Scuola Media Statale T. Mommsen Classe III P I testimoni del passato per i protagonisti del futuro A tutti i deportati vittime del nazi-fascismo, e non solo... "Ci sono pagine da leggere perché nessuno debba più scriverle" Primo Levi Anno scolastico 2008-09 2 I ragazzi della IIIP della "S.M.S. Via T. Mommsen" Roma Anno scolastico 2008-09 Un particolare ringraziamento Francesco Angelini Lorenzo Giglio Matteo Arella Giulia Golino Angelica Attili Alessandra Imeneo Lorenzo Bonaiuto Luca Lamberti Linda Carbonaro Riccardo Marinucci Serena Comucci Eleonora Marocco Alessandro Dionisio Alessandro Mele Gianluca Domeniconi Andrea Modeo Simone Faita Federico Pace Flavio Fortunato Claudia Ricci Al testimone Franco Varini- Centro Guerzoni a Carpi- Modena All'ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati), nella persona del dottor Aldo Pavia Alla comunità ebraica: Sinagoga e Museo Ebraico Al Comune di Roma, Dipartimento XI - Politiche Educative e Scolastiche – IVU.O. - Progetti Speciali – Via Capitan Bavastro 94 – dott.ssa Stefania Buccioli – M. Adelaide Uccelli – Rossella Nepi e Stefania Chiffi Stefano Fragasso Giammarco Russo Al sindaco di Roma Gianni Alemanno All'Assessore alle Politiche Educative del Comune di Roma dott.ssa Laura Marsilio Gabriele Gabrieli Federica Sorgini Al professor Marcello Pezzetti, studioso ed esperto della materia Riccardo Galasso Professoressa Anna Angelici Alla fondazione "La Casa della Memoria" di Roma Al Dirigente Scolastico della S.M.S. Via T.Mommsen Prof. ssa Antonietta Sarni Alla Prof.ssa Anna Angelini della classe III P E a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto 3 4 Tabella di progettazione Scuola Classe Anno scolastico Progetto Via T. Mommsen Plesso Deledda Roma III P 2008-2009 "Viaggio nella memoria: per non dimenticare la tragedia del `900" Compito del progetto Tempi per l'attuazione Fasi progettuali Contenuti Conoscere per non dimenticare Da dicembre a marzo Scelta e definizione della tematica da approfondire Le leggi razziali del 1938-39 in Italia Percorso di ricerca storica Libri, saggi e pubblicazioni specifiche Storia Formazione dei gruppi e distribuzione dei compiti Gli ebrei di Roma Contatti con la "Casa della Memoria" Lavoro di gruppo Film, cortometraggi e documentari Educazione civica Stimolare it recupero di identity dell'individuo e del gruppo Comprendere l'importanza della documentazione e delle testimonianze per la ricostruzione di un percorso storico Potenziare la capacity di lavorare in gruppo Venerdi alla sesta ora Ricerca, lettura ed analisi di informazioni e documenti Mezzi Documenti Discipline o aree disciplinari coinvolte Prefazione 7 Introduzione 8 9 Le tappe della Shoah in Italia Capitolo 1 - Le leggi razziali del 1938-1939 in Italia Italiano Gli ebrei nell'Italia unita 10 L'invenzione delle razze 10 Ideologia e propaganda 10 Il manifesto della razza 11 Dichiarazioni sulla razza 12 Le conseguenze delle leggi razziali Visione di film, filmati e documentari _ Imparare ad assumere ruoli e compiti di Educare all'uguaglianza, al rispetto dell'altro e alla pace Alcuni Campi di Concentramento in Italia Metodi Indice Selezione del materiale raccolto I campi di deportazione e di sterminio in Europa La Shoah: pensieri e riflessioni di ieri e di oggi Rielaborazione e stesura del materiale raccolto Lavoro su compito reale Tecniche di progettazi one Tecniche di ricerca, scrittura, grafiche Computer e stampante Educazione tecnica Trasposizione al computer per la realizzazione di fascicoli Visita del ghetto e della sinagoga prodotto finale Fascicolo "I testimoni del passato per i protagonisti del futuro" Cd-rom "Dal ghetto di Roma at Campo di Fossoli" Mostra at Vittoriano 18 Geografia Capitolo 2 - Gli ebrei di Roma Foto L'antico ghetto di Roma e la sua storia 22 22 La vita nel ghetto 25 Gli ebrei di Roma 27 Roma: "città aperta" 28 16 ottobre 1943:la deportazione degli ebrei di Roma 29 Il destino degli ebrei di Roma Alcune testimonianze 30 32 Capitolo 3 - Alcuni Campi di concentramento in Italia tutor di progetto Pro.ssa Anna Angelini 16 La vita nei campi di concentramento 34 34 La risiera di San Sabba 37 Borgo San Dalmazzo 38 Campo di Fossoli 40 Campo di Grosseto 45 Campo di Bolzano-Gries 47 Testimonianze 49 Capitolo 4 I Campi di deportazione e di sterminio in Europa Auschwitz Il fascicolo intende approfondire, attraverso testimonianze, documenti, pubblicazioni e luoghi la 52 tragedia del Novecento che ha visto coinvolti milioni di uomini, donne e bambini, discriminati per Mathausen 53 55 motivi razziali, ideologici e politici. Lo scopo di questa ricerca - un viaggio a ritroso nel tempo — e Ravensbruck 56 stato quello di conoscere e di comprendere meglio le cause, i fatti, gli eventi e le conseguenze Dachau 57 dell'Olocausto. Bergen Belsen 58 Una presa di coscienza, a volte diretta, mediante l'incontro con i testimoni sopravvissuti e la visita al Buchenwald 59 Campo di Fossoli ed al Museo del deportato a Carpi. I bambini di Terezin Esperimenti e torture sui deportati Lavori forzati e maltrattamenti Capitolo 5 Testimonianze, pensieri e considerazioni Pensieri e riflessioni sulla Shoah Come dice Frediano Sessi nel suo libro "Ultima fermata Auschwitz": "Sia un tuo imperativo capire e 60 62 ricordare. Non serve piangere o disperarsi, ma una sola promessa: che quanto e accaduto a noi non accada mai più a nessuno, sulla faccia della terra". 65 Nella realizzazione del presente lavoro, noi ragazzi della 3P, ci siamo organizzati per gruppi, utilizzando un metodo di ricerca basato sul compito reale che ha visto coinvolti e responsabilizzati 66 tutti i componenti della classe e che ci ha permesso di approfondire aspetti, problematiche e ... dal punto di vista dei nazisti ... 66 67 contenuti diversi nell'ambito della stessa grande tematica: "Viaggio nella memoria: per non La memoria ... 68 dimenticare la tragedia del Novecento". Testimonianza di Primo Levi 69 Testimonianza di un sopravvissuto 71 Altri testimoni 73 Giornata della memoria 27/01/2009 74 Conclusione 79 Bibliografia 80 Sitografia e Filmografia 82 Glossario 83 7 Prefazione 8 Introduzione Le tappe della Shoah in Italia Cos'e la Shoah? Con i termini "shoah"(dall'ebraico"catastrofe ") e olocausto" (dal greco holos "completo" e kaustos I117 novembre 1938 il governo fascista emana i provvedimenti per la "rogo") si indica la persecuzione e it programmatico genocidio degli ebrei europei da parte del difesa della razza meglio note come leggi razziali. regime nazista nel corso della Seconda Guerra Mondiale. La legislazione tedesca del tempo, procedette ad una sistematica persecuzione di quella parte della popolazione infatti, a partire dal settembre del 1941 gli ebrei tedeschi furono costretti a portare, cucita sui loro abiti, la stella di David; gli adolescenti non ebbero più la possibilità di frequentare la scuola pubblica; i capofamiglia furono allontanati dagli uffici della pubblica amministrazione, L' 8 settembre 1943 gli ebrei vengono arrestati e deportati nei lager. dall'esercito e furono interdetti dallo svolgere qualsiasi professione. Fu loro vietato di pubblicare gli annunci funebri sui giornali, di conservare i propri nomi nell'elenco telefonico, di frequentare luoghi di villeggiatura e vacanze, di lavorare nel mondo dello spettacolo. Furono, vietati i matrimoni misti. Nei mesi successivi decine di migliaia di ebrei furono deportati nei ghetti in Polonia e nelle cina sovietiche occupate, per poi essere spostati nei campi di concentramento e di I116 ottobre 1943 vengono arrestati e deportati gli ebrei romani. sterminio. Lo stesso avvenne in Italia sotto il regime fascista I campi erano, solitamente,agglomerati di baracche o di capannoni,circondati da torrette e delimitati da reti di filo spinato. Vennero definiti campi di lavoro o centri di rieducazione ma in realtà ormai sappiamo che si tratto, troppo spesso, di veri e propri, "campi di sterminio"per 1'annientamento psicologico e 1'eliminazione fisica di interi gruppi etnici, religiosi e di oppositori politici. All'interno di tali campi le forze di polizia naziste furono le feroci SS, la Gestapo e i Kapoò. Questi ultimi vennero, perlopiù, scelti tra gli ebrei stessi e, spesso, non furono meno feroci dei loro persecutori. 11 24 marzo 1944 con la strage delle Fosse Ardeatine i tedeschi fucilarono Gli internati vennero sottoposti ad ogni forma di sofferenza ed aberrazione, a volte erano costretti a 355 persone. rimanere per giorni interi in piedi lungo il muro di cinta del campo, bagnati ogni tre ore da getti d'acqua fredda, anche in pieno inverno, senza bere, senza mangiare e senza poter soddisfare in modo decoroso i propri bisogni naturali. Gli interrogatori potevano durare anche sessanta ore, i detenuti non potevano sfuggire at fuoco delle Il 4 giugno 1944 Roma fu liberata e it 2 maggio 1945 si ebbe la domande e alle torture fisiche che avevano lo scopo di condurre la vittima al crollo fisico e morale. capitolazione finale di nazisti e fascisti. Nei forni crematori venivano bruciati i cadaveri, dal momento che nella stanza mortuaria, in vane occasioni, questi erano ammassati fino at soffitto. 9 10 Capitolo 1 Le leggi razziali del 1938-1939 in Italia Ideologia e propaganda Tra il 1936 e gli inizi del 1938 in Italia si sviluppa un' intensa azione propagandistica che, spaziando dalla riproposizione del tradizionale antigiudaismo cattolico alla diffusione della nuova impostazione razzistico-biologica, raggiunge progressivamente le varie sfere della società, penetra a Gli ebrei nell'Italia unita fondo nel partito fascista, inizia a orientare 1' opinione pubblica. Il varo delle leggi antisemite e quindi preceduto e accompagnato da scritti ideologici e da articoli di Nei primi decenni del `900 gli ebrei italiani (compresi quelli di Trieste e Fiume) erano circa 45.000, stampa che giustificano e diffondono 1' avversione contro gli ebrei. pari all' uno per mille della popolazione della penisola. Si diffonde la loro qualificazione di "antifascisti", dizione che nell' Italia totalitaria significa "anti- Erano benestanti e proletari, laici e religiosi, nazionalisti e non, reazionari e moderati. italiano". Una delle maggiori differenze tra italiani ebrei e italiani non ebrei era l' alfabetizzazione: pressoché Gli ebrei ormai sono definiti come una "razza" e non più come un gruppo religioso o identitario. generalizzata fra i primi e limitata solo alla meta dei secondi. La campagna antisemita e quella contro i neri si snodano su strade parallele, riunite ed intrecciate in Nei primi anni del secolo la presenza del tradizionale antigiudaismo cattolico o dell' antiebraismo occasioni quali il testo ideologico " Il manifesto fascista della razza"del luglio 1938 e la nuova "nazionalista" non preoccupava più di tanto gli ebrei d' Italia, convinti che il `900 avrebbe apportato rivista " La difesa della razza". solo progresso e prosperità economica e sociale. Quest’ultima è la parola d' ordine dell' intera campagna razzista, comparendo anche nei titoli di alcune leggi :la maggioranza "bianca ariana cattolica"della penisola perseguita neri ed ebrei per "difendersi". La violenza di parole e raffigurazioni ha lo scopo di distruggere 1' integrazione. L' invenzione delle razze L' idea dell' "ariano" come rappresentante della razza pura, portatore di cultura proviene dal libro "Die Grundlagen des 19. Jahrhunderts" ( I fondamenti del XIX secolo) di Houston Stewart Chamberlain, scritto del 1899. Gli ebrei sono visti nella logica di una "razza minore" mista in eterna lotta con gli "ariani". Gli ebrei sono definiti come un miscuglio di razze orientali, asiatiche, mediterranee, camite, nordiche, negroidi. Per migliorare la qualità del popolo tedesco venne vietato il matrimonio misto con appartenenti alle"razze" considerate fisicamente e caratterialmente "inferiori." 12 4. Il manifesto della razza LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE E NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTA ARIANA. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco e I15 agosto 1938 sulla rivista "La difesa della razza" viene pubblicato it seguente manifesto: rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da I1 ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno, sotto 1'egida del Ministero della Cultura Popolare, elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa. redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista: 5. E UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI. 1. LE RAZZE UMANE ESISTONO. La esistenza delle razze umane non a gia una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una Dopo 1'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà a rappresentata da capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che nazioni europee la composizione razziale a variata notevolmente in tempi anche moderni, per furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a 1'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi a la stessa di quella che era mille priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a differenti. famiglie che abitano 1'Italia da almeno un millennio. 2. ESISTONO GRANDI R A Z Z E E PICCOLE RAZZE Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente 6. sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, ecc.) Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano 1'Italia. Questa antica purezza di individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal sangue a il pia grande titolo di nobiltà della Nazione italiana. ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA". Questo enunciato non a basato sulla confusione del concetto biologico di razza con it concetto punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali a una verità evidente. 7. 3. IL CONCETTO DI RAZZA E PURAMENTE BIOLOGICO. E’ TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI. Tutta 1'opera che finora ha fatto il Regime in Italia a in fondo del razzismo. Frequentissimo e Esso quindi a basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Pero alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non a solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli e diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il domino assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora in assimilate una alle altre le diverse razze. stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e 1'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire pero introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le ram extra-europee, questo vuol dire elevare 1'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità. 13 14 8. E’ NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI Questo a il documento fondamentale, che ebbe un ruolo non indifferente nella promulgazione delle D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI cosiddette leggi razziali, e il Manifesto della Razza o più esattamente il Manifesto degli scienziati AFRICANI DALL'ALTRA. razzisti, pubblicato una prima volta in forma anonima sul Giornale d'Italia il 15 luglio 1938 Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono 1'origine africana di alcuni con il titolo "I1 Fascismo e i problemi delta razza", e poi ripubblicato sul numero uno della popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni rivista "La difesa della razza" i15 agosto 1938. Il 25 luglio 1938 - dopo un incontro tra i dieci semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili. redattori della tesi, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri ed il segretario del PNF Achille Starace - la segreteria politica del PNF comunica it testo completo del lavoro, corredato dall'elenco 9. GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAllA ITALIANA. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in dei firmatari e degli aderenti. Tra le adesioni at manifesto spiccano quelle di personaggi illustri - o generate a rimasto. Anche 1'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del Galeazzo Ciano, Amintore Fanfani, Agostino Gemelli, Giovanni Gentile, Luigi Gedda, Giovannino ricordo di qualche nome; e del resto i1 processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Guareschi, Mario Missiroli, Romolo Muni, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Giuseppe Tucci. Gli ebrei rappresentano Tunica popolazione che non si a mai assimilata in Italia perché essa e Nonostante alcuni sostengano che Mussolini non fosse antisemita (forse perché una delle sue costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno amanti, Margherita Sarfatti, era ebrea), Galeazzo Ciano riporta net suo diario per la giornata del 14 dato origine agli Italiani. luglio 1938: «II Duce mi annuncia la pubblicazione da parte del Giornale d'Italia di uno statement destinati a diventare tali - come, ad esempio, Giorgio Almirante, Piero Bargellini, Giorgio Bocca, sulle questioni della razza. Figura scritto da un gruppo di studiosi, sotto 1'egida del Ministero della 10. I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI Cultura Popolare. Mi dice che in realtà 1'ha quasi completamente redatto lui>>. Al Regio Decreto Legge del 5 settembre 1938 - che fissava <<Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO. L'unione e ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, net quale caso non si deve parlare di fascista> - e a quello del 7 settembre - che fissava <<Provvedimenti nei confronti degli ebrei vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono stranieri>> - fa seguito (6 ottobre) una <dichiarazione sulla razza>> emessa dal Gran Consiglio del solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. II carattere puramente europeo Fascismo. Tale dichiarazione viene successivamente adottata dallo Stato sempre con un regio degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una decreto legge che porta la data del 17 novembre dello stesso anno. Sono dunque molti i decreti che, civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani. tra restate e 1'autunno del 1938, sono firmati da Benito Mussolini in qualità di capo del Governo e poi promulgati da Vittorio Emanuele III. Tutti tendenti a legittimare una visione razzista delta cosi delta questione ebraica. L'insieme dei questi decreti e dei documenti sopra citati costituisce appunto 1'intero corpus delle leggi razziali. Alcuni degli scienziati ed intellettuali ebrei colpiti dal provvedimento del 5 settembre (riguardante in special modo il mondo delta scuola e dell'insegnamento) emigrano negli Stati Uniti. Tra Toro ricordiamo: Emilio Segre, Achille Viterbi (padre di Andrea Viterbi), Enrico Fermi (che aveva sposato un'ebrea), Arnaldo Momigliano, Bruno Pontecorvo, Bruno Rossi. Chi decide di rimanere in Italia a costretto ad abbandonare la cattedra. Tra questi: Tullio Ascarelli, Alessandro Della Seta, Gino Fano, Federigo Enriques, Giuseppe Levi, Benvenuto Terracini, Tullio Levi-Civita, Rodolfo Mondolfo, Adolfo Ravà, Attilio Momigliano, Gino Luzzatto, Donato Ottotenghi, Tullio Terni e Mario Fubini). L'insegnamento nelle scuole riservate agli ebrei tuttavia non venne ancora proibito. 15 16 Dichiarazioni sulla razza Provvedimenti relativi alla scuola Nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, non possono essere ammesse persone di razza ebraica ne possono essere ammesse al conseguimento dell' abilitazione alla libera Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce che e considerato di razza ebraica: docenza. Dette scuole non possono essere frequentate da alunni di razza ebraica. a) colui che nasce dai genitori entrambi ebrei Nelle scuole di istruzione media a vietata 1' adozione di libri di testo di autori di razza ebraica. b) colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera Per i fanciulli di razza ebraica sono istituite speciali sezioni di scuola elementare in numero c) colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto professa la religione ebraica non inferiore a dieci. d) non a considerato di razza ebraica colui che e nato da un matrimonio misto qualora professi altra religione all' infuori dell' ebraica alla data del 1 ° ottobre XVI Provvedimenti relativi all' esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica Nessuna discriminazione a applicata, escluso in ogni caso 1' insegnamento nelle scuole di ogni L' esercizio delle professioni di giornalista, medico chirurgo, farmacista, veterinario, ostetrica, ordine e grado, nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana i quali appartengano a: avvocato, procuratore, patrocinatore legale, esercente in economia e commercio, ingegnere, a) famiglie di caduti nelle quattro guerre sostenute dall' Italia: Libica, Mondiale, Etiopica e architetto, chimico, agronomo, geometra, perito agrario può essere svolto da cittadini ebrei iscritti in Spagnola; elenchi aggiunti dichiarandola loro appartenenza alla razza. Salvi i casi di necessità la professione b) famiglie di volontari nelle quattro guerre deve essere esercitata esclusivamente a favore di persone appartenenti alla razza ebraica. c) E' vietato 1' esercizio di notaio ai cittadini italiani di razza ebraica. famiglie di combattenti nelle quattro guerre insigniti della croce al merito di guerra d) famiglie dei caduti per la causa fascista e) famiglie di mutilati invalidi e feriti della causa fascista f) famiglie di fascisti iscritti al partito g) famiglie aventi eccezionali aventi eccezionali benemerenze Provvedimenti relativi ai matrimoni I1 Gran Consiglio del Fascismo stabilisce: a) il divieto di matrimoni di italiani con altre razze non ariane b) il divieto per i dipendenti dello stato e di enti pubblici di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri anche di razze ariane deve avere il preventivo consenso del Ministero dell' Interno. I trasgressori sono puniti con 1' arresto fino a tre mesi e con 1' ammenda fino a lire 10.000 17 18 E ciò avvenne anche per 1' ampia partecipazione degli ebrei alla vita intellettuale italiana: basti pensare che , in termini percentuali, nel '38, gli ebrei rappresentavano meno dell' uno per mille della Le conseguenze delle leggi razziali popolazione mentre i professori universitari rappresentavano oltre 1' 8 % dell' intera categoria. Gli ebrei vennero quindi esclusi dalla vita intellettuale dell' epoca a partire dalla creazione dell' Nell' agosto del 1938 viene schedata la popolazione ebraica presente sul territorio nazionale attraverso un censimento. I primi decreti-legge antiebraici sono approvati dal Consiglio dei ministri del governo fascista del regno d' Italia nelle sedute dell' 1\2 settembre e del 7\9\10 novembre; tutti vengono controfirmati da Vittorio Emanuele III di Savoia e vengono convertiti in legge dalla Camera e dal Senato. Accademia d' Italia, la nuova istituzione voluta da Mussolini, per rappresentare la cultura nazionale e priva fin dall' inizio di soci ebrei. Fra gli intellettuali che vennero cancellati dal panorama culturale e scientifico italiano c' erano matematici e fisici di fama internazionale. Scorrendo i loro nomi e ci si rende conto delta profonda ferita inferta dal fascismo alla cultura e alla I testi sono voluti, pensati e definiti dal dittatore Benito Mussolini. scienza italiana. Dal 1938 al 1943 it regime emana innumerevoli norme di allontanamento ed esclusione. In conseguenza delta scelta di imperniare la legislazione sul criterio razzistico-biologico, vengono Tanti furono i docenti e i promettenti ricercatori costretti a cercare una collocazione accademica o professionale all' estero , e molti di loro lo fecero conseguendo brillanti risultati. perseguitate anche persone di fede cattolica. Sono vietati nuovi matrimoni "razzialmente misti". Gli ebrei sono espulsi dagli impieghi pubblici , progressivamente da quelli privati, dalle forze armate , dall' insegnamento, dal comparto della cultura e dell' intrattenimento, da quello delle libere professioni.... Vengono "arianizzati" i nomi di strade e biblioteche . Viene posto un limite quantitativo nel possesso di Beni. II Coni decreta 1' espulsione degli atleti ebrei dalle federazioni sportive. Studenti,docenti e libri di testo "di razza ebraica" sono espulsi dalle scuole pubbliche. Tutti questi provvedimenti da un lato perseguitano le vittime e le spingono ad abbandonare 1' Italia, dall' altro trasformano progressivamente 1' Italia in uno stato ariano e "disebreizzato". Mussolini ha già distrutto la precedente democrazia liberale; nel 1938 inizia la trasformazione dell' Italia in stato L' unica protesta pubblica in Italia fu quella del filosofo Benedetto Croce. All' estero invece, eminenti personalità della cultura presero posizione contro 1' antisemitismo fascista; fra loro ci fu Albert Einstein , che nel dicembre '38 rassegno le proprie dimissioni dall' Accademia dei Lincei. Le leggi persecutorie dispongono 1' esclusione dei ragazzi "di razza ebraica" dalle scuola pubbliche. Le comunità israelitiche vengono autorizzate a istituire scuole elementari e medie inferiori. Non vi sono proteste collettive pubbliche da parte di italiani non ebrei: lo impediscono la dittatura ormai totalitaria e it diffuso consenso a Mussolini e al regime. La stampa di regime osanna la persecuzione. II quotidiano " L' Oosservatore Romano" protesta contro la norma che vieta matrimoni " razzialmente misti"; non protesta contro le altre norme. Numerosi studenti e giovani intellettuali sono tra i maggiori sostenitori e divulgatori dell' antisemitismo e del razzismo. antisemita L' autunno del 1938 vide 1' eliminazione completa dalle scuole pubbliche , dalle university, dalle accademie e dai conservatori, dei docenti , degli studiosi e degli scienziati ebrei, che pure avevano fornito un contributo importante alla cultura scientifica, giuridica, economica, letteraria e musicale del nostro paese. L'esclusione fu duplice perché colpi sia le persone che i libri : il contributo degli autori definiti dal fascismo " di razza ebraica" doveva essere completamente cancellato e lo fu per sette lunghi anni. II danno fu profondo , oltre che per i perseguitati, anche per la cultura italiana. 20 19 Tratto dalla mostra al Vittoriano “Le leggi razziali” dic. 2008 Capitolo 2 Gli ebrei di Roma L'antico ghetto di Roma e la sua storia L'imperatore Tito con la conquista della Giudea, la terra natale degli ebrei, e con la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. diede iniziò alla diaspora, la dispersione degli ebrei; essi fuggirono verso Francia, Germania ed Europa orientate. Durante il Medioevo gli ebrei si trasferirono da Trastevere all'altra sponda del Tevere. La Chiesa si dimostro subito contraria all'insediamento degli ebrei e alla loro integrazione nella società romana, tanto che nel 1215 li costrinse a indossare un segno di riconoscimento sulle loro vesti. Quando nel 1492 i cattolici regnanti di Spagna, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, La parola "ghetto" si riferisce a un'area nella firmarono un decreto di espulsione per tutti gli ebrei, essi furono costretti ad emigrare verso oriente, quale persone considerate di un determinato diffondendo la loro tradizione di rito sefardita. Furono pero espulsi anche dalla Francia e dal retroterra etnico, o unite da una determinata Portogallo. cultura A Napoli gli ebrei sbarcarono a frotte ma poterono rimanere solo fino a quando arrivarono gli o religione, vivono in gruppo, volontariamente o involontariamente, in regime spagnoli. di reclusione più o meno stretta. A Roma il Papa accolse gli ebrei esuli dalla cacciata dalla Sembra che il termine "ghetto" derivi da quello Spagna. che fu probabilmente uno dei primi ghetti, I1 Papa Alessandro VI Borgia permise agli ebrei di vivere quello di Venezia, risalente at XIV secolo. a Roma ma il suo successore Papa Paolo IV nel 1555 Infatti la zona in cui sorse era prima di tutto una emanò la bolla Cum Nimis Absurdum con la quale fece fonderia di ferro ("dal veneziano geto o gheto istituire in ogni città i ghetti perché riteneva assurdo che inteso come getto, cioè la gettata di metallo gli ebrei fossero giudicati uguali ai cattolici e che fuso"). Secondo altre interpretazioni la parola vivessero insieme nella stessa città, in quanto accusati di ghetto viene dall'erbraico "ghet" (divorzio, deicidio; inoltre revoco tutti i diritti concessi agli ebrei separazione). romani. Va però sottolineato come il ghetto, al A Roma 1'area scelta per edificarvi il ghetto era la più momento della sua istituzione, fosse il quartiere ricco di una città, abitato da mercanti e usurai, malsana e insalubre della città in quanto molto bassa chiuso la notte e vietato ai non ebrei (ghetto di Venezia).Solo successivamente Ghetto andò a la sinagoga rispetto al livello del Tevere e costantemente inondata indicare un quartiere povero (ghetto di Roma). dalle acque dello stesso anche più volte l'anno. Gli ebrei giunsero a Roma, come primo insediamento in Europa, nel II secolo a.C. e si stabilirono in Un muro circondava la zona e cinque cancelli su di esso erano aperti soltanto durante it giorno per Trastevere. permettere agli ebrei di uscire per esercitare i due soli mestieri a loro consentiti: vendita ambulante di Molti di loro non lasciarono più questa città perché ne capirono 1'importanza della posizione stracci e prestiti ad usura, sempre indossando, perché lo speciale contrassegno di colore giallo. I geografica per il commercio nel Mediterraneo. cancelli erano sorvegliati da una sentinella; nessun ebreo poteva allontanarsi dal ghetto di notte se non voleva essere gravemente punito. Oltre all'obbligo di risiedere all'interno del ghetto, gli ebrei, 23 24 come prescritto della bolla papale, dovevano portare un distintivo che li rendesse sempre L a vita nel ghetto riconoscibili: un berretto gli uomini, un altro segno di facile riconoscimento le donne. I16 ottobre 1586 Papa Sisto V revocò alcuni divieti e consentì un piccolo ampliamento del quartiere che raggiunse un'estensione di tre ettari. Infatti, si cerco di aumentare it numero di ebrei presenti nel ghetto perché questi erano considerati un'importante forza lavoro. Nel 1825 Papa Leone XII, a causa di pressioni internazionali, fece ampliare ulteriormente la La vita nei ghetti fu tutt’altro che facile dimensione del ghetto, aumentando il numero di porte e aggiungendo Via della Reginella e Via per gli ebrei che erano sottoposti a della Pescheria. grandi limitazioni e privazioni e la loro Papa Pio XI nel 17 Aprile 1848, giorno della Pasqua ebraica, ordino di abbattere i muri che vita era continuamente scandita da leggi circondavano il ghetto. Ma con la proclamazione della Repubblica romana 1'anno successivo gli e regole assai rigide. Nel tempo le leggi ebri furono di nuovo reintegrati nella società. cui erano sottoposti gli ebrei dal 1555 Alla caduta della repubblica vennero nuovamente rinchiusi nel ghetto, anche se ormai non era p i a (data della creazione del ghetto di recintato. Roma), non erano cambiate, ma Nel 1870 con la conquista di Roma e la successiva perdita del potere temporale dei Papi, il nuovo solamente modificate. governo abolì il ghetto ed equiparo gli ebrei agli altri cittadini italiani. L'Italia fu l'ultimo paese europeo a mettere fine alla segregazione degli ebrei. In Francia, ad esempio vennero aboliti durante la Rivoluzione Francese. Le regole di vita degli ebrei, scritte nella bolla papale Cum Nimis Absurdum, erano le seguenti: Tuttavia, quando il ghetto romano fu aperto la situazione iniziale per gli ebrei romani fu tutt'altro 1. Era loro permessa una sola sinagoga per città (quella delle Cinque Scole che, in un unico edificio, comprendeva quella Catalana, Castigliana, Siciliana, Nova e it Tempio) che facile: pochi avevano i mezzi per frequentare le Università, per compiere lavori prima preclusi. 2. I loro libri erano stati requisiti e distrutti. Inoltre le condizioni igieniche erano terribili: sporcizia, umidità, mancanza di aria erano le 3. Perché fossero sempre riconoscibili erano obbligati gli uomini a indossare un berretto ben visibile, le donne un altro segno di facile riconoscimento, entrambi di colore grigio caratteristiche inevitabili di questi luoghi coatti. Per ragioni sanitarie, si decise di raderlo completamente al suolo e costruire nello stesso posto alcuni nuclei abitativi. Gli ebrei vollero realizzare una grande Sinagoga, che fosse visibile da ogni luogo della città. 4. Erano obbligati a parlare solo in Italiano o Latino e ad usare unicamente queste lingue nei documenti scritti. Tuttavia, dovettero aspettare numerosi anni: la costruzione non inizio del 1901 e termini) nel 1904. 5. Era loro vietato dare impiego a cristiani. 6. Era loro vietato dare o ricevere trattamento medico a e da cristiani Essa divenne la p i ù grande d'Italia e d'Europa. Al suo interno, vengono celebrati due diversi riti: 7. Non dovevano mai essere chiamati con 1'appellativo di "signore". quello italiano e quello catalano. 8. II recinto del ghetto (proprio cosi veniva spesso chiamato) era chiuso da una o p i ù porte. Queste venivano chiuse al calar del sole, per essere riaperte solo all'alba. Durante le ore buie gli ebrei non potevano per nessuna ragione allontanarsi dal ghetto. Spesso i residenti necessitavano di un visto per poter uscire dai limiti del ghetto anche durante il giorno. 9. Poiché gli ebrei non potevano acquisire terreni al di fuori del ghetto durante i periodi di crescita demografica, i ghetti avevano strade anguste e case alte e affollate. I1 ghetto di Roma in una carta di G. B. Falda 25 26 10. In molte città gli ebrei potevano lavorare soltanto come ambulanti, straccivendoli, mercanti di G l i e b r e i di Roma oggetti di seconda mano e prestatori di denaro su pegno. Le donne, cui era vietato confezionare o vendere indumenti nuovi, rammendavano abiti vecchi che poi venivano Quando nel 1870 i cancelli del ghetto furono abbattuti gli ebrei romani non lo abbandonarono, venduti dagli uomini. perché, nonostante fosse stato it luogo nel quale erano stati rinchiusi, lo consideravano ancora come Inoltre nei ghetti emergeva una loro casa e come centro della cultura ebraica romana, luogo denso di memorie. Ad esempio it profonda situazione di insicurezza e Portico d'Ottavia rimase un luogo miseria endemica. L'igiene era, di raccolta anche per gli ebrei che inevitabilmente, scarsissima vivevano confermando il mito che la puzza 1'essere costretti a risiedere net degli ebrei spariva solo con il ghetto non può non aver favorito battesimo. Le costruzioni che la venivano innalzate per sopperire alle ebraiche e il forte senso di necessità di dare alloggio a tutti, a appartenenza al luogo, alle pietre, volte crollavano e lasciavano molta allo spazio. II ghetto, quindi, non fuori diffusione Roma. delle Infatti tradizioni gente per strada. Gli ebrei del ghetto muore quando i suoi cancelli vennero abbattuti, ma quando vennero deportati tutti i suoi abitanti; Affrontavano i problemi ciò sta a significare che essi erano it ghetto, essi erano un pezzo della storia ebraica romana, non le organizzando associazioni assistenziali per ogni aspetto della vita quotidiana. C'erano società che abitazioni che lo componevano. aiutavano i poveri, fornivano dote alle ragazze, assistevano le partorienti e i malati, finanziavano i Quando il ghetto fu aperto iniziO un lento processo di integrazione del popolo ebraico con gli funerali, provvedevano agli orfani. Gli ebrei lottavano contro I'isolamento e la disperazione italiani, ciò permise che le due culture (cristiana e ebrea), che per tantissimi anni avevano vissuto acquisendo un'istruzione. In Italia gli ebrei pagavano tasse e tributi esosi, senza speranza di appello. La Polizia poteva entrare nelle case e confiscare ogni suppellettile. In ogni caso essi costituirono un mondo diverso e separato verso il quale forte fu il pregiudizio e 1'avversione. l’una accanto all'altra, potessero veramente conoscersi. Perciò per tanti anni gli ebrei riuscirono ad integrarsi con la popolazione, tanto che si consideravano prima di tutto italiani, poi romani e, infine, ebrei. Questo equilibrio come abbiamo visto non era destinato a durare: gia nei primi anni del `900 iniziarono a nascere movimenti antisemiti, che toccarono il loro apice con la proclamazione delle leggi razziali che, come abbiamo visto, sconvolsero la vita di tutti gli ebrei e annullarono quell'equilibrio che sembrava si fosse creato. Tuttavia sono molti gli ebrei che lasciarono le loro città e si trasferirono a Roma proprio perché si pensava che, essendo la città del Papa, egli non avrebbe mai permesso violenze nei loro confronti. Tuttavia la situazione peggiorava di giorno in giorno ed erano molte le notizie che da altri paesi giungevano circa le deportazioni messe in alto dai tedeschi. 27 28 Roma: "citta aperta" 16 ottobre 1943: la deportazione degli ebrei di Roma Come abbiamo detto nella pagina precedente, gli ebrei non abbandonarono la zona dell'ex-ghetto, Come abbiamo visto, 1'appellativo di neanche quando i movimenti antisemiti iniziarono, purtroppo ad essere una realtà. Anzi, furono molti "città aperta" per Roma era soltanto coloro che si recarono a Roma da altre città perché qui risiedeva il Papa che non avrebbe mai permesso nominale. violenze verso di loro, e perché era stata definita "città aperta." Infatti con la dichiarazione del 14 Ciò fu dimostrato il 24 settembre agosto 1943 il governo Badoglio, sanciva per Roma (gia vittima di numerosi bombardamenti) lo quando status di "città aperta", ossia libera da comandi e reparti militari, in modo da non essere più soggetta a telegramma al colonnello Herbert bombardamenti. Purtroppo non fu mai cos! perché anche a Roma si stabili un comando delle SS Kappler, che chiedeva di trasferire gli tedesche. Questo era sotto il controllo del colonnello Herbert Kappler, ed era situato a Via Tasso. ebrei romani in Germania per mettere L'edificio, fatto costruire da Francesco Ruspoli, venne occupato dalle truppe tedesche 1'8 settembre in atto la "soluzione finale". La 1943. Era diviso in due parti: l'ala sinistra dove vi erano gli alloggi delle SS e gli uffici, e 1'ala destra adibita a carcere. Quest'ultimo era composto da numerose celle, divise tra maschili e femminili, situate ai piani superiori, nelle quali le finestre erano state murate, le porte avevano uno spioncino con cui i tedeschi potevano controllare sempre i prigionieri, anche nei bagni, poiché questi non avevano le porte. I prigionieri trascorrevano le loro giornate nella cella potevano uscire solo per 1'unico rancio che ricevevano, per recarsi due volte in bagno e per i numerosissimi interrogatori. A differenza dei prigionieri del carcere di Regina Coeli, essi non potevano ricevere o scrivere lettere, fumare o leggere. L'unica concessione fatta alle vittime era la possibilità di ricevere biancheria due volte alla settimana dai parenti, sempre sotto stretta sorveglianza delle SS. Non raramente capitava che i prigionieri fossero uccisi durante le torture o durante episodi di rappresaglia messi in atto dalle SS, come accadde nell'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944 quando furono prelevati da questo carcere, oltre a quello di Regina Coeli e al Tribunale di Via Lucullo, numerosi prigionieri. Questo fu una rappresaglia all'attentato di Via Rasella, dove furono uccisi circa 33 soldati tedeschi. Le vittime della rappresaglia dovevano essere dieci per ogni tedesco, ma ne vennero aggiunte "erroneamente" altre cinque, per un totale di 355, che vennero fucilate e seppellite nei pressi di Via Ardeatina. giunse da Berlino un richiesta di 50 chili d'oro, pena la deportazione di 200 persone, illude inizialmente gli ebrei che i tedeschi mirino solo ad arricchirsi. Con grandi difficoltà, grazie anche all'aiuto di cittadini non ebrei, l'oro viene raccolto e portato a Via Tasso, sede delta SIPO, Polizia di Sicurezza Italiana. Tutti speravano che i tedeschi avrebbero mantenuto la parola data e che non ci sarebbero stati episodi di violenza: nessuno si aspettava che il centro della storia e della cultura ebraica di Roma stesse per vivere il suo giorno più atroce. II 16 ottobre 1943 alle 5.30 del mattino, i tedeschi circondarono il ghetto e iniziarono la deportazione di tutti gli ebrei. Bussavano ad ogni porta e prelevavano uomini, donne, bambini, anziani e malati. Ordinavano di portare cibo per otto giorni e oggetti di valore. Nessuno venne risparmiato. Fuggire era inutile perché le case erano circondate; in pochi riuscirono a nascondersi con la complicità di romani non ebrei. Alla fine di quel sabato le SS tedesche registrarono la cattura di 1024 ebrei romani. Vennero radunati nei pressi del Portico d'Ottavia dove vennero caricati su gran camion grigi e portati al Collegio Militare di Via della Lungara. 29 30 Il destino degli ebrei di R o m a Le privazioni cui erano sottoposti li danneggiavano fisicamente e mentalmente : il campo di concentramento mirava al p i ù completo annientamento della persona. " Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere Nella sola giornata del 16 ottobre 1943 gli ebrei romani avevano visto svanire tutte le loro speranze: questa offesa, la demolizione di un uomo. Siamo arrivati al fondo, più giù di così non si può anche Roma la città del Papa alla fine aveva ceduto ed erano stati catturati. Vennero portati nel andare: condizione umana più misera non c'e, non è pensabile. Nulla e più nostro, non abbiamo Collegio Militare di Via della Lungara. Qui furono sottoposti a grandi privazioni, ma, come molti neanche un nome: si comprenderà allora il duplice significato del termine <<campo di testimoniano, erano nulla in confronto alla paura e all'angoscia che provavano nel non sapere cosa annientamento>>, e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul li attendeva. fondo ". (Da Se questo a un uomo di Primo Levi). I deportati dal ghetto di Roma furono 1035, tra cui le donne erano 601 e i bambini 296. Nel La vita di tutti i prigionieri del campo era scandita da rigidi orari imposti dai tedeschi addetti al Collegio Militare nacque un bambino, figlio di Marcella Perugia, che sparI quella stessa notte e del campo: erano costretti a compiere lavori pesantissimi, vivevano in condizioni di igiene precaria e quale non si seppe p i ù nulla. scarsissima, il rancio era insufficiente e moltissime erano le malattie che si diffondevano; inoltre Due giorni più tardi, alle 14.00, partirono dalla stazione Tiburtina alla volta di Auschwitz-Birkenau dovevano temere le selezioni perchè chi non le superava era inviato alle camere a gas o utilizzato in Polonia. Molti del personale ferroviario testimoniano come essi furono caricati su carri bestiame negli esperimenti. Nel campo vigeva la legge del più forte e chi non si adeguava veniva presto che furono poi piombati. Nessuno intervenne e il treno partì tra le grida dei deportati che invano eliminato. I prigionieri erano costretti a temersi 1'uno con 1'altro perché ogni giorno era una lotta cercavano aiuto. In ogni vagone c'erano circa cinquanta persone stipate come bestie, senza cibo ne per la sopravvivenza dove tutti erano nemici. Auschwitz è stato un campo di sterminio fisico e acqua, se non quello che erano riusciti a prendere dalle loro case in quel 16 ottobre che sembrava psicologico per tanti aspetti. Molti dei sopravvissuti hanno raccontato la loro esperienza ad ormai lontanissimo. Auschwitz, come in altri lager, ma nonostante le loro dolorose parole non possiamo solo immaginare II quali sofferenze e privazioni siano stati costretti a sopportare; e perciò nostro compito fare tesoro 23 ottobre arrivarono: rimasero Belle tante testimonianze che ci sono state date perché un crimine simile non venga p i ù commesso. tutta la notte at freddo nei Dei 1035 ebrei del ghetto romano deportati ad vagoni. I1 giorno Auschwitz solo 18 furono i sopravvissuti, dopo ci fu nessun la selezione; Spizzichino che, ricordando il giorno della sua soltanto 149 uomini liberazione ha scritto nel suo libro "Gli anni e rubati ": " Mi dissero che erano arrivati gli 27 donne entrarono ad tutti un'unica donna Settimia alleati, non ci credevo, avevo paura, volevo Auschwitz, gli bambino, altri furono rimanere nel mio nascondiglio. Poi mi dissero che era il 15 aprile, allora ci credetti. Il 15 aprile, il giorno del mio compleanno ". immediatamente inviati alle docce, c i o è alla morte nelle camere a gas. Gli ebrei di Roma lasciati in vita qui condussero la loro misera esistenza, anzi la loro dolorosa sopravvivenza. 31 32 Alcune testimonianze "I tedeschi bussarono, poi non avendo ricevuto risposta sfondarono le porte, dietro le quali gli abitatori stavano in esterrefatta attesa, con gli occhi da ipnotizzati e il cuore ; i Testimonianze di Settimia Spizzichino, Giacomo Debenedetti, Elio Toaf, Lucia de Marchi e Sisto Quaranta, sulla deportazione degli ebrei romani del 16 ottobre 1943. fermo in gola. Quando tutto fini non si vedeva p i ù nessuno per le vie del Ghetto, regnava la desolazione della Gerusalemme di Geremia... Tutta Roma era rimasta allibita." (Giacomo Debenedetti) "I1 16 ottobre all'alba, ci stavamo svegliando tutti. Bisognava alzarsi presto per mettersi in fila per trovare da mangiare o per avere sigarette e qualunque altra cosa. C'era un gran silenzio per le "Quel 16 ottobre 1943 e una data infausta non solo per gli ebrei, ma per Roma, per 1'Italia e per il strade perché con il coprifuoco non si poteva uscire. Sentimmo mondo intero. Quell'episodio ha travalicato qualunque confine rotto ogni argine, reso universale un passare dei camion e poi dei passi pesanti, passi militari. Pensammo tragedia per la quale nessuno allora mosse un dito." a delle esercitazioni: non sapevamo che stavano circondando il (Elio Toaf, Rabbino della comunità italiana) ghetto. All'improvviso la piazza esplose: sentimmo ordini in tedesco, grida e imprecazioni. Ci affacciamo alla finestra e vedemmo i soldati tedeschi che spingevano la gente fuori dalle case e 1'avviavano verso il Portico d'Ottavia. "Prendono gli ebrei" Mai spettacolo p i a raccapricciante s ' e offerto ai nostri occhi. Ci sentiamo disarmati e sussurro mi padre. Scappare non si poteva, i tedeschi stavano arrivando in direzione delta nostra insufficienti per aiutare i deportati, paralizzati da una pietà fremente di ribellione, da una casa. Papa ci fece entrare in una stanza orinandoci di stare net silenzio p i ù assoluto, poi apri la porta specie di terrore che domina tutti vittime, personale ferroviario, spettatori popolo." di casa lasciandola spalancata. "Penseranno che siamo scappati" disse piano tornando. Forse ce (Lucia de Marchi, volontaria della Croce Rossa) 1'avevamo fatta. Ma mia sorella Giuditta perse la testa quando udì i passi dei tedeschi per le scale. Scappo via e se li trovò davanti, torno indietro da noi e cosi ci trovarono. Ci fecero uscire dalla stanza e ci diedero un biglietto di istruzioni: avevamo venti minuti per prepararci e prendere con noi Non voglio far morire it ricordo di questa atrocità commessa dall'uomo, per non lover ricadere oro, gioielli e cibo per otto giorni. Ricordo che presi del pecorino e una scatola di peperoni nello stesso errore: continueremo a ricordare, difenderemo la pace la libertà e la democrazia. (Sisto acquistati alla borsa nera. Quaranta) Quando uscimmo i tedeschi ci misero in fila con i nostri vicini e ci spinsero tutti verso il Portico d'Ottavia. Fummo ammassati tutti davanti a S. Angelo in Pescheria. I camion grigi arrivarono, i tedeschi caricavano a spintoni o col calcio del fucile uomini, donne e bambini, ma anche vecchi e malati. Quando tocco a noi mi accorsi che it camion imboccava il lungotevere in direzione di Regina Coeli. Scoppiai a piangere, "Non voglio andare in galera non abbiamo fatto nulla." Ma il camion non si fermo a Regina Coeli, andò avanti fino al Collegio Militare. Restammo qui due giorni, poi ci caricarono di nuovo sui camion grigi e ci portarono alla Stazione Tiburtina. Ci ammassarono tutti in carri bestiame e quando fummo saliti li chiusero e li piombarono." (Settimia Spizzichino) 33 34 Capitolo 3 Alcuni Campi di Concentramento in Italia litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure avariate. La cena consisteva in circa 300 - 350 grammi di pane nero duro come pietra, in quantità irrisorie di un altro alimento e da una bevanda d'erbe. Il lavoro pesante e la fame causavano 1'esaurimento totale dell'organismo. La carenza di alimenti sufficienti portava spesso alla morte per fame. Alcune fotografie scattate dopo la liberazione del campo, mostrano detenute divenute quasi cadaveri e con un peso variabile dai 23 ai 35 Kg. La vita nei campi di concentramento A tal riguardo e utile riportare la giornata tipo di un detenuto del campo di Mauthausen. In estate, la sveglia avveniva da Lunedì a Sabato, alle 4.45. Alle 5.15 si effettuava 1'appello. Le ore lavorative: dalle 6 alle 12 e dalle 13 alle 19. fra le 12 e le 13 vi era la pausa meridiana che comprendeva la Le persone deportate nei campi di concentramento erano sottoposte a condizioni proibitive: la marcia per raggiungere it campo dal posto di lavoro, quella del ritorno e 1'appello per certe squadre sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di biancheria si che lavoravano nella zona del campo. Dopo le 19 vi era un altro appello e il rancio. Alla domenica succedevano ad intervalli pluri-settimanali e persino mensili, e gli internati non avevano la lavoravano soltanto alcune squadre addette all'industria bellica ed i prigionieri che erano in possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diverse malattie, in particolare del punizione. In inverno la sveglia avveniva alle 5.15;1'inizio e la cessazione del lavoro nella cava di tifo, della febbre tifoidea e della scabbia. pietra dipendeva dalla durata della luce del giorno. Nell'industria bellica it puro lavoro era di 11 ore Molti malati non venivano accettati in ospedale per il troppo affollamento; in tale situazione i giornaliere. medici delle SS conducevano periodicamente delle selezioni, sia tra i malati ed i convalescenti in ospedale, sia tra gli internati alloggiati in altri blocchi. I p i ù deboli e coloro che non davano speranze di pronta guarigione erano portati nelle camere a gas, oppure soppressi in ospedale con iniezioni di fenolo al cuore. Per questo motivo i detenuti avevano soprannominato 1'ospedale anticamera del crematorio. Oltre alle esecuzioni ed alle camere a gas, un efficace mezzo di sterminio era il lavoro. I detenuti erano utilizzati in diversi settori lavorativi. Inizialmente lavoravano all'ampliamento del campo di concentramento livellando il terreno, costruendo nuovi blocchi e baracche, strade, canali di prosciugamento. Successivamente cominciò a far sempre p i ù uso di detenuti, quale manodopera a basso costo, l'industria del III Reich. Durante il ritorno al campo delle squadre di lavoro, i morti ed i feriti venivano trascinati, trasportati su carri. Le condizioni abitative, sebbene differenti nei vari periodi di esistenza del campo, furono sempre disastrose. I detenuti arrivati con i primi convogli dormivano sulla paglia sparsa sul pavimento di cemento, successivamente si usarono pagliericci. A seconda dei motivi dell'arresto i detenuti erano contrassegnati da triangoli di diverso colore, cuciti sulle casacche degli internati insieme al numero di matricola. Una parte degli internati portava triangoli di colore rosso assegnato ai prigionieri politici. I triangoli neri erano destinati agli zingari ed ai detenuti ritenuti asociali dai nazisti. Il valore energetico della razione quotidiana di un detenuto nel campo era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva circa mezzo 35 36 La risiera di San Sabba La repubblica fascista di Salò, nel settembre 1943,cedette ai nazisti alcuni territori di frontiera tra cui Trieste, Fiume e Udine. Proprio a Trieste i tedeschi decisero di istituire un campo di concentramento. Venne scelto un vecchio edificio,un tempo adibito alla pilatura del riso. Il vecchio essiccatoio,fu adattato dai tedeschi a un locale per le eliminazioni mediante gas. Il campo era adibito,anche,al transito dei prigionieri per Bunchenwald, Dachau e Auschwitz ma sul posto furono comunque trucidati 5.000 internati. L'interno del campo era composto da diversi edifici: 1. Ufficio a tre piani al cui pianterreno si trovavano i laboratori di sartoria e calzoleria,dove erano impiegati i prigionieri. 2. In uno stanzone posso alla sinistra del sottopassaggio,chiamato "cella della morte",venivano ammassati gli ebrei destinati a morire. 3. Un edificio di 4 piani,dove venivano rinchiusi i prigionieri destinati alla deportazione in Germania. 4. Nel cortile interno vi era il forno crematorio,unito da un canale sotterraneo alla ciminiera. 5. Il fabbricato centrale di sei piano,dove vi erano le cucine, la mensa e le camerate per le milizie. 6. Un casolare che serviva da garage ai messi delle SS 7. Un piccolo edificio che costituiva il corpo di guardia e 1'abitazione del comandante. La risiera,venne liberata dai partigiani jugoslavi il 29 Aprile 1945 quando i tedeschi avevano gia fatto saltare in aria il forno crematorio,per distruggere le prove di quanto era stato fatto. I responsabili del campo,vennero processati e condannati dal tribunale della Repubblica italiana. Borgo San Dalmazzo trasferimento negli ospedali di Borgo e – per i casi gravi – di Cuneo.A11'esterno del campo sorse una organizzazione sia per 1'assistenza agli internati, sia per aiutare le centinaia di fuggiaschi dispersi nel territorio. Questi ultimi furono accolti da singole famiglie di valligiani o furono messi in contatto con Il campo era collocato in una caserma degli alpini intitolata ai "Principi di Piemonte", a poca distanza una rete di soccorso che andava da Genova fino a Milano e alla frontiera svizzera, e che si valeva dalla stazione ferroviaria e all'imbocco delle valli Gesso e Vermenagna. Oggi solo due epigrafi, a principalmente della collaborazione del clero locale. Parroci e viceparroci dei Comuni montani memoria degli eventi che si svolsero in quei mesi, ricordano la detenzione e la partenza dei convogli svolsero un capillare lavoro di assistenza e di collegamento coi gruppi partigiani e con la "resistenza per Auschwitz, dopo il passaggio in altri campi di transito francesi (Drancy) o italiani (Fossoli e, in civile" (ricorderemo, oltre a don Raimondo Viale, it "prete giusto" reso noto dal libro omonimo di due casi, Bolzano).La storia del campo si suddivide quindi in due periodi distinti, anche se molto Nuto Revelli, it viceparroco di Valdieri, don Francesco Brondello, recentemente riconosciuto "Giusto ravvicinati nel tempo. tra le Nazioni" con una cerimonia svoltasi i12 settembre 2004 nella sinagoga di Cuneo). Molti ebrei Prima fase: settembre-novembre 1943. Con 1'8 settembre e it disfacimento della IV Armata era poterono cosi espatriare o spostarsi, grazie a documenti falsi, verso 1'Italia Centrale: alcuni vennero venuto meno ogni controllo italiano sui dipartimenti della Francia meridionale occupati dall'esercito nuovamente arrestati e deportati. Altri restarono in clandestinita nel territorio, per lunghi mesi nel novembre 1942. La zona italiana, specialmente il nizzardo e le Alpi marittime, aveva accolto tra il spostandosi di valle in valle, spesso incontrando 1'arresto o la morte; altri si unirono alle bande 1942 e il 1943, con un sistema chiamato di "residenze forzate" o "assegnate", ma che assicurava una partigiane. La maggior parte del gruppo parti poi per Auschwitz meno di un mese dopo, il 7 complessiva anche se precaria sicurezza, diverse migliaia di ebrei non francesi rifugiati nella Francia dicembre; gli altri avrebbero seguito lo stesso destino nei trasporti del 17 dicembre e del 27 gennaio. meridionale e braccati dalla feroce persecuzione dei nazisti. Una di queste località di residenza fu il Non più di dieci persone arriveranno a vedere la liberazione. Dopo la deportazione del 21 novembre paese di St.-Martin Vesubie, nella vallata omonima, che fine per accogliere oltre mille ebrei di varie il Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, rimasto vuoto, cesso temporaneamente la sua attività. nazionalità sopravvissuti in relativa tranquillità fino alla data dell'armistizio.La Val Vesubie e Seconda fase: dicembre 1943-febbraio 1944. Nel giro di pochi giorni dalla chiusura del campo a collegata al Cuneese da due valichi alpini, percorsi all'epoca da strade militari che seguivano tracciati gestione tedesca, la Questura di Cuneo, destinò la caserma al concentramento degli ebrei della ben pia antichi (vie del sale, strade di caccia reali): il colle delle Finestre e it colle Ciriegia, a oltre provincia; le prime due internate,risultano rinchiuse il 4 dicembre 1943. Mentre gli ebrei di Cuneo e 2400 metri di altitudine. Per questi valichi, a partire dal 13 settembre, un migliaio di ebrei di St.- Mondovì riuscirono a mettersi in salvo, la comunità di Saluzzo (cui si erano aggiunti alcuni rifugiati da Martin cercò la salvezza, anche nella convinzione che l'armistizio facesse dell'Italia un territorio Torino) fu pesantemente colpita; singole persone, che vivevano in clandestinità, furono via via sicuro. Interi gruppi familiari, per un totale stimato intorno alle mille persone, raggiunsero cosi la valle arrestate. Ventisei persone, in maggioranza donne, furono cosi internate nella caserma, sorvegliata e Gesso e si riversarono sui paesi (Entraque, Valdieri) circostanti Borgo San Dalmazzo. L'esodo fu reso diretta da italiani. Il 13 gennaio 1944 la Questura di Cuneo dispose che i ventisei internati, 18 donne e anche pia drammatico dal fatto che si trovavano tra i profughi anziani e bambini, e comunque persone 8 uomini, fossero "tradotti straordinariamente al campo di concentramento di Carpi (Modena)", ossia non abituate a percorsi di montagna. D'altronde chi era rimasto a St.-Martin fu prelevato dai nazisti al a Fossoli. Le autorità italiane rispondevano cosi alle direttive dei nazisti, che, volendo raggiungere in loro arrivo e immediatamente deportato. Trecentoquarantanove persone vennero rastrellate e rinchiuse tempi stretti un numero di prigionieri sufficiente a organizzare un trasporto ad Auschwitz, avevano nei locali della caserma. Agli "stranieri" internati nel campo si aggiunsero per breve tempo gli ebrei di sollecitato l'invio di internati. Cuneo, arrestati il 28 settembre ma poi rilasciati (non e chiaro per quale ragione) il 9 novembre. Per Oggi della costruzione di allora,non rimane quasi nulla: una scuola media statale ha occupato la parte due mesi gli internati della caserma vissero in un regime di segregazione priva del livello di violenza più ampia dell'intera area. che caratterizzo altri centri analoghi. Un minimo di assistenza si ebbe grazie all'intermediazione di autorità locali e fu permessa la visita del vicerabbino di Torino. Anche le poche fughe riuscite non ebbero eccessive ripercussioni sulla condizione dei prigionieri. I malati ottennero 1'autorizzazione al 39 40 Ca mpo di Fossoli La storia del campo si p u ò suddividere in diverse tappe 11 campo di Fossoli,venne costruito nel 1943 nell'omonima località dell'Emilia Romagna,nei pressi Maggio 1942-8 Settembre 1943 Campo per prigionieri di guerra (PG.73) In base alla convenzione dell'AIA(1889),secondo la quale gli Stati belligeranti hanno it diritto di della linea ferroviaria che conduce al Brennero.E' stato utilizzato come punto di raccolta delle persone che dovevano essere poi inviate ai campi di concentramento tedeschi ed austriaci. Di forma rettangolare,misurava circa 1 km per 2 ed era costituito da baracche recintate da un duplice filo spinato,da fili elettrici ad alta tensione e da torrette munite di riflettori. fare prigionieri di guerra,per tutta la durata del conflitto,il 28 Maggio 1942,viene identificata un'area del Comune di Carpi,come idonea alla costruzione del campo per prigionieri di guerra. Nel novembre 1942,terminano i lavori di costruzione del Campo Vecchio e vengono internati circa 3.000 prigionieri fra militari inglesi,sudafricani,neozelandesi catturati nelle operazioni di guerra. Nel campo viene ricordata la figura di Francesco Venturelli,parroco di Fossoli,che svolse numeroso opere di assistenza per i prigionieri. 5 Dicembre 1943-15 Marzo 1944 Campo di concentramento per ebrei e politici II comando del campo era affidato al tenente Harl Thito e al sergente maggiore Hans Haage. Da questo campo di internamento militare,partirono numerosi convogli di ebrei italiani,tra cui Primo Levi.II campo venne poi smobilitato nel 1944. Nel dopoguerra,venne usato per internarvi i prigionieri del regime sconfitto e i profughi. Oggi del campo originale sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture superstiti. La Repubblica sociale italiana,apre a Fossoli,in ottemperanza ai dettami della Carta di Verona e dell'Ordine di Polizia n.5, il campo di raccolta speciale per gli ebrei provenienti dai campi provinciali del territorio della della RSI. All'inizio it campo mancava di tutto e gli internati alloggiavano nel Campo Vecchio,in attesa che nel Campo Nuovo,in costruzione, le baracche fossero adattate per le famiglie. L'estensione e la struttura del campo,consentono al Ministro dell'Interno di prevedere di destinarvi altre categorie di persone. Dal gennaio 1944 oltre agli ebrei,iniziano ad essere internati nel campo anche gli oppositori politici. Iniziano anche i treni di deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio,come quello che il 22 febbraio,porto Primo Levi,assieme ad altri 650 italiani,ad Auschwitz. 15 Marzo-primi di Agosto 1944 Polizei-und Durchgangslager Nel Corso del 1944,diviene it Campo di Polizia e transito(Polizei-und Durchgangslager) utilizzato delle SS e inserito di fatto nel sistema concentrazionario nazista,quale principale campo deputato alla deportazione dall'Italia verso i lager del Reich.I circa 5.000 deportati ebbero come tragiche destinazione i campi di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Mauthausen, Revensbruck. La Questura di Modena resta a dirigere nel Campo Vecchio e vi fonda il campo di internati civili(attivo fino all'inverno del 1944). Gia presenti dal febbraio 1944,le SS assumono ufficialmente la direzione del Campo di Polizia e transito nel Campo Nuovo(1'area a sud-est che si affaccia su via Remesina):prigionieri politici e razziali,vengono qui trasferiti dai campi e dalle carceri del nord Pianta del campo di Fossoli 41 Italia, per essere deportati, poi,nei lager europei. 42 Ad oggi si conosce che tra il gennaio e 1'agosto 1944 siano stati organizzati per gli internati di Fossoli,almeno 8 convogli ferroviari,cinque dei quali destinati ad Auschwitz. Sul primo diretto Maggio 1947-Agosto 1952 Nomadelfia Nel febbraio 1947,il sacerdote carpigiano Don Zeno Saltini, chiede al Ministro dell'Interno verso verso questa meta,il 22 febbraio,viaggia anche Primo Levi che rievoca la sua esperienza a 1'autorizzazione ad utilizzare il campo come sede dell'Opera Piccoli Apostoli per dare una famiglia ai Fossoli nelle prime pagine del famoso libro "Se questo a un uomo" e nella poesia "Tramonto a bambini abbandonati o orfani di guerra. Fossoli". Avendo ottenuto solo vaghe promesse,occupa alcune baracche it 19 maggio del 1947,quando era A causa dell'avvicinarsi del fronte e dell'intensificarsi delle pressioni partigiane nella zona,la ancora presente il campo profughi. gestione e it controllo del campo diventano difficili:il 2 Agosto il comando tedesco decide la In giugno,partiti gli ultimi internati,ottiene la concessione del Campo Nuovo e grazie al suo lavoro la chiusura del gulag e it suo trasferimento pia a nord,a Bolzano-Gries.Si stima che siano passati da struttura del campo viene modificata ad uso abitativo. Il 14 febbraio 1948,1'Opera Piccoli Fossoli,circa 5.000 deportati di cui la metà ebrei:un terzo dei deportati ebrei del nostro paese Apostoli,diventa Nomadelfia, cioè la città dove la fraternità e legge. Nel 1952,1a comunità si transita per il campo di Fossoli. trasferisce a Grosseto a causa dell'allontanamento del parroco nella sede originaria. Agosto1944-Novembre1944 Centro di raccolta manodopera coatta per la Germania Dopo lo spostamento del campo delle SS a Gries,i tedeschi non abbandonarono il Campo. I1 Campo 1954-1970 Villaggio San Marco L'Opera assistenziale profughi giuliano-dalmati ottiene l'ex-campo Fossoli per i propri assistiti. nuovo,passa alle dipendenze della Direzione generale,per l'ingaggio della manodopera per la Iniziano ad arrivare le prime famiglie di profughi italiani provenienti dai territori dell'Istria e della Germania(Gba):il campo raccoglie cittadini rastrellati,oppositori politici,uomini e donne da inviare al Venezia Giulia passati sotto il controllo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Altri lavoro nei territori del Reich. In seguito ai bombardamenti ii campo venne trasferito a Gonzaga, nel nuclei meno numerosi,si aggiungono nel 1955,fino a raggiungere le 150 famiglie con circa 400 mantovano. Testimoni attendibili parlano anche di 800-1000 presenze al giorno di persone destinate persone. alla manodopera. Con il trasferimento nel 1970,dell'ultima famiglia nel tessuto urbano di Carpi,termina 1'esperienza del Villaggio San Marco. Campo di concentramento di prigionieri dello sconfitto regime Dopo la fine della guerra,il Campo Nuovo,viene utilizzato come campo di concentramento per Il campo oggi prigionieri,militari che avevano combattuto al servizio dello sconfitto regime o civili collaboratori Oggi del campo originale sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture dello sconfitto regime. In questa fase,come nelle fasi precedenti, Francesco Venturelli, parroco di superstiti. Nel 1984 grazie ad una legge speciale dell'ex-Campo di Fossoli,venne concessa a titolo Fossoli,svolse opere di assistenza ai prigionieri. Nel clima di forte contrapposizione di quei gratuito al Comune di Carpi che,dopo 1'apertura nel 1973 del Museo-Monumento al Deportato,ne mesi,Venturelli fu ucciso il 15 gennaio 1946. avevo fatto richiesta all'Intendenza di Finanza. Fino al gennaio 2001, la gestione del Museo e dell'ex-campo fu a cura del Comune di Carpi che da quella data in poi,la affidò alla fondazione Agosto 1945-Maggio 1947 Centro di raccolta profughi stranieri Dopo la fine della guerra,il Campo Nuovo,viene utilizzato dalla Questura di Modena,come centro di Fossoli. raccolta per profughi ed anche ebrei reduci dai lager in attesa del rimpatrio. Nel 1946,il Campo Vecchio risulta già demolito a l'area destinata ad uso agricolo. 43 44 C a m p o di G r o s s e t o Come in gran parte dell'Italia, anche Grosseto e la sua provincia subirono, dopo 1'armistizio del Tratto dal libro di Anna Maria Ori "Il Campo di Fossoli: Da campo di prigionia e deportazione a luogo di memoria" settembre 1943, le dure conseguenze dell'occupazione tedesca e le sopraffazioni dei fascisti rimasti fedeli a Mussolini. Gia dal novembre 1943 il Presidente della Provincia, Alceo Ercolani, un fanatico fascista p i ù feroce e p i ù attivo dei tedeschi, emanò provvedimenti tesi a colpire i beni dei cittadini di razza ebraica. Nell'arco di pochi mesi furono sequestrati proprietà agrarie e immobiliari, aziende commerciali, depositi bancari e crediti. Nel dicembre fu costituito 1' EGELI -Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare-, incaricato di liquidare ditte, gestire aziende agrarie, incamerando quanto p i ù era possibile per far fronte alle difficoltà finanziarie della pubblica amministrazione. Contemporaneamente, si avviarono gli arresti di intere famiglie ebraiche, ancor prima che Salò emanasse ordini precisi. Ercolani si mise quindi alla ricerca di una sede adatta per rinchiudere i 148 ebrei censiti tra Grosseto, Pitigliano e altre località, e la trova subito senza bisogno di ricorrere a requisizioni. Infatti gliela fornirà in affitto la Curia grossetana guidata dal vescovo della città Paolo Galeazzi. L'episodio e venuto alla luce poco tempo fa, a seguito delle ricerche della professoressa Luciana Rocchi, direttrice dell'Istituto grossetano. E così i nuovi arrestati, italiani e stranieri, insieme agli ebrei stranieri già custoditi in carceri della provincia, nel dicembre venivano riuniti nel campo provinciale di internamento a Roccatederighi, che occupava un'ala dei locali del Seminario vescovile. Tra le “prove” esposte si può osservare una copia del contratto di affitto firmato dal vescovo e dal maresciallo di Pubblica sicurezza Gaetano Rizziello, designato a dirigere il campo di internamento. V i è scritto, tra l'altro, che monsignor Galeazzi <<in prova di speciale omaggio verso il nuovo governo>> (La Santa Sede non ha mai riconosciuto la Repubblica di Salò, ndr ) cede in affitto al direttore <<del campo di concentramento ebraico>> un'ala del seminario vescovile estivo di Roccatederighi. L'edificio, oggi abbandonato, si trova ai margini del paese, una frazione del comune di Roccastrada, a circa 35 chilometri da Grosseto. Nel documento è scritto che il canone e di 5.000 lire mensili, una somma notevole per 1'epoca, e in p i ù che l'amministrazione del lager si impegna a pagare lo stipendio di lire 300 a ciascuna delle suore addette all'infermeria e alla camerata delle donne. Quindi monsignor Galeazzi, non solo era a conoscenza dell'uso dei locali, ma ebbe modo di vivere per mesi accanto agli internati perché, a causa dei bombardamenti, la sede vescovile era stata trasferita nel seminario di Roccatederighi. 45 46 Per disposizione del capo della provincia il lager fu recintato col filo spinato e vi furono posti a Ca mpo di Bolzano-Gries guardia venti militi repubblichini armati di mitragliatrici e bombe a mano. Vi furono internati ottanta ebrei italiani e stranieri e, a quanto raccontarono i sopravvissuti, la detenzione non fu molto dura. Le guardie erano bonarie e lo stesso vescovo si intratteneva con i reclusi distribuendo doni e carezze ai p i ù piccoli. Ma una parte degli ebrei venne ugualmente deportata ad Auschwitz su sollecitazione delle autorità locali: erano trentasette stranieri e nove italiani. Gli altri, tutti nati e residenti nella provincia di Grosseto, furono rilasciati poco prima della Liberazione, forse perché i loro custodi volevano assicurarsi benemerenze per il futuro. Col ritorno della democrazia, il capo della provincia subì, nel 1946, un processo per le stragi che aveva ordinato nella zona. Condannato a trent'anni di carcere, fu rilasciato nel 1953. Contro il Vescovo, rimasto al suo posto fino al 1960, non ci fu alcuna sanzione, neanche da parte del Vaticano. Anzi, egli fece richiesta di risarcimento al governo italiano per 1'affitto e gli stipendi che i repubblichini non avevano pagato. Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di concentramento di Fossoli, nei pressi di Carpi (Modena), le deportazioni continuarono dal nuovo campo di Gries -Boizano, Progettato per 1.500 prigionieri su di un'area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile e 10 baracche per gli uomini, fu successivamente ampliato e raggiunse una capienza massima di circa 4.000 prigionieri. Potè contare sui Lager satellite di Bressanone, Merano, Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e Vipiteno. Il campo era gestito dalle SS di Verona, comandato dal tenente Titho e dal maresciallo Haage che gia avevano svolto gli stessi incarichi a Fossoli. Alle loro dipendenze una guarnigione di tedeschi, sudtirolesi ed ucraini (questi ultimi, giovanissimi, tristemente ricordati per it loro sadismo). Furono internati a Gries soprattutto prigionieri politici, partigiani, ebrei, zingari e prigionieri alleati. Tra le donne molte le militanti antifasciste, le ebree, le zingare, le slave e le mogli, le sorelle, le figlie di perseguitati antifascisti. Infine i bambini, provenienti da famiglie ebree, zingare e slave gia deportate per motivi razziali. Pessime le condizioni di vita, massacranti i tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed assassinio. Circa 9.500 persone transitarono da questo campo (cfr Dario Venegoni, Uomini, donne e Bambini nei Lager di Bolzano) e numerosi furono i trasporti che tra restate 1944 e il febbraio 1945 partirono per Ravensbruck, Flossenburg, Dachau, Auschwitz, e per Mauthausen. Nel campo fu attivissima una organizzazione di resistenza, in stretto contatto con una struttura di appoggio esterna (nella foto triangolo e numero di matricola di un deportato politico). Decine di persone, dentro e fuori del campo, furono impegnate in una pericolosissima attività di assistenza ai deportati, con particolare attenzione a coloro che venivano inseriti nei trasporti verso i campi di sterminio. Alcune centinaia di deportati ricevettero in questo modo notizie dalla famiglia, viveri, vestiario e denaro. Molti tra coloro che si impegnarono in questa coraggiosa opera di assistenza e di organizzazione pagarono con 1'arresto, l'isolamento e anche con le torture il proprio impegno.Il 12 settembre 1944, prelevati alle 4 del mattino, 23 giovani italiani furono condotti alle Caserme Mignon e assassinati a colpi di pistola. Altri morirono sotto le sevizie degli aguzzini, e in particolare di una coppia di giovanissimi ucraini. Uno di questi, Michael Seifert, rintracciato in Canada, a stato condannato all'ergastolo il 24 novembre 2000 dal Tribunate Militare di Verona, ed estradato in Italia nei febbraio 2008. A Boizano-Gries morirono decine di persone: i morti documentati sono circa 60, ma si tratta di un numero certamente approssimato per difetto. Tra il 29 aprile e il 1° maggio 1945 gli internati ricevettero un regolare permesso firmato dal 47 48 comandante del campo e furono accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri dalla città e Testimonianze rilasciati, mentre le SS si davano alla fuga, non prima di avere distrutto praticamente tutti i documenti del campo, cancellando così la gran parte delle prove dei Toro misfatti. Del campo di Bolzano-Gries, purtroppo, sopravvive solo il muro di cinta, mentre delle strutture del Lager oggi non rimane praticamente pia traccia. Una idea d'insieme del Lager la si può trarre solo da poche foto del dopoguerra e da alcuni disegni tracciati sulla base delle testimonianze dei superstiti. La Provincia di Bolzano ha recentemente posto sotto tutela un tratto del muro di cinta del campo ancora in piedi. Nel 2004 1'Amministrazione comunale ha provveduto a fare installare 6 tabelloni illustrativi lungo il perimetro del muro di cinta. Sull'area del campo sorgono oggi 12 palazzine di edilizia residenziale. MARTA ASCOLI: "Avevo 17 anni,nel 1944,quando venni rinchiusa nella Risiera di San Sabba. Durante la giornata nel campo,venivano fatti tre appelli che si tenevano all'aperto con qualsiasi tempo. Molte, logorate nel fisico e nel morale morirono dopo qualche mese di dure privazioni e stenti . Se qualcuna era morta durante la notte, veniva comunque portata fuori perché doveva corrispondere il numero di presenti nel blocco."All'interno del campo era anche difficile fare amicizia con altre perché l'istinto di sopravvivenza era molto forte e poi a volte non si aveva proprio it tempo a causa dei mille compiti assegnati dalle SS e, a volte, la morte sopraggiungeva prima di poter instaurare un qualsiasi rapporto. Una cosa che mi sbalordì e, nello stesso tempo mi inorridì, fu il modo in cui le SS prendevano e sceglievano i prigionieri che dovevano essere mandati nelle camere a gas. Non sempre si veniva scelte perché non ritenute abili al lavoro, sistema crudele ma che aveva una sua logica. Talvolta usavano il sistema di contarci ogni tre, ogni quattro, a caso, e, ridendo, segnavano il nostro numero sul taccuino, decidendo la nostra morte. Stetti più di due settimane, che sembrarono anni, in quel campo senza fare nulla, visto che non c'erano compiti da svolgere,due settimane accovacciata in uno stanzone insieme ad altri quattrocento prigionieri, soffrendo la fame,le malattie,il dolore e la dignità che ci veniva sottratta giorno dopo giorno. Talvolta la voglia di farla finita prevaleva su tutto. Invocavo la morte che si attardava su di me , invidiavo chi al mio fianco aveva finito di soffrire. Cercavo soltanto it modo per chiudere al phi presto questa indicibile agonia ".Il 15 Aprile del 1945 venne liberata dagli Inglesi e, dopo un lungo viaggio, tornò nella sua città il 9 Luglio."Ancora non riesco a credere,che questo incubo,sia avvenuto sul serio e solo poco più di cinquanta anni fa." FRANC SIRCELJ : "Sono stato arrestato nel mio villaggio nel mese di novembre del 1944. Militavo nell'Armata jugoslava con compiti di collegamento territoriale. Stavo portando una lettera a un corriere quando c'e stato un rastrellamento di un reparto SS. Ci hanno radunati al centro del paese poi trasportati a Riauce dove c'erano altre persone arrestate e da li, con degli autocarri, ci hanno portati direttamente alla Risiera. La prima sera siamo stati rinchiusi in uno stanzone; it secondo giorno ci hanno tolto tutto quello che avevamo,fisicamente e moralmente,per poi essere divisi in piccole celle... rimasi nella Risiera per cinque mesi. I primi giorni ci davano qualcosa da mangiare, ma poi sempre di meno. Nelle celle c'era un secchio per i nostri bisogni, ma di solito era 49 50 vuoto. Se c'era qualcosa era solo puzza. In poco tempo ci siamo riempiti di pidocchi. Avevamo mezz'ora di luce al giorno, ma se qualcosa andava male, ad esempio se c'erano degli arresti o qualche altro evento straordinario, non ci facevano neppure uscire. Dopo quindici, venti giorni era diventato cosi difficile stare rinchiusi li dentro che in tre quattro abbiamo cominciato a cantare delle canzoni partigiane, tanto a quel punto pensavamo che da li non saremmo pia usciti. Ma non successe niente. o non capivano le nostre canzoni, oppure, non so, le ignoravano. Nessuno ha reagito. Noi eravamo disperati, veramente disperati. Non mi sono lavato per cinque mesi. Non mi sono cambiato MAI i vestiti. Io avevo una piccola matita nascosta in un buco del muro. Ho fatto delle scritte 11, nella cella numero 3. Pia volte sono ritornato a vedere questa cella, ma a stato tutto cancellato. E' stato tutto ridipinto e non si vede pia nulla. Anche nella stanza della morte, dove sono stato, era pieno, ma pieno di scritte sui muri. E io ho pensato: o chissà quante persone sono passate per questa stanza>>. Questo 1'ho pensato dopo, perché nei primi tempi quando stavo qui io non lo sapevo nemmeno che c'era il forno crematorio. L'ho saputo da un certo Jose che c'era il forno e ci buttavano le persone dentro. Le persone venivano portate anche da altre carceri, altri ili prendevano da qui. Allora sapevamo: ora tocca a loro. Quando lo facevano c'era sempre il rumore di un grosso camion, e anche quello della radio a volume altissimo che trasmetteva delle marce tedesche oppure Lilì Marlene... si, questa canzone c'era sempre. E dopo si sentiva una puzza strana. Non sempre pero. Le prime volte pensavo “ ma che stanno facendo... “, e siccome li c'era anche una cucina ho pensato che stessero bruciando qualcosa. Almeno ogni quattordici giorni,questo si ripeteva. Anche una volta a settimana delle volte. Il 12 marzo sono venuti. E' arrivato Schultz. Prima ha aperto la mia cella, poi anche la numero 4, dove c'era un certo Jose dell'Istria. Ci ha portato nel magazzino e li ci siamo dovuti spogliare. Allora abbiamo capito che si trattava dei nostri ultimi respiri. C'erano altre persone che a turno venivano spinte, mi sembra per delle scalette o una piccola porta. Intanto dietro a noi erano arrivati degli altri. Quando quasi toccava a Jose che era davanti a me, diciamo verso la fine delle scale, circa un metro e mezzo, e arrivato Schultz e ha cominciato a gridare di tornare indietro. Ha spinto Jose che a sua volta ha spinto me e siamo caduti tutti e due. Volevamo riprenderci i vestiti, ma Jose a stato di nuovo colpito. Ci hanno riportati in cella e sono rimasto nudo tutta la notte. Non ho capito cosa fosse successo. Il giorno dopo uno degli SS ci ha portato nel magazzino dei vestiti. Un grande magazzino pieno di vestiti. Probabilmente erano i vestiti degli ebrei. Li mi hanno dato un vestito, delle ciabatte molto mal ridotte, un asciugamano, che in realtà ho rubato. Non era permesso prenderlo, ma io 1'ho preso. Dopo sei, sette giorni, ci hanno caricato su un autocarro e siamo andati verso l'Austria. Gli alleati per?) avevano bombardato un ponte e siamo finiti quindi in un piccolo campo, vicino a Tolmezzo. Eravamo in pochi, circa una ventina. La sorveglianza era scarsissima. E da lì, con 1'aiuto di alcuni partigiani italiani siamo riusciti a scappare in tre e a ritornare verso casa" PRIMO LEVI Primo Levi,venne trasferito nel campo di transito di Fossoli presso la città di Modena. Il 22 febbraio 1944, Levi ed altri 650 ebrei, vengono stipati su un treno merci (oltre 60 individui per vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Levi (registrato col numero 174 517) rimase in questo Lager per undici mesi, fino alla liberazione da parte dell'armata rossa. Fu uno dei venti sopravvissuti fra i 650 che erano arrivati con lui al campo. Testimonianze tratte da www.binario21.org Capitolo 4 Auschwitz I campi di deportazione e di sterminio in Europa Oltre 2000 tra campi, sottocampi, centri di raccolta e di transito, disseminati in Germania e nei territori occupati, hanno formato la rete dello sterminio, come e attestato anche dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Federale Tedesca Il campo di Auschwitz nasce da un' artiglieria abbandonata in Polonia nei pressi di Oswjecin, tra i fiumi Vistola e Sola vicino a una caserma polacca caduta in mano ai tedeschi, quindi facilmente escludibile dal mondo esterno, esso era collegato attraverso ferrovie alla Slesia, alla Cecoslovacchia, all'Austria ed al Governatorato Generale. Per costruire il più grande campo di concentramento nazista, ci vollero circa 450 tra ebrei e polacchi. Il campo di Auschiwitz era nato con due scopi ben precisi: produzione industriale sterminare ebrei e zingari. Nell'arco degli anni campo si ampliò tanto che dovette essere diviso in tre campi: Auschwitz Uno, il campo principale, reso operativo it 14 giugno 1940; Auschwitz due, cioè campo di Birkenau che era il campo di sterminio dove persero la vita circa un milione di persone ed era il più esteso, questo era situato nel villaggio di Brzezinka e fu reso operativo 1'8 ottobre 1941; infine Auschwitz tre, cioè campo di Monowitz , fu principale campo di lavoro nel quale vi erano dodicimila persone e fu reso operativo it 31 ottobre 1942. Il lager era un luogo orribile poiché le temperature bassissime, aria malsana, la denutrizione, la disidratazione e la mancanza di igiene contribuivano alla morte dei prigionieri. In questi tre campi le persone morivano nelle camere a gas collegati ai condotti dei gas letali della fabbrica di gomme. Il campo di Auschwitz fu sgomberato il 13 gennaio 1945 durante la marcia dei soldati sovietici verso Varsavia. Molti erano i sopravvissuti salvati da altri deportati, . 12 milioni di deportati uomini, donne e bambini 11 milioni di sterminati (circa la metà ebrei) come nel caso di Padre Massimiliano Kobel che si sacrificò al posto di un altro prigioniero. Nel novembre 1944, per paura dell'avanzata dell'Armata Rossa, Himmler dà ordine di cessare le esecuzioni nelle camere a gas e lascia demolire sia le camere a gas stesse che i forni crematori allo scopo di nascondere le prove del genocidio. A quell'epoca ad Auschwitz erano stati uccisi oltre 1 milione di esseri umani. In totale furono deportate ad Auschwitz più di 1 milione e 300 mila Che cosa sarebbe diventata 1'Europa se Hitler avesse vinto la guerra? I campi di sterminio erano luoghi dove venivano uccisi ebrei, zingari, oppositori politici e omosessuali e assolvevano a tre principali necessità: segretezza nelle operazioni -efficienza nello sterminio, applicato in scala industriale -indipendenza dall' esercito in quanto svolto da corpi persone. 900.000 furono uccise subito al loro arrivo e altre 200.000 morirono a causa di malattie, fame o furono uccise poco dopo loro arrivo. Il 27 gennaio 1945 il campo viene liberato dalle truppe sovietiche. La prima armata che entrò nel lager fu la LX Armata del Primo Fronte Ucraino. speciali (SS). 53 54 Vennero trovati circa 7000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, vennero trovati migliaia di indumenti Mauthausen abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel lager e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Oggi ii campo di concentramento di Auschwitz e oggi un luogo dedicato alla memoria delle vittime che lì vennero uccise. In Germania, dal 1996, il La costruzione ebbe inizio l'8 agosto del 1938, vi furono impiegati prigionieri del campo di 27 gennaio (giorno della liberazione di Auschwitz) a la giornata ufficiale del ricordo delle vittime Concentramento di Dachau e fu ricavato dalle cave di pietra di Mauthausen, giudicate adatte, dagli del nazionalsocialismo; ed anche in Italia la stessa data a ricordata come Giorno della Memoria. ufficiali delle SS, per la costruzione del campo. Auschwitz II e i resti delle camere a gas sono aperte al pubblico. Il campo di concentramento di Dalla sua amministrazione dipendevano 49 campi permanenti. Dal giorno della sua costruzione fino a Auschwitz è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. quello della liberazione, avvenuta it 5 maggio del 1945, vi sono state imprigionate p i ù di 195 mila persone. Fino all'inizio del 1940, la maggior parte degli internati erano rappresentati da socialisti, omosessuali e rom tedeschi; successivamente arrivarono numerosi polacchi, in genere artisti, architetti, insegnanti e professori universitari. La camera a gas di Mauthausen Costruita nell'autunno del 1941, terminata nel marzo del 1942, si trovava nella cantina della nuova infermeria, vicina alla quale era collocato anche il crematorio. Poteva contenere da 30 a 80 persone e le operazioni di asfissiamento duravano circa trenta minuti. Nel complesso, per ogni carico di vittime (trasporto alla camera a gas, svestizione, visita medica, uccisione, trasporto dei cadaveri al forno crematorio) venivano impiegate dalle 2 alle 3 ore. Probabilmente i primi ad essere uccisi furono 231 prigionieri di guerra sovietici, il 9 maggio del 1942; gli ultimi furono eliminati il 28 aprile del 1945 e risultano essere stati33 austriaci, 5 polacchi, 5 croati ed un austriaco di nazionalità inglese. Vi vennero assassinata pin di 24mila persone. Un altro impianto per eliminare in massa i prigionieri di Mauthausen fu ideato nell'autunno del 1944 ad Altaist-Harteil, ma i lavori non furono mai realizzati. 55 56 Ravensbruck Dachau Ravensbruck è l' unico campo di sterminio nazista che fu costruito solamente per le donne. E ’ situato nei pressi di Berlino. II lager cominciò a essere operativo il 18 maggio 1939 quando arrivarono le prime prigioniere: 867 donne, deportate per motivi politici. In origine it campo era stato progettato per avere al suo interno non più di 5000 persone, ma col passare del tempo il numero delle deportate aumento tanto che quando furono liberate erano ben 123.000 donne. All' inizio a Ravensbruck c' erano 16 baracche, 2 delle quasi adibite ad ospedale, ma nel 1945, quando il campo fu sgominato , si potevano contare 45 baracche. Nel 1939 la disciplina era ferrea, ma le condizioni di vita erano sopportabili. Le internate venivano utilizzate soprattutto per i lavori di manutenzione del campo, ma poi le SS cedettero molte di loro come vere e proprie schiave nelle fabbriche o nei campi circostanti. A partire dal 1942 la vita peggiorò perché la giornata lavorativa arriva a 14 ore consecutive. Le donne a Ravensbruck morivano per diversi motivi: oltre al lavoro come schiave, la fame e il sovraffollamento quando una di esse veniva accusata di sabotaggio o opponeva resistenza ai crudeli ordini delle SS veniva rinchiusa nel bunker, una baracca separata nella quale subiva torture ed esperimenti medici. Ravensbruck aveva un suo forno crematorio e nel 1944 fu costruita la camera a gas, con la quale si Si trovava in Germania,vicino Monaco. Fu il primo campo istituito in modo ufficiale dal regime nazista, poche settimane dopo la presa del potere in Germania. Derivava dalla ristrutturazione degli edifici e dei terreni di una fabbrica di munizioni ormai inutilizzata da tempo. In questo campo furono sperimentate e messe a punto le pie svariate tecniche di annientamento fisico e psichico verso i prigionieri, soprattutto avversari politici. I primi ospiti di Dachau furono funzionari e dirigenti del partito comunista. Poi vennero i socialdemocratici ed i cattolici. Sin dall' inizio nel campo esisteva una "compagnia di punizione" alloggiata in una baracca separata dalle altre; in seguito le baracche diventarono due. Aumentarono le sevizie, il lavoro divenne più duro e il regime di vita insopportabile. I prigionieri venivano quasi uccisi dalla fatica e, addirittura, alcuni dovettero subire 1'inumana pena del bunker, ovvero rimanere incatenati per mesi in un cubicolo di 60 centimetri per 60, nutrendosi di pane e acqua, senza luce ne aria. Nei primi tempi i prigionieri erano destinati alle opere di completamento delle installazioni del campo, in lavori stradali e di sistemazione del territorio. I nazisti affidarono, inoltre, la gestione interna del campo agli stessi deportati. In breve tempo il campo di Dachau, attrezzato per 5000 persone, fu sovraffollato e in esso iniziò a sterminare le prigioniere giudicate inabili al lavoro direttamente nel campo. La arrivarono a stare p i ù di 31.432 persone, tanto che più di tre individui erano costretti a dividersi lo maggioranza delle deportate uccise dal gas furono ebree ungheresi, prigioniere polacche e russe. Le stesso letto e quel poco cibo che veniva loro dato. prigioniere furono liberare nel 1945, in parte dalla Croce Rossa svedese e in parte dall' Armata L'anagrafe del campo, alla fine della guerra, conto più di 45.000 morti all'interno di Dachau. Rossa. 57 58 Bergen Belsen Si trovava in Germania,sulla strada per Amburgo. Buchenwald All'inizio nacque come una serie di baracche per un campo di lavoro che fu poi abbandonato. Era situato nella Germania orientale. Questo lager venne utilizzato gia a partire dal 1937. pare che in tutto a Buchenwald siano morte Divenne un lager nel 1943, quando venne usato per i prigionieri inabili al lavoro che erano destinati a 56.554 persone. morire di fame. A Buchenwald, a differenza che in molti altri campi, per uccidere non venivano usate tanto le Nel 1944, quando fu occupata l'Ungheria, cominciarono ad arrivare prigionieri ebrei di quel paese, camere a gas quanto il lavoro massacrante. che dovevano servire per essere scambiati con prigionieri di guerra tedeschi. La stessa costruzione del campo fu realizzata a costo delle vite di innumerevoli deportati. Questo progetto però non ebbe seguito perché i nazisti usarono Bergen Belsen come un vero e Fra i deportati erano presenti molti prigionieri politici, che spesso cercarono di aiutare i più deboli e proprio campo di sterminio. In esso venivano deportate soprattutto le donne ebree: quando si diffuse riuscirono a salvarne alcuni. un'epidemia di tifo morirono 25.165 donne in un solo mese. Un famoso caso e quello dei bambini destinati a morire subito nelle camere a gas. Essi furono Altre 19.000 prigioniere morirono dopo la liberazione del campo, che avvenne il 15 aprile 1945. A Bergen Belsen fu deportata anche Anna Frank, l'autrice del famoso Diario, che morì pochi giorni nascosti nelle baracche da altri deportati che, a proprio rischio e pericolo, protessero i bambini in prima della liberazione. voce che quegli alloggi fossero infestati da malattie. Un'altra deportata nota fu Hannah Goslar, amica d'infanzia di Anna Frank; essa pero, a differenza A poco a poco nacque un vero e proprio movimento clandestino di resistenza internazionale, che dell'amica, riuscì a sopravvivere al duro lavoro e alla malattia che la colpì nel lager assieme alla riuscì a mettersi in contatto con le truppe americane e a chiedere aiuto. sorella minore. Quando gli americani arrivarono, il 13 aprile 1945, il campo era gia stato liberato dai prigionieri La storia di Hannah Goslar è narrata nel libro "Mi ricordo di Anna Frank" scritto da Alison Lesile insorti. ogni modo: dando loro da mangiare e impedendo ai soldati nazisti di avvicinarsi, diffondendo la Gold, giornalista che intervistò a fondo la Goslar. 59 60 I bambini di Terezin Nonostante tutto però i piccoli di Terezin credevano in un domani migliore. Espressero questa loro speranza in alcuni disegni in cui hanno raffigurato il ritorno a casa. Sui disegni c ' e di solito la firma del bambino, talvolta la data di nascita e di deportazione a Terezin e da Terezin. La data di Il ghetto di Terezin durante la seconda guerra mondiale fu il maggiore campo di concentramento sul territorio dello Cecoslovacchia. Fra i prigionieri del ghetto di Terezin ci furono all'incirca 15.000 bambini, compresi i neonati. Erano in prevalenza bambini degli ebrei cechi, deportati a Terezin insieme ai genitori, in un flusso deportazione da Terezin e anche in genere 1'ultima notizia del bambino. Questo a tutto quanto sappiamo sugli autori dei disegni, ex prigionieri bambini del ghetto nazista di Terezin. La stragrande maggioranza dei bambini di Terezin morì. Ma e rimasto conservato il loro lascito letterario e figurativo che a noi parla delle sofferenze e delle speranze perdute. continuo di trasporti fin dagli inizi dell'esistenza del ghetto. La maggior parte di essi mori nel corso nel 1944 nelle camere a gas di Auschwitz. Dopo la guerra non ne ritornò nemmeno un centinaio e di questi nessuno aveva meno di quattordici anni. I bambini sopportarono il destino del campo di concentramento assieme agli altri prigionieri di Terezin. Tutti i bambini soffrirono assieme agli altri le misere condizioni igieniche e abitative e la fame. Soffrirono anche per il distacco dalle famiglie e per il fatto di non poter vivere e divertirsi come bambini. Per un certo periodo i prigionieri adulti riuscirono ad alleviare le condizioni di vita dei ragazzi facendo si che venissero concentrati nelle case per i bambini. La permanenza nel collettivo infantile alleviò un tantino, specialmente sotto l'aspetto psichico, l'amara sorte dei piccoli prigionieri. Infatti i bambini di Terezin scrivevano, soprattutto poesie. Una parte di questa eredità letteraria si e conservata. I piccoli deportati disegnavano anche. I disegni che si sono riusciti a salvare e che fanno parte delle collezioni del Museo statale ebraico di Praga, sono circa 4.000. I loro autori sono per la gran parte bambini dai 10 ai 14 anni. Sotto 1'aspetto tematico i disegni si possono suddividere in due gruppi fondamentali: da una parte di disegni a tematica infantile, in cui i piccoli autori tornavano alla loro infanzia perduta. Disegnavano giocattoli, piatti pieni di cose da mangiare, raffiguravano 1'ambiente della casa perduta. Disegnavano e dipingevano prati pieni di fiori e farfalle in volo, motivi di fiaba, giochi di bambini. La maggior parte della collezione comprende questo tipo di disegni. I1 secondo gruppo e formato da disegni con motivi del ghetto di Terezin. Raffigurano la cruda realtà in cui i bambini erano costretti a vivere. Qui incontriamo i disegni delle caserme di Terezin, dei blocchi e delle strade, dei baraccamenti di Terezin con i letti a tre piani, i guardiani. Ma i bambini disegnavano anche i malati, 1'ospedale, il trasporto, il funerale o un'esecuzione. 61 62 Esperimenti e torture sui deportati Sterilizzazione Esperimenti di sterilizzazione furono eseguiti ad Auschwitz nel famigerato Blocco 10. Questo tipo di esperimento consisteva nell'iniettare una sostanza caustica nella cervice uterina per ostruire le Durante la Seconda guerra mondiale, in alcuni campi di concentramento nazisti, venivano effettuati tube di Falloppio. I soggetti scelti erano donne sposate di età compresa tra i venti ed i quarant’anni, degli esperimenti di presunto carattere scientifico sui deportati. In qualche caso it fine dichiarato era preferibilmente che avessero avuto già dei figli. L'iniezione veniva eseguita in tre fasi nel giro di quello di verificare la resistenza umana in condizioni estreme, in altri casi gli obiettivi non sono qualche mese. riconducibili ad altro che alla perversioni degli operatori medici. Raggi X e castrazione chirurgica Decompressione per it salvataggio da grande altezza L'obiettivo dichiarato dai medici nazisti era quello di studiare le possibilità di salvare un soggetto in Vi furono degli esperimenti condotti dal Dottor Schumann, medico e direttore del centro della morte caduta da grande altezza superiore ai 10 km. nell'eliminazione dei disabili tedeschi, aveva escogitato un impianto di sterilizzazione sulla falsariga II Dottor Sigmund Rascher ebbe un ruolo di primo piano in questo progetto di sperimentazione, di una catena di montaggio operante in modo "del tutto impercettibile" da dietro un banco. Alla anche perché per la qualifica che ricopriva, si trovava ad essere in diretto contatto con Heinrich vittima ignara si doveva far chiedere di riempire dei moduli. II funzionario seduto dietro il banco Himmler, dal quale si fece rilasciare l'autorizzazione a procedere. metteva in funzione 1' installazione ruotando un interruttore che attivava in modo istantaneo le due Tali esperimenti vennero condotti su prigionieri del lager di Dachau. I deportati venivano chiusi valvole. dentro una stanza in cui veniva abbassata gradualmente la pressione atmosferica, fino ad arrivare I soggetti sperimentali (maschi giovani abbastanza sani e ragazze di età poco inferiore o poco alla completa mancanza di ossigeno. Si ricostruiva in questo modo la caduta di un paracadutista da superiore a vent'anni) venivano allineati in una sala d'attesa e introdotti uno per uno, spesso 12-13 km di altezza. completamente all'oscuro di ciò che li stava aspettando. Le ragazze venivano poste fra le lastre che Al termine dell'esperimento i corpi dei deportati venivano sezionati. Poteva capitare che nella fase di sezionamento, la persona fosse ancora viva. nel programma di eutanasia. Viktor Brack, un funzionario della Cancelleria motto attivo comprimevano loro l'addome e il dorso; gli uomini poggiavano il pene e i testicoli su una lastra speciale. La durata del trattamento arrivava fino ad 8 minuti. Molte donne uscirono dall'applicazione con ustioni notevoli, che potevano infettarsi; molte si Congelamento/Raffreddamento ammalarono con febbre, forti dolori e vomito. Dopo l'esposizione ai raggi X, le ovaie delle donne L'obiettivo e la condizione da ricostruire era direttamente legato e conseguente all'esperimento venivano asportate chirurgicamente ed esaminate nel laboratorio per accertare se i raggi X fossero precedente, cioè: a che condizioni un soggetto gettatosi da un aereo in volo e precipitato in acqua stati o no efficaci nella distruzione dei tessuti. fredda si può salvare? I deportati che erano stati sottoposti alla selezione e che erano stati scelti per questo progetto, venivano immersi i vasche di acqua gelata per un periodo prolungato. Quando i deportati non Ricerche sulla cura ormonale dell'omosessualità Gli esperimenti vennero condotti a partire dal luglio 1944 nel campo di concentramento di morivano dentro la vasca, i medici indagavano se la rianimazione di esseri umani assiderati fosse Buchenwald dal medico SS danese Carl Peter Vaernet e consistevano nell'impianto di massicce dosi più proficua attraverso calore animale o medicinali e procedimenti fisici. Le temperature corporee di Testosterone su deportati omosessuali alla ricerca di una "cura" che avrebbe dovuto rendere dei deportati al recupero dell'acqua si aggiravano tra i 25° ed i 29°, ma alcuni documenti riportano eterosessuali i soggetti trattati. che alcuni deportati non morivano ancora quando la temperatura scendeva fino a 24°. 63 64 Ricerca sui gemelli monozigoti Questi esperimenti erano condotti da Josef Mengele ad Auschwitz e Birkenau. Le ricerche partivano da misurazioni meticolose e assolutamente precise di comparazione tra i gemelli. Dopo aver misurato e indagato ogni singolo centimetro del corpo dei gemelli, i soggetti venivano addormentati con un'iniezione di Evipan sul braccio e poi uccisi con un'iniezione di cloroformio fatta personalmente da Mengele direttamente nel cuore. I corpi venivano a questo punto sezionati e studiati dall'interno. Pare che it 15 % dei gemelli esaminati sia stato ucciso in questo modo o durante qualche operazione chirurgica. Lavori forzati e maltrattamenti I trattamenti e i lavori che i deportati erano costretti a subire e sopportare giornalmente erano davvero terribili e solamente pochi riuscivano a sopravvivere, infatti i pia deboli non riuscivano a sopportare quel tormento fisico e morale e venivano uccisi nelle camere a gas o morivano di stenti e fatica. I prigionieri non ricevevano che una frazione del poco che gli spettava, e ogni giorno mangiavano per lo più del pane composto da segatura e delta minestra di cardi o addirittura peggio. Per quanto fosse pessima però gli internati lottavano per la propria razione di cibo e addirittura per le tazze in cui mangiarla. A causa della mancanza di cibo si diffusero moltissime malattie tra cui lo I bambini nei Campi di Concentramento Di solito i bambini che venivano deportati nei lager nazisti venivano uccisi nelle camere a gas appena arrivavano, in quanto giudicati inabili al lavoro. Tutti coloro che avevano meno di quindici anni venivano allontanati con la forza dalle famiglie e assassinati, a volte invece le madri dei bambini, soprattutto se essi erano piccoli, venivano mandate a morire assieme a loro. Alcuni di questi bambini, penò, riuscivano temporaneamente a non essere uccisi, ma il loro destino era forse ancora più terribile. Infatti i piccoli con le caratteristiche come i capelli biondi e gli occhi azzurri venivano spesso scelti per i crudeli esperimenti che i nazisti effettuavano sui prigionieri. Il principale esecutore di queste terribili barbarie fu il medico tedesco Joseph Mengele che spesso ad Auschwitz presiedeva le selezioni dei prigionieri ebrei dove trovava nuove cavie, come gemelli, persone nate con malformazioni e, appunto, bambini su cui sperimentava le sue folli teorie. Un caso famoso di esperimenti su bambini avvenne net 1945 quando 20 bambini provenienti da tutta Europa vennero selezionati per un esperimento con i bacilli della tubercolosi condotto dal medico Kurt Heissmeyer. scorbuto e altre della pelle come 1'ulcerazione cancrenosa che perforava le guance di donne,uomini e bambini. Le condizioni vitali non erano migliori per quanto riguardava la disposizione nelle baracche; i prigionieri infatti erano costretti a dormire in tre nello stesso letto e 1'aria nella piccola stanza si faceva giornalmente sempre più viziata tanto che non si riusciva quasi a respirare. Anche i lavori che i prigionieri erano costretti a fare erano davvero terribili e disumani e, spesso, molti deportati non riuscivano a comprendere gli ordini che gridavano loro le SS cosi che venivano picchiati anche fino alla morte. Sempre per quanto riguarda i lavori forzati, i prigionieri, molto spesso, venivano imbrigliati agli aratri come degli animali e venivano impiegati per lo più per la costruzione e, per giornate intere, spingevano carrelli carichi di carbone per le lunghe gallerie male illuminate, battuti come somari lungo la strada mentre la sete era tanta che erano costretti a bere la loro stessa urina. Spesso i prigionieri, se non obbedivano agli ordini delle SS, oltre ad essere frustati venivano rinchiusi in una cella che misurava circa 90 cm per lato nelle quasi gli uomini non riuscivano ne a sdraiarsi ne a sedersi. E non veniva dato loro alcun cibo. Nel ricordo di un internato polacco Josef Kral che disse: " la porta non veniva mai aperta. Si poteva bestemmiare, insultare Hitler e chiunque altro, nessuno sarebbe venuto. La morte per fame non e facile da sostenere ... I prigionieri urlavano, chiedevano, pregavano, leccavano i muri ..." Per i lavori forzati venivano sfruttati molto spesso anche bambini, dai Ai piccoli vennero iniettati i bacilli nel gennaio del 1945, ma 1' esperimento fallì. I nazisti si resero conto di questo nell' aprile dello stesso anno quando i soldati inglesi stavano ormai arrivando. quattro anni in su. Nel caso del campo di concentramento di Auschwitz però, i bambini non erano presenti infatti si supponeva che venissero individuati sul marciapiede della stazione, giudicati inabili al lavoro e inviati Per questo tutti e venti i bambini, malati di tubercolosi, furono crudelmente eliminati. Successivamente i 14 assassini che collaborarono a questo esperimento furono condannati a morte durante il processo di Norimberga, ma tre di loro rimasero impuniti. Tratto da "Auschwitz" di Otto Friedrich 65 direttamente alle camere a gas. Alcuni, per le ragioni più diverse, riuscivano a eludere la prassi, ma erano prima o poi destinati a soccombere. 66 ...dal punto di vista dei nazisti... Capitolo 5 Testimonianze, pensieri e considerazioni L'affermazione del nazismo ha i suoi presupposti nel pensiero del filosofo tedesco Nietzsche vissuto nella seconda metà del 1800. Nella sua opera "Così parlò Zaratustra" si delinea la figura del superuomo, un individuo che agisce al di là della morale tradizionale, tendendo ad affermare la Pensieri e riflessioni sulla Shoah Ricordare e un diritto e un dovere. Ricordare per non negare; ricordare perché la storia insegna; propria vitalità e la propria volontà di potenza. Il superuomo o ricordare perché uomini, donne e bambini senza colpa sono stati torturati e portati alla morte. Proviamo ad immaginare di non avere più nessuno dei nostri cari, che da un giorno all'altro sparisca nel nulla l'intera popolazione della nostra città, immaginiamo di perdere tutti insieme gli amici più correttamente "l'oltreuomo" è un genre di essere umano che Nietzsche creò nella speranza che l'umanità intera ne seguisse l'esempio. E’ si un tipo di uomo evoluto, ma prettamente sotto il profilo intellettuale, un uomo che dice si alla vita, che riesce a non perdersi vicini e lontani, di non avere con chi dividere il dolore, lontani dalla casa, espulsi dal lavoro con nelle paure e nelle angosce che caratterizzano la persona comune. E’ un uomo capace di trasvalutare un'angoscia senza nome, e che alla fine non ci siano nemmeno i cimiteri dove poter piangere i nostri tutti i valori e di non avere timore di nulla, neanche di Dio. cari. Proviamo ad immaginare e forse potremmo capire cosa e veramente stato it ritorno alla vita di chi ha vissuto 1'esperienza della deportazione nei campi di concentramento; forse allora percepiremmo nella sua intensità la violenza di chi oggi vorrebbe colpevolizzare le vittime per un passato che passa, perché si rifiutano di dimenticare, perché vogliono coltivare it ricordo di ciò che è stato. La nostra unica domanda è:" Come a riuscito 1'uomo a fare tutto questo, come può essere Indirettamente anche il pensiero di Darwin, scienziato inglese, costituisce un altro presupposto all' ideologia nazista. Egli aveva affermato che la specie si evolve attraverso la selezione naturale e la lotta per la vita, per cui sopravvivono solo gli individui portatori di mutazioni ebrei sia come razza sia come singole persone... riuscirono nel loro intento, perché anche i superstiti vissero disperati e colpiti nell'animo per tutta la vita. Molta gente a stata uccisa dalle persecuzioni naziste e dall'indifferenza di persone che, pur sapendo, non intervennero forse per paura. Quello che suscita rabbia a che gli uomini ricordano si, ma superficialmente, senza esserne veramente convinti. La verità è che 1'uomo non fa tesoro del suo passato, con conseguenze disastrose; ad esempio, gli vantaggiose per la conservazione della specie (teoria evoluzionistica). La storia stato così crudele?" In quei campi accadevano cose orribili; l'obiettivo dei nazisti era annientare gli più è vista come lotta della razza superiore, tra cui primeggia quella ariana, e le razze inferiori (ebrei, slavi, polacchi, russi, zingari). La "razza ariana" stava ad indicare la razza superiore nordeuropea, che doveva essere mantenuta pura attraverso un programma di "eugenetica" che includesse il divieto di matrimoni "misti", la sterilizzazione (e poi uccisione) dei malati di mente e la ghettizzazione, evacuazione ed eliminazione di tutte le razze "inferiori". Gli ebrei sono considerati esempi di dissoluzione morale e vengono accusati di sfruttare economicamente e finanziariamente la Germania. ebrei sono stati perseguitati ed uccisi, ma oggi si ammazzano a loro volta in una lotta che sembra I tedeschi, in nome della loro superiorità, ritengono di aver diritto a uno "spazio vitale" da realizzare a non avere mai fine. Tutto ciò accade perché l'uomo ha scarsa memoria. E’ necessario ricordare che spese di slavi e russi. noi siamo fortunati, perché viviamo in una società che ci permette di essere liberi di pensare e di scegliere per la nostra vita. Possiamo ricordare in diversi modi, leggendo un libro o articoli di giornali, magari di ex deportati che raccontano la loro esperienza. Possiamo vedere documentari, visitare i luoghi dove si sono verificati questi massacri, ascoltare testimonianze o partecipare a La comunità deve ubbidire al Fhurer, capo carismatico, il quale interpreta le esigenze del popolo e lo conduce ad una missione di potenza e di dominio. Da questi principi derivano i presunti cardini della politica nazista: il rifiuto dell'uguaglianza tra individui e popoli, il rispetto di una gerarchia, 1'autorità indiscutibile del capo, il rifiuto del pacifismo. manifestazioni in onore di quei 6 milioni di innocenti. 67 68 La memoria ... Testimonianza di Primo Levi Molte sono le testimonianze che forniscono una memoria della Shoah. A quella memoria come tutti "C'e un punto sulla terra che a una landa desolata, dove le ombre dei morti sono schiere, i vivi sono sappiamo a dedicato un giorno, il 27 gennaio di ogni anno, anniversario della liberazione di morti, dove esistono solo la morte, l'odio e il dolore..." Auschwitz da parte dell'armata rossa. Al ricordo di una tragedia che sembra tanto lontana, ma che in Non è un punto qualsiasi quello di cui si parla. Si trova nella fredda e cattolica Polonia. Il suo nome è realtà risale solo a poco p i ù di mezzo secolo fa. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche sfondano i Oswiecim, ma forse a molti ancora non basta per capire. Forse la sua traduzione in tedesco potrebbe cancelli di Auschwitz e liberarono i pochi prigionieri rimasti vivi." aiutare; quel punto in tedesco si chiama Auschwitz. Ebbene proprio lì in quel preciso punto e Oggi della Shoah si parla, si narra, si discute, si ricerca in gran parte del mondo. Oggi e narrata e avvenuta una frattura profonda tra 1'uomo e il mondo, tra 1'uomo e la storia. In quel punto dove la discussa in una misura di gran lunga superiore a quella di trenta- quaranta anni fa, e non soltanto in storia si ferma, milioni di persone, per lo più ebrei provenienti da tutta Europa, sono state uccise Italia. Uno dei motivi e che molti testimoni dapprima abbiano taciuto (magari per ragioni personali, nelle camere a gas e bruciate nei forni crematori. Vecchi, donne, bambini. Milioni di "stuck", cioè per non rivivere i momenti di quel passato tremendo) e poi abbiano parlato e scritto a decenni di pezzi (tali per i nazisti erano le persone concentrate nei lager) sono passati per i camini di Auschwitz. distanza dagli eventi. C'è da dire che inizialmente molti testimoni, pur essendo ascoltati, non furono Una vera e propria fabbrica della morte. Efficiente, dinamica, strategicamente avanzata. In quel creduti. punto i nazisti avevano stabilito 1'ultima tappa del viaggio del Popolo Errante. In quel punto, dove Non di certo favorevole fu ii clima di superficiale ricostruzione dei fatti nell'immediato dopoguerra si moriva per un si o per un no, una fredda notte nell'inverno de11944 e arrivato Primo Levi (24 che faceva sembrare inutile o secondario soffermarsi sul passato, specie se, del peggio di questo si anni); una laurea in chimica e un breve passato da partigiano. Catturato dalla milizia fascista il 13 era anche stati co-responsabili se non colpevoli. Il passato offuscava appunto la nuova immagine dicembre del 1943, Primo Levi dichiara la sua "colpa": cittadino italiano di razza ebrea. Una breve democratica del paese, che 1'Italia si era data a partire dal 1946. sosta nel campo di Fossoli e subito dopo it congedo dalla vita. La partenza per 1'inferno, Un sopravvissuto, così si è espresso: destinazione Auschwitz. "Ho iniziato a raccontare quello che avevo visto e vissuto a Birkenau molto tempo dopo, non perché La scritta che sovrasta il cancello di Auschwitz suona beffarda: "il lavoro rende liberi". Levi non ne volessi parlare ma per il fatto che le persone non volevano ascoltare, non volevano crederci. testimonia: <<in quel punto tutto e una grande macchina per ridere di noi, per vilipenderci, e poi e Quando uscii dall'ospedale - Venezia era stato a lungo tempo in ospedale per tisi- mi ritrovai con un chiaro che ci uccidono, chi crede di vivere e un pazzo...>>. Non pile esistere liberty senza identità e ebreo e cominciai a parlare. A un tratto mi resi conto che invece di guardare me guardava dietro le questo i nazisti lo sanno bene. 174517 questo e it nuovo nome di Primo Levi. Un battesimo rapido e mie spalle qualcuno che faceva dei segni. Mi girai e vidi uno dei suoi amici che diceva con gesti che ero completamente matto! Per me parlarne era una sofferenza, e quando mi trovavo di fonte a persone che non credevano mi dicevo: a inutile." L'Europa di 60 anni fa ha scelto il silenzio, noi invece dobbiamo parlare. Dobbiamo ascoltare le testimonianze di quei sopravvissuti a cui 1'antisemitismo ha distrutto 1'anima. Per gli ex-deportati e pungente di colore azzurrognolo tatuato sul braccio. Senza it numero non sei nessuno e se non sei nessuno non mangi (solo mostrando il numero si riceve il pane e la zuppa). Dietro ogni numero una storia, una vita, un essere umano. "Sopravvivere per raccontare e testimoniare" questo diventa l'imperativo di Primo Levi. Ed e proprio lì che inizia a scrivere "Se questo è un uomo "; con difficile raccontare, e un brutto tuffo nel passato, un ritorno al dolore che vorrebbero rimuovere per linguaggio sobrio, pacato e preciso: <<...Pensavo che la mia parola sarebbe stata tanto più credibile e ricominciare a vivere veramente. Anche loro sentono il diritto ed il dovere di testimoniare. Devono utile quanto più apparisse obiettiva e quanto meno suonasse appassionata; solo cosi il testimone cancellare i rimorsi perché non a una colpa essere sopravvissuti; raccontare e un dovere, un segno di adempie alla sua funzione, che e quella di preparare il terreno al giudice. I giudici siete voi...>> rispetto verso la morte dei loro compagni, perché essa non sia stata inutile o solo un buco nero della storia. 69 Tratto da www.binario2l.org 70 Testimonianza di un sopravvissuto Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. Josef Angel, oggi 85 anni, vive tutt'ora ai confini della Siria. La sua casa e tappezzata di ricordi tra cui la foto che lo ritrae sul soppalco nel campo di concentramento di Buchenwald, scattata durante la sua prigionia. Egli racconta di essere it sesto di sette figli; il padre era commerciante e la madre aveva un negozio, la guerra li divise e lui fu deportato in Germania, riconosciuto con il numero 24.275. In un primo memento fu destinato alla costruzione di un'autostrada, in seguito fu trasferito al campo di Gross-Rosen, dove di giorno spalava la neve e di notte si occupava di scaricare i cadaveri di altri lager nel forno crematorio; racconta che un giorno gli capito tra le mani un bambino ancora in vita e, mentre lui lo depositava in terra, da dietro un tedesco lo colpì al capo e lasciò cadere il corpo del bambino vivo nel forno. Ricorda inoltre che durante la marcia della morte, preso dalla fame, fu scoperto dalle SS a rubare in un campo di carote e fu ferito alle gambe. Dopo essere stato liberato dagli alleati, fu ricoverato in un ospedale e pesava solo ventisette chili. Finita la guerra, della sua famiglia erano sopravissuti solo due fratelli, che con la madre furono rimpatriati in Polonia Josef racconta di aver iniziato una vita nuova in seguito alla strage, essendo stato uno dei pochi sopravvissuti, e che, da quando a in pensione, dedica il suo ad accompagnare le scolaresche durante le visite guidate nei luoghi di sterminio in Polonia. Da "Se questo a un uomo" Primo Levi 71 72 Altri testimoni Giornata della memoria 27/01/2009... Riflessioni, considerazioni e dibattito, in classe, sulle seguenti testimonianze ricercate e scelte da noi ragazzi. Franco Varini, all'eta di diciotto anni, fu deportato come prigioniero politico per aver collaborato con i partigiani, a Fossoli, dove rimase per un mese, al termine del quale fu "Eravamo italianissimi, da parecchie generazioni, e da un giorno all'altro questa italianità è stata calpestata, è stata ignorata e siamo stati trattati peggio che ladri, peggio che criminali." (Nedo Fiano) trasferito a Bolzano e poi a Flossenburg. In questo campo vide le atrocità commesse dai nazisti ed è riuscito a trasmetterci molto bene la volontà di non dimenticare quanto e accaduto nel suo libro "Un numero un uomo. " "Mi disse il preside che il giorno dopo non dovevo venire più a scuola. E cosi è stato e cosi fu, come diceva il faraone. Da alunno ero molto bravo, avevo una specializzazione in matematica e mi piaceva molto la geografia. Tanta amarezza, perché non esiste che l'altri andavano a scuola ed io no!. Da quel momento 1'antisemitismo nasceva a passo d' uomo, a carica... "(Giacomo Moscato) "Gli altri scolari, che erano con me in classe, quando fui estromesso dalla scuola, lentamente, sparirono dalla circolazione e se mi incontravano per strada giravano la testa." (Luigi Saggi) "Dopo l'otto settembre so' arrivati i signori tedeschi e c'hanno annientato la vita." (Enrica Zaffati) Nedo Fiano, autore del libro "7l coraggio di vivere, " fu "Io stavo giocando a nascondino, pensi i tredici anni miei... Il fascista che ci ha preso ci conosceva deportato a Fossoli, perché ebreo e, successivamente, ad molto bene, vendeva le caldarroste in piazza. Mio padre scappo e mi disse: "Vai a vedere che cosa Auschwitz, con il numero A5405. Ha visto con i propri fanno a mamma!" Quando mi sentirono chiamare mamma presero anche me." (Milena Zarfati) occhi la tragedia del Novecento e, da allora, non ha mai smesso di raccontarla ai giovani. "Non ho fatto in tempo a salutare mamma, assolutamente no." (Alberto Sed) 73 74 "Mia madre ci abbracciò e disse:"non ci vedremo più" i tedeschi urlavano, bastonavano e mia "Ho visto l'essere umano o quello che restava di esso, perdere 1'essenza del suo spirito essenziale madre ebbe paura non per lei, ma per noi e disse: "adesso andate"... non 1'ho più vista..." (Piero fino all'alienazione di se stesso." Terracina) "Su un acceso rosso tramonto, sotto gli ippocastani fioriti, sul piazzale giallo di sabbia, i giorni sono "Si immagini ora un uomo a cui insieme con le persone vengono tolti la sua casa, le sue abitudini, i tutti uguali. E it mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Qui nono posso volare, non suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quello che possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a voglio." sofferenze e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente a chi a perso tutto, di perdere se stesso, tale quindi che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di "Le orecchie sono sorde, le parole le inghiotte il vento che porta odore di cenere nelle nostre teste, fuori di ogni senso si affinità umana; Si comprenderà allora il termine "campo di annientamento" e calve di colpe non commesse." (Edith Bruck) sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: "giacere sul fondo". "I1 delitto a stato commesso, però 1'esistenza dei miei figli e dei miei nipoti sta a dimostrare che (Primo Levi - Se questo e un uomo) nonostante tutto la vita a continuata e la partita l'hanno persa proprio loro." (Nedo Fiano) "E Voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo "Un uomo che è stato nel lager non esce più dal campo, un uomo è sempre là." (Nedo Fiano) "Sia un tuo imperativo capire e ricordare. Non serve piangere disperarsi, ma una sola promessa: che quanto è accaduto non accada più a nessuno sulla faccia della Terra." "E' un grande miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo. Ma è impossibile costruire tutto sulla base della morte, bella miseria, bella mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque e ancor fecondo." (Bertolt Brecht) "Che cosa può fare un uomo che si trova in carcere ed a minacciato di morte sicura? Eppure hanno paura di me" (Sawa-URSS) "Sono fiero di meritare questa pena"(Pierre-Francia) "Lo dico anche ora: ne a valsa la pena"(Istvan-Ungheria) confusione, eppure quando guardo il cielo penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questo spietato massacro cesserà, che ritorneranno 1'ordine, la pace e la serenità." (Anna Frank) "Cara mamma e tutti voi, stanotte sono venuti a portarci alla fucilazione. Ne hanno chiamate 12, tra cui anche la nostra Srpce. Immaginavo che dopo di lei avrebbero chiamato anche me, cosi mi sono preparata. Invece quello ha smesso e ha detto alle chiamate di uscire. Quel momento, per me, è stato terribile. Lei si e vestita e ha detto "Salve". Ci siamo baciate in fretta. E' andata con aria fiera, la "Avevamo letteralmente dimenticato la gioia e dovevamo prima riimpararla (Viktor Frank) testa eretta, come fa sempre quando cammina, la mia sorellina... "(Jovanka-Jugoslavia) "Imparino i vivi dal destino dei morti." 75 76 "Contro l'idea della violenza, la violenza dell'idea"(Franz-Austria) "Ti lascio questo mio testamento: cerca il senso della vita, insieme con i figli, nella lotta"(Nicola- Una bambina di Terezin La paura Bulgaria) Di nuovo l'orrore ha colpito il ghetto, "Muoio e vivrò" (Aleksei-Cecoslovacchia) un male crudele che ne scaccia ogni altro. La morte, demone folle, brandisce una gelida falce "Non è un brutto sogno che ci opprime tanto, mamma, è tutto vero, sogno e tutto ciò che è stato una volta, la casa, il lavoro, la scuola, tu, cara, tutto ciò e sogno" Che decapita intorno le sue vittime. (Rudi-Austria) I cuori dei padri battono oggi di paura e le madri nascondono il viso nel grembo. "Il secondino, con la tranquillità di un droghiere che segni sul suo registro un credito, ha scritto sul cartoncino che reca la mia firma: "MORTE"... "(Atanas-Bulgaria) La vipera del tifo strangola i bambini e preleva le sue decime da branco. Oggi il mio sangue pulsa ancora, ma i miei compagni mi muoiono accanto. Piuttosto di vederli morire Vorrei io stesso trovare la morte. Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. II mondo a nostro e noi lo vogliamo migliorare. Vogliamo fare qualcosa. E' vietato morire! (Eva Pickova, 12 anni- morta it 18/12/1943) Bibliografia Conclusione 1. M. Pezzetti "Album Auschwitz" 2. Articolo di Marco Ansaldo "Buchenwald-gli angeli dei bambini" da "Repubblica" del 27 3. gennaio 2009 "Sterminio in Europa tra due guerre mondiali"a cura dell'Associazione ex deportati politici E stato possibile venire a conoscenza delle atrocità compiute dai nazi-fascisti in seguito all'apertura dei lagher, sparsi in tutta Europa, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ma anche grazie al coraggio dei sopravvissuti. Essi, infatti, hanno trovato e trovano la forza di ricordare il loro doloroso passato, le sevizie subite, la perdita dei loro cari,l'annientamento della persona voluto nei campi di sterminio nazisti dalla "soluzione finale" ed hanno denunciato, a tutto il mondo, ciò che a accaduto - tramite 4. Otto Friedrich -"Auschwitz" edito da Baldini e Castoldi pubblicazioni autobiografiche, incontri con gli studenti delle scuole, conferenze... 5. Alison Leslie Gold -"Mi ricordo Anna Frank" - Sansoni per la scuola Vogliamo citare, per tutti, le parole di Livia Bitton-Jackson che, quando aveva solo tredici anni e si 6. Livia Bitton-Jackson -"Ho vissuto mille anni"- Sansoni per la scuola chiamava Elli Friedmann, fu deportata nei campi di sterminio. Nel suo libro "Ho vissuto mille 7. Anna Foa -" Gli Ebrei in Europa " – Laterza anni," oltre a raccontare la propria storia, spiega perché ha voluto farlo: "La mia speranza è che 8. Alessandra Chiappano -"I lager nazisti" - Giuntina conoscere il passato ci aiuterà in futuro ad evitare la crudeltà e la violenza. La mia speranza è , che 9. Biblioteca di Repubblica - La Storia sapendo quali orrori possono venire dal pregiudizio e dall'intolleranza, si possa coltivare 1'impegno 10. EnciclopediaTreccani a combatterli ". 11. E. Baffi e P. Brengola -Il Grande Racconto della Storia – Mondadori scuola Primo Levi - passato per il campo di smistamento di Fossoli, prima di essere deportato al campo di Auschwitz - dopo il suo ritorno in Italia, durante una delle tante interviste, ci ha lasciato un monito, 12. A. Pavia e A. Tiburii -L'Italia e la deportazione che sembra rivolto proprio a noi giovani: "Ci sono pagine da leggere perché nessuno debba più 13. M. Sarfatti - La Shoa in Italia 14. R. Fabietti e G. Camera - Elementi di Storia scriverle. " 15. F. Sessi - Ultima Fermata Aushwitz - Fabbri editori Nella conduzione e la realizzazione della nostra ricerca abbiamo riflettuto e compreso che il ricordo 16. P. Levi - Se questo a un uomo – Biblioteca di Repubblica di ciò che è stato debba servire come insegnamento perché le atrocità commesse non debbano più 17. C. Benocci I1 Rione Sant'Angelo ripetersi in futuro. Quindi, anche quando gli ultimi testimoni saranno scomparsi, chi potrà continuare il loro compito, chi seguitetà a raccontare le loro vicende per trasmetterle ai giovani di 18. G. Ascarelli e D. di Castro - Il tempio maggiore di Roma domani? Ebbene, ognuno di noi, dovrebbe assumersi 1'impegno del "passaggio del testimone", 19. Repubblica del 16 ottobre 2003 20. Repubblica del 16 gennaio 2009 affinchè nulla di quanto è accaduto possa finire nella nebbia dell'oblio e quindi, nuovamente e 21. Repubblica del 23 gennaio 2009 tragicamente ripetersi! 22. II Messaggero del 6 maggio 1997 23. Materiale fotografico tratto dalla visita alla mostra al Vittoriano "Le leggi razziali: una Serena Comucci Ale ssandra Imeneo Viaggio a Fossoli 26-27-28 aprile 2009 79 tragedia italiana" 24. Materiale fotografico tratto dalla visita al ghetto di Roma 25. Materiale fornito dal Centro di Cultura Ebraica di Roma 80 26. Marco Ansaldo - Buchenwald; io, it quinto uomo della foto schok e la mia vita dopo il lager " Sitografia Il Venerdi di Repubblica" 24/10/08 —(Pagg. 56-57-59) 27. Enrico Mannucci - Il giorno della memoria nelle storie degli italiani deportati, (Pagg. 71-7273-74) 28. Marcella Vezzetti e Bruno Vespa "Magazine" "1938 — leggi razziali, una tragedia italiana" Gangemi editore (Roma 2008) 1. www.wikipedia.org 2. www.digilander.libero.it 30. Saul Meghnagi - Donzelli "Memorie della Shoah, dopo i testimoni" - editori (Milano 2007) 3. www.bellquel.bo.cnr.it 4. www.olocausto.it 31. "II diario di Anna Frank" — Einaudi ( Torino 1992) 5. www.Mathausen- per non dimenticare. it 32. Michele Sarfatti - La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo 6. www.deportati.it 33. GiacomoBenedettini - 16 Ottobre 1943 7. www.giallafarfalla.it 34. Enzo Collotti - II fascismo e gli ebrei 8. www.binario21.org 29. Lia Levi "Una bambina e basta"— edizioni e/o (Milano 2007) 9. www.ghwk. htm 35. Michele Sarfatti - Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi 36. Luca Menghel La memoria di San Saba 10. www.unknown.it 37. Il Campo di Fossoli: Da campo di prigionia e deportazione a luogo di memoria 11. www.yahoo.com 2004,Anna Maria Ori 12. www.storiadel.XX.secolo.it 38. RalfDahrendorf - Dove nascono i nazisti -Repubblica 10/12/08 39. David Bidussa- La Shoah, quando non ci saranno più testimoni Repubblica 27/01/09 13. www.prmlevi.fossoli.gries.org 40. Alessandra Farkas - L'Unione Europea non a degna del Giorno Bella Memoria E-Polis 15. www. msnencarta. it 27/01/09 41. Bernardo Valli -Repubblica 03/02/09 Negazionismo:gli assassini della memoria cancellano l’Olocausto 42. Intelligence in Life Style- Il Sole 24ore- Venerdì 10 Aprile 2009 14. www.ebreifascismo. it 16. wwww.istitutomontessori.it 17. www.romacivica.net 18. www.ucei.it 19. www.atlantestorico.it 20. www. museostoricodellaliberazione. it 21. www.sidic.org 22. www.repubblica.it 23. www.corriere.it Filmografia II diario di Anna Frank - G. Stevens - 1959 Schindler's list — S. Spielberg - 81 82 Glossario 23. Scabbia: infestazione cutanea pruriginosa dell'uomo causata dalla femmina dell'acaro che scava cunicoli nella pelle, causando vescicole tra le dita e piaghe cutanee 1. Antisemitismo: comportamento razzista contro le persone di religione ebraica 24. Scorbuto: grave malattia della pelle 2. Beffardo: agg.1 che si compiace di desiderare e beffare 2 che rivela scherno o ironia 3. Cancreana: processo di disfacimento di una parte del corpo colpita da una grave infezione 25. Semite: chi appartiene ai popoli, legati tra loro per nessi razziali, lingustici e culturali 26. Storiografia: la scienza e l'attività di scrivere opere di storia 4. Canone: forma basilare, criterio fondamentale e assoluto 5. Comizio: riunione pubblica durante la quale uno o piu oratori espongono i programmi del 27. Sussidio: aiuto, soccorso 28. Tifo: gruppo di malattie infettive causate da batteri, caratterizzate da febbre, torpore, loro partito manifestazioni esantematiche 29. Trasvalutare: v.tr. (io trasvaluto, trasvalùto) filos.. far mutare di valore, far sopravvivere in 6. Concezione: concepimento di un'idea, di un progetto; ideazione 7. Cronico: si dice di malattia a decorso lento, che ha scarsa tendenza a risolversi nuovo e diverso sistema di valori 8. Dittatura: forma di governo autoritario che accentra il potere nella sola persona in questo 30. Ulcera: infezione della pelle o dei tessuti di organi interni caratterizzata da difficoltà di caso dittatore cicatrizzazione 9. Egida: patrocinio, patronato 10. Endemia: manifestazione di malattia diffusiva, circoscritta a un determinato territono 11. Enunciare: esporre con chiarezza e precisione una teoria, una questione 12. Genesi: origine, principio, nascita 13. Genocidio: reato consistente in un complesso organico di attivita commesse con l'intento di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale o etnico 14. Ibridismo: insieme dei fenomeni che si riferiscono alla produzione degli ibridi 15. Inculcare: fare entrare, imprimere nella mente o nell'animo di qualcuno idee, precetti con persuasione ed insistenza 16. Individuare: determinare con precisione e con chiarezza; identificare 17. Logorato: reso logoro, consumato 18. Monozigoti: termine riferito ai gemelli che hanno lo stesso DNA 19. Pacato: part. pass. di pacare; anche agg. che dimostra calma e serenità 20. Preordinare: organizzare o preparare qualcosa in anticipo, rispetto al fine che si intende raggiungere 21. Profilare: delineare i contorni di qualcosa; descrivere i tratti caratteristici e/o essenziali di qualcosa 22. Repulsivo: che respinge, che suscita repulsione 83 84