CORSO PREPOSTI PER SPECIALIZZAZIONI ELETTROTECNICA-ELETTRONICA-INFORMATICA RISCHIO ELETTRICO Raoul Bedin Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 1 D. Lgs. 81/2008 Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro Art. 2.1.e) Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa; Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 2 D. Lgs. 81/2008 Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro Art. 2.1.a) Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: … l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; … Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 3 D. Lgs. 81/2008 Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro Articolo 19 - Obblighi del preposto 1. In riferimento alle attività indicate all’articolo 3, i preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono: a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta; g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37. Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 4 D. Lgs. 81/2008 Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro Articolo 56 - Sanzioni per il preposto 1. Con riferimento a tutte le disposizioni del presente decreto, i preposti, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, sono puniti: a) con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da 400 a 1.200 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere a), c), e) ed f); b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 800 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere b), d) e g). Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 5 Attività in un Laboratorio di Elettrotecnica-Elettronica-Informatica • Vengono utilizzati: Impianto elettrico a servizio del locale Apparecchiature elettriche Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 6 Impianto elettrico • Deve essere realizzato a regola d’arte (Legge 186 del 1 marzo 1968) • Se realizzato successivamente al 13 marzo 1990 deve essere accompagnato da Dichiarazione di Conformità ai sensi della Legge 46 del 5 marzo 1990 • Se realizzato successivamente al 27 marzo 2008 deve essere accompagnato da Dichiarazione di Conformità ai sensi del DM 37 del 22 gennaio 2008 • Se realizzato prima del 27 marzo 2008 e privo di Dichiarazione di Conformità tale documento può essere sostituito da una Dichiarazione di Rispondenza • Se realizzato dopo il 26 marzo 2008 e privo di Dichiarazione di Conformità? Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 7 Impianto elettrico • Manutenzioni e verifiche: Il datore di lavoro deve provvedere a periodiche manutenzioni dell’impianto elettrico Il datore di lavoro deve provvedere alle verifiche di legge ex DPR 462 del 22 ottobre 2001 con periodicità BIENNALE; le verifiche riguardano gli IMPIANTI ELETTRICI DI MESSA A TERRA e, se presenti, i DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE (caso del Pacinotti) Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 8 Impianto elettrico • Manutenzioni e verifiche: Le verifiche vanno eseguite da ASL, ARPAV o organismi privati individuati dal Ministero delle Attività Produttive, ora dello Sviluppo Economico (ad es.: Ellisse, Kiwa Italia, RINA, ELTI, IMQ) Nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico si trova l’elenco aggiornato degli organismi con l’elenco nominativo dei verificatori A seguito della verifica viene rilasciato il verbale di verifica da conservare Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 9 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) La Direttiva 73/23/CEE del 19 febbraio 1973 (“Direttiva concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al materiale elettrico destinato ad essere adoperato entro taluni limiti di tensione”), cosiddetta “Direttiva Bassa Tensione”, è stata recepita in Italia con la Legge 791 del 18 ottobre 1977, entrata in vigore il 17 novembre 1977 Si applica al materiale elettrico destinato ad essere usato ad una tensione nominale compresa fra 50 e 1000 V in c.a. e fra 75 e 1500 V in c.c., con esclusione di: – – – – – – – – Materiali elettrici destinati ad essere usati in ambienti esposti a pericoli di esplosione. Materiali elettrici per radiologia e uso clinico. Parti elettriche di ascensori e montacarichi. Contatori elettrici. Prese di corrente (basi e spine) a uso domestico. Dispositivi d'alimentazione di recinti elettrici. Disturbi radio-elettrici. Materiali elettrici speciali, destinati ad essere usati sulle navi o sugli aeromobili e per le ferrovie, conformi alle disposizioni di sicurezza stabilite da organismi internazionali cui partecipano gli Stati membri. Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 10 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) • Il materiale elettrico può essere immesso sul mercato SOLO se soddisfa i seguenti Obiettivi di Sicurezza: – Elementi Principali degli Obiettivi di Sicurezza del Materiale Elettrico Destinato ad essere Adoperato entro taluni Limiti di Tensione: 1. Requisiti generali • a) Le caratteristiche essenziali del materiale elettrico, la cui conoscenza ed osservanza sono indispensabili per un impiego conforme alla destinazione ed esente da pericolo, sono indicate sul materiale elettrico stesso oppure, qualora ciò non sia possibile, su una scheda che l'accompagna. • b) Il marchio di fabbrica o il marchio commerciale sono apposti distintamente sul materiale elettrico oppure, se ciò non è possibile, sull'imballaggio. • c) Il materiale elettrico e le sue parti costitutive sono costruiti in modo da poter essere collegati in maniera sicura ed adeguata. • d) Il materiale elettrico è progettato e fabbricato in modo da assicurare la protezione dai pericoli citati ai punti 2 e 3 del presente allegato, sempreché esso sia adoperato in conformità della sua destinazione e osservando le norme di manutenzione. Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 11 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) 2. Protezione dai pericoli che possono derivare dal materiale elettrico In conformità al punto 1 sono previste misure di carattere tecnico affinché: • a) le persone e gli animali domestici siano adeguatamente protetti dal pericolo di ferite o altri danni che possono derivare da contatti diretti o indiretti; • b) non possano prodursi sovratemperature, archi elettrici o radiazioni che possano causare un pericolo; • c) le persone, gli animali domestici e gli oggetti siano adeguatamente protetti dai pericoli di natura non elettrica che, come insegna l'esperienza, possono derivare dal materiale elettrico; • d) l'isolamento sia proporzionato alle sollecitazioni previste. 3. Protezione dai pericoli dovuti all'influenza di fattori esterni sul materiale elettrico In conformità del punto 1, sono previste misure di ordine tecnico affinché il materiale elettrico: • a) presenti le caratteristiche meccaniche richieste in modo da non causare pericolo alle persone, agli animali domestici e agli oggetti; • b) sia resistente a fenomeni di natura non meccanica nelle condizioni ambientali previste, in modo da non causare pericolo alle persone, agli animali domestici e agli oggetti; • c) nelle condizioni di sovraccarico previste, non causi pericolo alle persone, agli animali domestici e agli oggetti. Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 12 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) In sostanza le apparecchiature devono soddisfare le disposizioni in materia di sicurezza delle norme armonizzate (Norme EN) In mancanza di norme armonizzate i singoli stati membri possono fare riferimento a norme CEE-el, IEC o a norme nazionali Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 13 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) Con la Direttiva 93/68/CEE (recepita con D. Lgs. 626 del 25 novembre 1996) si è introdotto l’obbligo della marcatura CE per il materiale destinato ad essere usato in BT L’apposizione della marcatura CE è obbligatoria dal 1 gennaio 1997 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 14 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) La Direttiva 2006/95/CE del 12 novembre 2006, pubblicata sulla GUUE del 27 dicembre 2006, si è limitata ad integrare in un’unica direttiva le due precedenti: 2006/95/CE = 73/23/CEE+93/68/CEE Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 15 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) • • Conclusioni: La apparecchiature immesse in commercio dal 17 novembre 1977 devono essere conformi alla Direttiva BT Dal 1 gennaio 1997 tale conformità deve essere visibilmente espressa dalla marcatura CE ed attestata dalla Dichiarazione CE di conformità Apparecchiature in uso in laboratorio: In possesso di marcatura CE → OK Non in possesso di marcatura CE perché antecedenti al 1997 o, addirittura, nemmeno ricadenti nel campo di applicazione della Direttiva BT perché antecedenti al 17 novembre 1977 → la situazione deve essere valutata Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 16 Apparecchiature elettriche (Direttiva Bassa Tensione) • • Apparecchiature non in possesso di marcatura CE: Se PALESEMENTE NON CONFORMI: Vanno eliminate se non più necessarie o sostituite se ancora necessarie Vanno adeguate se possibile e/o conveniente rispetto alla sostituzione Se si ritiene che possano essere conformi le stesse vanno accuratamente esaminate eseguendo le verifiche che avrebbe dovuto fare il costruttore; se al termine delle verifiche si ritiene che siano conformi la cosa va attestata con una dichiarazione da conservare e allegare alla documentazione dell’apparecchiatura; a questo punto possono essere utilizzate Chi deve compiere queste azioni: Selezione apparecchiature (marcate CE/non conformi/non marcate CE ma potenzialmente conformi): RESPONSABILE DI LABORATORIO (opinione personale) Esame apparecchiatura e attestazione di conformità: il Datore di Lavoro, sotto la propria responsabilità, incarica un tecnico competente (anche interno all’istituto scolastico) Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 17 Attività in un Laboratorio di Elettrotecnica-Elettronica-Informatica • In conclusione: Se nel laboratorio vengono utilizzate solo normali apparecchiature alimentate dalle prese elettriche a servizio del locale (ad es.: computer) una volta accertato che impianto e apparecchiature stesse siano regolari, dal punto di vista del rischio elettrico non è necessario preoccuparsi di altro Se invece si realizzano circuiti di misura o di prova collegando una o più apparecchiature con cavetteria separata e alimentandoli alla rete elettrica, allora è necessario chiedersi come si configura la PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 18 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI • Isolamento principale: isolamento della parti attive necessario per assicurare la protezione fondamentale contro la folgorazione • Isolamento supplementare: isolamento aggiunto a quello principale per assicurare la protezione contro la folgorazione; insieme costituiscono un doppio isolamento • Massa: parte conduttrice, facente parte dell’impianto elettrico, che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie di isolamento, ma che può andare in tensione in caso di cedimento dell’isolamento principale • Guasto di isolamento: cedimento dell’isolamento principale fra parte attiva e massa; in conseguenza di ciò la massa si porta alla stessa tensione della parte attiva • Contatto indiretto: contatto di una persona con una massa o con una parte conduttrice connessa con una massa durante un guasto di isolamento Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 19 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI • Apparecchiatura di classe I: apparecchiatura con massa, isolamento principale e morsetto per collegamento a terra • Apparecchiatura di classe II: apparecchiatura con o senza massa e isolamento doppio o rinforzato , senza morsetto per collegamento a terra • Apparecchiatura di classe III: apparecchiatura con isolamento ridotto perché destinata ad essere usata a bassissima tensione, senza morsetto per collegamento a terra • Apparecchiatura di classe 0: apparecchiatura con massa e isolamento principale, senza morsetto di collegamento a terra • Apparecchiatura di classe IV: apparecchiatura senza massa, con isolamento principale e senza morsetto di collegamento a terra Gli apparecchi largamente più diffusi sono di classe I e II, ma nei laboratori non mancano quelli di classe 0 e IV Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 20 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI • I metodi di protezione sono: Interruzione automatica del circuito in caso di guasto (Sistema TT e TN) Impiego di apparecchi di classe II Separazione elettrica Bassissima tensione Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 21 INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL CIRCUITO IN CASO DI GUASTO • In entrambi i casi (TT: alimentazione dal distributore elettrico in BT; TN: alimentazione in MT) il metodo di protezione si basa sul collegamento all’impianto di terra delle masse degli apparecchi utilizzatori di classe I e sulla presenza sul circuito di alimentazione di un dispositivo in grado di interrompere la stessa in caso di guasto. Quando avviene il guasto di isolamento comincia a circolare una corrente di guasto che percorre i conduttori di fase fino al punto di guasto e torna alla sorgente di alimentazione attraverso: a) i conduttori di protezione, l’impianto di terra dell’utente, il terreno e l’impianto di terra del distributore (TT) b) i conduttori di protezione (TN) • Generalmente nei sistemi TT l’impedenza complessiva del circuito di guasto è maggiore (corrente di guasto minore) che nei sistemi TN (valori tipici: decine di Ampere nel TT, centinaia-migliaia di Ampere nel TN) • Nei sistemi TT l’utilizzo dell’interruttore differenziale come dispositivo di protezione è obbligatorio, nei sistemi TN non lo è, ma è fortemente raccomandato Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 22 INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL CIRCUITO IN CASO DI GUASTO • QUANDO SI CONFIGURA QUESTA SITUAZIONE? Quando si preleva un‘alimentazione a tensione > 50 Vca o >120 Vcc da una presa di servizio o da un banco da laboratorio senza interposizione di trasformatori (BISOGNA CONOSCERE LO SCHEMA DEL BANCO) • COSA SI DEVE FARE IN PRATICA? SI POSSONO UTILIZZARE apparecchi di classe I MA LI SI DEVE COLLEGARE A TERRA NON SI DEVONO UTILIZZARE apparecchi di classe 0 SI POSSONO UTILIZZARE apparecchi di classe II (si ricade in un altro metodo di protezione) e IV (non si configura il contatto indiretto) Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 23 IMPIEGO DI APPARECCHI DI CLASSE II • In questi apparecchi la presenza di un isolamento doppio o rinforzato rende molto bassa la probabilità di un guasto di isolamento • Se il rivestimento dell’apparecchio è metallico un guasto di isolamento provoca un contatto indiretto (tutto il rivestimento è pericoloso se toccato), se invece il rivestimento è isolante un guasto di isolamento provoca un contatto diretto (il pericolo è limitato al punto di guasto) Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 24 IMPIEGO DI APPARECCHI DI CLASSE II • QUANDO SI CONFIGURA QUESTA SITUAZIONE? In ogni caso se si utilizza un apparecchio di classe II (LA SITUAZIONE DIPENDE DALL’APPARECCHIO, NON DAL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE) • COSA SI DEVE FARE IN PRATICA? NIENTE (LA SICUREZZA DIPENDE DALL’APPARECCHIO) Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 25 SEPARAZIONE ELETTRICA • Quando si preleva l’alimentazione elettrica a valle di un trasformatore di separazione (NON E’ NECESSARIO CHE SIA DI ISOLAMENTO) sia monofase che trifase si ha, verificate alcune condizioni non riportate per brevità ma generalmente verificate nell’ambito di un laboratorio, la condizione di SEPARAZIONE ELETTRICA • In caso di guasto di isolamento la situazione non è pericolosa per le persone perché, grazie all’intensità estremamente ridotta della corrente di guasto, la tensione sulla massa non è pericolosa. La situazione diventa pericolosa solo in caso di doppio guasto a terra. Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 26 SEPARAZIONE ELETTRICA • QUANDO SI CONFIGURA QUESTA SITUAZIONE? Quando l’alimentazione viene prelevata a valle di un trasformatore (AD ESEMPIO ALL’INTERNO DI UN BANCO DI ALIMENTAZIONE) • COSA SI DEVE FARE IN PRATICA? SE SI ALIMENTA UN SOLO APPARECCHIO DI CLASSE I OPPURE DI CLASSE 0, NIENTE SE SI ALIMENTA PIU’ DI UN APPARECCHIO DI CLASSE I, LI SI DEVE COLLEGARE EQUIPOTENZIALMENTE, MA NON A TERRA NON SI PUO’ UTILIZZARE PIU’ DI UN APPARECCHIO DI CLASSE 0 NON CI SONO PROBLEMI A UTILIZZARE APPARECCHI DI CLASSE II E DI CLASSE IV Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 27 BASSISSIMA TENSIONE • Si è in BASSISSIMA TENSIONE quando la tensione di alimentazione non supera i 50 Vca o i 120 Vcc, situazione piuttosto comune in laboratorio • A seconda delle condizioni di alimentazione il sistema prende il nome di SELV, PELV (molto simili, unica differenza il PELV ha un punto delle parti attive connesso a terra) o FELV • Il più sicuro è il sistema SELV, seguito a ruota dal PELV, mentre il FELV di fatto riconduce alla protezione mediante interruzione automatica in caso di guasto • In realtà i tre sistemi SELV, PELV e FELV sono dei metodi di protezione sia contro i contatti indiretti che diretti; l’unica differenza fra SELV e PELV sta nelle condizioni di protezione contro i contatti diretti Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 28 BASSISSIMA TENSIONE (SELV-PELV) • I requisiti del sistema SELV-PELV sono: Alimentato da sorgente autonoma o di sicurezza (batterie, trasformatore di sicurezza, alimentatori elettronici protetti contro il guasto interno, ecc); se l’alimentazione deriva da un sistema a tensione più elevata mediante autotrasformatori, potenziometri, dispositivi a semiconduttori, ecc., il circuito secondario è da considerare un’estensione del circuito primario La parti attive devono essere separate dai circuiti PELV, FELV e a tensione superiore mediante una separazione di protezione (conduttori separati materialmente, conduttori muniti di isolamento principale e guaina isolante, separazione mediante schermo o guaina metallici messi a terra) SELV: né le parti attive, né le masse devono essere collegati a terra, a masse estranee o a conduttori di protezione o masse di altri circuiti elettrici PELV: le parti attive possono essere collegate a terra Protezione contro i contatti indiretti: assicurata Protezione contro i contatti diretti (SELV): non serve se la tensione di alimentazione è ≤ 25 Vca o ≤ 60 Vcc Protezione contro i contatti diretti (PELV): non serve se la tensione di alimentazione è ≤ 12 Vca o ≤ 30 Vcc oppure se ≤ 25 Vca o ≤ 60 Vcc e presenti gli EQP Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 29 BASSISSIMA TENSIONE (SELV, PELV) • QUANDO SI CONFIGURA QUESTA SITUAZIONE? Quando l’alimentazione viene prelevata mediante batterie o accumulatori (V ≤ 120 V), da un alimentatore (da verificare) (V ≤ 120 V) o da un trasformatore di sicurezza (V ≤ 50 V) (EVENTUALMENTE ANCHE DA UN BANCO DI ALIMENTAZIONE MA BISOGNA SAPERE COSA C’E’ DENTRO) • COSA SI DEVE FARE IN PRATICA? CURARE LA SEPARAZIONE DA EVENTUALI CIRCUITI A TENSIONE SUPERIORE (MEGLIO SE FISICA) E NIENTE ALTRO • COSA NON SI DEVE FARE? COLLEGARE A TERRA LE MASSE (E LE PARTI ATTIVE NEL SELV) Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 30 BASSISSIMA TENSIONE (FELV) • QUANDO SI CONFIGURA QUESTA SITUAZIONE? Quando pur avendo tensioni di alimentazione ≤ 120 Vcc o V ≤ 50 Vca non vengono rispettati tutti i requisiti previsti per il SELV (AD ESEMPIO ALIMENTAZIONE TRAMITE AUTOTRASFORMATORE, TRASFORMATORE DI SEPARAZIONE O PONTE DI DIODI) • COSA SI DEVE FARE IN PRATICA? BISOGNA CONFORMARSI ESATTAMENTE A QUANTO RICHIESTO NEL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE PRIMARIO Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 31 ALCUNI ALIMENTATORI Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 32 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 33 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 34 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 35 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 36 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 37 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 38 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI CONCLUSIONI Sarebbe OPPORTUNO che in ogni laboratorio, se necessario, fossero ESPLICITAMENTE previste delle PROCEDURE OPERATIVE per la messa in sicurezza dei circuiti in prova, analizzando le caratteristiche delle sorgenti di alimentazione utilizzate Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 39 ESERCITAZIONE Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 40 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 41 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 42 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 43 ALTRE ESERCITAZIONI Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 44 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 45 Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/316/3/2012 46 LAVORI SOTTO TENSIONE Non c’è nessun motivo per eseguire lavori SOTTO TENSIONE in un laboratorio scolastico durante l’attività didattica Per i curiosi Norma CEI 11-27, edizione 200502, “Lavori su impianti elettrici” che suddivide gli interventi in: LAVORI FUORI TENSIONE LAVORI IN PROSSIMITA’ LAVORI SOTTO TENSIONE Mestre/San Stino di Livenza/Cavarzere/Mirano 24/2-2/3-9/3-16/3/2012 47