa ricerca - un viaggio a ritroso nel tempo — e
Ravensbruck
56
stato quello di conoscere e di comprendere meglio le cause, i fatti, gli eventi e le conseguenze
Dachau
57
dell'Olocausto.
Bergen Belsen
58
Una presa di coscienza, a volte diretta, mediante l'incontro con i testimoni sopravvissuti e la visita al
Buchenwald
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Campo di Fossoli ed al Museo del deportato a Carpi.
I bambini di Terezin
Esperimenti e torture sui deportati
Lavori forzati e maltrattamenti
Capitolo 5 Testimonianze, pensieri e considerazioni
Pensieri e riflessioni sulla Shoah
Come dice Frediano Sessi nel suo libro "Ultima fermata Auschwitz": "Sia un tuo imperativo capire e
60
62
ricordare. Non serve piangere o disperarsi, ma una sola promessa: che quanto e accaduto a noi
non accada mai più a nessuno, sulla faccia della terra".
65
Nella realizzazione del presente lavoro, noi ragazzi della 3P, ci siamo organizzati per gruppi,
utilizzando un metodo di ricerca basato sul compito reale che ha visto coinvolti e responsabilizzati
66
tutti i componenti della classe e che ci ha permesso di approfondire aspetti, problematiche e
... dal punto di vista dei nazisti ...
66
67
contenuti diversi nell'ambito della stessa grande tematica: "Viaggio nella memoria: per non
La memoria ...
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dimenticare la tragedia del Novecento".
Testimonianza di Primo Levi
69
Testimonianza di un sopravvissuto
71
Altri testimoni
73
Giornata della memoria 27/01/2009
74
Conclusione
79
Bibliografia
80
Sitografia e Filmografia
82
Glossario
83
7
Prefazione
8
Introduzione
Le tappe della Shoah in Italia
Cos'e la Shoah?
Con i termini "shoah"(dall'ebraico"catastrofe ") e olocausto" (dal greco holos "completo" e kaustos
I117 novembre 1938 il governo fascista emana i provvedimenti per la
"rogo") si indica la persecuzione e it programmatico genocidio degli ebrei europei da parte del
difesa della razza meglio note come leggi razziali.
regime nazista nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
La legislazione tedesca del tempo, procedette ad una sistematica persecuzione di quella parte della
popolazione infatti, a partire dal settembre del 1941 gli ebrei tedeschi furono costretti a portare,
cucita sui loro abiti, la stella di David; gli adolescenti non ebbero più la possibilità di frequentare la
scuola pubblica; i capofamiglia furono allontanati dagli uffici della pubblica amministrazione,
L' 8 settembre 1943 gli ebrei vengono arrestati e deportati nei lager.
dall'esercito e furono interdetti dallo svolgere qualsiasi professione. Fu loro vietato di pubblicare gli
annunci funebri sui giornali, di conservare i propri nomi nell'elenco telefonico, di frequentare
luoghi di villeggiatura e vacanze, di lavorare nel mondo dello spettacolo. Furono, vietati i
matrimoni misti. Nei mesi successivi decine di migliaia di ebrei furono deportati nei ghetti in
Polonia e nelle cina sovietiche occupate, per poi essere spostati nei campi di concentramento e di
I116 ottobre 1943 vengono arrestati e deportati gli ebrei romani.
sterminio. Lo stesso avvenne in Italia sotto il regime fascista I campi erano, solitamente,agglomerati
di baracche o di capannoni,circondati da torrette e delimitati da reti di filo spinato. Vennero definiti
campi di lavoro o centri di rieducazione ma in realtà ormai sappiamo che si tratto, troppo spesso, di
veri e propri, "campi di sterminio"per 1'annientamento psicologico e 1'eliminazione fisica di interi
gruppi etnici, religiosi e di oppositori politici. All'interno di tali campi le forze di polizia naziste
furono le feroci SS, la Gestapo e i Kapoò. Questi ultimi vennero, perlopiù, scelti tra gli ebrei stessi
e, spesso, non furono meno feroci dei loro persecutori.
11 24 marzo 1944 con la strage delle Fosse Ardeatine i tedeschi fucilarono
Gli internati vennero sottoposti ad ogni forma di sofferenza ed aberrazione, a volte erano costretti a
355 persone.
rimanere per giorni interi in piedi lungo il muro di cinta del campo, bagnati ogni tre ore da getti
d'acqua fredda, anche in pieno inverno, senza bere, senza mangiare e senza poter soddisfare in
modo decoroso i propri bisogni naturali.
Gli interrogatori potevano durare anche sessanta ore, i detenuti non potevano sfuggire at fuoco delle
Il 4 giugno 1944 Roma fu liberata e it 2 maggio 1945 si ebbe la
domande e alle torture fisiche che avevano lo scopo di condurre la vittima al crollo fisico e morale.
capitolazione finale di nazisti e fascisti.
Nei forni crematori venivano bruciati i cadaveri, dal momento che nella stanza mortuaria, in vane
occasioni, questi erano ammassati fino at soffitto.
9
10
Capitolo 1
Le leggi razziali del 1938-1939 in Italia
Ideologia e propaganda
Tra il 1936 e gli inizi del 1938 in Italia si sviluppa un' intensa azione propagandistica che, spaziando
dalla riproposizione del tradizionale antigiudaismo cattolico alla diffusione della nuova
impostazione razzistico-biologica, raggiunge progressivamente le varie sfere della società, penetra a
Gli ebrei nell'Italia unita
fondo nel partito fascista, inizia a orientare 1' opinione pubblica.
Il varo delle leggi antisemite e quindi preceduto e accompagnato da scritti ideologici e da articoli di
Nei primi decenni del `900 gli ebrei italiani (compresi quelli di Trieste e Fiume) erano circa 45.000,
stampa che giustificano e diffondono 1' avversione contro gli ebrei.
pari all' uno per mille della popolazione della penisola.
Si diffonde la loro qualificazione di "antifascisti", dizione che nell' Italia totalitaria significa "anti-
Erano benestanti e proletari, laici e religiosi, nazionalisti e non, reazionari e moderati.
italiano".
Una delle maggiori differenze tra italiani ebrei e italiani non ebrei era l' alfabetizzazione: pressoché
Gli ebrei ormai sono definiti come una "razza" e non più come un gruppo religioso o identitario.
generalizzata fra i primi e limitata solo alla meta dei secondi.
La campagna antisemita e quella contro i neri si snodano su strade parallele, riunite ed intrecciate in
Nei primi anni del secolo la presenza del tradizionale antigiudaismo cattolico o dell' antiebraismo
occasioni quali il testo ideologico " Il manifesto fascista della razza"del luglio 1938 e la nuova
"nazionalista" non preoccupava più di tanto gli ebrei d' Italia, convinti che il `900 avrebbe apportato
rivista " La difesa della razza".
solo progresso e prosperità economica e sociale.
Quest’ultima è la parola d' ordine dell' intera campagna razzista, comparendo anche nei titoli di
alcune leggi :la maggioranza "bianca ariana cattolica"della penisola perseguita neri ed ebrei per
"difendersi".
La violenza di parole e raffigurazioni ha lo scopo di distruggere 1' integrazione.
L' invenzione delle razze
L' idea dell' "ariano" come rappresentante della razza pura, portatore di cultura proviene dal libro
"Die Grundlagen des 19. Jahrhunderts" ( I fondamenti del XIX secolo) di Houston Stewart
Chamberlain, scritto del 1899. Gli ebrei sono visti nella logica di una "razza minore" mista in eterna
lotta con gli "ariani". Gli ebrei sono definiti come un miscuglio di razze orientali, asiatiche,
mediterranee, camite, nordiche, negroidi.
Per migliorare la qualità del popolo tedesco venne vietato il matrimonio misto con appartenenti
alle"razze" considerate fisicamente e caratterialmente "inferiori."
12
4.
Il manifesto della razza
LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE E NELLA MAGGIORANZA DI
ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTA ARIANA.
Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco e
I15 agosto 1938 sulla rivista "La difesa della razza" viene pubblicato it seguente manifesto:
rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da
I1 ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti,
docenti nelle università italiane, che hanno, sotto 1'egida del Ministero della Cultura Popolare,
elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo
dell'Europa.
redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista:
5.
E UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI
STORICI.
1. LE RAZZE UMANE ESISTONO.
La esistenza delle razze umane non a gia una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una
Dopo 1'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli
realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà a rappresentata da
capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre
masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che
nazioni europee la composizione razziale a variata notevolmente in tempi anche moderni, per
furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a
1'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi a la stessa di quella che era mille
priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane
anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a
differenti.
famiglie che abitano 1'Italia da almeno un millennio.
2. ESISTONO GRANDI R A Z Z E E PICCOLE RAZZE
Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente
6.
sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche
storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli
ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, ecc.)
Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano 1'Italia. Questa antica purezza di
individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal
sangue a il pia grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA".
Questo enunciato non a basato sulla confusione del concetto biologico di razza con it concetto
punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali a una verità evidente.
7.
3. IL CONCETTO DI RAZZA E PURAMENTE BIOLOGICO.
E’ TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI.
Tutta 1'opera che finora ha fatto il Regime in Italia a in fondo del razzismo. Frequentissimo e
Esso quindi a basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati
essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Pero alla base delle differenze di
popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai
Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non a solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia
diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli e diversa. Sono state proporzioni diverse di
razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il
domino assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano
ancora in assimilate una alle altre le diverse razze.
stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in
Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o
religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e 1'indirizzo
ariano-nordico. Questo non vuole dire pero introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco
come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto
additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi
caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le ram extra-europee, questo vuol
dire elevare 1'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore
responsabilità.
13
14
8. E’ NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI
Questo a il documento fondamentale, che ebbe un ruolo non indifferente nella promulgazione delle
D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI
cosiddette leggi razziali, e il Manifesto della Razza o più esattamente il Manifesto degli scienziati
AFRICANI DALL'ALTRA.
razzisti, pubblicato una prima volta in forma anonima sul Giornale d'Italia il 15 luglio 1938
Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono 1'origine africana di alcuni
con il titolo "I1 Fascismo e i problemi delta razza", e poi ripubblicato sul numero uno della
popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni
rivista "La difesa della razza" i15 agosto 1938. Il 25 luglio 1938 - dopo un incontro tra i dieci
semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
redattori della tesi, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri ed il segretario del PNF Achille
Starace - la segreteria politica del PNF comunica it testo completo del lavoro, corredato dall'elenco
9. GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAllA ITALIANA.
Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in
dei firmatari e degli aderenti. Tra le adesioni at manifesto spiccano quelle di personaggi illustri - o
generate a rimasto. Anche 1'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del
Galeazzo Ciano, Amintore Fanfani, Agostino Gemelli, Giovanni Gentile, Luigi Gedda, Giovannino
ricordo di qualche nome; e del resto i1 processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia.
Guareschi, Mario Missiroli, Romolo Muni, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Giuseppe Tucci.
Gli ebrei rappresentano Tunica popolazione che non si a mai assimilata in Italia perché essa e
Nonostante alcuni sostengano che Mussolini non fosse antisemita (forse perché una delle sue
costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno
amanti, Margherita Sarfatti, era ebrea), Galeazzo Ciano riporta net suo diario per la giornata del 14
dato origine agli Italiani.
luglio 1938: «II Duce mi annuncia la pubblicazione da parte del Giornale d'Italia di uno statement
destinati a diventare tali - come, ad esempio, Giorgio Almirante, Piero Bargellini, Giorgio Bocca,
sulle questioni della razza. Figura scritto da un gruppo di studiosi, sotto 1'egida del Ministero della
10.
I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI
Cultura Popolare. Mi dice che in realtà 1'ha quasi completamente redatto lui>>. Al Regio Decreto
Legge del 5 settembre 1938 - che fissava <<Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola
ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO.
L'unione e ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, net quale caso non si deve parlare di
fascista> - e a quello del 7 settembre - che fissava <<Provvedimenti nei confronti degli ebrei
vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono
stranieri>> - fa seguito (6 ottobre) una <dichiarazione sulla razza>> emessa dal Gran Consiglio del
solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. II carattere puramente europeo
Fascismo. Tale dichiarazione viene successivamente adottata dallo Stato sempre con un regio
degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una
decreto legge che porta la data del 17 novembre dello stesso anno. Sono dunque molti i decreti che,
civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
tra restate e 1'autunno del 1938, sono firmati da Benito Mussolini in qualità di capo del Governo e
poi promulgati da Vittorio Emanuele III. Tutti tendenti a legittimare una visione razzista delta cosi
delta questione ebraica. L'insieme dei questi decreti e dei documenti sopra citati costituisce appunto
1'intero corpus delle leggi razziali. Alcuni degli scienziati ed intellettuali ebrei colpiti dal
provvedimento del 5 settembre (riguardante in special modo il mondo delta scuola e
dell'insegnamento) emigrano negli Stati Uniti. Tra Toro ricordiamo: Emilio Segre, Achille Viterbi
(padre di Andrea Viterbi), Enrico Fermi (che aveva sposato un'ebrea), Arnaldo Momigliano, Bruno
Pontecorvo, Bruno Rossi. Chi decide di rimanere in Italia a costretto ad abbandonare la cattedra.
Tra questi: Tullio Ascarelli, Alessandro Della Seta, Gino Fano, Federigo Enriques, Giuseppe Levi,
Benvenuto Terracini, Tullio Levi-Civita, Rodolfo Mondolfo, Adolfo Ravà, Attilio Momigliano,
Gino Luzzatto, Donato Ottotenghi, Tullio Terni e Mario Fubini). L'insegnamento nelle scuole
riservate agli ebrei tuttavia non venne ancora proibito.
15
16
Dichiarazioni sulla razza
Provvedimenti relativi alla scuola
Nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, non possono essere ammesse persone di
razza ebraica ne possono essere ammesse al conseguimento dell' abilitazione alla libera
Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce che e considerato di razza ebraica:
docenza.
Dette scuole non possono essere frequentate da alunni di razza ebraica.
a) colui che nasce dai genitori entrambi ebrei
Nelle scuole di istruzione media a vietata 1' adozione di libri di testo di autori di razza ebraica.
b) colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera
Per i fanciulli di razza ebraica sono istituite speciali sezioni di scuola elementare in numero
c) colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto professa la religione ebraica
non inferiore a dieci.
d) non a considerato di razza ebraica colui che e nato da un matrimonio misto qualora professi
altra religione all' infuori dell' ebraica alla data del 1 ° ottobre XVI
Provvedimenti relativi all' esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica
Nessuna discriminazione a applicata, escluso in ogni caso 1' insegnamento nelle scuole di ogni
L' esercizio delle professioni di giornalista, medico chirurgo, farmacista, veterinario, ostetrica,
ordine e grado, nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana i quali appartengano a:
avvocato, procuratore, patrocinatore legale, esercente in economia e commercio, ingegnere,
a)
famiglie di caduti nelle quattro guerre sostenute dall' Italia: Libica, Mondiale, Etiopica e
architetto, chimico, agronomo, geometra, perito agrario può essere svolto da cittadini ebrei iscritti in
Spagnola;
elenchi aggiunti dichiarandola loro appartenenza alla razza. Salvi i casi di necessità la professione
b) famiglie di volontari nelle quattro guerre
deve essere esercitata esclusivamente a favore di persone appartenenti alla razza ebraica.
c)
E' vietato 1' esercizio di notaio ai cittadini italiani di razza ebraica.
famiglie di combattenti nelle quattro guerre insigniti della croce al merito di guerra
d) famiglie dei caduti per la causa fascista
e)
famiglie di mutilati invalidi e feriti della causa fascista
f)
famiglie di fascisti iscritti al partito
g) famiglie aventi eccezionali aventi eccezionali benemerenze
Provvedimenti relativi ai matrimoni
I1 Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:
a)
il divieto di matrimoni di italiani con altre razze non ariane
b) il divieto per i dipendenti dello stato e di enti pubblici di contrarre matrimonio con donne
straniere di qualsiasi razza
c)
il matrimonio di italiani e italiane con stranieri anche di razze ariane deve avere il
preventivo consenso del Ministero dell' Interno. I trasgressori sono puniti con 1' arresto fino a
tre mesi e con 1' ammenda fino a lire 10.000
17
18
E ciò avvenne anche per 1' ampia partecipazione degli ebrei alla vita intellettuale italiana: basti
pensare che , in termini percentuali, nel '38, gli ebrei rappresentavano meno dell' uno per mille della
Le conseguenze delle leggi razziali
popolazione mentre i professori universitari rappresentavano oltre 1' 8 % dell' intera categoria. Gli
ebrei vennero quindi esclusi dalla vita intellettuale dell' epoca a partire dalla creazione dell'
Nell' agosto del 1938 viene schedata la popolazione ebraica presente sul territorio nazionale
attraverso un censimento.
I primi decreti-legge antiebraici sono approvati dal Consiglio dei ministri del governo fascista del
regno d' Italia nelle sedute dell' 1\2 settembre e del 7\9\10 novembre; tutti vengono controfirmati da
Vittorio Emanuele III di Savoia e vengono convertiti in legge dalla Camera e dal Senato.
Accademia d' Italia, la nuova istituzione voluta da Mussolini, per rappresentare la cultura nazionale e
priva fin dall' inizio di soci ebrei.
Fra gli intellettuali che vennero cancellati dal panorama culturale e scientifico italiano c' erano
matematici e fisici di fama internazionale.
Scorrendo i loro nomi e ci si rende conto delta profonda ferita inferta dal fascismo alla cultura e alla
I testi sono voluti, pensati e definiti dal dittatore Benito Mussolini.
scienza italiana.
Dal 1938 al 1943 it regime emana innumerevoli norme di allontanamento ed esclusione.
In conseguenza delta scelta di imperniare la legislazione sul criterio razzistico-biologico, vengono
Tanti furono i docenti e i promettenti ricercatori costretti a cercare una collocazione accademica o
professionale all' estero , e molti di loro lo fecero conseguendo brillanti risultati.
perseguitate anche persone di fede cattolica.
Sono vietati nuovi matrimoni "razzialmente misti".
Gli ebrei sono espulsi dagli impieghi pubblici , progressivamente da quelli privati, dalle forze
armate , dall' insegnamento, dal comparto della cultura e dell' intrattenimento, da quello delle libere
professioni....
Vengono "arianizzati" i nomi di strade e biblioteche .
Viene posto un limite quantitativo nel possesso di Beni.
II Coni decreta 1' espulsione degli atleti ebrei dalle federazioni sportive.
Studenti,docenti e libri di testo "di razza ebraica" sono espulsi dalle scuole pubbliche.
Tutti questi provvedimenti da un lato perseguitano le vittime e le spingono ad abbandonare 1' Italia,
dall' altro trasformano progressivamente 1' Italia in uno stato ariano e "disebreizzato". Mussolini ha
già distrutto la precedente democrazia liberale; nel 1938 inizia la trasformazione dell' Italia in stato
L' unica protesta pubblica in Italia fu quella del filosofo Benedetto Croce.
All' estero invece, eminenti personalità della cultura presero posizione contro 1' antisemitismo
fascista; fra loro ci fu Albert Einstein , che nel dicembre '38 rassegno le proprie dimissioni dall'
Accademia dei Lincei.
Le leggi persecutorie dispongono 1' esclusione dei ragazzi "di razza ebraica" dalle scuola pubbliche.
Le comunità israelitiche vengono autorizzate a istituire scuole elementari e medie inferiori.
Non vi sono proteste collettive pubbliche da parte di italiani non ebrei: lo impediscono la dittatura
ormai totalitaria e it diffuso consenso a Mussolini e al regime.
La stampa di regime osanna la persecuzione. II quotidiano " L' Oosservatore Romano" protesta
contro la norma che vieta matrimoni " razzialmente misti"; non protesta contro le altre norme.
Numerosi studenti e giovani intellettuali sono tra i maggiori sostenitori e divulgatori dell'
antisemitismo e del razzismo.
antisemita
L' autunno del 1938 vide 1' eliminazione completa dalle scuole pubbliche , dalle university, dalle
accademie e dai conservatori, dei docenti , degli studiosi e degli scienziati ebrei, che pure avevano
fornito un contributo importante alla cultura scientifica, giuridica, economica, letteraria e musicale
del nostro paese.
L'esclusione fu duplice perché colpi sia le persone che i libri : il contributo degli autori definiti dal
fascismo " di razza ebraica" doveva essere completamente cancellato e lo fu per sette lunghi anni.
II danno fu profondo , oltre che per i perseguitati, anche per la cultura italiana.
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Tratto dalla mostra al Vittoriano “Le leggi razziali” dic. 2008
Capitolo 2
Gli ebrei di Roma
L'antico ghetto di Roma e la sua storia
L'imperatore Tito con la conquista della Giudea, la terra natale degli ebrei, e con la distruzione del
tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. diede iniziò alla diaspora, la dispersione degli ebrei; essi
fuggirono verso Francia, Germania ed Europa orientate.
Durante il Medioevo gli ebrei si trasferirono da Trastevere all'altra sponda del Tevere.
La Chiesa si dimostro subito contraria all'insediamento degli ebrei e alla loro integrazione nella
società romana, tanto che nel 1215 li costrinse a indossare un segno di riconoscimento sulle loro
vesti.
Quando nel 1492 i cattolici regnanti di Spagna, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia,
La parola "ghetto" si riferisce a un'area nella
firmarono un decreto di espulsione per tutti gli ebrei, essi furono costretti ad emigrare verso oriente,
quale persone considerate di un determinato
diffondendo la loro tradizione di rito sefardita. Furono pero espulsi anche dalla Francia e dal
retroterra etnico, o unite da una determinata
Portogallo.
cultura
A Napoli gli ebrei sbarcarono a frotte ma poterono rimanere solo fino a quando arrivarono gli
o
religione,
vivono
in
gruppo,
volontariamente o involontariamente, in regime
spagnoli.
di reclusione più o meno stretta.
A Roma il Papa accolse gli ebrei esuli dalla cacciata dalla
Sembra che il termine "ghetto" derivi da quello
Spagna.
che fu probabilmente uno dei primi ghetti,
I1 Papa Alessandro VI Borgia permise agli ebrei di vivere
quello di Venezia, risalente at XIV secolo.
a Roma ma il suo successore Papa Paolo IV nel 1555
Infatti la zona in cui sorse era prima di tutto una
emanò la bolla Cum Nimis Absurdum con la quale fece
fonderia di ferro ("dal veneziano geto o gheto
istituire in ogni città i ghetti perché riteneva assurdo che
inteso come getto, cioè la gettata di metallo
gli ebrei fossero giudicati uguali ai cattolici e che
fuso"). Secondo altre interpretazioni la parola
vivessero insieme nella stessa città, in quanto accusati di
ghetto viene dall'erbraico "ghet" (divorzio,
deicidio; inoltre revoco tutti i diritti concessi agli ebrei
separazione).
romani.
Va però sottolineato come il ghetto, al
A Roma 1'area scelta per edificarvi il ghetto era la più
momento della sua istituzione, fosse il quartiere ricco di una città, abitato da mercanti e usurai,
malsana e insalubre della città in quanto molto bassa
chiuso la notte e vietato ai non ebrei (ghetto di Venezia).Solo successivamente Ghetto andò a
la sinagoga
rispetto al livello del Tevere e costantemente inondata
indicare un quartiere povero (ghetto di Roma).
dalle acque dello stesso anche più volte l'anno.
Gli ebrei giunsero a Roma, come primo insediamento in Europa, nel II secolo a.C. e si stabilirono in
Un muro circondava la zona e cinque cancelli su di esso erano aperti soltanto durante it giorno per
Trastevere.
permettere agli ebrei di uscire per esercitare i due soli mestieri a loro consentiti: vendita ambulante di
Molti di loro non lasciarono più questa città perché ne capirono 1'importanza della posizione
stracci e prestiti ad usura, sempre indossando, perché lo speciale contrassegno di colore giallo. I
geografica per il commercio nel Mediterraneo.
cancelli erano sorvegliati da una sentinella; nessun ebreo poteva allontanarsi dal ghetto di notte se
non voleva essere gravemente punito. Oltre all'obbligo di risiedere all'interno del ghetto, gli ebrei,
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24
come prescritto della bolla papale, dovevano portare un distintivo che li rendesse sempre
L a vita nel ghetto
riconoscibili: un berretto gli uomini, un altro segno di facile riconoscimento le donne.
I16 ottobre 1586 Papa Sisto V revocò alcuni divieti e consentì un piccolo ampliamento del quartiere
che raggiunse un'estensione di tre ettari. Infatti, si cerco di aumentare it numero di ebrei presenti nel
ghetto perché questi erano considerati un'importante forza lavoro.
Nel 1825 Papa Leone XII, a causa di pressioni internazionali, fece ampliare ulteriormente la
La vita nei ghetti fu tutt’altro che facile
dimensione del ghetto, aumentando il numero di porte e aggiungendo Via della Reginella e Via
per gli ebrei che erano sottoposti a
della Pescheria.
grandi limitazioni e privazioni e la loro
Papa Pio XI nel 17 Aprile 1848, giorno della Pasqua ebraica, ordino di abbattere i muri che
vita era continuamente scandita da leggi
circondavano il ghetto. Ma con la proclamazione della Repubblica romana 1'anno successivo gli
e regole assai rigide. Nel tempo le leggi
ebri furono di nuovo reintegrati nella società.
cui erano sottoposti gli ebrei dal 1555
Alla caduta della repubblica vennero nuovamente rinchiusi nel ghetto, anche se ormai non era p i a
(data della creazione del ghetto di
recintato.
Roma), non erano cambiate, ma
Nel 1870 con la conquista di Roma e la successiva perdita del potere temporale dei Papi, il nuovo
solamente modificate.
governo abolì il ghetto ed equiparo gli ebrei agli altri cittadini italiani.
L'Italia fu l'ultimo paese europeo a mettere fine alla segregazione degli ebrei. In Francia, ad
esempio vennero aboliti durante la Rivoluzione Francese.
Le regole di vita degli ebrei, scritte nella bolla papale Cum Nimis Absurdum, erano le seguenti:
Tuttavia, quando il ghetto romano fu aperto la situazione iniziale per gli ebrei romani fu tutt'altro
1. Era loro permessa una sola sinagoga per città (quella delle Cinque Scole che, in un unico
edificio, comprendeva quella Catalana, Castigliana, Siciliana, Nova e it Tempio)
che facile: pochi avevano i mezzi per frequentare le Università, per compiere lavori prima preclusi.
2. I loro libri erano stati requisiti e distrutti.
Inoltre le condizioni igieniche erano terribili: sporcizia, umidità, mancanza di aria erano le
3. Perché fossero sempre riconoscibili erano obbligati gli uomini a indossare un berretto ben
visibile, le donne un altro segno di facile riconoscimento, entrambi di colore grigio
caratteristiche inevitabili di questi luoghi coatti. Per ragioni sanitarie, si decise di raderlo
completamente al suolo e costruire nello stesso posto alcuni nuclei abitativi.
Gli ebrei vollero realizzare una grande Sinagoga, che fosse visibile da ogni luogo della città.
4. Erano obbligati a parlare solo in Italiano o Latino e ad usare unicamente queste lingue nei
documenti scritti.
Tuttavia, dovettero aspettare numerosi anni: la costruzione non inizio del 1901 e termini) nel 1904.
5. Era loro vietato dare impiego a cristiani.
6. Era loro vietato dare o ricevere trattamento medico a e da cristiani
Essa divenne la p i ù grande d'Italia e d'Europa. Al suo interno, vengono celebrati due diversi riti:
7. Non dovevano mai essere chiamati con 1'appellativo di "signore".
quello italiano e quello catalano.
8. II recinto del ghetto (proprio cosi veniva spesso chiamato) era chiuso da una o p i ù porte.
Queste venivano chiuse al calar del sole, per essere riaperte solo all'alba. Durante le ore buie
gli ebrei non potevano per nessuna ragione allontanarsi dal ghetto. Spesso i residenti
necessitavano di un visto per poter uscire dai limiti del ghetto anche durante il giorno.
9. Poiché gli ebrei non potevano acquisire terreni al di fuori del ghetto durante i periodi di
crescita demografica, i ghetti avevano strade anguste e case alte e affollate.
I1 ghetto di Roma in una carta di G. B.
Falda
25
26
10. In molte città gli ebrei potevano lavorare soltanto come ambulanti, straccivendoli, mercanti di
G l i e b r e i di Roma
oggetti di seconda mano e prestatori di denaro su pegno. Le donne, cui era vietato
confezionare o vendere indumenti nuovi, rammendavano abiti vecchi che poi venivano
Quando nel 1870 i cancelli del ghetto furono abbattuti gli ebrei romani non lo abbandonarono,
venduti dagli uomini.
perché, nonostante fosse stato it luogo nel quale erano stati rinchiusi, lo consideravano ancora come
Inoltre nei ghetti emergeva una
loro casa e come centro della cultura ebraica romana, luogo denso di memorie. Ad esempio it
profonda situazione di insicurezza e
Portico d'Ottavia rimase un luogo
miseria endemica. L'igiene era,
di raccolta anche per gli ebrei che
inevitabilmente, scarsissima
vivevano
confermando il mito che la puzza
1'essere costretti a risiedere net
degli ebrei spariva solo con il
ghetto non può non aver favorito
battesimo. Le costruzioni che
la
venivano innalzate per sopperire alle
ebraiche e il forte senso di
necessità di dare alloggio a tutti, a
appartenenza al luogo, alle pietre,
volte crollavano e lasciavano molta
allo spazio. II ghetto, quindi, non
fuori
diffusione
Roma.
delle
Infatti
tradizioni
gente per strada. Gli ebrei del ghetto
muore quando i suoi cancelli vennero abbattuti, ma quando vennero deportati tutti i suoi abitanti;
Affrontavano i problemi
ciò sta a significare che essi erano it ghetto, essi erano un pezzo della storia ebraica romana, non le
organizzando associazioni assistenziali per ogni aspetto della vita quotidiana. C'erano società che
abitazioni che lo componevano.
aiutavano i poveri, fornivano dote alle ragazze, assistevano le partorienti e i malati, finanziavano i
Quando il ghetto fu aperto iniziO un lento processo di integrazione del popolo ebraico con gli
funerali, provvedevano agli orfani. Gli ebrei lottavano contro I'isolamento e la disperazione
italiani, ciò permise che le due culture (cristiana e ebrea), che per tantissimi anni avevano vissuto
acquisendo un'istruzione.
In Italia gli ebrei pagavano tasse e tributi esosi, senza speranza di appello. La Polizia poteva entrare
nelle case e confiscare ogni suppellettile.
In ogni caso essi costituirono un mondo diverso e separato verso il quale forte fu il pregiudizio e
1'avversione.
l’una accanto all'altra, potessero veramente conoscersi. Perciò per tanti anni gli ebrei riuscirono ad
integrarsi con la popolazione, tanto che si consideravano prima di tutto italiani, poi romani e, infine,
ebrei.
Questo equilibrio come abbiamo visto non era destinato a durare: gia nei primi anni del `900
iniziarono a nascere movimenti antisemiti, che toccarono il loro apice con la proclamazione delle
leggi razziali che, come abbiamo visto, sconvolsero la vita di tutti gli ebrei e annullarono
quell'equilibrio che sembrava si fosse creato. Tuttavia sono molti gli ebrei che lasciarono le loro
città e si trasferirono a Roma proprio perché si pensava che, essendo la città del Papa, egli non
avrebbe mai permesso violenze nei loro confronti. Tuttavia la situazione peggiorava di giorno in
giorno ed erano molte le notizie che da altri paesi giungevano circa le deportazioni messe in alto dai
tedeschi.
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Roma: "citta aperta"
16 ottobre 1943: la deportazione degli ebrei di Roma
Come abbiamo detto nella pagina precedente, gli ebrei non abbandonarono la zona dell'ex-ghetto,
Come abbiamo visto, 1'appellativo di
neanche quando i movimenti antisemiti iniziarono, purtroppo ad essere una realtà. Anzi, furono molti
"città aperta" per Roma era soltanto
coloro che si recarono a Roma da altre città perché qui risiedeva il Papa che non avrebbe mai permesso
nominale.
violenze verso di loro, e perché era stata definita "città aperta." Infatti con la dichiarazione del 14
Ciò fu dimostrato il 24 settembre
agosto 1943 il governo Badoglio, sanciva per Roma (gia vittima di numerosi bombardamenti) lo
quando
status di "città aperta", ossia libera da comandi e reparti militari, in modo da non essere più soggetta a
telegramma al colonnello Herbert
bombardamenti. Purtroppo non fu mai cos! perché anche a Roma si stabili un comando delle SS
Kappler, che chiedeva di trasferire gli
tedesche. Questo era sotto il controllo del colonnello Herbert Kappler, ed era situato a Via Tasso.
ebrei romani in Germania per mettere
L'edificio, fatto costruire da Francesco Ruspoli, venne occupato dalle truppe tedesche 1'8 settembre
in atto la "soluzione finale". La
1943. Era diviso in due parti: l'ala sinistra dove vi erano gli alloggi delle SS e gli uffici, e 1'ala destra
adibita a carcere. Quest'ultimo era composto da numerose celle, divise tra maschili e femminili,
situate ai piani superiori, nelle quali le finestre erano state murate, le porte avevano uno spioncino
con cui i tedeschi potevano controllare sempre i prigionieri, anche nei bagni, poiché questi non
avevano le porte. I prigionieri trascorrevano le loro giornate nella cella potevano uscire solo per
1'unico rancio che ricevevano, per recarsi due volte in bagno e per i numerosissimi interrogatori. A
differenza dei prigionieri del carcere di Regina Coeli, essi non potevano ricevere o scrivere lettere,
fumare o leggere. L'unica concessione fatta alle vittime era la possibilità di ricevere biancheria due
volte alla settimana dai parenti, sempre sotto stretta sorveglianza delle SS. Non raramente capitava
che i prigionieri fossero uccisi durante le torture o durante episodi di rappresaglia messi in atto dalle
SS, come accadde nell'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944 quando furono prelevati da
questo carcere, oltre a quello di Regina Coeli e al Tribunale di Via Lucullo, numerosi prigionieri.
Questo fu una rappresaglia all'attentato di Via Rasella, dove furono uccisi circa 33 soldati tedeschi.
Le vittime della rappresaglia dovevano essere dieci per ogni tedesco, ma ne vennero aggiunte
"erroneamente" altre cinque, per un totale di 355, che vennero fucilate e seppellite nei pressi di Via
Ardeatina.
giunse
da
Berlino
un
richiesta di 50 chili d'oro, pena
la deportazione di 200 persone, illude inizialmente gli ebrei che i tedeschi mirino solo ad arricchirsi.
Con grandi difficoltà, grazie anche all'aiuto di cittadini non ebrei, l'oro viene raccolto e portato a Via
Tasso, sede delta SIPO, Polizia di Sicurezza Italiana. Tutti speravano che i tedeschi avrebbero
mantenuto la parola data e che non ci sarebbero stati episodi di violenza: nessuno si aspettava che il
centro della storia e della cultura ebraica di Roma stesse per vivere il suo giorno più atroce.
II 16 ottobre 1943 alle 5.30 del mattino, i tedeschi circondarono il ghetto e iniziarono la
deportazione di tutti gli ebrei. Bussavano ad ogni porta e prelevavano uomini, donne, bambini,
anziani e malati. Ordinavano di portare cibo per otto giorni e oggetti di valore.
Nessuno venne risparmiato. Fuggire
era inutile perché le case erano
circondate; in pochi riuscirono a
nascondersi con la complicità di
romani non ebrei. Alla fine di quel
sabato le SS tedesche registrarono la
cattura
di
1024
ebrei
romani.
Vennero radunati nei pressi del
Portico
d'Ottavia
dove
vennero
caricati su gran camion grigi e portati
al Collegio Militare di Via della
Lungara.
29
30
Il destino degli ebrei di R o m a
Le privazioni cui erano sottoposti li danneggiavano fisicamente e mentalmente : il campo di
concentramento mirava al p i ù completo annientamento della persona.
" Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere
Nella sola giornata del 16 ottobre 1943 gli ebrei romani avevano visto svanire tutte le loro speranze:
questa offesa, la demolizione di un uomo. Siamo arrivati al fondo, più giù di così non si può
anche Roma la città del Papa alla fine aveva ceduto ed erano stati catturati. Vennero portati nel
andare: condizione umana più misera non c'e, non è pensabile. Nulla e più nostro, non abbiamo
Collegio Militare di Via della Lungara. Qui furono sottoposti a grandi privazioni, ma, come molti
neanche un nome: si comprenderà allora il duplice significato del termine <<campo di
testimoniano, erano nulla in confronto alla paura e all'angoscia che provavano nel non sapere cosa
annientamento>>, e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul
li attendeva.
fondo ". (Da Se questo a un uomo di Primo Levi).
I deportati dal ghetto di Roma furono 1035, tra cui le donne erano 601 e i bambini 296. Nel
La vita di tutti i prigionieri del campo era scandita da rigidi orari imposti dai tedeschi addetti al
Collegio Militare nacque un bambino, figlio di Marcella Perugia, che sparI quella stessa notte e del
campo: erano costretti a compiere lavori pesantissimi, vivevano in condizioni di igiene precaria e
quale non si seppe p i ù nulla.
scarsissima, il rancio era insufficiente e moltissime erano le malattie che si diffondevano; inoltre
Due giorni più tardi, alle 14.00, partirono dalla stazione Tiburtina alla volta di Auschwitz-Birkenau
dovevano temere le selezioni perchè chi non le superava era inviato alle camere a gas o utilizzato
in Polonia. Molti del personale ferroviario testimoniano come essi furono caricati su carri bestiame
negli esperimenti. Nel campo vigeva la legge del più forte e chi non si adeguava veniva presto
che furono poi piombati. Nessuno intervenne e il treno partì tra le grida dei deportati che invano
eliminato. I prigionieri erano costretti a temersi 1'uno con 1'altro perché ogni giorno era una lotta
cercavano aiuto. In ogni vagone c'erano circa cinquanta persone stipate come bestie, senza cibo ne
per la sopravvivenza dove tutti erano nemici. Auschwitz è stato un campo di sterminio fisico e
acqua, se non quello che erano riusciti a prendere dalle loro case in quel 16 ottobre che sembrava
psicologico per tanti aspetti. Molti dei sopravvissuti hanno raccontato la loro esperienza ad
ormai lontanissimo.
Auschwitz, come in altri lager, ma nonostante le loro dolorose parole non possiamo solo immaginare
II
quali sofferenze e privazioni siano stati costretti a sopportare; e perciò nostro compito fare tesoro
23
ottobre
arrivarono:
rimasero
Belle tante testimonianze che ci sono state date perché un crimine simile non venga p i ù commesso.
tutta
la
notte at freddo nei
Dei 1035 ebrei del ghetto romano deportati ad
vagoni. I1 giorno
Auschwitz solo 18 furono i sopravvissuti,
dopo ci fu
nessun
la selezione;
Spizzichino che, ricordando il giorno della sua
soltanto 149 uomini
liberazione ha scritto nel suo libro "Gli anni
e
rubati ": " Mi dissero che erano arrivati gli
27
donne
entrarono
ad
tutti
un'unica
donna
Settimia
alleati, non ci credevo, avevo paura, volevo
Auschwitz,
gli
bambino,
altri
furono
rimanere nel mio nascondiglio. Poi mi dissero
che era il 15 aprile, allora ci credetti. Il 15
aprile, il giorno del mio compleanno ".
immediatamente
inviati alle docce, c i o è alla morte nelle camere a gas. Gli ebrei di Roma lasciati in vita qui
condussero la loro misera esistenza, anzi la loro dolorosa sopravvivenza.
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Alcune testimonianze
"I tedeschi bussarono, poi non avendo ricevuto risposta sfondarono le porte, dietro le
quali gli abitatori stavano in esterrefatta attesa, con gli occhi da ipnotizzati e il cuore ; i
Testimonianze di Settimia Spizzichino, Giacomo Debenedetti, Elio Toaf, Lucia de Marchi e
Sisto Quaranta, sulla deportazione degli ebrei romani del 16 ottobre 1943.
fermo in gola. Quando tutto fini non si vedeva p i ù nessuno per le vie del Ghetto, regnava
la desolazione della Gerusalemme di Geremia... Tutta Roma era rimasta allibita."
(Giacomo Debenedetti)
"I1 16 ottobre all'alba, ci stavamo svegliando tutti. Bisognava
alzarsi presto per mettersi in fila per trovare da mangiare o per
avere sigarette e qualunque altra cosa. C'era un gran silenzio per le
"Quel 16 ottobre 1943 e una data infausta non solo per gli ebrei, ma per Roma, per 1'Italia e per il
strade perché con il coprifuoco non si poteva uscire. Sentimmo
mondo intero. Quell'episodio ha travalicato qualunque confine rotto ogni argine, reso universale un
passare dei camion e poi dei passi pesanti, passi militari. Pensammo
tragedia per la quale nessuno allora mosse un dito."
a delle esercitazioni: non sapevamo che stavano circondando il
(Elio Toaf, Rabbino della comunità italiana)
ghetto. All'improvviso la piazza esplose: sentimmo
ordini in tedesco, grida e imprecazioni. Ci affacciamo alla finestra e vedemmo i soldati tedeschi che
spingevano la gente fuori dalle case e 1'avviavano verso il Portico d'Ottavia. "Prendono gli ebrei"
Mai spettacolo p i a raccapricciante s ' e offerto ai nostri occhi. Ci sentiamo disarmati e
sussurro mi padre. Scappare non si poteva, i tedeschi stavano arrivando in direzione delta nostra
insufficienti per aiutare i deportati, paralizzati da una pietà fremente di ribellione, da una
casa. Papa ci fece entrare in una stanza orinandoci di stare net silenzio p i ù assoluto, poi apri la porta
specie di terrore che domina tutti vittime, personale ferroviario, spettatori popolo."
di casa lasciandola spalancata. "Penseranno che siamo scappati" disse piano tornando. Forse ce
(Lucia de Marchi, volontaria della Croce Rossa)
1'avevamo fatta. Ma mia sorella Giuditta perse la testa quando udì i passi dei tedeschi per le scale.
Scappo via e se li trovò davanti, torno indietro da noi e cosi ci trovarono. Ci fecero uscire dalla
stanza e ci diedero un biglietto di istruzioni: avevamo venti minuti per prepararci e prendere con noi
Non voglio far morire it ricordo di questa atrocità commessa dall'uomo, per non lover ricadere
oro, gioielli e cibo per otto giorni. Ricordo che presi del pecorino e una scatola di peperoni
nello stesso errore: continueremo a ricordare, difenderemo la pace la libertà e la democrazia. (Sisto
acquistati alla borsa nera.
Quaranta)
Quando uscimmo i tedeschi ci misero in fila con i nostri vicini e ci spinsero tutti verso il Portico
d'Ottavia. Fummo ammassati tutti davanti a S. Angelo in Pescheria. I camion grigi arrivarono, i
tedeschi caricavano a spintoni o col calcio del fucile uomini, donne e bambini, ma anche vecchi e
malati. Quando tocco a noi mi accorsi che it camion imboccava il lungotevere in direzione di
Regina Coeli. Scoppiai a piangere, "Non voglio andare in galera non abbiamo fatto nulla." Ma il
camion non si fermo a Regina Coeli, andò avanti fino al Collegio Militare. Restammo qui due
giorni, poi ci caricarono di nuovo sui camion grigi e ci portarono alla Stazione Tiburtina. Ci
ammassarono tutti in carri bestiame e quando fummo saliti li chiusero e li piombarono."
(Settimia Spizzichino)
33
34
Capitolo 3
Alcuni Campi di Concentramento in Italia
litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo circa un litro di minestra senza carne, spesso con
verdure avariate. La cena consisteva in circa 300 - 350 grammi di pane nero duro come pietra, in
quantità irrisorie di un altro alimento e da una bevanda d'erbe. Il lavoro pesante e la fame causavano
1'esaurimento totale dell'organismo. La carenza di alimenti sufficienti portava spesso alla morte per
fame. Alcune fotografie scattate dopo la liberazione del campo, mostrano detenute divenute quasi
cadaveri e con un peso variabile dai 23 ai 35 Kg.
La vita nei campi di concentramento
A tal riguardo e utile riportare la giornata tipo di un detenuto del campo di Mauthausen. In estate, la
sveglia avveniva da Lunedì a Sabato, alle 4.45. Alle 5.15 si effettuava 1'appello. Le ore lavorative:
dalle 6 alle 12 e dalle 13 alle 19. fra le 12 e le 13 vi era la pausa meridiana che comprendeva la
Le persone deportate nei campi di concentramento erano sottoposte a condizioni proibitive: la
marcia per raggiungere it campo dal posto di lavoro, quella del ritorno e 1'appello per certe squadre
sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di biancheria si
che lavoravano nella zona del campo. Dopo le 19 vi era un altro appello e il rancio. Alla domenica
succedevano ad intervalli pluri-settimanali e persino mensili, e gli internati non avevano la
lavoravano soltanto alcune squadre addette all'industria bellica ed i prigionieri che erano in
possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diverse malattie, in particolare del
punizione. In inverno la sveglia avveniva alle 5.15;1'inizio e la cessazione del lavoro nella cava di
tifo, della febbre tifoidea e della scabbia.
pietra dipendeva dalla durata della luce del giorno. Nell'industria bellica it puro lavoro era di 11 ore
Molti malati non venivano accettati in ospedale per il troppo affollamento; in tale situazione i
giornaliere.
medici delle SS conducevano periodicamente delle selezioni, sia tra i malati ed i convalescenti in
ospedale, sia tra gli internati alloggiati in altri blocchi. I p i ù deboli e coloro che non davano
speranze di pronta guarigione erano portati nelle camere a gas, oppure soppressi in ospedale con
iniezioni di fenolo al cuore. Per questo motivo i detenuti avevano soprannominato 1'ospedale
anticamera del crematorio.
Oltre alle esecuzioni ed alle camere a gas, un efficace mezzo di sterminio era il lavoro. I detenuti
erano utilizzati in diversi settori lavorativi. Inizialmente lavoravano all'ampliamento del campo di
concentramento livellando il terreno, costruendo nuovi blocchi e baracche, strade, canali di
prosciugamento. Successivamente cominciò a far sempre p i ù uso di detenuti, quale manodopera a
basso costo, l'industria del III Reich. Durante il ritorno al campo delle squadre di lavoro, i morti ed i
feriti venivano trascinati, trasportati su carri. Le condizioni abitative, sebbene differenti nei vari
periodi di esistenza del campo, furono sempre disastrose. I detenuti arrivati con i primi convogli
dormivano sulla paglia sparsa sul pavimento di cemento, successivamente si usarono pagliericci. A
seconda dei motivi dell'arresto i detenuti erano contrassegnati da triangoli di diverso colore, cuciti
sulle casacche degli internati insieme al numero di matricola. Una parte degli internati portava
triangoli di colore rosso assegnato ai prigionieri politici. I triangoli neri erano destinati agli zingari
ed ai detenuti ritenuti asociali dai nazisti. Il valore energetico della razione quotidiana di un
detenuto nel campo era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva circa mezzo
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36
La risiera di San Sabba
La repubblica fascista di Salò, nel settembre 1943,cedette ai nazisti alcuni territori di frontiera tra cui
Trieste, Fiume e Udine.
Proprio a Trieste i tedeschi decisero di istituire un campo di concentramento.
Venne scelto un vecchio edificio,un tempo adibito alla pilatura del riso.
Il vecchio essiccatoio,fu adattato dai tedeschi a un locale per le eliminazioni mediante gas. Il campo era
adibito,anche,al transito dei prigionieri per Bunchenwald, Dachau e Auschwitz ma sul posto furono
comunque trucidati 5.000 internati. L'interno del campo era composto da diversi edifici:
1. Ufficio a tre piani al cui pianterreno si trovavano i laboratori di sartoria e calzoleria,dove
erano impiegati i prigionieri.
2. In uno stanzone posso alla sinistra del sottopassaggio,chiamato "cella della morte",venivano
ammassati gli ebrei destinati a morire.
3. Un edificio di 4 piani,dove venivano rinchiusi i prigionieri destinati alla deportazione in
Germania.
4. Nel cortile interno vi era il forno crematorio,unito da un canale sotterraneo alla ciminiera.
5. Il fabbricato centrale di sei piano,dove vi erano le cucine, la mensa e le camerate per le milizie.
6. Un casolare che serviva da garage ai messi delle SS
7. Un piccolo edificio che costituiva il corpo di guardia e 1'abitazione del comandante.
La risiera,venne liberata dai partigiani jugoslavi il 29 Aprile 1945 quando i tedeschi avevano gia fatto
saltare in aria il forno crematorio,per distruggere le prove di quanto era stato fatto. I responsabili del
campo,vennero processati e condannati dal tribunale della Repubblica italiana.
Borgo San Dalmazzo
trasferimento negli ospedali di Borgo e – per i casi gravi – di Cuneo.A11'esterno del campo sorse una
organizzazione sia per 1'assistenza agli internati, sia per aiutare le centinaia di fuggiaschi dispersi nel
territorio. Questi ultimi furono accolti da singole famiglie di valligiani o furono messi in contatto con
Il campo era collocato in una caserma degli alpini intitolata ai "Principi di Piemonte", a poca distanza
una rete di soccorso che andava da Genova fino a Milano e alla frontiera svizzera, e che si valeva
dalla stazione ferroviaria e all'imbocco delle valli Gesso e Vermenagna. Oggi solo due epigrafi, a
principalmente della collaborazione del clero locale. Parroci e viceparroci dei Comuni montani
memoria degli eventi che si svolsero in quei mesi, ricordano la detenzione e la partenza dei convogli
svolsero un capillare lavoro di assistenza e di collegamento coi gruppi partigiani e con la "resistenza
per Auschwitz, dopo il passaggio in altri campi di transito francesi (Drancy) o italiani (Fossoli e, in
civile" (ricorderemo, oltre a don Raimondo Viale, it "prete giusto" reso noto dal libro omonimo di
due casi, Bolzano).La storia del campo si suddivide quindi in due periodi distinti, anche se molto
Nuto Revelli, it viceparroco di Valdieri, don Francesco Brondello, recentemente riconosciuto "Giusto
ravvicinati nel tempo.
tra le Nazioni" con una cerimonia svoltasi i12 settembre 2004 nella sinagoga di Cuneo). Molti ebrei
Prima fase: settembre-novembre 1943. Con 1'8 settembre e it disfacimento della IV Armata era
poterono cosi espatriare o spostarsi, grazie a documenti falsi, verso 1'Italia Centrale: alcuni vennero
venuto meno ogni controllo italiano sui dipartimenti della Francia meridionale occupati dall'esercito
nuovamente arrestati e deportati. Altri restarono in clandestinita nel territorio, per lunghi mesi
nel novembre 1942. La zona italiana, specialmente il nizzardo e le Alpi marittime, aveva accolto tra il
spostandosi di valle in valle, spesso incontrando 1'arresto o la morte; altri si unirono alle bande
1942 e il 1943, con un sistema chiamato di "residenze forzate" o "assegnate", ma che assicurava una
partigiane. La maggior parte del gruppo parti poi per Auschwitz meno di un mese dopo, il 7
complessiva anche se precaria sicurezza, diverse migliaia di ebrei non francesi rifugiati nella Francia
dicembre; gli altri avrebbero seguito lo stesso destino nei trasporti del 17 dicembre e del 27 gennaio.
meridionale e braccati dalla feroce persecuzione dei nazisti. Una di queste località di residenza fu il
Non più di dieci persone arriveranno a vedere la liberazione. Dopo la deportazione del 21 novembre
paese di St.-Martin Vesubie, nella vallata omonima, che fine per accogliere oltre mille ebrei di varie
il Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, rimasto vuoto, cesso temporaneamente la sua attività.
nazionalità sopravvissuti in relativa tranquillità fino alla data dell'armistizio.La Val Vesubie e
Seconda fase: dicembre 1943-febbraio 1944. Nel giro di pochi giorni dalla chiusura del campo a
collegata al Cuneese da due valichi alpini, percorsi all'epoca da strade militari che seguivano tracciati
gestione tedesca, la Questura di Cuneo, destinò la caserma al concentramento degli ebrei della
ben pia antichi (vie del sale, strade di caccia reali): il colle delle Finestre e it colle Ciriegia, a oltre
provincia; le prime due internate,risultano rinchiuse il 4 dicembre 1943. Mentre gli ebrei di Cuneo e
2400 metri di altitudine. Per questi valichi, a partire dal 13 settembre, un migliaio di ebrei di St.-
Mondovì riuscirono a mettersi in salvo, la comunità di Saluzzo (cui si erano aggiunti alcuni rifugiati da
Martin cercò la salvezza, anche nella convinzione che l'armistizio facesse dell'Italia un territorio
Torino) fu pesantemente colpita; singole persone, che vivevano in clandestinità, furono via via
sicuro. Interi gruppi familiari, per un totale stimato intorno alle mille persone, raggiunsero cosi la valle
arrestate. Ventisei persone, in maggioranza donne, furono cosi internate nella caserma, sorvegliata e
Gesso e si riversarono sui paesi (Entraque, Valdieri) circostanti Borgo San Dalmazzo. L'esodo fu reso
diretta da italiani. Il 13 gennaio 1944 la Questura di Cuneo dispose che i ventisei internati, 18 donne e
anche pia drammatico dal fatto che si trovavano tra i profughi anziani e bambini, e comunque persone
8 uomini, fossero "tradotti straordinariamente al campo di concentramento di Carpi (Modena)", ossia
non abituate a percorsi di montagna. D'altronde chi era rimasto a St.-Martin fu prelevato dai nazisti al
a Fossoli. Le autorità italiane rispondevano cosi alle direttive dei nazisti, che, volendo raggiungere in
loro arrivo e immediatamente deportato. Trecentoquarantanove persone vennero rastrellate e rinchiuse
tempi stretti un numero di prigionieri sufficiente a organizzare un trasporto ad Auschwitz, avevano
nei locali della caserma. Agli "stranieri" internati nel campo si aggiunsero per breve tempo gli ebrei di
sollecitato l'invio di internati.
Cuneo, arrestati il 28 settembre ma poi rilasciati (non e chiaro per quale ragione) il 9 novembre. Per
Oggi della costruzione di allora,non rimane quasi nulla: una scuola media statale ha occupato la parte
due mesi gli internati della caserma vissero in un regime di segregazione priva del livello di violenza
più ampia dell'intera area.
che caratterizzo altri centri analoghi. Un minimo di assistenza si ebbe grazie all'intermediazione di
autorità locali e fu permessa la visita del vicerabbino di Torino. Anche le poche fughe riuscite non
ebbero eccessive ripercussioni sulla condizione dei prigionieri. I malati ottennero 1'autorizzazione al
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Ca mpo di Fossoli
La storia del campo si p u ò suddividere in diverse tappe
11 campo di Fossoli,venne costruito nel 1943 nell'omonima località dell'Emilia Romagna,nei pressi
Maggio 1942-8 Settembre 1943 Campo per prigionieri di guerra (PG.73)
In base alla convenzione dell'AIA(1889),secondo la quale gli Stati belligeranti hanno it diritto di
della linea ferroviaria che conduce al Brennero.E' stato utilizzato come punto di raccolta delle
persone che dovevano essere poi inviate ai campi di concentramento tedeschi ed austriaci. Di forma
rettangolare,misurava circa 1 km per 2 ed era costituito da baracche recintate da un duplice filo
spinato,da fili elettrici ad alta tensione e da torrette munite di riflettori.
fare prigionieri di guerra,per tutta la durata del conflitto,il 28 Maggio 1942,viene identificata
un'area del Comune di Carpi,come idonea alla costruzione del campo per prigionieri di guerra. Nel
novembre 1942,terminano i lavori di costruzione del Campo Vecchio e vengono internati circa 3.000
prigionieri fra militari inglesi,sudafricani,neozelandesi catturati nelle operazioni di guerra.
Nel campo viene ricordata la figura di Francesco Venturelli,parroco di Fossoli,che svolse numeroso
opere di assistenza per i prigionieri.
5 Dicembre 1943-15 Marzo 1944 Campo di concentramento per ebrei e politici
II comando del campo era affidato al tenente Harl Thito e al sergente maggiore Hans Haage. Da
questo campo di internamento militare,partirono numerosi convogli di ebrei italiani,tra cui Primo
Levi.II campo venne poi smobilitato nel 1944.
Nel dopoguerra,venne usato per internarvi i prigionieri del regime sconfitto e i profughi.
Oggi del campo originale sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture
superstiti.
La Repubblica sociale italiana,apre a Fossoli,in ottemperanza ai dettami della Carta di Verona e
dell'Ordine di Polizia n.5, il campo di raccolta speciale per gli ebrei provenienti dai campi
provinciali del territorio della della RSI. All'inizio it campo mancava di tutto e gli internati
alloggiavano nel Campo Vecchio,in attesa che nel Campo Nuovo,in costruzione, le baracche fossero
adattate per le famiglie.
L'estensione e la struttura del campo,consentono al Ministro dell'Interno di prevedere di destinarvi
altre categorie di persone.
Dal gennaio 1944 oltre agli ebrei,iniziano ad essere internati nel campo anche gli oppositori
politici. Iniziano anche i treni di deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio,come quello che
il 22 febbraio,porto Primo Levi,assieme ad altri 650 italiani,ad Auschwitz.
15 Marzo-primi di Agosto 1944 Polizei-und Durchgangslager
Nel Corso del 1944,diviene it Campo di Polizia e transito(Polizei-und Durchgangslager) utilizzato
delle SS e inserito di fatto nel sistema concentrazionario nazista,quale principale campo deputato
alla deportazione dall'Italia verso i lager del Reich.I circa 5.000 deportati ebbero come tragiche
destinazione i campi di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Mauthausen,
Revensbruck.
La Questura di Modena resta a dirigere nel Campo Vecchio e vi fonda il campo di internati
civili(attivo fino all'inverno del 1944). Gia presenti dal febbraio 1944,le SS assumono ufficialmente
la direzione del Campo di Polizia e transito nel Campo Nuovo(1'area a sud-est che si affaccia su via
Remesina):prigionieri politici e razziali,vengono qui trasferiti dai campi e dalle carceri del nord
Pianta del campo di Fossoli
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Italia, per essere deportati, poi,nei lager europei.
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Ad oggi si conosce che tra il gennaio e 1'agosto 1944 siano stati organizzati per gli internati di
Fossoli,almeno 8 convogli ferroviari,cinque dei quali destinati ad Auschwitz. Sul primo diretto
Maggio 1947-Agosto 1952 Nomadelfia
Nel febbraio 1947,il sacerdote carpigiano Don Zeno Saltini, chiede al Ministro dell'Interno
verso verso questa meta,il 22 febbraio,viaggia anche Primo Levi che rievoca la sua esperienza a
1'autorizzazione ad utilizzare il campo come sede dell'Opera Piccoli Apostoli per dare una famiglia ai
Fossoli nelle prime pagine del famoso libro "Se questo a un uomo" e nella poesia "Tramonto a
bambini abbandonati o orfani di guerra.
Fossoli".
Avendo ottenuto solo vaghe promesse,occupa alcune baracche it 19 maggio del 1947,quando era
A causa dell'avvicinarsi del fronte e dell'intensificarsi delle pressioni partigiane nella zona,la
ancora presente il campo profughi.
gestione e it controllo del campo diventano difficili:il 2 Agosto il comando tedesco decide la
In giugno,partiti gli ultimi internati,ottiene la concessione del Campo Nuovo e grazie al suo lavoro la
chiusura del gulag e it suo trasferimento pia a nord,a Bolzano-Gries.Si stima che siano passati da
struttura del campo viene modificata ad uso abitativo. Il 14 febbraio 1948,1'Opera Piccoli
Fossoli,circa 5.000 deportati di cui la metà ebrei:un terzo dei deportati ebrei del nostro paese
Apostoli,diventa Nomadelfia, cioè la città dove la fraternità e legge. Nel 1952,1a comunità si
transita per il campo di Fossoli.
trasferisce a Grosseto a causa dell'allontanamento del parroco nella sede originaria.
Agosto1944-Novembre1944 Centro di raccolta manodopera coatta per la Germania
Dopo lo spostamento del campo delle SS a Gries,i tedeschi non abbandonarono il Campo. I1 Campo
1954-1970 Villaggio San Marco
L'Opera assistenziale profughi giuliano-dalmati ottiene l'ex-campo Fossoli per i propri assistiti.
nuovo,passa alle dipendenze della Direzione generale,per l'ingaggio della manodopera per la
Iniziano ad arrivare le prime famiglie di profughi italiani provenienti dai territori dell'Istria e della
Germania(Gba):il campo raccoglie cittadini rastrellati,oppositori politici,uomini e donne da inviare al
Venezia Giulia passati sotto il controllo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Altri
lavoro nei territori del Reich. In seguito ai bombardamenti ii campo venne trasferito a Gonzaga, nel
nuclei meno numerosi,si aggiungono nel 1955,fino a raggiungere le 150 famiglie con circa 400
mantovano. Testimoni attendibili parlano anche di 800-1000 presenze al giorno di persone destinate
persone.
alla manodopera.
Con il trasferimento nel 1970,dell'ultima famiglia nel tessuto urbano di Carpi,termina 1'esperienza
del Villaggio San Marco.
Campo di concentramento di prigionieri dello sconfitto regime
Dopo la fine della guerra,il Campo Nuovo,viene utilizzato come campo di concentramento per
Il campo oggi
prigionieri,militari che avevano combattuto al servizio dello sconfitto regime o civili collaboratori
Oggi del campo originale sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture
dello sconfitto regime. In questa fase,come nelle fasi precedenti, Francesco Venturelli, parroco di
superstiti. Nel 1984 grazie ad una legge speciale dell'ex-Campo di Fossoli,venne concessa a titolo
Fossoli,svolse opere di assistenza ai prigionieri. Nel clima di forte contrapposizione di quei
gratuito al Comune di Carpi che,dopo 1'apertura nel 1973 del Museo-Monumento al Deportato,ne
mesi,Venturelli fu ucciso il 15 gennaio 1946.
avevo fatto richiesta all'Intendenza di Finanza. Fino al gennaio 2001, la gestione del Museo e
dell'ex-campo fu a cura del Comune di Carpi che da quella data in poi,la affidò alla fondazione
Agosto 1945-Maggio 1947 Centro di raccolta profughi stranieri
Dopo la fine della guerra,il Campo Nuovo,viene utilizzato dalla Questura di Modena,come centro di
Fossoli.
raccolta per profughi ed anche ebrei reduci dai lager in attesa del rimpatrio. Nel 1946,il Campo
Vecchio risulta già demolito a l'area destinata ad uso agricolo.
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C a m p o di G r o s s e t o
Come in gran parte dell'Italia, anche Grosseto e la sua provincia subirono, dopo 1'armistizio del
Tratto dal libro di Anna Maria Ori "Il Campo di Fossoli: Da campo di prigionia e deportazione a luogo di
memoria"
settembre 1943, le dure conseguenze dell'occupazione tedesca e le sopraffazioni dei fascisti rimasti
fedeli a Mussolini.
Gia dal novembre 1943 il Presidente della Provincia, Alceo Ercolani, un fanatico fascista p i ù feroce e
p i ù attivo dei tedeschi, emanò provvedimenti tesi a colpire i beni dei cittadini di razza ebraica.
Nell'arco di pochi mesi furono sequestrati proprietà agrarie e immobiliari, aziende commerciali,
depositi bancari e crediti. Nel dicembre fu costituito 1' EGELI -Ente di Gestione e Liquidazione
Immobiliare-, incaricato di liquidare ditte, gestire aziende agrarie, incamerando quanto p i ù era
possibile per far fronte alle difficoltà finanziarie della pubblica amministrazione.
Contemporaneamente, si avviarono gli arresti di intere famiglie ebraiche, ancor prima che Salò
emanasse ordini precisi. Ercolani si mise quindi alla ricerca di una sede adatta per rinchiudere i 148
ebrei censiti tra Grosseto, Pitigliano e altre località, e la trova subito senza bisogno di ricorrere a
requisizioni. Infatti gliela fornirà in affitto la Curia grossetana guidata dal vescovo della città Paolo
Galeazzi. L'episodio e venuto alla luce poco tempo fa, a seguito delle ricerche della professoressa
Luciana Rocchi, direttrice dell'Istituto grossetano. E così i nuovi arrestati, italiani e stranieri, insieme
agli ebrei stranieri già custoditi in carceri della provincia, nel dicembre venivano riuniti nel campo
provinciale di internamento a Roccatederighi, che occupava un'ala dei locali del Seminario vescovile.
Tra le “prove” esposte si può osservare una copia del contratto di affitto firmato dal vescovo e dal
maresciallo di Pubblica sicurezza Gaetano Rizziello, designato a dirigere il campo di internamento. V i
è scritto, tra l'altro, che monsignor Galeazzi <<in prova di speciale omaggio verso il nuovo governo>>
(La Santa Sede non ha mai riconosciuto la Repubblica di Salò,
ndr )
cede in affitto al direttore <<del
campo di concentramento ebraico>> un'ala del seminario vescovile estivo di Roccatederighi.
L'edificio, oggi abbandonato, si trova ai margini del paese, una frazione del comune di Roccastrada, a
circa 35 chilometri da Grosseto.
Nel documento è scritto che il canone e di 5.000 lire mensili, una somma notevole per 1'epoca, e in
p i ù che l'amministrazione del lager si impegna a pagare lo stipendio di lire 300 a ciascuna delle suore
addette all'infermeria e alla camerata delle donne. Quindi monsignor Galeazzi, non solo era a
conoscenza dell'uso dei locali, ma ebbe modo di vivere per mesi accanto agli internati perché, a causa
dei bombardamenti, la sede vescovile era stata trasferita nel seminario di Roccatederighi.
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Per disposizione del capo della provincia il lager fu recintato col filo spinato e vi furono posti a
Ca mpo di Bolzano-Gries
guardia venti militi repubblichini armati di mitragliatrici e bombe a mano. Vi furono internati
ottanta ebrei italiani e stranieri e, a quanto raccontarono i sopravvissuti, la detenzione non fu
molto dura. Le guardie erano bonarie e lo stesso vescovo si intratteneva con i reclusi distribuendo
doni e carezze ai p i ù piccoli. Ma una parte degli ebrei venne ugualmente deportata ad Auschwitz su
sollecitazione delle autorità locali: erano trentasette stranieri e nove italiani. Gli altri, tutti nati e
residenti nella provincia di Grosseto, furono rilasciati poco prima della Liberazione, forse perché i
loro
custodi
volevano
assicurarsi
benemerenze
per
il
futuro.
Col ritorno della democrazia, il capo della provincia subì, nel 1946, un processo per le stragi che
aveva ordinato nella zona. Condannato a trent'anni di carcere, fu rilasciato nel 1953. Contro il
Vescovo, rimasto al suo posto fino al 1960, non ci fu alcuna sanzione, neanche da parte del
Vaticano. Anzi, egli fece richiesta di risarcimento al governo italiano per 1'affitto e gli stipendi che i
repubblichini non avevano pagato.
Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di concentramento di Fossoli, nei pressi di Carpi
(Modena), le deportazioni continuarono dal nuovo campo di Gries -Boizano, Progettato per 1.500
prigionieri su di un'area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile e 10 baracche per gli
uomini, fu successivamente ampliato e raggiunse una capienza massima di circa 4.000 prigionieri.
Potè contare sui Lager satellite di Bressanone, Merano, Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val
Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e Vipiteno. Il campo era gestito dalle SS di Verona,
comandato dal tenente Titho e dal maresciallo Haage che gia avevano svolto gli stessi incarichi a
Fossoli. Alle loro dipendenze una guarnigione di tedeschi, sudtirolesi ed ucraini (questi ultimi,
giovanissimi, tristemente ricordati per it loro sadismo). Furono internati a Gries soprattutto
prigionieri politici, partigiani, ebrei, zingari e prigionieri alleati. Tra le donne molte le militanti
antifasciste, le ebree, le zingare, le slave e le mogli, le sorelle, le figlie di perseguitati antifascisti.
Infine i bambini, provenienti da famiglie ebree, zingare e slave gia deportate per motivi razziali.
Pessime le condizioni di vita, massacranti i tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed assassinio.
Circa 9.500 persone transitarono da questo campo (cfr Dario Venegoni, Uomini, donne e Bambini
nei Lager di Bolzano) e numerosi furono i trasporti che tra restate 1944 e il febbraio 1945 partirono
per
Ravensbruck,
Flossenburg,
Dachau,
Auschwitz,
e
per
Mauthausen.
Nel campo fu attivissima una organizzazione di resistenza, in stretto contatto con una struttura di
appoggio esterna (nella foto triangolo e numero di matricola di un deportato politico). Decine di
persone, dentro e fuori del campo, furono impegnate in una pericolosissima attività di assistenza ai
deportati, con particolare attenzione a coloro che venivano inseriti nei trasporti verso i campi di
sterminio. Alcune centinaia di deportati ricevettero in questo modo notizie dalla famiglia, viveri,
vestiario e denaro. Molti tra coloro che si impegnarono in questa coraggiosa opera di assistenza e di
organizzazione pagarono con 1'arresto, l'isolamento e anche con le torture il proprio impegno.Il 12
settembre 1944, prelevati alle 4 del mattino, 23 giovani italiani furono condotti alle Caserme
Mignon e assassinati a colpi di pistola. Altri morirono sotto le sevizie degli aguzzini, e in particolare
di una coppia di giovanissimi ucraini. Uno di questi, Michael Seifert, rintracciato in Canada, a stato
condannato all'ergastolo il 24 novembre 2000 dal Tribunate Militare di Verona, ed estradato in
Italia nei febbraio 2008. A Boizano-Gries morirono decine di persone: i morti documentati sono
circa 60, ma si tratta di un numero certamente approssimato per difetto. Tra il 29 aprile e il 1°
maggio 1945 gli internati ricevettero un regolare permesso firmato dal
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comandante del campo e furono accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri dalla città e
Testimonianze
rilasciati, mentre le SS si davano alla fuga, non prima di avere distrutto praticamente tutti i
documenti del campo, cancellando così la gran parte delle prove dei Toro misfatti. Del campo di
Bolzano-Gries, purtroppo, sopravvive solo il muro di cinta, mentre delle strutture del Lager oggi
non rimane praticamente pia traccia. Una idea d'insieme del Lager la si può trarre solo da poche
foto del dopoguerra e da alcuni disegni tracciati sulla base delle testimonianze dei superstiti. La
Provincia di Bolzano ha recentemente posto sotto tutela un tratto del muro di cinta del campo
ancora in piedi. Nel 2004 1'Amministrazione comunale ha provveduto a fare installare 6 tabelloni
illustrativi lungo il perimetro del muro di cinta. Sull'area del campo sorgono oggi 12 palazzine di
edilizia residenziale.
MARTA ASCOLI:
"Avevo 17 anni,nel 1944,quando venni rinchiusa nella Risiera di San Sabba. Durante la giornata nel
campo,venivano fatti tre appelli che si tenevano all'aperto con qualsiasi tempo. Molte, logorate nel
fisico e nel morale morirono dopo qualche mese di dure privazioni e stenti . Se qualcuna era morta
durante la notte, veniva comunque portata fuori perché doveva corrispondere il numero di presenti
nel blocco."All'interno del campo era anche difficile fare amicizia con altre perché l'istinto di
sopravvivenza era molto forte e poi a volte non si aveva proprio it tempo a causa dei mille compiti
assegnati dalle SS e, a volte, la morte sopraggiungeva prima di poter instaurare un qualsiasi
rapporto. Una cosa che mi sbalordì e, nello stesso tempo mi inorridì, fu il modo in cui le SS
prendevano e sceglievano i prigionieri che dovevano essere mandati nelle camere a gas. Non
sempre si veniva scelte perché non ritenute abili al lavoro, sistema crudele ma che aveva una sua
logica. Talvolta usavano il sistema di contarci ogni tre, ogni quattro, a caso, e, ridendo, segnavano il
nostro numero sul taccuino, decidendo la nostra morte. Stetti più di due settimane, che sembrarono
anni, in quel campo senza fare nulla, visto che non c'erano compiti da svolgere,due settimane
accovacciata in uno stanzone insieme ad altri quattrocento prigionieri, soffrendo la fame,le
malattie,il dolore e la dignità che ci veniva sottratta giorno dopo giorno. Talvolta la voglia di farla
finita prevaleva su tutto. Invocavo la morte che si attardava su di me , invidiavo chi al mio fianco
aveva finito di soffrire. Cercavo soltanto it modo per chiudere al phi presto questa indicibile agonia
".Il 15 Aprile del 1945 venne liberata dagli Inglesi e, dopo un lungo viaggio, tornò nella sua città il
9 Luglio."Ancora non riesco a credere,che questo incubo,sia avvenuto sul serio e solo poco più di
cinquanta anni fa."
FRANC SIRCELJ : "Sono stato arrestato nel mio villaggio nel mese di novembre del 1944.
Militavo nell'Armata jugoslava con compiti di collegamento territoriale. Stavo portando una lettera a
un corriere quando c'e stato un rastrellamento di un reparto SS. Ci hanno radunati al centro del
paese poi trasportati a Riauce dove c'erano altre persone arrestate e da li, con degli autocarri, ci
hanno portati direttamente alla Risiera. La prima sera siamo stati rinchiusi in uno stanzone; it
secondo giorno ci hanno tolto tutto quello che avevamo,fisicamente e moralmente,per poi essere
divisi in piccole celle... rimasi nella Risiera per cinque mesi. I primi giorni ci davano qualcosa da
mangiare, ma poi sempre di meno. Nelle celle c'era un secchio per i nostri bisogni, ma di solito era
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vuoto. Se c'era qualcosa era solo puzza. In poco tempo ci siamo riempiti di pidocchi. Avevamo
mezz'ora
di luce al giorno, ma se qualcosa andava male, ad esempio se c'erano degli arresti o qualche altro evento
straordinario, non ci facevano neppure uscire. Dopo quindici, venti giorni era diventato cosi difficile stare
rinchiusi li dentro che in tre quattro abbiamo cominciato a cantare delle canzoni partigiane, tanto a quel
punto pensavamo che da li non saremmo pia usciti. Ma non successe niente. o non capivano le nostre
canzoni, oppure, non so, le ignoravano. Nessuno ha reagito. Noi eravamo disperati, veramente disperati.
Non mi sono lavato per cinque mesi. Non mi sono cambiato MAI i vestiti. Io avevo una piccola matita
nascosta in un buco del muro. Ho fatto delle scritte 11, nella cella numero 3. Pia volte sono ritornato a
vedere questa cella, ma a stato tutto cancellato. E' stato tutto ridipinto e non si vede pia nulla. Anche nella
stanza della morte, dove sono stato, era pieno, ma pieno di scritte sui muri. E io ho pensato: o chissà quante
persone sono passate per questa stanza>>. Questo 1'ho pensato dopo, perché nei primi tempi quando stavo
qui io non lo sapevo nemmeno che c'era il forno crematorio. L'ho saputo da un certo Jose che c'era il
forno e ci buttavano le persone dentro. Le persone venivano portate anche da altre carceri, altri ili
prendevano da qui. Allora sapevamo: ora tocca a loro. Quando lo facevano c'era sempre il rumore di un
grosso camion, e anche quello della radio a volume altissimo che trasmetteva delle marce tedesche oppure
Lilì Marlene... si, questa canzone c'era sempre. E dopo si sentiva una puzza strana. Non sempre pero. Le
prime volte pensavo “ ma che stanno facendo... “, e siccome li c'era anche una cucina ho pensato che
stessero bruciando qualcosa. Almeno ogni quattordici giorni,questo si ripeteva. Anche una volta a
settimana delle volte. Il 12 marzo sono venuti. E' arrivato Schultz. Prima ha aperto la mia cella, poi anche
la numero 4, dove c'era un certo Jose dell'Istria. Ci ha portato nel magazzino e li ci siamo dovuti spogliare.
Allora abbiamo capito che si trattava dei nostri ultimi respiri. C'erano altre persone che a turno venivano
spinte, mi sembra per delle scalette o una piccola porta. Intanto dietro a noi erano arrivati degli altri.
Quando quasi toccava a Jose che era davanti a me, diciamo verso la fine delle scale, circa un metro e
mezzo, e arrivato Schultz e ha cominciato a gridare di tornare indietro. Ha spinto Jose che a sua volta ha
spinto me e siamo caduti tutti e due. Volevamo riprenderci i vestiti, ma Jose a stato di nuovo colpito. Ci
hanno riportati in cella e sono rimasto nudo tutta la notte. Non ho capito cosa fosse successo. Il giorno
dopo uno degli SS ci ha portato nel magazzino dei vestiti. Un grande magazzino pieno di vestiti.
Probabilmente erano i vestiti degli ebrei. Li mi hanno dato un vestito, delle ciabatte molto mal ridotte, un
asciugamano, che in realtà ho rubato. Non era permesso prenderlo, ma io 1'ho preso. Dopo sei, sette giorni,
ci hanno caricato su un autocarro e siamo andati verso l'Austria. Gli alleati per?) avevano bombardato un
ponte e siamo finiti quindi in un piccolo campo, vicino a Tolmezzo. Eravamo in pochi, circa una ventina.
La sorveglianza era scarsissima. E da lì, con 1'aiuto di alcuni partigiani italiani siamo riusciti a scappare
in tre e a ritornare verso casa"
PRIMO LEVI
Primo Levi,venne trasferito nel campo di transito di Fossoli presso la città di Modena. Il 22
febbraio 1944, Levi ed altri 650 ebrei, vengono stipati su un treno merci (oltre 60 individui per
vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Levi (registrato col
numero 174 517) rimase in questo Lager per undici mesi, fino alla liberazione da parte dell'armata
rossa. Fu uno dei venti sopravvissuti fra i 650 che erano arrivati con lui al campo.
Testimonianze tratte da www.binario21.org
Capitolo 4
Auschwitz
I campi di deportazione e di sterminio in Europa
Oltre 2000 tra campi, sottocampi, centri di raccolta e di transito, disseminati in
Germania e nei territori occupati, hanno formato la rete dello sterminio, come e
attestato anche dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Federale Tedesca
Il campo di Auschwitz nasce da un' artiglieria abbandonata in Polonia nei pressi di Oswjecin, tra i
fiumi Vistola e Sola vicino a una caserma polacca caduta in mano ai tedeschi, quindi facilmente
escludibile dal mondo esterno, esso era collegato attraverso ferrovie alla Slesia, alla Cecoslovacchia,
all'Austria ed al Governatorato Generale. Per costruire il più grande campo di concentramento
nazista, ci vollero circa 450 tra ebrei e polacchi.
Il campo di Auschiwitz era nato con due scopi ben precisi:

produzione industriale

sterminare ebrei e zingari.
Nell'arco degli anni campo si ampliò tanto che dovette essere diviso in tre campi: Auschwitz Uno,
il campo principale, reso operativo it 14 giugno 1940; Auschwitz due, cioè campo di Birkenau che
era il campo di sterminio dove persero la vita circa un milione di persone ed era il più esteso, questo
era situato nel villaggio di Brzezinka e fu reso operativo 1'8 ottobre 1941; infine Auschwitz tre, cioè
campo di Monowitz , fu principale campo di lavoro nel quale vi erano dodicimila persone e fu reso
operativo it 31 ottobre 1942. Il lager era un luogo orribile poiché le temperature bassissime, aria
malsana, la denutrizione, la disidratazione e la mancanza di igiene contribuivano alla morte dei
prigionieri. In questi tre campi le persone morivano nelle camere a gas collegati ai condotti dei gas
letali della fabbrica di gomme. Il campo di Auschwitz fu sgomberato il 13 gennaio 1945 durante la
marcia dei soldati sovietici verso Varsavia. Molti erano i sopravvissuti salvati da altri deportati,
.
12 milioni di deportati
uomini, donne e bambini
11 milioni di sterminati
(circa la metà ebrei)
come nel caso di Padre Massimiliano Kobel che si sacrificò al posto di un altro prigioniero.
Nel novembre 1944, per paura dell'avanzata dell'Armata Rossa, Himmler dà ordine di cessare le
esecuzioni nelle camere a gas e lascia demolire sia le camere a gas stesse che i forni crematori allo
scopo di nascondere le prove del genocidio. A quell'epoca ad Auschwitz erano stati uccisi oltre 1
milione di esseri umani. In totale furono deportate ad Auschwitz più di 1 milione e 300 mila
Che cosa sarebbe diventata 1'Europa se Hitler avesse vinto la guerra?
I campi di sterminio erano luoghi dove venivano uccisi ebrei, zingari, oppositori politici e
omosessuali e assolvevano a tre principali necessità: segretezza nelle operazioni -efficienza nello
sterminio, applicato in scala industriale -indipendenza dall' esercito in quanto svolto da corpi
persone. 900.000 furono uccise subito al loro arrivo e altre 200.000 morirono a causa di
malattie, fame o furono uccise poco dopo loro arrivo. Il 27 gennaio 1945 il campo viene liberato
dalle truppe sovietiche. La prima armata che entrò nel lager fu la LX Armata del Primo Fronte
Ucraino.
speciali (SS).
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Vennero trovati circa 7000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, vennero trovati migliaia di indumenti
Mauthausen
abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel lager e 8 tonnellate di
capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Oggi ii campo di concentramento di Auschwitz e
oggi un luogo dedicato alla memoria delle vittime che lì vennero uccise. In Germania, dal 1996, il
La costruzione ebbe inizio l'8 agosto del 1938, vi furono impiegati prigionieri del campo di
27 gennaio (giorno della liberazione di Auschwitz) a la giornata ufficiale del ricordo delle vittime
Concentramento di Dachau e fu ricavato dalle cave di pietra di Mauthausen, giudicate adatte, dagli
del nazionalsocialismo; ed anche in Italia la stessa data a ricordata come Giorno della Memoria.
ufficiali delle SS, per la costruzione del campo.
Auschwitz II e i resti delle camere a gas sono aperte al pubblico. Il campo di concentramento di
Dalla sua amministrazione dipendevano 49 campi permanenti. Dal giorno della sua costruzione fino a
Auschwitz è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
quello della liberazione, avvenuta it 5 maggio del 1945, vi sono state imprigionate p i ù di 195 mila
persone.
Fino all'inizio del 1940, la maggior parte degli internati erano rappresentati da socialisti,
omosessuali e rom tedeschi; successivamente arrivarono numerosi polacchi, in genere artisti,
architetti, insegnanti e professori universitari.
La camera a gas di Mauthausen
Costruita nell'autunno del 1941, terminata nel marzo del 1942, si trovava nella cantina della nuova
infermeria, vicina alla quale era collocato anche il crematorio.
Poteva contenere da 30 a 80 persone e le operazioni di asfissiamento duravano circa trenta minuti.
Nel complesso, per ogni carico di vittime (trasporto alla camera a gas, svestizione, visita medica,
uccisione, trasporto dei cadaveri al forno crematorio) venivano impiegate dalle 2 alle 3 ore.
Probabilmente i primi ad essere uccisi furono 231 prigionieri di guerra sovietici, il 9 maggio del
1942; gli ultimi furono eliminati il 28 aprile del 1945 e risultano essere stati33 austriaci, 5 polacchi, 5
croati ed un austriaco di nazionalità inglese.
Vi vennero assassinata pin di 24mila persone. Un altro impianto per eliminare in massa i prigionieri di
Mauthausen fu ideato nell'autunno del 1944 ad Altaist-Harteil, ma i lavori non furono mai realizzati.
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Ravensbruck
Dachau
Ravensbruck è l' unico campo di sterminio nazista che fu costruito solamente per le donne.
E ’ situato nei pressi di Berlino.
II lager cominciò a essere operativo il 18 maggio 1939 quando arrivarono le prime prigioniere: 867
donne, deportate per motivi politici.
In origine it campo era stato progettato per avere al suo interno non più di 5000 persone, ma col
passare del tempo il numero delle deportate aumento tanto che quando furono liberate erano ben
123.000 donne.
All' inizio a Ravensbruck c' erano 16 baracche, 2 delle quasi adibite ad ospedale, ma nel 1945,
quando il campo fu sgominato , si potevano contare 45 baracche.
Nel 1939 la disciplina era ferrea, ma le condizioni di vita erano sopportabili.
Le internate venivano utilizzate soprattutto per i lavori di manutenzione del campo, ma poi le SS
cedettero molte di loro come vere e proprie schiave nelle fabbriche o nei campi circostanti. A
partire dal 1942 la vita peggiorò perché la giornata lavorativa arriva a 14 ore consecutive. Le donne
a Ravensbruck morivano per diversi motivi: oltre al lavoro come schiave, la fame e il
sovraffollamento quando una di esse veniva accusata di sabotaggio o opponeva resistenza ai crudeli
ordini delle SS veniva rinchiusa nel bunker, una baracca separata nella quale subiva torture ed
esperimenti medici.
Ravensbruck aveva un suo forno crematorio e nel 1944 fu costruita la camera a gas, con la quale si
Si trovava in Germania,vicino Monaco.
Fu il primo campo istituito in modo ufficiale dal regime nazista, poche settimane dopo la presa del
potere in Germania. Derivava dalla ristrutturazione degli edifici e dei terreni di una fabbrica di
munizioni ormai inutilizzata da tempo.
In questo campo furono sperimentate e messe a punto le pie svariate tecniche di annientamento
fisico e psichico verso i prigionieri, soprattutto avversari politici.
I primi ospiti di Dachau furono funzionari e dirigenti del partito comunista. Poi vennero i
socialdemocratici ed i cattolici.
Sin dall' inizio nel campo esisteva una "compagnia di punizione" alloggiata in una baracca separata
dalle altre; in seguito le baracche diventarono due. Aumentarono le sevizie, il lavoro divenne più
duro e il regime di vita insopportabile. I prigionieri venivano quasi uccisi dalla fatica e, addirittura,
alcuni dovettero subire 1'inumana pena del bunker, ovvero rimanere incatenati per mesi in un
cubicolo di 60 centimetri per 60, nutrendosi di pane e acqua, senza luce ne aria.
Nei primi tempi i prigionieri erano destinati alle opere di completamento delle installazioni del
campo, in lavori stradali e di sistemazione del territorio. I nazisti affidarono, inoltre, la gestione
interna del campo agli stessi deportati.
In breve tempo il campo di Dachau, attrezzato per 5000 persone, fu sovraffollato e in esso
iniziò a sterminare le prigioniere giudicate inabili al lavoro direttamente nel campo. La
arrivarono a stare p i ù di 31.432 persone, tanto che più di tre individui erano costretti a dividersi lo
maggioranza delle deportate uccise dal gas furono ebree ungheresi, prigioniere polacche e russe. Le
stesso letto e quel poco cibo che veniva loro dato.
prigioniere furono liberare nel 1945, in parte dalla Croce Rossa svedese e in parte dall' Armata
L'anagrafe del campo, alla fine della guerra, conto più di 45.000 morti all'interno di Dachau.
Rossa.
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Bergen Belsen
Si trovava in Germania,sulla strada per Amburgo.
Buchenwald
All'inizio nacque come una serie di baracche per un campo di lavoro che fu poi abbandonato.
Era situato nella Germania orientale.
Questo lager venne utilizzato gia a partire dal 1937. pare che in tutto a Buchenwald siano morte
Divenne un lager nel 1943, quando venne usato per i prigionieri inabili al lavoro che erano destinati a
56.554 persone.
morire di fame.
A Buchenwald, a differenza che in molti altri campi, per uccidere non venivano usate tanto le
Nel 1944, quando fu occupata l'Ungheria, cominciarono ad arrivare prigionieri ebrei di quel paese,
camere a gas quanto il lavoro massacrante.
che dovevano servire per essere scambiati con prigionieri di guerra tedeschi.
La stessa costruzione del campo fu realizzata a costo delle vite di innumerevoli deportati.
Questo progetto però non ebbe seguito perché i nazisti usarono Bergen Belsen come un vero e
Fra i deportati erano presenti molti prigionieri politici, che spesso cercarono di aiutare i più deboli e
proprio campo di sterminio. In esso venivano deportate soprattutto le donne ebree: quando si diffuse
riuscirono a salvarne alcuni.
un'epidemia di tifo morirono 25.165 donne in un solo mese.
Un famoso caso e quello dei bambini destinati a morire subito nelle camere a gas. Essi furono
Altre 19.000 prigioniere morirono dopo la liberazione del campo, che avvenne il 15 aprile 1945.
A Bergen Belsen fu deportata anche Anna Frank, l'autrice del famoso Diario, che morì pochi giorni
nascosti nelle baracche da altri deportati che, a proprio rischio e pericolo, protessero i bambini in
prima della liberazione.
voce che quegli alloggi fossero infestati da malattie.
Un'altra deportata nota fu Hannah Goslar, amica d'infanzia di Anna Frank; essa pero, a differenza
A poco a poco nacque un vero e proprio movimento clandestino di resistenza internazionale, che
dell'amica, riuscì a sopravvivere al duro lavoro e alla malattia che la colpì nel lager assieme alla
riuscì a mettersi in contatto con le truppe americane e a chiedere aiuto.
sorella minore.
Quando gli americani arrivarono, il 13 aprile 1945, il campo era gia stato liberato dai prigionieri
La storia di Hannah Goslar è narrata nel libro "Mi ricordo di Anna Frank" scritto da Alison Lesile
insorti.
ogni modo: dando loro da mangiare e impedendo ai soldati nazisti di avvicinarsi, diffondendo la
Gold, giornalista che intervistò a fondo la Goslar.
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I bambini di Terezin
Nonostante tutto però i piccoli di Terezin credevano in un domani migliore. Espressero questa loro
speranza in alcuni disegni in cui hanno raffigurato il ritorno a casa. Sui disegni c ' e di solito la
firma del bambino, talvolta la data di nascita e di deportazione a Terezin e da Terezin. La data di
Il ghetto di Terezin durante la seconda guerra mondiale fu il maggiore campo di concentramento
sul territorio dello Cecoslovacchia.
Fra i prigionieri del ghetto di Terezin ci furono all'incirca 15.000 bambini, compresi i neonati.
Erano in prevalenza bambini degli ebrei cechi, deportati a Terezin insieme ai genitori, in un flusso
deportazione da Terezin e anche in genere 1'ultima notizia del bambino. Questo a tutto quanto
sappiamo sugli autori dei disegni, ex prigionieri bambini del ghetto nazista di Terezin. La
stragrande maggioranza dei bambini di Terezin morì. Ma e rimasto conservato il loro lascito
letterario e figurativo che a noi parla delle sofferenze e delle speranze perdute.
continuo di trasporti fin dagli inizi dell'esistenza del ghetto. La maggior parte di essi mori nel
corso nel 1944 nelle camere a gas di Auschwitz. Dopo la guerra non ne ritornò nemmeno un
centinaio e di questi nessuno aveva meno di quattordici anni. I bambini sopportarono il destino del
campo di concentramento assieme agli altri prigionieri di Terezin.
Tutti i bambini soffrirono assieme agli altri le misere condizioni igieniche e abitative e la fame.
Soffrirono anche per il distacco dalle famiglie e per il fatto di non poter vivere e divertirsi come
bambini. Per un certo periodo i prigionieri adulti riuscirono ad alleviare le condizioni di vita dei
ragazzi facendo si che venissero concentrati nelle case per i bambini.
La permanenza nel collettivo infantile alleviò un tantino, specialmente sotto l'aspetto psichico,
l'amara sorte dei piccoli prigionieri.
Infatti i bambini di Terezin scrivevano, soprattutto poesie. Una parte di questa eredità letteraria si e
conservata.
I piccoli deportati disegnavano anche.
I disegni che si sono riusciti a salvare e che fanno parte delle collezioni del Museo statale ebraico di
Praga, sono circa 4.000. I loro autori sono per la gran parte bambini dai 10 ai 14 anni.
Sotto 1'aspetto tematico i disegni si possono suddividere in due gruppi fondamentali: da una parte di
disegni a tematica infantile, in cui i piccoli autori tornavano alla loro infanzia perduta.
Disegnavano giocattoli, piatti pieni di cose da mangiare, raffiguravano 1'ambiente della casa
perduta.
Disegnavano e dipingevano prati pieni di fiori e farfalle in volo, motivi di fiaba, giochi di bambini.
La maggior parte della collezione comprende questo tipo di disegni. I1 secondo gruppo e formato
da disegni con motivi del ghetto di Terezin.
Raffigurano la cruda realtà in cui i bambini erano costretti a vivere. Qui incontriamo i disegni delle
caserme di Terezin, dei blocchi e delle strade, dei baraccamenti di Terezin con i letti a tre piani, i
guardiani. Ma i bambini disegnavano anche i malati, 1'ospedale, il trasporto, il funerale o
un'esecuzione.
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Esperimenti e torture sui deportati
Sterilizzazione
Esperimenti di sterilizzazione furono eseguiti ad Auschwitz nel famigerato Blocco 10. Questo tipo
di esperimento consisteva nell'iniettare una sostanza caustica nella cervice uterina per ostruire le
Durante la Seconda guerra mondiale, in alcuni campi di concentramento nazisti, venivano effettuati
tube di Falloppio. I soggetti scelti erano donne sposate di età compresa tra i venti ed i quarant’anni,
degli esperimenti di presunto carattere scientifico sui deportati. In qualche caso it fine dichiarato era
preferibilmente che avessero avuto già dei figli. L'iniezione veniva eseguita in tre fasi nel giro di
quello di verificare la resistenza umana in condizioni estreme, in altri casi gli obiettivi non sono
qualche mese.
riconducibili ad altro che alla perversioni degli operatori medici.
Raggi X e castrazione chirurgica
Decompressione per it salvataggio da grande altezza
L'obiettivo dichiarato dai medici nazisti era quello di studiare le possibilità di salvare un soggetto in
Vi furono degli esperimenti condotti dal Dottor Schumann, medico e direttore del centro della morte
caduta da grande altezza superiore ai 10 km.
nell'eliminazione dei disabili tedeschi, aveva escogitato un impianto di sterilizzazione sulla falsariga
II Dottor Sigmund Rascher ebbe un ruolo di primo piano in questo progetto di sperimentazione,
di una catena di montaggio operante in modo "del tutto impercettibile" da dietro un banco. Alla
anche perché per la qualifica che ricopriva, si trovava ad essere in diretto contatto con Heinrich
vittima ignara si doveva far chiedere di riempire dei moduli. II funzionario seduto dietro il banco
Himmler, dal quale si fece rilasciare l'autorizzazione a procedere.
metteva in funzione 1' installazione ruotando un interruttore che attivava in modo istantaneo le due
Tali esperimenti vennero condotti su prigionieri del lager di Dachau. I deportati venivano chiusi
valvole.
dentro una stanza in cui veniva abbassata gradualmente la pressione atmosferica, fino ad arrivare
I soggetti sperimentali (maschi giovani abbastanza sani e ragazze di età poco inferiore o poco
alla completa mancanza di ossigeno. Si ricostruiva in questo modo la caduta di un paracadutista da
superiore a vent'anni) venivano allineati in una sala d'attesa e introdotti uno per uno, spesso
12-13 km di altezza.
completamente all'oscuro di ciò che li stava aspettando. Le ragazze venivano poste fra le lastre che
Al termine dell'esperimento i corpi dei deportati venivano sezionati. Poteva capitare che nella fase
di sezionamento, la persona fosse ancora viva.
nel programma di eutanasia. Viktor Brack, un funzionario della Cancelleria motto attivo
comprimevano loro l'addome e il dorso; gli uomini poggiavano il pene e i testicoli su una lastra
speciale. La durata del trattamento arrivava fino ad 8 minuti.
Molte donne uscirono dall'applicazione con ustioni notevoli, che potevano infettarsi; molte si
Congelamento/Raffreddamento
ammalarono con febbre, forti dolori e vomito. Dopo l'esposizione ai raggi X, le ovaie delle donne
L'obiettivo e la condizione da ricostruire era direttamente legato e conseguente all'esperimento
venivano asportate chirurgicamente ed esaminate nel laboratorio per accertare se i raggi X fossero
precedente, cioè: a che condizioni un soggetto gettatosi da un aereo in volo e precipitato in acqua
stati o no efficaci nella distruzione dei tessuti.
fredda si può salvare?
I deportati che erano stati sottoposti alla selezione e che erano stati scelti per questo progetto,
venivano immersi i vasche di acqua gelata per un periodo prolungato. Quando i deportati non
Ricerche sulla cura ormonale dell'omosessualità
Gli esperimenti vennero condotti a partire dal luglio 1944 nel campo di concentramento di
morivano dentro la vasca, i medici indagavano se la rianimazione di esseri umani assiderati fosse
Buchenwald dal medico SS danese Carl Peter Vaernet e consistevano nell'impianto di massicce dosi
più proficua attraverso calore animale o medicinali e procedimenti fisici. Le temperature corporee
di Testosterone su deportati omosessuali alla ricerca di una "cura" che avrebbe dovuto rendere
dei deportati al recupero dell'acqua si aggiravano tra i 25° ed i 29°, ma alcuni documenti riportano
eterosessuali i soggetti trattati.
che alcuni deportati non morivano ancora quando la temperatura scendeva fino a 24°.
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Ricerca sui gemelli monozigoti
Questi esperimenti erano condotti da Josef Mengele ad Auschwitz e Birkenau. Le ricerche partivano da
misurazioni meticolose e assolutamente precise di comparazione tra i gemelli.
Dopo aver misurato e indagato ogni singolo centimetro del corpo dei gemelli, i soggetti venivano
addormentati con un'iniezione di Evipan sul braccio e poi uccisi con un'iniezione di cloroformio fatta
personalmente da Mengele direttamente nel cuore. I corpi venivano a questo punto sezionati e
studiati dall'interno. Pare che it 15 % dei gemelli esaminati sia stato ucciso in questo modo o durante
qualche operazione chirurgica.
Lavori forzati e maltrattamenti
I trattamenti e i lavori che i deportati erano costretti a subire e sopportare giornalmente erano davvero
terribili e solamente pochi riuscivano a sopravvivere, infatti i pia deboli non riuscivano a sopportare
quel tormento fisico e morale e venivano uccisi nelle camere a gas o morivano di stenti e fatica. I
prigionieri non ricevevano che una frazione del poco che gli spettava, e ogni giorno mangiavano per
lo più del pane composto da segatura e delta minestra di cardi o addirittura peggio.
Per quanto fosse pessima però gli internati lottavano per la propria razione di cibo e addirittura per le
tazze in cui mangiarla. A causa della mancanza di cibo si diffusero moltissime malattie tra cui lo
I bambini nei Campi di Concentramento
Di solito i bambini che venivano deportati nei lager nazisti venivano uccisi nelle camere a gas
appena arrivavano, in quanto giudicati inabili al lavoro.
Tutti coloro che avevano meno di quindici anni venivano allontanati con la forza dalle famiglie e
assassinati, a volte invece le madri dei bambini, soprattutto se essi erano piccoli, venivano mandate a
morire assieme a loro.
Alcuni di questi bambini, penò, riuscivano temporaneamente a non essere uccisi, ma il loro destino
era forse ancora più terribile.
Infatti i piccoli con le caratteristiche come i capelli biondi e gli occhi azzurri venivano spesso scelti
per i crudeli esperimenti che i nazisti effettuavano sui prigionieri.
Il principale esecutore di queste terribili barbarie fu il medico tedesco Joseph Mengele che spesso ad
Auschwitz presiedeva le selezioni dei prigionieri ebrei dove trovava nuove cavie, come gemelli,
persone nate con malformazioni e, appunto, bambini su cui sperimentava le sue folli teorie.
Un caso famoso di esperimenti su bambini avvenne net 1945 quando 20 bambini provenienti da tutta
Europa vennero selezionati per un esperimento con i bacilli della tubercolosi condotto dal medico
Kurt Heissmeyer.
scorbuto e altre della pelle come 1'ulcerazione cancrenosa che perforava le guance di donne,uomini e
bambini. Le condizioni vitali non erano migliori per quanto riguardava la disposizione nelle baracche;
i prigionieri infatti erano costretti a dormire in tre nello stesso letto e 1'aria nella piccola stanza si
faceva giornalmente sempre più viziata tanto che non si riusciva quasi a respirare. Anche i lavori che
i prigionieri erano costretti a fare erano davvero terribili e disumani e, spesso, molti deportati non
riuscivano a comprendere gli ordini che gridavano loro le SS cosi che venivano picchiati anche fino
alla morte. Sempre per quanto riguarda i lavori forzati, i prigionieri, molto spesso, venivano
imbrigliati agli aratri come degli animali e venivano impiegati per lo più per la costruzione e, per
giornate intere, spingevano carrelli carichi di carbone per le lunghe gallerie male illuminate, battuti
come somari lungo la strada mentre la sete era tanta che erano costretti a bere la loro stessa urina.
Spesso i prigionieri, se non obbedivano agli ordini delle SS, oltre ad essere frustati venivano rinchiusi
in una cella che misurava circa 90 cm per lato nelle quasi gli uomini non riuscivano ne a sdraiarsi ne a
sedersi. E non veniva dato loro alcun cibo. Nel ricordo di un internato polacco Josef Kral che disse: "
la porta non veniva mai aperta. Si poteva bestemmiare, insultare Hitler e chiunque altro, nessuno
sarebbe venuto. La morte per fame non e facile da sostenere ... I prigionieri urlavano, chiedevano,
pregavano, leccavano i muri ..." Per i lavori forzati venivano sfruttati molto spesso anche bambini, dai
Ai piccoli vennero iniettati i bacilli nel gennaio del 1945, ma 1' esperimento fallì.
I nazisti si resero conto di questo nell' aprile dello stesso anno quando i soldati inglesi stavano ormai
arrivando.
quattro anni in su.
Nel caso del campo di concentramento di Auschwitz però, i bambini non erano presenti infatti si
supponeva che venissero individuati sul marciapiede della stazione, giudicati inabili al lavoro e inviati
Per questo tutti e venti i bambini, malati di tubercolosi, furono crudelmente eliminati.
Successivamente i 14 assassini che collaborarono a questo esperimento furono condannati a morte
durante il processo di Norimberga, ma tre di loro rimasero impuniti.
Tratto da "Auschwitz" di Otto Friedrich
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direttamente alle camere a gas. Alcuni, per le ragioni più diverse, riuscivano a eludere la prassi, ma
erano prima o poi destinati a soccombere.
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...dal punto di vista dei nazisti...
Capitolo 5
Testimonianze, pensieri e considerazioni
L'affermazione del nazismo ha i suoi presupposti nel pensiero del filosofo tedesco Nietzsche vissuto
nella seconda metà del 1800. Nella sua opera "Così parlò Zaratustra" si delinea la figura del
superuomo, un individuo che agisce al di là della morale tradizionale, tendendo ad affermare la
Pensieri e riflessioni sulla Shoah
Ricordare
e
un diritto e un dovere. Ricordare per non negare; ricordare perché la storia insegna;
propria vitalità e la propria volontà di potenza.
Il superuomo o
ricordare perché uomini, donne e bambini senza colpa sono stati torturati e portati alla morte.
Proviamo ad immaginare di non avere più nessuno dei nostri cari, che da un giorno all'altro sparisca
nel nulla l'intera popolazione della nostra città, immaginiamo di perdere tutti insieme gli amici
più
correttamente "l'oltreuomo"
è
un genre di essere umano che Nietzsche creò
nella speranza che l'umanità intera ne seguisse l'esempio.
E’
si un tipo di uomo evoluto, ma
prettamente sotto il profilo intellettuale, un uomo che dice si alla vita, che riesce a non perdersi
vicini e lontani, di non avere con chi dividere il dolore, lontani dalla casa, espulsi dal lavoro con
nelle paure e nelle angosce che caratterizzano la persona comune. E’ un uomo capace di trasvalutare
un'angoscia senza nome, e che alla fine non ci siano nemmeno i cimiteri dove poter piangere i nostri
tutti i valori e di non avere timore di nulla, neanche di Dio.
cari. Proviamo ad immaginare e forse potremmo capire cosa
e
veramente stato it ritorno alla vita di
chi ha vissuto 1'esperienza della deportazione nei campi di concentramento; forse allora
percepiremmo nella sua intensità la violenza di chi oggi vorrebbe colpevolizzare le vittime per un
passato che passa, perché si rifiutano di dimenticare, perché vogliono coltivare it ricordo di ciò che è
stato. La nostra unica domanda
è:"
Come
a
riuscito 1'uomo a fare tutto questo, come
può
essere
Indirettamente anche il pensiero di Darwin, scienziato inglese, costituisce un altro presupposto all'
ideologia nazista.
Egli aveva affermato che la specie si evolve attraverso la selezione naturale e la lotta per la vita, per
cui sopravvivono solo gli individui portatori di mutazioni
ebrei sia come razza sia come singole persone... riuscirono nel loro intento, perché anche i superstiti
vissero disperati e colpiti nell'animo per tutta la vita. Molta gente
a
stata uccisa dalle persecuzioni
naziste e dall'indifferenza di persone che, pur sapendo, non intervennero forse per paura. Quello che
suscita rabbia a che gli uomini ricordano si, ma superficialmente, senza esserne veramente convinti.
La verità
è
che 1'uomo non fa tesoro del suo passato, con conseguenze disastrose; ad esempio, gli
vantaggiose per la conservazione
della specie (teoria evoluzionistica).
La storia
stato così crudele?" In quei campi accadevano cose orribili; l'obiettivo dei nazisti era annientare gli
più
è
vista come lotta della razza superiore, tra cui primeggia quella ariana, e le razze inferiori
(ebrei, slavi, polacchi, russi, zingari). La "razza ariana" stava ad indicare la razza superiore nordeuropea, che doveva essere mantenuta pura attraverso un programma di "eugenetica" che includesse il
divieto di matrimoni "misti", la sterilizzazione (e poi uccisione) dei malati di mente e la
ghettizzazione, evacuazione ed eliminazione di tutte le razze "inferiori".
Gli ebrei sono considerati esempi di dissoluzione morale e vengono accusati di sfruttare
economicamente e finanziariamente la Germania.
ebrei sono stati perseguitati ed uccisi, ma oggi si ammazzano a loro volta in una lotta che sembra
I tedeschi, in nome della loro superiorità, ritengono di aver diritto a uno "spazio vitale" da realizzare a
non avere mai fine. Tutto ciò accade perché l'uomo ha scarsa memoria. E’ necessario ricordare che
spese di slavi e russi.
noi siamo fortunati, perché viviamo in una società che ci permette di essere liberi di pensare e di
scegliere per la nostra vita. Possiamo ricordare in diversi modi, leggendo un libro o articoli di
giornali, magari di ex deportati che raccontano la loro esperienza. Possiamo vedere documentari,
visitare i luoghi dove si sono verificati questi massacri, ascoltare testimonianze o partecipare a
La comunità deve ubbidire al Fhurer, capo carismatico, il quale interpreta le esigenze del popolo e
lo conduce ad una missione di potenza e di dominio. Da questi principi derivano i presunti cardini
della politica nazista: il rifiuto dell'uguaglianza tra individui e popoli, il rispetto di una gerarchia,
1'autorità indiscutibile del capo, il rifiuto del pacifismo.
manifestazioni in onore di quei 6 milioni di innocenti.
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La memoria ...
Testimonianza di Primo Levi
Molte sono le testimonianze che forniscono una memoria della Shoah. A quella memoria come tutti
"C'e un punto sulla terra che a una landa desolata, dove le ombre dei morti sono schiere, i vivi sono
sappiamo a dedicato un giorno, il 27 gennaio di ogni anno, anniversario della liberazione di
morti, dove esistono solo la morte, l'odio e il dolore..."
Auschwitz da parte dell'armata rossa. Al ricordo di una tragedia che sembra tanto lontana, ma che in
Non è un punto qualsiasi quello di cui si parla. Si trova nella fredda e cattolica Polonia. Il suo nome è
realtà risale solo a poco p i ù di mezzo secolo fa. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche sfondano i
Oswiecim, ma forse a molti ancora non basta per capire. Forse la sua traduzione in tedesco potrebbe
cancelli di Auschwitz e liberarono i pochi prigionieri rimasti vivi."
aiutare; quel punto in tedesco si chiama Auschwitz. Ebbene proprio lì in quel preciso punto e
Oggi della Shoah si parla, si narra, si discute, si ricerca in gran parte del mondo. Oggi e narrata e
avvenuta una frattura profonda tra 1'uomo e il mondo, tra 1'uomo e la storia. In quel punto dove la
discussa in una misura di gran lunga superiore a quella di trenta- quaranta anni fa, e non soltanto in
storia si ferma, milioni di persone, per lo più ebrei provenienti da tutta Europa, sono state uccise
Italia. Uno dei motivi e che molti testimoni dapprima abbiano taciuto (magari per ragioni personali,
nelle camere a gas e bruciate nei forni crematori. Vecchi, donne, bambini. Milioni di "stuck", cioè
per non rivivere i momenti di quel passato tremendo) e poi abbiano parlato e scritto a decenni di
pezzi (tali per i nazisti erano le persone concentrate nei lager) sono passati per i camini di Auschwitz.
distanza dagli eventi. C'è da dire che inizialmente molti testimoni, pur essendo ascoltati, non furono
Una vera e propria fabbrica della morte. Efficiente, dinamica, strategicamente avanzata. In quel
creduti.
punto i nazisti avevano stabilito 1'ultima tappa del viaggio del Popolo Errante. In quel punto, dove
Non di certo favorevole fu ii clima di superficiale ricostruzione dei fatti nell'immediato dopoguerra
si moriva per un si o per un no, una fredda notte nell'inverno de11944 e arrivato Primo Levi (24
che faceva sembrare inutile o secondario soffermarsi sul passato, specie se, del peggio di questo si
anni); una laurea in chimica e un breve passato da partigiano. Catturato dalla milizia fascista il 13
era anche stati co-responsabili se non colpevoli. Il passato offuscava appunto la nuova immagine
dicembre del 1943, Primo Levi dichiara la sua "colpa": cittadino italiano di razza ebrea. Una breve
democratica del paese, che 1'Italia si era data a partire dal 1946.
sosta nel campo di Fossoli e subito dopo it congedo dalla vita. La partenza per 1'inferno,
Un sopravvissuto, così si è espresso:
destinazione Auschwitz.
"Ho iniziato a raccontare quello che avevo visto e vissuto a Birkenau molto tempo dopo, non perché
La scritta che sovrasta il cancello di Auschwitz suona beffarda: "il lavoro rende liberi". Levi
non ne volessi parlare ma per il fatto che le persone non volevano ascoltare, non volevano crederci.
testimonia: <<in quel punto tutto e una grande macchina per ridere di noi, per vilipenderci, e poi e
Quando uscii dall'ospedale - Venezia era stato a lungo tempo in ospedale per tisi- mi ritrovai con un
chiaro che ci uccidono, chi crede di vivere e un pazzo...>>. Non pile esistere liberty senza identità e
ebreo e cominciai a parlare. A un tratto mi resi conto che invece di guardare me guardava dietro le
questo i nazisti lo sanno bene. 174517 questo e it nuovo nome di Primo Levi. Un battesimo rapido e
mie spalle qualcuno che faceva dei segni. Mi girai e vidi uno dei suoi amici che diceva con gesti che
ero completamente matto! Per me parlarne era una sofferenza, e quando mi trovavo di fonte a
persone che non credevano mi dicevo: a inutile."
L'Europa di 60 anni fa ha scelto il silenzio, noi invece dobbiamo parlare. Dobbiamo ascoltare le
testimonianze di quei sopravvissuti a cui 1'antisemitismo ha distrutto 1'anima. Per gli ex-deportati e
pungente di colore azzurrognolo tatuato sul braccio. Senza it numero non sei nessuno e se non sei
nessuno non mangi (solo mostrando il numero si riceve il pane e la zuppa). Dietro ogni numero una
storia, una vita, un essere umano. "Sopravvivere per raccontare e testimoniare" questo diventa
l'imperativo di Primo Levi. Ed e proprio lì che inizia a scrivere "Se questo
è
un uomo "; con
difficile raccontare, e un brutto tuffo nel passato, un ritorno al dolore che vorrebbero rimuovere per
linguaggio sobrio, pacato e preciso: <<...Pensavo che la mia parola sarebbe stata tanto più credibile e
ricominciare a vivere veramente. Anche loro sentono il diritto ed il dovere di testimoniare. Devono
utile quanto più apparisse obiettiva e quanto meno suonasse appassionata; solo cosi il testimone
cancellare i rimorsi perché non a una colpa essere sopravvissuti; raccontare e un dovere, un segno di
adempie alla sua funzione, che e quella di preparare il terreno al giudice. I giudici siete voi...>>
rispetto verso la morte dei loro compagni, perché essa non sia stata inutile o solo un buco nero della
storia.
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Tratto da www.binario2l.org
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Testimonianza di un sopravvissuto
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Josef Angel, oggi 85 anni, vive tutt'ora ai confini della Siria. La sua casa e tappezzata di ricordi tra
cui la foto che lo ritrae sul soppalco nel campo di concentramento di Buchenwald, scattata durante la
sua prigionia.
Egli racconta di essere it sesto di sette figli; il padre era commerciante e la madre aveva un negozio,
la guerra li divise e lui fu deportato in Germania, riconosciuto con il numero 24.275.
In un primo memento fu destinato alla costruzione di un'autostrada, in seguito fu trasferito al campo
di Gross-Rosen, dove di giorno spalava la neve e di notte si occupava di scaricare i cadaveri di altri
lager nel forno crematorio; racconta che un giorno gli capito tra le mani un bambino ancora in vita e,
mentre lui lo depositava in terra, da dietro un tedesco lo colpì al capo e lasciò cadere il corpo del
bambino vivo nel forno.
Ricorda inoltre che durante la marcia della morte, preso dalla fame, fu scoperto dalle SS a rubare in
un campo di carote e fu ferito alle gambe.
Dopo essere stato liberato dagli alleati, fu ricoverato in un ospedale e pesava solo ventisette chili.
Finita la guerra, della sua famiglia erano sopravissuti solo due fratelli, che con la madre furono
rimpatriati in Polonia
Josef racconta di aver iniziato una vita nuova in seguito alla strage, essendo stato uno dei pochi
sopravvissuti, e che, da quando
a in pensione, dedica il suo ad accompagnare le scolaresche durante
le visite guidate nei luoghi di sterminio in Polonia.
Da "Se questo a un uomo"
Primo Levi
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Altri testimoni
Giornata della memoria 27/01/2009...
Riflessioni, considerazioni e dibattito, in classe, sulle seguenti testimonianze ricercate e scelte da noi
ragazzi.
Franco Varini, all'eta di diciotto anni, fu deportato come
prigioniero politico per aver collaborato con i partigiani, a
Fossoli, dove rimase per un mese, al termine del quale fu
"Eravamo italianissimi, da parecchie generazioni, e da un giorno all'altro questa italianità è stata
calpestata, è stata ignorata e siamo stati trattati peggio che ladri, peggio che criminali." (Nedo Fiano)
trasferito a Bolzano e poi a Flossenburg. In questo campo
vide le atrocità commesse dai nazisti ed è riuscito a
trasmetterci molto bene la volontà di non dimenticare
quanto e accaduto nel suo libro "Un numero un uomo. "
"Mi disse il preside che il giorno dopo non dovevo venire più a scuola. E cosi è stato e cosi fu, come
diceva il faraone. Da alunno ero molto bravo, avevo una specializzazione in matematica e mi piaceva
molto la geografia. Tanta amarezza, perché non esiste che l'altri andavano a scuola ed io no!. Da
quel momento 1'antisemitismo nasceva a passo d' uomo, a carica... "(Giacomo Moscato)
"Gli altri scolari, che erano con me in classe, quando fui estromesso dalla scuola, lentamente,
sparirono dalla circolazione e se mi incontravano per strada giravano la testa." (Luigi Saggi)
"Dopo l'otto settembre so' arrivati i signori tedeschi e c'hanno annientato la vita." (Enrica Zaffati)
Nedo Fiano, autore del libro "7l coraggio di vivere, " fu
"Io stavo giocando a nascondino, pensi i tredici anni miei... Il fascista che ci ha preso ci conosceva
deportato a Fossoli, perché ebreo e, successivamente, ad
molto bene, vendeva le caldarroste in piazza. Mio padre scappo e mi disse: "Vai a vedere che cosa
Auschwitz, con il numero A5405. Ha visto con i propri
fanno a mamma!" Quando mi sentirono chiamare mamma presero anche me." (Milena Zarfati)
occhi la tragedia del Novecento e, da allora, non ha mai
smesso di raccontarla ai giovani.
"Non ho fatto in tempo a salutare mamma, assolutamente no." (Alberto Sed)
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"Mia madre ci abbracciò e disse:"non ci vedremo più" i tedeschi urlavano, bastonavano e mia
"Ho visto l'essere umano o quello che restava di esso, perdere 1'essenza del suo spirito essenziale
madre ebbe paura non per lei, ma per noi e disse: "adesso andate"... non 1'ho più vista..." (Piero
fino all'alienazione di se stesso."
Terracina)
"Su un acceso rosso tramonto, sotto gli ippocastani fioriti, sul piazzale giallo di sabbia, i giorni sono
"Si immagini ora un uomo a cui insieme con le persone vengono tolti la sua casa, le sue abitudini, i
tutti uguali. E it mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Qui nono posso volare, non
suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quello che possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a
voglio."
sofferenze e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente a chi a perso
tutto, di perdere se stesso, tale quindi che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di
"Le orecchie sono sorde, le parole le inghiotte il vento che porta odore di cenere nelle nostre teste,
fuori di ogni senso si affinità umana; Si comprenderà allora il termine "campo di annientamento" e
calve di colpe non commesse." (Edith Bruck)
sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: "giacere sul fondo".
"I1 delitto a stato commesso, però 1'esistenza dei miei figli e dei miei nipoti sta a dimostrare che
(Primo Levi - Se questo e un uomo)
nonostante tutto la vita a continuata e la partita l'hanno persa proprio loro." (Nedo Fiano)
"E Voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo
"Un uomo che è stato nel lager non esce più dal campo, un uomo è sempre là." (Nedo Fiano)
"Sia un tuo imperativo capire e ricordare. Non serve piangere disperarsi, ma una sola promessa: che
quanto è accaduto non accada più a nessuno sulla faccia della Terra."
"E' un grande miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano
assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima
bontà dell'uomo. Ma è impossibile costruire tutto sulla base della morte, bella miseria, bella
mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria
troppo presto: il grembo da cui nacque e ancor fecondo." (Bertolt Brecht)
"Che cosa può fare un uomo che si trova in carcere ed a minacciato di morte sicura? Eppure hanno
paura di me" (Sawa-URSS)
"Sono fiero di meritare questa pena"(Pierre-Francia)
"Lo dico anche ora: ne a valsa la pena"(Istvan-Ungheria)
confusione, eppure quando guardo il cielo penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche
questo spietato massacro cesserà, che ritorneranno 1'ordine, la pace e la serenità." (Anna Frank)
"Cara mamma e tutti voi, stanotte sono venuti a portarci alla fucilazione. Ne hanno chiamate 12, tra cui
anche la nostra Srpce. Immaginavo che dopo di lei avrebbero chiamato anche me, cosi mi sono
preparata. Invece quello ha smesso e ha detto alle chiamate di uscire. Quel momento, per me, è stato
terribile. Lei si e vestita e ha detto "Salve". Ci siamo baciate in fretta. E' andata con aria fiera, la
"Avevamo letteralmente dimenticato la gioia e dovevamo prima riimpararla (Viktor Frank)
testa eretta, come fa sempre quando cammina, la mia sorellina... "(Jovanka-Jugoslavia)
"Imparino i vivi dal destino dei morti."
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"Contro l'idea della violenza, la violenza dell'idea"(Franz-Austria)
"Ti lascio questo mio testamento: cerca il senso della vita, insieme con i figli, nella lotta"(Nicola-
Una bambina di Terezin
La paura
Bulgaria)
Di nuovo l'orrore ha colpito il ghetto,
"Muoio e vivrò" (Aleksei-Cecoslovacchia)
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
"Non è un brutto sogno che ci opprime tanto, mamma, è tutto vero, sogno e tutto ciò che è stato una
volta, la casa, il lavoro, la scuola, tu, cara, tutto ciò e sogno"
Che decapita intorno le sue vittime.
(Rudi-Austria)
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
"Il secondino, con la tranquillità di un droghiere che segni sul suo registro un credito, ha scritto sul
cartoncino che reca la mia firma: "MORTE"... "(Atanas-Bulgaria)
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime da branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
Vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
II mondo a nostro e noi lo vogliamo migliorare.
Vogliamo fare qualcosa. E' vietato morire!
(Eva Pickova, 12 anni- morta it 18/12/1943)
Bibliografia
Conclusione
1.
M. Pezzetti "Album Auschwitz"
2.
Articolo di Marco Ansaldo "Buchenwald-gli angeli dei bambini" da "Repubblica" del 27
3.
gennaio 2009
"Sterminio in Europa tra due guerre mondiali"a cura dell'Associazione ex deportati politici
E stato possibile venire a conoscenza delle atrocità compiute dai nazi-fascisti in seguito all'apertura
dei lagher, sparsi in tutta Europa, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ma anche
grazie al coraggio dei sopravvissuti. Essi, infatti, hanno trovato e trovano la forza di ricordare il loro
doloroso passato, le sevizie subite, la perdita dei loro cari,l'annientamento della persona voluto
nei campi di sterminio nazisti
dalla "soluzione finale" ed hanno denunciato, a tutto il mondo, ciò che a accaduto - tramite
4.
Otto Friedrich -"Auschwitz" edito da Baldini e Castoldi
pubblicazioni autobiografiche, incontri con gli studenti delle scuole, conferenze...
5.
Alison Leslie Gold -"Mi ricordo Anna Frank" - Sansoni per la scuola
Vogliamo citare, per tutti, le parole di Livia Bitton-Jackson che, quando aveva solo tredici anni e si
6.
Livia Bitton-Jackson -"Ho vissuto mille anni"- Sansoni per la scuola
chiamava Elli Friedmann, fu deportata nei campi di sterminio. Nel suo libro "Ho vissuto mille
7.
Anna Foa -" Gli Ebrei in Europa " – Laterza
anni," oltre a raccontare la propria storia, spiega perché ha voluto farlo: "La mia speranza è che
8.
Alessandra Chiappano -"I lager nazisti" - Giuntina
conoscere il passato ci aiuterà in futuro ad evitare la crudeltà e la violenza. La mia speranza è , che
9.
Biblioteca di Repubblica - La Storia
sapendo quali orrori possono venire dal pregiudizio e dall'intolleranza, si possa coltivare 1'impegno
10. EnciclopediaTreccani
a combatterli ".
11. E. Baffi e P. Brengola -Il Grande Racconto della Storia – Mondadori scuola
Primo Levi - passato per il campo di smistamento di Fossoli, prima di essere deportato al campo di
Auschwitz - dopo il suo ritorno in Italia, durante una delle tante interviste, ci ha lasciato un monito,
12. A. Pavia e A. Tiburii -L'Italia e la deportazione
che sembra rivolto proprio a noi giovani: "Ci sono pagine da leggere perché nessuno debba più
13. M. Sarfatti - La Shoa in Italia
14. R. Fabietti e G. Camera - Elementi di Storia
scriverle. "
15. F. Sessi - Ultima Fermata Aushwitz - Fabbri editori
Nella conduzione e la realizzazione della nostra ricerca abbiamo riflettuto e compreso che il ricordo
16. P. Levi - Se questo a un uomo – Biblioteca di Repubblica
di ciò che è stato debba servire come insegnamento perché le atrocità commesse non debbano più
17. C. Benocci I1 Rione Sant'Angelo
ripetersi in futuro. Quindi, anche quando gli ultimi testimoni saranno scomparsi, chi potrà
continuare il loro compito, chi seguitetà a raccontare le loro vicende per trasmetterle ai giovani di
18. G. Ascarelli e D. di Castro - Il tempio maggiore di Roma
domani? Ebbene, ognuno di noi, dovrebbe assumersi 1'impegno del "passaggio del testimone",
19. Repubblica del 16 ottobre 2003
20. Repubblica del 16 gennaio 2009
affinchè nulla di quanto è accaduto possa finire nella nebbia dell'oblio e quindi, nuovamente e
21. Repubblica del 23 gennaio 2009
tragicamente ripetersi!
22. II Messaggero del 6 maggio 1997
23. Materiale fotografico tratto dalla visita alla mostra al Vittoriano "Le leggi razziali: una
Serena Comucci
Ale ssandra Imeneo
Viaggio a Fossoli 26-27-28 aprile 2009
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tragedia italiana"
24. Materiale fotografico tratto dalla visita al ghetto di Roma
25. Materiale fornito dal Centro di Cultura Ebraica di Roma
80
26. Marco Ansaldo - Buchenwald; io, it quinto uomo della foto schok e la mia vita dopo il lager "
Sitografia
Il Venerdi di Repubblica" 24/10/08 —(Pagg. 56-57-59)
27. Enrico Mannucci - Il giorno della memoria nelle storie degli italiani deportati, (Pagg. 71-7273-74)
28. Marcella Vezzetti e Bruno Vespa "Magazine" "1938 — leggi razziali, una tragedia italiana"
Gangemi editore (Roma 2008)
1.
www.wikipedia.org
2.
www.digilander.libero.it
30. Saul Meghnagi - Donzelli "Memorie della Shoah, dopo i testimoni" - editori (Milano 2007)
3. www.bellquel.bo.cnr.it
4. www.olocausto.it
31. "II diario di Anna Frank" — Einaudi ( Torino 1992)
5. www.Mathausen- per non dimenticare. it
32. Michele Sarfatti - La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo
6. www.deportati.it
33. GiacomoBenedettini - 16 Ottobre 1943
7. www.giallafarfalla.it
34. Enzo Collotti - II fascismo e gli ebrei
8. www.binario21.org
29. Lia Levi "Una bambina e basta"— edizioni e/o (Milano 2007)
9. www.ghwk. htm
35. Michele Sarfatti - Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi
36. Luca Menghel La memoria di San Saba
10. www.unknown.it
37. Il Campo di Fossoli: Da campo di prigionia e deportazione a luogo di memoria
11. www.yahoo.com
2004,Anna Maria Ori
12. www.storiadel.XX.secolo.it
38. RalfDahrendorf - Dove nascono i nazisti -Repubblica 10/12/08
39. David Bidussa- La Shoah, quando non ci saranno più testimoni Repubblica 27/01/09
13. www.prmlevi.fossoli.gries.org
40. Alessandra Farkas - L'Unione Europea non a degna del Giorno Bella Memoria E-Polis
15. www. msnencarta. it
27/01/09
41. Bernardo Valli -Repubblica 03/02/09 Negazionismo:gli assassini della memoria cancellano
l’Olocausto
42. Intelligence in Life Style- Il Sole 24ore- Venerdì 10 Aprile 2009
14. www.ebreifascismo. it
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22. www.repubblica.it
23. www.corriere.it
Filmografia
II diario di Anna Frank - G. Stevens - 1959
Schindler's list — S. Spielberg -
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82
Glossario
23. Scabbia: infestazione cutanea pruriginosa dell'uomo causata dalla femmina dell'acaro che
scava cunicoli nella pelle, causando vescicole tra le dita e piaghe cutanee
1. Antisemitismo: comportamento razzista contro le persone di religione ebraica
24. Scorbuto: grave malattia della pelle
2. Beffardo: agg.1 che si compiace di desiderare e beffare 2 che rivela scherno o ironia
3. Cancreana: processo di disfacimento di una parte del corpo colpita da una grave infezione
25. Semite: chi appartiene ai popoli, legati tra loro per nessi razziali, lingustici e culturali
26. Storiografia: la scienza e l'attività di scrivere opere di storia
4. Canone: forma basilare, criterio fondamentale e assoluto
5. Comizio: riunione pubblica durante la quale uno o piu oratori espongono i programmi del
27. Sussidio: aiuto, soccorso
28. Tifo: gruppo di malattie infettive causate da batteri, caratterizzate da febbre, torpore,
loro partito
manifestazioni esantematiche
29. Trasvalutare: v.tr. (io trasvaluto, trasvalùto) filos.. far mutare di valore, far sopravvivere in
6. Concezione: concepimento di un'idea, di un progetto; ideazione
7. Cronico: si dice di malattia a decorso lento, che ha scarsa tendenza a risolversi
nuovo e diverso sistema di valori
8. Dittatura: forma di governo autoritario che accentra il potere nella sola persona in questo
30. Ulcera: infezione della pelle o dei tessuti di organi interni caratterizzata da difficoltà di
caso dittatore
cicatrizzazione
9. Egida: patrocinio, patronato
10. Endemia: manifestazione di malattia diffusiva, circoscritta a un determinato territono
11. Enunciare: esporre con chiarezza e precisione una teoria, una questione
12. Genesi: origine, principio, nascita
13. Genocidio: reato consistente in un complesso organico di attivita commesse con l'intento di
distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale o etnico
14. Ibridismo: insieme dei fenomeni che si riferiscono alla produzione degli ibridi
15. Inculcare: fare entrare, imprimere nella mente o nell'animo di qualcuno idee, precetti con
persuasione ed insistenza
16. Individuare: determinare con precisione e con chiarezza; identificare
17. Logorato: reso logoro, consumato
18. Monozigoti: termine riferito ai gemelli che hanno lo stesso DNA
19. Pacato: part. pass. di pacare; anche agg. che dimostra calma e serenità
20. Preordinare: organizzare o preparare qualcosa in anticipo, rispetto al fine che si intende
raggiungere
21. Profilare: delineare i contorni di qualcosa; descrivere i tratti caratteristici e/o essenziali di
qualcosa
22. Repulsivo: che respinge, che suscita repulsione
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