VIRUS DELL’EPATITE C HCV:è l’agente etiologico dell’epatite di tipo C. Genotipi: HCV è un virus molto eterogeneo e , ad oggi sono stati identificati 6 genotipi principali(indicati con un numero che va da 1 a 6) e più di 70 sottotipi indicati con una lettera minuscola (1a,1b,1c, 2a, 2b ecc.). La distribuzione dei genotipi varia in rapporto alle diverse aree geografiche. (Vedere Tabella 1) In un soggetto normalmente è presente un solo genotipo costituito però da una popolazione virale in cui predomina quantitativamente un genoma definito “master” e da un insieme di genomi minori che differiscono dal ceppo predominante anche di una singola base (quasispecie) La presenza di più genotipi è possibile (ad esempio in seguito ad esposizione ripetuta a virus di genotipo diverso) ma è un evento molto raro. Epidemiologia: Circa 130-210 milioni di persone (3% della popolazione mondiale) ha un’infezione cronica da HCV con prevalenze diverse a seconda delle aree geografiche:in Europa varia tra lo 0,4% e il 3%. Modalità di trasmissione: Si trasmette principalmente per via ematica: trasfusione (evento molto raro dopo l’introduzione delle screening delle donazioni nel 1992) puntura accidentale con ago infetto, scambio di aghi per inoculo di droga, nascita da madre infetta (poco frequente). La trasmissione per via sessuale è poco efficiente Patologia: L’infezione acuta è asintomatica nel 50-90% dei casi e progredisce ad infezione cronica nel 50%-90%.. L’infezione cronica solo eccezionalmente va incontro a guarigione ed evolve a cirrosi nel 10-40% dei casi. La progressione è favorita da cofattori quali consumo di alcool, diabete mellito, acquisizione dell’infezione in età avanzata, presenza di coinfezione con HIV o altri virus epatitici. In circa il 4% (per anno) dei pazienti con cirrosi si hanno complicanze fatali e nell’1-5% (per anno)compare epatocarcinoma(HCC). Manifestazioni extraepatiche: HCV può essere responsabile di manifestazioni extraepatiche quali crioglobulinemia, lichen planus, porfiria cutanea tarda, sialoadeniti linfocitiche, glomerunofriti membranose ed è associato a linfomi non-Hodgkin. Terapia: vi sono terapie consolidate (terapia standard: Interferone (INF) pegilato + ribavirina) per le infezioni croniche la cui efficacia è condizionata sia dalle caratteristiche del virus che dell’ospite. Importanti in particolare sono i genotipi e le variazioni a carico del gene IL28B (Interleuchina 28B:le interleuchine sono proteine secrete da cellule del sistema immunitario (linfociti, cellule natural killer (NK), monociti, macrofagi, granulociti polimorfonucleati, cellule dendritiche) ed, in alcuni casi, anche da cellule endoteliali e cellule epiteliali durante la risposta immunitaria. Grazie ad esse si innescano meccanismi di comunicazione cellulare che permettono di coordinare l’attività del sistema immunitario e di condizionare l’attività di altre cellule) che codifica la proteina Interferon (IFN)-l3 implicata nella risposta immunitaria anti- HCV. Il genotipo 1 risponde in modo decisamente inferiore rispetto ai genotipi 2 e 3: nel caso del genotipo 1 si ha infatti risposta nel 40%-50% dei casi , mentre si arriva al 70%80% per i genotipi 2 e 3. Inoltre se il paziente ha un’infezione da HCV genotipo 1 due sono i polimorfismi di IL28B associati alla risposta alla terapia standard: rs12979860 ed rs8099917 rs12979860: genotipo C/C= maggiore probabilità di risposta rispetto ai genotipi C/T e T/T rs8099917: genotipo T/T= maggiore probabilità di risposta rispetto ai genotipi G/T e G/G Attualmente sono in fase di introduzione nuovi farmaci che riconoscono bersagli virali specifici e che sembra possano migliorare i risultati fino ad ora ottenuti. Diagnosi di laboratorio: la diagnosi di infezione si basa sulla presenza di anticorpi specifici anti-HCV(test di screening) e sulla presenza di HCV RNA, indice di infezione attiva. Nei pazienti immunosoppressi gli anticorpi possono essere assenti e l’unico marcatore di infezione in tal caso è HCV RNA. Nelle infezioni croniche la viremia può essere intermittente. L’analisi quantitativa di HCV RNA è importante per la definizione del protocollo terapeutico e per il follow up della terapia, l’identificazione del genotipo per definire il protocollo terapeutico sia in termini di dosaggio che di durata, l’analisi dei polimorfismi di IL28B per valutare la probabilità di risposta alla terapia nei casi di infezione da genotipo1. Tabella 1 Genotipo 1 Sottotipi: 1a,1b,1c,1d,1e,1f,1g,1h,1i,1j,1k, 1l Genotipo 2 Sottotipi: 2a,2b,2c,2d,2e,2f,2g,2h,2i,2j,2k, 2l,2m,2n,2o,2p,2q Genotipo 3 Sottotipi: 3a,3b,3c,3d,3e,3f,3g,3h,3i,3k Genotipo 4 Sottotipi: 4a,4b,4c,4d,4e,4f,4g,4h,4i,4j,4k, 4l,4m,4n,4o,4p,4q,4r,4t Genotipo 5 Sottotipi: 5a Genotipo 6 Sottotipi: 6a,6b,6c,6d,6e,6f,6g,6h,6i,6j,6k, 6l,6m,6n,6o,6p,6q