Cosa significa la parola evoluzione?

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Cosa significa la parola evoluzione?
Deriva dal latino “evolvere” ossia srotolare oppure svolgere. Sfogliando un vocabolario
italiano possiamo leggere la seguente definizione: “Graduale perfezionamento delle
specie animali e vegetali, dalle forme più semplici a quelle più complesse” . Ma
veramente questa definizione è la più corretta per l'evoluzione biologica? Secondo me no
per almeno tre motivi:
1.
Quasi tutti gli attuali gruppi (phila) di animali sono comparsi sulla Terra in modo
quasi simultaneo tra 530 e 525 milioni di anni fa, in un periodo di tempo molto breve
(5 milioni di anni) chiamato esplosione del Cambriano. Fino a pochi anni fa, pero’,
non erano mai stati trovati fossili di vertebrati risalenti a questo periodo. Questa
assenza poteva essere una speranza per chi desiderava considerare il nostro
gruppo “superiore” o più evoluto in una direzione prevedibile. Nel 1999, pero’, alcuni
scienziati, esaminando un bizzarro fossile proveniente dal sito di Chengjiang nella
Cina meridionale, si resero conto di essere di fronte a un vero e proprio vertebrato
a cui diedero il nome di Haikouichthys.
Infatti, questo animale, lungo solamente 3 centimetri, benché non possieda né
vertebre né ossa, è presenta una serie di caratteristiche tipiche del nostro phylum:
muscoli laterali disposti a zig-zag, notocorda (un rigido cordone di sostegno
precursore della colonna vertebrale) e una serie di aperture pari nella faringe che
nei pesci successivi presero a funzionare principalmente come branchie mentre nei
vertebrati ancestrali erano probabilmente utilizzate come organi per la filtrazione
degli alimenti. Inoltre vicino alla notocorda sono presenti dieci strutture, simili a
dischetti, molto simili a vertebre cartilaginee.
2.
I Dicyemida sono un gruppo di organismi considerati molto primitivi per l’estrema
semplicità’ della loro struttura. Vivono all'interno degli organi escretori dei calamari e
delle piovre. Sono costituiti da un’unica cellula centrale (che genera le cellule
riproduttive) e un solo strato esterno di circa 40 cellule ciliate. Due di queste
formano una rozza “bocca” attraverso la quale il parassita si attacca ai tessuti
dell’ospite. Nel 1999, un gruppo di scienziati ha trovato in una specie un gene che
si trova SOLO negli organismi pluricellulari “superiori”. Quindi i Dicyemida derivano
da animali superiori e sono andati incontro a un’enorme semplificazione anatomica
nel corso dell’adattamento alla vita parassitaria.
3.
Spesso la tendenza apparente di un insieme di dati è una falsa lettura perché
concentriamo la nostra attenzione SOLO sui valori estremi e non sull'insieme
intero. Proviamo a capire questa affermazione con un esempio. Un giorno viene
affidato un lavoro ad un gruppo di dieci ragazzi che vengono retribuiti con 100 euro
(in media 10 euro a testa). Il giorno successivo lo stesso gruppo guadagna 200
euro (ossia 20 euro a testa). Possiamo affermare senza nessun dubbio che ogni
ragazzo ha guadagnato il doppio? Non sempre e’ cosi’. Se ci concentriamo solo sui
valori medi, rischiamo di perdere di vista il sistema nel suo complesso. Osserviamo
il grafico. Il primo giorno il primo ragazzo non ha guadagnato nulla, otto suoi
compagni hanno guadagnato 10 euro e il decimo ragazzo 20 euro. Totale 100 euro.
Il secondo giorno il primo ragazzo ha continuato a non guadagnare, i suoi otto amici
hanno continuato a guadagnare 10 euro, mentre il decimo ragazzo ha guadagnato
120 euro. Totale 200 euro. La media complessiva e’ aumentata a causa
dell’aumento della variazione ma il valore più’ frequente rimane costante. In questo
caso un buon modo per valutare l’insieme di dati non e’ la media ma la MODA ossia
il dato più’ frequente. La maggior parte dei ragazzi continua a guadagnare 10 euro.
Questo capita quando la distribuzione dei dati non e’ simmetrica e la curva e’
spostata verso destra. Ovviamente un ragazzo non può’ guadagnare meno di zero
per cui a sinistra e’ presente un muro insormontabile. Siamo portati a pensare che
in questo insieme di dati vi sia una tendenza perché ci concentriamo sui valori
estremi e perdiamo di vista l’insieme dei dati. Qualcosa di simile capita anche nella
storia della vita sulla Terra. Osserviamo i due grafici. La prima forma di vita che e’
comparsa sulla Terra (3,5 miliardi di anni fa) e’ un batterio formato da un’unica
cellula. La vita non può’ essere più semplice di cosi’. Abbiamo un muro sulla
sinistra. L’unica direzione aperta e’ quella verso destra: una crescente complessità’
non e’ una tendenza del sistema ma solo il limite di una distribuzione che si
espande quando cresce la diversità complessiva. Concentriamo la nostra
attenzione su questa coda destra perché desideriamo una qualche giustificazione
evoluzionistica per la percezione che abbiamo di noi stessi come culmine
prevedibile dell’evoluzione. Il progresso, quindi, e’ una pia illusione perchè il
presunto movimento della vita verso il progresso e’ legato alla nostra MIOPE
attenzione alla coda di una distribuzione la cui MODA (in senso statistico) NON si e’
mai spostata da una cellula molto semplice. Gli organismi che normalmente
consideriamo più “avanzati” presentano un aumento della complessità’ media ma la
MODA rimane costante, Infatti sono presenti più batteri nell'intestino di ogni uomo di
quante siano tutte le persone sulla Terra. I batteri occupano qualsiasi ambiente
dalle zone più’ fredde, i ghiacci eterni, alle zone più’ calde, i vulcani sottomarini
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