Progetto “Sfide Pericolose” Aldo Genovese, Mariangela Bassetti (Centro di riferimento provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare – APSS Trento) Si parla molto oggi di anoressia e di bulimia. La diffusione della patologia ha una rapidità ed una rilevanza sconcertanti: non si conosce alcun altro esempio di malattia psichiatrica con una simile propagazione e con le caratteristiche di una vera e propria epidemia sociale. In Italia questi disturbi colpiscono circa 3 milioni di ragazzi pari al 5% della popolazione italiana. Proprio per affrontare queste problematiche, la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto ha promosso il progetto “Sfide Pericolose”, iniziativa nata dalla collaborazione di più enti che a vario titolo operano sul nostro territorio. Oltre alla Fondazione stessa, hanno aderito all’iniziativa l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, il Dipartimento all’Istruzione della PAT e l’Associazione ARCA (Associazione ricerca comportamento alimentare) Quattro realtà unite per un obiettivo comune: rendere concreta la prevenzione ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Il progetto si è strutturato su quattro livelli. In particolare, i primi due livelli hanno rappresentato due momenti fondamentali. Il primo è stato determinato da un’indagine sui disturbi dell’immagine corporea effettuata nei mesi di marzo – aprile 2009, tramite questionario. La ricerca, sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, in collaborazione con il Centro per i disturbi alimentari dell’Azienda Provinciale Servizi Sanitari e l’Assessorato provinciale all’istruzione, presenta in maniera articolata la percezione che i giovani hanno del proprio corpo. La seconda tappa significativa è stata la presentazione nelle scuole che hanno partecipato alla ricerca di uno spettacolo teatrale dal titolo «Dietro lo specchio – I believe in perfection», con Barbara Fingherle, Silvia Furlan e Flora Sarrubbo per la regia di Elena Marino. Lo spettacolo tratta dei disturbi dell’alimentazione, ma soprattutto delle dinamiche della comunicazione e della non comunicazione, delle emozioni agite attraverso il corpo. Ben otto sono state le repliche per gli studenti permettendo la partecipazione sul territorio provinciale di circa 1300 ragazzi. Al termine era previsto il dibattito con gli esperti del CDCA. La modalità espressiva del teatro ha consentito di utilizzare una combinazione di varie forme di linguaggi: la parola, la gestualità, la musica, la vocalità e il suono. Questo ha permesso ai ragazzi di esprimere le loro emozioni e le loro riflessioni con grande ricchezza, aprendo un ponte di dialogo e di confronto con un mondo, quello giovanile, alla ricerca di punti di riferimento e di maggiore ascolto Il terzo e il quarto livello del progetto sostenuto dalla Fondazione Caritro, si è centrato sulla formazione degli operatori sanitari e sulla formazione dei volontari ARCA. Disturbi del Comportamento Alimentare: una definizione I Disturbi del Comportamento Alimentare sono malattie psichiatriche che si manifestano attraverso il corpo. Quando si parla di Disturbi del Comportamento Alimentare (da ora DCA), non si intende solo l’Anoressia Nervosa, patologia caratterizzata da un rifiuto del cibo e quindi di una restrizione alimentare come conseguenza di una eccessiva ed ossessiva preoccupazione del peso e delle forme corporee, ma tutte quelle patologie che sono strettamente connesse all’alimentazione, come la Bulimia Nervosa. Quest’ultima, rappresenta, al momento attuale il disturbo che colpisce la percentuale maggiore di soggetti con diagnosi di DCA e che si caratterizza per gli episodi di abbuffata seguiti da metodi di compenso purgativi(vomito auto-indotto, uso spropositato di diuretici e diuretici) o non purgativi (attività fisica esagerata). Vi è il Disturbo da Alimentazione 1 Compulsiva, entrato a far parte dei DCA solo negli anni ’90 e che si differenzia dalla Bulimia Nervosa per la mancanza di comportamenti di compenso. Tutti questi disturbi, indipendentemente dal loro esordio e decorso hanno una caratteristica comune: il pensiero ossessivo per il cibo. Ogni istante dell’esistenza di queste persone è scandito e pervaso dal pensiero ossessivo per il cibo. L’entità del fenomeno: qualche dato epidemiologico La frequenza dei DCA in Italia, in termini di incidenza e prevalenza, è allineata con quella rilevata a livello internazionale nei paesi industrializzati. Oltre il 90% interessa il sesso femminile. In aumento i casi maschili. Anoressia Nervosa Prevalenza: 0.5 – 1% nella fascia di giovani donne compresa fra i 12 e i 25 anni. Incidenza: 8 -10/100.000 nuovi casi/anno nella popolazione generale Bulimia Nervosa Prevalenza: 1-3% nella fascia di giovani donne compresa fra i 12 e i 25 anni (tali dati sono verosimilmente sottostimati per maggiore componente “sommersa” del disturbo) Incidenza: 12-15/100.000 nuovi casi/anno nella popolazione generale. Si assiste ad una netta tendenza all’aumento dei casi precoci (esordio al di sotto dei 12 anni) e dei casi tardivi. In Trentino, allo stato attuale, non esistono studi specifici, ma dati di stima riferito a quelli nazionali che riguardano la fascia di età compresa fra i 10 e i 29 anni (circa 51000 unità): Anoressia Nervosa Incidenza: 30-40 nuovi casi/anno (stimati) Prevalenza: 250 casi (stimati) Bulimia Nervosa Incidenza: > 60 nuovi casi/anno (stimata) Prevalenza: > 1000 casi (stimata) Prevalenza Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa > di 1250 casi. (fonte Servizio Statistica PAT per concessione dott. D. Beltramolli). Progetto di ricerca “immagine Comportamento Alimentare (DCA) corporea” nei Disturbi del L’immagine corporea rappresenta la percezione che ognuno di noi ha, nella propria mente, del proprio corpo. È la rappresentazione mentale di noi stessi, costruita precocemente attraversi i primi rapporti significativi familiari e scolastici, che non è solamente influenzata dai nostri sentimenti, ma che a sua volta influenza gran parte del nostro comportamento, emozioni, pensieri ed autostima. Il mondo occidentale ci propone stereotipi culturali riguardanti l’apparenza fisica e modelli che li rappresentano e noi ne siamo condizionati. Tutti questi fattori convergono e si combinano in modi diversi nelle persone nel determinare un livello di soddisfazione e di insoddisfazione della propria immagine corporea. Questo ha fatto si che l’insoddisfazione corporea, che rappresenta un fattore di rischio per i DCA, è ormai la norma anche in soggetti normopeso. Nei DCA, l’esito degli interventi di cura multidisciplinare, è condizionato dal tempo: storie brevi di malattia hanno percentuali alte di remissione completa, mentre, con il tempo, la malattia tende a cronicizzare, per cui la cura diventa sempre più difficile e la prognosi peggiore. 2 Di qui l’importanza fondamentale di prevenzione e interventi precoci. Tuttavia, la prevenzione nei DCA pone quesiti nuovi e complessi. La letteratura recente ci informa che è sicuramente controindicato fornire ai ragazzi informazioni su questi disturbi per l’alto tasso di comportamenti imitativi evocati. Per questi motivi, nell’ambito del progetto “Sfide Pericolose”, abbiamo voluto sperimentare un programma di ricerca centrato sulla valutazione del grado di soddisfazione dell’immagine corporea attraverso un questionario validato in tal senso: il Body Shape Questionnaire (BSQ), che, attraverso uno specifico punteggio, indica la severità di questa insoddisfazione. Un dato elevato di questo punteggio, anche se non indicativo di patologia, rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo successivo di un DCA conclamato. Il questionario è stato somministrato, in modo anonimo, a circa 500 studenti delle II classi delle scuole medie superiori della Provincia di Trento selezionate in modo randomizzato. La somministrazione è stata preceduta da un incontro con gli insegnati referenti per la salute degli Istituti selezionati riguardante scopi e obiettivi della ricerca. Attualmente i dati rilevati sono in fase di elaborazione L’obiettivo è quello di individuare popolazioni particolarmente a rischio verso cui indirizzare programmi di prevenzione più efficaci e appropriati a rinforzare i fattori di protezione. I risultati dell’indagine sull’immagine corporea (a cura del Prof. Rocco Micciolo – Università di Trento) L’indagine, è stata svolta nei mesi di marzo e di aprile 2009 ed è stata diretta ad un campione di alunni delle classi seconde degli istituti superiori (sostanzialmente ai sedicenni). Il campione estratto interessava 40 classi di scuole presenti in 9 comuni della provincia di Trento. Su un totale di 40 classi entrate nel campione, 27 sono quelle che hanno accettato la compilazione dei questionari. Pertanto, dagli 800 studenti previsti sulla base del campione originale, l'indagine ha coinvolto 520 studenti (poco meno dei 2/3): 260 maschi e altrettante femmine. Il Body Shape Questionnaire si propone di valutare l’immagine corporea che il soggetto ha di sé. Il questionario, validato a livello internazionale, è composto da 34 item che costituiscono la scala; a questi il soggetto è invitato a rispondere scegliendo fra 6 livelli di gravità, espressa dalla frequenza con cui i pensieri, le sensazioni ed i comportamenti descritti negli item si manifestano. Il punteggio totale misura il grado di insoddisfazione corporea e può andare da un minimo di 34 ad un massimo di 204. Problemi con l’immagine di sé sono abbastanza comuni e, pertanto, ciò che è importante è il livello di gravità, sintetizzato dal punteggio totale. Per facilitare l’interpretazione, in letteratura sono state proposte tre soglie: soggetti con una “normale” immagine corporea avrebbero un punteggio inferiore a 80; fra 80 e 110 sarebbe presente una “lieve” distorsione dell’immagine corporea, che diventerebbe “moderata” con un punteggio fra 111 e 140; infine, i soggetti con un punteggio superiore a 140 presenterebbero una “marcata” distorsione della propria immagine corporea. Per quanto riguarda l’indagine eseguita in provincia di Trento, il punteggio medio è risultato piuttosto diverso fra maschi (48.9) e femmine (79.6). Il valore minimo osservato fra i maschi è stato proprio 34 (36 fra le femmine), mentre il massimo è stato 133 fra i maschi e 189 fra le femmine (ricordiamo che il massimo teorico è 204). Il boxplot riportato in figura 1 mette in evidenza come nei maschi le risposte sono molto più concentrate: la metà (centrale) dei maschi ha un punteggio compreso fra 38 e 54, mentre i valori corrispondenti per le ragazze sono 54 e 99. Da questo si evince che i 3/4 delle ragazze hanno valori superiori a 54 contro 1/4 dei ragazzi (vedi ancora la figura 1). 3 150 100 50 F M Figura 1. Boxplot relativo al punteggio totate del BSQ. Poco meno di 5 ragazze su 100 superano la soglia di 111(distorsione moderata), mentre nessun ragazzo supera tale valore. All'estremo opposto, circa 60 ragazze su 100 presentano valori al di sotto di 80 contro circa 94 ragazzi su 100. Una “lieve” distorsione dell’immagine corporea sarebbe stata evidenziata in circa 1 ragazza su 5 e in poco meno di 5 ragazzi su 100. Una “marcata” distorsione dell’immagine corporea sarebbe stata evidenziata in circa il 15% delle ragazze e in meno del 2% dei ragazzi. 4