Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 AGENTI BIOLOGICI IMPIEGABILI A FINI TERRORISTICI ED EMERGENTI NELLA SANITÀ PUBBLICA: PREVEN Z I O N E Prof. Enzo Raise - Direttore Div. Mal. Infettive Azienda ULSS 12 Veneziana AGENTI BIOLOGICI CATEGORIA A (ALTA PRIORITA’) Variola major (Vaiolo) Bacillus anthracis (antrace o carbonchio) Yersinia pestis (peste) Tossina di clostridium botulinum (botulismo) Francisella tularensis (tularemia) Virus (Ebola, Marburg, Lassa, Febbri emorragiche sudamericane) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 CARATTERISTICHE Disseminabili o trasmissibili per contatto diretto Possono causare alta mortalità e morbilità Possono causare allarme nella popolazione Richiedono speciali interventi di sanità pubblica Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VARIOLA MAJOR 1 Virus a DNA, patogeno solo per l’uomo, altamente diffusibile Stabile se liofilizzato, congelato o conservato in glicerina Caratteristiche Stabile nelle croste: persiste 3 settimane a 35°C con umidità relativa del 65% Resiste 8 settimane a 26°C, 12 settimane in ambiente molto secco Inattivato da riscaldamento a 55°C per 30 minuti Presumibile inattivazione con raggi ultravioletti per 24 ore (se non protetto da materiale organico) Mezzi di diffusione Con velivoli: aerosol incolori, inodori ed invisibili Contaminazione di materiali e oggetti di uso comune Il virus rilasciato nell’ambiente è totalmente inattivato in due soli giorni Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VARIOLA MAJOR 2 Per via aerea (secrezioni respiratorie, lesioni cutanee Trasmissione e mucose) Contatto diretto con materiali contaminati da poco tempo Periodo di incubazione Periodo di contagiosità Da 7 a 17 giorni (solitamente 10-14) Dalla fase immediatamente pre-eruttiva fino alla caduta di tutte le croste Massima nella prima settimana di malattia per elevata concentrazione di virus nella saliva Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VARIOLA MAJOR 3 Metodi di controllo Vaccino con virus vivo attualmente non prodotto in Italia In Italia sospesa nel 1977 ed abrogata Vaccinazione per legge nel 1981 Non conferisce immunità solida a lungo termine: anche persone precedentemente vaccinate devono essere considerate suscettibili Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VARIOLA MAJOR 4 Precauzioni standard Precauzioni per via aerea Precauzioni da contatto Disinfezione continua di escreti e fluidi biologici e di tutti i materiali che sono stati a contatto con il paziente Disinfezione terminale Isolamento stretto in strutture dotate di pressione negativa Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VAIOLO Definizione di caso sospetto Eruzione febbrile centrifuga con evoluzione sincrona da maculo-papule, a vescicole e infine a croste Precauzioni standard, da contatto e aeree; percorso dedicato Diagnosi differenziale Esami Terapia Misure di isolamento Varicella: minore coinvolgimento generale, eruzione centripeta, evoluzione asincrona, vescicole non ombelicate PCR su liquido vescicolare o crosta Esame colturale su liquido vescicolare o crosta Sierologia non standardizzata Cidofovir ev 5mg/Kg/sett. + Probenecid, efficacia dimostrata in vitro Terapia di supporto: antibiotici per prevenire superinfezioni batteriche Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BACILLUS ANTHRACIS Caratteristiche Mezzi di diffusione 1 Germe gram pos. capsulato, sporigeno, resistente in forma sporale a disinfettanti chimici e fisici. Germinazione a temperatura corporea. Con velivoli (diffusione di spore), con impregnazione di materiali ed oggetti di uso comune (carta da lettera, pacchi, stoffe e pellami) sotto forma di leggera polverina. Il contagio interumano è eccezionale. La trasmissione è semidiretta ed avviene per contatto con materiali biologici infetti. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BACILLUS ANTHRACIS 2 Caratteristiche epidemiologiche e cliniche Trasmissione Tramite fluidi biologici per via aerea, cutanea e per ingestione. Periodo di incubazione Da poche ore a sette giorni; più frequentemente entro 48 ore dall’esposizione; raramente a distanza di settimane. Periodo di contagiosità Fase conclamata di malattia. Carbonchio cutaneo Caratteristiche cliniche Carbonchio da inalazione Carbonchio gastrointestinale Carbonchio orofaringeo Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BACILLUS ANTHRACIS 3 Metodi di controllo Vaccino acellulare disponibile negli Stati Uniti dal 1970. Vaccinazione Il ciclo vaccinale prevede tre dosi alle settimane: 0-2-4. Richiami annuali. In Italia il vaccino non è disponibile Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 Bacillus anthracis 4 DIAGNOSTICA Identificazione: esame batterioscopico su striscio di sangue o fluidi biologici secondo N’Fadyean. Isolamento: da campioni biologici ( sangue, lesioni cutanee, escreato e tessuti). Sierologia: incremento del titolo anticorpale a due settimane, con metodica ELISA. Ricerca: antigene protettivo. Metodiche molecolari: per conferma. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BACILLUS ANTHRACIS 5 GESTIONE PAZIENTI Precauzioni standard Lavaggio delle mani, uso dei guanti, maschere/occhiali per la protezione del volto, camici adeguati alle procedure effettuate. Queste misure sono valide in caso di sospetta o accertata infezione da Bacillus anthracis. Disinfezione continua delle secrezioni, dei fluidi biologici e dei materiali contaminati. Disinfezione terminale Non è richiesto l’isolamento Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BACILLUS ANTHRACIS 6 PROFILASSI DEGLI ESPOSTI E DEI CONTATTI La profilassi è raccomandata in attesa della conferma diagnostica e deve essere continuata fino alla esclusione della diagnosi. La vaccinazione è riservata al personale militare, ma sarebbe consigliata in aggiunta alla chemioprofilassi in caso di esposizione a rischio per prevenire la germinazione di eventuali spore inalate. La profilassi farmacologica deve essere protratta per otto settimane, riducibili a quattro se viene effettuata contemporaneamente alla vaccinazione. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BACILLUS ANTHRACIS 7 Profilassi farmacologica per gli esposti ADULTI Cirofloxacina oppure 500 mg bid os Levofloxacina oppure 500 mg/die os Ofloxacina oppure 400 mg bid os Amoxicillina BAMBINI 20-30 mg/kg/die bid os 40 mg/kg/die in 3 dosi os IN ALTERNATIVA Doxiciclina Corso di formazione sul Rischio Biologico 100 mg due volte/die Mestre 11 - 12 novembre 2003 5 mg/Kg/die in 2 dosi Venezia 17 - 18 novembre 2003 CARBONCHIO CUTANEO Definizione di caso sospetto • Piccola papula pruriginosa (1-5gg dall’esposizione) che si trasforma in 24 ore in una vescicola circondata da eritema ed edema importante. • La vescicola si rompe e residua un’escara nerastra ed infossata circondata da vescicole satelliti. Coesistono segni di interessamento generale, come febbre, cefalea ed adenopatia regionale. Misure precauzioni standard Isolamento Esami Terapia Non richiesto 1. Esame vescicolare del liquido vescicolare o dell’essudato. 2. Esame colturale del liquido vescicolare o dell’essudato. 3. PCR su liquido vescicolare o essudato. Ciprofloxacina 400 mg ev ogni 12 ore oppure Penicillina G 2 MU e.v. ogni 6 ore per 7-10 giorni Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 CARBONCHIO POLMONARE Definizione di caso sospetto sintomatologia polmonare acuta con febbre, > 16 atti respiro, tosse produttiva in presenza di slargamento mediastinico ( RX) e/o bacilli gram pos. nell’espettorato mucopurulento. Misure di isolamento Precauzioni standard Diagnosi differenziale Esami Terapia polmonite batterica e peste polmonare 1. Esame microscopico dell’espettorato 2. Esame colturale dell’espettorato e del sangue 3. PCR su espettorato (A) Ciprofloxacina 400 mg ev ogni 12 ore oppure Penicillina G 2MUogni 2ore +/- Gentamicina oppure Doxiciclina 100 mgx2/die (B) Penicillina 50.000 U ogni 6 ore se <12 aa e 4 MU ogni 4 ore se >12 aa oppure Ciprofloxacina 20-30 mg/Kg/die in 2 dosi (non oltre 1 grammo) la durata della terapia è di 60 giorni Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 YERSINIA PESTIS 1 Germe gram neg. Non sporigeno, aerobio, anaerobio facoltativo, sensibile a comuni disinfettanti fisici e chimici Caratteristiche Poco resistente ad essiccamento, temperature > 30°C o < 5°C, raggi ultravioletti In natura: serbatoi (roditori) e vettori (pulci) Disseminazione di bacilli pestosi con aerosol Mezzi di diffusione Contaminazioni di materiali e oggetti di uso comune Introduzione di vettori e serbatoi infetti Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 YERSINIA PESTIS 2 Puntura di pulci infette (restano infette per mesi) Trasmissione Inalazioni aerosol con secrezioni di persone malate Diffusione favorita da ambienti affollati Periodo di incubazione 2-8 giorni per forma bubbonica e setticemica 1-4 giorni per forma polmonare Peste polmonare Caratteristiche cliniche Peste bubbonica Peste setticemica Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 YERSINIA PESTIS Gestione degli esposti e dei contatti 3 Stretta sorveglianza per almeno 7 giorni Chemioprofilassi post esposizione ADULTI Doxiciclina 100mgx2/die os in alternativa Ciprofloxacina 500mgx2/die os BAMBINI 5mg/Kg/die in 2 dosi 20-30 mg/Kg/die in 2 dosi Continuare per 7 giorni dopo l’ultima esposizione e fino ad esclusione del rischio Eventuale disinfestazione con insetticidi (Permetrina, DDT, Malathion) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 YERSINIA PESTIS Precauzioni standard 4 Precauzioni da droplet Disinfezione continua di escreti e fluidi biologici, nonché di tutti i materiali che sono stati a contatto con il paziente. Disinfestazione di abiti, effetti personali e bagagli Disinfezione del paziente terminale Isolamento ospedaliero fino al terzo giorno di terapia Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 PESTE BUBBONICA Definizione di caso sospetto Tumefazione linfonodale (bubbone) rossa, calda e dolente; stato tossico con febbre, brividi ed astenia Misure di isolamento Precauzioni standard e da contatto Diagnosi differenziale Esami Terapia Tularemia - Malattia da graffio di gatto - Adenite streptococcica senza stato settico Linfogranuloma venereo - Cancroide contatti sessuali, lesioni genitali, senza stato settico Tubercolosi meno dolore locale, senza stato settico 1. Esame microscopico di aspirato o drenaggio linfonodale 2. Esame colturale di aspirato o drenaggio linfonodale 3. PCR su aspirato o drenaggio linfonodale 4. Sierologia Streptomicina i.m. (30mg/Kg/die in 2 dosi). Se sospetto di meningite associare CAF e.v. (50-75 mg/Kg/die in 4 dosi). Ciprofloxacina (e.v. 400 mg x 2/die) attiva. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Per almeno 10 giorni Venezia 17 - 18 novembre 2003 PESTE POLMONARE Definizione di caso sospetto Sintomatologia polmonare acuta con stato settico generale e tosse produttiva con escreato emorragico entro 24 ore dall’esordio e/o bacilli gram neg nell’espettorato Precauzioni standard e da droplet sino al terzo giorno di terapia Considera: Misure di isolamento polmonite batterica, carbonchio polmonare. Diagnosi Yersinia pestis è l’unico gram neg causa di polmonite fulminante differenziale con escreato emorragico Esami Terapia 1. Esame microscopico dell’espettorato 2. Esame colturale dell’espettorato e del sangue 3. PCR su espettorato e sangue 4. Sierologia Streptomicina i.m. ( 30mg/Kg/die in 2 dosi). Se sospetto di meningite associare CAF e.v. ( 50-75 mg/Kg/die in 4 dosi). In alternativa Gentamicina (5 mg/Kg/die). Ciprofloxacina (400 mgx2 e.v.)attiva. Per almeno 10 giorni Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BOTULISMO Tossina botulinica 1 Prodotta da Clostridium botulinum, bacillo sporigeno gram pos. anaerobio Conosciuti 7 tipi antigenici (A- G) Inattivata a 85°C per 5-10 minuti e dalla clorazione dell’acqua Le spore sono inattivate a 121°C per 3 minuti o a 100°C per 5 ore; resistenza al calore ridotta in ambiente acido o con elevate concentrazioni saline o zuccherine. Alimenti contaminati Mezzi di diffusione Aerosol Non contagio interumano Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BOTULISMO 2 Definizione di caso sospetto Paralisi simmetrica con andamento discendente, assenza di febbre e di disturbi del sensorio Misure di isolamento Periodo di incubazione Precauzioni da contatto Generalmente 12-36 ore, può arrivare ad 8 giorni (dose-dipendente) Per inalazione 2472 ore Quanto più è breve, tanto più grave è la prognosi Caratteristiche cliniche Corso di formazione sul Rischio Biologico Intossicazione botulinica (forma classica) Botulismo da ferita Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BOTULISMO 3 Diagnosi differenziale S. Guillain-Barrè alterazioni sensitive, iperprotidorrachia Vasculiti cerebrali a focolaio Meningiti-Encefaliti febbre, alterazioni liquorali, disturbi psichici Tossine in pesci o molluschi Alcool metilico segni focali incubazione 2-3 h, parestesie, tremori midriasi fissa, amaurosi, non paresi oculare estrinseca Agenti nervini ipersecrezione respiratoria, miosi, convulsioni Abuso di atropina allucinazioni, delirio Paralisi da zecche parestesie, paralisi ascendente Miastenia gravis Corso di formazione sul Rischio Biologico paralisi ricorrenti, risposta a terapia anticolinergica Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 BOTULISMO Esami 4 Ricerca tossina su siero, feci e succo gastrico (entro 36 ore dall’esposizione), in alimenti consumati Test di neutralizzazione in vivo: richiede 3 giorni Isolamento di Cl. botulinum dalle feci ( se spore in alimenti) EMG ad alta frequenza: potenziali muscolari aumentati sono altamente suggestivi DIAGNOSI ESSENZIALMENTE CLINICA Terapia Da iniziare nel più breve tempo possibile (max 72h) Siero equino trivalente (ABE) 50-100 ml/die ev/im (disponibile in Italia presso ISS) Prima fare test cutaneo con 0,1 ml in fisiologica 1:10; reazioni anafilattiche in meno del 9% dei trattati Eventuale trattamento di sostegno (ventilazione mecc.) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 FRANCISELLA TULARENSIS Batterio gram neg. intracellulare facoltativo (macrofagi) Caratteristiche Serbatoio principale: zecca, che elimina batterio nelle feci Per via transcutanea Per via transmucosa (congiuntivale, respiratoria, gastrointestinale) Trasmissione Periodo di incubazione Forme cliniche 3-6 giorni Ulcero-ghiandolare (75% dei casi) Tifoidea (25% dei casi) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 TULAREMIA LINFOGHIANDOLARE Definizione di caso sospetto Febbre, brividi, cefalea, tosse, mialgie, e ulcera cutanea (in genere singola, a margini sollevati) Le lesioni ulcerative si accompagnano a linfoadenopatia satellite Misure di isolamento Precauzioni standard Peste bubbonica: assenza di lesione primaria nella zona di Diagnosi tumefazione differenziale Malattia da graffio di gatto: esposizione a gatti, non stato tossico Toxoplasmosi: meno frequenti manifestazioni sistemiche Esami 1. Esame colturale (sangue, essudato, espettorato) 2. PCR (sangue, essudato, espettorato) Terapia Streptomicina im (30mg/Kg/die in 2 dosi) Efficaci anche Gentamicina, Tetracicline, CAF, Chinolonici NB: 25% tularemia tifoidea: stato settico in assenza di ulcere cutanee Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS USATI A SCOPO BIOTERRORISTICO 1 Caratteristiche Mezzi di diffusione Filoviridae: Ebola e Marburg Arenaviridae: Lassa, Junin, Machupo Bunyaviridae: Congo-Crimea Flaviviridae: Febbre gialla Togaviridae: Alphavirus encefalite Venezuelana, encefalite equina orientale ed occidentale disseminazione per via aerea disseminazione di vettori infetti (zanzare, zecche) contaminazione di materiali e oggetti di uso comune Non molto resistenti in ambiente esterno; ciclo mantenuto in natura ad opera di vettori o serbatoi di infezione Per Filovirus, Bunyavirus, Arenavirus possibile contagio interumano mediante contatti stretti con secrezioni respiratorie e altri fluidi biologici di malati. Per Flavivirus e Togavirus infezione tramite vettori, contagio interumano rarissimo. Per tutti possibile trasmissione semidiretta con materiali contaminati da poco tempo da fluidi biologici. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS USATI A SCOPO BIOTERRORISTICO Caratteristiche cliniche Periodo di incubazione Inizialmente molto simili, aspecifiche: febbre, malessere generale, prostrazione, dolori ossei ed articolari. Entro 1-4 giorni subentrano sintomi più specifici: esantema, manifestazioni emorragiche, segni neurologici. Ebola 2-21 giorni Lassa 7-21 giorni Alphavirus 5-15 giorni Periodo di contagiosità Letalità Corso di formazione sul Rischio Biologico 2 Marburg 3-9 giorni Junin e Machupo 7-16 giorni Finchè il virus è presente nel sangue ovvero dalla fase immediatamente pre-clinica fino a diversi mesi Ebola 50-90 % Marburg 25 % Lassa 15-60 % Junin e Machupo 5-30 % E. equina orientale 5-15 % E. equina occidentale 5-80 % Febbre emorragica Congo-Crimea 2-50 % Febbre gialla (forme itteriche) 20-50 % Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS USATI A SCOPO BIOTERRORISTICO 3 Metodi di controllo Vaccinazione E’ disponibile un vaccino efficace solo contro la Febbre gialla Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 FEBBRI EMORRAGICHE Definizione di caso sospetto Grave malattia febbrile associata a manifestazioni di danno vascolare Precauzioni standard, da contatto e aeree; percorso dedicato Malaria: striscio e goccia spessa per parassita Sepsi meningococciche con o senza meningite emocoltura CID: prodotti di degradazione del fibrinogeno Diagnosi differenziale Esami Misure di isolamento 1. PCR su sangue ed urina 2. Isolamento virale (sangue, tampone faringeo) 3. Sierologia Ribavirina: bolo di 300 mg ev poi 1 gr x4/die per 4 giorni poi 0.5-0.6 gr x 4/die per 6 giorni Terapia Terapia di supporto No Ribavirina per Ebola e Marburg Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 WEST NILE VIRUS •La febbre del Nilo Occidentale è causata da un virus appartenente al genere Flavivirus •E’ diffusa in Africa (Egitto), Medio Oriente, India, Indonesia, Europa Meridionale (Camargue, Francia) •Uomo ospite intermedio, vettore Culex •Reservoir: uccelli ed equini Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 WEST NILE VIRUS • Incubazione: 3-6 giorni • Bambini: febbre aspecifica modesta • Giovani adulti: febbre, cefalea frontale, dolore retrorbitale, linfadenopatia, leucopenia, mialgie, esantema maculopapulare con iniezione congiuntivale ed eritema al volto. Il quadro si risolve spontaneamente nell’80% dei casi. • Anziani, debilitati e raramente nei giovani: meningoencefalite talora fatale Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 WEST NILE VIRUS EPIDEMIA Aggiornamento al 9 ottobre 2003 • USA: dal 2002 6507 casi con 136 decessi (2%) Solo Hawaii, Alaska, Nevada e Oregon indenni • CANADA: 1130 casi con 7 decessi (0.6%) • MESSICO: solo 4 casi di infezione umana • CARAIBI: nelle isole Caimane segnalato il primo caso caraibico di encefalite da WN virus • OLANDA: un caso di infezione da importazione (Kansas), manifestatosi come paralisi flaccida • TUNISIA: 20 casi di cui 7 mortali (dati non ufficiali) (Regione Veneto, Servizio di Epidemiologia e Sanità Pubblica) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 WEST NILE VIRUS PREVENZIONE • Utilizzo di repellenti per gli insetti • Abiti consoni • Zanzariere Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 FEBBRE GIALLA • Eziologia: virus del genere Flavivirus • Diffusione: Africa sub-Sahariana e America meridionale. Non in Asia e Oceania. • Vettore: zanzare del genere Aedes • Reservoir: uomo (ciclo urbano), scimmie (ciclo silvestre) • Si stima che in Africa Occidentale si verifichino circa 200.000 casi/anno Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 FEBBRE GIALLA • • • • • • • • Incubazione: 3-6 giorni Infezione asintomatica nel 5-50% dei casi ESORDIO: febbre con brivido, cefalea, rachialgie, nausea e vomito. FASE ROSSA (dopo poche ore): eritema al volto, iniezione congiuntivale, oliguria, febbre continua, epistassi, bradicardia relativa IN 3° GIORNATA: remissione dei sintomi FASE GIALLA (4-5° giorno): ripresa della febbre, ittero con sdr. emorragica (petecchie, ecchimosi, emorragie mucose e digestive), oliguria Nei casi fatali il decesso sopraggiunge in genere tra il 4° e l’11° giorno di malattia. I pazienti che guariscono in genere migliorano progressivamente dal 12° giorno e non presentano sequele epatiche o renali Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 FEBBRE GIALLA EPIDEMIA Al 20 ottobre 2003 sono segnalati i seguenti focolai epidemici in aree endemiche: • AFRICA: Burkina Faso, Cameroon, Sierra Leone • AMERICA LATINA: Bolivia, Brasile, Colombia, Perù, Venezuela (Regione Veneto, Servizio di Epidemiologia e Sanità Pubblica) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 FEBBRE GIALLA PREVENZIONE • Vaccinazione: virus vivo e attenuato, dose unica, offre protezione per 10 anni; controindicato in gravidanza, bimbi < 6 mesi, immunocompromessi. • Lotta al vettore • Isolamento del paziente in fase viremica, nei primi 3 gg di malattia (anche in Italia, per la possibilità di trasmissione da parte della zanzara “tigre” Aedes albopictus) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 DENGUE • Eziologia: Flavivirus (4 sierotipi) • Diffusione: Sud-est asiatico, Caraibi, Africa. Può comparire nel bacino del Mediterraneo (Grecia, Sicilia, Egitto) • Vettore: zanzare del genere Aedes (A. aegypti, ma anche A. albopictus, la nostra zanzara tigre) • Sintomatologia benigna (dengue “classica”) o quadri clinico grave (dengue emorragica”) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 DENGUE CLASSICA • Incubazione: 5-8 giorni • Febbre, cefalea, iniezione congiuntivale, nausea, vomito, artromialgie • La febbre a volte cala verso il 4°-5° giorno, per poi risalire • Esantema morbilliforme o scarlattiniforme compare tra il 2° e il 5° giorno • Adenopatia generalizzata, epatosplenomegalia • La febbre dura in genere 8-10 gg, evoluzione favorevole Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 DENGUE EMORRAGICA • Si presenta soprattutto nel Sud-Est asiatico • I sintomi iniziali non sono diversi dalla dengue classica • Poco dopo la caduta della febbre compare ipotensione, tachicardia, cianosi,emorragie (petecchie, ematemesi, melena) • Il decorso è infausto nell’1-20% dei casi, soprattutto tra i bambini • Si ritiene che la patogenesi sia immunomediata, dopo infezione sequenziale con 2 differenti sierotipi virali Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 DENGUE EMORRAGICA DIAGNOSI • Febbre continua della durata di 2-7 gg • Sindrome emorragica con prova del laccio positiva e almeno una di queste manifestazioni: petecchie, porpora, ecchimosi, epistassi, ematemesi, melena • Piastrinopenia (<100.000/mm3) • Emoconcentrazione (incremento Hct > 20%) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 DENGUE EMORRAGICA TERAPIA E PREVENZIONE • Scopo principale della terapia è la correzione dello shock: 40-100 cc/kg/die di glucosata 5% in sol. salina 0,5 N • Trasfusioni di sangue intero dopo il superamento dello shock, in caso di emorragie profuse • PREVENZIONE: lotta ai vettori • Vaccino: in fase di sperimentazione Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 DENGUE EMORRAGICA FOCOLAI EPIDEMICI • Marzo 2003: in Bolivia 1700 casi nei primi 3 mesi dell’anno, contro i 289 del 2002 • Marzo 2003: nell’area del Queensland (Australia) segnalati 45 casi di dengue, senza decessi. Isolato il sierotipo 2, in precedenza non circolante nel Paese (Ministero della Sanità, Direzione Generale della Prevenzione) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS AVIARIO H7N7 • Il virus H7N7 è responsabile dell’influenza aviaria • Ne esistono varianti a bassa ed alta patogenicità • Può infettare l’uomo attraverso il contatto con i secreti animali e polveri • Nell’uomo in genere provoca congiuntivite, sindrome simil-influenzale o solo lieve malessere • È possibile la trasmissione interumana Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS AVIARIO H7N7 • Durante la recente epidemia aviaria di H7N7 nei Paesi Bassi, un veterinario di 57 anni è deceduto il 17.4.03 per sdr. da distress respiratorio • La diagnosi di infezione da H7N7 è stata confermata con real-time PCR su BAL • Dall’inizio dell’epidemia aviaria sono stati identificati 82 casi di infezione umana da H7N7: - 67 congiuntivite - 7 sdr simil-influenzale - 6 sdr simil-influenzale + congiuntivite - 2 sintomi sfumati Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS AVIARIO H7N7 MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE • Primo decesso in Europa da H7N7 • Possibilità di trasmissione ad altre specie animali (suini) • Possibilità di trasmissione secondaria interumana • Rischio di ricombinazione tra virus influenzali aviari ed umani (possibile in caso di coinfezione) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS AVIARIO H7N7 SANITA’ PUBBLICA E PROFILASSI • Abbattimento degli animali negli allevamenti infetti • Profilassi per i lavoratori esposti: - dispositivi di protezione individuale - igiene personale - vaccinazione anti-influenzale - Oseltamivir Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 MONKEYPOX • EZIOLOGIA: Orthopoxvirus della stessa famiglia del virus del vaiolo umano • RESERVOIR: piccoli roditori e primati (vaiolo delle scimmie) • Limitati focolai nelle foreste pluviali dell’Africa centro-occidentale • Negli animali la malattia si manifesta inizialmente con blefarocongiuntivite • Possibile la trasmissione all’uomo Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 MONKEYPOX • GIUGNO 2003: segnalati negli USA 54 casi di infezione umana • Fonte dell’infezione: cani della prateria (piccoli roditori allevati anche come animali da compagnia) • I cani della prateria erano stati infettati da un ratto gigante del Gambia, importato dall’Africa da un rivenditore di animali di Milwaukee. • In un caso a trasmettere il virus all’uomo è stato un coniglio e in un altro caso un ratto gigante del Gambia Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 MONKEYPOX CLINICA • Quadro simile a un vaiolo umano attenuato • Febbre con brivido, cefalea, mialgie, sudorazione profusa • Dopo alcuni giorni comparsa di rash papulare con successiva evoluzione in vescicole, pustole, croste. • In 1/3 dei casi tosse non produttiva. • Nessun decesso e nessuna trasmissione interumana nei focolai americani Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 MONKEYPOX • In tempi recenti sono state segnalate in Africa centro-occidentale epidemie di Monkeypox con mortalità variabile dal 1 al 10% • In tali occasioni è stata descritta la possibilità di trasmissione interumana • La vaccinazione antivaiolosa effettuata anche diversi anni addietro sembrerebbe ridurre il rischio di infezione da Monkeypox Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 MONKEYPOX PREVENZIONE • Evitare contatti con animali che appaiano malati • Lavaggio delle mani dopo contatti o manipolazioni di animali sia malati che apparentemente in buona salute • Rigida regolamentazione e misure di controllo sul commercio di animali esotici Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS Numero totale di casi sospetti e probabili riportati dal 1 novembre 2002 al 11 luglio 2003 Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS 8437 casi mondiali con 813 morti , tasso di letalità del 10.38% Ipotesi sulle cause della SARS: • animali selvatici e virus aviari • animali domestici ad alta concentrazione quali polli e suini e virus • commistione con alta densità umanaanimale con elevata probabilità di intertrasmissione • possibile nascita di ibridi e facilità di trasmissione all’uomo con sovrainfezioni Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 STABILITÀ E RESISTENZA DEL CORONAVIRUS SARS Ø Sopravvivenza del virus in feci e urine a T ambiente: 1-2 gg Ø i virus dimostrano una permanenza maggiore (fino a 4 giorni) nei campioni di feci ottenuti dai pazienti con diarrea (queste hanno un pH maggiore), Ø i virus perdono la loro infettività dopo esposizione ai comuni disinfettanti e fissativi usati in laboratorio, Ø nelle colture di cellule supernatanti avviene solo una minima riduzione della concentrazione dei virus dopo 21 giorni a 4°°C e -80°°C, Ø il calore a 56°°C uccide il coronavirus della SARS a circa 1000 unità per 15 minuti Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS TRASMISSIONE 4 La SARS si trasmette nella maggioranza dei casi attraverso contatti stretti in ambienti chiusi tra persona e persona per esposizione a droplet emesse con la tosse o con gli starnuti. 4 Il contagio avviene con grande efficacia per via respiratoria diretta, tramite le goccioline di saliva. La trasmissione si verifica quando c’è un contatto stretto con un caso sintomatico. 4 Per contatto stretto si intende aver vissuto con una persona con SARS o aver curato o essere stata a stretto contatto faccia a faccia (meno di 2 metri) o aver avuto un contatto diretto con secrezioni respiratorie e/o dei liquidi organici di una persona colpita da SARS. 4 Altre vie di trasmissione sono ritenute al momento possibili ma di efficienza molto inferiore: la via aerea (a distanza superiore a 1 metro), il contatto diretto e il contatto indiretto (tramite oggetti o indumenti contaminati). Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS CONTAGIOSITA’ • La malattia inizia ad essere contagiosa durante il periodo prodromico a partire da quando compaiono i sintomi. • La contagiosità è assente o bassissima durante il periodo d’incubazione, ovvero prima della comparsa dei sintomi. • La malattia è altamente contagiosa durante la fase nella quale compaiono i sintomi di compromissione delle basse vie respiratorie. • La dose infettante è sconosciuta. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 QUADRO CLINICO DI UN PAZIENTE CON SARS Esposizione febbre,mialgia, tosse,cefalea tosse non produttiva dispnea Periodo di Prodromi incubazione Fase delle basse vie respiratorie 2-10 gg 1 -2 gg dal 4°g ARDS 10% CONTAGIOSITA’ nessuna bassa Ricovero 90% molto alta (Ist. Superiore di Sanità) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS : patologia trifasica Replicazione virale Risposta iperimmune Distruzione polmonare C° 40 38 36 34 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Giorni dopo l’esordio di malattia (Ist. Superiore di Sanità) Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS CASO SOSPETTO 1. Una persona, che dopo il 1 novembre 2002, presenti una storia di: - febbre>38°°C e - tosse o difficoltà respiratorie e una o più delle seguenti condizioni di esposizione nei 10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi: - contatto ravvicinato+ con un caso sospetto o probabile di SARS - storia di viaggio in un’area con recente trasmissione locale di SARS - residenza in un’area con recente trasmissione locale di SARS. +Per contatto ravvicinato si intende coabitazione, assistenza o contatto diretto con persone malate e con secrezioni respiratorie e fluidi corporei di queste. 2. Una persona con una malattia respiratoria acuta non spiegata, con conseguente decesso, dopo il 1 novembre 2002 e in cui non sia stata eseguita autopsia. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS CASO PROBABILE 1. Un caso sospetto con dimostrazione radiologica, al Rx torace, di infiltrati compatibili con polmonite o sindrome da distress respiratorio (ARDS). 2. Un caso sospetto con riscontro positivo per Coronavirus associato a SARS con uno o più test di laboratorio. 3. Un caso sospetto con riscontro autoptico compatibile con sindrome da distress respiratorio senza altre cause identificabili. Un caso dovrebbe essere escluso se una diagnosi alternativa può spiegare pienamente la malattia. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS PROTEZIONE DEL PERSONALE • • • • • • Il personale che assiste il paziente o viene a diretto contatto con le sue secrezioni deve indossare dispositivi di protezione individuale: maschere FFP2 (N95), guanti (un solo paio), occhiali o visiera protettiva, copricapo, camice monouso, calzature che possano essere decontaminate o soprascarpe monouso. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS TRASPORTO DEL PAZIENTE • Il paziente deve indossare una mascherina chirurgica che copra bene sia il naso che la bocca; • deve essere posizionato in modo da contaminare il meno possibile l’ambulanza (posizionato sulla barella auto-caricante con solo materasso e sovrapposto lenzuolo a perdere). • Si deve mettere per ulteriore sicurezza un paio di guanti a perdere al paziente per ridurre ulteriormente la contaminazione ambientale. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS ISOLAMENTO RESPIRATORIO • Per il malato di SARS l’isolamento respiratorio è obbligatorio e deve essere rispettato con estremo rigore. • 1A scelta: Isolamento in una stanza a pressione negativa (Malattie Infettive, Osp. SS. Giovanni e Paolo, Venezia, camere a pressione negativa). • Se non è disponibile una camera con pressione negativa si deve utilizzare una stanza privata con anticamera. In questo caso l’aria deve essere emessa all’esterno dopo adeguata filtrazione e devono essere assicurati almeno 6 ricambi d’aria all’ora. • Se non è disponibile una fonte indipendente d’aria, si raccomanda di spegnere il sistema di condizionamento dell’aria, se centralizzato, assicurando comunque una adeguata ventilazione con altri mezzi. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 SARS ISOLAMENTO RESPIRATORIO • Maschere filtranti, occhiali, camici, grembiuli impermeabili e copricapi dovrebbero essere indossati durante procedure mediche e attività del paziente che si ritiene possano generare schizzi o spruzzi di sangue, liquidi biologici o secrezioni respiratorie. • Il lavaggio delle mani è la misura igienica più importante nella prevenzione della diffusione dell’infezione. I guanti non sono un’alternativa al lavaggio delle mani, che deve sempre essere effettuato prima e dopo contatti significativi con qualsiasi paziente. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 VIRUS DI NORWALK • Virus a RNA, analogo ai calicivirus • Prima descrizione: ottobre 1968 a Norwalk, Ohio (USA) durante un’epidemia di winter vomiting nella quale si ammalò il 50% degli alunni di una scuola elementare • Incubazione 16-48 ore • SINTOMI: vomito, diarrea, febbricola per 12-48 h • Trasmissione fecale-orale. Ipotizzata anche la via aerea, data la brevità del periodo di incubazione Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 NORWALK-LIKE VIRUSES • Dopo il 1968 sono stati identificati altri virus strutturalmente simili al virus di Norwalk e perciò detti Norwalk-like viruses, responsabili di epidemie di gastroenterite acuta in nuclei familiari o comunità • Ad essi è stato dato il nome della località dove si verificò l’epidemia: Hawaii, Montgomery County, Snow Mountain agent o SMA, e altri Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 ISOLAMENTO GASTROENTERICO • PULIZIA QUOTIDIANA mediante spazzatura ad umido con Baysan 0.5% • PULIZIA TERMINALE: pavimenti con Baysan 0.5% e Antisapril 5%; trattare pereti, porte e arredi con materiale monouso più Savlon 1% e Antisapril 5%. I rifiuti vanno eliminati in appositi sacchi per materiale infetto • BIANCHERIA: va eliminata in sacchi per materiale infetto. Materassi e cuscini andranno inviati in lavanderia alla dimissione del paziente. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 ISOLAMENTO GASTROENTERICO INDICAZIONI PER IL PERSONALE • MANI: lavaggio prima e dopo il contatto con il paziente • CAMERA: se possibile utilizzare camera singola con bagno; altrimenti individuare un bagno con sanitari per il singolo paziente • MASCHERINA: non necessaria • CAMICI: solo se c’è la possibilità di sporcarsi • GUANTI: per l’assistenza di base e in caso di contatto con materiale infetto • STRUMENTI: termometro personale, da disinfettare alla dimissione con ipoclorito di Na. Padelle e pappagalli sempre personalizzati. Per la pulizia lavare con acqua più detergente e disinfettare con ipoclorito di Na al 5% per 30’. Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 ISOLAMENTO GASTROENTERICO INDICAZIONI PER IL PAZIENTE • MANI: istruire il paziente a lavarsi le mani dopo ogni defecazione • IGIENE PERSONALE: uso di presìdi personali o preferibilmente salviette e detergente monouso • STOVIGLIE: monouso • VESTIARIO: preferibilmente vestiario in cotone da poter lavare separatamente ad alte T (90°C). Trasporto in sacchetti chiusi. • SERVIZI IGIENICI: se possibile usare in caso sospetto camere con bagno ad uso singolo, altrimenti dare indicazioni per l’uso di un bagno individuato dal personale. Se il paziente è allettato il personale smaltirà le sostanze organiche Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 75 Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 ALTRI AGENTI • • • • • • • 1) Legionella Pn. 2) Aspergillus spp. 3) Candida spp. 4)Stafilococcus spp 5) Pseudomonas A. 6) Stenotrophomonas M. 7) Scedosporium e Fusarium Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 La tubercolosi MDR rappresenta oggi un problema di sanità pubblica sia per la cura dei pazienti ( 4% MDR nel Veneto e 4.6% a Venezia) sia per gli operatori Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003 Conclusioni • L’ importanza dell’ isolamento preventivo attraverso una corretta ed immediata valutazione del rischio espositivo da parte del personale ( P.S.Medico di Famiglia-Malattie Infettive-Medici di Medicina Generale, Igiene P. etc.) ed una rapida applicazione dei dispositivi di protezione sono la base affinchè non si creino situazioni di infezioni diffusive intraospedaliere Corso di formazione sul Rischio Biologico Mestre 11 - 12 novembre 2003 Venezia 17 - 18 novembre 2003