PROGETTI A CONCORSO 2009-2010 - VINCITORI PROGETTO N. 31 CDR / 719/04 RESPONSABILE PROGETTO: GIORGIO BOLIS FINANZIAMENTO: € 40.000,00 Ricerca di geni espressi nelle cellule del cumulo ooforo, che possano essere utilizzati come marker per la valutazione della qualità e la selezione degli ovociti nel corso delle procedure di fecondazione assistita, in accordo alla legge 40/2004 sulla Procreazione Medicalmente Assistita. La Legge 40 obbliga a fecondare al massimo tre ovociti. La loro selezione è quindi cruciale nella fecondazione in vitro per aumentare le probabilità di gravidanza. Attualmente la scelta si basa solamente su valutazioni morfologiche non molto efficienti. Lo studio di ulteriori parametri costituisce un passo importante per selezionare gli ovociti con una maggiore possibilità di sviluppo. Le cellule del cumulo durante lo sviluppo follicolare e l’ovulazione sono connesse all’ovocita tramite gapjunction che creano una reciproca interconnessione. Nell’ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo) queste cellule vengono rimosse dall’ovocita maturo prima della fecondazione, quindi si prestano all’analisi senza alterare il protocollo d’inseminazione. Obiettivo del lavoro è verificare eventuali differenze di espressione di alcuni geni nelle cellule del cumulo ooforo e correlarle con la possibilità di sviluppo dei relativi ovociti. A tal fine si confronteranno i livelli di espressione sia nei campioni prelevati dagli oociti che portano ad embrioni di buona qualità, sia in quelli che danno embrioni di scarsa qualità. In letteratura sono riportati vari studi che indagano nelle cellule del cumulo l’espressione dei geni a valle del GDF9 (growth differentation factor 9), un prodotto dell’ovocita che attiva diversi geni in queste cellule. Tra questi vi sono GREM1, HAS2 e PTX3, già precedentemente studiati da questo gruppo di ricerca. Un recente lavoro ha invece individuato, tramite analisi con microarrays, geni appartenenti ad altri pathways, che mostrano differenze di espressione statisticamente significative tra cellule del cumulo di ovociti da cui originano embrioni con maggiori possibilità di impianto e quelle di ovociti da cui originano embrioni di scarsa qualità: CCND2 (cyclin D2), CTNND1 (catenin delta-1), CXCR4 (chemokine receptor 4), DHCR7 (7dehydrocholesterol reductase), DVL3 (dishevelled dsh homolg 3), GPX3 (glutathione peroxidase 3), HSPB1 (heatshock 27 kDa protein 1) e TRIM28 (tripartite motif-containing 28). Non ci sono in letteratura altri dati che supportino o smentiscano tali risultati. Per questo motivo, verranno indagati alcuni di questi geni in modo da confermarne o meno la correlazione con i processi coinvolti nella fecondazione e/o nello sviluppo embrionale. I campioni saranno costituiti da cellule del cumulo ooforo di donne che si sottopongono a fecondazione assistita con induzione della superovulazione e fecondazione tramite ICSI. Il materiale sarà prelevato dalle pazienti previo consenso informato. Saranno escluse dal progetto le donne di età superiore ai 38 anni o che abbiano a disposizione un solo ovocita maturo, inoltre saranno incluse quelle sottoposte a stimolazione ormonale con rFSH e soppressione dell’attività del GnRH tramite analogo o antagonista del GnRH stesso. Le cellule del cumulo saranno isolate dai singoli ovociti mantenendo corrispondenza univoca tra l’ovocita inseminato e le cellule del cumulo ad esso associate. Nei tre giorni di sviluppo in vitro, saranno quotidianamente registrate le caratteristiche morfologiche dello zigote e degli embrioni sviluppatisi. Per la raccolta dei campioni, dopo il prelievo degli oociti, le cellule da sottoporre ad analisi saranno prelevate tramite dissezione di una parte del cumulo ooforo da ogni ovocita scelto per essere fecondato. Tutti i campioni verranno identificati in modo da poter risalire facilmente all’oocita da cui derivano e stoccati nella maniera opportuna (a -80°C oppure in azoto liquido). Per lo studio saranno necessari almeno 200 oociti provenienti da circa 70 donne diverse. Gli oociti saranno fecondati tramite ICSI dopo circa 3 ore dal pick up; per il tempo dello sviluppo in vitro (3 giorni) lo zigote sarà valutato per le sue caratteristiche morfologiche che si tradurranno nella definizione di “embrioni di buona qualità” oppure “embrioni di cattiva qualità” secondo il sistema Veeck (An Atlas of Human Gametes and Conceptus: An Illustrated Refernce for Assisted Reproductive Technology, essenzialmente basato sull’osservazione morfologica). Tutte le caratteristiche delle pazienti, degli oociti da cui saranno raccolte le cellule del cumulo e degli embrioni da essi derivati, saranno riunite in un database. In seguito verranno valutati eventuali fattori di confondimento (es. stimolazione ormonale, fattore di infertilità). Dalle cellule del cumulo sarà estratto l’RNA, retrotrascritto ed in seguito analizzato utilizzando la metodica della Real-Time PCR, con sonde TaqMan per ognuno dei geni che si intende indagare (Assay on Demand, Applied Biosystems). Il valore dell’espressione relativa sarà calcolato con il metodo del 2 -ΔCt impiegando come endogeno il gene HPRT (hypoxanthine phosphoribosyltransferse 1). Infine i risultati saranno elaborati tramite test statistici per verificare la presenza di differenze di espressione statisticamente significative tra i due gruppi di ovociti dai quali si formano embrioni di buona o scarsa qualità. Tra i geni candidati si valuterà la possibilità di individuare uno o più “marcatori” che possano essere utili predittori dell’esito della fecondazione e dello sviluppo embrionale. In merito ai risultati raggiunti si potrebbe sviluppare una metodica di biologia molecolare, basata sull’analisi dell’espressione genica, che possa essere prognostica per la riuscita della fecondazione e di un buon sviluppo embrionale da affiancare alla scelta morfologica e inoltre, che sia in grado di essere effettuata nel tempo che intercorre tra la raccolta degli oociti e la loro fecondazione.