COMUNICATO STAMPA
CARENZA DI FERRO IN GRAVIDANZA?
FERROGUNA È RISULTATO EFFICACE QUANTO I FARMACI TRADIZIONALI A BASE DI
FERRO SOLFATO, MA PIÙ TOLLERABILE E SENZA EFFETTI COLLATERALI
Uno studio recentemente pubblicato dalla rivista scientifica “Giornale Italiano di Ostetricia e
Ginecologia” (*) ha dimostrato che l’integratore alimentare FerroGUNA ha la medesima efficacia dei
farmaci a base di Ferro Solfato, ad oggi i più usati medicinali nel trattamento dell’anemia nelle donne in
gravidanza. FerroGUNA ha inoltre dimostrato una maggiore tollerabilità, nonché assenza di effetti
collaterali.
Uno stato anemico, anche accentuato, è molto frequente in gravidanza (fino al 20-30% in alcune casistiche) e
il suo trattamento con la somministrazione orale di Sali di Ferro è una vera e propria terapia, nonostante
diversi effetti collaterali a livello gastro-enterico ne abbiano da sempre ridotto la compliance dei pazienti e
dei medici.
Dallo studio clinico multicentrico, aperto, randomizzato e controllato a gruppi paralleli, realizzato da un
gruppo di ricercatori italiani, si è evidenziato come FerroGUNA innalzi significativamente i livelli di
emoglobina nell’arco di 3 mesi di trattamento. L’integratore GUNA non solo ha apportato un aumento
medio di emoglobina superiore a quello considerato come statisticamente significativo, ma si è mostrato
essere anche più graduale nell’effetto rispetto ad altri farmaci a base di Ferro Solfato e dunque più
allineato alla naturale fisiologia dell’organismo rispetto all’integrazione di tipo farmacologico
tradizionale. Inoltre la tollerabilità di FerroGUNA espressa dai soggetti in trattamento è risultata
estremamente elevata.
Sull’importanza di questo studio è intervenuto anche Alessandro Perra, Direttore scientifico del Laboratori
GUNA: “Si tratta di un lavoro clinico molto importante, che attesta non solo l'efficacia ma anche la
sicurezza e l'elevata tollerabilità di FerroGUNA rispetto al farmaco allopatico di riferimento nel
trattamento delle anemie in gravidanza. I risultati ottenuti permettono di affermare che questo integratore
potrà ambire a diventare il prodotto di riferimento per il trattamento delle anemie sideropeniche”.
(*) link all’abstract dello studio pubblicato dalla rivista “Giornale Italiano Ostetricia e Ginecologia”
http://www.giog.it/index.php?PAGE=articolo_dett&ID_ISSUE=652&id_article=5645&abstract=1&fromsea
rch=&ultimo=
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