Cap.6 dopo aver compreso il redshift torniamo ai quasar principali caratteristiche dei quasar: • enorme luminosità • spettro molto esteso • righe di emissione larghe (broad) • forte variabilità • alti redshift altre caratteristiche osservative non sempre presenti • aspetto puntiforme ”quasi stellare” (altri AGN vicini appaiono estesi) • eccesso UV (assente nei blazar) enorme luminosità z ∼ 6.4, F ∼ 5 × 10−13 erg/cm2 /s 2 → L = 4πDL (z)F ∼ 1047 erg/s ∼ 3 1013 L! → 1014 L! spettro molto esteso R IR O UV X gamma ----d lou dio %) ra ~10 ( t uie q ) dio % ra (~90 quasar di alto redshift Il quasar di più alto redshift in questi esempi è molto evidente la riga di emissione Lyα , con lunghezza d’onda osservata: λo = λe (1 + z) = 1216(1 + z)Å a bassi redshift questa riga è nell’UV e sono invece nel visibile le righe di Balmer != stelle (~black body) ed altri quasar di alto redshift 3C273, uno dei quasar più vicini e luminosi, z=0.158 D≈ c z " 632 Mpc Ho dalla legge di Hubble distanza di luminosità (EdS): DL = √ c 2(1 + z − 1 + z) # 655 Mpc Ho 6566x1.158=7603 4340x1.158 =5026 4861x1.158=5629 spettro sintetico medio calcolato per un campione di quasar e riportato a z=0 quali righe si vedono dipende dal redshift p.es. , se lo spettrografo consente di misurare lo spettro fra 4000 e 8000 Å: spettri di 8000 quasar della SDSS che mostrano la posizione delle principali righe di emissione al variare del redshift λ(Hα ) = 6566 × (1 + z)Å si vede fino a z < ~0.4 λ(Hβ ) = 4864 × (1 + z)Å si vede fino a z < ~0.85 λ(Lyα ) = 1216 × (1 + z)Å si vede solo per alti redshift, z > ~2.3 struttura di un quasar è piccolo 40 kp c Hβ allargamento delle righe di emissione FWHM: Full Width at Half Maximum 150Å ∆vr ∆λ � = λ c 6500Å p.es.: ←→ → ∆vr ∼ 7000 km/s ∆vr ∼ 3000 − 10000 km/s (Broad line Region) ∆vr ∼ 300 − 1000 km/s (Narrow Line region) la FWHM è legata alla dispersione di velocità, scarto quadratico medio della distribuzione delle velocità emission lines variabilità settimane-anni NGC 4051 X UV radio 0.05-2 keV (Lawrence 1985) a volte molto rapida negli X, ore: ~100% in 10.000 s ~ 3h ↑ ↓ per grosse variazioni ~100% deve essere coinvolta tutta la sorgente, l’informazione viaggia a v ≤ c ↓ ↑ variabilità e dimensioni in entrambi i casi ↓↓ la differenza nei tempi di transito verso l’osservatore non deve mescolare e mediare le variazioni < R < c δt ∼ 10 ore − luce ∼ 1015 cm ~Sistema Solare densità di potenza estreme l’analogo di 1014 Soli entro le dimensioni del Sistema Solare 1047 2 2 F ∼ erg/cm /s = 10 TW/m 4π(1015 )2 104 grandi centrali/m2 cf costante solare 1.4 kW/m2 dove al centro di galassie frequenza ~1% delle “grandi” galassie: ∆tQ ∼ 10−2 ∆tgal ∼ 108 yr sorgente di energia > E = L∆t ∼ 1046 erg/s × 108 yr ∼ 3 1061 erg termonucleare (come nelle stelle)? oppure gravitazionale? E 9 ∼ 10 M" η∗ c2 GM 2 15 ma raccogliendo M entro R~10 cm si ottiene comunque Eg ∼ η > En R GM 2 E (η∗ c2 )2 2 η ⇒η > > η∗ M c R R G 2 2 L∆t (η∗ c ) η > ∼ 1045 (cgs) R G E = E n = η ∗ M c2 M= L/1045 erg/s ∆t L45 η ∆t >1 ≡ η −1 −1 10−1 10−1 Gyr R/1015 cm R15 l’energia gravitazionale prevale luminosità di Eddington limite dovuto al bilancio fra attrazione gravitazionale e pressione di radiazione, già visto per le stelle, valido per ogni sorgente stabile ed isotropa L ≤ LEdd = M 4πGmp c M = 1.3 1038 erg/s σT M! per i quasar conviene esprimerlo in termini della appropriata unità di massa: M8 = M 108 M! LEdd = 1.3 1046 M8 erg/s ci sono anche quasar con 2 possibilità: (1) massa > L ∼ 1047 erg/s ∼ 109 M! (2) emissione anisotropa 2 L != F 4πDL tutte le strade2GM portano al Black Hole supermassivo (Rees 1984) Rs = c2 ∼ 1.5M⊙ GM 1 2 vf = 2 R ⇒ vf = c = vf = � � c 2GM � 1.6 1010 cm/s > R 2 2GM R ⇒ R= 2GM c2 mv 2 /2 hν 1 λ = �BH supermassivi quasar λ 1 − Rs /r2GM o L grandi R piccoli hν hνo }� = Rs = c2 condensazioni gravitazionali estreme 1 − Rs /r 1.5M ⊙ i BH sono caratterizzati∼da un orizzonte degli eventi dal quale nessuna particella o fotone può evadere 2GM � Rs = ν→0 GMdi Schwarzschild c 1 il2 raggio 2GM 2 vf = ⇒ vf = � c1.6 1010 cm/s > 2 R R 2 già Laplace nel 1798-99 aveva calcolato l’orizzonte considerando la velocità di fuga: � λ→∞ 2GM 2GM ⇒ R= vf = c = R c2 Rs = 2GM⊙ M M � 3 km c2 M⊙ M⊙ per un quasar conviene scrivere Rs ! 3 1013 M8 cm Rs ! 3 × 1013 M8 cm ! 2 AU SMBH minima orbita stabile particelle in orbita attorno a un BH hanno (secondo la RG) una minima orbita stabile a a R > con vr Rmos = 3Rs 3Rs le particelle spiraleggiano ! vθ e hanno tempo di irraggiare Rs giunte a R ! 3Rs si “tuffano” rapidamente dentro l’orizzonte e spariscono con la loro energia Rmos efficienza η nella conversione energia gravitazionale → energia e.m. → 1 GM 1 GM ∆m = ∆m = η ∆m c2 2GM 2 Rmos 2 3 c2 energia di legame di ogni massa ∆m in ~ equil. (da T.Viriale ∆T = − 1 ∆U = −∆E ) 2 1 ! 0.08 12 RG (metrica di Schwarzschild): 0.06 RG (metrica di Kerr, rotante): 0.42 (se il BH ruota la m.o.s. è più piccola: Rmos Rs/2) no-hair theorem Black Hole possono avere massa (M), momento angolare (J), carica elettrica (Q~0) ogni altra informazione sulla materia che cade dentro l’orizzonte viene persa casi principali: Schwarzschild (M) Kerr (M,J) redshift gravitazionale → in modo classico si può calcolare la perdita di energia di un fotone che debba risalire da una buca di potenziale: GM hνo ∆E = hνe − hνo " massa r c2 equivalente λ o − λe ν e − νo all’energia z≡ # del fotone λe νe zgrav ∆E GM 1 Rs ! = = Eo rc2 2 r ! 2GM Rs = c2 " in Relatività Generale lo spostamento di λ viene descritto esattamente in termini della metrica di Schwarzschild (simmetria sferica, statica, piatta a ∞ ) 1 λo e può essere approssimato alla formula precedente: λe = ! 1 − Rs /r 1 1 Rs ∆λ λo =! "1+ =1+ λe λ 2 r 1 − Rs /r evidenze osservative di redshift gravitazionale Riga di emissione del Ferro in raggi X osservata nella galassia di Seyfert MCG-6-30-15. La riga sarebbe stretta e centrata a 6.35!keV se l’emettitore fosse in riposo nella galassia, ma è chiaramente distorta e allargata a basse energie. Il modello paragonato con i dati assume che l’emettitore sia in orbita in un disco fra 6 e 40 Rs , inclinato di 30 gradi rispetto alla linea di vista. Parte dell’allargamento descritto dal modello è dovuto al redshift gravitazionale. (Tanaka 1995, Fabian 1999) vari tipi di redshift redshift cosmologico e redshift gravitazionale convivono inoltre convivono con red- e blue-shift Doppler dovuti ai moti locali delle galassie negli ammassi → → → → e anche con red- e blue-shift Doppler che allargano le righe spettrali a causa dei moti delle nubi della BLR e NLR disco di accrescimento il gas galattico intorno al BH si dispone in un disco di accrescimento a causa del suo momento angolare J ←−← − lento flusso di massa verso Rmos e trasferimento di J Rmos Rs Ṁ =⇒ ⇐= Ṁ partenza arrivo verso l’esterno per viscosità { Rmos ! 3Rs ! 1014 M8 cm v ! c/2 { r ! 1 kpc = 3 1021 cm ∼ 3 107 Rmos v ! 200 km/s ! 0.7 10−3 c } jmos ! 1 Rmos c ∼ 1.5 1024 cm2 /s 2 jgal ! 0.7 10−3 × 3 107 Rmos c } ∼ 2 · 104 jmos per arrivare a Rmos le particelle (J/m)mos ! (J/m)gal devono perdere ~tutto J/m iniziale: a) per cadere sul disco b) per spiraleggiare nel disco verso Rmos il disco convoglia massa verso Rmos, facendole perdere J; ! gli anelli sono in moto kepleriano con vφ ∼ GM/r variabile lentamente con r [ ←− ←− il disco raccoglie massa da inviare verso il BH; in assenza di disco (accrezione “sferica”) ~ tutte le particelle mancherebbero Rmos, poiché J >> Jmos ←− processi fisici nel/sul disco di accrescimento v2 GM = ω2 r = 2 r r ⇒ ω 2 ∝ r−3 (Keplero) GM ⇒ v2 = r il momento angolare è trasferito all’esterno con un meccanismo di viscosità magnetica, le linee di B sono ancorate sul disco e connettono fra loro gli anelli del disco in rotazione differenziale si produce una dissipazione di energia cinetica in termica, il disco è caldo con T(r) massima al centro l’emissione è una sovrapposizione di blackbody con T(r) (Big Blue Bump) +radiazione di sincrotrone da elettroni accelerati in B (legge di potenza) ] perché quasar contengono BH supermassivi • grande massa L > 1046erg/s, L < LE ⇒ M ∼ 108M! • piccole dimensioni r < c∆t ∼< 1015 cm (dalla variabilità) • allora l’energia gravitazionale è efficiente e dominante se η ! 10% • infatti la conversione: en. gravitazionale _> en. elettromagnetica a r=R mos • ⇒ η " 10% 8 le emissioni sono “brevi” ∆t ! 10 yr rispetto all’età dell’universo e alla vita delle galassie • i BH permangono come “fossili” per tempi >> to perché sono stati finali del collasso gravitazionale evidenze osservative di BH supermassivi • Redshift gravitazionale in raggi X in MCG-6-30-15 • osservazione di MDO=Massive Dark Objects in galassie vicine • determinazioni di massa dalla misura di velocità di rotazione nelle parti esterne dei dischi • velocità di rotazione nelle parti centrali della Galassia • stelle e gas in orbita attorno a BH nel centro della Galassia • determinazioni di massa dalla misura di velocità delle nubi nelle BLR (echo mapping) Massive Dark Objects (MDO) e massa del Bulge v2 r M• = f G (dal teorema del Viriale) la massa del BH risulta ben correlata con la massa del bulge M• ! 0.006 Mbulge velocità del gas nelle regioni centrali di M87 disco di gas rotante nelle regioni centrali di M87 v=550 km/s r~50 anni-luce ! v ∼ GM• /r ⇒ M• ∼ 3 109 M! observed masses in galactic nuclei17,18. The only ‘dark particle with the increased resolution and sensitivity of the NAO matter’ explanation that cannot be ruled out by the present data ICA camera/adaptive optics system at the VLT. Even more is a ball of bosons, because such a configuration would have a radius observations of the SgrA* environment will become possi only a few times greater than the Schwarzschild radius of a black infrared interferometry at the Large Binocular Telescope, hole16,19. However, it would be very hard to understand how the Very Large Telescope Interferometer and the Keck interfe bosons first manage to reach such a high concentration, and then which will provide resolution of a few to 10 mas (a few ligh avoid forming a black hole by baryonic accretion16,19. The data on These offer exciting prospects for the exploration of re velocità di rotazione della Via motions at 10–100 Schwarzschild radii from the centr the Galactic Centre thus show nelle that theparti centralcentrali mass distribution is Lattea: hole20. remarkably welldi described by thedipende potential of a point mass overcentrifugo la velocità rotazione dall’equilibrio e three orders in magnitude in spatial scale, from 0.8 light days to 2 Received 12 August; accepted 17 September 2002; doi:10.1038/nature01121. permette di misurare la massa racchiusa entro un raggio r light years. The contribution of the extended stellar cluster around 1. Kormendy, J. & Richstone, D. Inward bound—The search for supermassive black holes Annu. Rev. Astron. Astrophys. 33, 581–624 (1995). SgrA* 2 to the total mass cannot be more than a few hundred solar 2. nuclei. Eckart, A. & Genzel, R. Observations of stellar proper motions near the Galactic Centre masses within the pericentre distance of the orbit of S2. 2 il centro galattico GM (r) v = r r2 ⇒ M (r) = v r/G 415–417 (1996). 3. Genzel, T., Eckart, A., Ott, T. & Eisenhauer, F. On the nature of the dark mass in the centr Way. Mon. Not. R. Soc. 291, 219–234 (1997). 4. Ghez, A., Klein, B. L., Morris, M. & Becklin, E. E. High proper-motion stars in the vic Sagittarius A*: Evidence for a supermassive black hole at the center of our galaxy. Astr 678–686 (1998). 5. Genzel, R., Pichon, C., Eckart, A., Gerhard, O. & Ott, T. Stellar dynamics in the Galactic C motions and anisotropy. Mon. Not. R. Soc. 317, 348–374 (2000). 6. Ghez, A., Morris, M., Becklin, E. E., Tanner, A. & Kremenek, T. The accelerations of star Milky Way’s central black hole. Nature 407, 349–351 (2000). 7. Eckart, A., Genzel, R., Ott, T. & Schödel, R. Stellar orbits near Sagittarius A*. Mon. No 6 917–934 (2002). ! 8. Baganoff, F. K. et al. Rapid X-ray flaring from the direction of the supermassive black Galactic Centre. Nature 413, 45–48 (2001). 9. Backer, D. C. & Sramek, R. A. Proper motion of the compact, nonthermal radio source i Center, Sagittarius A*. Astrophys. J. 524, 805–815 (1999). 10. Reid, M. J., Readhead, A. C. S., Vermeulen, R. C. & Treuhaft, R. The proper motion of S I. First VLBA results. Astrophys. J. 524, 816–823 (1999). 11. Lenzen, R., Hofmann, R., Bizenberger, P. & Tusche, A. CONICA: the high-resolution n camera for the ESO VLT. Proc. SPIE IR Astron. Instrum. (ed. Fowler, A. M.) 3354, 606– 12. Rousset, G. et al. Design of the Nasmyth adaptive optics system (NAOS) of the VLT. Proc Opt. Technol. (eds Bonaccini, O. & Tyson, R. K.) 3353, 508–516 (1998). 13. Brandner, W. et al. NAOS þ CONICA at YEPUN: First VLTadaptive optics system sees fi Mess. 107, 1–6 (2002). 14. Menten, K. M., Reid, M. J., Eckart, A. & Genzel, R. The position of Sagittarius A*: Accur of the radio and infrared reference frames at the Galactic Center. R. Astrophys. J. 475, L (1997). 15. Gudehus, D. H. A multiple-star combined solution program — Application to the pop binary m Cas. Am. Astron. Soc. Meeting 198, 1–13 (2001). 16. Maoz, E. Dynamical constraints on alternatives to supermassive black holes in Galactic Astrophys. J. 494, L181–L184 (1998). 17. Tsiklauri, D. & Viollier, R. D. Dark matter concentration in the Galactic Center. Astrop 591–595 (1998). 18. Munyaneza, F. & Viollier, R. D. The motion of stars near the Galactic Center: A compa black hole and fermion ball scenarios. Astrophys. J. 564, 274–283 (2002). 19. Torres, D. F., Capozziello, S. & Liambase, G. Supermassive boson star at the galactic cent D 62, 104012 (2000). 20. Rubilar, G. T. & Eckart, A. Periastron shifts of stellar orbits near the Galactic center. Astro 374, 95–104 (2001). 21. Reid, M. J. The distance to the center of the Galaxy. Annu. Rev. Astron. Astrophys. 31, 345 22. Chakrabarty, D. & Saha, P. A non-parametric estimate of the mass of the central black Galaxy. Astron. J. 122, 232–241 (2001). 23. Reid, M. J. et al. The position of Sagittarius A*: II. Accurate positions and proper mot SiO masers at the Galactic Center. Astrophys. J. (submitted). il risultato dipende dal modello che comprende 3 componenti: ammasso stellare + materia oscura + black hole 2.6x10 M BH (Schödel et al 2002) ammasso stellare distribuzione di materia oscura Figure 3 Mass distribution in the Galactic Centre. Mass distribution in the Galactic Centre (for an 8 kpc distance21). The filled circle denotes the mass derived from the orbit of S2. The error bar combines the orbital fit and astrometry errors (Table 1). Filled downwardpointing triangles denote Leonard–Merritt projected mass estimators from a new NTT proper motion data set (T.O., R.S., R.G. and A.E., manuscript in preparation), separating late and early type stars, and correcting for the volume bias in those mass estimators by Schödel et al 2002 scaling with correction factors (0.88–0.95) determined from Monte Carlo modelling of S2 theoretical clusters5. An upward-pointing rectangle denotes the Bahcall–Tremaine mass estimate obtained from Keck proper motions4. Grey filled rectangles are mass estimates from a parameterized Jeans-equation model S2from ref. 5, including anisotropy and differentiating between late and early type periodo stars. Open circles are mass P=15.2 yr estimates from a parameterized Jeans-equation model of thesemiasse radial velocities of late type5.5 stars, assuming maggiore giorni-luce isotropy5. Open rectangles denote mass estimates from a non-parametric, maximum pericentro 124 AU=17 ore-luce likelihood model, assuming isotropy and combining late and early type stars622. The =(3.7±1.0±1.1)x10 BHsame Acknowledgements We thank the teams who developed and constructed the near-i different statistical estimates (in part usingM the or similar data) agree within! their uncertainties but the variations show the sensitivity to the input assumptions. In contrast, camera CONICA and the adaptive optics system NAOS. We are grateful to all the i scientists and European Southern Observatory staff involved in the commissioning the new orbital technique for S2 is much simpler and lessstat affected by the assumptions. CONICA for observations of the Galactic Centre. Stellar We thank C.H. Townes and J. Ko astrom orbits in the Galactic Center Stellar orbits in the Galactic Center 23 The continuous curve is the overall best-fit model to all data. It is a sum of a comments. We thank D. Gudehus for assistance with the Binary-Star Combined So R 0.2 Program. (2.6 ^ 0.2) £ 106M ( point mass, plus a stellar cluster of central density 9.0 S31 S2 and power-law index a ¼ 1.8. The ‘long dash, 3.9 £ 106M ( pc23, core radius 0.34 pc S19 8.5 0.4 S27 Competing interests statement The authors declare that they have no competing fi short dash’ curve shows the same S12 stellar cluster separately, but for an infinitely small core 0.15 8.0 Gillessen et aalPlummer 2009 interests. (that is, a ‘cusp’). The thick dashed curve is the sum of the visible cluster, plus S29 7.5 model of aS5hypothetical concentrated (a ¼ 5), very compact (R o ¼ 0.00019 pc) dark 0.2 S17 S2 Correspondence and requests for materials should be addressed to R.S.7.0 S14 1 2 5 clusterS6of central density 1 £ 1017M ( pc23. 0.1 or R.G. ([email protected]). scaling MBH=(4.31±0.06±0.36)(e-mail: [email protected]) ! orbite stellari attorno a BH nella nostra Galassia M M Dec !"" S4 Dec !"" R0 !kpc# 0 © 2002 Nature Publishing Group 0. 696 28 orbite ben determinate S38 S21 Fig. 14.— Fitted value of S2 2002 data, using a fit wit factor by which the 2002 astr up strongly influences the di NATURE | VOL 419 | 17 OCTOBER 2002 | www.nature in Figure 9 is ≈ 7, correspon 0.05 8 S18 S13 S8 3.99 " 106 M! !R0"8kp S2 orbita completata S1 7 6 S24 0.04 0 0.2 0. R.A. !"" !0.2 !250 !0.4 Fig. 16.— The stellar orbits of the stars in the central arcsecond for which we were able to determine orbits. In this illustrative figure, the coordinate system was chosen such that Sgr A* is at rest. Among the stars with orbital solution, six stars are late type (S17, S21, S24, S27, S38 and S111). It is worth noting that for the first time we determine here the orbits of late-type stars in close orbits around Sgr A*. In 2 of a < 30 µas/yr . 0. !0.02 !0.04 !0.06 R.A. !"" 5 4 !750 S1 S1 0.48 120 0.46 S20 3 !1000 !1250 !1500 300.8 300.6 300.4 0.02 !500 vrad !km"s# 0.4 4.08 " 106 M! !R0"8kp 0. S33 S9 !0.4 MMBH !106 M!# !0.2 !1750 2 7 8 Fig. 15.— Contour plot of χ mass. The two parameters a orbite stellari attorno a BH nella nostra Galassia Unprecedented 16-Year Long Study Tracks Stars Orbiting Milky Way Black Hole http://www.eso.org/public/outreach/press-rel/pr-2008/phot-46-08.html#esocast2 in biblioteca alcune immagini radio del centro galattico dal libro di Fulvio Melia Princeton University Press immagini radio del centro galattico 80 pc gas ionizzato resti di supernova λ=90 cm 10 pc gas caldo magnetizzato Sgr A East Sgr A West λ=20 cm 3 pc flussi di gas v ~ 1000 km/s λ=6 cm 0.5 pc stella gigante rossa con coda di gas soffiata dal vento proveniente dalla regione di Sgr A* Sgr A* λ=6 cm BH 3 pc λ=2 cm radio + mm 0.5 pc immagine composita dei telescopi spaziali Chandra (X) Spitzer (IR) Hubble (vicino IR) immagine composita dei telescopi spaziali Chandra (X) Spitzer (IR) Hubble (vicino IR) echo mapping dal teorema del Viriale: velocità stimate dall’allargamento delle righe di emissione ! v r ! M• = f G 2 è possibile determinare la massa del Black Hole se si possono valutare le dimensioni della Broad Line Region per valutare le dimensioni si usa il metodo dell’echo mapping o reverberation mapping: le righe di emissione giungono all’osservatore con un ritardo rispetto alla radiazione proveniente dal disco di accrescimento (il continuo) perché i fotoni devono compiere un tragitto più lungo se misuriamo questo ritardo possiamo misurare le dimensioni echo mapping se avviene una variazione nel continuo, si produce anche una variazione nelle righe di emissione eccitate da tale continuo, ma la variazione avviene in ritardo osservando le curve di luce del continuo e delle righe di emissione per un certo quasar, dobbiamo determinare qual’è il ritardo per far questo si utilizza una cross-correlazione: troviamo una debole correlazione fra continuo e riga considerati alla stessa epoca ma il coefficiente di correlazione cresce se correliamo il continuo ad un epoca con la riga ad un’epoca ritardata echo mapping la funzione di cross-correlazione è il coefficiente di correlazione come funzione del ritardo qui è mostrata fra il continuo e alcune diverse righe di emissione il massimo delle curve indica il ritardo più probabile echo mapping 2 M! v RBLR G qui RBLR e MBH sono tabulate per 34 AGN di redshift moderato, z<0.4 sarebbe importante effettuare questo tipo di misure anche per redshift più alti { { galassie di Seyfert determinando v2 dalla larghezza delle righe si ottiene la massa del Black Hole quasar dalla misura del ritardo si deduce la dimensione della Broad Line Region RBLR evoluzione dei quasar i quasar sono molti di più e/o molto più luminosi nel passato: questo è quantificato dalla Funzione di Luminosità: N (L, z) = dN (L, z) dLdV (z) volume “comovente” x1000 ! la FL dei quasar evolve fortemente col tempo cosmico (o col redshift) AGN vicini (galassie di Seyfert) a parità di luminosità ci sono circa 103 volte più quasar e AGN a redshift 2 che a redshift 0 questo vale fino a z~2.5, poi a redshift ancora più alto le cose si complicano evoluzione di luminosità e di densità si hanno i due modelli classici di evoluzione di densità e di evoluzione di luminosità: DE: LE: densità cala con t densità ~cost L~cost L cala con t (cioè al diminuire di z) quasar più numerosi e/o più luminosi nel passato fino a z~2.5 i dati si accordano ~ con LE ∗ ∆t/τ , τ " 0.14Ho−1 L∗ (z) ∼ Lo (1 + z)3.5 oppure L (z) ∼ Lo e però oltre z~3 FL diminuisce, probabilmente perché i quasar si stanno formando ↓ DE ← LE evidenze di evoluzione: conteggi contare tutte le sorgenti fino a un flusso limite S dΩ 2 caso euclideo: Universo piatto e statico dN (r) = n(r)dV = n(r)r drdΩ dN (r) = n(r)r2 dr dΩ popolazione di sorgenti di uguale luminosità L F = L/4πr 2 F ≥S numero di sorgenti per grado quadrato: N (> S) = n(r) = n0 densità uniforme: relazione logN-logS: dr � r ≤ rmax = � r L 4πS �1/2 � rmax dN (r ≤ rmax ) = n(r)r2 dr dΩ 0 r3 n0 N (> S) = n0 max = 3 3 � � � log N (> S) = log n0 L3/2 /3(4π)3/2 − L 4πS �3/2 logN -3/2 3 log S 2 la relazione logN-logSlogeuclidea -3/2 N (< m)ha ∝ pendenza 0.6m logS si dimostra poi che l’effetto della cosmologia è casomai di appiattire la logN-logS. invece i conteggi n(r, L)drdL = n(r)Φ(L)drdL osservati sono più ripidi ~1.8: indicazione che ci sono più sorgenti deboli, cioè per data L più sorgenti lontane � � rmax (L) � 1 n0 2 N (> S) = n(r, L)r drdL = L3/2 Φ(L)dL 3/2 3 (4πS) 0 densità spaziale dei quasar oltre z~3 diminuisce: è l’epoca in cui i BH supermassivi si formano (quasar di alta luminosità) (EdS) crescita dei BH supermassivi l’energia estraibile dal BH è E = ηM c2 questo corrisponde alla potenza (”Luminosità”) Se L ! LE con η ∼ 10−1 dE dM = ηc2 dt dt L≡ ricaviamo massa accresciuta per unità di tempo LE 4πGmp c M dM ! 2 = M = dt ηc σT ηc2 τ con se ne ricavano ritmi di accrescimento ηcσT = 4 107 yr 4πGmp τ= 108 M8 ∼ 2M! /yr Ṁ ! 4 107 M dM = dt τ crescita dei BH supermassivi il BH (sempre se L~LE) cresce seguendo la legge grandi ! M (t) = Mi et/τ M(t) 108 M! se Mi ∼ 10M! crescita a 108 M! (BH stellare) il tempo di è dato da t∗ − ti " τ ln 107 " 16τ ∼ 650 Myr Mi R(t) ti t∗ ma per alti redshift t* è piccolo p.es. (Einstein-deSitter): t∗ /to = (1 + z) per z~6.4: t∗ ∼ 0.05 to −3/2 t* 400-700 Myr (stime per vari mod. cosmologici) t o i quasar più lontani e luminosi hanno poco tempo per crescere questa è una delle motivazioni per cercare quasar con z sempre maggiori: z~10 metterebbe in difficoltà la interpretazione in termini di BH chandra.harvard.edu quasar di alto redshift in raggi X z=5.99 spettro X osservato dal satellite Chandra uguale allo spettro X dei quasar vicini, più vecchi quasar di alto redshift nell’IR 11 su 13 quasar di alto redshift osservati col satellite Spitzer mostrano emissione infrarossa da parte di un anello circumnucleare con proprietà simili a quelle di quasar a redshift più bassi quasar a z > 6 nati da non più di 700 Myr hanno già le stesse proprietà X e IR di quasar a z più bassi che hanno avuto più tempo per accrescere i loro BH spitzer.caltech.edu