Responsabile: Dott. Massimo Valsecchi Redazione: Newsletter N. 5 giugno 2008 D.ssa Giuseppina Napoletano [email protected] Dott. Federico Gobbi [email protected] D.ssa Nguyen Thi My Dung [email protected] Recapiti: tel. 045 8075918 – 5956 – 6010 - 6015 La presente newsletter e le edizioni precedenti sono reperibili nel sito della Regione del Veneto al seguente indirizzo: http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla +Persona/Sanita/Prevenzione/Stili+di+vit a+e+salute/Malattie+viaggiatori+interna zionali/Newsletter.htm Nel sito del Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 all’indirizzo: http://prevenzione.ulss20.verona.it/viagn ews.html Supporto tecnico: Andrea Comin LA FEBBRE TIFOIDE Anjouan-Isole Comore Caso Clinico Ci troviamo nel periodo della grande stagione delle piogge. È venerdì pomeriggio e dopo una mattinata di pioggia intensa ritorna a splendere il sole. Siamo dunque in attesa dei pazienti che fino a quel momento non erano stati in grado di raggiungere l’ospedale per le avverse condizioni atmosferiche. Quando arrivano, tra di essi vi è una ragazza di 17 anni che lamenta febbre elevata e cefalea intensa da circa 7 giorni. Molte patologie possono causare febbre e nel nostro ospedale non abbiamo molti mezzi diagnostici a disposizione: la più frequente è la malaria. Pertanto, mentre visitiamo la paziente, facciamo chiamare il tecnico di laboratorio il quale, terminato il turno di servizio, si era recato a coltivare il proprio campo. In anamnesi non emerge nulla di significativo se non alcuni pregressi episodi di malaria; l’esame obiettivo non evidenzia nulla di alterato. Dopo circa 2 ore arriva il referto del laboratorio: lo striscio e la goccia spessa per la malaria risultano negativi. Esclusa la malaria permane la possibilità di tante altre patologie febbrili, alcune più gravi, altre meno gravi, alcune trattabili, altre non trattabili, altre autolimitantesi, alcune contagiose. Una polmonite è poco probabile, non vi è tosse e all’auscultazione non si percepiscono rumori aggiunti: non vi sono elementi tali da richiedere un RX torace, che costa quanto la metà di uno stipendio medio. Dengue e Chikungunya sono poco probabili: la febbre perdura ormai da 7 gg, non vi sono artralgie o rash, non vi sono epidemie in corso: nel caso si trattasse comunque di una di queste patologie, non possiamo fare altro che monitorare la paziente. Potrebbe trattarsi di una rickettiosi o meno probabilmente di una leptospirosi, di una tubercolosi o di una leishmaniosi: permangono come ipotesi diagnostiche diverse altre cause infettive e non infettive. Il lunedì mattina effettueremo un emocromo che potrebbe fornire maggiori informazioni, ma intanto dobbiamo prendere delle importanti decisioni: trattare o non trattare la paziente, ricoverarla o mandarla a casa. Tra le varie ipotesi quella che prendiamo in maggiore considerazione è la febbre tifoide: febbre a 39° continua da una settimana e cefalea sono sintomi compatibili con questa diagnosi. Una finestra sul mondo Decidiamo di ricoverare la paziente e di iniziare un trattamento con ciprofloxacina per os: una buona parte dei batteri intracellulari ed extracellulari sono infatti sensibili a questo antibiotico. Il lunedì mattina l’emocromo mostra una lieve leucopenia (WBC 3800) e questo parametro rafforza la nostra ipotesi diagnostica. Il lunedì sera la paziente si sfebbra e lamenta una lieve cefalea: viene dimessa il giovedì successivo con la raccomandazione di continuare la terapia antibiotica per un totale di 14 gg. Discussione La febbre tifoide è una patologia molto frequente in diverse zone del mondo, ma è difficilmente diagnosticabile. La clinica, la leucopenia e la sierodiagnosi di Widal possono rafforzare l’ipotesi diagnostica di febbre tifoide, ma per avere la conferma è necessaria l’emocoltura o eventualmente la coprocoltura, procedure diagnostiche che, soprattutto in Africa, si possono reperire in pochissimi centri sanitari. Pertanto in numerose occasioni la diagnosi di febbre tifoide è molto probabile, ma non possiamo avere la certezza assoluta. Alcuni tropicalisti considerano la febbre tifoide come “ una malaria a goccia spessa negativa”. In caso di febbre (non attribuibile a malaria) che perdura nel tempo è necessario dunque prendere in considerazione una terapia antibiotica di copertura sia per la febbre tifoide sia per eventuali altre patologie causate da batteri. Epidemia di febbre tifoide nel secolo scorso Cenni clinici La febbre tifoide, anche detta tifo addominale, è provocata da un batterio, la Salmonella Typhi (fig. 1), appartenente al genere Salmonella, di cui fanno parte anche le S. paratyphi A e B, responsabili dei paratifi e le cosiddette salmonelle minori, responsabili di infezioni e tossinfezioni a trasmissione alimentare. E’ una malattia a carattere sistemico, cioè coinvolge l'intero organismo; può essere asintomatica o paucisintomatica, oppure caratterizzata da febbre elevata, cefalea, malessere generale, anoressia, bradicardia relativa, esantema papuloso localizzato al tronco, tosse secca e disturbi gastrointestinali quali costipazione o diarrea. Nella giugno 2008 2 Una finestra sul mondo maggior parte dei casi l'infezione decorre in forma sub-clinica. Si instaura frequentemente uno stato di portatore sano cronico, che può essere anche molto prolungato nel tempo. La febbre tifoide rientra nell'ambito delle malattie a trasmissione orofecale; può quindi essere contratta in seguito all'ingestione di acqua o alimenti (mitili, frutta, verdura, latte non pastorizzato) contaminati da materiali fecali contenenti Salmonelle. Le Salmonelle sono dotate di una notevole resistenza nell'ambiente esterno, soprattutto se contenute in materiali organici e possono persistere per mesi nei liquami e nel fango; resistono a lungo anche nell'acqua e nel ghiaccio. Gli insetti, in particolar modo le mosche, possono fungere da vettori passivi dei germi patogeni. L'uomo, malato o portatore è l'unica sorgente di infezione. Fig. 1 Il batterio della Salmonella Typhi, causa della febbre tifoide Diffusione L’incidenza annuale di febbre tifoide nel mondo viene stimata dall’OMS in circa 21 milioni di casi con circa 600.000 morti. Si stima che il 90% di questi decessi si verifica in Asia. I casi si verificano principalmente in Asia, Africa e America Latina (Fig.2). La malattia rappresenta tuttora un problema di sanità pubblica in numerosi paesi in via di sviluppo dove colpisce in modo sproporzionato i bambini in età scolare (5-15 anni). In alcune regioni endemiche il tasso di incidenza nei bambini di età < a 5 anni è uguale o superiore a quella dei bambini in età scolare. In Italia (2 casi per 100.000 abitanti/anno) è presente soprattutto nelle regioni meridionali (Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia) e maggiormente nelle province costiere. Nelle altre Regioni del mondo i casi sono eccezionali e questi di solito sono importati a seguito di viaggi all’estero in Paesi endemici in cui mancano appropriate misure igieniche per l’acqua potabile e il cibo. In parecchie aree del mondo, inoltre, sono divenuti prevalenti ceppi resistenti agli antibiotici raccomandati. L’incremento della multiresistenza ai farmaci della S. Typhi riduce la possibilità di un trattamento efficace, aumenta il costo del trattamento stesso e si traduce in un più elevato tasso di complicanze gravi e di decessi. Fig. 2 Aree di diffusione della Febbre Tifoide giugno 2008 3 Una finestra sul mondo Rischi per i viaggiatori La vaccinazione antitifica non è richiesta per i viaggi internazionali, ma è raccomandata per i viaggiatori diretti in aree dove vi è un rischio riconosciuto di esposizione alla Salmonella Typhi. Il rischio è più elevato per i viaggiatori nel subcontinente Indiano e in altri Paesi del sud-est asiatico; frequente anche in Sud America ed Africa. Si calcola, infatti, che l’incidenza mensile è di 30 casi per 100.000 tra i viaggiatori nel subcontinente indiano, in Africa settentrionale e occidentale (ad eccezione della Tunisia) ed in Perù. Altrove la percentuale è di circa 10 volte inferiore. I viaggiatori dovranno essere informati del fatto che il vaccino antitifico non è efficace al 100% per cui e importante un’attenta scelta di cibi e bevande. Misure preventive Come per tutte le malattie a trasmissione fecale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche sia individuali, che ambientali, che per la manipolazione e la conservazione degli alimenti è fondamentale. A livello collettivo la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale si realizza attraverso il corretto smaltimento ed allontanamento dei rifiuti solidi e liquidi e la disponibilità di acqua per uso umano sicura e controllata. Le salmonelle presentano una notevole resistenza nell'ambiente esterno, ma sono comunque sensibili all'azione dei comuni disinfettanti. Una buona soluzione disinfettante ad uso domestico può essere ottenuta diluendo 1 cucchiaio da tavola di comune varechina in 1 litro d'acqua. La soluzione così ottenuta può essere utilizzata per la disinfezione di posate, stoviglie ed altri utensili, come per la disinfezione di servizi igienici e di biancheria. Questa soluzione può essere utilizzata anche per disinfettare frutta e verdura da consumare crude, che dovranno successivamente essere abbondantemente risciacquate con acqua pura, potabile (anche bollita altrimenti disinfettata). Derivati della comune varechina, presenti in commercio, possono essere usati anche per "disinfettare" l'acqua da bere: in questo caso, per evitare sapori sgradevoli, il quantitativo da usare è un cucchiaino da tè in un litro d'acqua. La soluzione così preparata deve essere lasciata riposare per circa un'ora prima del consumo. In commercio sono disponibili preparati già pronti per la disinfezione domestica di ambienti, acqua e altri potenziali veicoli di infezione. Vaccino L’OMS raccomanda la vaccinazione ai viaggiatori che si recano in Paesi a rischio, in particolare: per soggiorni di durata superiore ad un mese; esposizione a scarse condizioni igieniche; viaggi nel subcontinente indiano; viaggi in zone ove possono essere presenti microrganismi antibiotico-resistenti. VACCINO ORALE VIVO ed ATTENUATO Composizione: E’ costituito dal ceppo di S. Typhi Ty 21°, liofilizzato, mescolato ad eccipienti vari e rinchiuso in capsule ciascuna delle quali contiene almeno 1000 milioni di batteri vivi e attenuati. Il ceppo Ty 21a è un mutante stabile di S. typhi ottenuto in laboratorio e privo o con difetto di alcuni enzimi. Tale vaccino permette di ottenere una ottima risposta locale (IgA secretorie) ed una modesta immunità umorale: conferisce protezione contro l’infezione e la malattia. Il vaccino deve essere conservato tra 2 e 8 °C; rimane protettivo per circa 14 giorni a 25°C. Indicazioni: limite minimo di età per la somministrazione: 3 mesi. Efficacia: 53-78% . Protezione immunitaria: 7 giorni dopo l’ultima dose. In studi di campo il vaccino orale si è dimostrato in grado di conferire una protezione crociata (del 42-56%) nei confronti dell’infezione da Paratyphi B. Durata protezione: 3 anni. Modalità di somministrazione: il vaccino orale vivo ed attenuato, composto da un totale di 3 capsule, va somministrato a giorni alterni (1°, 3°, 5°), con acqua o liquidi non caldi, un'ora prima dei pasti. Può essere somministrato contemporaneamente agli altri vaccini, come quelli contro poliomielite, colera, febbre gialla, rabbia, epatite A ed epatite B, difteritetetano-pertosse, meningite e il vaccino associato antimorbillo-rosolia-parotite. giugno 2008 4 Una finestra sul mondo Effetti collaterali: raramente febbre e disturbi gastrointestinali quale dolore addominale, nausea, vomito (ma non diarrea); orticaria o rash. Controindicazioni: - Soggetti immunocompromessi. Può essere somministrato senza danno ai soggetti HIV- positivi asintomatici, con linfociti CD4>200/mm³. - Contemporanea assunzione di sulfonamidi o altri antibiotici: il vaccino orale può essere somministrato a distanza minima di 24 ore dalla somministrazione di antibiotici. Distanziare di 72 ore dal paludrine e dalla dossiciclina. La meflochina può inibire in vitro la crescita del ceppo Ty21a; se tale antimalarico viene somministrato, è opportuno ritardare l’assunzione del vaccino di 8-24 ore. L’assunzione di clorochina non interferisce con l’immunogenicità del vaccino. VACCINO INIETTABILE - POLISACCARIDICO Composizione: Polisaccaride capsulare purificato Vi di Salmonella Typhi. Il polisaccaride Vi viene estratto dal ceppo di Salmonella typhi Ty2, inattivato con calore e purificato. Eccipienti: Fenolo, soluzione tamponata isotonica. Il vaccino stimola l’immunità T-indipendente, che non è rinforzata da una dose supplementare. La temperatura di conservazione è tra 2 e 8°C; è stabile per 6 mesi a 37°C, per 2 anni a 25°C. Efficacia: 55-74% . Protezione immunitaria: dopo circa 15 giorni. Durata: almeno 3 anni. Indicazioni: Limite di età per la somministrazione: 2 anni. Il vaccino protegge contro la febbre tifoide causata da Salmonella typhi; non viene conferita protezione contro malattie causate da Salmonella paratyphi e da altre salmonelle non tifoidi. Modalità di somministrazione: 1 fiala da 0,5 ml per via intramuscolare deltoidea dai 5 anni di età. Il vaccino deve essere somministrato preferibilmente due settimane prima del rischio di esposizione alla febbre tifoide. Può essere somministrato contemporaneamente agli altri vaccini, come quello antifebbre gialla e anti-epatite A. Durata protezione: 3 anni. Effetti collaterali: - Dolore locale ed infiltrazione nel 10-20% dei casi - Reazioni generalizzate quali febbre, cefalea, malessere e nausea, in meno del 5% dei casi Controindicazioni: – L'ipersensibilità accertata verso i componenti del vaccino. NOTIZIE SULLE EPIDEMIE NEL MONDO (Fonte Edisan, CDC) Domenica 1 giugno 2008 1. Repubblica democratica del Congo. Epidemia di monkeypox. Dalla fine del 2007 un’epidemia di monkeypox interessa i distretti della provincia dell’Equateur (nord-ovest del Paese). Il bilancio di questa patologia relativamente alle prime 20 settimane del 2008 registra 355 casi di cui 20 mortali. Il distretto più interessato è quello di Tshuapa (277 casi), seguiti dall’ Equateur ( 57 casi), del Nord Ubangi (17 casi) del Sud Ubangi (9 casi) e di Mongala (2 casi). I casi indice erano costituiti da persone che avevano manipolato selvaggina morta (scimmie e gazzella in un caso). I decessi sono attribuibili a sovrainfezioni in un contesto di scarse risorse sanitarie. Le indicazioni di prevenzione sono quelle di non manipolare e consumare la carne di animali trovati morti; lavarsi regolarmente le mani con il sapone, isolare i giugno 2008 5 Una finestra sul mondo malati.Epidemie di monkeypox sono segnalate regolarmente nella Repubblica Democratica del Congo. 2. Guyana. Un caso di rabbia umana Un uomo di 42 anni è morto di rabbia il 27 maggio nel Centro ospedaliero Anurée Rosemon della Cayenna con un quadro di meningo-encefalite. I primi sintomi della malattia erano apparsi il 14 maggio e l’aggravamento delle condizioni generali aveva causato il ricovero in data 19 maggio. Prelievi cutanei e di saliva effettuati il 22 e il 23 magio, esaminati nel centro Pasteur di Parigi, hanno confermato la diagnosi di rabbia. La tipizzazione del virus ha mostrato che si trattava di un Lyssavirus di genotipo 1, verosimilmente trasmesso da un vampiro ematofago. Le circostanze del contagio non sono conosciute. È stato riferito che il paziente avesse l’abitudine di dormire su un’amaca senza zanzariera. L’anamnesi non ha permesso di identificare alcun contatto con un pipistrello o un altro animale potenzialmente trasmettitore di rabbia. Questo dato è a favore di una trasmissione attraverso un chirottero ematofago capace di trasmettere il virus nel corso di un pasto di sangue ingerito nella notte durante il sonno della vittima. Reservoir del virus in Guyana In Guyana esistono un centinaio di specie di chirotteri. Tra di essi, i vampiri ematofagi (di cui il più comune D. rotundus) per il loro comportamento sono i più adatti alla trasmissione del virus rabbico; i chirotteri insettivori, di cui i tassi di infezione e il rischio di contatto con l’uomo sono meno frequenti, non sono altro che potenziali trasmettitori secondari. In Guyana non esiste un reservoir canino del virus, ma i cani randagi possono diventare intermediari nella trasmissione all’uomo e al gatto del virus proveniente dai chirotteri. L’esistenza di cani randagi in città rischia di facilitare la creazione di un reservoir canino grazie ai cani infetti introdotti clandestinamente dai paesi vicini. La rabbia trasmessa dai vampiri in America latina Delle tre specie di vampiri, D. rotundus, D. youngii, Diphylla ecaudata, capaci di essere infettati dal genotipo 1 del virus della rabbia, solo il D.rotundus, che ha una distribuzione piùampia, è spesso implicato nella trasmissione del virus ai bovini (Messico, Ecuador, Panama, Brasile) e all’uomo. Vampiri infettati sono stati identificati anche in altri paesi ( Venezuela, Paraguay, Cile, etc.) Misure di prevenzione La vaccinazione post esposizione, da effettuare in urgenza, è essenziale per chi ha avuto un contatto sospetto. La vaccinazione pre-esposizione è proposta a coloro che sono a rischio, in particolare per il loro mestiere. La prevenzione dell’esposizione ai pipistrelli consiste soprattutto nell’astensione a manipolarli (la loro manipolazione deve essere riservata agli specialisti) e a non lasciarli penetrare nelle abitazioni. Nelle zone a rischio dell’America latina e particolarmente in foresta, si consiglia di dormire sotto una zanzariera. Lunedi 2 giugno 2008 Campionati europei di calcio 2008 e vaccinazione anti morbillo I campionati europei di calcio si svolgono in Austria e svizzera dal 7 al 29 giugno. L’OMS, i paesi organizzatori i differenti paesi partecipanti raccomandano a coloro che parteciperanno all’evento di essere in regola con la vaccinazione anti morbillo. I francesi raccomandano ai nati tra il 1964 e il 1979 di ricevere una dose della vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia se non hanno mai avuto il morbillo o non stati precedentemente vaccinati ( attenzione, il vaccino non deve essere somministrato in gravidanza o agli immonodepressi). Queste raccomandazioni vengono formulate in occasione di grandi eventi sportivi, che possono favorire la trasmissione della malattia nei soggetti non immuni in caso di circolazione attiva del virus. Bisogna anche ricordare che le complicazioni del morbillo sono più frequenti con l’avanzare dell’età. giugno 2008 6 Una finestra sul mondo Svizzera In Svizzera negli anni 90 l’incidenza era di circa 50 casi all’anno; dal novembre 2006 a maggio 2008 si sono registrati 2866 casi di morbillo: 27% dei malati apparteneva alla fascia di età tra i 5 e i 9 anni; 23% tra i 10 e i 14, 20% alla fascia con più di 15 anni; il 93% dei malati non erano stati vaccinati e il 5% aveva ricevuto una sola dose del vaccino. Austria In Austria l’incidenza del morbillo è stata di 14 casi nel 2004, 10 nel 2005, 24 nel 2006 20 nel 2007 e 202 nel 2008 ( fino alla metà di aprile) di cui 183 casi nella provincia di Salisburgo. Questa epidemia, che ha interessato una comunità particolare, ha avuto ramificazioni in Germania e Norvegia. Venerdì 6 giugno 2008 Niger. Meningite meningococcica Dalla 1° alla 18° settimana del 2008 sono stati registrati 2.444 casi di meningite e 133 decessi con un tasso di letalità pari a 5,4%. Le regioni maggiormente interessate si trovano nella parte meridionale del paese, al confine con Burkina Faso e Nigeria. I meningococchi identificati sono del tipo A. Per i mesi di giugno luglio sono state programmate campagne di vaccinazione che interesseranno circa 500.000 persone nelle regioni più esposte. Domenica 8 giugno Colera Congo. Nel Paese si sono osservati 13.452 casi di cui 380 mortali. Le aree più colpite sono Sud Kivu, Katanga e Kasai Orientale. Colera. Mozambico. Dall’inizio dell’anno, segnalati 11.796 casi di colera: più di 4.000 nella sola provincia di Maputo e altri 2.000 in quella di Gaza con 87 morti. Venerdì 13 giugno Febbre gialla in Brasile. Aggiornamenti Epidemia. L’8 gennaio 2008 il Ministro della Salute brasiliano (MOH) ha annunciato uno stato di allerta per febbre gialla ai turisti e diplomatici che soggiornano in Brasile, dovuto al numero di casi sospetti e confermati di malattia umana avvenuti nei mesi di dicembre 07-gennaio 08. All’11 giugno 08 sono stati riportati 45 casi di febbre gialla confermati, compresi 25 morti. Il Ministro allerta gli stati che i viaggiatori in “aree a rischio” per febbre gialla devono essere vaccinati 10 giorni prima di arrivare in dette aree. Oltre alle aree precedentemente identificate dalle guide del CDC per i viaggiatori, il Ministero ha identificato altri due Stati a rischio per Febbre Gialla: la zona settentrionale di Espirito Santo e quella occidentale di Santa Caterina. Il Brasile generalmente richiede la vaccinazione anti-febbre gialla alle persone che entrano nel Paese provenienti da zone endemiche. Raccomanda la vaccinazione (o rivaccinazione) ai viaggiatori di età > 6 mesi, per la loro protezione a seguito della recente epidemia. Visto l’aumentato rischio di eventi avversi gravi a seguito della vaccinazione nei soggetti di età < 9 mesi e di età > 60 anni, il CDC raccomanda che venga fatta un’attenta valutazione tra il medico e i genitori dei bambini <9 mesi di età e i viaggiatori > 60 anni di età per verificare il rischio-beneficio della vaccinazione per il viaggio in Brasile. giugno 2008 7 Una finestra sul mondo Aggiornamento zone a rischio febbre gialla in Brasile Mercoledì 25 giugno Salmonellosi nel Regno Unito. Un ristorante di Durham è stato identificato come causa della diffusione della malattia in 131 persone. Domenica 29 giugno Pakistan. Gastroenterite. Nella città di Landhi sono morti 9 bambini e una donna e circa 1700 persone sono state colpite da disturbi gastroenterici dopo aver bevuto acqua contaminata. giugno 2008 8