Biologia Robert J. Brooker, Eric P. Widmaier, Linda E. Graham, Peter D. Stiling Copyright © 2011 – he McGraw-Hill Companies srl Capitolo 30 Spunti di discussione Figura 30.3 Le epatiche crescono a stretto contatto con le superfici, come suoli o tronchi d’albero. Innalzare i propri sporofiti al di sopra della superficie favorisce la dispersione delle spore nelle correnti aeree. Figura 30.4 La velocità del vento non è costante, per cui se il muschio liberasse tutte le spore nello stesso momento in una debole corrente d’aria, le spore non si spingerebbero molto lontano e potrebbero entrare in competizione con la pianta parentale per la scarsa disponibilità di risorse. Liberando le spore gradualmente, alcune possono essere attirate all’interno di forti raffiche di vento e percorrere lunghe distanze, riducendo il rischio di competizione con l’organismo parentale. Figura 30.8 Sporofiti di maggiori dimensioni possono catturare una maggiore quantità di risorse da destinare alla produzione di una più vasta progenie e possono così ottenere una fitness più alta rispetto agli sporofiti di dimensioni più ridotte. Figura 30.14 La capacità di produrre legno e semi rappresenta la caratteristica chiave delle Lignophyta. Figura 30.16 La cutina poliesterica di cui si compone la cuticola, la sporopollenina contenuta nelle pareti delle spore e la lignina che si dispone sulle tracheidi preposte alla conduzione idrica e che costituiscono i tessuti vascolari, sono resistenti al decadimento e favoriscono, quindi, la fossilizzazione delle piante. Figura 30.17 Durante il Carbonifero, l’ossigeno atmosferico raggiunse livelli storici elevati, tali da sostenere il notevole fabbisogno degli insetti giganti, che traggono l’ossigeno per diffusione. Figura 30.20 L’incremento dell’area superficiale delle cellule di trasferimento placentare fornisce lo spazio utile per accogliere un maggior numero di proteine di trasporto. Maggiore è il numero di proteine di trasporto per cellula, più rapidamente si compie il trasferimento dei soluti tra le cellule. Figura 30.22 Dato che le venature delle foglie di felce rispecchiano i sistemi vascolari delle tipologie ramificate di fusto, puoi dedurre che le foglie evolutesi da sistemi di fusti altamente ramificati saranno caratterizzate da una maggiore densità di venature, dotate cioè di più venature per unità di area rispetto alle foglie di felce. Figura 30.23 Benché i semi di alcune angiosperme, come quelli del frumento e della noce di cocco, contengano abbondante endosperma, gli embrioni di molte angiosperme consumano la maggior parte o tutto l’endosperma nutritizio nel corso dello sviluppo. Figura 30.25 Dato che il tegumento merlettato di Runcaria non è completamente racchiuso nel macrosporangio, è probabile che tra le sue funzioni non rientri la protezione del macrosporangio prima della fecondazione né che funga da effettivo involucro del seme dopo la fecondazione, come i tegumenti delle moderne piante con semi. Il tegumento merlettato di Runcaria, però, può avere mantenuto il macrosporangio sullo sporofito parentale durante il periodo di trasferimento dei nutrienti dall’organismo parentale all’ovulo e al seme in fase di sviluppo. Tale funzione impedirebbe che il macrosporangio abbandoni la pianta parentale prima della fecondazione, consentirebbe alla pianta parentale di fornire i nutrienti necessari Biologia Robert J. Brooker, Eric P. Widmaier, Linda E. Graham, Peter D. Stiling Copyright © 2011 – he McGraw-Hill Companies srl nel corso dello sviluppo embrionale e lascerebbe al seme il tempo necessario per assorbire e immagazzinare una maggior quantità di nutrienti dall’organismo parentale. Tale funzione spiegherebbe in che modo una mutazione che induca un beneficio riproduttivo possa rappresentare la base di partenza per successive mutazioni, che contribuiscono a incrementare ulteriormente la fitness. Runcaria rappresenta il primo stadio del processo evolutivo multifasico che ha condotto ai semi moderni. Test di autovalutazione 1. c 2. d 3. d 4. e 5. b 6. a 7. c 8. e 9. c 10. b Quesiti teorici 1. Le alghe caroficee, in particolare quelle appartenenti ai generi complessi Chara e Coleochaete, condividono molti caratteri strutturali, riproduttivi e biochimici con le piante terrestri. Ne sono esempi le affinità riscontrate nei processi di divisione cellulare, i plasmodesmi e la riproduzione sessuale sostenuta da cellule uovo e cellule spermatiche flagellate. 2. Le briofite sono ben adattate ai processi di riproduzione sessuale quando l’acqua è disponibile per la fecondazione. I gametofiti verdi di cui sono dotate trasferiscono i nutrienti agli embrioni in fase di sviluppo con notevole efficienza, favorendo la loro trasformazione in sporofiti. Gli sporofiti delle briofite possono produrre molte spore geneticamente eterogenee a seguito della meiosi e disperdere con successo queste spore nel vento. 3. I tessuti vascolari consentono alle tracheofite di condurre efficacemente l’acqua dalle radici ai fusti e alle foglie. La cuticola cerosa impedisce la dispersione idrica per evaporazione attraverso le superfici della pianta. Gli stomi permettono alla pianta di compiere gli scambi gassosi in condizioni di umidità e impediscono l’eccessiva dispersione idrica in condizioni di aridità. Quesiti sperimentali 1. Gli obiettivi sperimentali consistevano nella determinazione della velocità con cui le molecole organiche prodotte dal processo fotosintetico del gametofito potessero fluire all’interno degli sporofiti e nello studio dell’effetto delle dimensioni dello sporofito sulla quantità di molecole organiche trasferite dal gametofito. 2. I ricercatori oscurarono gli sporofiti con coperture di vetro scuro per essere certi che tutte le molecole organiche radioattive rilevate negli sporofiti al termine dell’esperimento provenissero dal gametofito. 3. I ricercatori misurarono la radioattività accumulata nei gametofiti e negli sporofiti nonché negli sporofiti di differenti dimensioni. Queste misurazioni Biologia Robert J. Brooker, Eric P. Widmaier, Linda E. Graham, Peter D. Stiling Copyright © 2011 – he McGraw-Hill Companies srl fornirono un’indicazione delle quantità relative di composti organici marcati, presenti in differenti tessuti vegetali.