INQUADRAMENTO CLINICO E FUNZIONALE DELLE PATOLOGIE NEUROLOGICHE PER LA RIABILITAZIONE: MALATTIE DEMIELINIZZANTI Paolo Milia Istituto Prosperius Tiberino, Area Neurologica Stroke Unit, Università degli Studi di Perugia NOSOGRAFIA DELLE MALATTIE INTERESSANTI LA MIELINA Patologia del Sistema Nervoso Centrale (SNC) caratterizzata dal punto di vista anatomo-patologico dalla presenza di lesioni demielinizzanti e dal punto di vista clinico da segni d’interessamento del SNC e sintomi Principali aspetti clinici della SM Evidenza di segni e sintomi a carico del SNC che non possono essere riferiti ad un unico focolaio lesionale Evidenza di disordini neurologici che si sono manifestati in forma episodica in diversi periodi della vita del paziente Assenza di elementi che suggeriscono che la disseminazione spaziale e temporale possa essere causata da altre condizioni neurologiche responsabili di lesioni multiple Aspetti clinici della SM La SM presenta manifestazioni cliniche molto variabili sia per le modalità di esordio che per decorso, grado di disabilità, associazioni sindromiche. Importante nella definizione della forma un’attenta e scrupolosa anamnesi, possibilmente suffragata da riscontri obbiettivi. SM : ETA’, SESSO E FAMILIARITA’ La malattia colpisce prevalentemente soggetti tra 20 e 40 anni con un picco di frequenza a 30 anni Le donne sono colpite maggiormente degli uomini: rapporto di 3: 2 La malattia non è ereditaria secondo le modalità di trasmissione di tipo mendeliano: vi sono però dei casi di SM familiare. Si ha una frequenza maggiore tra i familiari di primo grado rispetto alla popolazione generale ed una discreta concordanza di malattia tra gemelli omozigoti PREVALENZA DELLA SM Zone ad alto rischio: tassi di prevalenza >30 casi/100.000 abitanti Zone a medio rischio: tassi di prevalenza 5-29 casi /100.000 abitanti Zone a basso rischio: <5 casi/100.000 abitanti SM:PREVALENZA Gradiente con la latitudine (valido solo per Nord America) Trend temporale variabile nel tempo: (Rochester; Sardegna) Ipotesi di un rischio ambientale Vere e proprie epidemie : Isole Faroe, Islanda, Marcomer in Sardegna Studi di migrazione SM : IPOTESI ETIOPATOGENETICHE - ipotesi ambiente (nutrizionale, latitudine etc.) Ipotesi virale Ipotesi disimmune IPOTESI DISIMMUNE Cloni autoreattivi diretti verso componenti della mielina (MBP; MOG, MAG) presenti nel sangue periferico Passaggio della barriera emato-encefalica (upregulation citochine proinfiammatorie, molecole di adesione) Formazione lesioni demielinizzanti ad opera dei linfociti sensibilizzati, linfociti e macrofagi del sangue periferico reclutati e cellule gliali residenti SM: sintomi iniziali Disturbi visivi (più frequenti nei giovani) Disturbi motori (più frequenti nelle forme più tardive) Disturbi sensitivi (1 caso su 4 , più frequenti dopo i 40 anni) Disturbi vestibolo-cerebellari (15-20% dei casi) Diplopia Nevralgia del trigemino, altri disturbi parossistici, manifestazioni epilettiche, disturbi urinari, disturbi delle funzioni cognitive e della sfera affettiva SM: evoluzione La SM presenta caratteristiche assai variabili nella sua evoluzione successiva. I sintomi iniziali possono regredire totalmente o parzialmente o possono in seguito peggiorare progressivamente A distanza di tempo variabile possono verificarsi fasi di riacutizzazione configurando le più svariate associazioni dei sintomi già presenti all’esordio, a lungo andare gli esiti tendono a dare una compromissione permanente . Disturbi di più frequente riscontro nella SM Disturbi visivi (NOR) Riduzione dell’acuità visiva, spesso dolore all’occhio ed in sede retro-orbitaria, esacerbato dai variamente movimenti oculari: irradiato neurite ed ottica retrobulbare La frequenza in cui una NOR evolve verso SM è variabile Significato prognostico negativo ha una RM positiva per altre lesioni demielinizzanti Disturbi di più frequente riscontro nella SM Disturbi motori Interessamento di uno o più arti, riduzione della forza muscolare, accentuazione dei riflessi osteotendinei Spesso si ha aumento del tono muscolare con gradi variabili di ipertonia. Le atrofie possono essere del tutto assenti all’inizio ma comparire al perdurare della sintomatologia deficitaria motoria Disturbi di più frequente riscontro nella SM Disturbi sensitivi Si possono avere con una certa variabilità sintomi soggettivi (parestesie, sensazioni di formicolio, di pesantezza, di fascia di intorpidimento) Sintomi parossitici con preminente componente algica All’obiettività si può osservare un difetto della sensibilità profonda e della sensibilità tattile, termica e dolorifica. Disturbi di più frequente riscontro nella SM Disturbi vestibolo-cerebellari Essi possono presentarsi in modo sfumato e genericamente sono descritti dal paziente come un senso d’instabilità, d’incertezza dell’equilibrio o come vertigini soggettive. Nei casi più conclamati si hanno atassia alla deambulazione, tremore intenzionale, ipotonia, parola scandita nistagmo Disturbi di più frequente riscontro nella SM Disturbi oculari: diplopia Le alterazioni della motilità oculare si riflettono in un ampio spettro di quadri sintomatologici Le lesioni possono essere parcellari e riguardare solo il VI nervo cranico, meno frequentemente il III ed il IV Più raramente si ha un quadro di oftalmolegia internucleare uni o bilaterale SM:DISTURBI AUTONOMICI Disturbi urinari : pollachiuria 87% Stimolo imperioso 77% Incontinenza 74% Ritenzione 77% Esitazione 34% sgocciolamento post-minzionale 25% infezioni urinarie 57% Disturbi intestinali : stipsi Disturbi cardiovascolari DEFICIT COGNITIVI NELLA SM Hanno una prevalenza non trascurabile (50-80%) Sono spesso misconosciuti Hanno un impatto negativo sul malato Sono utili come indice di outcome per valutare l’efficacia di trattamenti Sono in parte passibili di riabilitazione Funzioni cognitive nella SM Maggiormente compromesse Funzioni attentive Funzioni mnesiche (rievocazione) Funzioni visuo-spaziali Funzioni esecutive Meno compromesse Funzioni linguistiche Funzioni mnesiche (fissazione) Calcolo Prassie Disturbi psicopatologici nella SM Disturbi del tono dell’umore Ansia Depressione Euforia Ipocriticità stolidezza indifferenza Disturbi del pensiero Deliri Allucinazione Sintomi più rari in corso di SM Disturbi epilettici Disturbi parossistici , oltre la nevralgia del trigemino, dolori parossistici, Segno di Lhermitte, singhiozzo Dolori: spasmi e contratture toniche, dolori similradicolari oltre i disturbi parossistici sopra citati Afasia , disartria, disfagia Disturbi respiratori TEST DI FUNZIONALITA' NEUROLOGICA scala di disabilità di Kurtzke (EDSS): la funzionalità neurologica viene valutata analizzando otto categorie o sistemi funzionali. I punteggi allocati ai SF fungono da guida per la determinazione del punteggio EDSS che riconosce scarti di 0.5 punti (da 0=normalità a 10=morte per SM) ♦ Scala Neurologica di Scripps: punteggio 0 indica una normale funzionalità neurologica; valori +1 +2 +3 e +4 indicano miglioramenti (lievi, moderati, importanti, massimali) mentre punteggi di -1 -2 -3 e -4 riduzione dell'attività funzionale (lieve, moderata, molto ridotta o assente) ♦ Disabilità ed SM Il grado di compromissione della funzione neurologica è molto variabile Non è completamente correlata alla durata della malattia La gravità della compromissione neurologica è correlata alla intensità della compromissione piramidale e cerebellare Sintomi mentali ed urinari si riscontrano più frequentemente per livelli più elevati di disabilità SM: DECORSO Remittente con e senza sequele Remittente progressiva Secondaria progressiva Primaria progressiva Definizione di riacutizzazione Comparsa di un nuovo sintomo neurologico che persiste per un periodo di più di 48 ore, o accentuazione di un sintomo preesistente nello stesso periodo. SM: Criteri Diagnostici (Poser, 1983) SM possibile: evidenza di una sola sede di lesione SM clinicamente probabile: caratterizzata dalla presenza di 2 ricadute e dalla dimostrazione di 1 sede di lesione o dalla presenza di 1 ricaduta con dimostrazione di due sedi di lesione SM clinicamente definita: caratterizzata dalla presenza di almeno due ricadute e dalla dimostrazione di due sedi di lesione Criteri diagnostici (Poser, 1983) SM definita o probabile: laboratory supported Reperto di indici di sintesi intratecale di IgG Indagini di laboratorio per la diagnosi di SM Esame del liquido cefalo rachidiano: Cellularità normale o lievemente aumentata Sintesi intratecale di IgG Indice di LINK: IgG liq/IgG siero _______________ > 0, 7 Alb liq/Alb siero Presenza di bande oligoclonali Diagnosi di SM RM cerebrale e midollare : aree di alterato segnale, prevalentemente multiple, talvolta con aspetto confluente La somministrazione di un mezzo paramagnetico il gadolinio permette di evidenziare aree di demielinizzazione che presentano un’alterazione della barriera emato-encefalica Diagnosi e monitoraggio della SM RM cerebrale e midollo spinale permette di fare diagnosi di seguire l’evoluzione delle lesioni e la storia naturale della malattia permette il monitoraggio dell’efficacia dei trattamenti Indagini neurofisiologiche nella SM Potenziali evocati visivi Potenziali evocati somato-sensoriali Potenziali evocati motori ABR Potenziali evento-correlati (P300 etc.) Riflesso bulbo-cavernoso Risposta-simpatico-cutanea SM: indagini per escludere altre affezioni demielinizzanti del SNC Determinazione livelli ematici di B12 Ab HIV Ves e Proteina C reattiva Determinazione fattore reumatoide (per artrite reumatoide) ed anticorpi anti nucleo, anti DNA (per LES) e SS-A e SS-B (per Sjogren) VDRL sierica Determinazione livelli ACE (sarcoidosi)+ Rx torace Determinazione lattato, piruvato, biosia muscolare, DNA mitocondriale (MELAS). Sierologia per Borrelia Determinazione degli acidi grassi a catena lunga (adrenoleucodistrofia) SM: Fattori Prognostici positivi Esordio precoce Brevità dei sintomi iniziali lungo intervallo tra 1 e II episodio Esordio monosintomatico (in particolare neurite ottica, disturbi sensitivi Evoluzione benigna nei primi 5 anni SM: Fattori prognostici negativi ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ Esordio tardivo Esordio polisindromico Sintomi cerebellari e/o piramidali Disturbi psichici precoci Andamento cronico progressivo fin dall’esordio e nei primi anni di malattia SM: Fattori prognostici indifferenti Sesso associazione con traumi cranici, anestesia, fenomeni allergici, vaccinazione, altre malattie neurologiche Fattori ambientali, lavorativi, stato sociale Gravidanza SM ed aspettativa di vita La SM di per sé non è causa di morte L’aspettativa di vita è solo di pochi anni più bassa rispetto alla popolazione generale E’ comunque minore solo nei pazienti con EDSS >8 (complicanze respiratorie o settiche) La frequenza di suicidi è più alta di quella della popolazione generale Terapia farmacologica della SM Trattamento delle ricadute: terapia steroidea Trattamento della neurite ottica Trattamento della forma relapsing-remitting Trattamento della forma primaria progressiva Terapia sintomatica Terapia riabilitativa Trattamento della pousseè Metilprednisolone in bolo 1 gr-500 mg ev. Desametazone i.v 8 mg periodo: variabile da 3 a 10 giorni Opzionale: tepering (in media 10 giorni) Terapia steroidea Associazioni terapeutiche Sono consigliati per la prevenzione di alcuni possibili effetti collaterali: Misoprostolo Ranitidina/omeprazolo Potassio MECCANISMO D'AZIONE ♦ Regolazione delle funzioni delle cellule T, comprese l'attivazione, la proliferazione e la funzione delle cellule soppressorie ♦ Modulazione della produzione delle citochine: la regolazione negativa delle citochine pro-infiammatorie e la regolazione positiva di quelle inibitorie e antiinfiamatorie ♦ Regolazione della migrazione delle cellule T e la loro infiltrazione nel SNC attraverso la BEE 2. L’Interferone Tipi di IFN-β disponibili per il trattamento della SM: IFN-β 1b: 8 milioni di U.I. a giorni alterni s.c IFN-β 1a: 22 µg (6 MUI) /settimana (unica somministrazione i.m) IFN-β 1a : 22 µg e 44 µg s.c. a giorni alterni (pausa 1 giorno la settimana) Interferon β Principali Effetti collaterali Sintomi simil-influenzali (febbre, mialgie, cefalea) linfopenia, neutropenia, elevazione delle transaminasi Parametri da monitorare: Emocromo con formula Funzionalità renale ed epatica Ormoni tiroidei e anticorpi anti tiroide. Interferon--β Interferon Indicazione al trattamento IFN-β 1a Pz con la forma remittente-recidivante della malattia che hanno avuto due attacchi clinicamente dimostrati negli ultimi due anni e con un EDSS al di sotto o pari a 5.5 IFN-β 1b Pz. con forma della malattia recidivante-remittente o recidivante progressiva Il trattamento va continuato per almeno due anni ininterrotti, se il farmaco è ben tollerato e non siano comparsi effetti collaterali gravi. Interferon β Controindicazioni gravidanza depressione attiva e severa epilessia Sospensione del trattamento Il trattamento va sospeso in caso di inefficacia clinica del farmaco evidenziata dalla comparsa in un anno, di più di due esacerbazioni cliniche trattate con steroidi. COPOLIMERO 1 (Glatimer acetato) Miscela di sintesi 4 aminoacidi in ordine random (L(L-alanina, LLlisina, LL-glutamina, LL-tirosina) Meccanismo d’azione : Mima epitopi della mielina Blocco degli autoanticorpi e del T cell receptor dei cloni autoreattivi Shift della risposta T th1 vs th2 COPOLIMERO 1 (Glatimer acetato) Dosaggio 20 mg/die sc Durata del trattamento: Almeno due anni Effetti collaterali: Flushing, reazione nella sede d’iniezione, senso di costrizione toracica, palpitazioni, ansia, reazione sistemica 4. Immunosoppressori Azatioprina: Raggiungimento graduale della dose che porta i linfociti circolanti intorno a 1200 ± 300/mm3 (2-3 mg/Kg/die) e comunque mai al di sotto di 900/mm3 e senza superare i 3 mg/Kg/die (Tossicità di grado 2 dell’OMS). Metotrexate: 2.5 mg x3/settimana da somministrarsi ogni 12 ore 4. Immunosoppressori Ciclofosfamide SCHEMA (1) 400/600 mg x 7-14 giorni SCHEMA (2) 400 mg + prednisone 100 mg x3 settimane Mitoxantrone 8-10 mg/m2 e.v ogni 3 settimana Ciclosporina A 5-7 mg/Kg/die per os per la durata di almeno due anni 4.IG ad alto dosaggio MECCANISMO D’ AZIONE 1) saturazione da parte delle Ig policlonali del recettore Fc sulle cellule reticolo-endoteliali e ciò risulta nella modulazione della risposta immune T e B cellulare 2) Riduzione dell’ attività delle cellule NK (porpora trompocitopenica e neutropenia autoimmune) 3) Neutralizzazione di putativi autoanticorpi antiidiotipo presenti nelle preparazioni di Ig 4) Promozione della riemielinizzazione in topi SJL infettati cronicamente con virus di Theiler è che le Ig stimolino oligodendrociti immaturi (2A) a differenziarsi in oligodendrociti maturi producenti mielina: riemielinizzazione da parte di anticorpi 4.IG ad alto dosaggio DOSAGGIO 0,4 gr/ Kg peso corporeo : EFFETTI COLLATERALI Ipersensibilità individuale al prodotto,; sono stati descritti casi di insufficienza renale acuta in seguito a terapia con Ig. 5. Trattamento della forma di SM progressiva primaria La forma progressiva primaria (PP) della sclerosi multipla rappresenta circa il 15% dei casi. Nessuna terapia si è dimostrata capace di rallentare la progressione di malattia. Si segnala soltanto che un ciclo di metilprednisolone ad alte dosi (1000 mg e.v. per 10 giorni) può essere in grado di migliorare lo score EDSS transitoriamente, senza quindi influire sulla progressione della malattia. Terapia della SM Trattamenti che necessitano di ulteriore sperimentazione Mielina O COP1 orale Vaccinazione con frammenti del TcR Trapianto autologo di midollo Citochine Th2 Recettori delle citochine Th1 Anticorpi anti molecole di Adesione Pentossifillina terapia sintomatica Sintomi psicologici e cognitivi La fatica e i fenomeni connessi con la modificazione della conduzione nervosa La spasticità Tremore Sintomi parossistici Disestesie e dolore Disturbi della minzione Disturbi intestinali Disfunzioni sessuali Terapia Sintomatica 1. Sintomi Psicologici e Cognitivi Farmaci Antidepressivi Psicoterapia stimolazione sociale 2. La fatica Stimolanti SNC Pemolina (6) Metilfenidato Dopaminergici Amantadina (200 mg/die) (6, 7,8) Selegilina Antidepressivi Deripramina Protriptilina Fluoxetina Sertralina 3. La Spasticità Baclofen per os (20-100 mg/die) dantrolene per os (50-300 mg/die) benzodiazepine per os (2-10 mg/die) 4.Tremore Si tratta di tremore posturale e tremore d’azione. Trattamento: Benzodiazepine, Valproato di Sodio, Primidone, BetaBloccanti (Propanololo), Isoniazide. Chirurgia talamica: talatomia stereotassica (nuclei ventrolaterali) o elettrostimolazione 5. Sintomi parossistici Crisi motorie toniche distrettuali: distrettuali: non trattamenti specifici Crisi epilettiche: epilettiche: Carbamazepina mg/die;; Dintoina 100mg/die 100-300 mg/die 400400-1200 6. Disestesie e dolore Disturbi sensitivi “positivi”: “positivi”: costrizione agli arti e al tronco, bruciori e disestesie disestesie.. Lombalgie, dolori alla schiena, al collo; collo; cefalea.. cefalea Nevralgie trigeminale trigeminale:: carbamazepina, lamotrigina, gabapentin, misoprostol (prostaglandina E), rizotomia anche con gamma gamma-Knife Segno di Lhermitte: Lhermitte: non trattamenti specifici Trattamento Trattamento:: FANS, Amitriptilina, Lamotrigina, Stimolazione Nervosa Transcutanea Transcutanea.. Gabapentin, Agopuntura, 7. Disturbi della minzione A. Alterazione del riempimento vescicale: vescicale: Anticolinergici: Oxibutinina, Flavoxato; Anticolinergici: Flavoxato; Triciclici Desmopressina (2.5-10 mg per via endonasale) B. Alterazione dello svuotamento vescicale vescicale:: Betanecolo, Neostigmina Alfusozina Baclofene, Deltacortene, Perineale Lidocaina, Stimolazione Cutanea 8. Disturbi intestinali Il principale è la costipazione Trattamento: assunzione di liquidi, diete ricche di vegetali, limitato uso di lassativi 9. Disfunzioni sessuali Trattamento: Farmaci ad azione alfa bloccante: Yoimbina (sino a 20 mg/die) Sulfonidil (Viagra) Iniezione intracavernosa di Papaverina o Prostaglandine E-1 TERAPIA RIABILITATIVA disturbi cognitivi spasticita’ fatica dolore atassia disturbi degli sfinteri TERAPIA RIABILITATIVA 1. disturbi cognitivi Disturbi mnesici: ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ Mnemotecniche Metodi cognitivi basati: sulla dicotomia verbale-visuo-spaziale; sull’organizzazione logica delle informazioni; sul miglioramento della rievocazione; sulla memorizzazione implicita. Metodi basati sull’utilizzo di ausili esterni (attivi e passivi) TERAPIA RIABILITATIVA 1. disturbi cognitivi Disturbi attentivi: ♦ metodi finalizzati a migliorare l’attenzione selettiva ♦ metodi finalizzati a migliorare l’attenzione sostenuta ♦ compiti di attenzione sostenuta a stimoli sonori o visivi, con la contemporaneità di interferenze ambientali che tendono a distrarre il soggetto. TERAPIA RIABILITATIVA 1. disturbi cognitivi ♦ metodi impiegati nel trattamento di deficit di tipo verbale ♦ metodi impiegati nel trattamento di deficit di tipo visuo-spaziale LA SPASTICITA’ ♦ mobilizzazione passiva ♦ mobilizzazione attiva ♦ mantenimento del massimo range articolare possibile ♦ stiramento massimale passivo dei muscoli ipertonici ♦ esercizi posturali ♦ rinforzo dei muscoli antagonisti a quelli spastici ♦ stimolazione elettrica dei muscoli antagonisti LA FATICA ♦ modificazione del comportamento ♦ chinesiterapia tesa al rinforzo muscolare nel trattamento della componente periferica 4. IL DOLORE neurogeno secondario a: spasmi, contratture, alterazioni muscolo-scheletrica. a) Terapie fisiche non invasive (TENS, correnti diadiche di Bernard, correnti interferenziali a media frequenza). b) Terapie fisiche invasive (stimolazione elettrica dei cordoni spinali). ATASSIA Rieducazione posturale per ognuna delle seguenti posizioni Adattamenti propriocettivi Controllo degli spostamenti segmentari: Rieducazione dell’atassia locomotoria I DISTURBI DELLA MINZIONE A. Cateterismo intermittente, indicato nella dissinergia detrusoresfintere. B. Neuroelettrostimolazione delle radici sacrali anteriori, bilateralmente. C. Elettrostimolazione con corrente interferenziale, indicata casi di atonia vescicale. nei Terapia della SM Riduzione della progressione della malattia Interferon beta 1a ed 1b Copolimero 1 Immunoglobuline ad alto dosaggio