Comunicazione Interculturale Anno Accademico 2016 - 2017 Prof. Gaia Moretti La CMC quella comunicazione che permette di mettere in connessione, attraverso strumenti informatici, punti tra loro lontani, senza che questa relazione si realizzi secondo un rapporto di tipo gerarchico (Belloni, 2002) gli attori sociali sono parte di una rete, dove ogni nodo è potenzialmente connesso agli altri e può dialogare con loro. spazio informazionale: un’enorme contenitore di dati, fatti, argomenti, profili da conoscere e da leggere, un luogo dove le nostre informazioni e quelle degli altri possono formare conoscenza spazio sociale: il luogo dove si possono creare relazioni, costruire comunità (virtuali), intrecciare rapporti di vario genere. Il Web è una enorme biblioteca dove possiamo incontrare chiunque sia connesso. La CMC: modalità e strumenti Modalità sincrona: in tempo reale. Chiamate vocali, hangout etc. Modalità asincrona: non in tempo reale: le spunte blu di WhatsApp Testo: la modalità più utilizzata per scambiarsi messaggi, ed anche quella più narrativa; Voce: le call online, ma soprattutto i messaggi vocali Icone: immagini, piccole o grandi, che esprimono una narrativa visuale: emoticon, GIF, meme, reazioni ai post I Social Network finalità: esistono social network prevalentemente orientati alla condivisione di informazioni e conoscenze e altri che, invece, puntano prevalentemente sullo scambio di beni e servizi; grado di apertura: i social network cosiddetti generalisti permettono la “costruzione di legami trasversali tra settori e figure professionali; i social network di nicchia, invece, stabiliscono confini che limitano l’interazione a legami orizzontali (tra persone che svolgono lo stesso ruolo, anche in settori differenti) o verticali (all’interno dello stesso settore, ma con ruoli differenti). orientamento al rafforzamento dei social network già esistenti (servizi di social network) verso la costruzione di nuovi legami (servizi di social networking).” I Social Network: tipologie • piazza: a cui tutti possono accedere, a prescindere dalla figura professionale, dal settore di appartenenza e dalla condizione occupazionale. Tutti vedono tutti, tutti possono parlare con tutti, e si possono formare dei gruppi di conversazione. C’è uno scambio di informazioni e conoscenze libero, che può poi portare a forme di scambio, ma come esito non immediato. E’ il caso di Facebook, Twitter, Google Plus. • mercato: aperti a tutti ma,il cui obiettivo principale è l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Questi social network, che stanno lentamente scomparendo dalla rete, possono essere dedicati ai lavoratori dipendenti, come le piattaforme italiane Jobberone ed Egomnia, oppure ai lavoratori freelance, come Elance e Link2me. I Social Network: tipologie • fiera: limitati a una nicchia professionale: per settore oppure per figura professionale. L’obiettivo è mettere in mostra il proprio lavoro, prevalentemente per favorire gli scambi di beni e servizi. Tra le piattaforme più dinamiche, ci sono i social network per imprenditori che cercano oppor tunità di business, come Officine Italiane Innovazione, H2Biz, Myind e Vinix. • auditorium: piattaforme di social network, generalmente limitate a una sola figura professionale, orientate allo scambio di informazioni e conoscenze. Un esempio è Secretary, il social network delle assistenti di direzione e La scuola che funziona, per insegnanti Problemi principali 1. Riconoscere chi abbiamo di fronte 2. Riconoscere di che cosa parliamo 3. Riconoscere le modalità che vengono utilizzate 4. In tempo reale e nonostante i fusi orari Un contesto tipo • ogni giorno siamo esposti, in quanto frequentatori di luoghi virtuali, ad una enorme quantità di informazioni non sempre vere: • un fatto che riguarda un appartenente ad una cultura percepita come “altra”, viene descritto in un post di un blog, o in un articolo di giornale; • il post viene condiviso su un social; • commenti e commentatori si scatenano da ambo le parti. Un contesto tipo Parlare o tacere? E’ obiettivamente difficile incontrare conversazioni “sane” sotto ad un post di Facebook, senza che si scada nell’insulto o nel “non ci capiamo”. Questo accade perché la comunicazione interculturale online molto più complessa di quella faccia a faccia, per due motivi sostanziali: • Non siamo lì per conoscere una persona di cultura diversa dalla nostra: siamo lì per commentare un fatto, più o meno di cronaca, e difendere una posizione (che sia quella della nostra cultura o un’altra): l’oggetto della comunicazione si sposta una prima volta. • Non discutiamo, non comunichiamo con la persona in questione: piuttosto, discutiamo con chi la difende o la attacca: l’oggetto della comunicazione si sposta una seconda volta. Cosa fa il comunicatore interculturale? Riconosce e fa riconoscere la verità Sfata i miti che derivano dagli stereotipi per esempio, le immagini del genocidio armeno Come può farlo? 1. Ricerca costante delle fonti (anti-bufale) 2. Analisi costante delle conversazioni: in alcune c’è spazio di inserimento, in altre no 3. Storytelling: Clemantine Wamariya al TED Talk 4. Video (virali e non): the DNA journey