OSS – Unità 5 Termodinamica e cinetica Reazioni reversibili e irreversibili Non sempre si riesce ad individuare una reazione chimica, poiché non sempre sono percepibili le differenze tra le sostanze che si hanno prima e quelle che si ottengono dopo la reazione. Richiamando il concetto di reazione chimica vediamo di elencare quali caratteristiche si possono considerare normalmente per renderci conto che è avvenuta una reazione. Si ha reazione quando la struttura della materia cambia o, detto in un altro modo, i composti che ottieni dopo lo svolgimento della reazione non sono per niente uguali a quelli che avevi all'inizio, prima della reazione. Un primo parametro che si può prendere in considerazione per giustificare che è avvenuta una reazione chimica è il cambiamento di colore. Prendiamo una striscia di magnesio; essa presenta tutte le caratteristiche del metallo che conosci ed è di colore grigio. Bruciandolo otteniamo l'ossido di magnesio che è una polvere di colore bianco. Nella reazione si osserva anche uno sviluppo di energia termica e luminosa. Ricorda che tutte le combustioni sono delle reazioni. Se noi facciamo friggere un uovo, l'albume, che all'inizio è trasparente, dopo la cottura diventa di colore bianco; segno che è avvenuta una reazione chimica e più precisamente le proteine dell'albume si sono denaturate. Generalizzando possiamo dire che i tipici sintomi che indicano l'avvenuta reazione sono • • • • • Sviluppo o assorbimento di energia Cambiamento di colore Sviluppo di gas Formazione di un precipitato Formazione di gas o di sostanze con odore caratteristico La reversibilità delle reazioni Solitamente si parla di processi reversibili quando si considerano quelli fisici (fusione, ebollizione, ecc.); si tratta però, in questo caso, di cambiamenti di stato della materia e non di cambiamenti della sua struttura interna. La reversibilità esiste anche nei processi chimici? A questa domanda possiamo già rispondere in modo affermativo pensando per esempio alle soluzioni acquose contenenti un sale saturo oppure, nel campo acido base, pensando ad un acido debole o ad una base debole e al loro effetto tampone. I processi chimici possono essere suddivisi, associandoli alla reversibilità, in tre categorie. Le reazioni irreversibili Una reazione irreversibile per definizione è la combustione. Non è mai successo, considerando per esempio la combustione del legno, di vedere la cenere che fa una reazione chimica per ridare il pezzo di legno iniziale, liberando ossigeno. Occorre considerare quest'aspetto sotto due punti di vista; il primo problema è che parte dei composti che si sono formati durante la combustione di disperdono nell'ambiente (fumi), è quindi impossibile tornare indietro se alcuni composti formatisi vanno persi. Il secondo problema, quello più importante, è di tipo energetico. Possiamo rappresentare la combustione del legno, dal punto di vista dell'energia tramite il grafico seguente: 1 OSS – Unità 5 Termodinamica e cinetica L'energia di attivazione corrisponde a quella quantità di energia che occorre fornire all'inizio perché la reazione s'inneschi; quando si accende un fuoco solitamente può essere rappresentata dal fiammifero che si usa. In natura, nei periodi estivi, è il sole a fornire l'energia che, in certi casi, innesca l'autocombustione (fenomeno abbastanza frequente a certe latitudini che può causare gli incedi . La differenza di energia tra stato iniziale e finale è così grande che diventa inimmaginabile la reazione inversa. La combustione è descritta di conseguenza, come reazione irreversibile. Reazioni irreversibili che in certi casi diventano reversibili! Questo caso può anche essere visto come sottocaso del precedente. Partiamo da una reazione che si conosce bene sulla carta, la combustione dell'idrogeno La reazione inversa non si è mai vista (ce ne saremmo accorti giacché l'idrogeno è esplosivo). Essa può però avvenire in condizioni particolari, ossia fornendo un enorme quantità di energia (ciò è possibile con apparecchiature di laboratorio ma non avverrà mai in natura). In questo caso è come se nel grafico ci si muovesse da destra a sinistra. È possibile in laboratorio scomporre l'acqua nei suoi elementi costituenti; occorre fornire però una certa quantità di energia. Questi primi due casi che abbiamo considerato sono caratteristici per le reazioni esotermiche, ossia quelle che liberano energia quando avvengono. Di per sé, anche la reazione che abbiamo visto potrebbe essere reversibile ma solo a condizioni particolari, e, visto che in natura esse non si presentano, si può affermare che questa reazione è irreversibile. Reazioni reversibili Il termine reazione reversibile è usato per le reazioni nelle quali è possibile tornare indietro. Un esempio tipico è la dissociazione di un acido debole, per esempio quello acetico. 2 OSS – Unità 5 Termodinamica e cinetica Sappiamo che un acido debole non si dissocia completamente, per cui in una bottiglia contenente aceto, per esempio, saranno presenti tutte le componenti indicati nella reazione. Se le due reazioni (quella di andata e quella di ritorno) avvengono con la stessa velocità si parla di equilibrio chimico. Dal punto di vista energetico si può rappresentare la reazione riportata sopra con il seguente grafico: La velocità di reazione La difficoltà di individuare una reazione chimica è collegabile, certe volte, alla lentezza con cui essa si svolge. La velocità di una reazione si misura in base alla quantità di sostanze che si trasformano. Tale misura però, riesce agevole solo nei casi in cui qualche proprietà cambia in modo evidente, come per esempio il colore, ed in un tempo relativamente breve. La velocità di reazione costituisce un aspetto di particolare rilevanza. Pensa a quello che finora sai della biologia per quanto concerne gli enzimi che intervengono nella scomposizione degli alimenti durante la digestione; oppure per esempio, quando siamo confrontati con una reazione particolarmente lenta: in questo caso ci possono essere dei problemi: in un'industria, ad esempio, un aumento dei tempi di lavorazione provoca un aumento dei costi di produzione e questo incide negativamente sul prezzo del prodotto finito. Allo stesso modo una reazione troppo veloce può risultare incontrollabile e se è istantanea come una combustione esplosiva, diventa certamente indesiderabile. Come estremi di velocità di reazione si possono considerare la formazione delle stalattiti e delle stalagmiti che è un caso di reazione chimica lentissima, mentre l'esplosione di fuochi di artificio è dovuta a reazioni velocissime. La velocità di una determinata reazione non è sempre uguale, ma varia in funzione di alcuni fattori: la superficie di contatto, i catalizzatori, la concentrazione dei reagenti e la temperatura. La superficie di contatto Per accendere il fuoco in un barbecue si utilizza la carbonella e on i pezzi grossi di carbone; se utilizzassimo polvere di carbone si avrebbe una combustione molto più vivace, addirittura esplosiva. La spiegazione va nella direzione seguente: maggiore è la suddivisione del carbone, maggiore è la superficie di contatto fra carbone e ossigeno, maggiore è la velocità di reazione. Pensando al nostro sistema digerente, abbiamo i denti che si occupano della masticazione, che a sua volta serve ad aumentare la superficie di contatto. Più il cibo viene ridotto in piccoli pezzetti, maggiore è la superficie di contatto tra l'alimento e la saliva, che contenendo ptialina inizia a scomporre gli amidi in zuccheri semplici. mangiare lentamente e masticare correttamente vuol dire allora aumentare la superficie di contatto tra cibo e ptialina, cosa che una masticazione affrettata non permette di fare. Il sale da cucina o lo zucchero sono venduti a granelli e non in blocchi interi poiché, in questo modo, la superficie di contatto è maggiore e di conseguenza si sciolgono più rapidamente. 3 OSS – Unità 5 Termodinamica e cinetica La concentrazione dei reagenti La concentrazione dei reagenti è un altro fattore direttamente collegato alla velocità di reazione. Se aumenta la quantità di uno dei reagenti, aumenta anche la velocità con la quale una reazione avviene. A questo proposito pensa a che cosa succede al fuoco quando c'è vento; la quantità di ossigeno è maggiore, la fiamma è più intensa e la legna brucia più velocemente. Le reazioni catalizzate da enzimi sono molto veloci; in genere si verificano circa un milione di volte più velocemente delle reazioni non catalizzate. Anche il ritmo con cui sono fabbricati i prodotti enzimatici dipende dal fatto che essi possono formarsi più velocemente quando è presente una maggiore quantità di substrato. Infatti un enzima e il suo substrato si uniscono per effetto di urti casuali; se sono presenti molecole di substrato in quantità maggiore, le probabilità di collisione aumenta. Alla fine potrebbe avvenire che tutte le molecole siano saturate dal substrato e perciò, se si aumenta ancora più la quantità di quest?ultimo senza aumentare la quantità di enzima, il ritmo di formazione del prodotto non aumenterà. Se invece la concentrazione del substrato è molto bassa la velocità di formazione del prodotto sarà proporzionale alla quantità di substrato presente. La temperatura Un aumento della temperatura aumenta sempre il decorso di una reazione. Misure sperimentali hanno provato che se la temperatura aumenta di 10°C, la velocità di reazione raddoppia. Vi sono due fattori da indicare che spiegano questa osservazione empirica: se si aumenta la temperatura, aumenta l'energia cinetica delle molecole per cui vi saranno più scontri e gli urti efficaci aumentano (per poter reagire due molecole devono scontrarsi con un orientamento ben preciso e al momento in cui le due molecole si scontrano nel modo giusto, reagiscono formando i prodotti: si dice che l'urto è stato efficace). L'altro aspetto che occorre considerare è dato dal fatto che se la temperatura aumenta, aumenta anche l'energia con la quale le molecole si scontrano per cui gli urti, oltre che essere più frequenti, sono anche più violenti e si raggiunge più in fretta quella che abbiamo chiamato prima energia di attivazione. Ritornando a parlare di enzimi, possiamo aggiungere che l'aumento della temperatura accelera le reazioni chimiche, ma può anche intaccare il funzionamento degli enzimi. L'aumento di temperatura determina l'aumento dell'energia cinetica delle molecole di substrato e di enzima che si scontrano più frequentemente e più velocemente aumentando la probabilità di urti efficaci. Naturalmente c?è un limite alla quantità di calore che può essere immesso in un sistema; gli enzimi sono delle proteine ripiegate su se stesse con un preciso ordine e il calore altera il loro ordine interno (denaturazione). Per esempio se la temperatura corporea salisse al di sopra di 42°C i danni ai sistemi enzimatici sarebbero irreparabili e la morte interverrebbe rapidamente. Un ragionamento analogo è possibile per il surgelamento dei cibi. Temperature basse impediscono agli enzimi di lavorare e quindi il deperimento degli alimenti è molto più lento. Vvelocità di reazione ed equilibrio chimico A questo punto ci siamo fatti un'idea abbastanza chiara sul concetto espresso dalla velocità di reazione; in parole povere ci viene detto che se una reazione chimica avviene velocemente oppure no. In termini più precisi si potrebbe dire che rappresenta la variazione di concentrazione dei reagenti in funzione del tempo (velocità di distruzione dei reagenti), oppure la variazione di concentrazione dei prodotti in funzione del tempo (velocità di formazione dei prodotti). 4 OSS – Unità 5 Termodinamica e cinetica In conclusione possiamo richiamare il concetto di equilibrio chimico. In questo caso le due reazioni (andata e ritorno) avvengono esattamente con la stessa velocità. Possiamo notare come, modificando la temperatura, la concentrazione di uno dei reagenti, la superficie di contatto o aggiungendo un catalizzatore noi possiamo variare una delle due velocità e quindi spostare l'equilibrio creandone uno nuovo. I catalizzatori I catalizzatori sono sostanze capaci di accelerare una reazione. Generalmente sono specifici, nel senso che il catalizzatore di un certo tipo di reazione non risulta efficace per un altro tipo; inoltre, ne sono sufficienti quantità molto ridotte, che si ritrovano tali e quali alla fine della reazione. Un catalizzatore non opera però miracoli, cioè non è in grado di far avvenire una reazione che per la natura stessa dei reagenti non può avvenire; il suo ruolo è quello di accelerare reazioni che altrimenti avverrebbero in un tempo molto più lungo. Considerando l'aspetto energetico di una reazione, l'enzima interviene secondo lo schema qui sotto illustrato: il catalizzatore non fa altro che abbassare l'energia di attivazione di una determinata reazione. In altre parole, se occorre meno energia per attivare la reazione vuol dire che tutto sommato ci vuole meno tempo per raggiungere le condizioni alle quali la reazione si innesca; di conseguenza avviene ad una temperatura più bassa e più velocemente. I catalizzatori più diffusi sono gli enzimi, caratteristici catalizzatori biologici, che dal punto di vista chimico sono proteine. Negli organismi migliaia di reazioni possono realizzarsi in condizioni compatibili con la vita grazie all'azione catalitica di queste proteine. L'azione degli enzimi è solitamente altamente specifica, nel senso che sono in grado di accelerare soltanto singole reazioni o gruppi di reazioni. Per esempio nella nostra saliva è contenuto un enzima, la ptialina, che trasforma l'amido (che trovi per esempio nel riso, nella pasta e nel pane) in maltosio. La ptialina è specifica per il polisaccaride amido, la cellulosa, un altro polisaccaride molto simile non viene intaccato dalla ptialina. 5 OSS – Unità 5 Termodinamica e cinetica Gli enzimi Una classe fondamentale delle proteine è proprio quella degli enzimi. Gli enzimi sono responsabili per il funzionamento di tutti i processi biologici. Rendono possibili reazioni chimiche che altrimenti necessiterebbero di temperature e condizioni non accettabili per un organismo vivente. Pensate per esempio che la combustione del glucosio nel nostro corpo avviene a temperatura fisiologica, mentre la reazione diretta, non mediata dagli enzimi, è una normalissima combustione con tanto di fiamma... Osserviamo un meccanismo catalizzato da un enzima. L'enzima sta al suo substrato (la o le sostanze che devono reagire tra loro) come la serratura sta alla chiave. Il substrato avendo la forma corretta (cariche corrette, dipoli corretti, VdW corretti, ecc) si inserisce nell'enzima. (tutta una serie di deboli forze di attrazione concorrono a far si che avvenga questo inserimento). Questo permette loro di reagire correttamente e in modo controllato, formando esattamente il prodotto desiderato. Dopo la reazione il prodotto si stacca dall'enzima. Il prodotto è stato modificato, mentre l'enzima è rimasto integro, ed è pronto per catalizzare una nuova reazione. Si osservi anche come gli enzimi hanno specificità non solo nella reazione chimica da loro catalizzata, ma anche nelle condizioni esterne nelle quali sono in grado di funzionare. Piccole variazioni di pH e di temperatura conducono inevitabilmente alla loro disattivazione. Per meglio interpretare questo fenomeno dobbiamo introdurre alcuni concetti teorici di chimica, e cioè la spontaneità e la velocità delle reazioni chimiche. Attività di laboratorio sugli enzimi e sul fenomeno della catalisi 6