COMPORTAMENTI DI SPESA DEI VIAGGIATORI RUSSI IN ITALIA E DEGLI ITALIANI IN RUSSIA Andrea Alivernini Banca d’Italia Negli ultimi vent’anni il turismo internazionale ha contribuito favorevolmente alla crescita economica mondiale, nonostante il rallentamento dovuto alla recente crisi economica. L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) prevede che la crescita del turismo internazionale continui nel lungo periodo, soprattutto attraverso l’incremento, sia come origine sia come destinazione, dei flussi riguardanti i paesi BRICs. In questa nota si analizzano i flussi di spesa turistica fra Italia e Federazione Russa (in seguito Russia), che da parte dei viaggiatori russi hanno mostrato un rapido incremento negli ultimi sei anni, proprio in concomitanza con il perdurare della crisi. Un incremento, più sostenuto nell’ultimo biennio, si è registrato anche nei flussi di spesa in senso contrario. La maggior parte dei dati utilizzati per questa nota è tratta dall’estesa indagine campionaria sul turismo internazionale dell’Italia, condotta dalla Banca d’Italia presso le frontiere del paese, con un campione di circa 140.000 viaggiatori internazionali (italiani e stranieri) che sono intervistati al momento di attraversare i confini di stato, e di circa 1 milione e 500 mila operazioni di conteggio qualificato poste in atto per determinare l’ammontare e la ripartizione geografica della popolazione di riferimento 1 . Dal 2012 la Banca, attraverso il suo sito internet, diffonde la banca dati microeconomica dell’indagine, corredata dei relativi metadati, all’indirizzo: http://www.bancaditalia.it/statistiche/rapp_estero/turismoint/microdati-turismo. Il turismo internazionale rappresenta la principale categoria della voce “Servizi” della bilancia dei pagamenti italiana. È l’unica fra le voci del conto corrente della bilancia che presenta un attivo strutturale, pari nel 2013 allo 0,8 per cento del PIL del paese, in lieve aumento rispetto agli ultimi anni dello scorso decennio ma ancora inferiore al peso sul prodotto registrato a fine anni ’90 e nell’anno giubilare del 2000 (1,1 per cento). Il calo del rapporto fra saldo della bilancia turistica e PIL negli ultimi 15 anni, avvenuto in un contesto di modesta crescita del prodotto, è dovuto principalmente alla diminuzione, a prezzi costanti, delle entrate, mentre le spese dei viaggiatori italiani all’estero, sempre in termini reali, sono rimaste sostanzialmente stabili. È però in atto un’inversione di tendenza: negli ultimi due anni, le entrate da viaggi internazionali dell’Italia sono cresciute in termini reali, mentre le uscite sono diminuite anche a prezzi correnti, in connessione con la diminuzione dei consumi delle famiglie italiane. La Russia, invece, è un’importatrice netta di servizi turistici: il saldo della bilancia è strutturalmente negativo, con un peso sul PIL di circa il 2 per cento nel 2013. Negli ultimi quattro anni la Russia ha registrato un marcato aumento di questo peso a causa dell’incremento delle spese dei russi all’estero, che sono cresciute a un ritmo del 26 per cento annuo. Le entrate turistiche italiane nel 2012, ultimo dato disponibile, rappresentavano il 3,8 per cento del totale mondiale; nel 2000 la quota di mercato era stata del 5,8 per cento. Lo sviluppo turistico di 1 Non sono disponibili fonti amministrative sui passaggi di viaggiatori alle frontiere per la maggior parte dei valichi stradali, la cui quota sul totale è pari a due terzi di tutti i viaggiatori; nei valichi ferroviari, aeroportuali e portuali, per i quali invece esistono accurate fonti amministrative sui passaggi alle frontiere, non è disponibile la ripartizione per residenza dei viaggiatori. nuove destinazioni e alcune debolezze strutturali del settore (v. Alivernini et al., 2012) hanno contribuito al calo della quota di mercato. Anche nell’outgoing la quota di mercato italiano si è ridotta, dal 3,3 per cento del 2000 al 2,4 del 2012; la recente crisi economica, che si è riflessa in una contrazione dei consumi delle famiglie italiane, ha giocato un ruolo rilevante in tale diminuzione. La Russia ha sperimentato invece, analogamente agli altri paesi BRICs, un aumento del suo peso nel mercato mondiale, dallo 0,7 per cento del 2000 all’1,0 per cento del 2012 per l’incoming e dall’1,8 per cento del 2000 al 4,0 per cento del 2012 per l’outgoing. Nel 2012 l’Italia è risultata al sesto posto per entrate da turismo internazionale e al decimo per le uscite; la Russia, rispettivamente al ventottesimo e al quinto posto; secondo stime preliminari dell’UNWTO, nel 2013 la spesa outgoing russa, in forte crescita, dovrebbe raggiungere la quarta posizione superando quella del Regno Unito. I dati dell’indagine sul turismo internazionale dell’Italia condotta da questo Istituto mostrano che i viaggiatori russi in Italia spendono più dei viaggiatori italiani in Russia (nel 2013 1,3 miliardi di euro contro 0,4); la spesa dei viaggiatori russi a prezzi correnti, molto elevata in Italia a fine anni ’90 (in media 700 milioni di euro circa all’anno), è poi scesa fino a circa 160 milioni di euro nel 2004, per poi crescere in tutti gli anni successivi, ad un ritmo medio di oltre il 25 per cento annuo. Nel 2013 la Russia è stata per l’Italia il settimo mercato incoming con il 4,0 per cento di quota di mercato sul totale delle entrate turistiche; per la Russia, la quota di spesa dei turisti italiani è del 4,5 per cento. I viaggiatori russi in Italia sono caratterizzati da un livello di spesa media giornaliera fra i più elevati (circa 170 euro nel 2013, 210 per chi alloggia in hotel, 150 per i viaggiatori d’affari). La spesa media giornaliera dei russi in Italia nel 2013 è stata superiore del 65 per cento alla spesa media generale, che si è attestata a 103 euro. All’inizio dell’indagine, nel 1997, la spesa dei russi in Italia era ancora più elevata (226 euro nel complesso, 383 per chi alloggiava in hotel, 360 per chi aveva raggiunto l’Italia per motivi personali al di fuori della vacanza, categoria in cui per i viaggiatori russi il motivo del viaggio preponderante era lo shopping). È probabile che alla fine degli anni ’90 in Russia solo una ristretta élite, a grande capacità di spesa, fosse nelle condizioni economiche che consentivano di effettuare viaggi all’estero, e che nel tempo i ceti medi della popolazione abbiano avuto un maggiore accesso ai viaggi internazionali. Anche la spesa media giornaliera degli italiani in Russia è superiore (di circa il 20 per cento) a quella calcolata per tutti i paesi visitati: nel 2013 ha raggiunto i 104 euro (161 per chi ha scelto l’hotel, 121 per i viaggiatori d’affari, mentre per il complesso delle destinazioni la spesa media giornaliera si è attestata rispettivamente a 80, 122 e 100 euro). Il turismo dei viaggiatori russi si concentra nell’Emilia Romagna. Nel 1997 la spesa dei russi in questa regione era pari alla metà del totale delle spese incoming; nel 2013 la percentuale è scesa a un quarto. Le altre destinazioni preferite sono la Lombardia e le regioni tradizionalmente vocate al turismo internazionale: Lazio, Veneto e Toscana. La spesa nelle Marche, che nel 1997 (60 milioni di euro) era seconda solo a quella dell’Emilia, è progressivamente scesa nel corso degli anni: nel 2013 le Marche si collocavano all’undicesimo posto fra le regioni italiane, con entrate pari a 19 milioni di euro. Relativamente al 2013, dalla Lombardia, la regione italiana più popolata e con prodotto più alto, promana il 40 per cento della spesa verso la Russia (160 milioni di euro). La spesa sostenuta da residenti in Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Veneto e Toscana e Friuli Venezia Giulia si è attestata nell’intervallo 20-50 milioni di euro. Le regioni del Mezzogiorno, sia in entrata sia in uscita, hanno mostrato nei confronti della Russia scarsi flussi di spesa. La Lombardia rappresenta quindi uno dei mercati più rilevanti per il turismo italo-russo, sia in entrata sia in uscita. La spesa turistica dei russi in Lombardia nel 2013, pari a 262 milioni di euro, è aumentata del 6 per cento rispetto a quella sostenuta nel 2012 e rappresenta il 20 per cento delle spese complessive dei viaggiatori russi in Italia. I vacanzieri effettuano il 44 per cento della spesa dei russi in Lombardia, mentre la quota di spesa dei viaggiatori d’affari è assai più alta della media dei russi in Italia (il 38 per cento contro il 15). La durata media del viaggio è di 3,8 notti, inferiore a quella che i russi hanno registrato in tutto il paese (4,3 notti), in calo rispetto al dato del 2012 a causa della decisa flessione del numero di pernottamenti (1,2 milioni, in calo del 18,5 per cento rispetto al 2012), mentre la diminuzione del numero dei viaggiatori si è attestata al 2,4 per cento; sia il numero di viaggiatori sia il numero di pernottamenti dei russi in Lombardia sono di circa un sesto del totale. Le spese in Russia dei residenti in Lombardia ammontano nel 2013 a circa 160 milioni di euro e rappresentano il 40 per cento di tutte le spese dei viaggiatori italiani in Russia; sono più che raddoppiate a prezzi correnti rispetto a quelle registrate nel 2010. La spesa media giornaliera dei lombardi in Russia è in linea con quella nazionale (103 euro, in calo del 5 per cento rispetto al 2012) ma superiore di circa il 10 per cento a quella dei lombardi per il complesso delle destinazioni visitate; i viaggiatori lombardi in Russia sono il 37 per cento di tutti gli italiani; i pernottamenti il 40 per cento. Dal 2002 l’indagine rileva anche alcune tipologie di servizi acquistati dai viaggiatori intervistati. Nel 2013 i russi in Italia hanno speso il 37 per cento in acquisti di beni nei negozi, il 30 per l’alloggio, circa il 20 nei ristoranti e nei bar al di fuori della struttura ricettiva dove hanno soggiornato. Quote minori sono state destinate all’acquisto di servizi di trasporto interno all’Italia e ad altri servizi. È particolarmente elevata la quota che i russi destinano allo shopping: nel complesso degli stati di origine essa ammonta al 21 per cento. La spesa degli italiani in Russia si concentra nell’alloggio (57 per cento) e nei ristoranti (23 per cento), valori superiori alla media generale che risulta rispettivamente del 45 e del 20 per cento. Fra i motivi del viaggio in Italia, è prevalente, come per la maggior parte delle nazioni di provenienza, la vacanza. I vacanzieri russi hanno speso nel 2013 in Italia circa un miliardo di euro. Le spese di chi ha viaggiato per lavoro sono state pari a poco meno di 200 milioni, mentre hanno speso circa 80 milioni coloro che hanno visitato parenti e amici. Esiste una forte correlazione fra spese turistiche per viaggi d’affari e volume di beni e servizi importati o esportati fra i due paesi (r = 0,88), in conformità con la teoria che suggerisce che l’aumento di importazioni ed esportazioni si debba ripercuotere in un aumento di viaggi internazionali fra i due paesi, per il consolidamento di rapporti fra imprese importatrici ed esportatrici e per il trasporto delle merci, che implica lo spostamento all’estero di chi viaggia con le merci. Le spese dei russi in Italia presentano una stagionalità meno accentuata di quella complessivamente registrata. Nei primi anni dell’indagine (1997-1999) si concentravano nei mesi di maggio, settembre e ottobre con un minimo ad agosto, mentre negli ultimi tre anni i punti di picco sono avvenuti in corrispondenza dei mesi di luglio, agosto e settembre. Anche la stagionalità delle spese outgoing dell’Italia è meno pronunciata, nel complesso degli anni in cui si è svolta l’indagine, di quella calcolata per tutte le destinazioni estere: è meno evidente il tradizionale picco di agosto, a vantaggio dei mesi primaverili e autunnali, mentre con riferimento al solo 2013 la stagionalità non si discosta da quella osservata per il complesso degli altri paesi. Le spese turistiche fra Russia e Italia mostrano una tendenza all’aumento nel corso degli ultimi anni; ha contribuito a questo risultato una serie di fattori, la migliorata accessibilità reciproca, sia in termini di collegamenti sia di concessione dei visti fra i due paesi, sia l’intensificarsi dei rapporti commerciali fra i due paesi. È opportuno un ulteriore sviluppo dei rapporti turistici fra Italia e Russia: i viaggiatori russi sono particolarmente attraenti per gli operatori turistici italiani soprattutto per la loro elevata capacità di spesa e per il fatto che i loro arrivi sono distribuiti anche in periodi di bassa stagione. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Alivernini, A., Breda, E., Cannari, L., Franco, D. (2013), Presentazione dei lavori contenuti nel volume “Il turismo internazionale in Italia: dati e risultati”, Banca d’Italia, collana Seminari e convegni, n. 12, pagg. 5-14. Banca d’Italia (vari anni), Indagine sul turismo internazionale dell’Italia http://www.bancaditalia.it/statistiche/rapp_estero/turismo-int International Monetary Fund, World Economic Outlook Database, http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2014/01/weodata/index.aspx UNWTO (2014), World Tourism Barometer, Vol. 12, April 2014, http://mkt.unwto.org/barometer/april2014-volume-12