Gruppo Pisa AIP [email protected] Referente: Futura Cavallini [email protected] SABATO 11/03/2017 ORE 09:00 Aula piano terra edificio 8 – Ospedale S. Chiara PRIMO INCONTRO MEDICI-PAZIENTI Invito esteso a tutti i pazienti e i loro parenti Programma ➢ 09:00 ➢ 09:30 ➢ 10:00 ➢ 10:30 ➢ 11:00 ➢ 11:30 ➢ 12:00 Presentazione del gruppo Pisa AIP Le immunodeficienze da anticorpi – dott. Riccardo Capecchi Il rapporto infermiere-paziente – inf. Ornella Mazzarella Coffee break Vaccini – prof.ssa Paola Migliorini Allergie e intolleranze alimentari – dott.ssa Valeria Rocchi Saluti dall’Associazione – Lucia Bernazzi, Consigliera AIP Per informazioni: [email protected] Gruppo Locale Pisa AIP L’associazione e il gruppo locale 09:00 – 09:30 L’ASSOCIAZIONE E IL GRUPPO LOCALE DI PISA AIP onlus L’Associazione Immunodeficienze Primitive ONLUS (AIP) è un’associazione nazionale che rappresenta i malati affetti da immunodeficienze primitive. Scopi dell’associazione • Rappresentatività • Sensibilizzazione • Aiuto-aiuto • Ricerca RAPPRESENTATIVITÀ “Più forti insieme”: l’Associazione può richiamare l’attenzione di chi prende le decisioni in fatto di salute e cura (Direttori Sanitari degli ospedali, Assessori regionali, Ministri) sulle problematiche dei pazienti affetti da immunodeficienze primitive. In questo senso, è importante associarsi per aumentare il peso dato alla voce dell’Associazione, che porta i nostri problemi all’attenzione dei politici e degli amministratori. SENSIBILIZZAZIONE Per ridurre il ritardo diagnostico è fondamentale che i medici e i pazienti stessi abbiano ben presente quali sono i campanelli d’allarme che suggeriscono un’immunodeficienza e cosa fare quando si accende il sospetto. AIUTO-AIUTO Il paziente che si associa e si mette in gioco per l’Associazione condivide i suoi problemi con gli altri soci e crea delle reti di supporto e amicizia che aiutano ad affrontare insieme e a ridimensionare o guardare con una prospettiva diversa i problemi di tutti i giorni. Le immunodeficienze primitive non sono malattie verosimilmente guaribili, ma curabili e con cui si può convivere con serenità. RICERCA L’Associazione promuove progetti di ricerca volti a indagare le condizioni di vita dei pazienti affetti da immunodeficienze primitive. In questo senso, si è fatta promotrice in Italia del più ampio questionario dell’IPOPI sulla somministrazione della terapia sostitutiva, e può fungere da bacino per arruolare pazienti in progetti di ricerca e tesi di laurea sull’argomento immunodeficienze. Obiettivi dell’Associazione Obiettivi • Aumentare la conoscenza della malattia tramite corsi per Medici di Medicina Generale e Medici Specialisti e tramite eventi aperti alla popolazione ➢ Settimana delle immunodeficienze primitive (22-29 aprile 2017) ➢ Aggiornamento professionale MMG Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 2 di 12 Gruppo Locale Pisa AIP L’associazione e il gruppo locale 09:00 – 09:30 ➢ Entro l’anno: incontro medici-pazienti con specialisti per approfondire aspetti specifici della malattia • Creazione di un percorso aziendale diagnostico e di follow-up dedicato alle immunodeficienze È fondamentale aumentare il numero di iscritti per essere meglio rappresentati a livello nazionale difendendo meglio i nostri interessi di pazienti e per metterci in gioco e affrontare la malattia insieme. Dott. Riccardo Capecchi Le immunodeficienze da anticorpi 09:30 – 10:00 LE IMMUNODEFICIENZE DA ANTICORPI Sistema immunitario Ruoli • Difesa dagli agenti infettivi • Protezione dai tumori Il Sistema Immunitario è un esercito variegato in cui ogni soldato ha un ruolo. Gli anticorpi (immunoglobuline) sono le armi prodotte da una parte del sistema immunitario, le cellule B. Gli anticorpi hanno vari modi di riconoscere e distruggere il loro bersaglio. L’anticorpo riconosce in maniera selettiva una parte dell’agente patogeno (batterio o virus), come una sorta di missile telecomandato che colpisce l’agente infettivo. Le cellule B producono anticorpi personalizzati per il batterio o il virus dopo il primo contatto con l’agente patogeno e li conservano per un nuovo eventuale incontro, in occasione del quale risponderanno più velocemente ed efficacemente. Immunodeficienze primitive da anticorpi • Agammaglobulinemia di Bruton: questi pazienti non hanno né gli anticorpi né le cellule che li producono • CVID (immunodeficienza comune variabile): bassi livelli di anticorpi, cellule B normali o basse • Deficit di sottoclassi delle IgG (le IgG sono un tipo di anticorpo, ed esistono 4 sottoclassi di queste immunoglobuline) • Deficit di IgA: spesso non è sintomatico, quando lo è si manifesta con infezioni intestinali e/o delle vie respiratorie Immunodeficienza comune variabile (CVID) È la più frequente immunodeficienza umana sintomatica. Colpisce 1:10mila – 1:100mila individui; esordisce tra la seconda e la terza decade di vita. Probabilmente la CVID non è una malattia sola ma un grande contenitore di diverse malattie. L’obiettivo della ricerca in questo campo oggi è capire meglio quali sono le malattie sotto questa generica etichetta, distinguendole le une dalle altre, per curarle meglio. Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 3 di 12 Dott. Riccardo Capecchi Le immunodeficienze da anticorpi 09:30 – 10:00 Ritardo di diagnosi • Ci sono circa 5-6 anni di ritardo dalle prime manifestazioni alla diagnosi: importante sensibilizzare i medici al riconoscimento delle immunodeficienze • Per ridurre questo ritardo, considerare i campanelli di allarme che accendono il sospetto e giustificano accertamenti ➢ Più di 2 otiti in un anno ➢ Più di 2 sinusiti in un anno, in paziente non allergico ➢ Almeno una polmonite l’anno per più di un anno ➢ Diarrea cronica con perdita di peso ➢ Infezioni virali ricorrenti (raffreddore, herpes, verruche, condilomi) ➢ Frequente necessità di antibiotici per via endovenosa ➢ Ascessi ricorrenti della cute e degli organi interni ➢ Candidosi orale o cutanea persistente ➢ Infezioni da micobatteri atipici ➢ Familiarità per immunodeficienza primitiva Presentazione clinica della CVID • Sinusiti croniche • Otiti • Problemi intestinali • Manifestazioni autoimmuni: celiachia, tiroidite autoimmune, anemia emolitica autoimmune; se manca una branca del sistema immunitario, le altre possono sfuggire al normale controllo ed essere troppo attive • Splenomegalia (milza di dimensioni aumentate) • Infezioni frequenti ➢ Malattie comuni, che colpiscono chiunque, ma durano più tempo e richiedono antibiotici ➢ Infezioni più rare Cosa si può fare: terapia delle immunodeficienze da anticorpi • Per immunodeficienze molto gravi sono possibili terapie risolutive, con però grandi rischi (es. trapianto di midollo osseo) • Per la maggior parte dei casi, si fa la terapia sostitutiva: si danno le immunoglobuline. Il paziente non produce anticorpi, e allora gli si danno dall’esterno (come l’insulina per il diabetico). ▪ Terapia endovena: è rapida, fa salire velocemente i valori di immunoglobuline (anticorpi) ▪ Terapia sottocutanea: è comoda, si può fare a casa; i valori rimangono più costanti NOTA: non esiste una modalità terapeutica migliore dell’altra, ciascuna presenta vantaggi e svantaggi. La terapia sostitutiva è importante: anche quando si sta bene bisogna continuare la cura per evitare complicanze, come ad esempio le bronchiectasie (sono causate da infezioni e predispongono a ulteriori infezioni). È importante prevenire ogni danno d’organo prima che si sviluppi, perché prevenirlo è molto più facile che affrontarlo. Anche i controlli (follow-up) sono importanti, e vanno continuati anche quando si sta bene. Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 4 di 12 Dott. Riccardo Capecchi Le immunodeficienze da anticorpi 09:30 – 10:00 Precisazioni e domande Lucia Bernazzi, Consigliera AIP, Referente per il gruppo di Firenze Le Regioni, pur dovendo rispettare paletti messi dal SSN, hanno disparità enormi: la fornitura del prodotto viene fatta ora sulla base di una gara d’appalto (prima una ditta sola aveva il monopolio), alcuni screening neonatali sono stati estesi da poco per legge dello Stato a tutta Italia come in Toscana (dal 2016, ma ancora decreti attuativi non ci sono). È importante vigilare affinché vengano garantite a tutti le stesse condizioni e si garantiscano sempre maggiori attenzioni, stando al passo con le nuove acquisizioni della ricerca. Latte materno Con l’allattamento, la mamma passa al bambino i propri anticorpi: se possibile, è bene che la mamma allatti i figli. Allora non ha senso che la mamma con immunodeficienza da anticorpi allatti? Ecco, in realtà non sappiamo esattamente cosa c’è nel latte materno, di sicuro non ci sono solo anticorpi ma anche complemento e altre sostanze dell’immunità innata, per cui è ragionevole che l’allattamento possa proteggere anche con altri meccanismi che sono preservati anche nelle immunodeficienze da anticorpi, e quindi se possibile resta l’indicazione ad allattare. In ogni caso, se la mamma è in terapia sostitutiva, nel suo latte ci saranno anche anticorpi. Inf. Ornella Mazzarella Il rapporto infermiere-paziente 10:00 – 10:30 RAPPORTO INFERMIERE-PAZIENTE Ruolo dell’infermiere • Tecnico: prelievi, infusioni endovena, addestramento all’infusione sottocutanea • Organizzativo: organizzare e ricordare gli appuntamenti, gli intervalli tra una terapia e l’altra, ordinare e gestire i farmaci in ospedale • Relazionale: in rapporto diretto con il malato, l’infermiere fa da anello di congiunzione tra il medico e il paziente, cercando di sintetizzare tutte le informazioni ricevute e ricapitolare gli aspetti pratici insieme al paziente Ruolo relazionale Con la terapia sottocutanea, l’infermiere lascia il paziente a casa a gestire la terapia: deve assicurarsi che il paziente sia in grado di gestire la vita, gli impegni e la malattia in piena autonomia. L’infermiere non abbandona il paziente, è comunque disponibile, ma raggiungere l’autonomia nella terapia è importante anche per il paziente. Intervento di Lucia Bernazzi Il 28 febbraio di ogni anno è la Giornata Mondiale delle Malattie Rare. Quest’anno in Toscana è stato tenuto a Siena. 20 su 24 riconoscimenti dei centri di eccellenza per le malattie rare 2016 erano in Toscana. La rete delle malattie rare va al di là del campanile, della Regione, dell’Italia e dell’Europa: è una rete mondiale. Come è stato detto a Siena il 28 febbraio, siamo sì pochi e rari, ma se si considera tutto il mondo il numero diventa importante: la condivisione del risultato e della ricerca fa sì che non siamo più pochi. Si deve fare rete, fare ricerca condivisa. Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 5 di 12 Inf. Ornella Mazzarella Il rapporto infermiere-paziente 10:00 – 10:30 Domanda al dott. Capecchi Le immunoglobuline sono derivati del plasma: quali sono i rischi? Esiste il rischio teorico correlato ad ogni trasfusione: l’industria lavora in condizioni di grande sicurezza, ma si potrebbe scoprire in seguito un nuovo virus o altri agenti infettivi. Comunque i grandi rischi del passato (virus epatitici, HIV) sono oggi pressoché nulli. Il rischio teorico è molto remoto, mentre i benefici della terapia sono grandi e dimostrati: la terapia va fatta. Prof.ssa Paola Migliorini Vaccinazioni 11:00 – 11:30 VACCINAZIONI Vaccinazione Storia Il termine si riferisce proprio alla vacca: Jenner osservò che i mungitori, che potevano contrarre il vaiolo vaccino, resistevano al vaiolo umano. Pasteur mise a punto il vaccino antirabico (contro il virus della rabbia), e successivamente sono stati sviluppati moltissimi altri vaccini. Perché funziona la vaccinazione? Normalmente il contatto con un agente infettivo scatena meccanismi di difesa che limitano l’infezione e mettono in condizione di rispondere in maniera rapida ed efficace ad una successiva esposizione Scopo della vaccinazione Proteggere se stessi e la comunità in cui si vive dalle malattie infettive (effetto gregge): se abbastanza persone sono vaccinate, anche i non-vaccinati risultano protetti in quanto la diffusione dell’infezione è limitata La risposta immune • Quando esposti ad un agente infettivo, o ad un vaccino (che è come un fac-simile controllato di agente infettivo), si attivano i linfociti (sono un tipo di globuli bianchi), che sono di due tipi: le cellule T e le cellule B (che producono anticorpi). • Il macrofago cattura la sostanza estranea, la fa a pezzettini e la presenta alle cellule T, che partecipano alla difesa direttamente (uccidendo alcuni agenti infettivi) e soprattutto indirettamente, diventando cellule ausiliarie (helper) che vanno in aiuto delle cellule B, alcune delle quali diventano plasmacellule, che producono anticorpi. • Altre cellule B evolvono invece in cellule di memoria (questo è importante per la vaccinazione, come vedremo poi) • Cellule T e B devono lavorare insieme per rispondere efficacemente alle infezioni Memoria immunologica La memoria immunologica è la capacità di ricordare pregressi incontri con un agente infettivo: ogni incontro con un agente infettivo lascia in noi una traccia persistente, forse indelebile. La traccia si trova a due livelli. Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 6 di 12 Prof.ssa Paola Migliorini Vaccinazioni 11:00 – 11:30 • Cellule B di memoria e plasmacellule che vivono a lungo producendo bassi livelli di anticorpi • Cellule T di memoria In caso di nuovo incontro con lo stesso agente infettivo, queste cellule di memoria entrano subito in gioco garantendo una difesa efficace dall’infezione. Tipi di vaccini • Vaccini vivi attenuati: sono microrganismi trattati in modo tale da non essere capaci di indurre malattia ➢ Febbre gialla ➢ Parotite ➢ Rosolia ➢ Morbillo • Vaccini inattivati ➢ Influenza • Vaccini contenente sostanze tossiche (tossine) inattivate ➢ Tetano ➢ Difterite • Vaccini a subunità: sono fatti con pezzetti dei microbi ➢ Papillomavirus ➢ Epatite B • Vaccini coniugati: parti di microbo attaccati su un supporto ➢ Streptococco ➢ Haemophilus ➢ Meningococco Vaccini coniugati Nel tempo, i microrganismi per difenderci dalla risposta immunitaria si sono ricoperti di zuccheri: il sistema immunitario riconosce male i carboidrati, perché questi sono troppo simili alle nostre molecole normali. I ricercatori hanno allora pensato di attaccare questi zuccheri ad una proteina di trasporto, per esempio la tossina tetanica o difterica, per facilitare la risposta immune contro questi antigeni polisaccaridici (zuccheri). Storia dei vaccini • 1950: polio, influenza, difterite, tetano, … • 1980 (DNA ricombinante): epatite B, … • Recentemente: vaccinologia inversa ➢ Si identifica il genoma del microrganismo ➢ Si studiano le proteine del microrganismo ➢ Si identificano potenziali antigeni ➢ Si usano questi antigeni per dei vaccini ➢ Questo approccio può sembrare lungo e dispersivo, ma è stato vincente per il meningococco ad esempio Un altro approccio ai vaccini • Si isolano gli anticorpi prodotti dal soggetto guarito dall’infezione Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 7 di 12 Prof.ssa Paola Migliorini Vaccinazioni 11:00 – 11:30 • Si caratterizzano gli anticorpi del soggetto • Si capisce il loro bersaglio • Si usa quello per sviluppare nuovi vaccini In corso di studio; non ci sono ancora vaccini approvati per uso umano ottenuti con questa tecnica. Meningite: infezioni causa di meningite infettiva • Haemophilus • Pneumococco • Meningococco ➢ 5 sierotipi: A, B, C, W-135, Y ➢ Vaccini disponibili: C, quadrivalente (ACWY), B Adiuvanti Gli adiuvanti sono sostanze che vengono aggiunte nei vaccini oltre all’antigene (parte del microbo reso inoffensivo e bersaglio della risposta immune). • Creano una piccola infiammazione nel sito di iniezione, richiamando cellule immunitarie. • Migliorano l’assorbimento degli antigeni Si stanno cercando nuovi adiuvanti che rendano possibile la vaccinazione per via orale (di fondamentale importanza per tagliare i costi e migliorare i risultati nei Paesi in via di sviluppo). Risultati delle vaccinazioni • Vaiolo eradicato nel 1977 (dichiarato eradicato nel 1980; vaccinazione sospesa nell’81) • I casi di poliomielite (ancor oggi endemica in alcuni Paesi) sono molto meno che in passato Effetti avversi • Vaccini vivi attenuati ➢ Virulentazione del ceppo attenuato: il ceppo riacquista la capacità di indurre malattia ➢ Induzione di malattia in soggetti con immunodeficienza ➢ Ecco perché il vaccino anti-polio non si fa più con il virus vivo attenuato nella prima somministrazione: solo dopo 2 somministrazioni di vaccino ucciso si somministra quello vivo, che è più efficace ma più rischioso • Trombocitopenia e porpora ➢ Macchioline rosse sulla pelle, legate alla riduzione del numero di piastrine ➢ Questo effetto avverso si manifesta sia in seguito a vaccinazione sia in seguito a infezione naturale, ma in percentuali ben diverse: ▪ 1 caso su 22mila vaccinati, contro 1:6000-1:3000 casi di infezione da questi virus Vaccinazioni e immunodeficienze La risposta vaccinale è spesso incompleta. Vanno comunque fatte le vaccinazioni perché riducono in ogni caso la probabilità di infezione. Non si usano vaccini vivi negli immunodeficienti e in chi fa terapie immunosoppressive. Studio su 8 soggetti con CVID (gruppo A) e 8 con deficit anticorpali non classificati (gruppo B), vaccinati contro l’influenza • Solo 1/8 nel gruppo A e 4/8 nel gruppo B produceva anticorpi anti-influenza Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 8 di 12 Prof.ssa Paola Migliorini Vaccinazioni 11:00 – 11:30 • Ben 7/8 A e 6/8 B produceva una risposta T anti-influenza Quindi: anche se non ci si aspetta di indurre la produzione di anticorpi con la vaccinazione del soggetto con immunodeficienza umorale, la vaccinazione è comunque protettiva e riduce la probabilità di ammalarsi, quindi va fatta. L’unica eccezione riguarda i vaccini con microrganismi vivi attenuati, che vanno evitati se possibile. Dott.ssa Valeria Rocchi Allergie e intolleranze 11:30 – 12:00 ALLERGIE E INTOLLERANZE Allergia alimentare • Negli USA il 20-25% dice di essere allergico ad alimenti • In realtà l’incidenza è di 2-3% (adulti) o 3-7% (bambini) Argomenti di oggi • Allergie alimentari • Intolleranze • Sindrome sistemica da intolleranza al nichel • Celiachia Lucrezio: “ciò che per uno è cibo, per un altro è veleno”. Gli eventi avversi ai cibi non comprendono soltanto le allergie. • Allergia: reazione del sistema immunitario verso sostanze estranee al nostro organismo che sono innocue per i soggetti normali; non è dose-dipendente (il tipo di reazione può cambiare, ma c’è sempre una reazione anche alla minima dose). • Intolleranza: reazione ad alimenti dovuta a mancanza di enzimi (es. intolleranza al lattosio) o all’azione di sostanze attive in soggetti predisposti (es. istamina, tiramina); è dose-dipendente (sotto certe dosi può non verificarsi la reazione). Esempio di intolleranza: il lattosio • Il lattosio si trova nel latte e nei latticini freschi • Viene digerito dalla lattasi nell’intestino • Chi ha un deficit di lattasi (enzima) ha una intolleranza al lattosio Allergia alimentare Tenere sempre a mente che tutti gli alimenti possono dare allergia, anche se ce ne sono alcuni più frequentemente responsabili. Meccanismo: primo contatto: produzione di IgE contatto successivo: reazione Alimenti più frequentemente responsabili • Latte • Uova • Crostacei • Frutta a guscio • Arachide • Vegetali (mela, pesca, …) NOTA: questa lista vale per l’Italia, perché dipende molto dalle abitudini alimentari (in Giappone è frequente l’allergia al pesce, negli USA alle arachidi per l’uso di burro di arachidi) Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 9 di 12 Dott.ssa Valeria Rocchi Allergie e intolleranze 11:30 – 12:00 Perché si diventa allergici • Predisposizione genetica • Carenza delle difese della mucosa intestinale (IgA, succhi gastrici, non corretta funzione) • Alterata flora batterica (microbiota) • Alterazioni della tolleranza Diagnosi • Visita allergologica ➢ Sintomi e tempo dal pasto (la reazione deve avvenire entro un’ora dal pasto) • Test cutanei ➢ Prick test • Test su sangue ➢ Dosaggio delle IgE specifiche • Dieta di esclusione: eliminazione dell’alimento sospetto per almeno 3 settimane • Test di scatenamento: dopo la dieta di esclusione, bisognerebbe sempre provare a scatenare l’allergia per essere certi della diagnosi (spesso nella pratica non si fa) • Consigli e terapia idonea Sintomi delle allergie alimentari La reazione è di tutto l’organismo. • Cute ➢ Orticaria ➢ Angioedema ➢ Orticaria angioedema ➢ Dermatite ➢ Eczema • Cavo orofaringeo ➢ Gonfiore delle labbra ➢ Voce rauca • Apparato gastroenterico ➢ Nausea e vomito ➢ Diarrea e crampi intestinali • Apparato respiratorio ➢ Broncospasmo e tosse ➢ Occlusione nasale e naso gocciolante ➢ Difficoltà respiratorie • Apparato cardio-circolatorio ➢ Aritmie ➢ Pressione bassa (shock anafilattico) • Sistema nervoso ➢ Perdita di coscienza L’EU (Unione Europea) ha stabilito un elenco di alimenti che devono essere inseriti obbligatoriamente nelle etichette anche se presenti in piccola quantità (Direttiva 2003/89/CE): glutine, uova, pesce, soia, latte, noci, sedano, senape. La stessa direttiva ha anche ridotto il limite minimo per l’inserimento in etichetta degli ingredienti: da 25 a 2%. L’Italia ha recepito la direttiva tra il 2006 e il 2007. Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 10 di 12 Dott.ssa Valeria Rocchi Allergie e intolleranze 11:30 – 12:00 I produttori e ristoratori devono • Adottare massima attenzione all’uso come ingrediente dei comuni allergeni • Avvisare della reale o potenziale presenza degli allergeni negli alimenti • Adottare protocolli per evitare la contaminazione Cosa deve fare l’allergico • Leggere attentamente le etichette • Informarsi bene quando mangia fuori ➢ Olii ➢ Panature: possono contenere ingredienti allergizzanti • Se è in dubbio: evitare Intolleranze I sintomi delle intolleranze sono gonfiore addominale, problemi digestivi, diarrea, vomito. Sostanze contenute nei cibi che possono provocare una reazione di intolleranza • Istamina: vino, spinaci, pomodori, alimenti in scatola, sardine, filetti d’acciuga, formaggi stagionati • Tiramina: formaggi stagionati, vino, birra, lievito di birra, aringa • Caffeina, teobromina • Additivi, coloranti, conservanti: meccanismo non noto, non è facile affrontare il problema; si consiglia dieta a base di alimenti freschi Sindrome da ipersensibilità al nichel Il nichel è una frequente causa di dermatite allergica da contatto. Si trova nella bigiotteria ma anche nei vegetali: si può avere sintomatologia da nichel ingerito. È una sindrome che ha sintomatologia sistemica: prurito, dolore addominale, sintomi intestinali (stipsi, diarrea, meteorismo), cefalea, astenia, aftosi ricorrente. Diagnosi • Patch test • Dieta di esclusione per 2-3 settimane e valutazione della risposta clinica o test di tolleranza con capsule predosate • È disponibile un “vaccino”: si danno dosi crescenti (partendo da microgrammi) per indurre tolleranza Contengono nichel: pomodori, legumi, albicocche, … Test complementari e alternativi per le intolleranze (truffa!) Esistono “test complementari e alternativi” per le intolleranze: provocazioneneutralizzazione intradermica o sublinguale, kinesiologia applicata (Vega/Sarm/Biostrenght), biorisonanza, iridologia, analisi del capello, pulse test, strenght test, riflesso cardio-auricolare, test citotossico e dosaggio delle IgG4. Queste metodiche non sono validate e non vanno considerate. Celiachia • Veniva definita “intolleranza permanente al glutine”, ma il meccanismo non è quello delle intolleranze, bensì autoimmunitario contro il glutine. • Contengono glutine molti cereali: grano, orzo, spelta, kamut, farro e segale; l’avena spesso è lavorata insieme a questi, quindi anche se non contiene glutine va evitata. Pisa AIP Incontro medici-pazienti 11/03/2017 Pagina 11 di 12 Dott.ssa Valeria Rocchi Allergie e intolleranze 11:30 – 12:00 • Incidenza: 1:100 – 1:150 • In Italia 450mila casi circa, molti non ancora diagnosticati. • Non è un’allergia, ma il meccanismo è immunitario. • Il glutine viene fagocitato dalla cellula intestinale, che viene perciò riconosciuta da linfociti specifici per il glutine e distrutta. • Atrofia della mucosa intestinale, che causa malassorbimento. • La mucosa intestinale si ripristina dopo 6 mesi di dieta senza glutine. • Esiste una predisposizione genetica: sintomatologia già dallo svezzamento. Sintomatologia • Tipica: esordisce allo svezzamento ➢ Diarrea ➢ Arresto di crescita • Atipica: esordio tardivo ➢ Sintomatologia intestinale ➢ Sintomi extra-intestinali: anemia ecc. (vedi sotto) • Silente ➢ Nessun sintomo • Potenziale ➢ Esami sierologici positivi ma biopsia intestinale normale ➢ I soggetti con celiachia potenziale potrebbero diventare celiaci anche se non hanno ancora sviluppato la malattia al momento della diagnosi Manifestazioni cliniche nell’adulto • Sintomi gastrointestinali ➢ Diarrea ➢ Dolore e distensione addominale ➢ Anoressia • Sintomi extra-intestinali ➢ Anemia (sintomo: debolezza) ➢ Osteoporosi (calcio) ➢ Crampi muscolari (potassio) ➢ Neuropatie periferiche ➢ Disordini riproduttivi ➢ Dermatite erpetiforme ➢ Alopecia Terapia: evitare il glutine • Il glutine si trova nei cereali di cui sopra (grano, orzo, spelta, kamut, farro e segale; evitare anche l’avena, spesso contaminata da altri cereali): usare farine di patate, castagne, ceci • Evitare anche minime dosi di glutine (la patologia è immunitaria specifica, non è dosedipendente) Nei nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza del Ministero della Salute) la celiachia non è più definita come “malattia rara” bensì come malattia cronica. 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