Un modello di portfolio Il focus del capitolo è la descrizione di un modello per la struttura del portfolio e per la costruzione del portfolio, mutuato dalla ricerca internazionale. Due elementi sono alla base della proposta: La struttura del portfolio e il processo di costruzione sono fortemente connessi. Il processo diviene prodotto come il prodotto è anche processo. La funzione orientativa e quella valutative sono fortemente legate. Sarebbe più opportuno affermare, come la descrizione successiva cercherà di dimostrare, che le varie sezioni del portfolio sono tra loro tutte connesse e da tale connessione deriva la simmetria tra processo e prodotto. Il modello, in base al quale saranno articolate nei capitoli che seguono le diverse tipologie portfoli (per lo studente, per il docente, per l’istituzione), è una struttura-processo organizzata in cinque fasi con delle linee guida che possono fornire ai docenti utili suggerimenti più che rigide prescrizioni. Nel paragrafo finale verranno esposte alcune metafore utilizzate in letteratura per descrivere il portfolio. Modello di Abrutyn e Danielson Il punto di partenza è il modello proposto da Danielson ed Abrutyn (1997) che articolano il processo di costruzione in quattro fasi: 1. Collection (Raccolta). Definire lo scopo, il destinatario e il futuro uso del portfolio per determinare quali artefatti raccogliere; 2. Selection (Selezione). Selezionare i materiali, precisando i criteri di selezione dei materiali stessi che rispettano le finalità didattiche stabilite per il portfolio. 3. Reflection (Riflessione). Includere riflessioni in ogni sezione del portfolio e una riflessione globale; 4. Projection (Proiezione). Rivedere periodicamente materiali e riflessioni sull’apprendimento inserite nel portfolio per osservare gli obiettivi raggiunti e individuare quelli da raggiungere. La caratteristica essenziale del modello consiste nel forte legame che connette le quattro sezioni. Se nella collezione si decide come e da quali dossier estrarre i materiali da selezionare, nella seconda fase si selezionano i materiali, sugli stessi si riflette nella terza fase. Frutto della riflessione è la proiezione ovvero l’analisi degli obiettivi raggiunti e l’individuazione degli obiettivi da raggiungere. Il percorso proposto è ciclico e si ripete periodicamente nell’arco dell’anno. Non a caso Takoma (2002) che propone un modello molto simile a quello degli autori precedenti, il Portfolio Development Circle (PDC) per la valutazione iniziale degli insegnanti, visualizza con un percorso ciclico il suo modello. Anche in questo caso si hanno quattro fasi (Figura 1): la Collection degli artefatti, la Reflection che consiste in un dialogo tra il soggetto e l’artefatto avendo presenti obiettivi e risultati, la Reduction in cui gli artefatti si collegano agli standard, il Display che consiste nell’organizzare gli artefatti per la pubblicazione. Figura 1 - Stages of Portfolio Development Circle In base al PDC, dopo una parte iniziale con le informazioni personali del soggetto, il portfolio contiene la Educational Philosophy divisa in personal purpose, political purpose, professional purpose, pedagogical purpose. Vi è poi un Resume in cui si esprimono le qualifiche e i risultati del proprio percorso. In base ad essi si definisce un proprio profilo professionale. È strutturato in sezioni (identifyng information, Objective, Education, Related courses, Experiences). Segue un Autobiografical Essay, un testo narrativo in cui lo studente racconta il proprio vissuto ed esprime i propri interessi e i propri desideri. In questa sezione può inserire la percezione di se stesso come futuro insegnante. Evidence Documentation è la sezione in cui si immettono gli artefatti e la riflessione su di essi. Ultima parte è la Checklist of content in cui si esprimono dei giudizi sintetici su alcuni aspetti del proprio apprendimento. La proposta di Abrutyn e Danielson è un punto di riferimento internazionale per la progettazione del portfolio di ogni ordine di scuola. Nelle varie realtà e contesti assume forme e contenuti differenti. In tutti resta comunque, come elemento peculiare, la circolarità del processo e la forte connessione tra le varie sezioni. Modello di H. Barret Helen Barret (Barret, 2000) da anni si occupa di portfolio e di e-portfolio. Il suo sito tematico è una risorsa inesauribile in questo settore. H. Barret riprende il modello di Abrutyn e Danielson, ma apporta alcune modifiche. Suggerisce di mutare Proiezione con Direzione (Direction) per evidenziare che in tale fase il soggetto focalizza i goal che si pone partendo dalle riflessioni sul proprio portfolio. Propone inoltre di inserire la fase di Connessione (Connession) in cui evidenziare i collegamenti tra i documenti interni e i documenti o eventi esterni. Infine aggiunge la fase della Pubblicazione (Pubblication) nella quale il portfolio o un estratto di esso viene mostrato e confrontato con altri. Si tratta in alcuni casi di estrarre dal proprio portfolio (il portfolio di lavoro) una presentazione (il portfolio di presentazione) che viene mostrata ad un target definito (superiori, docenti, genitori, classe o scuola, extrascuola) per dimostrare gli obiettivi raggiunti ed il percorso effettuato. H. Barret indica per ogni fase le domande da porsi nella progettazione del portfolio. Fase 1: Definire contesto ed obiettivi del portfolio (Parole chiave: scopi, destinatari, ruolo e valutazione) Quale è il contesto della valutazione, lo scopo del portfolio? Sono individuati gli obiettivi finali dello studente, gli standard locali o nazionali, le rubriche di valutazione ad essi associati o i comportamenti osservabili? Quali risorse sono disponibili? Quali le esperienze e le pratiche presenti nel contesto? Le scelte relative alla valutazione definiscono i successivi passi del processo di sviluppo del portfolio? Quali sono i destinatari del portfolio: lo studente, i genitori, il docente o il datore di lavoro? Fase 2: The working portfolio (Parole chiave: collezionare, inserire, progettare, pianificare) Quale è il contenuto delle voci del portfolio (determinate dal contesto di valutazione) ed il tipo di prove da raccogliere? Come organizzare i materiali? Quali materiali sono maggiormente utili per rappresentare i risultati degli studenti? Si identificano a questo punto le tipologie dei materiali da inserire (testi, immagini, progetti, registrazioni audio-video). Fase 3: The reflective portfolio (Parole chiave: scegliere, riflettere, dirigere, sviluppare) Come selezionare gli artefatti per dimostrare di aver raggiunto gli obiettivi del portfolio? Quali strumenti di verifica adottare per la selezione dei manufatti e per giudicarne il valore? Avere un chiaro set di rubriche in questa fase aiuterà lo sviluppo e la valutazione del portfolio. Come registrare l’auto-riflessione sul lavoro? La qualità dell’apprendimento che emerge dal processo di sviluppo del portfolio è correlata alla auto-riflessione sul proprio lavoro. In questa fase le riflessioni dovrebbero rimanere private. Come registrare i commenti dell'insegnante sul lavoro dell'allievo e sul raggiungimento degli obiettivi? Ancor più critica è la natura confidenziale del processo di valutazione. Come registrare gli obiettivi per impostare i passi futuri dato che il beneficio principale di un portfolio è quello di evidenziare lo sviluppo nel tempo per poter meglio progettare il percorso di apprendimento. Il processo continuo di ridefinizione degli obiettivi trasforma il portfolio in uno strumento molto utile per la formazione e l’apprendimento. Fase 4: The connected portfolio (Parole chiave: analizzare, perfezionare, connettere, implementare, valutare) Come organizzare gli artefatti? Come generare collegamenti fra gli obiettivi, gli artefatti scelti del lavoro dell'allievo, le rubriche e la valutazione? Come valuterete l'efficacia di portfolio alla luce del relativo scopo e del contesto di valutazione? In un ambiente atto a favorire il miglioramento continuo, il portfolio dovrebbe essere considerato an ongoing learning tool (uno strumento “in progress” per l’apprendimento) e la sua efficacia dovrebbe essere controllata regolarmente per essere sicuri che si stia marciando verso gli obiettivi individuati. In funzione della struttura del portfolio, come usare il portfolio per prendere le decisioni relative al processo formazione/apprendimento? In tal modo si collega formazione e valutazione in modo molto efficace. Come confrontare gli artefatti inseriti nel proprio portfolio con quelli di altri soggetti? Fase 5: The presentation portfolio (Parole chiave: Celebrare, presentare, pubblicare) Come costruire dal portfolio di lavoro un portfolio di presentazione? Il portfolio di lavoro e il portfolio di presentazione possono essere differenti. Come presentare il portfolio finale ad un determinato pubblico? Ciò richiede strategie molto specifiche che dipendono dal contesto. Attualmente nella realtà americana è lo studente stesso che espone il proprio portfolio ad un determinato pubblico, genitori, altri studenti, colleghi, datori di lavoro potenziali. In ambito aziendale è un'occasione in cui i professionisti confrontano i loro portfoli di istruzione con i colleghi per scambiare pareri e ricevere suggerimenti per l’autovalutazione. (Barret, 2000) Una possibile sintesi Prendendo spunto dai modelli precedentemente descritti, si propone ora una struttura che possa essere calata nella scuola italiana. Anch’essa è articolata in cinque fasi che ora saranno descritte ed utilizza dei precedenti modelli la struttura circolare e fortemente connessa. Fase Descrizione 1. Raccolta La prima fase è relativa al progetto del portfolio. Individua: finalità, - lo scopo principale che avrà il portfolio, target, materiali da - le modalità con cui sarà implementato, cui il soggetto/i che lo implementeranno, Individuare selezionare, - indicatori per selezione, modalità - le tipologie di artefatti che dovranno essere contenuti; di selezione, rubrica - i dossier da cui potranno essere prelevati tali artefatti; e le attività che potranno costruire materiali auto riflessivi per il modalità la - di - la struttura utilizzata per organizzarlo; portfolio e competenze autovalutative favorire la produzione di valutazione. (diari, ecc.). Infine occorre definire: - l’utilizzo del portfolio per la valutazione e per l’orientamento ; - le RUBRICHE di riferimento. Le attività proposte per sviluppare competenze autovalutative potranno essere inserite, quando diventeranno una prassi per gli studenti, nella fase 3, ovvero nella riflessione. 2. Selezione È il lavoro della costruzione del portfolio e consiste nella Selezionare selezione dei materiali in base alle indicazioni evidenziate al materiali secondo punto uno. I materiali vengono recuperati dai dossier e, per ogni modalità stabilite al materiale, si precisano le motivazioni della scelta. punto 1; indicare per I materiali possono essere organizzati per tematiche o con altro ogni artefatto criterio. selezionato motivazione della scelta. 3. Riflessione/ I materiali raccolti vengono esaminati, si riflette su di essi in base connessione alle finalità del portfolio ed in base ai criteri di valutazione che si è Esaminare deciso di adottare o agli standard criteriali/personali evidenziati criticamente i nella rubrica. materiali raccolti, Contemporaneamente si creano delle connessione fra i materiali costruire una per individuare se esiste una storia, un percorso e per individuare narrazione o una se emergono costanti, modalità nell’apprendimento. mappa connettendo Si costruiscono mappe, narrazioni che innescano una riflessione elementi interni o ed una ridefinizione della identità (dello studente, del docente, dell’istituzione a seconda del tipo di portfolio) e che permettono di esterni. riprogettare il percorso di apprendimento. 4. Direzione La riflessione e le connessioni individuate nella fase precedente Individuare in base permettono di precisare obiettivi anche personali su cui impostare alla riflessione del la propria azione (individuale o collettiva). La valutazione diviene punto 3 gli obiettivi immediatamente progettualità ed interagisce con essa. raggiunti, gli obiettivi da raggiungere gli obiettivi comuni al gruppo classe e gli obiettivi personalizzati. 5. Pubblicazione Completato il portfolio, può essere importante decidere se e Costruire una come presentarlo. Nella presentazione può essere mostrato presentazione per l’intero portfolio o parte di esso. Altre volte sarà necessario confrontare e ricavare un specifico artefatto per un pubblico determinato (pari, discutere il proprio docenti, personale esterno alla scuola, altre istituzioni). Parlare di portfolio o una parte pubblicazione implica due azioni: produrre una presentazione del di esso pubblico. con un proprio portfolio, progettare situazioni in cui il portfolio possa essere condiviso e discusso con altri. La presentazione può servire per confrontarsi, avere feedback sulla propria autovalutazione secondo parametri non solo interni al mondo scolastico, mostrare le proprie competenze a potenziali datori di lavoro, creare le basi per arrivare a definire dei riferimenti comuni in una comunità di pratica, permettere a differenti istituzioni di confrontarsi e conoscersi in modo più approfondito.