Il Resto del Carlino Fibrosi cistica, una molecola innovativa Vittorio

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05 maggio 2016
Il Resto del Carlino
Fibrosi cistica, una molecola innovativa
UNIFE protagonista di un nuovo importante passo in avanti nella lotta alla fibrosi cistica.
Negli Stati Uniti è stato concesso il brevetto per l’utilizzo della molecola ‘trimetilangelicina’
come correttore del gene che mutato causa la fibrosi cistica, in cellule epiteliali bronchiali. I
diritti del brevetto appartengono all’Università di Ferrara, all’Azienda Ospedaliera
Universitaria di Verona, all’Università di Bari e a Rare Partners, azienda biofarmaceutica
senza scopo di lucro che si occupa dello sviluppo di nuove terapie e diagnostici nel campo
delle malattie rare, che ha curato la gestione del brevetto. La designazione di Tma come
farmaco orfano per il trattamento della fibrosi cistica era già stata concessa a Rare
Partners dall’Agenzia Europea per i Medicinali nel 2013. Inventori del brevetto sono
Roberto Gambari del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife, Giulio
Cabrini del Dipartimento di Patologia e Diagnostica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria
di Verona e Valeria Casavola del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e
Biofarmaceutica dell’Università di Bari. «La fibrosi cistica è una malattia genetica
potenzialmente letale – ci spiega Gambari –. In Europa la sua prevalenza è stimata tra i 7
e i 13 casi su 100mila persone. Un difetto nel gene provoca un’anomala produzione di
muco che causa infezioni polmonari croniche e ostacola la digestione. Le complicazioni
polmonari rappresentano la più grave manifestazione della malattia e la ragione dell’alto
tasso di mortalità tra i pazienti. Le ricerche sono iniziate con studi degli effetti di piante
medicinali su proteine coinvolte nel processo infiammatorio tipico della fibrosi cistica,
finanziate dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica e dalle delegazioni di di Ferrara e
Bologna».
Vittorio Sgarbi torna in Cardiologia
«SONO QUA per dimostrare come i medici di Modena possono rendere un uomo
immortale; potenziargli il cuore rispetto al logoramento che il tempo gli ha attribuito». Ha
esordito così Vittorio Sgarbi appena arrivato al quarto piano del Policlinico, un attimo prima
di mettersi di nuovo nelle mani dei cardiologi che cinque mesi fa gli hanno salvato la vita
con un intervento d’urgenza. Un controllo programmato, quello di ieri, per verificare il
funzionamento dei tre stent inseriti la notte del 16 dicembre dopo un malore improvviso
che colpì il critico d’arte in autostrada. Sgarbi è arrivato al Policlinico intorno alle 9,30 ma
la coronarografia è stata eseguita alle 13 dall’equipe guidata da Giuseppe Boriani e ha
dato esito positivo. Il cuore ‘ribelle’ del ‘Vittorio nazionale’ sta insomma funzionando a
dovere e Sgarbi ha potuto lasciare l’ospedale intorno alle 17,30. Di ottimo umore
nonostante l’allergia che lo tormenta e che è stata oggetto di un’ulteriore visita, il critico
d’arte ferrarese ha scherzato con la sua solita irriverenza insieme ai suoi amici in camice
bianco. Un’amicizia che si è consolidata dopo quella notte di dicembre in cui Sgarbi è stato
colto da un’ischemia proprio nei pressi del casello di Carpi. mentre era in viaggio con il suo
autista tra Brescia e Roma. L’intuizione di uscire al casello di Modena sud fu allora
decisiva. Per l’intelletuale insomma l’equipe del Policlinico rappresenta qualcosa di
speciale. «Ci candidiamo a un nuovo partito che si chiama ‘tutto per il cuore’ – ha
scherzato ancora Sgarbi abbracciando i suoi amici medici –. visto che a Roma il candidato
di centro destra Marchini ha il cuore come simbolo è un segnale ormai chiaro che il centro
del mondo anche politico è il cuore» «E’ stato solo un tagliando quello di oggi – hanno
spiegato Boriani, Cappello, Sgura e Rossi che operarono il critico a dicembre – ci fa
sempre piacere vederlo e dobbiamo dire che si è dimostrato un ottimo paziente».
La Nuova Ferrara
Cona, arrivano i televisori. A pagamento
La travagliata apertura dell’ospedale di Cona, i cedimenti dei pannelli del controsoffitto
durante i primi mesi di attività, i problemi di orientamento e le contromisure proposte per
meglio guidare pazienti e visitatori e, non da ultimo, il nodo parcheggi a pagamento, fino a
questo momento avevano messo in ombra un aspetto, a ben pensare, tutt’altro che
secondario nell’accoglienza dei pazienti, soprattutto in caso di degenze prolungate:
l’assenza di televisori. Gli attacchi ci sono, ma mancano gli apparecchi, e chi voleva un po’
di distrazione scacciapensieri durante la forzata immobilità, doveva arrangiarsi un po’
come poteva. C’è chi si è fatto portare dai familiari il televisore da casa e lo ha collegato
agli attacchi dell’ospedale, e chi invece è ricorso al noleggio, attraverso un esercizio
privato vicino al polo ospedaliero, al prezzo di cinque euro al giorno. Inutile dire che i
malumori non sono mancati e in questi giorni non pochi hanno segnalato alla Nuova
Ferrara il disagio di non poter usufruire di un passatempo per alleggerire le lunghe ore di
degenza. Ma le novità sono dietro l’angolo. La buona notizia è che i televisori stanno
arrivando, quella meno buona e che saranno anche loro a pagamento, seppur con tariffe
concorrenziali rispetto al noleggiatore privato: 5 euro per due giorni (o meglio per due
blocchi da 24 ore) e 10 euro per 5 giorni. Proprio in questi giorni l’azienda ospedalierouniversitaria Sant’Anna sta provvedendo, senza oneri a suo carico, all’installazione degli
apparecchi nei Reparti di Cona. Si tratta di televisori da 22 pollici, integrati all’impianto di
chiamata infermieri di ciascun posto letto e comprensivi di lettori di schede. Il servizio
infatti funzionerà con schede prepagate, acquistabili attraverso le casse erogatrici che si
trovano nel locale soggiorno dei reparti. Si può scegliere dunque se comprare il servizio Tv
per 48 ore spendendo cinque euro, o per cinque giorni (5 blocchi da 24 ore) pagandone
dieci. Il telecomando (accensione, spegnimento, selezione dei canali e regolazione
dell’audio) è integrato nel pannello di chiamata, che resterà prioritario rispetto alle funzioni
televisive. In alcuni reparti dell’ospedale, in realtà, i televisori sono già stati installati,
ovvero in Nefrologia, Ostetricia, Orl e Ortopedia, mentre in Chirurgia generale
l’installazione è ancora in fase di realizzazione. E per chi volesse guardare la televisione
gratis all’ospedale? In questo caso dovrà alzarsi dal letto e andare nell’area comune del
reparto: in sei di queste (ma i reparti non sono stati ancora individuati) saranno installati
altrettanti televisori da 32 pollici. Ma per chi vuole/deve restare a letto e scegliere il suo
programma preferito, non resta che rivolgersi ai distributori di schede prepagate.
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