rizoartrosi - Ospedale Bolognini

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Ospedale di Lovere
U.O. Ortopedia – Traumatologia
Responsabile Dr. Carlo TREVISAN
FOGLIO INFORMATIVO DI ATTO CHIRURGICO
RIZOARTROSI
Obiettivo
Obiettivo dell’intervento è di ridurre la sintomatologia dolorosa e recuperare la funzione
dell’articolazione in modo tale da consentire al paziente la ripresa di quelle attività che non
era più in grado di svolgere per il dolore e la limitazione articolare dovuta alla malattia.
Descrizione
L’articolazione trapezio-metacarpale e la
sottostante articolazione scafo-trapezoidea
Artrosica
Normale
consentono al pollice una notevole ampiezza
di movimento permettendogli di opporsi alle
altre dita della mano e di realizzare sia la
“presa in pinza” digito digitale che a presa
digito palmare a pieno pugno. Con il verificarsi
di un processo artrosico a carico di tale
Schema
articolazione si viene a perdere in modo
progressivo l’ampia libertà di movimento tipica dell’articolazione
Trapeziodel pollice e nel contempo insorge una
Metacarpale
sintomatologia dolorosa ingravescente in
particolare durante i movimenti di presa a “pinza”.
Quando il dolore e la disabilità non sono sufficientemente controllati con le terapie
conservative si può ricorrere all’intervento chirurgico. Le tecniche a disposizione sono
molteplici e possono essere suddivise in quattro grandi categorie: le osteotomie correttive,
le artroplastiche, le artroprotesi e le artrodesi.
Osteotomie Correttive: L’osteotomia correttiva della base del primo metacarpo si esegue
nelle forme iniziali della malattia e mira a migliorare le condizioni biomeccaniche di utilizzo
dell’articolazione attraverso un riallineamento delle superfici articolari
Artroplastiche: si esegue l’asportazione completa dell’osso trapezio usurato e si mantiene
“lo spazio “ in precedenza occupato dall’osso mediante l’interposizione di un tendine o di
uno spaziatore (artroplastiche di interposizione), oppure mediante l’ancoraggio tendineo
del I metacarpo o la sospensione del I metacarpo mediante ancoraggio con filo metallico
al II metacarpo (artroplastiche di sospensione).
Artroprotesi: si sostituisce la superficie delle ossa usurate con delle componenti metalliche
e plastiche che si articolano tra loro riproducendo il movimento articolare originario.
Artrodesi: si tratta di fondere insieme in maniera definitiva le due ossa: trapezio e base del
1° metacarpale e di fissarle con dei mezzi di sintesi (usualmente fili di acciaio) che poi
vengono rimossi.
La durata dell’intervento varia dai 40 ai 90 minuti a seconda della tecnica utilizzata. La
scelta del tipo di intervento viene fatta sulla base dello stadio di malattia, dell’età del
paziente e delle richieste funzionali presumibili.
Ospedale di Lovere. – U.O. Ortopedia – Traumatologia –Tel 035/3067240 Fax 035/3067276
SEDE LEGALE: Via Paderno, 21 – 24068 Seriate (BG) Tel. 035.3061.1 Fax 035.306 3 715
Internet: www.bolognini.bg.it – C.F. & P. IVA 02585160167
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Responsabile Dr. Carlo TREVISAN
Probabilità di successo
I differenti interventi chirurgici per la rizartrosi si sono dimostrati efficaci nel ridurre il dolore
e ripristinare la funzione. In molteplici studi sulle diverse tecniche operatorie è stata
registrata una riduzione completa del dolore dal 50% all’80% dei pazienti ed una buona
forza di presa dal 60% al 70% dei pazienti. In media, l’80% dei pazienti si è detto
soddisfatto dell’intervento.
Eventuali rischi e complicanze (anche post operatorie):
Il rischio
Cosa succede
Infezione della ferita
Èvento raro ma possibile
Lussazione della protesi
La protesi può lussarsi perché i
legamenti e la muscolatura non
sono guariti
Durante l’intervento si può
verificare una frattura in rapporto
alla qualità dell’osso
Può verificarsi una lesione
iatrogena del nervo cutaneo
sensitivo radiale che si manifesta
con parestesie e/o anestesia
Può verificarsi una mancata
consolidazione della artrodesi
Frattura articolare
Alterazioni della sensibilià
cutanea
Pseudartrosi
Rigidità articolare
Lesioni tendinee e vascolari
Algodistrofia
Ci può essere una rigidità
articolare laddove non previsto
che limita le normali attività
Può verificarsi una lesione
iatrogena di tendini o vasi che
attraversano il campo operatorio
Edema dolore e rigidità articolare
diffusa del polso e della mano
persistente
Cosa si può fare
Antibioticoterapia ed eventuale
rimozione dell’impianto
Può essere necessario ricorrere a
nuovo intervento chirurgico
Si può eseguire un sintesi e/o
modificare il tipo di intervento
programmato
Se si forma un neuroma può
essere necessario intervenire per
asportare il neuroma stesso.
Terapia fisica conservativa con
onde d’urto, campi magnetici
pulsatili o ripresa dell’intervento
Terapia fisica conservativa con
onde d’urto o re-intervento
Riparazione intraoperatoria della
strutture lese laddove possibile
Terapia medica e terapia fisica
Eventuali alternative terapeutiche:
1- Infiltrazioni articolari con corticosteroidi: possono dare problemi quali artriti settiche,
incremento della PA e della glicemia.
2- Trattamento conservativo: riposo funzionale economia dell’articolazione TM,
impiego di terapia fisica (US correnti antalgiche) e tutori statici (migliori quelli
termoplastico)
3- FANS e corticosteroidi: possono ridurre l’infiammazione articolare ma hanno effetti
collaterali a carico di vari organi( stomaco intestino, fegato e reni)
Possibili conseguenze derivanti dal rifiuto dell’atto sanitario
Persistenza del dolore, graduale peggioramento fino a rigidità articolari e all’anchilosi che
limitano lo svolgimento delle normali attività quotidiane; deformità del profilo della mano.
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Eventuali conseguenze temporanee e permanenti prevedibili, eventuali ricadute
nell’ambito della vita famigliare e sociale, e sulle attività occupazionali
Il tempo medio di degenza in ospedale è di 2-3 notti;
Spesso è necessario l’utilizzo di un gesso o tutore rigido (per un periodo variabile in
funzione del tipo di intervento scelto) di norma per un periodo non inferiore a 3-4
settimane; le dita vengono lasciate libere e si devono muovere da subito anche se non
vanno eseguiti sforzi per 20-30 gg;
Un’attività lavorativa di concetto può essere ripresa dopo circa 7-10 gg; in 30-40 gg nel
caso di lavoro manuale e non prima di 3 mesi se lavori pesanti.
I punti di sutura sono rimossi 12-14 gg dopo l’intervento;
In generale la cicatrice è limitata al polso sulla proiezione dell’articolazione trapeziometacarpale.
Le complicanze già citate possono allungare i tempi di ripresa.
Una corretta riabilitazione svolge un ruolo fondamentale per il raggiungimento di un buon
risultato.
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