Giuseppe Verdi e gli alunni del liceo Diderot Anna e Stefano per una lezione di canto Verdiano ragazze sulle ali dorate Va', pensiero, sull'ali dorate. Va', ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano tepide e molli l'aure dolci del suol natal! Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate. O mia Patria, sì bella e perduta! O membranza sì cara e fatal! Arpa d'or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi? Le memorie del petto riaccendi, ci favella del tempo che fu! O simile di Solima ai fati, traggi un suono di crudo lamento; o t'ispiri il Signore un concerto che ne infonda al patire virtù che ne infonda al patire virtù al patire virtù! Da Nabucco Chi conosce Giuseppe Verdi 1. Chi è Giuseppe Verdi : Un musicista e un compositore Un compositore e un rivoluzionario Un uomo politico corrotto 2 . Secondo Verdi, « La virtu’ » : è una qualità della nobiltà è una qualità della borghesia è una qualità del popolo 3. La musica di Verdi mette in luce la bravura, la virtuosità e la potenza Dei tenori Dei bassi Dei baritoni 4. Verdi preferiva Un’ Italia « che si fa da sé » Un’ Italia « che si fa con la Francia » Un’ Italia « che si fa con la Prussia » 5. Rigoletto è ispirata a : « Le Roi s’amuse »di Victor Hugo « Le Roi s’amuse »di Hugo Pratt « Le Roi s’amuse »di Dino Buzzati 6 . Nell’ 800, chi era il rivale operista di Verdi : Wagner Mozart Lully 7. Aida è una schiava Egizia Ebrea Italiana 8. Verdi critica : L’aristocrazia Il popolo La borghesia 9. « Va’ pensiero » era un inno per i patrioti italiani per i patrioti ebrei per i patrioti di Franceschiello Dio guardi 10. la trilogia maggiore di Verdi si compone di « Rigoletto/Traviata/ Trovatore » “Rigoletto/ Nabucco / Trovatore » “Rigoletto/ Traviata/ Don Giovanni » VERDI e la musicologia Il musicologo Robert Fajon, dall’« associazione Amis du Festival », nell’ aula B.307 ci racconta Giuseppe Verdi Lunedi’ 15 dicembre T ES T L TSTI VERDI UNA BIOGRAFIA a spasso con la storia Nell' 800, con la costruzione di teatri, la musica si diffuso’ fra i ceti popolari minori. In Italia, l'Ottocento fu il secolo del melodramma, con Rossini, Bellini, Donizetti ma soprattutto Verdi. Fu Verdi ad intraprendere una via più autonoma che lo portò a raggiungere le più alte vette del melodramma italiano .Verso metà secolo si affermò il Dramma lirico, i cui soggetti erano spesso tratti da capolavori della letteratura antica, con alcune modifiche nel linguaggio per renderlo accessibile anche al pubblico dei ceti medi. L'Italia, nonostante il poco successo, ebbe nelle mani un vero tesoro della musica: Giuseppe Verdi. Il compositore, che rese l’opera uno dei generi più diffusi e amati nella cultura italiana dell’Ottocento Venne così chiamato il musicista del risorgimento italiano e il suo nome venne utilizzato nelle manifestazioni patriottiche . La sua musica cantò la libertà, l’idea di patria, l’importanza di sollevarsi contro gli oppositori, tutti temi che erano percepiti come allusioni alla situazione politica italiana. Amato e seguito, Verdi divenne il simbolo del Risorgimento Italiano, tra cospiratori e carbonati, infatti, “Viva Verdi” significava: “Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”. Una vita : Giuseppe Verdi L’infanzia Figlio di Carlo e Luigina Uttini, Giuseppe Verdi nacque nel 1813 a Roncole, fazione di Busseto (Parma); fu registrato negli atti comunali come Joseph-Fortunin François. A soli otto anni, quando gli altri bambini desideravano solo giocare, il piccolo Giuseppe aveva un unico grande sogno: possedere una spinetta, uno strumento simile all'attuale pianoforte. Ciò che più appare straordinario è che il giovane, non solo suonava molto bene, ma cominciava già a comporre bellissima musica. Il primo periodo : la giovinezza e glia anni di galera Nel 1831 si recò a Milano per iscriversi al Conservatorio, ma fu respinto all'esame di ammissione. A soli 22 anni compose il suo primo melodramma: Oberto Conte di San Bonifacio, nello stesso anno in cui il musicista si trasferì a Milano insieme alla sua famiglia. Nel 1836 si sposò con Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli: Virgina, morta ancor prima del trasferimento a Milano, e Icilio. La sua successiva opera fu il Nabucco, composta nel 1842; siamo nell'epoca in cui gli italiani stanno lottando per liberarsi dalla dominazione austriaca: proprio con quest'ultima composizione, Verdi ha voluto musicare un'opera che interpretasse il sentimento di amor patrio del popolo italiano.Un vero trionfo. Solo nel primo anno di esecuzione sarà replicata oltre 60 volte. Verdi si consacra al grande pubblico, e il coro del “Và pensiero” diventerà una sorta di inno popolare contro la dominazione Austriaca. A 34 anni il compositore ha raggiunto ormai la fama popolare Fra le numerosissime composizioni di questo periodo è compresa la “Ernani”, tratta dal dramma di Victor Hugo nel 1843. Secondo periodo la Gloria Del 1847 è invece la messa in scena della “Macbeth” di William Shakespeare, che funge da preannuncio della “Trilogia popolare”. Nel 1851, con il debutto a Venezia del “Rigoletto”, Verdi si impone come il più grande operista italiano della sua epoca. Seguito da altre due composizioni considerate assoluti capolavori, quali “Il Trovatore” e “La Traviata”, che formano la suddetta trilogia popolare. Le opere della trilogia mettono al centro protagonisti insoliti, caratterizzati da una psicologia emotiva particolarmente approfondita, accompagnate da una composizione melodica straordinaria. È con questa trilogia che Verdi si fa conoscere nel resto del mondo, attirando le attenzioni del librettista dell’Operà di Parigi, Eugène Scribe, che gli propone una composizione per la capitale francese. Ne sortirà “Les vêpres siciliennes” . Verdi intanto si stabilisce nella villa di Sant’Agata, acquistata tre anni prima, nella provincia di Piacenza, insieme alla sua nuova compagna: il soprano Giuseppina Strepponi, che sposerà in seconde nozze nel 1859. Il terzo periodo Verdi disilluso La seconda metà degli anni ’50 dell’Ottocento non sono sereni per il compositore: il panorama musicale cambia attorno a lui, e il “Simon Boccanegra” del 1857 non riscuote successo. Due anni più tardi vede la luce “Un ballo in maschera”, mentre del 1862 è “La forza del destino”, che debutta a Sanpietroburgo. Nel 1867 Verdi realizza un’altra opera considerata uno dei suoi maggiori capolavori: è il “Don Carlos”, che viene messo in scena per la prima volta a Parigi nel trionfo generale. È il periodo di massima maturazione artistica del compositore, che culmina con “Aida”, commissionata dal Kedivè d’Egitto e andata in scena la vigilia di Natale del 1871. Opera dotata di grande modernità, spesso accostata per similitudine stilistica al lavoro di Richard Wagner, e carica di spunti originali e innovazioni musicali. È proprio dopo “Aida” che Verdi decide di ritirarsi a vita privata. Si avvia un lungo periodo di silenzio, interrotto solo dalla scrittura della “Messa di Requiem” scritta per la morte di Manzoni. Nasce inoltre un’amichevole e proficua collaborazione con l’intellettuale “scapigliato” Arrigo Boito, che porta alla rivisitazione di alcune opere giovanili del compositore. La vecchiaia Verdi trascorre poi gli ultimi anni di vita tra la casa di Sant’Agata e Milano. Nel 1897 muore anche la seconda moglie, e rimane solo ad affrontare la vecchiaia. Due anni più tardi istituisce la “Casa di riposo per musicisti”. Si spegne all’età di 87 anni a Milano, al Grand Hotel De Milan il 27 gennaio 1901. Il giorno del funerale, il 30 gennaio 1901, le strade furono cosparse spontaneamente di paglia dai cittadini, affinché il riposo di Verdi non fosse turbato dallo scalpitio dei cavalli. Richiese per il funerale esequie umili e non sfarzose, cui presero comunque parte oltre 100mila persone.