Macro 4 Modello keynesiano: il settore “reale” La macroeconomia “keynesiana” La macroeconomia si occupa di studiare i meccanismi di determinazione delle grandezze economiche aggregate, così come definite dalla contabilità economica nazionale. La macroeconomia nasce con l’opera di J. M. Keynes (1936). Keynes negò la validità di alcune proposizioni tradizionalmente presenti nel pensiero economico “neo-classico”, in particolare per quel che riguarda: 1 – gli automatismi del mercato e la “legge degli sbocchi” 2 – gli effetti della flessibilità salariale 3 – la teoria monetaria e la teoria del saggio di interesse Ancona Settore reale 2 1 Automatismi del mercato e “legge degli sbocchi” Keynes nega che gli automatismi di mercato spingano il prodotto al suo massimo livello possibile: gli imprenditori tendono a produrre solo ciò che il mercato assorbe. É la domanda aggregata la grandezza che, in breve periodo, determina l’equilibrio macroeconomico. DA ≡ C + G + I + (E – Q) C Consumo (privato) G Spesa pubblica (spesa Governativa) I Investimento lordo E Esportazioni Q Importazioni NX = E – X (esportazioni nette) Ancona Settore reale 3 Automatismi di mercato e “legge degli sbocchi” Condizione di Equilibrio macroeconomico: DA = Y Per Keynes DA Y DA Y* D DA = Y [45°] B A O Ancona E Settore reale C Y* 4 2 Funzione del Consumo – 1 Per Keynes è la domanda aggregata che, in breve periodo, determina l’equilibrio macroeconomico. Esaminiamone le componenti iniziando dal consumo. Nell’analisi della spesa aggregata di consumo la teoria keynesiana assegna un ruolo rilevante al livello del reddito nazionale disponibile. Yd = Y – T Secondo Keynes la spesa per consumo è funzione crescente del livello del reddito (disponibile). Keynes chiama propensione marginale al consumo il rapporto tra variazione del reddito e variazione della spesa per consumo. Per Keynes la propensione marginale al consumo è positiva ma minore di 1 0<c<1 Ancona Settore reale 5 Funzione del Consumo – 2 C = f(Y,T) = C0 + cYd = C0 + c(Y - T) = C0 + cY – cT C1 > Y1 C2 = Y2 C3 < Y3 C C = C0 + c•Yd C0 O Ancona Y1 Y2 Settore reale Y3 Yd 6 3 Funzione del Consumo e Risparmio Per Keynes il risparmio non è altro che reddito non consumato, cioè mancata spesa. Il risparmio, quindi, può essere definito come la differenza tra reddito nazionale disponibile e spesa per Consumo: S = Yd – C = (Y – T) – C Keynes chiama propensione marginale al risparmio il rapporto tra variazione del reddito e variazione del risparmio. Per Keynes la propensione marginale al risparmio è positiva e minore di 1. 0<s<1 Poiché il reddito disponibile se non è consumato è risparmiato, deve necessariamente essere: c+s=1 Ancona Settore reale 7 Funzione del Risparmio S = Yd - C = Yd - (C0 + c•Yd) = - C0 + (1 - c)•Yd = - C0 + s•Yd O Y1 Y2 Y3 Yd - C0 S1 < 0 Ancona S2 = 0 Settore reale S3 > 0 8 4 Investimento Nella teoria macroeconomica l’ Investimento lordo è la spesa complessiva che le imprese sostengono per allargare o rinnovare la loro dotazione di capitale: I= K Per Keynes la spesa per investimenti, I , dipende (moderatamente) dal saggio di interesse e (fortemente) dallo stato delle aspettative. Il saggio di interesse, come vedremo, è considerato da Keynes una grandezza “monetaria” poiché esso si forma attraverso l’incontro della domanda e dell’offerta di moneta. Le aspettative sono per Keynes un dato esogeno e sono molto volatili: esse possono improvvisamente migliorare o peggiorare secondo facendo salire o scendere altrettanto improvvisamente gli investimenti complessivi. Ancona Settore reale 9 Investimento e tasso di rendimento atteso Si chiama tasso di rendimento atteso di un progetto di investimento il tasso r capace di garantire la seguente uguaglianza: I= R1 R2 Rn + + ... + 2 (1 + r ) (1 + r ) (1 + r ) n I valori dei redditi attesi, R , dipendono dallo stato delle aspettative. r (saggio di rendimento atteso) esprime quindi aspettative di guadagno. La spesa viene realizzata se il tasso di rendimento atteso è maggiore o uguale al saggio di interesse corrente sul mercato: r Ancona i Settore reale 10 5 Tasso di rendimento atteso e Funzione dell’investimento r (r = i) 0,12 N°progetti Investimento necessario Importo cumulato 2 10.000 10.000 0,11 0 = 10.000 0,10 3 5.000 15.000 0,9 7 15.000 30.000 0,8 5 6.000 36.000 Al diminuire del saggio di interesse aumenta la spesa totale per investimenti Ancona Settore reale 11 La funzione dell’investimento (forma lineare) I= - a•i Il parametro esprime le aspettative imprenditoriali ; il parametro a esprime la sensibilità degli investimenti al saggio di interesse. r i0 I= O Ancona I0 Settore reale I1 - a•i I 12 6 Spesa pubblica e tassazione Il modello keynesiano nasce come modello di politica economica e prevede la presenza dell’operatore pubblico (Stato). Lo Stato influenza la domanda globale in via diretta attraverso la spesa pubblica corrente (in beni e servizi) ed attraverso l’investimento pubblico. Considereremo, per semplicità, che l’autorità di governo abbia pieno controllo della spesa pubblica complessiva: G = G* É opportuno ricordare che lo Stato influenza la domanda globale anche in via indiretta, attraverso la tassazione: T = T(Y) = t•Y ed attraverso i trasferimenti correnti e in conto capitale alle famiglie ed alle imprese (non ne terremo conto sul piano formale). Ancona Settore reale 13 Importazioni ed Esportazioni Nelle economia aperte allo scambio con il Resto del mondo le Importazioni di beni e di servizi rappresentano perdite di domanda aggregata interna, mentre le Esportazioni rappresentano domanda aggregata aggiuntiva rispetto alla domanda interna. Le Importazioni di beni e servizi sono considerate, dati i prezzi e dato il cambio della moneta, come funzioni dirette del livello del PIL: Q = Q(Y) = m•Y (dove m < 1 indica la propensione marginale ad importare). Le Esportazioni, invece, sono considerate variabile esogena e sono il frutto delle decisioni di importazione prese nel Resto del Mondo): E = E* Ancona Settore reale 14 7 Le esportazioni nette Abbiamo già definito le Esportazioni nette come la differenza tra le Esportazioni e le Importazioni. Possiamo perciò scrivere: NX = E* - m•Y Q,E Q = m•Y E** E* Y1 Ancona Y2 Y3 Y Settore reale 15 Il modello completo Il modello completo del settore reale dell’economia è composto dall’insieme delle relazioni che abbiamo passato in rassegna: 1] 2] 3] 4] 5] 6] 7] DA ≡ C + G + I + NX C = C0 + c(Y - T) T = t•Y G = G* I = - a•i NX = E* - m•Y Y = DA (condizione di equilibrio macro) Sette variabili endogene: Variabile esogena: Grandezze parametriche Parametri Ancona DA, C, G, T, I, NX, Y i C0 , G*, , E* c, t, a, m Settore reale 16 8 La Funzione di DA Sostituendo le equazioni 2], 3], 4], 5] e 6] nella 1], la funzione di domanda aggregata del nostro modello generale può essere scritta come: DA] DA = [C0 + G* + ( - a•i) + E*] + [c•(1 – t) – m]•Y L’espressione DA] raggruppa tutte le componenti della domanda aggregata in due gruppi: Il primo addendo: A* = C0 + G* + ( - a•i) + E* che raggruppa tutte le componenti autonome della DA (spesa non dipendente dal livello del reddito) e il secondo addendo [c•(1 – t) – m]•Y che esprime la quota della domanda aggregata che varia al variare del PIL Ancona Settore reale 17 Soluzione e PIL di equilibrio La condizione di equilibrio del PIL implica il rispetto dell’uguaglianza tra offerta domanda aggregata ed offerta aggregata (equazione 7] del modello). Tuttavia la presenza di una variabile esogena (il saggio di interesse) suggerisce che non esista un PIL di equilibrio, ma che esista un PIL di equilibrio per ogni possibile tasso di interesse. Discuteremo più avanti le implicazioni di questo problema. Poiché gli investimenti sono l’unica componente della DA il cui livello vari al variare del tasso di interesse e poiché Keynes giudicava che gli investimenti fossero poco sensibili al tasso di interesse, assumiamo che il tasso di interesse sia determinato esogenamente (e che quindi gli investimenti siano anch’essi una variabile esogena). Tenendo conto di questo assunto, il sistema di equazioni che precede può essere risolto rispetto a Y : A] Ancona Y= [ 1 ⋅ C0 + G * + ( A − a ⋅ i ) + E * 1 − c(1 − t ) + m Settore reale ] 18 9 Il Moltiplicatore keynesiano e le componenti “autonome” della DA La relazione A] Y= [ 1 ⋅ C0 + G * + ( A − a ⋅ i ) + E * 1 − c(1 − t ) + m ] presenta il PIL di equilibrio come il prodotto di due grandezze: B] k= 1 1 = 1 − c(1 − t ) + m 1 − c + ct + m (moltiplicatore keynesiano) e C] [C 0 ] + G * + (A − a ⋅ i ) + E * = A* (insieme delle componenti “autonome” della DA). Essa ammette approfondimenti e sviluppo di casi particolari. Ancona Settore reale 19 Funzione di DA e Moltiplicatore keynesiano La funzione di domanda aggregata del nostro modello generale può essere scritta come: DA] DA = A* + [c(1 − t ) − m]⋅ Y Nella DA] l’addendo A* indica l’insieme delle componenti autonome della DA (spesa non dipendente dal livello del reddito), mentre l’addendo [c(1-t) – m]•Y indica la componente della DA il cui livello varia al variare del reddito. É da notare, inoltre, che l’espressione 0 < [c(1-t) – m] < 1 é, nel suo insieme, una grandezza positiva e minore di 1. Ciò vale quanto dire che anche il denominatore della espressione B] che individua il moltiplicatore è una grandezza positiva e minore di 1: 0 < [1 - c(1-t) + m] < 1 Ancona Settore reale 20 10 Funzione di DA e Moltiplicatore keynesiano Se il denominatore della espressione: B] k= 1 1 = 1 − c(1 − t ) + m 1 − c + ct + m che designa il moltiplicatore è una grandezza positiva ma minore di 1 allora è necessariamente vero che k>1 Ciò vale quanto dire che ogni variazione autonoma di spesa genera tendenzialmente un aumento del PIL maggiore della spesa stessa. In simboli: E] A* Y > A* (si ricorda la condizione perché ciò avvenga è che il denominatore della frazione B] sia una grandezza minore di 1). Ancona Settore reale 21 L’equilibrio macroeconomico in un grafico Y = DA DA DA2 E’ DA1 A* + A* E A A* O Ancona YE Settore reale YE + Y Y 22 11 Moltiplicatore keynesiano – casi particolari L’espressione: B] 1 1 = 1 − c(1 − t ) + m 1 − c + ct + m k= che designa il moltiplicatore cambia se cambiano gli assunti di base ovvero se cambia la formalizzazione delle relazioni macroeconomiche fondamentali. Con riferimento ad un’economia chiusa, essa diventa: B’] k '= 1 1 = 1 − c(1 − t ) 1 − c + ct mentre in una economia chiusa priva di attività finanziaria dello Stato essa diviene: B”] Ancona k" = 1 1− c Settore reale 23 L’equilibrio Risparmio-Investimenti Nella teoria neoclassica l’equilibrio tra Risparmio ed investimento è assicurato dalle oscillazioni del tasso di interesse. Per Keynes il tasso di interesse influenza (moderatamente) il livello degli investimenti ma non ha nessuna influenza sul livello del risparmio. Il Risparmio è una grandezza che varia al variare del livello del Reddito nazionale. Sono le variazioni del Reddito Nazionale che garantiscono l’uguaglianza tra risparmio e investimento: a) Se I > S allora Y cresce e crescendo farà aumentare S ; b) Se I < S allora Y diminuisce e diminuendo farà diminuire S . Nel pensiero keynesiano è il risparmio la grandezza che si adatta al livello dell’investimento. Non esiste un problema di insufficienza del risparmio. Ancona Settore reale 24 12 I limiti della teoria del moltiplicatore La teoria semplificata del moltiplicatore è condizionata da due assunti importanti: a) si assume che il processo di crescita del PIL in termini reali non abbia un limite superiore; b) si assume che i prezzi non cambino al cambiare della DA e del livello del PIL. In proposito ricordiamo che la Teoria generale nasce durante un periodo di grande depressione e che il dibattito di politica economica dell’epoca verteva essenzialmente sui modi combattere il ristagno e la disoccupazione in economie che peraltro non manifestavano squilibri inflazionistici. Nell’analisi di breve periodo di tipo keynesiano i processi di aggiustamento dal lato dell’offerta avvengono modificando le quantità e non i prezzi (almeno fin quando non si sia vicini al livello del PIL potenziale. Ancona Settore reale 25 Il concetto di Prodotto “potenziale” Possiamo definire il Prodotto interno lordo potenziale in termini reali come il livello che il PIL assumerebbe in condizioni di pieno utilizzo degli impianti esistenti e di piena occupazione della forza lavoro disponibile. Il Prodotto interno lordo potenziale è un limite superiore alla produzione in termini reali. In breve periodo tale limite è non superabile in termini reali. In breve periodo se la DA eccede il livello del PIL potenziale l’unico modo per “colmare” l’eccesso di domanda è l’inflazione. In lungo periodo il livello del PIL potenziale è soggetto a continui spostamenti in avanti per effetto del processo di accumulazione di capitale fisico, di nuovi saperi tecnologici e di crescita quantitativa e qualitativa della forza lavoro. Ancona Settore reale 26 13 Prodotto potenziale, livello dei prezzi e curva d’offerta aggregata P P* O Y1 Ancona Y2 Y Y* Settore reale 27 La curva di Phillips variazione dei salari e disoccupazione: maggiore il livello della disoccupazione, (minore il potere contrattuale dei lavoratori), più contenuta la variazione dei salari. legenda = tasso annuo di variazione dei salari monetari u = tasso di disoccupazione tasso (medio) annuo di crescita della produttività Ancona O u1 u0 Settore reale u 28 14 La curva di Phillips modificata Disoccupazione e dinamica dei prezzi: dato il saggio di variazione della produttività, la dinamica dei salari tende a trasformarsi in dinamica dei prezzi secondo la relazione: = Legenda = tasso annuo di variazione dei prezzi u = tasso di disoccupazione u0 = NRU (tasso “naturale” di disoccupazione) Ancona O u0 Settore reale u 29 15