Riforma cattolica e Controriforma

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Riforma cattolica e Controriforma1
L’affermarsi della Riforma protestante ed il progressivo emergere di una risoluta reazione cattolica
inaugurarono, a partire dal quarto decennio del Cinquecento, un’epoca di intolleranza e di acuta
conflittualità religiosa.
Come sappiamo, però, il concetto di Controriforma risulta inadeguato a dare ragione del complesso
processo di rinnovamento e riaffermazione della Chiesa cattolica: [con esso infatti] il nuovo
protagonismo del cattolicesimo è ridotto ai tentativi di restaurazione violenta che, pure, furono
effettivamente avviati nelle regioni protestanti, almeno laddove i disegni della Chiesa coincidevano con
le aspirazioni dei principi cattolici.
Ciò che così risulta trascurato è la vitalità e la fecondità di quell’ansia di reformatio che percorreva tutta
la cristianità, ben prima che in essa si potesse distinguere un fronte protestante ed uno cattolico. Non
tutte queste energie confluirono nel protestantesimo: parte di queste forze alimentarono il progetto della
Riforma cattolica che, di fronte all’inerzia e alla grave crisi del Papato, si affermò in primo luogo nello
zelo e nella santità individuale. E’ la riforna personale […].
Per cogliere la dinamica attraverso cui la Chiesa si rigenerò e si contrappose al protestantesimo, è
dunque opportuno operare quella distinzione tra Riforma cattolica e Controriforma suggerita da
Jedin:2 il concetto di Riforma cattolica ci consente di cogliere la continuità del rinnovamento della
Chiesa, rispetto alle aspirazioni di rigenerazione già proprie della sensibilità tardo medievale; mentre il
concetto di Controriforma dà la misura degli effetti dell’affermazione del protestantesimo sulla Chiesa,
sia nel renderne improcrastinabile l’opera di risanamento, sia nel determinarne le modalità di
svolgimento, condizionate dall’esigenza di reagire allo scisma. Se rinunciamo alla prima categoria
interpretativa, l’azione della Chiesa viene ridotta a semplice reazione; se trascuriamo la seconda, non
possiamo valutare adeguatamente l’influenza che l’esigenza di combattere il protestantesimo esercitò
nel rinnovamento e nella riorganizzazione della Chiesa cattolica. Si tratta di due definizioni che non
delimitano cronologicamente il fenomeno individuando una fase riformatrice ed una controriformatrice,
anche se è indubbio che la progressiva centralità del ruolo del Papato e l’esacerbarsi dello scontro con il
mondo protestante, nella seconda metà del Cinquecento, porteranno all’inserimento delle aspirazioni di
riforma entro la prospettiva della Controriforma.
Per quanto attiene alla storia della Chiesa, è infatti più significativo guardare all’interagire delle due
esigenze da cui scaturisce la particolare dinamica che caratterizza il mondo cattolico in quest’epoca:
cosi, potremo constatare come i Gesuiti nascano come espressione matura della Riforma cattolica e
come divengano uno straordinario strumento della Controriforma; come il Concilio di Trento abbia
accolto elementi della Riforma cattolica pur rappresentando, nel contempo, un momento della Controriforma; come il Papato sia conquistato dalla Riforma cattolica e come poi si faccia forza di essa nella
sua azione controriformatrice.
Guardando invece in una prospettiva più generale alla storia europea, useremo l’espressione Età della
Controriforna per indicare il periodo compreso tra la seconda metà del Cinquecento e la Guerra dei
Trent’anni [1545-1648]: un’epoca caratterizzata da una generale intolleranza religiosa e dal combinarsi
degli scontri confessionali, politici e sociali in drammatici conflitti religiosi, dai quali sorgeranno molti
dei valori della civiltà moderna.
1
2
Gentile, Ronga, Salassa, Prospettive Storiche, Brescia 1994, Vol. 2 p.90
Hubert Jedin (1900-1980), storico tedesco.
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