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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 24 Luglio 2015
Che fu l’ufficiale romano che 2 mila anni fa vendicò la sconfitta di Teutoburgo
La Germania ricorda Germanico
Invece in Italia, come al solito, si fa finta di niente
da Berlino
ROBERTO GIRDINA
D
ivisi dalla storia,
dopo 2 mila anni.
Sempre Germania
contro Italia, anche
se i germani non vanno confusi con i tedeschi di Frau
Angela, e gli antichi romani
non sono gli odierni italiani, come voleva far credere
Mussolini. Non importa.
Sei anni fa, per i 2 mila anni
della disastrosa battaglia di
Teutoburgo, dove, nel 9 dopo
Cristo, Varo perse le sue legioni, in Germania vi furono
congressi, rievocazioni, mostre e vennero pubblicati
almeno una decina di nuovi
saggi. Da noi la ricorrenza
passò quasi sotto silenzio.
Forse è comprensibile, benché non giustificabile: fu
una sconfitta, Varo perse
tre legioni, un decimo delle
forze di Roma. Un shock per
i romani paragonabile alle
torri gemelle di New York.
Un impero, che si ritiene
invincibile, viene colpito al
cuore.
Un gigantesco monumento, a otto chilometri da Detmold, nell’odierna Westfalia,
ricorda la vittoria di Arminio,
che qui chiamano Hermann.
In realtà la battaglia si svolse
un’ottantina di chilometri più
a nord, dalle parti di Osnabrück, e la battaglia non ci fu:
i romani vennero eliminati in
un’imboscata tra boschi e paludi, non si giunse a uno scontro
aperto. E i romani non vi presero parte, escluso Varo che si
tolse la vita. I legionari erano
germanici a loro volta, come
Arminio che aveva militato
sotto l’aquila romana.
Ora mi sembra che stia
passando inosservata anche
la «vendetta» di Roma, sei
anni dopo. Nel 15 d. C., 2 mila
anni fa, Germanico condusse le sue legioni oltre il Reno
per vendicare Varo. A Roma fu
festeggiato per il suo trionfo.
In realtà i romani vinsero, ma
i germanici non furono sconfitti. Le terre del nord furono
dimenticate per prudenza.
Alla spedizione di Germanico
è dedicata una bella mostra
ta sulle coste del nord da una
flotta di mille vascelli. Un’organizzazione logistica realizzata
in modo perfetto: solo il fabbisogno giornaliero in cereali era
di 1.500 tonnellate.
La battaglia di Teutoburgo in un quadro di autore ignoto
al museo di Kalkriese (fino al
1° novembre), dalle parti di
Osnabrück.
Germanico, come Renzi,
era giovane e ambizioso. Nato
ad Anzio nel 15 avanti Cristo,
era figlio di Druso maggiore.
A 19 anni sposò Agrippina
maggiore, nipote di Augusto, da cui ebbe nove figli. Già
nel 10 d. C. è a fianco di Tiberio, nella prima spedizione
in Germania, dopo la disfatta
di Teutoburgo, a evitare che i
germani inebriati dal successo
invadessero la Gallia. Le operazioni si susseguirono fino al
12, ma ci si limitò a controllare
le zone al di là del Reno. Nominato comandante ad appena 30 anni, il 31 marzo del 15
Germanico iniziò un’operazione colossale, alla testa di dieci
legioni, circa 100 mila uomini.
Parte delle truppe fu sbarca-
Le forze nemiche erano
valutate intorno ai 70 mila
uomini. Subito dopo lo sbarco
dei romani, Arminio mobilitò i
suoi combattenti, ma abilmente riuscì a evitare uno scontro
decisivo in campo aperto. Germanico ottenne diverse vittorie
parziali e riuscì a evitare sconfitte decisive. Solo una volta
affrontò Arminio in quella che
parve la battaglia decisiva, ma
alla fine non ci furono né vincitori né vinti. Germanico poté
tornare a Roma da trionfatore,
ma il dominio delle terre del
nord rimase ai germani di Arminio. Morì quattro anni dopo
in Siria, probabilmente avvelenato. Varo era partito con le
sue legioni da Xanten, che si
trova nei pressi di Maastricht,
dove nacque l’euro. La storia
d’Europa ha di questi cortocircuiti, forse casuali, forse no.
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A Golfe-Juan i francesi sono inferociti: è proprietà pubblica È successo in metropolitana a Mosca
Il re dell’Arabia Saudita Selfie, la turista
rosicchia la spiaggia rischia la pelle
famiglia reale viene in vacanza in questo luogo
da 40 anni, ma una cosa del genere non era
ella località francese di Golfe-Juan, in mai accaduta e non si era mai arrivati a questo
Costa Azzurra, non lontano da Can- punto. Lo Stato deve prendere coscienza che
nes, scoppia l’ira dei cittadini contro non è possibile, da un lato, difendere la legge
il re dell’Arabia Saudita. A partire sui litorali contrastando le spiagge private e,
da lunedì scorso la spiaggia pubblica de la Mi- dall’altro, prendersene gioco.
Dalla prefettura cercano di buttare acqua
randole, che confina con la proprietà del monarca, è stata vietata al pubblico su decisione sul fuoco, osservando che è stato rispedito al
mittente il progetto
del prefetto. Una sorta
di mettere una redi privatizzazione. E,
cinzione all’ingresso
come se non bastasse,
della spiaggia e che
i sauditi hanno piazi sauditi si sono imzato una piastra di
pegnati a demolire
cemento destinata ad
la piattaforma di ceaccogliere un ascensomento. Tuttavia, nel
re che dovrà collegare
contesto attuale, non
la spiaggia alla proè possibile la conviprietà.
venza tra un capo di
Non riesce a tratteStato e i bagnanti
nere la propria arrabin un piccolo spazio
biatura Blandine
nel cuore della sua
Ackermann, membro
proprietà.
dell’Associazione per
La residenza dei reali sauditi
In realtà, fanno
la difesa dell’ambiente
di Vallauris, che parla di una cosa impensabile: notare i cittadini e le associazioni ambientaliavere permesso che la legge non fosse rispetta- ste, la spiaggia de la Mirandole non è privata.
ta. Non si è fatta attendere neppure la reazione Ackermann afferma che non è la prima volta
di Jean-Noel Falcou, che appartiene all’oppo- che si assiste a contrasti tra i reali e la poposizione ecologista nella municipalità locale e ha lazione: dalla demolizione dell’edificio originamesso online una petizione per esigere che lo rio con la successiva realizzazione di una villa
Stato intervenga. In pochi giorni hanno aderito ampliata senza alcuna autorizzazione, alla
privatizzazione del sentiero
all’iniziativa 600 persone. Faldi collegamento tra due parti
cou spiega che tutti sono sorLe
due
pagine
di
«Estedella spiaggia. In quest’ultimo
presi e amareggiati per questa
ro
Le
notizie
mai
lette
caso, dopo una disputa legale,
vicenda: è la prima volta che
in Italia» sono a cura
i sauditi furono costretti a riuna spiaggia pubblica viene
pristinare la via.
chiusa nel dipartimento, forse
di Sabina Rodi
perfino in tutta la Francia. La
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DI
MASSIMO GALLI
N
La stazione Kievskaya dove è avvenuto l’incidente
DI
MAICOL MERCURIALI
E
ra impegnata a farsi
una fotografia nella
metropolitana di Mosca e, all’improvviso,
è ruzzolata giù per le scale.
L’incidente ha visto coinvolta una turista italiana di 61
anni nella bellissima stazione Kievskaya della metro
moscovita. La donna è stata
portata in ospedale, dove le
hanno riscontrato un trauma cranico. «Evidentemente
non aveva letto il vademecum
per i selfie sicuri diramato
recentemente dal ministero
dell’interno russo»: è questa
la costatazione più diffusa sui
media di Mosca che hanno
dato notizia dell’incidente. La
signora si stava mettendo in
posa per un selfie in un punto
della stazione che collega due
diverse linee della metropolitana, quando all’improvviso
ha perso l’equilibrio ed è caduta giù per le scale.
Di incidenti come questi
(ma anche con esiti mortali)
se ne sono registrati molti in
Russia. Per questo il ministero (si veda ItaliaOggi del 9
luglio) ha deciso di pubblicare
un opuscolo illustrato su come
scattare un selfie in tutta sicurezza, senza farsi male. La
polizia ha in programma di distribuire il vademecum nelle
grandi città, durante eventi
pubblici e nelle scuole. Forse,
dopo averlo tradotto, dovrebbe
farlo anche con i turisti.
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