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Profezia Maya, ecco perché il mondo non
finirà il 21 dicembre 2012
Non ci saranno tempeste solari che possono distruggere la Terra, l'unico asteroide che è
passato vicino al nostro pianeta Toutatis non poteva neanche impensierirci, il perfetto
allineamento di tutti i pianeti non solo è fisicamente impossibile ma inciderebbe sulla
nostra gravitazione per il 2% rispetto alla Luna
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 dicembre 2012
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Più informazioni su: Catastrofi, Fine del Mondo, Luna, Pianeta, Profezia Maya, Sole, Terra.
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Il 21 dicembre 2012 il mondo non finirà. Gli scienziati, astronomi e geologi in primis, da giorni interpellati
smentiscono che anche una sola delle tante ipotesi catastrofiste, che vengono propinate ogni giorno, possa essere anche
lontanamente ipotizzabile. La profezia Maya non mai esistita se non nella fantasia di chi ha frainteso il riferimento che
si trova in una stele di età precolombiana. Non ci saranno tempeste solari che possono distruggere la Terra, l’unico
asteroide che è passato vicino al nostro pianeta Toutatis non poteva neanche impensierirci, ilperfetto allineamento di
tutti i pianeti non solo è fisicamente impossibile ma inciderebbe sulla nostra gravitazione per il 2% rispetto alla Luna,
l’inversione dei poli magnetici pur avvenuta circa 400 volte negli ultimi 300 milioni di anni non ha provocato la nostra
estinzione in passato e gli esperti dubitano che possa provocarla tra pochi giorni.
Eppure a digitare sui motori di ricerca – fine del mondo e profezia Maya – restituiscono alla nostra curiosità oltre un
milione e mezzo di pagine. In lingua italiana, cifra che quasi si centuplica facendo la stessa ricerca in inglese. E ancora
più certo che questa leggenda - pare creata da un professore di storia dell’arte - di proporzioni cosmiche è stata capace
di generare un business universale: kit di sopravvivenza, gadget come bracciali e magliette, rifugi sotterranei senza
dimenticare che su Youtube sono numerosi i video-guida che spiegano come equipaggiarsi. Si vende di tutto:
le scatolette di cibo a lunga conservazione, filtri per depurare l’acqua, una lampadina a raggi UV che in 90 secondi
disinfetta i liquidi da virus e batteri, medicinali e valigette da pronto soccorso provviste di ogni cosa, walky-talky o altri
sistemi alternativi per comunicare. Immancabili, in uno scenario apocalittico, le tute contro qualsiasi attacco (nucleare,
chimico, batteriologico), maschere antigas, coltelli e bussole. Diffusi tra appassionati e curiosi anche l’orologio e la
sveglia che segnano il conto alla rovescia: giorni, ore, minuti e secondi che scandiscono l’avvicinarsi della presunta
apocalisse. Per 228 euro un sito ha anche in vendita un visore notturno a raggi infrarossi “per le notti buie e piene di
pericoli”. Ma ci sono anche aziende negli Stati Uniti che promettono la salvezza costruendo veri e propri bunker dotati
di ogni confort, alcuni anche lussuosi e dotati di tecnologie hi-tech.
Il grande equivoco. E’ nata da un fraintendimento del calendario il mito sulla profezia: “I Maya con questa presunta
profezia non c’entrano nulla, qualcuno li ha tirati in ballo in cattiva fede per specularci o per manie di protagonismo”,
osserva il direttore dell’Osservatorio di Capodimonte, Massimo Della Valle. Secondo il calendario Maya il 21
dicembre 2012 “rappresenta semplicemente la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, il che non vuol dire fine del
mondo”, sottolinea Della Valle. Quello che indica il calendario Maya è analogo ai nostri passaggi da un millennio a un
altro, che non hanno mai portato nessuna catastrofe. Per comprendere come sono scanditi i cicli dei Maya bisogna
partire dal loro calendario. “Innanzitutto – spiega Della Valle – i Maya scandivano il tempo basandosi sul numero 20 e i
suoi multipli (perché i Maya contavano considerando le dita di mani e piedi). Il loro mese quindi era di 20 giorni. Dopo
il mese, vi era l’anno, chiamato Tun, che corrispondeva a 360 giorni del nostro calendario”. Dopo l’anno, anziché avere
secoli o millenni, “i Maya avevano il K’Atun che corrispondeva a 20 Tun (equivalenti a 7.200 giorni). Dopo il K’Atun
c’era il B’ak’Tun equivalente a 144.000 giorni”. In questo modo di scandire il tempo come si inserisce la data del 21
dicembre 2012. “Secondo i Maya - sottolinea Della Valle – il mondo è iniziato in un momento che corrisponde al
nostro 11 agosto 3.114 a.C. Se contiamo da questa data in cui è iniziato il mondo, fino al 21 dicembre 2012 abbiamo
1.872.260 giorni che diviso per 144.000 giorni (ossia per un B’ak’tun) fa 13”. Questo vuol dire che il 21 dicembre 2012
per i Maya finisce il tredicesimo B’ak’tun e inizia il quattordicesimo: “E’ semplicemente – conclude – la fine di un’era
e l’inizio di un’altra, ma tali cambiamenti avevano anche significati positivi”.
“La fine della Terra – osserva Della Valle – sarà inevitabile. Basti pensare alla morte del Soleprevista fra cinque
miliardi di anni, quando la nostra stella inizierà a spegnersi perché avrà finito le riserve di idrogeno”. Se ci sarà ancora,
il genere umano per salvarsi dovrebbe migrare in massa su un altro sistema planetario, osserva Della Valle. “Non è
inverosimile pensare questo – spiega – perché saranno passati cinque miliardi di anni ed i progressi della tecnologia
potrebbero permetterlo. Inoltre nella Via Lattea ci sono più pianeti che stelle e tra questi potrebbe esserci mondi
abitabili”. Un’altra minaccia per la vita sulla Terra, prosegue Della Valle, potrebbe essere l’impatto con una grande
cometa o con un grande asteroide, a meno che “non ci sia un mezzo per distruggere il corpo celeste prima
dell’impatto o deviarne la traiettoria”. Anche l’esplosione di una supernova vicina poche decine di anni luce potrebbe
distruggere la vita sulla Terra “a causa delle forti radiazioni che emetterebbe. Ma per fortuna nelle vicinanze non ci
sono stelle che potrebbero esplodere come supernove”. Un altro pericolo potrebbe essere costituito da un buco nero:
ilSistema Solare si muove intorno al centro della Via Lattea e lungo il tragitto, prosegue l’esperto, “potremmo anche
incontrare un oggetti di questo tipo, capace di ingoiare la Terra. Anche un evento come questo, per fortuna, è poco
probabile”. In ogni caso la fine del mondo arriverà certamente con la fine dell’universo. Questo, spiega Della Valle,
potrebbe finire in due modi: con il collasso (il cosiddetto Big Crunch nel quale tutti i corpi celesti si avvicineranno fino
a formare un unico punto dal quale potrebbe nascere un nuovo Big Bang) oppure con il cosiddetto Big Rip (nel quale la
materia dell’universo si espanderà all’infinito, al punto da rendere impossibile la vita). Intanto a Napoli il 12 dicembre è
stato scoperto il primo di trentasei corni sparsi per la città. Un simbolo scaramantico che fa parte della cultura di Napoli
quello del corno la cui diffusione per la città proseguirà dal 5 aprile al 2 giugno 2013, quando la profezia Maya non
sarà neanche più un ricordo. In Cina, invece, si sono già verificati episodi di panico collettivo e com’è noto nei giorni
scorsi il governo russo ha dovuto smentire la fine del mondo con un comunicato.
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