Outlook 2016: per UniCredit l`Europa cresce grazie alla

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COMUNICATO STAMPA
Outlook 2016: per UniCredit l’Europa cresce grazie
alla domanda interna
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Nella zona euro il PIL dovrebbe crescere dell’1,9%, grazie principalmente alla
domanda interna
Per l’Italia è prevista una crescita dell’1,4%
L’economia statunitense (+2,6%) rimarrà uno dei principali motori della crescita
globale
Le politiche monetarie statunitense e dell’eurozona inizieranno a divergere a
dicembre 2015, quando la Fed inizierà ad alzare i tassi, mentre la Bce dovrebbe
espandere il QE di 500 miliardi e tagliare il tasso sui depositi di 10-15 punti base
Il rapporto euro-dollaro si indebolirà nel breve termine, ma ci aspettiamo una ripresa
a 1,12 entro la fine del 2016
La curva dei titoli di Stato americani dovrebbe muoversi al rialzo più velocemente di
quanto attualmente prezzato dai mercati, mentre la curva del Bund sarà
temporaneamente compressa dal QE2. I rendimenti del Bund torneranno a crescere
solo tra la primavera e l’estate
L’azionario europeo e le obbligazioni high yield saranno supportati dalla politica
espansiva della BCE e dalla ripresa economica
■ In questo outlook presentiamo le nostre previsioni per l’economia globale e i mercati
finanziari nel 2016/2017. E’ importante segnalare che le nostre previsioni sono state
finalizzate appena prima degli attentati di Parigi del 13 novembre. Questi tragici eventi
aggiungono incertezza all’outlook, dal momento che sia la risposta politica sia le reazioni
del settore privato sono ignote al momento. Tuttavia, riteniamo che le nostre assunzioni
principali per il 2016 e il 2017 rimangano valide.
■ Ci aspettiamo un’accelerazione della ripresa nella zona euro nel 2016, con crescita del PIL
dell’1,9%. Questa crescita, superiore al potenziale e alla stima di consenso, continuerà a
essere guidata principalmente dalla domanda interna, che dovrebbe mitigare il difficile
contesto esterno. La politica fiscale è ora diventata leggermente espansiva, in parte a
causa della maggiore spesa legata alla gestione della crisi dei rifugiati.
■ L’inflazione “core” continuerà a crescere, ma a un tasso contenuto. Nelle nostre previsioni
l’inflazione difficilmente raggiungerà il target della BCE nei prossimi 2 anni, portando
inevitabilmente a un aumento dello stimolo monetario. Ci aspettiamo che a dicembre
venga annunciato un QE2 di circa 500 miliardi di euro e un taglio al tasso sui depositi di
10-15 punti base.
■ L’economia italiana dovrebbe crescere dell’1,4% nel 2016 e dell’1,2% nel 2017. I consumi
privati rimarranno solidi nel 2016. Anche gli investimenti daranno il loro contributo grazie
alla ritrovata fiducia delle imprese, alla migliore redditività e al declino significativo dei tassi
di interesse sui prestiti, insieme agli incentivi fiscali per gli investimenti in macchinari. La
ripresa nel mercato del lavoro continuerà a un ritmo simile a quello del 2015. Il tasso di
disoccupazione diminuirà gradualmente verso l’11,0% nel 2017 (circa un punto
percentuale in meno del 2015). Ci aspettiamo che il deficit pubblico continuerà a diminuire
al 2,4% nel 2016 e all’1,4% nel 2017, e che il rapporto debito/PIL abbia raggiunto il picco
nel 2015. Il passo di riduzione del debito pubblico accelererà in modo significativo nel
2017.
■ Fuori dall’eurozona ci aspettiamo un quadro eterogeneo. L’economia americana rimane
uno dei principali motori della crescita mondiale nel 2016. Ci aspettiamo che il PIL si attesti
al 2,6%. Con un output gap in ulteriore riduzione e un mercato del lavoro vicino alla piena
occupazione, ci aspettiamo che la Federal Reserve inizi ad alzare i tassi alla prossima
riunione di metà dicembre, cui seguiranno 3 ulteriori rialzi nel 2016.
■ La combinazione di questi fattori comporterà una pressione temporanea al ribasso
sull’euro. In ogni caso, in chiaro contrasto con le attuali previsioni del mercato, riteniamo
che l’euro sia vicino ai suoi minimi e che si rafforzerà di nuovo nella seconda metà del
2016. Il surplus delle partite correnti e gli afflussi di capitali esteri supporteranno
l’apprezzamento dell’euro, la cui debolezza attuale rimane in gran parte causata dalla
politica monetaria della BCE.
■ In Europa centrale è probabile che la crescita continui ad un tasso sostenuto del 3,0/3,5%,
mentre in Russia la contrazione sta rallentando. Ci aspettiamo che i tassi di crescita in
Turchia siano leggermente più alti, ma rimarranno ben al di sotto dei livelli pre-2013.
■ I mercati emergenti continueranno a essere in ritardo rispetto alla crescita globale. Per il
2016, ci aspettiamo tassi di crescita leggermente più elevati rispetto al 2015. La crescita in
Cina continuerà a rallentare moderatamente, attestandosi intorno al 6,5%. Ma le autorità di
Pechino saranno pronte a intervenire se necessario. Nel frattempo, la crescita in altri Paesi
emergenti potrebbe riprendere in maniera moderata.
■ Politiche monetarie divergenti in Europa e Stati Uniti dovrebbero spingere la curva dei titoli
di stato americani a un livello di rendimenti superiore rispetto a quanto prezzato dal
mercato. Nel frattempo, la curva del bund verrà compressa, almeno temporaneamente, dal
QE2. In primavera o all'inizio dell'estate 2016 i movimenti dei titoli americani e europei
potrebbero tornare a riallinearsi, con il rendimento Bund a dieci anni allo 0,75% entro la
fine del 2016. Ci aspettiamo che lo spread tra core-periferia si restringa nel medio
termine.
■ In generale, la ripresa più forte del previsto e una politica aggressiva della BCE
supporteranno le azioni europee e le obbligazioni ad alto rendimento.
Milano, 17 novembre 2015
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